LE ATTIVITÀ DIDATTICHE PER LA FORMAZIONE
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- Elisabetta Giuliani
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1 LE ATTIVITÀ DIDATTICHE E LA FORMAZIONE PROF.SSA ANNAMARIA SCHIANO
2 Indice 1 LE ATTIVITÀ DIDATTICHE PER LA FORMAZIONE LA DIDATTICA DI LABORATORIO LE RAGIONI DEI CAMBIAMENTI IN ESSERE INDICAZIONI NAZIONALI GLI OBIETTIVI DEL CURRICOLO di 8
3 1 Le attività didattiche per la formazione La formazione della personalità integrale dei soggetti dipende sostanzialmente da: a) le attività didattiche: per quanto riguarda le attività didattiche nelle scuole, i problemi più importanti si riferiscono alla ridefinizione dei curricula in regime di autonomia, e quindi non più in base ad astratti principi pedagogici o disciplinari definiti interamente dal "centro, mediante Programmi Nazionali, con una normativa universalmente valida e costante nel tempo. b) La mediazione didattica: un'altra serie di problemi importanti riguarda le modalità di insegnamento delle discipline e deriva da carenze di motivazione e di comprensione da parte dei giovani del senso generale di una prospettiva disciplinare e da difficoltà nell'apprendimento e nella formazione di competenze. c) I contributi delle scienze dell educazione: la conoscenza del come avvengono i processi di apprendimento e di come si struttura la personalità può contribuire con indicazioni operative e con una attribuzione di significato generale ed unificante alle varie iniziative di innovazione. Le attività didattiche in particolare, possono: sostenere l'importanza della continuità dei processi educativi, sottolineando la rilevanza dei momenti di passaggio da un tipo di scuola ad un altro e dalla scuola all'università, o dalle istituzioni formative al lavoro; riaffermare la rilevanza della centralità degli studenti nei processi educativi; porre adeguata attenzione all'individuazione delle motivazioni ed agli interessi degli studenti, stimolandoli ad un impegno a conoscere le proprie caratteristiche ed alla progettualità personale riguardo al proprio futuro; Ma per ottenere questi risultati è essenziale che le attività didattiche vengano contestualizzate in sfondi integratori che diano loro senso e significato. 3 di 8
4 Occorre, in particolare, attivare una didattica di laboratorio che veda i ragazzi impegnati a condividere problemi da risolvere e progetti da porre in essere. Così essi apprendono che ogni attività, come ogni lavoro, deve tendere ad uno scopo realizzativo ed utile, acquisiscono proceduralità operative, imparano a scambiare esperienze, idee ed a collaborare. 4 di 8
5 2 La didattica di laboratorio Il superamento della lezione frontale, da parte della scuola, appare strategia essenziale per il rinnovamento della didattica e per la ricerca di buone pratiche nella mediazione didattica. La comunicazione unidirezionale da parte del docente che spiega la lezione e l ascolto passivo da parte degli allievi non sono più dimensioni da privilegiare in una scuola immersa in contesti sociali che propongono forme di comunicazione varie e stimolanti quali le comunicazioni multimediali. La lezione scolastica tradizionale, pertanto, risulta monotona per ragazzi che spesso non sono neanche educati all ascolto. Diversa efficacia, invece, assume la didattica di laboratorio se, però, nelle attività di laboratorio si incontrano e si riconoscono le conoscenze disciplinari e se, attraverso metodologie di ricerca-azione, si ricostruiscono le discipline stesse. 5 di 8
6 3 Le ragioni dei cambiamenti in essere Riconoscere il valore della persona Il rispetto dei tempi di sviluppo del soggetto(dalla logica dell insegnamento alla logica dell apprendimento) L importanza della partecipazione della famiglia (Patto di corresponsabilità) Il rispetto dell identità dell individuo e del gruppo (senso di appartenenza) Le pari opportunità La formazione etica del soggetto (cittadinanza attiva) Assicurare il diritto-dovere all istruzione ed alla formazione(dalla logica del bisogno alla logica del diritto) 6 di 8
7 4 Indicazioni Nazionali 2007 Le Indicazioni Nazionali chiedono ai docenti, per realizzare la centralità dell allievo sia sul piano organizzativo,sia su quello relazionale e didattico,di predisporre, in sostituzione dei Programmi nazionali e dei documenti di programmazione didattica, Il CURRICOLO VERTICALE. Il processo di elaborazione del CURRICOLO VERTICALE inizia con la definizione degli obiettivi formativi, in linea con standard Nazionali ed Europei di qualità dell offerta formativa La definizione di obiettivi generali del processo formativo L individuazione di Obiettivi di apprendimento disciplinari. La definizione di traguardi di competenze Il Curricolo verticale coinvolge tutto il gruppo classe con la coralità delle attività, la condivisione, la partecipazione Il Curricolo verticale accompagna lo sviluppo ed i processi di crescita degli allievi, realizzando una reale continuità di processi Nell ambito del curricolo verticale, mediante strategie di conduzione della classe che si avvalgono di dinamiche di gruppo e di didattica di laboratorio, si realizza la personalizzazione dei processi di apprendimento e di sviluppo. 7 di 8
8 5 Gli obiettivi del curricolo Gli obiettivi generali (es. valorizzare le esperienze degli allievi) gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (O.S.A. = conoscenze disciplinari che determinano abilità) diventano Competenze (transfert di conoscenze e di abilità) e si traducono in obiettivi formativi nel momento in cui si trasformano in saper essere cittadini delle diverse situazioni (della famiglia, della classe, del territorio, dell Europa, del mondo) Il CURRICOLO VERTICALE è costituito da conoscenze disciplinari, attività, metodologie e tecniche integrate organizzate in UNITA DI LAVORO (Didattica di Laboratorio) integrate.. 8 di 8
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