Premessa Bando di concorso. Parte Prima Progettare una lezione efficace. CAPITOLO I La scuola, la società e le prospettive 3
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- Aurelia Giusti
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1 SOMMARIO Premessa Bando di concorso V X Parte Prima Progettare una lezione efficace CAPITOLO I La scuola, la società e le prospettive 3 CAPITOLO II Tecniche e metodologie di apprendimento 6 CAPITOLO III Le tecnologie e la ricerca delle best practices per un apprendimento efficace 19 CAPITOLO IV Le strategie di apprendimento 22 CAPITOLO V Logica e conoscenza 26 CAPITOLO VI Cos è il curriculo verticale e come si organizza 28 Parte Seconda La progettazione e le attività CAPITOLO I La scuola dell infanzia e la progettazione 41 CAPITOLO II La progettazione nella scuola primaria 61 Parte Terza Lezioni simulate Scuola dell Infanzia CAPITOLO I La lezione 129 VII
2 LEZIONE N. 1 Io e Voi = Noi 139 LEZIONE N. 2 Scopro il mio corpo 142 LEZIONE N. 3 Musica e arte 145 LEZIONE N. 4 Raccontiamoci 148 LEZIONE N. 5 Passa il tempo 151 LEZIONE N. 6 Includere è bello 154 LEZIONE N. 7 Arte e fantasia 157 LEZIONE N. 8 Dalla fantasia alla realtà 160 LEZIONE N. 9 La biblioteca circolante 163 LEZIONE N. 10 Rispettiamo i segnali della strada 166 LEZIONE N. 11 Laboratorio di lingua inglese 169 LEZIONE N. 12 Quando sono nato 172 LEZIONE N. 13 Oggi si ricicla 175 LEZIONE N. 14 Emozioni e relazioni 178 LEZIONE N. 15 Il cibo nel mio piatto 181 Parte Quarta Lezioni simulate Scuola Primaria CAPITOLO I Le unità di apprendimento: esempi 187 LEZIONE N. 1 L importanza della parole 216 LEZIONE N. 2 Impariamo a leggere e scrivere 220 VIII
3 LEZIONE N. 3 La fattoria 223 LEZIONE N. 4 L orologio 226 LEZIONE N. 5 Uno strano pittore dalle facce buffe 230 LEZIONE N. 6 L uomo dell età della pietra 234 LEZIONE N. 7 Costruiamo forme 238 LEZIONE N. 8 Musica per le nostre orecchie 242 LEZIONE N. 9 Versi e rime: l ora della poesia 245 LEZIONE N. 10 Raccontiamo imparando 248 LEZIONE N. 11 Facciamo squadra: il basket 253 LEZIONE N. 12 La giornata mondiale della pace 257 LEZIONE N. 13 Laboratorio di cittadinanza attiva 261 LEZIONE N. 14 Dividiamo una torta 264 LEZIONE N. 15 Proteggiamo la nostra salute 267 IX
4 CAPITOLO I LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA PROGETTAZIONE Capitolo I LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA PROGETTAZIONE Sommario: 1. Il Piano Triennale dell Offerta Formativa (PTOF) 2. Il PTOF della scuola dell infanzia 3. I campi di esperienza e i traguardi specifici 4. Curriculo verticale integrato e contestualizzato 5. I metodi e i servizi per la continuità verticale ed orizzontale 6. La documentazione che accompagna il percorso del bambino 7. La progettualità del curriculo verticale 8. Il gioco simbolico: i bambini imparano giocando 9. Gli spazi educativi della scuola dell infanzia 10. Le figure coinvolte nell istituzione scolastica 11. I metodi e gli strumenti di valutazione 1. Il Piano Triennale dell Offerta Formativa (PTOF) Il Piano Triennale dell Offerta Formativa (PTOF) rappresenta la scuola contestualizzata nell ambiente in cui risiede. Esso racchiude gli obiettivi formativi da raggiungere e realizzare a breve termine, ma anche la crescita della scuola a lungo termine, sviluppo che la scuola si prefigge di realizzare in un processo continuo di miglioramento e crescita. La scuola dell infanzia si impegna a sviluppare le capacità di apprendimento dei bambini dai tre ai cinque anni di età, nel pieno della fase dei perché in cui si chiedono come funzionano le cose nel nostro mondo e cercano risposte ai loro perché. La scuola insieme alla famiglia deve creare le condizioni ideali perché ciascun bambino, possa sviluppare i propri interessi, coltivare motivazioni alla ricerca di risposte alle sue domande secondo le proprie attitudini e capacità. Nella scuola il bambino è chiamato a riscontrare la realtà, in quanto deve creare le proprie nuove esperienze e riflettere sulle esperienze che ha già avuto e imparare da esse, sviluppando metodi di ricerca-azione che lo portino ad imparare a imparare per tutta la vita. Qui di seguito un esempio esemplificativo di un PTOF per la scuola dell infanzia. Lo scopo è quello di individuare gli elementi essenziali, intorno ai quali creatività e competenze degli insegnanti possono disporre in livelli la progettualità integrata. 2. Il PTOF della scuola dell infanzia La scuola dell infanzia è un ambiente educativo di esperienze e apprendimenti, che coniuga in uno sviluppo sinergico le diverse forme del fare, del sentire, dell agire, dell esprimere, del comunicare e del conferire un senso e un 41
5 PARTE II LA PROGETTAZIONE E LE ATTIVITÀ significato alla realtà da parte dei giovani allievi. La scuola dell infanzia ha come obiettivo quello di dare forma al saper essere dei bambini, di realizzare obiettivi formativi di cittadinanza attiva, di saper stare bene insieme di rispettare le regole della convivenza, di sviluppare condotte di accoglienza dell altro e del diverso da sé. La scuola dell infanzia si propone: di orientare l identità di ciascun bambino: farà in modo che ogni bambino acquisisca sicurezza, autostima, fiducia, motivazione, di conoscenza e condivisione; di caldeggiare lo sviluppo all autonomia: farà in modo che ciascun bambino sia capace di orientarsi nel contesto in cui egli vive e di compiere scelte motivate, avendo cura di sé, dell ambiente e degli altri; di stimolare l acquisizione delle competenze: farà in modo che ogni bambino si impegni nelle prime forme di lettura e di riflessione circa le esperienze personali, di scoperta. Renderà il bambino in grado di comprendere, esprimersi e comunicare attraverso il linguaggio verbale e non verbale, dimostrando intuizione, creatività, apertura verso il nuovo, capacità di conferimento di senso e di significato alle esperienze. di promuovere la conoscenza dei sistemi simbolico-culturali nell ambito dei diversi campi di esperienza del bambino, di sviluppare le relative abilità e di attivare il transfert di conoscenze a situazioni e problemi nuovi rispetto a quelli consueti per promuovere e sviluppare competenze; di sviluppare sicurezza atta a realizzare obiettivi formativi, di senso di appartenenza al gruppo dei pari, di partecipazione alle attività, di solidarietà, di cittadinanza attiva secondo le regole dello stare bene insieme, di accettazione del nuovo e del diverso da sé; di promuovere la gestione mentale autonoma nella formazione un pensiero critico e creativo; di accompagnare il percorso formativo del bambino promuovendo la personalizzazione, mediante l organizzazione e la creazione di un curriculo verticale; di sviluppare metodi di ricerca-azione di best practices per una mediazione didattica efficace: ad esempio, favorirà l apprendimento della lettura nel rapporto significante-significato secondo una dimensione ludica e gioiosa, che produca nel bambino il piacere di leggere, con il supporto di dispositivi di apprendimento del linguaggio. 42
6 CAPITOLO II LA PROGETTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA Capitolo II LA PROGETTAZIONE NELLA SCUOLA PRIMARIA Sommario: 1. Il curricolo nella scuola primaria 2. Gli obiettivi di apprendimento e i traguardi di sviluppo 3. Progettare per competenze 4. Progettazione didattica annuale della classe prima 5. Progettazione didattica annuale della classe seconda 6. Progettazione didattica annuale della classe terza 7. Progettazione didattica annuale della classe quarta 8. Progettazione didattica annuale della classe quinta 1. Il curricolo nella scuola primaria Il Piano dell Offerta Formativa (PTOF), come è affermato nella vigente normativa, è il documento fondamentale costitutivo dell identità culturale e progettuale delle istituzioni scolastiche. Il cuore didattico del Piano Triennale dell Offerta Formativa è il curricolo, che viene predisposto da ogni istituto scolastico nel rispetto degli orientamenti e dei vincoli posti dalle Indicazioni nazionali; la sua elaborazione è il terreno su cui si misura concretamente la capacità progettuale di ogni scuola. Il curricolo della scuola primaria mira a continuare il percorso di apprendimento iniziato nella scuola dell infanzia, in modo da sostenere il naturale sviluppo cognitivo, affettivo ed emotivo dei bambini. A partire dalla scuola primaria, infatti, si pongono le basi e si acquisiscono gradualmente le competenze indispensabili per continuare ad apprendere a scuola e lungo tutta la vita. I contenuti delle varie discipline sono selezionati e raccolti in nuclei tematici che, attraverso degli obiettivi di apprendimento, conducono l allievo al possesso di una serie di competenze attuabili in campi trasversali del sapere e dell attività pratica, nel quadro più ampio del sapere previsto dalle otto competenze chiave europee. Nel curricolo orizzontale sono, dunque, riportate le otto competenze chiave europee, in accordo con i traguardi di sviluppo delle competenze disciplinari, ossia le fondamentali piste formative e didattiche da percorrere, che derivano dalla rielaborazione degli apprendimenti disciplinari. Per ogni disciplina devono essere indicati i nuclei tematici, che segnalano gli aspetti fondanti e strutturali del sapere; i traguardi di competenza devono essere declinati secondo livelli di complessità crescente, corrispondenti alle classi e all età evolutiva degli alunni. Il raggiungimento dei traguardi risulterà funzionale all acquisizione delle competenze fissate. 61
7 CAPITOLO I LA LEZIONE Nell organizzazione della lezione, nell ambito dei metodi di colloquio con gli allievi, è utile porre alla classe questionari del genere integrandoli con le dichiarazioni spontanee, con l osservazione dei comportamenti e degli atteggiamenti. Gli apprendimenti non devono apparire, agli occhi dei bambini, costrittivi, bensì devono tradursi in opportunità. Le attività ludiformi e l assunzione di metodologie di ricerca-azione si traducono essenzialmente nell imparare ad imparare. 2. La lezione La lezione è da intendersi come progettazione e organizzazione didattica che pone l allievo in situazioni problematiche che lo induce a porsi delle domande e a cercare delle risposte. La lezione va incentrata su un problema con le curiosità, gli interessi e le motivazioni degli allievi. Il Profilo Educativo, Culturale e Professionale (PECUP) del gruppo e di ciascun allievo costituisce elemento e sostrato di ogni organizzazione della lezione. Profilo significa delineare identità e modo di essere dell allievo: educativo corrisponde al tirar fuori dall alunno (dal latino ex-ducere), ossia valutare i potenziali di sviluppo, culturale sottende l identità del soggetto (usi e costumi, stili di vita familiari), per professionale si intende ciò che l allievo ha appreso dalla famiglia e dalle scuole precedenti, incluse le sue competenze. Partendo da tutto ciò il docente può delineare un profilo ampio di ciascun allievo per costruire il curriculo verticale e le opportunità di crescita. La conoscenza del PECUP del gruppo-classe e di ciascun allievo sono le basi per creare la lezione a misura della classe e di ciascun allievo. La lezione, per essere efficace e raggiungere i traguardi che si prefigura, deve essere corrispondente al processo cognitivo dello studente. 3. Le finalità di una lezione I docenti, seguendo le linee guida delle Indicazioni Nazionali, devono creare il curricolo verticale. Il curriculo verticale è un percorso di apprendimento a più voci, si caratterizza per una continuità verticale, nel senso che accompagna la crescita degli allievi in età evolutiva, e si distingue per una continuità orizzontale, in quanto si contestualizza nel territorio. 131
8 CAPITOLO I LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO: ESEMPI Capitolo I LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO: ESEMPI Sommario: 1. Cosa è l unità di apprendimento (UdA) 2. Esempio di unità di apprendimento per la classe prima 3. Esempio di unità di apprendimento per la classe seconda 4. Esempio di unità di apprendimento per la classe terza 5. Esempio di unità di apprendimento per la classe quarta 6. Esempio di unità di apprendimento per la classe quinta 1. Cosa è l unità di apprendimento (UdA) L Unità di Apprendimento (UdA) è l elemento costitutivo della programmazione disciplinare e interdisciplinare ed è l insieme dei contenuti, delle attività dei metodi, delle soluzioni organizzative, dei tempi e delle modalità di verifica e di valutazione necessari per trasformare uno o più obiettivi formativi in competenza degli allievi. Da una prima lettura dell enunciato appare con chiarezza che l UdA non è un oggetto concreto quanto, piuttosto, un operazione formale riscontrabile in una serie di procedure che l insegnante, da un lato, e l alunno, dall altro, mettono in atto al fine di arrivare alla maturazione di determinate competenze. L UdA è, dunque, finalizzata al raggiungimento di specifiche competenze, ma anche attenta a suscitare apprendimenti significativi ed a coinvolgere attivamente gli alunni; può fare riferimento sia ai contenuti di una disciplina, sia a temi interdisciplinari, sia a competenze trasversali che esulano dai contenuti. Strutturata per fasi di lavoro, con una pluralità di metodi, le UdA possono riguardare un attività di laboratorio, un argomento modulare, un progetto, un attività di ricerca, un percorso didattico interdisciplinare e possono essere individuali o di gruppo classe. Sono progettate e programmate dal docente e comprendono uno o più obiettivi formativi riferiti a: conoscenze e abilità; attività educative e didattiche; metodi; soluzioni organizzative; modalità di verifica dei livelli di conoscenza/abilità e delle competenze personali di ciascuno. Viene di seguito presentata una mappa operativa per costruire una UdA: Dati identificativi a livello istituzionale: 187
Capitolo I LA SCUOLA DELL INFANZIA E LA PROGETTAZIONE
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