LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014

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1 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014 Centro Regionale di Radioprotezione Settembre 2015 ARPA LOMBARDIA

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3 Relazione predisposta da: Maurizio Forte, Stefania Costantino, Daniela Lunesu con il contributo di: Giuseppe Abbate, Silvia Arrigoni, Pietro Badalamenti, Annamaria Cugini, Giovanni Gadaleta, Michelino Palermo, Marco Romanelli. si ringrazia inoltre per il contributo cartografico: Alessandro Menin Verificata da: Rosella Rusconi Responsabile CRR Approvata da: Maurizio Bassanino Responsabile U.O.C. Agenti Fisici e Radioprotezione Emessa il 4 settembre 2015

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5 LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014 Indice 1. La misura della radioattività: perché? Le reti di monitoraggio La radioattività negli alimenti Il latte vaccino Le acque potabili La radioattività nell ambiente Ambiente: l aria Ambiente: le acque superficiali Ambiente: i boschi Valutazione dei risultati e stime di dose... 46

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7 La misura della radioattività: perché? La misura della radioattività ambientale Il controllo della radioattività ambientale, sia di origine naturale che di origine antropica, è un obbligo stabilito dall Unione Europea, recepito successivamente sia a livello nazionale che regionale. In Lombardia la Rete di Monitoraggio della Radioattività è gestita da ARPA Lombardia, ed in particolare dal Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo. Il monitoraggio della radioattività è richiesto dalla normativa nazionale e da quella europea e riguarda soprattutto la radioattività artificiale. Anche la radioattività naturale (ad esempio la radioattività naturale nelle acque), tuttavia, è oggetto di specifici controlli. Nell ambiente che ci circonda sono presenti sostanze radioattive naturali di origine primordiale (legate alla nascita dell universo) e cosmogenica (prodotte dall interazione della radiazione cosmica con l atmosfera terrestre). Nel nostro ambiente quotidiano possiamo trovare anche sostanze radioattive artificiali introdotte dall uomo a seguito di immissioni controllate (come ad esempio quelle legate all uso di composti radioattivi a scopo sanitario) o di eventi incidentali (come l incidente di Chernobyl del 1986 e quello di Fukushima del 2011). I controlli sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia naturali che artificiali: sostanze radioattive naturali: lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle matrici più significative dal punto di vista della qualità dell ambiente e dell esposizione della popolazione; sostanze radioattive artificiali: i controlli sono finalizzati alla valutazione puntuale dello stato dell ambiente e all individuazione di eventuali situazioni di contaminazione di origine antropica dovute ad eventi incidentali nonché alla valutazione dell esposizione della popolazione. Questo tipo di verifiche rientra dalla fine degli anni ottanta nel piano di monitoraggio della radioattività ambientale previsto in tutte le regioni italiane e coordinato, a livello nazionale, dall ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale). Riferimenti normativi Il Trattato Euratom (EC, 1957) dispone che tutti gli Stati membri dell Unione eseguano il controllo permanente del grado di radioattività dell ambiente e delle principali derrate alimentari e che i risultati di tali rilevazioni siano regolarmente comunicati alla Commissione Europea. La legislazione nazionale riprende tale obbligo nell articolo 104 del Decreto Legislativo 230/95 (DL, 1995) Controllo sulla radioattività ambientale, il quale prevede l esistenza di reti di sorveglianza nazionali dei livelli di radioattività nell ambiente, negli alimenti e nelle bevande e demanda alle singole Regioni la gestione delle reti uniche regionali attraverso il ricorso a strutture pubbliche idoneamente attrezzate. A livello centrale la rete dei controlli è 1

8 coordinata dall ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) che gestisce la rete RESORAD (Rete di Sorveglianza per il controllo sulla Radioattività ambientale), in cui confluiscono i dati prodotti da tutte le reti regionali. In collaborazione con tutte le Agenzie ragionali, su mandato del Ministero dell Ambiente, l ISPRA ha recentemente rivisto e formalizzato nel Manuale della Rete Resorad (rev. 30 giugno 2014) la struttura attuale della rete nazionale RESORAD, anche sulla base delle richieste ed indicazioni fornite dall Unione Europea. In Lombardia la rete di monitoraggio della radioattività, che opera costantemente dal 1988, è gestita dall Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente. Con decreto n del della D.G. Ambiente, Energia e Reti, nel 2010 la Regione ha riconosciuto in tale rete la rete unica regionale di cui all art. 104 del decreto legislativo 230/95. La rete gestita da ARPA Lombardia è un esempio di buona pratica della conduzione delle reti regionali di monitoraggio ed è uno dei pochi casi in cui viene implementata a livello regionale la pressoché totalità dei controlli richiesti dall Unione Europea (Racc. UE 473 /2000); la rete lombarda rappresenta inoltre un eccellenza nel monitoraggio di alcuni comparti ambientali, come l aria, in virtù della frequenza e sensibilità dei controlli, nonché nella misura di alcuni composti radioattivi, come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio, la cui determinazione richiede l applicazione di tecniche di misura complesse e oramai disponibili a livello nazionale in pochissimi laboratori. A partire dal settembre 2012, con decreto del D.G. n. 533 del 2/08/2012, è stato istituito presso ARPA Lombardia il Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), individuato come struttura specialistica di riferimento per la gestione dei casi e dei problemi attinenti le radiazioni ionizzanti e la radioprotezione. A tale struttura è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale. ARPA Lombardia ha in carico la gestione delle analisi, che vengono effettuate presso le due sedi laboratoristiche del CRR di Milano e di Bergamo, e garantisce direttamente l esecuzione del monitoraggio radiometrico comprendente sia i controlli ambientali (prelievi ed analisi) che quelli sugli alimenti. In particolare, la sorveglianza sugli alimenti è condotta in collaborazione con la Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia e con il supporto delle ASL per quanto riguarda l attività di campionamento. Nella sede di Milano è attivo anche un laboratorio di radiochimica per le misure dei radionuclidi non rilevabili mediante la spettrometria gamma come lo stronzio 90, il plutonio ecc. 2

9 Dal Trattato Euratom (1957), Artt. 35 e 36 art 35: Ciascuno stato Membro provvede agli impianti necessari per effettuare il controllo permanente del grado di radioattività dell atmosfera, delle acque e del suolo La commissione ha il diritto di accedere agli impianti di controllo e può verificarne il funzionamento e l efficacia art. 36: Le informazioni relative ai controlli contemplati dall articolo 35 sono regolarmente comunicate dalle autorità competenti alla Commissione, per renderla edotta del grado di radioattività di cui la popolazione possa eventualmente risentire. Dal D.Lgs 230/95, Art Fermo restando quanto disposto dall'articolo 54, nonché le competenze in materia delle regioni, delle province autonome e dell'anpa*, il controllo sulla radioattività ambientale è esercitato dal Ministero dell'ambiente; il controllo sugli alimenti e bevande per consumo umano ed animale è esercitato dal Ministero della sanità. I ministeri si danno reciproca informazione sull'esito dei controlli effettuati. Il complesso dei controlli è articolato in reti di sorveglianza regionale e reti di sorveglianza nazionale. 2. La gestione delle reti uniche regionali è effettuata dalle singole regioni, secondo le direttive impartite dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente. Le regioni, per l'effettuazione dei prelievi e delle misure, debbono avvalersi, anche attraverso forme consortili tra le regioni stesse, delle strutture pubbliche idoneamente attrezzate. Le direttive dei ministeri riguardano anche la standardizzazione e l'intercalibrazione dei metodi e delle tecniche di campionamento e misura. 3. Le reti nazionali si avvalgono dei rilevamenti e delle misure effettuati da istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati. 4. Per assicurare l'omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità di esecuzione dei prelievi e delle misure, relativi alle reti nazionali ai fini dell'interpretazione integrata dei dati rilevati, nonché per gli effetti dell'articolo 35 del Trattato istitutivo della CEEA, sono affidate all'anpa* le funzioni d coordinamento tecnico. A tal fine l'anpa*, sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente: a) coordina le misure effettuate dagli istituti, enti o organismi di cui sopra, riguardanti la radioattività dell'atmosfera, delle acque, del suolo, delle sostanze alimentari e bevande e delle altre matrici rilevanti, seguendo le modalità di esecuzione e promuovendo criteri di normalizzazione e di intercalibrazione; b) promuove l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e l'effettuazione delle relative misure di radioattività, quando ciò sia necessario per il completamento di un'organica rete di rilevamento su scala nazionale, eventualmente contribuendo con mezzi e risorse, anche finanziarie; c) trasmette, in ottemperanza all'articolo 36 del Trattato istitutivo della CEEA, le informazioni relative ai rilevamenti effettuati. 5. Per quanto attiene alle reti nazionali, l'anpa* provvede inoltre alla diffusione dei risultati delle misure effettuate. 6. La rete di allarme gestita dal Ministero dell'interno ai sensi della legge 13 maggio 1961, n. 469, concorre autonomamente al sistema di reti nazionali. *NDR: oggi ISPRA 3

10 Le reti di monitoraggio La rete regionale, nazionale ed europea La rete Nazionale di sorveglianza discende da esigenze di monitoraggio della radioattività nell ambiente e negli alimenti a seguito dell adesione al Trattato Euratom e dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli evidenziata a fronte dell incidente di Chernobyl (1986). Ad ARPA Lombardia ed in particolare al Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo, è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale, comprese le attività che confluiscono nella Rete Nazionale e successivamente nella Rete Europea istituita ai sensi del Trattato Euratom. Molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state identificate da ISPRA come punti rappresentativi della macroregione Nord Italia. La struttura della rete di monitoraggio della radioattività è stata definita in sede europea con l emanazione della Raccomandazione 2000/473/Euratom (EC, 2000) che richiama gli obblighi sanciti dal Trattato Euratom (1957). In questo documento sono elencate le matrici, alimentari ed ambientali, da sottoporre ad analisi, con quale periodicità effettuare i campionamenti, quali radionuclidi tenere in considerazione e che sensibilità analitica raggiungere (Tabella 1). La stessa Raccomandazione propone la suddivisione degli stati europei in aree macroregionali: la Lombardia appartiene all area macroregionale Nord (Figura 2); in tale area molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state recentemente identificate da ISPRA (Manuale della Rete Resorad, rev. 30 giugno 2014) come punti rappresentativi della macroregione Nord per la rete europea, in virtù della sensibilità, completezza e continuità dei set di dati forniti. A livello regionale le reti di monitoraggio, che derivano dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli della radioattività ambientale, sono definite in modo tale da soddisfare sia le richieste dell Unione Europea che quelle Nazionali e sono gestite dalle Agenzie Regionali o Provinciali per la Protezione dell Ambiente, le cui attività sono coordinate dall Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). ARPA Lombardia, come attuatore della rete unica regionale, ha definito il piano annuale di monitoraggio includendo matrici e punti di prelievo che afferiscono alla rete nazionale ed ulteriori matrici, punti di prelievo, e/o osservazioni ritenuti necessari o utili ai fini della sorveglianza ambientale locale (Tabella 2). La composizione della Rete Regionale di monitoraggio per l anno 2014 è stata concordata con Regione Lombardia, che ne ha formalmente preso atto con la nota del 3 luglio 2014 (prot. T ). La struttura della Rete 2014 Rispetto all anno 2013 è stata effettuata una ulteriore razionalizzazione dei punti di prelievo sulle matrici per le quali non sono stati registrati negli ultimi anni casi di superamento dei livelli stabiliti dall Unione Europea. Contestualmente è stata 4

11 aumentata la frequenza dei controlli sulle matrici più critiche, cioè sui prodotti di raccolta spontanei previsti dalla Raccomandazione 2003/274/EC, in particolare selvaggina, frutti di bosco, funghi selvatici e pesci carnivori di lago, che pur non essendo prodotti di largo consumo possono presentare ancora livelli di contaminazione elevati come conseguenza dell incidente di Chernobyl. Per quanto riguarda i parametri oggetto di controllo è stata aumentata la numerosità dei campioni di alimenti per i quali è prevista la determinazione radiochimica dello stronzio 90; complessivamente i parametri oggetto di controllo (sia radionuclidi gamma emettitori che isotopi determinabili esclusivamente per via radiochimica) sono tali da consentire la valutazione complessiva della dose da esposizione per la popolazione nel suo insieme. È stata inoltre estesa la rete dei controlli sulle acque superficiali, includendo il monitoraggio di nuovi corpi idrici superficiali e prevedendo il controllo di alcuni parametri radiochimici aggiuntivi (stronzio 90 e isotopi del plutonio). A seguito dell entrata in vigore della Direttiva 2013/51/Euratom, che stabilisce requisiti per la tutela della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano e il cui recepimento è previsto entro il 28 novembre 2015, è stato programmato nel corso del 2014 l avvio della pianificazione, in collaborazione con la D.G. Salute, delle attività di monitoraggio radiometrico delle acque potabili sul territorio regionale. A scopo propedeutico ARPA Lombardia ha previsto per il 2014 l esecuzione di una campagna pilota nella città di Brescia la cui pianificazione è stata effettuata tenendo conto delle caratteristiche idrogeologiche, dell organizzazione della rete di distribuzione idrica nonché dell esistenza di specifiche fonti di pressione. Nel complesso il piano di monitoraggio regionale deve garantire il controllo dei seguenti comparti: alimenti, aria, ambiente acquatico e ambiente terrestre per i quali si rimanda alle schede di dettaglio. 5

12 Tabella 1 - Requisiti minimi delle reti di monitoraggio della radioattività secondo la Raccomandazione 2000/473 Matrice Parametro analitico Livello Notificabile (*) ARIA BETA GLOBALE (**) 0,005 BQ/M 3 Cs-137 0,03 BQ/M 3 ACQUE SUPERFICIALI BETA RESIDUO (**) 0,6 BQ/L Cs BQ/L ACQUE POTABILI H BQ/L Sr-90 0,06 BQ/L Cs-137 0,1 BQ/L RADIONUCLIDI NATURALI NON SPECIFICATO LATTE Sr-90 0,2 BQ/L Cs-137 0,5 BQ/L DIETA MISTA Sr-90 0,1 BQ/D.P. (***) (*) Livello notificabile: concentrazione minima di cui si richiede notifica (**) Misura non obbligatoria (***) Becquerel/giorno persona Cs-137 0,2 BQ/D.P. C-14 (*) NON SPECIFICATO Ricadute Figura 1 - Comparti controllati dalla rete di monitoraggio regionale Dose gamma in aria Particolato - gas Muschi Bacche Selvaggina Funghi Suolo Acqua potabile Carne Latte Latticini Frutta Verdura Cereali ecc. Acqua superficiale DMO Sedimenti Pesci d acqua dolce 6

13 Matrice Tabella 2 - Piano annuale di campionamento ed analisi 2014 Regione Lombardia N. punti di controllo Frequenza di campionamento Parametri analitici Punto di prelievo DOSE GAMMA AMBIENTALE 2 Giornaliera Dose gamma Centri urbani ARIA - PARTICOLATO ATMOSFERICO (PTS) 2 Giornaliera/Settimanale/Mensile Gamma emettitori ARIA FASE GASSOSA 1 Settimanale Gamma emettitori FALLOUT 2 Mensile Gamma emettitori 1 Mensile Stronzio 90 1 Mensile Plutonio DMO 7 Trimestrale Gamma emettitori 1 Trimestrale Stronzio 90 1 Trimestrale Plutonio ACQUE SUPERFICIALI 3 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori ACQUE REFLUE, DEPURATE, FANGHI 3 Trimestrale/Semestrale Beta totale Centri urbani Centri urbani Corsi d acqua superficiali Fiumi/Laghi 12 Semestrale Gamma emettitori Impianti di depurazione PESCI DI LAGO 4 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori Corpi idrici superficiali FUNGHI SPONTANEI (prodotti locali) FRUTTI DI BOSCO (prodotti locali) UNGULATI SELVATICI (cinghiali, caprioli, daini) 7 Annuale Gamma emettitori 7 Annuale Gamma emettitori 7 Annuale Gamma emettitori LATTE VACCINO DI CENTRALE 13 Mensile Gamma emettitori 5 Mensile Stronzio 90 CARNE BOVINA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori CARNE SUINA 2 Trimestrale Gamma emettitori POLLAME 2 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - PASTA 1 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - RISO 2 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - FARINA 1 Trimestrale Gamma emettitori DERIVATI DEL LATTE 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori FRUTTA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori VERDURA A FOGLIA LARGA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori VERDURA NON A FOGLIA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori MOLLUSCHI 1 Trimestrale Gamma emettitori PASTO COMPLETO 1 Mensile Gamma emettitori 1 Mensile Stronzio 90 ACQUA POTABILE DI RETE 3 Mensile Gamma emettitori 1 Trimestrale Stronzio 90 1 Mensile Alfa/Beta tot 1 Mensile Trizio Ambiente boschivo naturale Centrali di produzione Centri di produzione rilevanti o grandi centri di smercio Grandi centri di smercio Mense aziendali Rete di distribuzione 7

14 Matrice N. punti di controllo Frequenza di campionamento Parametri analitici Punto di prelievo MANGIME ANIMALE 1 Trimestrale Gamma emettitori 1 Trimestrale Stronzio 90 FORAGGIO 1 Annuale Gamma emettitori 1 Annuale Stronzio 90 Azienda agricola Azienda agricola Figura 2 - Definizione delle aree macroregionali (cartina aggiornata al 2000) Sono visualizzate le aree macroregionali individuate dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom. L Italia è divisa in tre aree (nordcentro-sud). A ciascuna area macroregionale corrisponde un punto della rete diradata che deve garantire prestazioni elevate e un controllo approfondito. 8

15 La radioattività negli alimenti Gli alimenti Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee viene monitorata la radioattività presente nei principali alimenti distribuiti in Lombardia. Ogni anno sono sottoposti a misura radiometrica oltre 400 campioni degli alimenti più comuni, scelti in base alle indicazioni del piano regionale di monitoraggio. Gli alimenti sono prelevati in grandi centri di distribuzione e non sono necessariamente prodotti in Lombardia in quanto viene privilegiato il criterio del campionamento al consumo. Il monitoraggio degli alimenti è condotto in collaborazione con le ASL e la Sanità Regionale. Si ricercano i gamma emetitori, come il cesio 137, e in alcuni casi lo stronzio 90. Gli alimenti Le matrici alimentari, indicate nella Raccomandazione 2000/473/Euratom, da analizzare nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono: Acqua potabile componente dell alimentazione umana il cui controllo è previsto anche dal D.L.vo 31/01 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, che prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività non solo di origine artificiale. Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda acque potabili. Latte - componente importante nell alimentazione umana e dei bambini in modo particolare, indicatore di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. Il latte viene trattato più diffusamente in una specifica scheda (vedi: il latte vaccino). Alimenti solidi alimenti costituenti (o componenti) della dieta umana rappresentativi della dieta nazionale e regionale; per le derrate alimentari, la Raccomandazione 2000/473 prevede l esecuzione di misure sui singoli ingredienti selezionati tra i più importanti del pasto medio italiano (elenco e consumi medi sono riportati in Tabella 1) assicurando, in questo modo, la rappresentatività del campionamento rispetto alla dieta tipo della popolazione lombarda. È prevista, inoltre, la misura del pasto completo che si consuma in una mensa scolastica o aziendale. Il monitoraggio degli alimenti viene eseguito di concerto con le ASL che si occupano del prelievo degli alimenti secondo uno schema concordato tra ARPA e la Direzione Generale Sanità della Regione. Il piano di monitoraggio della radioattività negli alimenti prevede l esecuzione di controlli dei principali componenti della dieta umana (per lo più prodotti non derivati) allo scopo di stimare la dose alla popolazione. Il criterio di selezione dei 9

16 prodotti da sottoporre a controllo è pertanto quello del largo consumo: vengono prelevati presso grossi centri di distribuzione (tipicamente mercati generali) gli alimenti pronti per la vendita sul territorio regionale, anche se prodotti in altre regioni. La scelta del tipo di frutta e verdura da analizzare viene effettuato secondo il criterio della stagionalità. Le analisi sono dirette principalmente alla misura dei radionuclidi gamma emettitori, compreso il cesio 137, che costituiscono la stragrande maggioranza delle sostanze radioattive esistenti. In alcuni casi specifici viene effettuata anche la misura dello stronzio 90, che oltre al cesio 137 è l altro elemento radioattivo che è ancora possibile misurare in tracce in alcuni tipi di alimenti. Riportiamo di seguito una breve sintesi dei risultati delle misure effettuate (principalmente riferite al cesio 137). CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio degli alimenti di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2014 sono stati analizzati 369 campioni alimentari per la ricerca di gamma-emettitori (in particolare cesio 137). In 36 campioni (principalmente di latte vaccino) è stato ricercato anche l isotopo stronzio 90. Nella maggior parte dei campioni la radioattività artificiale è risultata inferiore a quanto misurabile. Nei casi in cui sono stati rilevati i radioisotopi artificiali cesio 137 e stronzio 90, le concentrazioni misurate sono così piccole da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. Le quantità rilevate sono compatibili con gli strascichi lasciati in ambiente dall incidente di Chernobyl e dai test nucleari in atmosfera degli anni

17 Tabella 1 - Consumi medi giornalieri per i principali alimenti della dieta italiana (grammi) Alimento Lattanti Bambini Adulti CEREALI LATTE DERIVATI DEL LATTE CARNI BOVINE CARNI OVINE CARNI SUINE PESCE POLLAME UOVA VEGETALI A FOGLIA ALTRI VEGETALI FRUTTA OLIO ACQUA POTABILE VINO Figura 1 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione per matrice del tipo di campioni analizzati (anno 2014) PASTO MEDIO 4 MANGIME FUNGHI 4 44 PESCI E MOLLUSCHI 54 ACQUA 36 BACCHE 16 CARNE 33 FRUTTA E VERDURA 48 ERBA E FORAGGIO 1 CEREALI E DERIVATI 16 LATTE E DERIVATI

18 Figura 2 - Cesio 137 negli alimenti: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2014) 50 ACQUA BACCHE CARNE CEREALI E DERIVATI ERBA E FORAGGIO FRUTTA E VERDURA FUNGHI LATTE E DERIVATI MANGIME PASTO MEDIO PESCI E MOLLUSCHI BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA Figura 3 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2014) PV 17 SO 56 VA 33 BG 43 BS 38 CO 44 MN 20 CR 45 MI 125 LO 12 LC 44 12

19 Tabella 2 - Riassunto delle determinazioni di cesio 137, stronzio 90 attività alfa e beta totale effettuate nel 2014 sugli alimenti e sull acqua potabile Sono riportate le macrocategorie e le singole matrici analizzate (prima e seconda colonna), il numero di campioni analizzati per singola matrice (terza colonna) e il numero di campioni che hanno dato risultati rispettivamente inferiori e superiori alla minima attività rivelabile (MAR) in quarta e quinta colonna. Nelle ultime due colonne sono riportati i valori medi e massimi di concentrazione dei radionuclidi, considerando i soli risultati superiori alla MAR. Cesio 137 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE Att. max. (> MAR) CARNE BOVINA ,77 5,90 CARNE CARNE POLLAME CARNE SUINA ,26 LATTE E DERIVATI CEREALI E DERIVATI LATTE ,12 0,15 DERIVATI DEL LATTE ,24 CEREALI DERIVATI DEI CEREALI MANGIME MANGIME ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO ,88 FRUTTA FRUTTA E VERDURA ORTAGGI VERDURA FOGLIA LARGA PESCI E MOLLUSCHI PESCE ACQUA DOLCE ,03 3,09 MOLLUSCHI COZZE PASTO PASTO COMPLETO I funghi commestibili e le bacche sono contabilizzate tra i prodotti spontanei (vedi cap. "i boschi") Stronzio 90 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE Att. max. (> MAR) LATTE E DERIVATI LATTE ,020 0,055 MANGIME MANGIME ,164 ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO ,158 PASTO PASTO COMPLETO ,036 0,063 Attività α totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Att. max. (> MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,090 0,11 Attività β totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Att. max. (> MAR) ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,081 0,11 13

20 Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nella carne bovina Il valore di riferimento per tutti i campioni di alimenti, indicato nel Regolamento Europeo 733/2008 modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 600 per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1998 quasi tutte le misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 5 - Concentrazione di cesio 137 e stronzio 90 nel pasto medio nell anno 2014 Nei campioni di pasto medio la concentrazione di cesio 137 è risultata inferiore alla minima attività rivelabile in tutti i campioni (nel grafico sono rappresentati con barre tratteggiate i valori inferiori alla minima attività rilevabile). La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile, ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio. 0,100 0,090 0,080 0,070 0,060 0,050 0,040 0,030 0,020 0,010 0,000 Cs-137 Sr-90 14

21 Il latte vaccino Il latte vaccino Il latte vaccino è l alimento monitorato con la frequenza più elevata data la sua importanza nella dieta, in particolar modo quella infantile, e la sua caratteristica di marcatore ambientale. Il metabolismo dell animale infatti può concentrare nel latte in modo specifico alcuni radionuclidi. Per questo motivo viene analizzato, in un numero selezionato di campioni, anche lo stronzio 90, chimicamente analogo al calcio. Contrariamente a quanto avviene per gli alimenti, nel caso del latte fresco i campionamenti si svolgono alle centrali di produzione e, in alcuni casi, direttamente alle stalle. Il latte fresco infatti tende ad avere una catena di distribuzione prevalentemente locale. Il latte vaccino Tra gli alimenti un attenzione particolare è da sempre posta nel controllo del latte vaccino fresco perché è un componente importante nell alimentazione umana (e dei bambini in modo particolare) oltre a risentire immediatamente di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. I campionamenti di latte sono pertanto effettuati nelle principali centrali di produzione (10 in totale) che si trovano nel territorio lombardo (Figura 1). Il latte vaccino fresco è una delle poche matrici alimentari (insieme ai pesci di lago ed ai funghi spontanei vedi schede specifiche) legate al luogo di produzione, in quanto il latte fresco commercializzato in Lombardia è per lo più prodotto nelle immediate vicinanze della centrale di produzione. Sono sottoposte a controllo le concentrazioni di cesio 137 e di stronzio 90, entrambi radionuclidi artificiali immessi in ambiente sia dall incidente di Chernobyl che a seguito dei test nucleari in atmosfera degli anni sessanta (Figure 2 5). Viene inoltre effettuato il monitoraggio del latte prodotto in due aziende agricole, una a Senna Comasco (nella zona storicamente più colpita dalle ricadute di Chernobyl) ed una a Crotta d Adda (in prossimità della Centrale di Caorso). Le concentrazioni di cesio 137 nei latti di stalla risultano sempre inferiori alla minima attività rivelabile. Dai grafici riportati si evidenzia che, a quasi 30 anni dall incidente di Chernobyl, le concentrazioni di cesio 137 e stronzio 90 sono estremamente piccole e le differenze di contaminazione tra latti prodotti in diverse zone della Lombardia sono ormai quasi scomparse. CONCLUSIONI Il monitoraggio del latte vaccino fresco effettuato nel 2014 ha fornito risultati coerenti con l andamento storico della radiocontaminazione. La maggior parte delle analisi di cesio 137 ha dato esiti inferiori alla soglia di rilevazione, specialmente per i campioni di latte della zona meridionale pianeggiante della regione. I valori di stronzio 90 misurati sono simili a quelli del triennio precedente e più alti per i campioni provenienti dalla fascia prealpina e alpina. Queste tracce di radiocontaminazione sono ascrivibili alle ricadute del passato e inferiori per diversi ordini di grandezza ai valori fissati dalla Comunità Europea. Nessun danno alla salute è pertanto ipotizzabile. 15

22 Figura 1 - Punti di prelievo del latte vaccino in Lombardia (di stalla e di centrale) 16

23 Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate) Il valore di riferimento indicato nel Regolamento Europeo 733/2008, modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 370 per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1992 la maggior parte delle misure ha fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile (vedi anche i dati in Figura 3) Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 3 - Andamento della concentrazione di stronzio 90 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate) tra gli anni 1986 e 2014 La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile in tutti i campioni analizzati (vedi anche Figura 5 con il dettaglio delle misure effettuate nel 2014), ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio. 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 0,

24 Figura 4 - Concentrazione di stronzio 90 nel latte delle Centrali di Vernate (MI), Varese, Casalmaggiore (CR), Albano S. Alessandro (BG) e Chiuro (SO) per gli anni ,100 0,090 0,080 0,070 0,060 0,050 Vernate Varese Casalmaggiore Albano S.A. Chiuro 0,040 0,030 0,020 0,010 0,000 I trim 2013 II trim 2013 III trim 2013 IV trim 2013 I trim 2014 II trim 2014 III trim 2014 IV trim 2014 Figura 5 - Concentrazione di stronzio 90 nel latte della Centrale del Latte di Milano (stabilimento di Vernate) per l anno 2014 (tratteggiati i valori inferiori alla minima attività rivelabile) 0,040 0,030 0,020 0,010 0,000 gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic 18

25 Le acque potabili Le acque potabili L acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale e può contenere sostanze radioattive di origine artificiale. ARPA esegue da anni controlli sulle acque destinate al consumo umano al fine di escludere possibili rischi per la salute coerentemente alla normativa italiana ed europea vigente. I controlli sono effettuati in continuo sull acqua di rete di tre città (Milano, Bergamo e Sondrio), mentre campagne di misura più estese sono state condotte sull intero territorio regionale: nel 2014 in particolare l attenzione è stata focalizzata sull acquedotto del comune di Brescia, oggetto di una dettagliata indagine. L acqua potabile proveniente sia dalla falda che da acque di superficie contiene normalmente sostanze radioattive naturali. La presenza di radionuclidi di origine naturale nelle acque, infatti, è un fatto usuale dovuto a fenomeni di natura geologica e prescinde nella maggior parte dei casi da ipotesi di inquinamento antropico. Il contatto dell acqua con le rocce dell acquifero fa sì che vengano solubilizzati i composti che le costituiscono, compresi quelli radioattivi. Poiché anche le sostanze radioattive naturali possono costituire un rischio per la salute, il problema della loro presenza nelle acque potabili non può essere trascurato. La presenza di radioattività di origine artificiale è più probabile nelle acque superficiali che possono essere più facilmente contaminate da ricadute di materiale radioattivo di quanto accada per falde profonde. l controlli sulle acque sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia artificiali che naturali. Lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle acque utilizzate a scopo potabile e stimare la dose alla popolazione, anche alla luce del D.L.vo 31/01 Attuazione della Direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, che prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività quali la Dose Indicativa (DI) e la concentrazione di trizio. Il Consiglio dell Unione Europea ha recentemente emesso la Direttiva 2013/51/Euratom (22 ottobre 2013) che stabilisce requisiti per la tutela della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano e che indica i livelli di riferimento per una vasta serie di radionuclidi sia naturali che artificiali. La Direttiva inoltre individua come criterio di screening la misura dell attività alfa e beta totale, fissando rispettivamente in 0,1 Bq/L (alfa) e 1 Bq/L (beta) i valori al di sotto dei quali non sono necessari approfondimenti ulteriori e l acqua può essere considerata sicura dal punto di vista radiometrico. Per valori superiori devono essere effettuate indagini di approfondimento determinando le concentrazioni dei singoli radionuclidi presenti e calcolando la dose totale. Il valore di riferimento per quest ultima è fissato in 0,1 msv/anno. 19

26 I controlli in continuo ARPA Lombardia effettua da diversi decenni un monitoraggio in continuo in tre punti degli acquedotti di Milano, Bergamo e Sondrio, misurando l attività gamma su elevati volumi di acqua adeguatamente concentrati. Nel punto rete di Milano viene inoltre misurata mensilmente l attività alfa e beta totale (Tabella 1). In nessun caso è stata riscontrata l esistenza di situazioni di contaminazione da radionuclidi artificiali di qualche importanza. La nuova campagna regionale In attesa del recepimento della nuova Direttiva Europea (2013/51/Euratom), ARPA Lombardia ha coordinato un gruppo di lavoro istituito da ISPRA e dal Ministero dell Ambiente che ha portato alla produzione delle Linee guida per la pianificazione delle campagne di misura della radioattività nelle acque potabili 1 con lo scopo di fornire uno strumento utile per la realizzazione di campagne di monitoraggio aderenti alle indicazioni europee; parallelamente è stato aperto un tavolo di lavoro con la Direzione Salute di Regione Lombardia per programmare una nuova campagna regionale, soddisfacente tali requisiti e da condursi con il supporto delle AA.SS.LL. La programmazione di una campagna di monitoraggio delle acque potabili in Lombardia è complessa data l estensione del problema: in Lombardia esistono circa reti acquedottistiche ed un numero totale di prese d acqua pubbliche pari a 7.578, sia sotterranee che superficiali. La popolazione, quasi 10 milioni di persone, è distribuita in comuni. Nel 2014 è stata realizzata una campagna-pilota nella città di Brescia, la seconda città lombarda, che presenta una relativa complessità nella rete acquedottistica, rifornita da diversi tipi di fonti di approvvigionamento. Il piano di monitoraggio e i risultati sono riassunti nelle Figure da 1 a 3 e nella Tabella 1. Non sono emerse criticità, da un punto di vista regolamentare o sanitario, né a carico della radioattività naturale né relative a contaminazione da radionuclidi artificiali. Per conoscere in dettaglio i risultati delle campagna di indagine condotta sulle acque di rete di Brescia o su quelle precedenti svolte in Lombardia negli anni passati è possibile consultare il sito di ARPA Lombardia 1. CONCLUSIONI La radioattività presente nelle acque potabili lombarde è di origine naturale, ed è dovuta prevalentemente agli isotopi dell uranio. I livelli misurati sono tali che si ha sempre il rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, sia europea che nazionale. Una nuova Direttiva Europea (2013/51/Euratom), puntualizza i requisiti radiometrici richiesti alle acque potabili. In vista del suo prossimo recepimento, ARPA Lombardia sta avviando una nuova campagna regionale di monitoraggio che ne applica i criteri: nell ambito di questa attività è stata realizzata una campagna pilota nella città di Brescia che, tuttavia, non ha messo in luce particolari criticità

27 Figura 1 - Mappa dell acquedotto di Brescia con punti di approvvigionamento Nella cartina sono evidenziate le diverse sottoreti (in colore blu, verde e rosso), i pozzi e le sorgenti. Una di queste sorgenti (Cogozzo) è situata alcuni km a nord di Brescia, fuori dalla cartina. 21

28 Figura 2 - Mappa dell acquedotto di Brescia e punti di controllo selezionati Circolettati in verde i punti di controllo selezionati su cui sono stati misurati tutti i principali parametri radiometrici naturali (Attività alfa e beta totale, isotopi dell uranio, isotopi del radio, radon 222, piombo 210, polonio 210). Circolettato in blu il punto di controllo selezionato per la misura del cesio 137 (e degli altri gamma emettitori) ad altissima sensibilità su un campione da 100 litri. 22

29 Figura 3 - Risultati ottenuti per l attività alfa e beta totale, isotopi dell uranio e potassio 40 nei vari punti di prelievo. In ascissa le attività in Bq/l, tratteggiati i dati inferiori a LLD 0,180 0,160 0,140 0,120 0,100 0,080 0,060 Att. alfa Uranio Att. beta K-40 0,040 0,020 0,000 Tabella 1 - Dati analitici: confronto tra i valori massimi ottenuti con i parametri della Direttiva Euratom Parametro/radionuclide Direttiva UE 2013/51/Euratom Concentr. derivata (Bq/l) Valori massimi misurati Attività (Bq/l) Incertezza estesa (Bq/l) Attività α totale 0,1 0,089 ± 0,020 Attività β totale 1,0 0,076 ± 0,087 U ,0 0,0436 ± 0,0034 U-234 2,8 0,0430 ± 0,0034 Ra-226 0,5 0,0051 ± 0,0016 Ra-228 0,2 < 0,020 Rn ,6 ± 5,7 Pb-210 0,2 < 0,020 Po-210 0,2 < 0,010 Cs < 0,007 La concentrazione derivata è la concentrazione di radionuclide che corrisponde al valore di dose prefissato (DI = 0,1 msv/anno) 23

30 La radioattività nell ambiente L ambiente Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee, viene monitorata la radioattività presente in ambiente tramite misure di dose gamma e del particolato atmosferico, il controllo dei gas in atmosfera e delle deposizioni al suolo, delle acque superficiali (acque, vegetazione, pesci, sedimenti), dei reflui fognari e depuratori, dei prodotti dell ambiente boschivo e selvatico (funghi, bacche selvatiche, muschi ). I prelievi sono estesi alla Lombardia e comportano circa analisi all anno. Le matrici Le matrici ambientali analizzate nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono: Aria: sono analizzati sia la frazione gassosa dell aria che il particolato atmosferico totale sospeso (PTS), sono inoltre raccolte e analizzate le ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche. Si effettua in continuo la misura della dose gamma in aria, finalizzata alla pronta individuazione di eventi incidentali anche di origine transfrontaliera (vedi scheda Ambiente: l aria). Acque superficiali: il monitoraggio comprende non solo le acque di fiume e di lago ma anche la vegetazione acquatica, la fauna ittica, i sedimenti ed il detrito minerale organico (DMOS). Le misure hanno lo scopo di quantificare il contenuto di radioattività dei corpi idrici, che possono essere interessati da immissione locale di reflui contaminati, ed alla valutazione dell entità dell eventuale contaminazione trasferibile agli altri comparti ambientali. Vengono monitorate anche le acque reflue urbane, in ingresso agli impianti di depurazione, e le acque in uscita da questi ultimi, il cui controllo fornisce utili informazioni sull eventuale immissione locale di reflui contaminati in corpi idrici (vedi scheda: Ambiente le acque superficiali). Ambiente boschivo naturale: comprendente funghi, bacche selvatiche, muschi e selvaggina. In questi ambienti, tendenzialmente indisturbati, la contaminazione delle passate ricadute si è conservata in modo più marcato. CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio ambientale di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2014 sono stati analizzati 450 campioni ambientali per la misura di radioattività. Non sono stati considerati i dati di dose gamma giornaliera precedentemente compresi nel computo dei campioni. I risultati, riportati in dettaglio nelle schede specifiche, non mostrano rilevanti anomalie. 24

31 Tabella 1 - Matrici ambientali: punti di campionamento e numero di campioni analizzati 1 PARTICOLATO SOSPESO (PTS) 2 n. punti campionamento n. campioni ARIA ARIA FRAZ. GASSOSA 1 RICADUTE UMIDE E SECCHE ACQUE SUPERFICIALI ACQUA DI FIUME 1 DMO 7 83 ACQUA DI LAGO 2 PESCI D'ACQUA DOLCE 4 DEPURATORI BOSCHI FUNGHI 44 BACCHE 6 SELVAGGINA Non sono stati considerati i dati di dose gamma giornaliera precedentemente compresi nel computo dei campioni Figura 1 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del tipo di campioni analizzati (anno 2014) I campioni sono suddivisi per macrocategorie. FUNGHI 44 BACCHE 6 FIUMI E LAGHI 83 ARIA 203 DEPURATORI 76 SELVAGGINA 38 25

32 Figura 2 - Cesio 137 in ambiente: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2014) 140 ARIA SELVAGGINA DEPURATORI FIUMI E LAGHI FUNGHI E BACCHE BG BS CO CR LC LO MB MI MN PV SO VA Figura 3 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2014) MN 15 PV 15 SO 35 VA 21 BG 85 BS 26 CO 39 MI 134 MB 6 LO 10 LC 52 CR 10 26

33 Ambiente: l aria L aria Il monitoraggio della radioattività dell aria in Lombardia prevede misure di radionuclidi che si trovano sia nel particolato (es. cesio 137) che nella fase gassosa (es. iodio 131). Sono monitorati anche radionuclidi artificiali quali lo stronzio 90 e gli isotopi 238, 239 e 240 del plutonio nelle ricadute atmosferiche umide e secche. Viene inoltre misurata, in continuo e con sistemi semiautomatici, la dose gamma in aria. In virtù delle elevate prestazione dei sistemi adottati, questi punti di misura sono stati scelti come riferimento per il nord Italia nella rete diradata europea. La misura della radioattività in aria è il più precoce indicatore di incidenti nucleari, anche con origine esterna al territorio nazionale. I dati relativi a questo monitoraggio sono raccolti quotidianamente presso più punti di prelievo (Figura 1) e prontamente comunicati, in caso di anomalie, alla Sala Operativa del Centro Emergenza Nucleare di ISPRA a Roma. La misura della radioattività in aria viene effettuata da ARPA Lombardia con le diverse tecniche, complementari fra loro, qui descritte. Le elevate prestazioni del sistemi di misura utilizzati da ARPA Lombardia hanno fatto si che i punti di misura di Milano e Bergamo venissero identificati come rappresentativi della macroregione Nord Italia per la rete diradata (ad alta sensibilità) dell Unione Europea (vedi cap. Le reti di monitoraggio ). La dose gamma in aria La misura della dose gamma in aria è un rapido indicatore di incrementi di radioattività dovuti a rilasci di sostanze radioattive in aria, anche come conseguenza di eventi incidentali di origine transfrontaliera. Il principale limite della tecnica è la limitata sensibilità che consente di riconoscere solo anomalie di dimensioni rilevanti: l incidente di Fukushima, ad esempio, non ha prodotto alcuna variazione dei valori di intensità di dose in aria mentre è stato rilevato dalla rete per la misura del particolato atmosferico (vedi nel seguito). Sul territorio nazionale sono presenti più reti per il monitoraggio in continuo dell intensità di dose gamma in aria, come la Rete Gamma di ISPRA, costituita da 55 centraline di monitoraggio automatico che forniscono in tempo reale una misura del rateo di dose gamma assorbita in aria, e quella gestita dai Vigili del Fuoco. ARPA Lombardia effettua le misure di dose gamma in aria con sistemi semiautomatici presso le sedi di Milano e Bergamo. Il particolato sospeso (PTS) La misura del particolato totale sospeso (PTS) viene effettuata in continuo tramite il prelievo del particolato sospeso in aria, tra cui anche quello radioattivo immesso in atmosfera in seguito ad eventuali incidenti. Il filtro su cui viene raccolto 27

34 il particolato viene periodicamente sostituito e analizzato in laboratorio. In Lombardia sono attive, nel 2014, due stazioni di prelievo del particolato presso le sedi ARPA di Milano e Bergamo. A Milano è attiva, dal 1988, la prima stazione a livello nazionale per il controllo ad alta sensibilità della radiocontaminazione del particolato atmosferico. I prelievi sono condotti in continuo e le determinazioni analitiche effettuate giornalmente; ciò consente l individuazione precoce di eventi incidentali di qualsiasi origine anche di modestissima entità. L elevata sensibilità del sistema (tra le migliori in Europa) ha giustificato l inserimento della stazione di Milano nella rete di allarme di ISPRA per l individuazione di incidenti nucleari. In Figura 2 si riporta l andamento della concentrazione media mensile di cesio 137 nel particolato atmosferico (polveri totali sospese) prelevato nella città di Milano. Il cesio 137 visibile nell aria è ancora conseguenza principalmente dell incidente di Chernobyl. Le concentrazioni sono diminuite costantemente nel tempo con un andamento di tipo esponenziale ed attualmente si sono attestate su valori dell ordine del µbq/m 3. Aria frazione gassosa ARPA Lombardia ha aggiunto al sistema di captazione del particolato una trappola specifica, sviluppata all inizio degli anni 2000 presso il laboratorio di Milano, in grado di catturare lo iodio 131 presente come gas e non fissato sulle particelle sospese in aria. Questo ha permesso, ad esempio, una stima molto accurata della concentrazione di radioiodio in atmosfera nel corso dell incidente di Fukushima. Le ricadute atmosferiche La misura delle deposizioni al suolo o fallout - viene effettuata tramite la raccolta in vasche delle ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche (polvere risospesa). Tale monitoraggio, condotto in 2 stazioni, si aggiunge ai precedenti per garantire un sistema completo di controllo della radioattività in aria. In particolare per il fallout le misure sono dirette all individuazione, oltre che dei gamma emettitori come il cesio 137, anche di radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio 238, 239 e 240 (Figure 3, 4 e 5), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni 60. CONCLUSIONI In Lombardia viene costantemente monitorata la radioattività artificiale nell aria. Le misure effettuate nel 2014 hanno evidenziato valori di radioattività artificiale inferiori alla minima attività rilevabile o comunque in concentrazioni tali da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. 28

35 Figura 1 - Punti di controllo della dose gamma, del particolato e delle ricadute. 29

36 Tabella 1 - Sintesi dei risultati delle analisi di aria (particolato e frazione gassosa) e ricadute nel 2014 Matrice PARTICOLATO SOSPESO (PTS ) Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 3 Att. min. (> MAR) Bq/m 3 Att. media( > MAR) Bq/m 3 Att. max. (> MAR) Bq/m 3 Cs ,2E-05 6,6E-07 2,2E-06 6,7E-06 I ,4E ARIA (FRAZIONE GASSOSA) I ,0E Matrice RICADUTE UMIDE E SECCHE Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 2 Att. min. (> MAR) Bq/m 2 Att. media( > MAR) Bq/m 2 Att. max. (> MAR) Bq/m 2 Cs ,2E-02 7,0E-02 1,8E-01 Sr ,2E-02 1,3E-02 1,3E-02 Pu ,3E Pu ,6E-04 3,4E-04 4,2E-04 Nota: sono contabilizzati solo i campioni settimanali e mensili di particolato sospeso (PTS) e non i prelievi giornalieri (circa 400).Non sono inoltre contabilizzati i dati relativi alla dose gamma in aria. Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel particolato della stazione di Milano (aggiornata al 2014) La misura è estremamente sensibile e consente di rilevare quantità di radioattività molto piccole e irrilevanti dal punto di vista del rischio per la salute, come quelle immesse in atmosfera a seguito dell incidente di Algeciras del 1998 o di quello di Fukushima del ,2E-04 Bq/m 3 1,0E-04 Incidente di Algeciras Attività CS-137 Valori <MAR 8,0E-05 6,0E-05 4,0E-05 2,0E-05 Incidente di Fukushima 0,0E Il picco di concentrazione relativo al mese di giugno 1998 è stato causato dall incidente presso un acciaieria ad Algeciras, nel sud della Spagna, in cui è stata involontariamente fusa una sorgente di cesio 137 che ha prodotto una nube radioattiva che, anche se di modesta entità, ha investito buona parte dell Europa. In Europa il primo laboratorio ad avvistare la nube e a dare l allarme, prima ancora che fosse stato notificato l incidente, è stato quello del Dipartimento di Milano di questa Agenzia. E visibile anche il picco dovuto all incidente di Fukushima del

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