INTEGRAZIONI AL DOCUMENTO DI VALSAT

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2 INTEGRAZIONI AL DOCUMENTO DI VALSAT In risposta alla Richiesta di documentazione integrativa inviata dalla Provincia di Ravenna Settore Affari Generali datata 12 Aprile 2016, si forniscono i seguenti chiarimenti. In ordine alla richiesta di dare riscontro all'"attuazione della Direttiva 2007/60/CE, recepita con D.LGS. 49/2010, relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni: presa d'atto degli elaborati costituenti i piani di gestione del rischio di alluvioni relativi al territorio regionale ricadenti nei distretti padano, dell'appennino settentrionale e dell'appennino centrale", si precisa quanto segue. La Direttiva 2007/60/CE relativa alla valutazione e alla gestione del rischio di alluvioni, recepita nell ordinamento italiano con il Decreto Legislativo 23 febbraio 2010 n. 49, in analogia a quanto predispone la Direttiva 2000/60/CE in materia di qualità delle acque, vuole creare un quadro di riferimento omogeneo a scala europea per la gestione dei fenomeni alluvionali e si pone, pertanto, l obiettivo di ridurre i rischi di conseguenze negative derivanti dalle alluvioni soprattutto per la vita e la salute umana, l ambiente, il patrimonio culturale, l attività economica e le infrastrutture. Il territorio della Regione Emilia-Romagna è interessato da tre nuovi Piani: il PGRA del distretto Padano, del distretto dell Appennino Settentrionale e del distretto dell Appennino Centrale. I Piani di gestione del rischio di alluvioni (art. 7 Direttiva 2007/60/CE e D.Lgs. 49/2010) sono stati adottati il 17 dicembre 2015 e successivamente, con delibere dei Comitati Istituzionali delle Autorità di Bacino, sono stati definitivamente approvati il 3 marzo Tali atti sono propedeutici alla predisposizione dei Progetti di Variante ai propri strumenti di pianificazione, tuttora vigenti, da parte delle Competenti Autorità di Bacino: nell area di interesse il Comitato Istituzionale dell Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli ha adottato di recente il Progetto di Variante di coordinamento del PSRI al PGRA, che contiene un corpo normativo derivato dalle misure dei PGRA, di seguito esaminato. Le cartografie contenute nel PGRA costituiscono il quadro conoscitivo di settore, costituito dall insieme delle mappe di pericolosità e di rischio di alluvioni a scala di bacino. Il PGRA fornisce quindi indicazioni e misure (non norme) declinate nel Progetto di Variante di coordinamento tra il PSRI e il PGRA. I PGRA non contengono pertanto norme tecniche di attuazione e non sono in salvaguardia. Nello specifico si precisa che il PUA in questione, come evidenziato anche nel relativo Documento di VALSAT, recepisce le prescrizioni delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio dell Autorità dei Bacini Romagnoli tuttora vigente e dei relativi pareri rilasciati dall Ente competente sul territorio (Consorzio di Bonifica della Romagna). La problematica idraulica del comparto (area a potenziale allagamento con tirante idrico di 50 cm) ha portato alla conseguente previsione della messa in sicurezza dell area attraverso l innalzamento di circa 1 metro del piano campagna attuale, per la risoluzione della criticità segnalata, come evidenziato nel cap. 3.2 della Valsat aggiornata nel Luglio Si ritiene pertanto che tale problematica sia stata approfonditamente trattata e che siano state previste le misure per la effettiva messa in sicurezza dell area, condivise con gli Enti competenti sul territorio, per la soluzione delle reali criticità locali. Dall analisi del nuovo PGRA dei Bacini Regionali Romagnoli di cui sopra, che fornisce la perimetrazione delle aree geografiche che potrebbero essere interessate da alluvioni secondo specifici scenari di

3 probabilità, emerge sull area, così come sul territorio limitrofo, uno scenario con probabilità di alluvioni poco frequenti, con un tempo di ritorno tra 100 e 200 anni media probabilità (P2 - M). L ambito territoriale di riferimento è sia il Reticolo naturale principale, in particolare il Fiume Ronco, sia il reticolo secondario di pianura dato dai canali di bonifica. Da tale esame, svolto visionando la cartografia on-line della Regione (MOKA), relativa alla visualizzazione delle mappe di pericolosità, ancora in fase di TEST, si riscontra che non sono introdotti ulteriori elementi di criticità oltre a quelli già affrontati e risolti nella proposta di PUA. PGRA: stralcio Mappa della pericolosità (fonte: sito RER) Recentemente con Deliberazione n. 1/3 del 27 Aprile 2016, il Comitato Istituzionale dell Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli ha adottato il Progetto di Variante di coordinamento tra il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni e il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. Il 1 giugno 2016 è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della RER n. 138, l avviso di adozione di tale Progetto. La Regione informa pertanto che costituiscono misure di salvaguardia, ai sensi e per gli effetti dell art.17 c. 6bis della L. 183/89 (come modificato dall art.65 c. 7 del D.lgs. 152/06), le norme del Progetto di Variante di cui agli articoli: art 1, art 2, art 2bis, art2 ter, art 6, art.9, art.10, art. 16, nonché l art. 3 e l art. 4 come

4 modificati nella relativa ricaduta territoriale dalle tavole di piano Perimetrazione aree a rischio idrogeologico a scala 1: della presente Variante; e che ove specificato, tali norme si applicano nelle aree individuate nelle tavole di piano Perimetrazione aree a rischio idrogeologico a scala 1:25.000, che costituiscono parte integrante e sostanziale di dette misure di salvaguardia, che avranno efficacia con decorrenza dal 1 giugno Il procedimento prevede che il Progetto di Variante e le eventuali osservazioni siano successivamente oggetto di esame e parere della Regione Emilia-Romagna, sulla base del quale l Autorità di Bacino adotterà il Piano per la definitiva approvazione della Regione stessa. In base agli elaborati resi disponibili per la consultazione, la tavola Perimetrazione aree a rischio idrogeologico (PAI) (TAV. 240 NO SO) evidenzia che l area in esame ricade in Aree di potenziale allagamento, normate dall art. 6 in salvaguardia. Tutta l'area è quindi identificata a media probabilità (P2) di allagamento.

5 La normativa dell art. 6 specifica che: Le aree di cui al presente articolo sono quelle nelle quali si riconosce la possibilità di allagamenti a seguito di piene del reticolo minore e di bonifica, nonché di sormonto degli argini da parte di piene dei corsi d acqua principali di pianura, in corrispondenza di piene con tempo di ritorno non superiore ai 200 anni, senza apprezzabili effetti dinamici. Tali aree, individuate in conformità con il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni di cui alla Direttiva 2007/60/CE, sono indicate nelle tavole della Perimetrazione aree a rischio idrogeologico relative al territorio di pianura del bacino idrografico oggetto del presente piano. Al fine di ridurre il rischio nelle aree di potenziale allagamento la realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia sono subordinate all adozione di misure in termini di protezione dall evento e/o di riduzione della vulnerabilità. I Comuni il cui territorio ricade nelle aree di potenziale allagamento provvedono a definire e ad applicare tali misure in sede di revisione degli strumenti urbanistici comunali vigenti, e nel caso di adozione di nuove varianti agli stessi. L Autorità di Bacino definisce, con la "Direttiva per le verifiche e il conseguimento degli obiettivi di sicurezza idraulica", approvata con Delibera Comitato Istituzionale n. 3/2 del 20/10/2003 e s. m. e i., i tiranti idrici di riferimento e fornisce indicazioni riguardo agli accorgimenti tecnico-costruttivi e ai diversi gradi di cautela da adottare in funzione dei tiranti idrici di riferimento. In aggiunta è quindi fornita la tavola relativa ai Tiranti idrici di riferimento (All. 6 Direttiva modificata), che riporta per l area di interesse un tirante idrico massimo di 50 cm, confermando quindi la criticità già segnalata nel PSRI vigente e che ha portato alla decisione, assunta nel PUA, della messa in sicurezza dell intera area attraverso l innalzamento di un metro del piano campagna attuale. Nel capitolo 6 della Direttiva Tiranti idrici di riferimento e accorgimenti tecnico-costruttivi (art. 6 comma 4), è specificato in riferimento al caso in esame: In relazione al tirante idrico di riferimento, ferma restando la competenza dei Comuni a fornire le indicazioni specifiche nell ambito dei propri regolamenti edilizi ed urbanistici, si possono riportare le seguenti indicazioni di massima: - Per aree con tiranti idrici attesi non superiori a 0,5 m: occorre garantire che non vi siano aperture dei vani utilizzati al di sotto del tirante idrico di riferimento. Pertanto occorrerà evitare aperture degli scantinati, scannafossi, rampe di rimesse interrate sprovviste di protezioni idonee, e ogni altra situazione in cui possa verificarsi ingresso d acqua in locali abitabili o comunque frequentabili dalle persone. Le recenti norme in salvaguardia non individuano quindi ulteriori tutele/prescrizioni per l area in esame rispetto a quelle già vigenti e condivise: si può quindi ritenere che le misure già previste (+ 1 m dal pc attuale) siano adeguate sia in termini di protezione dall evento, sia di riduzione della vulnerabilità. Dalla lettura della normativa non vi è quindi divieto di realizzare piani interrati purché non vi siano aperture dei vani utilizzati al di sotto del tirante idrico di riferimento. Pertanto occorrerà evitare aperture degli scantinati, scannafossi, rampe di rimesse interrate sprovviste di protezioni idonee, e ogni altra situazione in cui possa verificarsi ingresso d acqua in locali abitabili o comunque frequentabili dalle persone. Sarà cura del progettista, in fase esecutiva, mettere in atto le adeguate soluzioni progettuali.

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7 In merito alla richiesta di ARPAE in riferimenti al Piano Regionale di Gestione dei rifiuti, si precisa che a livello regionale Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR), adottato con delibera di Giunta Regionale dell'emilia-romagna n. 103 del 3/02/2014, è stato recentemente approvato dall Assemblea Legislativa, con deliberazione n. 67 del 3 maggio 2016 e pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna n. 129 del (Parte Seconda). Come previsto dalla dall art. 25, comma 5 della Legge Regionale n. 20/2000, il PRGR è entrato in vigore dal 6 maggio 2016, data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione. In merito a tale Piano, in salvaguardia dalla data di adozione, si ribadisce quanto riportato nel cap. 3.1 del Documento di Valsat (pag. 16), ovvero la conformità degli interventi in progetto anche alla stesura recentemente approvata, non essendo previsti nel Comparto in esame impianti di recupero e smaltimento dei rifiuti. Non si hanno pertanto previsioni in contrasto con il PPGR. Inoltre nel Piano regionale non vi sono specifiche indicazioni e prescrizioni per i piani comunali, ma azioni puntuali e strategiche finalizzate alla prevenzione della produzione di rifiuti. La proposta in esame, che prevede la realizzazione di punti di raccolta differenziata entro il comparto, si può ritenere conforme anche alle direttive del Piano regionale. Viene rimandata alla fase di progettazione esecutiva l attuazione delle indicazioni espresse, sia durante la fase di cantiere, sia nella successiva fase di esercizio delle attività previste.

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