APPENDICI. Appendice 1: Il contesto... I. Territorio... I. Ambiente... VI. Popolazione... VII. Condizioni socio-economiche... XXVI

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1 APPENDICI INDICE Appendice 1: Il contesto... I Territorio... I Ambiente... VI Popolazione... VII Condizioni socio-economiche... XXVI Osservazioni epidemiologiche... XXXIII Stili di vita... XL Sicurezza... XLI Appendice 2: Mappe delle sedi erogative...xlvii Appendice 3: Qualità dell assistenza... LI Appendice 4: La carta di identità del personale... LV Appendice 5: Gestione del rischio e sicurezza... LXIII Valutazione dei rischi... LXIII Sorveglianza sanitaria...lxiv Gestione degli infortuni...lxvi Gestione delle emergenze...lxvii Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. 2

2 Appendice 1: Il contesto Territorio MILANO KM 7 PAVIA KM 5 CREMONA KM 3 PARMA KM 6 BOLOGNA KM 14 GENOVA KM 14 Figura 215: Distanze dai capoluoghi di Provincia limitrofi. Figura 216: Viabilità. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. I

3 La distribuzione della popolazione per zone altimetriche è sostanzialmente sovrapponibile a quella regionale (vedi Figura ). A Piacenza le percentuali sono rispettivamente: pianura 65,8%, collina 29,2%, montagna 5,%, in Regione pianura 68,1%, collina 27,4%, montagna 4,5%. 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % Montagna Collina Pianura PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 217: Distribuzione della popolazione per zone altimetriche. A livello provinciale (vedi Figura 218), il Distretto Città di Piacenza ha evidentemente il 1% della popolazione residente in pianura, mentre nei due Distretti laterali si distribuisce la quota di popolazione residente in montagna (che ammonta al 9,4% nel Distretto di Ponente e al 6,7% in quello di Levante). 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% Montagna Collina Pianura 3% 2% 1% % Piacenza Ponente Levante ASL Figura 218: Distribuzione della popolazione dei Distretti per zone altimetriche. 4 Tutti i grafici, dove non altrimenti specificato, sono riferiti all anno 21. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. II

4 Negli anni la montagna tende a pesare sempre meno in termini di quota di popolazione residente, perdendo in termini relativi mediamente quasi l 1,5% all anno, a fronte di un aumento della popolazione complessiva della Provincia (vedi Figura 219). 1% 8% Pianura Collina Montagna 6,6% 7,5% 6% 4% 2% % 1,3% 1,1% -1,% 2,2% 2,% 3,3% 2,9% 4,6% 4,3% 5,7% 6,4% -2% -2,8% -4% -4,6% -5,7% -6% -7,1% -7,8% -8% -1% Figura 219: Trend popolazione per zone altimetriche. La densità della popolazione in Provincia di Piacenza è pari a 111,2 abitanti per Kmq e risulta essere la più bassa della Regione Emilia Romagna (media regionale: 197,9 abitanti per Kmq). La dinamica della densità della popolazione in Provincia di Piacenza è tra le più lente in Regione: rispetto al 1999 solo le Province di Ferrara e in misura minore Bologna hanno visto aumentare meno la propria densità. 18% Reggio E. 15% Variazione densità '99/21 _ 12% 9% Cesena Parma Imola Forlì Piacenza Ravenna Modena Bologna Rimini 6% Ferrara 3% densità per kmq 21 Figura 22: Densità della popolazione e variazione. La distribuzione della popolazione nei Distretti dell AUSL di Piacenza risulta molto disomogenea (vedi Figura 221): la densità abitativa del Distretto di Levante (77,5) e Ponente (71,7) sono Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. III

5 abbastanza simili, ma il Ponente (+15,6% dal 1999) cresce a ritmi molto superiori al Levante (+7,7%). Caso a sé ovviamente la città con una densità di 867 abitanti per Kmq, che però dal 1999 è cresciuta solo del 4%. 18% Ponente 15% variazione 1999 /21 _ 12% 9% 6% ASL Levante Città 3% % Densità per kmq 21 Figura 221: Densità e variazione Distretti. All interno dei Distretti di Levante e Ponente la densità oscilla rispettivamente: fra gli 8,9 abitanti per Kmq del Comune di Ferriere ed i 25,6 del Comune di Fiorenzuola e fra i 3,9 abitanti per Kmq del Comune di Zerba ed i 328,7 del Comune di Rottofreno, che ha stabilmente superato per densità il Comune Capo Distretto (Castel San Giovanni: 39,5 ab/kmq). 1% RE FE BO Im RA concentrazione in centri >3 abitanti 95% 9% PR Cesena R MO FO Piacenza 85% 45% 5% 55% 6% 65% 7% 75% 8% 85% Concentrazione in centri >1. abitanti Figura 222: Concentrazione della popolazione in centri con più di 1. e di 3. abitanti. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. IV

6 Se si analizza, in ambito regionale, la percentuale di popolazione residente in centri con più di 1. abitanti, si può notare che solo poco più del 49% degli abitanti della Provincia di Piacenza risiede negli unici quattro centri (Piacenza, Fiorenzuola, Castel San Giovanni e dal 26 Rottofreno) con queste caratteristiche, contro il quasi 75% medio regionale, mentre in centri con più di 3. abitanti vive l 87% della popolazione piacentina contro un 96% medio regionale (vedi Figura 222). Nella successiva Figura 223 sono riportati i comuni per fasce di popolazione: la Provincia di Piacenza presenta il maggior numero di comuni sotto i 1. abitanti (1 sui 2 totali della regione). 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% % 2 2% 1% % < >1. PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 223: Numero di comuni per fasce di popolazione. 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % > < PC PR RE MO BO IM FE RA FO CS RN Figura 224: Variazione numero di comuni per fasce di popolazione. Nella Figura 224 sono riportate le variazioni tra il 2 e il 21 nelle diverse Province della Regione: in quasi tutti i territori aumenta il numero dei Comuni nelle fasce più alte di popolazione (complessivamente i comuni in regione con più di 1. abitanti sono passati da 77 a 95). Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. V

7 Ambiente L inquinamento atmosferico è un riconosciuto rischio per la salute. Molti studi epidemiologici hanno evidenziato che, a fronte di un aumento anche modesto delle concentrazioni di inquinanti nell aria, si registra un aumento sia della morbosità che della mortalità. In particolare risultano più esposte le fasce più deboli della popolazione: bambini, anziani, portatori di patologie cardiache e broncopolmonari. Attualmente, come indicatore della qualità dell aria urbana, vengono utilizzate le concentrazioni di PM1, uno dei sette inquinanti dell'aria più importanti (gli altri sono: biossido di zolfo, monossido di carbonio, ossidi di azoto, idrocarburi, ozono e piombo). Il PM1 è definito come il materiale particolato (particelle solide o liquide sospese nell'aria, esclusa l'acqua pura, con dimensioni microscopiche) con un diametro aerodinamico medio inferiore a 1 micron (1 µm = 1 millesimo di millimetro). Fino al 24 erano utilizzati come valori di riferimento i valori medi registrati nelle stazioni presenti nelle città capoluogo. Dal 25 è cambiato il sistema di rilevazione: il conteggio viene effettuato separatamente per ogni stazione e il valore massimo è stato scelto come indicatore per tutto l'agglomerato del capoluogo di Provincia. Piacenza risulta superiore al dato regionale sia in riferimento al valore di 4 µg/m3 sia per le giornate in cui il PM1 ha superato il valore di 5 µg/m3. Entrambe le percentuale di giornate oltre soglia sono in calo consistente negli ultimi anni. 4% 3% RE PC BO PC RE PC RE PC MO MO PC PC MO 2% RN RA RA FO 1% RA RA % Figura 225: % di giornate anno fuori norma per PM 1 >5 µg/m3. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. VI

8 6% RE MO 5% PC MO PC PC MO MO 4% 3% RN RA PC PC MO PC RA FO 2% RA RA 1% % Figura 226: % di giornate anno fuori norma per PM 1 >4 µg/m3. Popolazione Tra il 2 e il 21 la popolazione della provincia è aumentata di 22. residenti ( a ). In particolare il tasso di crescita ha visto un deciso incremento dal 24, come si vedrà in seguito principalmente per l aumento della popolazione immigrata (vedi oltre Figura 245). Il tasso di incremento complessivo decennale (+8,2%) resta comunque tra i più bassi della Regione, la cui popolazione è cresciuta mediamente del 1,4% (vedi Figura 227). 19% 17% 15% PARMA REGGIO E. MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI 13% 11% 9% 7% (+1,4%) Piacenza (+8,2%) 5% 3% 1% -1% 21/ 22/ 23/ 24/ 25/ 26/ 27/ 28/ 29/ 21/ Figura 227: Trend popolazione residente dal 2. Disaggregando per Distretto (vedi Figura 228), il dato più simile alla media provinciale è quello del Distretto di Levante, il Distretto Città di Piacenza è quello che ha visto l incremento minore, mentre Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. VII

9 la crescita negli altri due Distretti (soprattutto in quello di Ponente) ha abbondantemente riassorbito il calo della popolazione dell area montana. PONENTE LEVANTE CITTA' ASL 14,6% 1,4% 8,2% 7,6% 4,4% Figura 228: Trend popolazione residente Distretti La componente ultrasessantacinquenne della popolazione si conferma tra le più alte della Regione (pari al 24%, inferiore solo alla Provincia di Ferrara), che però cresce a ritmi decisamente inferiori rispetto alla media regionale (+8,1% contro una media del 12,6% negli ultimi 1 anni), e presenta il trend di incremento più basso tra tutte le Province (vedi Figura 23), simile solo a Bologna e Parma. L incremento nel 21 relativo alla provincia di Rimini deriva dall accorpamento dei comuni della Val Marecchia, che hanno una popolazione decisamente più anziana del resto della provincia. 32% variazione ultrasessantacinquenni 21/2 29% Rimini Imola 26% 23% Cesena 2% 17% Modena 14% Ravenna Forlì 11% Reggio E. Ferrara Parma Bologna Piacenza 8% 19,% 2,% 21,% 22,% 23,% 24,% 25,% 26,% Percentuale ultrasessantacinquenni 21 Figura 229: % ultrasessantacinquenni e variazione. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. VIII

10 Rimini (3,2%) Cesena (21,7%) Modena (14,4%) Imola (12,6%) Ravenna (12,2%) (12,6%) RE (11,7%), FO (11,3%) BO (1,4%) FE (9,6%) PR (8,3%) Piacenza (8,1%) % Figura 23: Trend ultrasessantacinquenni. Tuttavia, pur continuando a crescere in termini assoluti, la popolazione ultrasessantacinquenne negli ultimi anni è calata in termini relativi, ritornando ad esempio a Piacenza ai valori del 2 (vedi Figura 231), con andamenti differenziati sul territorio regionale. 26% PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA FORLÌ IMOLA CESENA FERRARA RIMINI RAVENNA MEDIA 25% 24% 23% 22% 21% 2% 19% 18% Figura 231: Trend percentuale ultrasessantacinquenni. Piacenza è la seconda Provincia con la più alta percentuale di ultrasettantacinquenni (12,4% nel 28 contro un 11,5% medio regionale), al pari di Ravenna e dopo Ferrara (13,%). La successiva Figura 232 evidenzia un gruppo di Province, tra cui Piacenza, con una percentuale di ultrasettantacinquenni compresa tra il 12% e il 13% molto superiore alla media regionale, e alcune Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. IX

11 altre più differenziate ma con valori decisamente inferiori che contribuiscono ad abbassare la media regionale; il dato di sintesi non risulta quindi simile a nessuna delle realtà locali. 5% Rimini variazione ultrasettantacinquenni 21/2 45% 4% 35% 3% 25% 2% Cesena Reggio E. Modena Imola Forlì Ravenna Piacenza Ferrara Parma Bologna 15% 1,% 1,5% 11,% 11,5% 12,% 12,5% 13,% 13,5% percentuale ultrasettantacinquenni 21 Figura 232: % ultrasettantacinquenni e variazione. Anche per quanto riguarda il trend, Piacenza presenta una percentuale di incremento inferiore alla media regionale, superiore solo a quella di Parma (vedi Figura 233). Rimini (45,4%) Cesena (33,5%) Modena (26,9%) Imola (25,2%) Ravenna (25,5%) Ferrara (24,1%) (23,9%) BO (21,5%), RE (21,%) FO (2,3%) Piacenza (19,3%) Parma (15,3%) % Figura 233: Trend ultrasettantacinquenni. Nel 28 la percentuale di ultraottantacinquenni a Piacenza è del 3,56%, superata negli ultimi tre anni da Forlì, Ravenna, e Bologna (superiori al 3,6%) e al pari di Ferrara e Parma, contro un 3,35% medio e il 2,83 minimo di Cesena. Anche in questo caso un gruppo di Province, tra cui Piacenza, presenta una percentuale compresa tra il 3,5% e il 3,8% molto superiore alla media regionale, e Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. X

12 alcune altre più differenziate presentano valori decisamente inferiori che contribuiscono ad abbassare la media regionale. Anche in questo caso il dato di sintesi non risulta simile a nessuna delle realtà locali. 55% variazione ultraottantacinquenni 21/2 5% 45% 4% 35% 3% 25% 2% Rimini Cesena Reggio E. Modena Imola Parma Ferrara Ravenna Bologna Forlì Piacenza 15% 2,8% 2,9% 3,% 3,1% 3,2% 3,3% 3,4% 3,5% 3,6% 3,7% 3,8% percentuale ultraottantacinquenni 21 Figura 234: % ultraottantacinquenni e variazione. La popolazione ultraottantacinquenne è stata in calo tra il 22 e il 24 in quasi tutta la Regione, per l ingresso in questa fascia di età delle generazioni nate durante la prima guerra mondiale. Il trend discendente si attenua in qualche caso già dal 23, in generale dal 24 e ha ripreso a salire dal 25 in tutta la Regione (vedi Figura 235). Anche in questo caso Piacenza presenta il trend di incremento minore a livello regionale. Rimini (51,8%) Cesena (36,9%) MO (34,2%) FE (29,6%) BO (28,4%) (27,2%) RE (24,2%) Imola (22,1%) FO (23,2%) RA (2,8) PR (18,8%) Piacenza (16,4%), % Figura 235: Trend ultraottantacinquenni. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XI

13 Disaggregando per Distretto, la nuova distrettualizzazione ha portato a situazioni molto più omogenee dal punto di vista delle percentuali di popolazione, anche se con diversi trend di variazione (vedi da Figura 236 a Figura 24). Infatti per tutte le classi di età il Distretto Città di Piacenza presenta percentuali di incremento più alte rispetto agli altri due Distretti, e vicine alla media regionale. 25% 24% 23% Città di Pc popolazione >75 21/2 22% 21% 2% 19% 18% Ponente ASL 17% Levante 16% 15% 22,% 22,5% 23,% 23,5% 24,% 24,5% 25,% percentuale ultrasettantacinquenni Figura 236: % ultrasessantacinquenni e variazione per Distretto. +12,6% CITTA' DI PC +12,4% ASL +8,1% LEVANTE +6,1% PONENTE +5,5% Figura 237: Trend ultrasessantacinquenni per Distretto. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XII

14 22% 21% popolazione >75 21/2 2% 19% 18% 17% Città di Pc ASL Ponente 16% Levante 15% 11,5% 12,% 12,5% 13,% percentuale ultrasettantacinquenni Figura 238: % ultrasettantacinquenni e variazione per Distretto. +23,9% CITTA' DI PC +22,7% ASL +19,3% PONENTE +18,7% LEVANTE +17,3% Figura 239: Trend ultrasettantacinquenni per Distretto. 3% 28% 26% Città di Pc popolazione >75 21/2 24% 22% 2% 18% 16% ASL 14% 12% Ponente Levante 1% 3,3% 3,4% 3,5% 3,6% 3,7% percentuale ultraottantacinquenni Figura 24: % ultraottantacinquenni e variazione per Distretto. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XIII

15 +27,2% CITTA' DI PC +25,8% ASL +16,4% LEVANTE +12,4% PONENTE +11,2% Figura 241: Trend ultraottantacinquenni per Distretto. La successiva Figura 242 rappresenta la disaggregazione per Distretto dell andamento della popolazione ultrasessantacinquenne in termini relativi. Nel Distretto di Ponente il calo è iniziato addirittura fin dall inizio degli anni 2, a Levante dal 27 e in città dal 28. CITTA' DI PC LEVANTE PONENTE AUSL 26,5% 25,5% 25,7% 24,5% 23,5% 24,3% 24,% 24,1% 24,% 23,9% 23,6% 22,5% 22,4% 22,4% 21,5% 22,% Figura 242: Trend percentuale ultrasessantacinquenni per distretto. La percentuale di stranieri residenti ha rallentato negli ultimi anni il trend di crescita, dopo un periodo in cui è incrementata a ritmi molto superiori a quelli regionali fino a superarne il dato medio ed essere dal 29 la provincia con la percentuale di stranieri più alta a livello regionale. Nel 21, infatti, gli stranieri erano il 2,6% della popolazione, dato superiore solo a quello di Ferrara, nel 26 Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XIV

16 il 7,5% esattamente sovrapponibile al 7,45% regionale, e nel 29 l 11,6% contro un 9% medio regionale (vedi Figura 243). Nel 21 la percentuale si è assestata sul 12,55%. 19% Ferrara 17% variazione 21/24 15% 13% Imola Cesena Rimini Ravenna Forlì Parma Piacenza 11% Reggio E. Bologna Modena 9% 6,% 7,% 8,% 9,% 1,% 11,% 12,% 13,% Percentuale di stranieri residenti 29 Figura 243: % stranieri e variazione. Ferrara (+19%) Piacenza (+135%) (+12%) Bologna (+96%) Figura 244: Trend stranieri. Tra il 24 e il 21 la popolazione regionale, senza l apporto della componente immigrata, avrebbe visto il suo incremento ridotto dal 7,2% a poco più dell 1% (vedi Figura 245). Alcune province senza la componente immigrata avrebbero addirittura visto ridursi la popolazione residente (Bologna, Forlì, Ferrara e Piacenza), mentre le altre sarebbero rimaste sostanzialmente stabili o con un leggero incremento 5. Solo in provincia di Reggio Emilia si sarebbe assistito comunque a un incremento consistente della popolazione residente. Piacenza in particolare avrebbe visto un calo dei residenti dell 1,1%, il più consistente a livello regionale, insieme a Ferrara. 5 Dalla rappresentazione è stata esclusa la provincia di Rimini, perché non sono disponibili i dati di confronto senza la Val Marecchia. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XV

17 3,5% Reggio E. Variazione senza stranieri 21/24 2,5% 1,5%,5% -,5% Bologna Modena Imola Forlì Ravenna Parma Cesena Ferrara Piacenza -1,5% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 1% 11% Variazione popolazione 21/24 Figura 245: Variazione popolazione e variazione stranieri. Naturalmente la composizione per età della popolazione straniera è fortemente sbilanciata verso le età lavorative. Il confronto tra la popolazione straniera residente e quella complessiva della Provincia è ben evidente nelle successive Figura 247 e Figura ,7% 36,6% 3,1% 12,6% >=6 Figura 246: Composizione per classi di età della popolazione residente in Provincia. 21,5% 59,6% 33,3% 11,3% 33,9% 21,3% 4,% 15,1% >=6 Figura 247: Composizione per età della popolazione residente italiana >=6 Figura 248: Composizione per età della popolazione residente straniera. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XVI

18 Le figure seguenti mostrano la distribuzione per Distretto degli stranieri residenti: il 43% risiede in città, il 31% a Levante, il 26% a Ponente. La composizione per età è sovrapponibile tra i Distretti nelle fasce di età più alte, la fascia infantile è percentualmente più presente nei Distretti laterali, la fascia in città. La provenienza degli stranieri residenti in Provincia di Piacenza e nel complesso della Regione sono illustrati nelle successive Figura 251 e Figura 252, il confronto con tutte le province nella successiva Figura 253. Ponente 25% 1% 9% 4,7% 4,2% 3,5% 4,% 3,7% 15,4% 14,% 15,6% 15,1% 15,9% >=6 8% 7% 6% % 57,9% 58,1% 61,7% 59,6% 6,2% Città 44% 4% 3% 2% Levante 31% 1% % 22,1% 23,7% 19,2% 21,3% 2,2% -14 Ponente Levante Città AUSL Figura 249: Distribuzione degli stranieri per Distretto. Figura 25: Composizione per età della popolazione residente straniera per Distretto. 9,8% 8,9% 1,7% 4,3% 17,2% 2,4% 25,9% 53,8% 3,% 46,1% UE a 15 Resto Europa Africa America Asia Figura 251: Provenienza della popolazione straniera, PC. UE a 15 Resto Europa Africa America Asia Figura 252: Provenienza della popolazione straniera,. 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% Asia America Africa Resto Europa UE a 15 2% 1% % Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Cesena Forli' Rimini TOTALE Figura 253: Provenienza della popolazione straniera per Provincia. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XVII

19 Va specificato che il dato relativo all Unione europea è ancora relativo a 15 Paesi; si spiega così anche l innalzamento del tasso di crescita delle provenienze dal resto d Europa, in particolare dal 27 in poi (vedi Figura 254). UE a 15 Africa Asia Resto Europa America Totale 113% 98% 93% 75% 69% 39% Figura 254: Trend stranieri per provenienza, Provincia di Piacenza La presenza di stranieri residenti per sesso ha visto negli anni Provincia di Piacenza in linea con la media regionale in relazione alla proporzione tra uomini e donne (vedi Figura 255). 14% M F TOT 12% 1% 8% 6% 4% 2% % PC PC PC PC PC PC Figura 255: % stranieri residenti per sesso. La composizione della popolazione delle Province della Regione per sesso e nazionalità è illustrata nella successiva Figura 256. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XVIII

20 1% italiani stranieri italiane straniere 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % Piacenza Parma Reggio Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Cesena Forli' Rimini Figura 256: Composizione della popolazione per sesso e nazionalità. La popolazione straniera sta contribuendo in maniera sempre più importante non solo alla crescita complessiva della popolazione, ma anche all incremento del tasso di natalità e quindi in prospettiva ad un ringiovanimento della popolazione. Dal 22 i nati da madri straniere sono più che raddoppiati e la percentuale sul totale dei nati in azienda ha superato negli ultimi anni il 3% del totale (vedi Figura 257), fino a raggiungere il 38% nel 29, che si è confermato nel nati % nati da madre straniera ,9% 31,7% 34,3% 38,1% 37,9% 1. 26,5% 26,3% 2,6% 22,9% Figura 257: Parti e % da madre straniera AUSL Piacenza. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XIX

21 La Provincia di Piacenza presenta il valore più alto a livello regionale di parti da madre straniera sul totale (vedi Figura 258). Il dato medio regionale è pari comunque a oltre il 27% (il confronto si ferma al 29). 4% 35% 3% 25% 2% 15% 1% 5% % Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Forlì Cesena Rimini Figura 258: % parti da madre straniera. In relazione alla popolazione in condizioni di marginalità potenzialmente portatori di bisogni, inserita dallo scorso anno nelle rilevazioni del Bilancio di missione, sono state considerate tre tipologie: i detenuti, i nomadi e i senza fissa dimora. Per le prime due sono disponibili alcuni dati e indicatori, mentre i senza fissa dimora sono ovviamente molto più difficilmente censibili. Oltre alla ventina di senza dimora storici della città di Piacenza e al centinaio che di anno in anno transitano, l unica fonte possibile per reperire il dato è la Caritas, che negli anni precedenti riferiva di assistere mediamente tra le 25 e le 3 persone all anno a livello provinciale. Il dato è incrementato nel 21: sono stati infatti assistite 324 persone, con un dato sostanzialmente stabile rispetto alle persone di nazionalità italiana (154 contro i 151 del 29), e l incremento delle persone straniere (17 contro le 138 del 29). I detenuti nel carcere di Piacenza a fine 21 erano 424 (in incremento rispetto ai 44 di fine 29 e ai 393 di fine 28), di cui 22 donne. Di questi il 5% sono stranieri. L unico campo nomadi della Provincia si trova nel territorio del Comune di Piacenza. In città vivono circa 14 nomadi, stabili rispetto al 28. La distribuzione per età e residenza è illustrata nelle successive figure, distintamente per adulti e minori. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XX

22 F M >65 Campo Itineranti Temporanei Figura 259: Nomadi adulti per residenza, Comune di Piacenza. Figura 26: Nomadi adulti per età, Comune di Piacenza Campo Itineranti Temporanei Figura 261: Nomadi minori per residenza, Comune di PC. Figura 262: Nomadi minori per età, Comune di Piacenza. In regione il tasso grezzo di natalità (vedi Figura 263) è in costante aumento dall anno 1999 (8,2 /1. ab.) all anno 28 (9,73/1. ab.), e seppure con valori disomogenei, in tutte le province. Nel 29 il tasso medio regionale è in leggero calo. Anche nella realtà della Provincia di Piacenza, che pure mostra dei valori inferiori alla media regionale, si è passati dal tasso del 7,22/1. abitanti del 1999 all 8,74 /1. abitanti del 28. Nel 29, in controtendenza rispetto al resto della regione, si è assistito ad un ulteriore incremento (9,15/1. abitanti) Reggio (11,11) 1 9 (9,66) Piacenza (9,15) 8 Ferrara (7,85) Figura 263: Trend tasso di natalità. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXI

23 Dai dati del censimento 21, emergeva che a fronte di un numero medio di componenti per famiglia a livello regionale di 2,39, la Provincia di Piacenza risultava avere un numero medio di componenti pari a 2,31, superiore solo alla Provincia di Bologna. Ancora, per quanto concerne le famiglie unipersonali che rappresentavano il 27,68% delle famiglie a livello regionale, il dato provinciale era pari a 3,58% inferiore anche in questo caso solo alla realtà di Bologna. In particolare, per quanto riguarda le zone altimetriche della nostra Provincia, in montagna il numero medio di componenti per famiglia era pari a 1,97, in collina a 2,32, in pianura a 2,36. La percentuale di famiglie unipersonali risiedeva per il 7% in montagna, per il 29% in collina e per il 64% in pianura. 32% 31% Bologna Piacenza 3% Parma % famiglie unipersonali 29% 28% 27% 26% 25% 24% Ravenna Ferrara Imola Forlì Modena Rimini Reggio E. ITALIA 23% Cesena 22% 2,2 2,3 2,4 2,5 2,6 2,7 Numero medio di componenti Figura 264: Famiglie unipersonali e numero medio componenti 21. Gli stessi dati dati aggiornati al 29 sono illustrati nella successiva Figura % Bologna 38% Parma Famiglie unipersonali 29 36% 34% 32% Piacenza Ferrara Ravenna Forlì Reggio E. Rimini 3% Imola Modena Cesena 28% 2, 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 Numero medio di componenti 29 Figura 265: Famiglie unipersonali e numero medio componenti 29. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXII

24 Il confronto con i dati di censimento sono illustrati nelle successive Figura 266 e Figura 267. Tra il 21 e il 21 il numero medio di componenti per famiglia a Piacenza è passato da 2,31 a 2,25, contro una media regionale rispettivamente di 2,39 e 2,27. 2,6 Cesena Numero medio di componenti 21 2,5 2,4 2,3 Parma Ferrara Ravenna Reggio E. Imola Forlì Rimini Modena Piacenza Bologna 2,2 2, 2,1 2,2 2,3 2,4 2,5 Numero medio di componenti 29 Figura 266: Numero medio di componenti per famiglia 29 e 21. Le famiglie uni personali sono passate dal 31 al 35%, contro valori regionali rispettivamente di 28 e 24%. 32% Piacenza Bologna 3% Parma Famiglie unipersonali 21 28% 26% 24% Imola Forlì Rimini Ferrara Modena Reggio E. Ravenna Cesena 22% 28% 3% 32% 34% 36% 38% 4% 42% Famiglie unipersonali 29 Figura 267: % famiglie unipersonali 29 e 21. In Regione Emilia Romagna, la speranza di vita alla nascita, calcolata su base triennale per disporre così di indicatori più affidabili, è maggiore per le femmine (circa 84,3 anni) rispetto ai Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXIII

25 maschi (79,6) e risulta in aumento in tutte le Province della Regione di circa un anno per triennio per i maschi e mezzo anno per triennio per le femmine Piacenza M Piacenza F M F Figura 268: Speranza di vita alla nascita. In Provincia di Piacenza, la speranza di vita alla nascita per le femmine è inferiore di circa 7 mesi alla media regionale (83,7 anni), per i maschi, invece, di circa 11 mesi (78,6 anni) Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Figura 269: Speranza di vita alla nascita, triennio Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXIV

26 Come la speranza di vita alla nascita, anche la speranza di vita a 65 anni (per i maschi 18,3 anni, per le femmine 21,6 anni) è, in Regione Emilia Romagna, in aumento di circa 7 mesi ogni triennio per i maschi e 4 per le femmine. 28 Piacenza M M Piacenza F F Figura 27: Speranza di vita a 65 anni. Nella Provincia di Piacenza, la speranza di vita a 65 anni è di poco inferiore alla media regionale, di circa 8 mesi per i maschi (17,6 anni) e di 5 per le femmine (21,2 anni) Piacenza Parma Reggio E Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Figura 271: Speranza di vita a 65 anni, triennio Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXV

27 Condizioni socio-economiche E noto che complessivamente le condizioni economiche della Regione Emilia Romagna sono mediamente più elevate rispetto a quelle medie nazionali. E presente, comunque, nell ambito regionale una certa disomogeneità fra le diverse Province. L ISTAT ha cambiato dal 24 le modalità di rilevazione degli indici, avviando una nuova analisi del trend con i nuovi dati. L ultimo anno disponibile è il 29. Per quanto concerne la Provincia di Piacenza, i dati evidenziano che tutti i tassi (attività: forza lavoro/popolazione, occupazione: occupati/popolazione e disoccupazione: in cerca di prima occupazione/popolazione) risultano inferiori al dato regionale. 75% % 65% 6% 55% 5% PC PR RE MO BO FE RA FC RN Figura 272: Tasso di attività. L avvento della crisi economica ha in qualche provincia invertito la precedente generale tendenza all incremento dei tassi di occupazione fin dal 28 (vedi la successiva Figura 273) % 7% 65% 6% 55% 5% PC PR RE MO BO FE RA FC RN Figura 273: Tasso di occupazione. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXVI

28 Il dato medio regionale 29 è in ulteriore e più decisa flessione rispetto al leggero calo registrato nel 28, mentre a Piacenza si mantiene stabile nell ultimo triennio, e si avvicina così alla media regionale, restandone al di sotto solo di uno,5%, contro valori intorno al 2/3% di differenza negli anni precedenti. Il tasso di disoccupazione è stato nel 29 in crescita più o meno consistente in tutte le provincie. A Piacenza la crescita è stata molto inferiore alla media regionale, dopo che nel 28 era stato ancora in lieve calo, in controtendenza sia al dato medio regionale che a molte altre realtà territoriali (vedi Figura 274). Nel 29 è il dato in assoluto più basso a livello regionale. 8% % 6% 5% 4% 3% 2% 1% % PC PR RE MO BO FE RA FC RN Figura 274: Tasso di disoccupazione. In genere i dati relativi all occupazione e alla disoccupazione sono inversamente proporzionali (al crescere del tasso di occupazione diminuisce quello di disoccupazione e viceversa), e si collocano quindi lungo la diagonale secondaria del grafico (vedi Figura 275). 8,% 7,5% Rimini 7,% Ferrara Tasso di disoccupazione 29 6,5% 6,% 5,5% 5,% 4,5% 4,% 3,5% Forlì-Cesena Ravenna Modena Parma Reggio E. Bologna 3,% 2,5% Piacenza 2,% 66% 67% 68% 69% 7% 71% Tasso di occupazione 29 Figura 275: Tasso di occupazione e disoccupazione. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXVII

29 Solo nella nostra Provincia ad un tasso di occupazione che ha raggiunto nel 29 valori di poco inferiori alla media regionale (anche se, come detto, perché calato altrove e non perché cresciuto a Piacenza) si accompagna ancora un tasso di disoccupazione anch esso inferiore alla media regionale (2,1% contro un 4,8% medio ). La percentuale di lavoratori interinali rispetto alla popolazione attiva è in calo negli ultimi anni in tutta la regione, e soprattutto a Piacenza, che pure continua a evidenziarne una percentuale superiore alla media regionale. In tutte le province l andamento ha evidenziato una crescita di queta categoria di lavoratori fino al 27, per poi tornare negli anni successivi a valori inferiori al % Ravenna -6% variazione interinali 29/25-8% -1% -12% -14% -16% Rimini Forlì-Cesena Reggio E. Parma Bologna -18% Ferrara -2% Modena Piacenza -22% 1,% 1,5% 2,% 2,5% 3,% 3,5% 4,% lavoratori interinali / popolazione attiva 29 Figura 276: Lavoratori interinali e variazione. La composizione per genere dei lavoratori interinali è sovrapponibile alla media regionale: 59% maschi e 41% femmine, contro un 57% e 43% medio regionale. Le Provincie di Modena, Bologna e Ferrara presentano in termini relativi il maggior numero di donne (oltre il 62%), la Provincia di Ravenna la percentuale più alta di uomini (oltre il 6%). M% F% 1% 75% 5% 25% % Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forli-Cesena Rimini Figura 277: Composizione lavoratori interinali per genere. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXVIII

30 I lavoratori extracomunitari (l ultimo dato disponibile è relativo al 29) rappresentano in regione quasi il 6% della popolazione in età lavorativa, e sono quasi triplicati in valore assoluto rispetto al 21. A Piacenza, seconda solo a Reggio Emilia, rappresentano invece oltre l 8% della popolazione attiva, con una crescita del 25%, simile a quella di Bologna e Ferrara. 35% Reggio E. incremento % lav extracomunitari 29/21 3% 25% 2% 15% 1% 5% Ravenna Ferrara Rimini Forlì-Cesena Bologna Modena Parma Piacenza % 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% lavoratori extracomunitari 29 / popolazione Figura 278: Lavoratori extracomunitari su popolazione attiva. La successiva Figura 279 rappresenta l andamento in valori assoluti della presenza di lavoratori extracomunitari nelle diverse province della regione Bologna Modena Parma Reggio Emilia Piacenza Forlì-Cesena Rimini Ferrara Ravenna Figura 279: Trend lavoratori extracomunitari. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXIX

31 Disaggregando l incremento dei lavoratori extracomunitari per genere, a livello regionale l aumento delle lavoratrici è stato il doppio di quello relativo ai lavoratori. In Provincia di Piacenza l incremento è superiore alla media regionale per entrambi i generi (vedi Figura 28). 3% Parma lavoratori extracomunitari 29 / 21 24% 18% 12% 6% Forlì-Cesena Reggio E. Rimini Modena Bologna Piacenza Ferrara Ravenna % -1% 4% 9% 14% 19% 24% 29% 34% 39% 44% 49% lavoratrici extracomunitarie 29 / 21 Figura 28: Incremento lavoratori extracomunitari per genere. La percentuale di donne sul totale dei lavoratori extracomunitari è passata dal 26% del 21, dato in assoluto più basso a livello regionale (media 31%), al 29,4% del 27, al 4% del 29, sovrapponibile alla media regionale (vedi Figura 281). 6% 5% % 3% 2% 1% % Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Figura 281: % lavoratrici extracomunitarie. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXX

32 La maggior parte della popolazione lavorativa (ultimi dati disponibili quelli del dati 29) è occupata nel terziario. Rispetto alla media regionale sono superiori le quote di occupati in agricoltura e nel terziario. 63,5% 4,1% 32,3% 62,% 4,1% 33,9% Agricoltura Industria Terziario Agricoltura Industria Terziario Figura 282: Piacenza, occupati per settore. Figura 283: Emilia Romagna, occupati per settore. La successiva 1 Agricoltura Industria Terziario Figura 284 illustra l andamento degli occupati per settore in provincia (dati in migliaia di unità). Il confronto con le altre Province in riferimento agli occupati per settore è rappresentato nella successiva Figura Agricoltura Industria Terziario Figura 284: Trend occupati per settore, provincia di Piacenza. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXI

33 75% Agr icoltura Industria Terziario 6% 45% 3% 15% % PC PR RE MO BO FE RA FC Figura 285: Occupati per settore. Il reddito pro capite (dato 21, ancora a livello di stima) è leggermente inferiore a quello regionale ( 2.49 rispetto a 21.5), con una chiara tendenza ad una ridotta spesa pro capite per consumi familiari ( rispetto a 18.42). 22 Forlì-Cesena Spesa procapite per consumi delle famiglie Ferrara Reggio E. Ravenna Piacenza Parma Rimini Modena Bologna Reddito procapite disponibile Figura 286: Reddito medio e consumi procapite delle famiglie. Dal 23 il reddito disponibile è cresciuto in maniera leggermente superiore alla media regionale, in linea la crescita dei consumi. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXII

34 15% Ferrara Spesa procapite per consumi delle famiglie 1/3 14% 13% 12% 11% 1% 9% 8% 7% 6% Reggio E. Forlì-Cesena Ravenna Moden Rimini Piacenza Parma Bologna 5% -1% % 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% Reddito procapite disponibile 21/3 Figura 287: Variazione % reddito medio e consumi delle famiglie. Dal 29 si è registrato una leggera flessione in tutta la regione del reddito disponibile, confermata in modo più marcato nel 21. In relazione invece alla spesa per consumi finali, alla flessione del 29 è corrisposta una crescita nel 21. L andamento dei due indici a Piacenza e a livello medio regionale è illustrato nella successiva Figura RedditoPC Reddito Consumi PC Consumi Figura 288: trend reddito e consumi, Piacenza e media regionale. Osservazioni epidemiologiche I dati di mortalità costituiscono, anche se in modo indiretto, un importante fonte di conoscenza dello stato di salute della popolazione. Da questi dati si possono infatti ottenere informazioni per comprendere l origine e l andamento di determinate patologie nella popolazione, per predisporre interventi mirati a ridurre la mortalità per quelle cause che oggi sono ritenute prevenibili e, ancora, Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXIII

35 possono essere utilizzate per la programmazione di quei servizi di assistenza e prevenzione per le patologie più frequentemente riscontrate. Come si evince dalle figure che seguono, il tasso standardizzato di mortalità 29 (ultimo anno disponibile) per tutte le cause della nostra Provincia è significativamente superiore alla media regionale sia per quanto riguarda la popolazione maschile, che, in misura minore, quella femminile Media 1. Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 289: Mortalità per tutte le cause maschi. Figura 29: Mortalità per tutte le cause femmine. Se si analizzano le diverse cause di morte, nella Provincia di Piacenza, così come in Regione Emilia Romagna, le principali cause sia per i maschi che per le femmine sono: malattie cardiovascolari, tumori, traumatismi ed avvelenamenti, malattie dell apparato respiratorio e malattie dell apparato digerente. Per la maggior parte delle cause di morte (vedi da Figura 291 a Figura 34), se si confrontano i tassi standardizzati, si può osservare che non sussistono differenze significative di mortalità fra la Provincia di Piacenza e la Regione. Per alcune cause di morte, invece, si è rilevata nel 29 una mortalità significativamente superiore a quella regionale, in particolare per i tumori solo per i maschi, malattie dell apparato digerente solo per i maschi e malattie del sistema cardiocircolatorio sia per i maschi che per le femmine. La numerosità dei morti per quest ultima causa specifica determina anche il dato della mortalità generale. Significativamente inferiore alla media regionale la mortalità per tumore alla mammella, e per le malattie dell apparato respiratorio solo per i maschi. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXIV

36 Media Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 291: Mortalità per tumore M. Figura 292: Mortalità per tumore F. 6 4, 5 4 Media 3, 3 2, 2 Media 1, 1, PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 293: Mortalità per tumore mammella. Figura 294: Mortalità per tumore collo dell utero Media 4 Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 295: Mortalità per tumore colon retto M. Figura 296: Mortalità per tumore colon retto F Media Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI REGIONE Figura 297: Mortalità per trauma ed avvelenamenti M. Figura 298: Mortalità per trauma ed avvelenamenti F. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXV

37 Media 8 Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 299: Mortalità per malattie app. respiratorio M. Figura 3: Mortalità per malattie app. respiratorio F. 5 5 Media 4 4 Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 31: Mortalità per malattie sist. circolatorio M. Figura 32: Mortalità per malattie sist. circolatorio F Media 4 Media PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLI' CESENA RIMINI Figura 33: Mortalità per malattie app. digerente M. Figura 34: Mortalità per malattie app. digerente F. Un altro indicatore che viene utilizzato per l analisi della mortalità è il calcolo degli anni di vita persi. E un indicatore che esprime la prematurità della morte e misura la quantità di anni potenzialmente persi e calcolati come la differenza tra l età di morte di ciascun individuo deceduto e un età standard presa come riferimento. Le figure che seguono mostrano gli anni di vita persi per le principali cause di morte, calcolati su un triennio per una maggiore stabilità dei dati (ultimo disponibile il triennio 27-29). In genere i valori a Piacenza sono inferiori e in qualche caso sovrapponibili alla media regionale, tranne nel Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXVI

38 caso dei traumi nelle femmine. A fianco è riportato lo stesso dato riferito agli anni 22-24, per un confronto sugli andamenti nel tempo di questo indicatore. 14 M F 14 M F MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 35: Anni di vita persi per mortalità generale Figura 36: Anni di vita persi per mortalità generale M F 15 M F MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 37: Anni di vita persi per tumori Figura 38: Anni di vita persi per tumori MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 39: Anni di vita persi per tumore mammella Figura 31: Anni di vita persi per tumore mammella M F 15 M F 14 MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 311: Anni di vita persi per malattie apparato digerente Figura 312: Anni di vita persi per malattie apparato digerente Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXVII

39 35 M F 35 M F 3 3 MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 313: Anni di vita persi per traumatismi ed avvelenamenti Figura 314: Anni di vita persi per traumatismi ed avvelenamenti M F M F MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 315: Anni di vita persi per tumore del colon retto Figura 316: Anni di vita persi per tumore del colon retto M F M F 1 1 MEDIA 8 8 MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 317: Anni di vita persi per mal sist circolatorio 6-8. Figura 318: Anni di vita persi per mal sist circolatorio M F M F MEDIA MEDIA PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI PARMA REGGIO EMILIA MODENA BOLOGNA IMOLA FERRARA RAVENNA FORLÌ CESENA RIMINI Figura 319: Anni di vita persi per malattie apparato respiratorio Figura 32: Anni di vita persi per malattie apparato respiratorio Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXVIII

40 L impatto delle malattie infettive è ancora importante in termini di morbosità mentre la mortalità è nettamente diminuita. Le malattie più frequenti sono sicuramente ancora quelle dell infanzia ma quelle a maggior impatto, soprattutto nell adulto, sono la tubercolosi e l AIDS. La tubercolosi è una patologia la cui frequenza è diminuita in modo costante dall inizio del secolo fino agli anni 8 ed è rimasta stabile fino all inizio degli anni 9, periodo in cui si è evidenziato una tendenza all aumento. L incidenza nelle diverse province tra il 21 e il 28, calcolata biennale per una maggiore stabilità, è illustrata nella successiva Figura 321. Nell ultimo biennio si è registrata in tutta la regione un incremento dell incidenza, che in ogni caso provincia di Piacenza si mantiene stabilmente sotto la media regionale fin dal biennio / Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Forlì Cesena Rimini Figura 321: Incidenza TBC. Per quanto concerne l AIDS, i dati relativi alla prevalenza indicano un valore in linea con la media regionale: nel 29 il tasso di prevalenza provinciale era pari a 39,2 per 1. abitanti e quello regionale pari a 38,8 per 1. abitanti. Da evidenziare, comunque, che dall anno 2 ad oggi i casi di AIDS nella nostra Provincia si sono mostrati in aumento come in tutta la Regione, in leggera flessione solo nel 28. Dal 24 il dato è perfettamente sovrapponibile a quello medio regionale. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XXXIX

41 7 Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Forlì 3 Cesena Rimini Figura 322: Prevalenza AIDS. Anche i dati relativi all incidenza (sempre calcolati per 1. residenti) mostrano a livello regionale una sostanziale stabilità tra il 2 e il 24, e un calo negli anni successivi, anche se con tassi molto differenziati tra le Province Piacenza Parma Reggio E. Modena Bologna Imola Ferrara Ravenna Forlì Cesena Rimini Figura 323: Incidenza AIDS. Stili di vita Dal 27, nella nostra azienda come a livello regionale e nazionale, è stato avviato il sistema di sorveglianza Passi finalizzato al monitoraggio continuo di abitudini e stili di vita. Non sono disponibili successivi aggiornamenti dei dati rispetto a quelli del triennio 27-29, già riportati nella scorsa edizione e che qui si richiamano. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XL

42 Dai dati raccolti nel triennio 27-9, emerge infatti che in provincia di Piacenza: la percentuale di obesi è inferiore rispetto a quella regionale (7,4% contro il 1.7%); le persone sedentarie (quelle che non effettuano un lavoro pesante e praticano attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato) sono in numero superiore (24,4% contro 21,8%); il 31,9% della popolazione aderisce alle linee guida sull attività fisica contro il 28,7% della popolazione regionale; i fumatori, invece, sono in percentuale maggiore (33,3% contro il 3,2%). Come a livello regionale, i fumatori sono in maggioranza maschi (53,7%) e la percentuale di femmine che fuma è del 46,3%, superiore a quella regionale del 44,6%. Per quanto riguarda infine il consumo di alcol, viene monitorato il dato relativo ai consumatori a rischio (nuova classificazione INRAN). I bevitori a rischio comprendono i forti bevitori (>2 unità alcoliche per gli uomini e >1 unità per le donne al giorno), i bevitori binge (6 o più unità alcoliche in un unica occasione almeno una volta al mese), e i bevitori fuori pasto. La percentuale di bevitori a rischio nel nostro territorio non differisce significativamente da quella regionale (24,7% contro 23,6%). Sicurezza Incidenti stradali Gli incidenti stradali costituiscono uno dei maggiori fenomeni che hanno impatto sulla morbosità e sulla mortalità della popolazione. La Regione Emilia Romagna e in particolare Piacenza presentano, sia per loro rilevanza come nodo stradale tra il nord ed il centro del paese sia per l intensa attività economica che induce una elevata mobilità, una incidentalità rilevante. Il numero degli incidenti, sia in Provincia che in Regione, tende dal 198 a rimanere costante nel tempo e negli ultimi dieci anni presenta un trend in riduzione, il numero dei morti sembra evidenziare un trend in diminuzione (la notevole variabilità del dato provinciale è soprattutto legata al fenomeno di una ridotta popolazione), il numero dei feriti, strettamente correlato a quello degli incidenti, tende anch esso a calare dal 2 (vedi Figura 324). Di conseguenza, se si analizzano i diversi indicatori relativi agli incidenti stradali (vedi Figura 325)., si può osservare come il rapporto di pericolosità (morti/morti e feriti) ed il rapporto di mortalità (morti/incidenti) mostrino un trend in diminuzione fino al 26 per risalire nel 27 e 28 e ridiscendere nel 29, mentre il Rapporto di lesività (feriti/incidenti) tenda a rimanere costante Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLI

43 Incidenti PC Morti PC Feriti PC Incidenti Morti Feriti Figura 324: Numeri indice incidenti stradali Rapp. di Mortalità PC Rapp. di Lesività PC Rapp. di Pericolosità PC Rapp. di Mortalità Rapp. di Lesività Rapp. di Pericolosità Figura 325: Numeri indice indicatori relativi agli incidenti stradali. In valore assoluto nel 29 sia il rapporto di mortalità che il rapporto di pericolosità sono stati in provincia di Piacenza superiori alla media regionale (vedi la successiva Figura 326). 4% Rapporto di mortalità 3% Rapporto di pericolosità 2% MEDIA MEDIA 1% % Piacenza Parma Reggio Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Figura 326: Confronto indicatori relativi agli incidenti stradali. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLII

44 Come negli anni precedenti, viene mantenuto a livello aziendale il monitoraggio degli accessi in Pronto Soccorso per incidenti stradali: nel 21 sono stati complessivamente (contro i del 29). La popolazione che, complessivamente, è stata coinvolta maggiormente è quella maschile (2.369, pari al 56% del totale e femmine). Le fasce d età maggiormente coinvolte sono quelle e anni: ognuna di queste fasce è coinvolta nel 22% degli incidenti. I valori assoluti di accessi per fascia di età e sesso sono rappresentati nella Figura F M >74 Figura 327: Accessi al PS per incidenti stradali per età e sesso. Incidenti domestici Viene mantenuto a livello aziendale anche il monitoraggio degli accessi in Pronto Soccorso per incidenti domestici: nel 21 sono stati quasi 7.8, per il 54% hanno coinvolto uomini e per il restante 46% donne. La distribuzione per età (vedi Figura 328) è abbastanza omogenea nel sesso maschile (con l esclusione della fascia 14-24, ciascuna delle altre è coinvolta in una percentuale che oscilla tra il 2% e il 27% dei casi), mentre è molto sbilanciata sulle età più avanzate per le donne (quasi il 5% degli incidenti coinvolge la fascia di età sopra i 65 anni). La distribuzione delle conseguenze degli incidenti domestici è rappresentato nella successiva Figura 329. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLIII

45 25 F M _14 14_24 25_44 44_64 >65 Figura 328: Accessi al PS per incidenti domestici per età e sesso. CONTUSIONI TRAUMI DISTORSIONI FERITE AVVELENAMENTI FRATTURE CORPO ESTRANEO USTIONI 53,7% 2,3% 21,6% 1,8%,3% 2,3% Figura 329: distribuzione delle conseguenze degli incidenti domestici. Infortuni L andamento complessivo degli infortuni sul lavoro, espresso come tasso per 1 addetti, nella nostra Provincia come a livello regionale, mostra un trend in diminuzione fin dal 2. Per il dato grezzo è disponibile anche un confronto con il dato medio nazionale (vedi Figura 33), mentre per il dato standardizzato sono possibili confronti solo all interno della Regione (vedi Figura 331). Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLIV

46 6, 5,5 Pc ITALIA 5, 4,5 4, 3,5 3, 2,5 2, Figura 33: Infortuni indennizzati per 1 addetti (tasso grezzo). Il dato regionale, anche se grezzo, è molto superiore al dato nazionale, sia per lo specifico tessuto produttivo rispetto alla realtà media nazionale, sia per una più puntuale attività di denuncia. Il tasso standardizzato a Piacenza è sempre inferiore al dato medio regionale, anche se con scarti sempre più ridotti. Nel 29, ultimo dato disponibile, si è verificato un calo consistente sia a livello regionale che locale Piacenza Parma ReggioEmilia Modena Bologna Ferrara Ravenna Forlì-Cesena Rimini Figura 331: Infortuni indennizzati per 1 addetti (tasso standardizzato). Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLV

47 Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLVI

48 Appendice 2: Mappe delle sedi erogative Castel San Giovanni Calendasco Monticelli Sarmato Rottofreno Castelvetro Ziano Borgonovo Gragnano Piacenza Caorso San Pietro in Cerro Villanova d'arda Gossolengo Pontenure Cortemaggiore Nibbiano Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Caminata Pianello Piozzano Gazzola Rivergaro San Giorgio Piacentino Fiorenzuola Pecorara Travo Vigolzone Ponte dell'olio Carpaneto Castell'Arquato Alseno Gropparello Lugagnano Bobbio Coli Bettola Vernasca Morfasso Ospedale Zerba Cortebrugnatella Cerignale Farini Casa di cura Casa protetta / RSA Ottone Ferriere Hospice Centro diurno Figura 332: Offerta territoriale 1. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLVII

49 Castel San Giovanni Sarmato Rottofreno Calendasco Caorso Monticelli Castelvetro Ziano Borgonovo Gragnano Gossolengo Piacenza Pontenure San Pietro in Cerro Cortemaggiore Villanova d'arda Nibbiano Agazzano Podenzano Cadeo Besenzone Caminata Pianello Piozzano Gazzola Rivergaro San Giorgio Piacentino Fiorenzuola Pecorara Vigolzone Carpaneto Travo Ponte dell'olio Castell'Arquato Alseno Gropparello Lugagnano Bobbio Coli Bettola Vernasca Cortebrugnatella Farini Morfasso Sportelli Zerba Cerignale Punti prelievo Ottone Ferriere Guardia medica Figura 333: Offerta territoriale 2. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLVIII

50 Castel San Giovanni Sarmato Calendasco Rottofreno Monticelli Castelvetro Ziano Borgonovo Gragnano Piacenza Caorso San Pietro in Cerro Villanova d'arda Agazzano Gossolengo Pontenure Cortemaggiore Nibbiano Podenzano Cadeo Besenzone Caminata Pianello Piozzano Gazzola Rivergaro San Giorgio Piacentino Fiorenzuola Pecorara Travo Vigolzone Ponte dell'olio Carpaneto Castell'Arquato Alseno Gropparello Lugagnano Bobbio Coli Bettola Vernasca Morfasso Cortebrugnatella Farini Zerba Cerignale Casa della Salute Ottone Ferriere Salute mentale Consultorio Poliambulatorio Figura 334: Offerta territoriale 3. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. XLIX

51 Castel San Giovanni Sarmato Calendasco Rottofreno Monticelli Castelvetro Ziano Borgonovo Gragnano Piacenza Caorso San Pietro in Cerro Villanova d'arda Agazzano Gossolengo Pontenure Cortemaggiore Nibbiano Podenzano Cadeo Besenzone Caminata Pianello Piozzano Gazzola Rivergaro San Giorgio Piacentino Fiorenzuola Pecorara Travo Vigolzone Ponte dell'olio Carpaneto Castell'Arquato Alseno Gropparello Lugagnano Bobbio Coli Bettola Vernasca Morfasso Cortebrugnatella Farini Zerba Cerignale Casa della Salute Ottone Ferriere Salute mentale Consultorio Figura 335: Offerta territoriale 4. Poliambulatorio Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. L

52 Appendice 3: Qualità dell assistenza Nati con basso peso alla nascita per 1 residenti ,7 53, 49,3 58, 54,3 46,8 38, Figura 336: Basso peso alla nascita per 1. nati residenti. Diabete, complicazioni a breve termine per 1 residenti,7,6,5,4,3,2,1,,69,57,55,45,38, Diabete, complicazioni a lungo termine per 1 residenti 4, 3, 2, 1,, 1,66 1, ,46 3,24 2,21 1,14 Figura 337: Complicazioni del diabete a breve termine per 1. residenti. Figura 338: Complicazioni del diabete a lungo termine per 1. residenti. Ricoveri polmonite e influenza anziani per 1 residenti 1,5 1,2,9,6,3, 1,43 1,1,81,41,31, Figura 339: Ricoveri per polmonite e influenza negli anziani. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LI

53 45 Percentuale di cesarei 4 36, , , 34,4 29,4 26, Figura 34: Percentuale di parti cesarei. 1, 1,,8 PC,8 PC,6,6,4,4,2,2, isterectomia laminectomia colecistectomia, prostatectomia anca ginocchio Figura 341 e 342: Mortalità intraospedaliera per interventi a basso rischio ogni 1 ricoveri, dettaglio 1,,8 PC,6,4,2, Figura 343: Mortalità intraospedaliera complessiva per interventi a basso rischio ogni 1 ricoveri. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LII

54 Mortalità intraospedalierea per infarto miocardico acuto Figura 344: Mortalità intraospedaliera per infarto miocardico acuto (IMA). 1 9 PC 25, PC 8 2, , 5 4 1, 3 2 5, asma diabete ipertensione, malattie del cuore malattie polmonari Figura 345 e 346: Ricoveri evitabili per 1. dimessi, dettaglio PC Figura 347: Ricoveri evitabili per 1. dimessi, complessivo. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LIII

55 1,,9 PC 8, 7, PC,8 6,,7,6 5,,5 4,,4 3,,3,2 2,,1 1,, , asma diabete ipertensione malattie del cuore malattie polmonari Figura 348 e 349: ricoveri evitabili per 1. residenti dettaglio 15, PC 12, 9, 6, 3,, Figura 35: Ricoveri evitabili per 1. residenti, complessivo. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LIV

56 Appendice 4: La carta di identità del personale Tipologia Contrattuale Dipendenti Convenzionati Altro TOTALE Tabella 18: Personale per tipologia. Dipendenti 87,5% Altro 2,8% Convenzionati 9,7% Figura 351: Composizione del personale. Assunzioni Tempo Indeterminato Tempo determinato (compreso art. 15) Mobilità da altre Aziende Categorie protette Incarichi straordinari annuali Totale assunzioni Cessazioni Pensionamenti Dimissioni volontarie: - Tempo indeterminato Tempo determinato Fine incarico Mobilità verso altre Aziende Altro Totale cessazioni Assunzioni-cessazioni Tabella 19: Movimento del personale. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LV

57 Dipendenti Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA, OSS, Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tabella 2: Personale dipendente per categoria. La categoria altro personale comprende: personale di riabilitazione; personale di vigilanza e ispezione e di prevenzione ambiente e luoghi di lavoro; massofisioterapista e massaggiatore (ad esaurimento); assistente religioso; assistente sociale; assistente tecnico; collaboratore tecnico professionale; programmatore; operatore tecnico specializzato e/o esperto; operatore tecnico; assistente sanitario. Altri dirigenti 2,7% Infermieri 4,3% OTA, OSS, Ausiliari 7,8% Medici e veterinari 16,8% Altro personale 18,2% Amministrativi 9,3% Tecnici sanitari 4,8% Figura 352: % personale dipendente per categoria. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LVI

58 Convenzionati MMG PLS Continuità assistenziale Sumaisti e Medicina dei servizi Continuità assistenziale (pers. equivalente) Sumaisti e medicina dei servizi (pers. equivalente) Tabella 21: Personale convenzionato per categoria. Sumaisti e medicina dei servizi (pers. equivalente) 1% MMG 64% Continuità assistenziale (pers. equivalente) 16% PLS 1% Figura 353: % personale convenzionato per categoria. Altro personale Incarichi libero professionali Co.co.co Borse di studio Totali Tabella 22: Altro personale per categoria. Incarichi libero professionali 78% Borse di studio 5% Co.co.co. 17% Figura 354: % altro personale per categoria. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LVII

59 Ospedale Territorio Supporto Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tabella 23: Personale dipendente per livello di assistenza. 1% 8% 6% 4% S T H 2% % Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Figura 355: Distribuzione dipendenti per categoria e livello di assistenza <= <= <= Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LVIII

60 <= <= <= Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Tabella 24: Personale dipendente per età e categoria. 1% 8% 6% <=35 4% 2% % Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Figura 356: % dipendenti per categoria ed età. 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% <=35 2% 1% % Figura 357: trend % dipendenti per età. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LIX

61 M F M F M F M F M F M F Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Tabella 25: Distribuzione dipendenti per categoria e sesso. 1% 8% 6% 4% F M 2% % Medici e veterinari Altri dirigenti Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Tutte le categorie Figura 358: Distribuzione dipendenti per categoria e sesso TP PT PT/TOT TP PT PT/TOT TP PT PT/TOT TP PT PT/TOT TP PT PT/TOT TP PT PT/TOT Infermieri % % % % % % OTA - OSS - Ausiliari % % % % % % Tecnici sanitari % % % % % % Amministrativi % % % % % % Altro personale % % % % % % Totale comparto % % % % % % Tabella 26: Distribuzione dipendenti in part time per categoria. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LX

62 1% 9% Tempo pieno Part time 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Totale comparto Figura 359: % dipendenti in part time per categoria. 1% 9% %M %F 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% % Infermieri OTA - OSS - Ausiliari Tecnici sanitari Amministrativi Altro personale Totale comparto Figura 36: Composizione % dipendenti in part time per sesso. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXI

63 Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXII

64 Appendice 5: Gestione del rischio e sicurezza Valutazione dei rischi Nel sistema di gestione della sicurezza del lavoro la valutazione dei rischi è lo strumento che, dopo avere individuato i pericoli relativi alla salute e alla sicurezza presenti in azienda, ne promuove la valutazione e attua le conseguenti misure di prevenzione e protezione. Tali misure entrano nel sistema della pianificazione, implementazione, controllo e miglioramento per verificarne l efficacia. In tal modo il sistema trasforma la valutazione attraverso la verifica del continuo allineamento fra obiettivi e risultati e diventa la Fabbrica della prevenzione. La Fabbrica della Prevenzione impegno tempo risorse DIREZIONE D.V.R. S.G.S.L. D.U.V.R.I. S.P.P. ORGANIZZAZIONE Salute e Sicurezza per Lavoratori, Pazienti e visitatori La valutazione dei rischi è pertanto uno strumento gestionale imprescindibile per il datore di lavoro e per tutta la dirigenza, assicurando all organizzazione le condizioni essenziali per il corretto funzionamento. Per realizzare tale condizione in modo efficiente, è in fase di sperimentazione la versione informatica del Documento di valutazione dei rischi (DVR) consultabile dai responsabili aziendali nelle sue varie componenti. I gestori potranno apportare ogni variazione che possa contribuire alla produzione degli adeguamenti documentali ed operativi conseguenti. Tale sistema è integrato con la produzione del Documento unico di valutazione dei rischi interferenti (DUVRI), necessario alla gestione della sicurezza e salute nel corso di lavori in appalto. In particolare nel corso del 21 si è provveduto a rivisitare la valutazione dei rischi aggregando i dati per dipartimento, in modo tale da rendere fattibile la gestione dei rischi occupazionali da parte dei dirigenti delle partizioni organizzative prese in esame. Inoltre è stata completata la valutazione preliminare dello stress correlato al lavoro, che nel 211 verrà integrata con la valutazione Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXIII

65 approfondita sempre seguendo il modello delle aree dipartimentali. Il riesame per dipartimenti nella sua progressione temporale precede le rivalutazioni dell accreditamento regionale, consentendo in tal modo il continuo riallineamento tra l accreditamento e l autorizzazione delle strutture. Negli anni scorsi si era provveduto ad aggiornare il DVR con le funzioni aziendali di volta in volta individuate ovvero attivate nel contesto territoriale provinciale dell Azienda, interconnettendolo con l attività di autorizzazione delle strutture ex Dlgs n. 52/1992 e L.R. n. 34/1998 e successive indicazioni regionali. Nel secondo semestre 21 sono state intraprese ulteriori azioni, tra cui la formazione e l addestramento di circa 5 auditor interni di varia professionalità e distribuiti su tutta l Azienda, mediante l esecuzione di un corso analogo a quello effettuato dai Lead Auditor 181:27. Questo gruppo di persone costituirà la base di riferimento per sperimentare, dopo il self audit, una forma più evoluta di controllo interno sui temi della prevenzione protezione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel corso del 21 inoltre è stato elaborato e progettato un sistema di gestione dei documenti unici dei rischi da interferenza (DUVRI). Tale lavoro ha dato esito alla proposta di un software gestionale, che consentirà di mantenere costantemente aggiornato quanto previsto dall art. 26 D.lgs 81/8. La costituzione del Dipartimento della Sicurezza ha attivato e reso infine praticabili alcune sinergie operative, che recheranno vantaggio alla gestione del rischio e al miglioramento dei livelli e degli standard di sicurezza. Si fa riferimento in particolare alla valutazione e gestione del rischio fisico (in particolare sulle radiazioni non ionizzanti), alla valutazione e gestione del rischio biologico, alla responsabilità professionale. Questa struttura aziendale, arricchita dall apporto dell U.O. Dipartimentale Semplice Rischio Infettivo, sta cercando di costruire, attraverso forme di integrazioni interservizi e forme di sinergia per la prevenzione di rischi occupazionali e in generale legati alle prestazioni sanitarie, una modalità operativa che realizzi livelli di sicurezza sempre maggiori e tenuti costantemente sotto controllo. In particolare le aree del rischio biologico e del rischio fisico sono state oggetto di fattiva collaborazione intra ed interdipartimentale. Nell area medico legale il percorso sul consenso informato ed il governo del contenzioso rappresentano ulteriori momenti di riflessione e di miglioramento per la prevenzione dei rischi ed anche per il governo dei sistemi adottati. Sorveglianza sanitaria Ad integrazione e completamento del DVR viene condotta una valutazione relativa ai rischi per la salute dei dipendenti. Tale valutazione, attraverso l applicazione di protocolli sanitari, si esprime nella sorveglianza sanitaria. La valutazione dei rischi per la salute viene effettuata rispetto agli agenti fisici, chimici, biologici, ergonomici e organizzativi. La sorveglianza è integrata tenendo conto dei contenuti dell accordo europeo dell 8 ottobre 24 sui rischi correlati allo stress anche in una prospettiva di gestione globale del rischio. Nella sorveglianza sanitaria vengono identificate e Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXIV

66 successivamente registrate le persone soggette a sorveglianza preventiva e periodica, con particolare attenzione alle idoneità critiche. Viene inoltre attivata una sorveglianza straordinaria in caso di eventi particolari non convenzionali. La sorveglianza sanitaria è stata rivisitata in termini di appropriatezza e periodicità ed arricchita di attività tecniche di sorveglianza del rischio biologico in particolare aereodisperso (test di Mantoux). A seguito di tale azione gli operatori del Servizio di prevenzione e protezione proseguiranno nella effettuazione di audit specifici nelle UU.OO. e nei luoghi di lavoro in generale, attuando anche formazione e informazione sul campo. Proseguendo su questa linea, nel 21 è stata ampliata e rivisitata la sorveglianza sanitaria sul rischio ergonomico di natura biomeccanica (rachide, arto superiore e postura), finalizzata al miglioramento dei processi lavorativi ed in particolare delle ausiliazioni. Un ulteriore argomento in fase di standardizzazione è l introduzione della sorveglianza sanitaria, per alcool e droghe, sul personale dipendente interessato. E in corso infine una sperimentazione per l allestimento di uno strumento informatico che consenta la gestione del dato sanitario singolo e collettivo, sia in termini di pianificazione e programmazione che di rendicontazione e produzione di documentazione legalmente opponibile. In particolare questo strumento sarà di rilevante importanza per la gestione dei casi critici (cioè di quelle persone gravate da limitazione e/o prescrizioni). Tali casi saranno inoltre oggetto di un audit a campione per verificare la loro gestione. La successiva Figura 361 evidenzia in percentuale la distribuzione dei casi critici riscontrati nel 21; in totale sono stati 321 casi critici con limitazione o prescrizione su 2219 lavoratori soggetti a sorveglianza sanitaria. Movimentazione carichi Biologico Latex Allergologico Organizzativo Altro 11% 19% 3% 11% 1% 55% Figura 361: Casi critici. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXV

67 Gestione degli infortuni Ad integrazione e completamento del documento di valutazione dei rischi è stata effettuata la registrazione del fenomeno infortunistico a partire dal 2 e la sua parametrazione, con l obiettivo di individuare i comportamenti non sicuri e i mancati infortuni al fine di correggere le situazioni ambientali e/o comportamentali che li hanno generati attraverso un sistema di auditing permanente. La successiva Tabella 27 mostra l andamento del fenomeno infortunistico aziendale, suddiviso nelle principali tipologie considerate RISCHIO BIOLOGICO MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI CAUSE DIVERSE IN ITINERE TOTALE Tabella 27: Infortuni. IN ITINERE 12% RISCHIO BIOLOGICO 27% CAUSE DIVERSE 43% MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI 18% Figura 362: Infortuni per tipologia. Dall esame dei dati sopra riportati si evidenzia come il numero totale degli infortuni nel 21 sia in calo rispetto all anno precedente e pressoché stazionario rispetto agli anni passati. Si deve evidenziare (vedi Figura 363) che dei 39 infortuni, 91 sono con prognosi zero giorni (di cui 8 da rischio biologico), mentre è in diminuzione anche il trend delle prognosi totali (vedi Figura 364). Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXVI

68 Figura 363: Trend infortuni con prognosi a zero giorni Figura 364: Trend prognosi totali. Gestione delle emergenze Il riferimento in relazione a questo tema è il piano generale di emergenza che, con l obiettivo di limitare i danni alle persone e alle cose e i disagi agli utenti in caso di eventi dannosi, ha le seguenti finalità complessive: identificare le emergenze che più probabilmente possono essere causate da eventi indesiderati; definire l'insieme dei provvedimenti e delle azioni conseguentemente ritenuti necessari; individuare le persone e i gruppi di persone incaricate delle azioni di cui al punto precedente; produrre informazioni (tavole grafiche, planimetrie, tabelle, descrizioni) ritenute utili per comprendere le realtà dei vari fabbricati per la gestione complessiva delle emergenze possibili; impedire in generale che il personale aziendale sia colto impreparato nell affrontare eventi ritenuti pericolosi. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXVII

69 E attivo in azienda (per gli ospedali e per i centri più significativi) un sistema di audit antincendio realizzato dal Servizio di Prevenzione e Protezione e dagli addetti all emergenza (squadra emergenza antincendio), integrato con esercitazioni pratiche antincendio in vari reparti. Gli addetti all emergenza (circa 464) dispongono di un set di attrezzature, collocate in specifici armadietti da utilizzare in caso di necessità. Gli audit sono elaborati con un sistema informatico che ne consente la condivisione e la tracciabilità. Allo stato attuale, sono state elaborate: norme comportamentali e procedure da adottare in caso di eventi potenzialmente pericolosi; considerazioni propedeutiche riferite a problematiche inerenti eventi specifici complessi non di natura sanitaria, ma che possono coinvolgere gli ospedali in modo significativo (ad es. l esondazione fiume Po, l afflusso massiccio di feriti, altri eventi non convenzionali). E in corso, in collaborazione con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, un programma di studio che riguarda l individuazione dei percorsi di accesso degli stabilimenti ospedalieri e l individuazione dei principali fabbricati con relativa destinazione d uso per consentire ai Capi Squadra dei Vigili del Fuoco di orientarsi nelle singole strutture sanitarie. Azienda USL di Piacenza Bilancio di Missione 21 pag. LXVIII

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Appendice 1: Il contesto

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