NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO *

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1 FONTE NUOVA Via Nomentana, angolo via Settembrini. Necropoli cherebbero in un orizzonte cronologico tardo repubblicano-alto imperiale. Tutte le sepolture poggiano sul banco naturale di tufo, nel quale non è stata scavata la fossa, e presentano la tipica copertura di tegole a cappuccina, ANNALI NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO * NOTIZIARIO ARCHEOLOGICO * a cura di EUGENIO MOSCETTI * Il notiziario, iniziato negli Annali 1995, pubblica notizie relative a interventi e scavi regolari della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, a rinvenimenti occasionali e nuove acquisizioni su monumenti già noti. Alcune delle schede pubblicate si riferiscono a ritrovamenti recentissimi o a scavi ancora in corso, per cui devono necessariamente essere considerate note preliminari. Al Soprintendente dott. Marina Sapelli Ragni e al Funzionario di zona dott. Benedetta Adembri va il nostro più vivo ringraziamento per la loro liberalità. FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, PLANIMETRIA fatta eccezione per la tomba indicata con il numero 4, pertinente ad una donna, che mostra una copertura di tegole collocate in piano, poste a coprire una fossa tufacea profonda alcuni centimetri. Nel corredo presente, notevoli una lucerna repubblicana (T.2), integra al momento del rinvenimento, e tre aghi crinali in osso (T.4), purtroppo spezzati in più parti; del tutto priva di reperti era, invece, la tomba (T.3) pertinente ad un neonato deposto in posizione fetale. TOMBA 1 Abbastanza ben conservata, la copertura 3 di T.1 era costituita da cinque grosse tegole posizionate sul lato lungo, poggianti cioè sulle alette laterali, le quali, a loro volta, erano a diretto contatto con il banco di tufo naturale. Tutte le 5 tegole presentavano, al momento dello scavo, evidenti tracce di calce; una sola di esse, posta lungo il lato orientale, aveva una decorazione in corrispondenza di uno dei margini brevi, caratterizzata da un ampia solcatura volta a definire parte di un ovale 4. Erano ancora in situ, con sulla sommità della sepoltura due coppi in frammenti. Lo scheletro 5, probabilmente di un bambino, poggiava direttamente sul banco di tufo, completo e in connessione, anche se il cranio, orientato a S, era notevolmente scomposto e il femore sinistro rialzato e spostato 6 ; era in posizione supina, con le mani incrociate sul bacino e le gambe distese e parallele. Il corredo consisteva unicamente in un vasetto 7, quasi integro, rinvenuto lungo il lato sinistro del corpo, parzialmente sovrapposto a tibia-perone. TOMBA 2 La copertura 8 si presentava leggermente dissestata, con tegole e coppi in frammenti anche se ancora in situ; rimanevano cinque tegole (su tutte ci sono tracce di un sottile Nel mese di giugno 2008 un indagine preventiva, condotta nel terreno ubicato all angolo tra via Nomentana e via Settembrini a Fonte Nuova 1, ha portato al rinvenimento di quattro tombe povere ad inumazione, poste a circa un metro di distanza l una dall altra, in una piccola area quadrangolare. Il resto della proprietà indagata non ha mostrato resti consistenti di altre sepolture o di strutture di interesse storico-archeologico anche se, in alcuni punti, in particolare in prossimità del confine con la proprietà Giacomoni-Finardi, si sono rinvenuti frammenti di tegole unitamente a piccoli frammenti ceramici, soprattutto vernice nera e qualche piccolo frammento di sigillata italica. È probabile che precedenti interventi di carattere agricolo abbiano portato alla distruzione di altre sepolture, verosimilmente dello stesso tipo di quelle recuperate. Le quattro inumazioni (T.1-4) 2, due adulti, un bambino e un neonato, isolate al centro del terreno e poste allo stesso livello, farebbero pensare ad un piccolo nucleo famigliare e, in base ai pochi materiali raccolti, si collo- strato di calce): due su ogni lato, e una di chiusura lungo il lato corto N. La pulizia ha rivelato la presenza di un frammento del cranio e di parte della spalla destra visibile per ca. 11 cm lungo il lato corto meridionale della tomba, al di fuori delle tegole di copertura. Lo scavo del riempimento, costituito come per T.1 da uno strato unico e compatto di terra scura, ha portato al rinvenimento, oltre a lacerti di calce, di

2 frammenti di tegole e coppi ricaduti all interno della sepoltura, di una tessera di mosaico bianca in calcare (1 cm di lato) e di due denti umani. Lo scheletro 9, forse di un adulto, pog- riori, appariva notevolmente danneggiata a causa della mancanza, in questo punto, della struttura di protezione; in particolare, si conservava traccia di qualche costola e delle scapole; quasi assente il cranio, del quale sono stati rinvenuti solo due frammenti (oltre a quello recuperato durante lo scavo del riempimento), unitamente ad alcuni denti e ad un frammento di mandibola. L inumato era deposto supino, con le mani incrociate sul bacino e le gambe distese e parallele; la testa, come nella T.1, era rivolta a S. Il corredo è costituito da una lucerna, integra ma lesionata in più punti, rinvenuta lungo il lato destro, giava direttamente sul banco di tufo ed era perfettamente conservato dai piedi fino al bacino, mentre la parte superiore del corpo, ad eccezione del primo tratto di colonna vertebrale e di parte degli arti supe- a circa 3 cm da tibia-perone e a 14 cm dai piedi. La lucerna 10, è decorata sulla spalla e sul disco con globetti a rilievo e presenta evidenti tracce di bruciato intorno al foro di uscita della fiamma. Sul lato sinistro, leggermente sovrapposto a tibia-perone, come già notato per T.1, è stato rinvenuto un vasetto 11 mancante della parte superiore del corpo e dell orlo, di cui si conserva solo un frammento. TOMBA 3 La copertura di T.3 era la più danneggiata: di essa rimanevano in situ due tegole frammentarie, una sul lato destro (lungh. 44 cm) e una sul lato sinistro (lungh. 32 cm), conservate per un altezza massima di 12/13 cm a partire dal banco di tufo naturale che, come per T.1 e T.2, fungeva da piano di deposizione. Lo scavo ha rivelato parte di un piccolo scheletro (lungh. tot. 45 cm) deposto in posizione fetale e caratterizzato da frammenti ossei fragilissimi. Lo scheletro del neonato, rivolto con la testa ad O, era parzialmente mancante ma in connessione. Non vi erano tracce di corredo. TOMBA 4 La copertura 12 di T.4 si differenziava dalle tre tombe precedentemente descritte, c.d. a cappuccina, in quanto presentava una struttura di protezione costituita da cinque grosse tegole poste in FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, PROFILO ALTIMETRICO FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, TOMBE 1-4 piano e schiacciate al centro. Le prime due tegole, partendo da S, avevano le alette rivolte verso il basso, così come la quarta, mentre nella terza e quinta erano rivolte in alto; in questo modo parte delle tegole erano poste ad in- FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, TOMBA 1 castro l una sull altra, dando maggiore stabilità alla struttura. Lo scheletro 13 era perfettamente conservato, completo e in totale connessione; solo il cranio risultava leggermente schiacciato a causa della ricaduta interna delle tegole di copertura. L inumato giaceva supino, con la testa leggermente reclinata sulla spalla destra, orientata a N 14, le mani incrociate sul bacino, le gambe distese e parallele. Il corredo consisteva in tre aghi crinali in osso con stelo a sezione circolare, rinvenuti ai piedi dello sche- 241 ANNALI 2008

3 FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, TOMBA 2 te NS. La prima (trincea 1) ha rivelato solamente una sepoltura povera, mal conservata, adagiata sul banco di (T.24); la seconda (trincea 2), parallela alla prima, ha portato al rinvenimento di un tratto molto ben conservato dell antica via Cornicolana 18. Per quanto riguarda la necropoli, una prima pulizia della sezione 19, lunga circa m 40 e alta m 2,00-2,50, ha permesso di individuare 19 tombe, per lo più alloggiate in tagli regolari praticati nel tufo; in alcune di esse erano ben visibili alcuni frammenti ossei (vedi, per esempio, le tombe n. 2, 5, 6, 8, 9, 16, 17), mentre di altre era evidente unicamente il taglio nel banco tufaceo. Tutta la parete, inoltre, era interessata, con punti di maggiore e minore concentrazione 20, da materialetro: due, con capocchia sferica 15, lungo il lato destro, in prossimità di tibia-perone; uno, con capocchia ovale, vicino a tibia-perone del lato sinistro. L inumazione, a differenza delle prime tre sepolture, poggiava su un piano di deposizione costituito da tre tegole in frammenti 16 ; inoltre, a differenza delle altre tre che sfruttavano il banco di tufo come piano di deposizione, presentava una fossa rettangolare con margini regolari e arrotondati, leggermente più larga in prossimità della testa (lungh. tot. 1,84 m, largh. 56/45 cm, profondità ca. 20 cm). EUGENIO MOSCETTI, SILVIA GREGGI GUIDONIA Località Setteville. Necropoli. Via Cornicolana N el mese di febbraio 2008 la Soprintendenza è dovuta intervenire, intimando il fermo lavori, in via G. Pascoli 17 a Setteville di Guidonia, dove lavori di sbancamento non autorizzati per innalzare un muro di confine, avevano sezionato parte del banco di tufo presente sul lato N del terreno, investendo e danneggiando gravemente una serie di sepolture posizionate lungo tutta la lunghezza della parete, a quote differenti. Si è quindi proceduto ad un indagine di emergenza per esplorare quanto rimasto della necropoli e inoltre sono state scavate nel lotto di terreno due trincee esplorative, orienta- ANNALI FONTE NUOVA. VIA NOMENTANA-VIA SETTEMBRINI, TOMBA 4 le ceramico sparso di vario tipo e da lacerti di tegole uniti a tracce di calce. Per quanto è stato possibile osservare, la necropoli mostra una serrata disposizione delle sepolture (n. 26 in totale) volta ad occupare tutti gli spazi disponibili, tanto che in alcuni punti è possibile osservare una vera e propria sovrapposizione delle diverse deposizioni (ad es. nn. 8-11). orientate sia in senso NS che in senso EO. La maggior parte delle tombe individuate, tutte tagliate e seriamente danneggiate, erano del tipo c.d. a cappuccina dove la copertura di tegole, rinforzata in alcuni casi da blocchi irregolari di tufo lungo i lati e da strati di calce, andava ad innestarsi al di sopra di fosse più o meno profonde, ricavate nel banco tufaceo naturale. SETTEVILLE. VIA PASCOLI, FOTO SATELLITARE DELL AREA

4 SETTEVILLE. VIA PASCOLI, PERCORSO DELLA CORNICOLANA Alcune delle tombe scoperte in un secondo momento, in seguito allo scavo e alla rimozione di quelle visibili in sezione, non sono state scavate in quanto gran parte della struttura si sviluppa all interno del terreno confinante (è il caso delle tombe n. 12, 22, 23 e 26). In una sola tomba (T.24), non collocata lungo la parete N, si è rinvenuto il corredo costituito da una vasetto fittile e da un asse di Domiziano. Tra i reperti rinvenuti nello scavo delle tombe della parete N, si segnalano tre bolli posti su altrettanti frammenti di tegole utilizzate come elementi di copertura; si tratta di due bolli rettangolari di età repubblicana, e di uno semilunato d età neroniana, in relazione rispettivamente alle tombe 3, 9 e 4 (v. sotto). In conclusione l indagine ha rimesso in luce i resti di una necropoli, verosimilmente databile alla prima età imperiale 21, collocata lungo un asse stradale, la via Cornicolana, che le costanti ricerche sul territorio vanno definendo sempre più come tutt altro che secondario. L area sepolcrale doveva presentare una notevole estensione se si tiene conto del fatto che diverse sepolture proseguono nel terreno confinante a N e che molte di esse, difficile stabilire quante, sono state intercettate e distrutte dai lavori eseguiti dal proprietario del terreno. Struttura muraria ad E di T. 1 (T. 25?) La prima struttura visibile lungo la parete N, era costituita da un breve tratto murario in frammenti di tegole e mattoni, posta alcuni centimetri al di sopra del banco di tufo., dal quale era separata unicamente da uno strato compatto di terra, privo di materiali o frammenti organici. In base alle caratteristiche del sito e al taglio regolare nel sottostante banco tufaceo, è possibile ipotizzare che il segmento murario in questione costituisse la copertura di una sepoltura (T. 25). SETTEVILLE. VIA PASCOLI, NECROPOLI DA EST SETTEVILLE. VIA PASCOLI, NECROPOLI DA OVEST TOMBA 1 Si trovava ad E della sezione N, al livello del piano di calpestio del lotto di terreno, a circa 2 m dal piano di campagna. La copertura era formata da due tegoloni colore arancione chiaro posti in orizzontale uno sull altro a formare la copertura a cappuccina con le alette poste verso il basso. All interno solo pochi molari e qualche canino e i resti di un lacrimatoio in ceramica (diam. collo cm 2,3). TOMBA 2 Scavata nel banco di tufo mostrava ancora parte della copertura originaria (che si estendeva in senso EO per una lunghezza di m 1,70), caratterizzata da tegole, frammenti di coppi, tracce di calce e alcuni blocchi di tufo. Al di sotto della struttura di protezione, era ben evidente l inumazione, supina e poggiata direttamente sul banco di tufo; in particolare si vedeva la traccia di metà del cranio, rivolto ad E, con parte della mandibola e un frammento osseo pertinente, probabilmente, all omero sinistro. 243 ANNALI 2008

5 Lo scavo ha permesso di recuperare, oltre ai frammenti ossei già visibili in sezione, i due femori, frammenti di tibia-perone destro, alcuni frammenti di costole e una clavicola, e alcuni frammenti pertinenti al disco di una lucerna. TOMBA 5 Si trovava circa 50cm di distanza dalla tomba 4 ed era costituita da una serie di pietre (13) di medie e piccole dimensioni poste in piano e una tegola posta di taglio, con alettone posto verso l alto. La ruspa aveva completamente asportato lo scheletro poiché sono stati trovati solo alcuni frammenti ossei. Il ta- glio scavato nel tufo (100x60 cm) si trova a circa 1,15 cm dal piano di campagna. TOMBA 3 Subito ad ovest di T. 2, ad una quota leggermente superiore, la sezione mostrava parte di una solida struttura, ben delimitata sia a destra che a sinistra, caratterizzata prevalentemente da calce, frammenti di tegole e coppi e alcuni blocchi di tufo. Lo scavo non ha evidenziato la presenza di alcun frammento osseo. Da segnalare la presenza di un bollo rettangolare 22 in una delle tegole frammentarie di copertura; in esso si legge L. P, quest ultima seguita da parte di una terza lettera che potrebbe essere una O (L. Postumius? CIL. XV, 1383 a,c). SETTEVILLE. VIA PASCOLI, TOMBE Si trovava a circa 50 cm di distanza dalla tomba 3 e a 40 cm dalla tomba 5, presentava una copertura danneg- giata formata da tegole disposte in piano, una delle quali conservava un bollo semilunato. Lo scheletro di cui erano conservati solo gli arti inferiori, aveva un orientamento NS. La misura del femore sx è di circa 25 cm e questo fa pensare all inumazione di un adulto. Il taglio, regolarmente scavato nel tufo, misurava 94x36x24 cm di altezza. glio nel tufo non regolare misura circa 60x110 cm di lunghezza. TOMBA 4 TOMBA 7 Il numero 7 contraddistingueva un taglio netto e regolare praticato nel banco di tufo, poco profondo e di forma TOMBA 6 Distava circa 20 cm dalla tomba 5, con copertura alla cappuccina formata da tre tegoloni, a 70 cm dal piano di campagna ed era formata da tre grossi tegoloni. Sul lato O conservava alcuni frammenti di olletta in ceramica comune con evidenti tracce di bruciato che ne attestavano l uso funerario. Il rinvenimento di alcuni dentini da latte fa pensare che appartenesse ad un bambino. Il ta- SETTEVILLE. VIA PASCOLI, PIANTA DELLA VIA CORNICOLANA SETTEVILLE. VIA PASCOLI, TOMBE 8-11 rettangolare ben visibile in sezione; lo scavo, tuttavia, non ha portato al rinvenimento di alcun elemento riconducibile ad una sepoltura. TOMBE A sinistra del taglio denominato T.7, la sezione mostrava un interessante sovrapposizione di sepolture che occupavano in altezza quasi tutta la parete; erano comprese all interno di uno spazio ristretto, delimitato ad E e ad O da due muretti realizzati con blocchi di tufo irregolari di medie dimensioni, legati con malta cementizia. Tra queste sepolture, l unica che presentava una fossa regolare scavata nel tufo, di forma rettangolare, era ANNALI

6 SETTEVILLE. VIA PASCOLI, SEZIONE DELLA VIA CORNICOLANA quella posta più in basso (n. 8); essa mostrava in sezione, all interno della fossa stessa, alcuni blocchi di tufo di medie dimensioni, nuclei di calce grigia, lacerti di laterizio e due frammenti più grandi pertinenti a due diverse tegole. La tomba numero 9, posta circa mezzo metro più in alto al di sopra della fossa di T.8, era costituita da parte di un unica tegola 23 posta in piano, con le alette rivolte verso il basso e il lato corto parallelo alla linea di sezione. Al di sotto della tegola, unico elemento superstite dell originaria copertura, erano ben visibili, prima dello scavo, alcuni piccoli frammenti ossei. Lo scavo ha permesso il recupero di parte del cranio dell inumato, notevolmente schiacciato. La tegola conserva il bollo rettangolare M. TVLLI ML, con le ultime due lettere in legatura 24. Ad est della T.9, grosso modo alla stessa quota, era sita un altra cappuccina (T.10), anch essa danneggiata dall escavatore e quindi largamente mancante. La pulizia al suo esterno ha permesso di recuperare due frammenti pertinenti a due diversi piccoli coperchi di terracotta. Della copertura rimanevano solo quattro tegole in numerosi frammenti 25. Pochissimi i frammenti ossei recuperati durante lo scavo Al di sopra delle tombe 9 e 10, era visibile in sezione uno strato abbastanza compatto di calce, lacerti di laterizio e blocchi di tufo 26, all interno del quale era sistemata una lastrina 27 anepigrafe di marmo bianco, posta di taglio. È ipotizzabile che le tombe sopra descritte, delimitate ad E e ad O dai due muretti a secco, fossero pertinenti ad un unico gruppo famigliare. TOMBA 12 Ad O delle sepolture delimitate dai due muri, era ben evidente un taglio regolare praticato nel banco di tufo nella cui terra di riempimento erano presenti alcuni frammenti di tegole e un frammento di un coppo, pochi lacerti di calce e, soprattutto, diversi blocchi di tufo irregolari. La pulizia della struttura ha evidenziato solo la presenza di due frammenti ossei e un frammento di un chiodo apotropaico. TOMBE Le tombe contrassegnate dai numeri 13, 14, 15 e 16 non sono state interessate dallo scavo ma solo documentate, limitatamente a quanto era possibile osservare in se- zione. La difficoltà di lavorare lungo la parete, infatti, era particolarmente evidente in questo punto, perché lo sbancamento aveva ridotto al minimo la fascia di terreno disponibile per l indagine. Per quanto riguarda T.13, 14 e 15 erano ben evidenti in sezione le fosse, poste allo stesso livello ma di forme e dimensioni differenti; le fosse di T.13 e 15, erano infatti rettangolari e di maggiore ampiezza rispetto a T.14 che mostrava, come le due tombe vicine, contorni netti ma un profilo più arrotondato e dimensioni più contenute. Il taglio relativo a T.15 era quello con una maggior concentrazione di materiale, per lo più relativo a quella che doveva essere l originaria copertura di tegole, e l unico nel quale erano visibili dei frammenti ossei. La tomba 16 era collocata tra T.13 e T.14 ma ad una quota superiore, prossima al piano di campagna del terreno confinante; la sezione mostrava unicamente alcuni frammenti ossei sparsi tra lacerti di tegole e tracce di calce; tra questo materiale, è stato recuperato un piccolo frammento di lucerna. TOMBA 17 Visibile in sezione, è stata quasi totalmente distrutta e la copertura divelta. La lunghezza della tomba, ca. 190 cm, e il ritrovamento degli arti inferiori del defunto non in connessione, fanno pensare ad un individuo adulto orientato EO. Il taglio si trovava a circa 180 cm dal piano di campagna. TOMBE La T.18 presentava un taglio praticato nel banco di tufo dai contorni netti e abbastanza regolari ma, rispetto alle fosse precedentemente descritte, mostrava un profilo più arrotondato. La terra di riempimento della fossa, analizzata in sezione, aveva caratteristiche simili ai riempimenti fin qui citati: frammenti di tegole, blocchi di tufo, lacerti di calce, frammenti di ceramica acroma comune. Ad O di T.18, ma ad una quota leggermente superiore, un altro taglio nel banco tufaceo individuava la T.19. TOMBA 20 Era una fossa regolare scavata nel tufo tra le tombe n. 6 e 7, all interno della quale sono stati individuati diversi blocchi di tufo irregolari, disposti in modo compatto e regolare. TOMBA 21 La tomba 21 si trovava sul lato O della sezione indagata, a ca. 90 cm dal piano di campagna ed era composta prevalentemente da una copertura di blocchi di pietra e tufo posti in piano e lacerti di tegola di colore giallo legati da malta grigio chiara compatta. L orientamento della 245 ANNALI 2008

7 tomba sembrava essere EO, ma non è stato possibile stabilire la posizione dello scheletro poiché non è stato trovato. La presenza di frammenti di ossa (femore?) vicino la tomba (a E, probabilmente divelte dalla ruspa) e le dimensioni della stessa 95x40 cm fanno pensare alla sepoltura di un individuo giovane. Il taglio regolare, misura 100x60 cm, ma non è stato individuato il limite N perché limite di scavo della sezione. TOMBA 23 La tomba 23, sita ca. 1 m al di sopra del banco di tufo nel quale è stata scavata la fossa della tomba 1, era una cappuccina della quale sono ben visibili in sezione un tegolone, poggiante sull aletta, e due frammenti di un coppo; non mostrava in sezione tracce di materiali o frammenti ossei. TOMBA 24 La tomba n. 24 è l unica che sia stata individuata al di fuori della parete N; infatti, è stata rinvenuta durante l indagine esplorativa (trincea 1) condotta nel tereno antistante il banco tufaceo interessato dalle sepolture. La sepoltura, sita ad una profondità di m 1.50 dal piano di campagna 28, non mostrava tracce di strutture di protezione ed era stata semplicemente poggiata sul banco di tufo, senza tagli o particolari preparazioni del terreno. La mancanza di copertura ha influito negativamente sullo stato di conservazione dell inumazione della quale sono stati evidenziati, per una lunghezza massima di 64 cm, parte di un femore e frammenti relativi probabilmente a tibia-perone, unitamente ad alcuni frammenti pertinenti alla colonna vertebrale. Nonostante lo stato di conservazione non buono dello scheletro, è stato possibile recuperare un asse di Tito e un vasetto globulare quasi integro. TOMBA 26 La tomba 26, come la 23, non è stata interessata dallo scavo in quanto si sviluppava nel terreno confinante; essa era costituita da frammenti di tegole e lacerti di calce ben visibili in sezione e posti quasi al livello del piano di campagna, al di sopra della tomba 4. Non erano visibili in sezione frammenti ossei o materiali riconducibili alla sepoltura. Via Cornicolana Come sopra accennato, lo scavo di due trincee esplorative nella zona centrale del lotto ha permesso la scoperta la di un ulteriore tratto della Cornicolana nell abitato di Setteville 29. Lo scavo ha rimesso in luce 5 metri ca. dell antica via. Il tratto indagato ha orientamento EO e risulta perfetta- mente in linea con quello scoperto in occasione della edificazione della vicina chiesa. Il tracciato è ben conservato, anche se mostra maggiori rifacimenti e restauri con basoli calcarei nel pavimentum rispetto ai tratti precedentemente rinvenuti. La crepidine, ben conservata su ambo i lati, è costituita da blocchi di varie dimensioni e da schegge di calcare bianco disposti in piano in modo regolare. La parte meridionale della crepidine è mancante di alcuni blocchi per ca. 1 m di lunghezza, ma ne conserva l allineamento. La strada si trova a ca. 4,20 m sotto il livello stradale moderno (via Pascoli) e fu realizzata scavando una tagliata, profonda fino a 2 m, nel banco di tufo presente nell area, con l evidente scopo di raggiungere il vicino raccordo con la via Tiburtina distante ca. 250 m in lieve discesa, evitando bruschi dislivelli. EUGENIO MOSCETTI, SILVIA GREGGI, EVA MADDALONI SETTEVILLE. VIA PASCOLI, VIA CORNICOLANA FONTE NUOVA Località Santa Lucia, via Corsica. Cunicolo idraulico La messa in opera di una nuova condotta per la distribuzione dell acqua potabile 30 in prossimità del incrocio fra via Corsica e via Basilicata, a Fonte Nuova, ha riportato in luce i resti di una condotta di epoca romana, interamente scavata nel tufo e rivestita di malta idraulica, che doveva aveva la duplice funzione d invaso per la captazione delle sorgenti sovrastanti e impedire l allagamento del fondo valle con nocivi ristagni. Il cunicolo, con la caratteristica copertura a schiena d asino, è interrotto da crolli provocati dalle moderne interferenze edilizie, tanto da rendere difficile l individuazione dell estensione totale e della morfologia; misura m 1,80 ca. in altezza ed è largo m 0,90; mostra ampie tracce del robusto rivestimento in malta idraulica spesso cm 20 ca. La condotta risulta seguire la direzione della sovrastante via Corsica; il tratto che declina verso il fondo della collina (direzione SO) risulta purtroppo non esplorabile a causa del crollo della volta. Il tratto in direzione E-NE, ANNALI

8 FONTE NUOVA, VIA BASILICATA. FOTO SATELLITARE FONTE NUOVA, VIA BASILICATA. PLANIMETRIA FONTE NUOVA, VIA BASILICATA. CUNICOLO IDRAULICO FONTE NUOVA si divide lungo il suo prolungamento in due rami, percorribili solo per pochi metri a causa di crolli. Al centro della diramazione, sull estradosso, è visibile un pozzetto d areazione e/o di lavorazione, richiuso con cemento e laterizi in epoca moderna. La condotta dopo l incrocio si estende per m 6 ca. prima di curvare a sinistra per m 7 in direzione N, fino ad una parete di epoca moderna costituita da cemento e mattoni. L ultima parte della condotta si trova sotto un abitazione privata moderna con relativi pericoli 31. Nel 1994 uno sbancamento per l edificazione di alcuni villini in via Corsica, aveva riportato in luce un cunicolo idraulico 32, che sembra riferibile al prolungamento del ramo destro dell incrocio; a differenza di quello rinvenuto nel 2008, era privo del rivestimento in malta idraulica. Località Torricella. Villa Isaggi archeologici eseguiti nel 2008 nella vasta area compresa tra via Settembrini e il fosso Mancini in loc. Torricella a Fonte Nuova 33 hanno permesso la riscoperta di una grande villa romana 34. Nel 1888 il Lanciani 35 pubblicò un articolo in Notizie degli Scavi in cui riferiva: Il Principe di Sulmona don Paolo Borghese ha incominciato a scavare gli avanzi di un edificio balneare, posto in una gola dei colli di Nomento, a diciassette chilometri da Roma, a 600 metri a levante della via antica. Il nome della contrada quarto Torricella deriva dagli avanzi di un cospicuo mausoleo, posto sulla vetta del colle, e che deve aver servito di sostegno a qualche opera di difesa medioevale. Anche due altri archeologi e studiosi della Campagna romana fra la fine dell Ottocento e l inizio del Novecento, Th Ashby 36 e G. Tomassetti 37 parlano nei loro scritti di questa villa senza tuttavia darne una ubicazione certa. Il Lanciani descrive con una certa cura l edificio termale, composto da sala rettangolare contornata da due piscine e da un sudatorio, databile, a suo dire, all età flavia. Durante lo scavo il Lanciani recuperò due importanti iscrizioni sepolcrali: la prima posta dai patroni per ricordare due liberti Eutichete e Vittorino 38 ; la seconda ricorda Sesto Offanio Satiro 39 che costruì la tomba per se stes- 247 ANNALI 2008

9 FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. FOTO SATELLITARE DELL AREA FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. POSIZIONAMENTO DEI RESTI DELLA VILLA so, per la moglie Marcia Fedra, per i suoi familiari e i loro liberti 40. Oggi, a 120 anni di distanza dalla scoperta del Lanciani, i saggi di scavo esplorativi nella zona, hanno riportato in luce i resti di una grande villa romana a carattere rustico-residenziale che tutto fa ritenere essere quella di cui l archeologo monticellese riportò in luce la sola parte termale. Infatti l indagine ha rivelato la presenza di struttu- re che sembrano corrispondere e per la tecnica edilizia e per l ubicazione a quelle descritte nel lontano 1888 dal Lanciani. La villa si estendeva sulla dorsale collinare che degrada verso il fosso Mancini e dalla quale si può ammirare Torre dei Gizzi. Nel punto più alto in corrispondenza del banco tufaceo era incassata una grande cisterna rettangolare lunga circa venti metri il cui muro largo m 1,50 serviva anche da sostruzione. Un altra riserva d acqua circolare in calcestruzzo a scaglioni calcarei (fase repubblicana?) si trovava a poca distanza e quasi in linea con la precedente. Appena più in basso, in una vasta spianata di ca mq si estendevano gli ambienti residenziali della villa con pavimenti rivestiti con mosaico bianco e nero a motivi geometrici, marmi, e opus spicatum. Le grandi soglie erano in travertino. Più in basso la villa era caratterizzata da terrazzamenti agricoli e cisterne multiple alimentate da un acquedotto a cunicoli che si estendono per ca mq. Nella parte rustica della villa sono stati rinvenuti un dolio di media grandezza e resti di un grande torculario in tufo. La tecnica edilizia usata è l opera quadrata con paramento in tufo e l opera mista in laterizi e tufo. Particolarmente interessante la scoperta del diverticolo (largo m 3,50 ca., conservato per ca. 10 m), lastricato con grandi basoli di pietra calcarea, che univa evidentemente la villa alla vicina via Nomentana, con relativo ingresso (porta carraia) in cui entravano e uscivano i carri. FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. GRANDE INGRESSO FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. PAVIMENTO IN MOSAICO CON PELTE Purtroppo i lavori agricoli eseguiti nell area nel corso dei secoli hanno gravemente danneggiato le strutture archeologiche. La villa sembra caratterizzata da una prima fase edilizia di età repubblicana a cui seguì un notevole ampliamento in età flavia, come sembra confermare anche una moneta (asse di Domiziano) rinvenuta in una tomba a cappuccina, caratterizzata anche dal rinvenimento di tre esemplari di un bollo delle figline Domitianae Minores 41. Nell area esplorata sono state rinvenute solo due tom- ANNALI

10 FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. DIVERTICOLO FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. GRANDE DOLIO FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. RESTI DI TORCULARIO FONTE NUOVA, LOC. LA TORRICELLA. CANALE DI SCARICO IN LATERIZI be a cappuccina isolate 42, il che fa ritenere che l area sepolcrale della villa si trovasse a monte, nella zona della Torricella. Gli scavi si sono per ora si sono limitati a circoscrivere l area della villa con relativa fascia di rispetto 43. Sarebbe auspicabile ottenere finanziamenti per proseguire l indagine e valorizzare l importante scoperta che promette interessanti sviluppi. GUIDONIA-FONTE NUOVA Lavori di costruzione via Nomentana bis. Ritrovamenti Ilavori per la realizzazione della variante alla S.P. Nomentana (Nomentana Bis) sono stati preceduti da un indagine archeologica preventiva, diretta dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio, lungo tutto il nuovo tracciato previsto, che interesserà principalmente gli abitati di Tor Lupara e Colleverde, rispettivamente nei comuni di Fonte Nuova e Guidonia Montecelio. a) FONTE NUOVA, Località Tor Lupara, angolo via Nomentana-via di Tor S. Antonio. Necropoli In questo tratto, ove è privista una rotatoria le trincee esplorative hanno portato al rinvenimento di otto sepolture ad inumazione: sette del tipo a cappuccina ed una, FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. POSIZIONAMENTO DELLE TOMBE 249 ANNALI 2008

11 infantile, all interno di un anfora commerciale (enkytrismòs). Ad eccezione della tomba n. 1 (T.1) 44, le altre sette sepolture ricadono esattamente all interno dell area che sarà occupata dalla rotatoria, disponendosi lungo il suo margine orientale. Va premesso che la zona interessata dalle sepolture è stata soggetta nel corso del tempo a diversi rimaneggiamenti, l ultimo dei quali rappresentato da un consistente spianamento e compattamento del terreno per favorire l istallazione di alcune giostre, che hanno intercettazione e danneggiato le coperture delle tombe poste a quote più alte (in particolare le tombe n. 3-4 e 5-7) che apparivano come schiacciate nella sommità, con conseguente scivolamento dei coppi e delle tegole lungo i due lati. La necropoli sembra essere costituita da due piccoli raggruppamenti principali e vicini tra loro, costituiti, rispettivamente, dalle tombe 5, 6 e 7 e dalle tombe 3 e 4; le rimanenti sepolture (tombe 1, 2 e 8) sembrano isolate, sia in relazione ai due gruppi principali che tra loro. Le tombe 3-4 e 5-7 sfruttavano il banco naturale di tufo nel quale sono state ricavate delle fosse abbastanza regolari, di forma rettangolare, mente nelle tombe n. 1 e 2 le deposizioni poggiavano direttamente sul banco. Diverso, infine, il caso dell enkytrismòs, dove l anfora era semplicemente adagiata sulla terra. TOMBA 1 La copertura era costituita da 5 tegole poste in piano e allineate nel lato lungo, con alette in alto. Il terreno di riempimento era costituito da uno strato unitario di accumulo naturale, di colore marrone e consistenza friabile. Lo scheletro 45, in connessione, mancava della parte superiore del cranio e la mandibola appariva scomposta; del lato sinistro della parte superiore del corpo si conservavano solo parte dell omero, la scapola e la clavicola; assenti, oltre alle ossa dei piedi, la parte terminale destra di tibia-perone. L inumato giaceva supino, con la testa leggermente reclinata sulla spalla destra ed orientata a N, le braccia incrociate sull addome e le gambe parallele. La deposizione era adagiata sul banco di tufo, che mostra segni di lavorazione al fine di regolarizzare il piano di deposizione. tuito da uno strato unitario di accumulo naturale, di colore marrone scuro e consistenza friabile; in connessione e completo, l inumato 47 era deposto supino, con il cranio reclinato sulla spalla destra ed orientato NO, le braccia incrociate sul bacino e le gambe parallele. Durante il recupero delle ossa del bacino, sopra il quale erano composte le mani, si è rinvenuto un chiodo in ferro. Anche qui il corpo era adagiato direttamente sul tufo, ma era evidente una preparazione del piano di deposizione 48. TOMBA 3 Della copertura rimanevano in situ solo tre tegole frammentarie 49, di cui una, di chiusura, in corrispondenza dei piedi 50 ; esse erano state alloggiate all interno della fossa e inzeppate con blocchi di tufo irregolari di piccole e medie dimensioni La pulizia dello scheletro, difficoltosa per la presenza di radici disposte fittamente intorno e dentro le ossa, ha portato unicamente all evidenziazione di metà del cranio (14x13 cm), che conservava alcuni denti, di parte dei due femori (lungh. 30 cm) e di un frammento dell omero sinistro (lungh. 16 cm), per una lunghezza complessiva dei resti ossei in situ di 1.06 m. L inumazione, insieme a quella infantile di T.8, era l unica della necropoli a presentare un orientamento diverso dal resto delle sepolture, infatti a fronte di una prevalente disposizione NS, mostrava un opposto collocamento della testa, volta a S-SE. Vicino ai piedi del defunto è stata rinvenuta una monetina di bronzo (diam. 2,2 cm), illeggibile. La fossa 51, interamente scavata nel tufo, aveva una forma rettangolare, leggermente più ampia e arrotondata presso la testa, e presentava pareti regolari, soprattutto in TOMBA 2 La copertura era a cappuccina: due tegole presentavano al centro della faccia superiore una semplice decorazione incisa, costituita da una linea continua volta a formare una sorta di elle 46. Il riempimento era costi- FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 1 FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 2 ANNALI

12 FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 3 FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 4 ra realizzata con due file di grosse tegole disposte a spiovente. Lo scheletro 55 era in connessione ma incompleto, mancavano la metà superiore del cranio, il bacino, il femore sinistro, le ossa delle mani e, in parte, quelle dei piedi. L inumato giaceva supino, con la testa orientata a N-NO e girata sul lato sinistro. Ai piedi del defunto, sul lato sinistro, si trovava un piatto in terracotta 56, rinvenuto in numerosi frammenti. La fossa 57, completamente scavata nel tufo, era rettangolare, ben definita e regolare, arrotondata e leggermente più ampia verso la testa. Sul fondo della fossa erano visibili alcune tracce della lavorazione originale del piano di deposizione. corrispondenza dei piedi del defunto; evidenti sul fondo tracce della lavorazione del piano di deposizione. TOMBA 4 La copertura 52 di T.4 conservava in situ tre tegole sul lato destro e due su quello sinistro, tutte lesionate e frammentarie; in prossimità dei piedi del defunto, sono stati rinvenuti parte di un chiodo in ferro e un piccolo frammento di ceramica a vernice nera. L inumato 53, in connessione e completo, giaceva supino, con la testa reclinata sulla spalla sinistra e orientata a N, le mani incrociate sul bacino e le gambe parallele. La fossa 54, interamente scavata nel tufo, è rettangolare ben definita, con pareti regolari e verticali. TOMBA 6 La copertura 58 di T. 6 era composta da tre tegole frammentarie sul lato E e da quattro tegole, ugualmente in frammenti, sul lato O; frammenti di tegole erano inoltre visibili lungo il lato corto S dove lo scavo era evidenziato da un elemento di chiusura costituito da un tegolone collocato in verticale, posto lungo uno dei lati corti privi di alette; non si sono rinvenuti frammenti pertinenti ad eventuali coppi posti a protezione dei giunti. L inumato 59, in connessione e completo, giaceva supino, con la testa reclinata sulla spalla destra, le mani incro- TOMBA 5 Era priva di elementi di copertura, pertanto prima dello scavo era parzialmente visibile solo il perimetro della fossa scavata nel tufo. La vicinanza alle altre sepolture (in particolare alle tombe 6 e 7), tutte a cappuccina, e due frammenti di tegole rinvenuti all interno della fossa intorno alla deposizione, fanno supporre che originariamente doveva esistere anche per questa tomba una copertu- FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA ANNALI 2008

13 ciate sul bacino e le gambe parallele, con le dita dei piedi che toccavano direttamente la tegola di chiusura. Come notato per le deposizioni precedentemente descritte, anche in questo caso le ossa erano molto fragili, tanto da impedirne un recupero integro. Se lo scavo del riempimento non ha portato al rinvenimento di materiali o all individuazione di tracce di rilievo, la pulizia e l evidenziazione dello scheletro hanno rivelato la presenza di un dupondio di Antonino Pio (diam. 2.5 cm), illeggibile al momento del recupero, scivolata sotto la mandibola (foto n. X); inoltre, si sono rinvenuti un piccolo frammento di spalla-corpo con ansa pertinente ad una lucerna lungo il lato destro dell inumato, all altezza del bacino, e un chiodo in ferro 60 in corrispondenza degli arti inferiori, nello strato di terra tra tibia-perone destro e tibia-perone sinistro. La fossa tufacea 61 aveva una forma approssimativamente rettangolare, con un profilo meno definito lungo il lato O ed era leggermente più ampia in corrispondenza della testa. Sul lato destro della sepoltura, in corrispondenza dei piedi, si sono rinvenuti due blocchi di calcare di medie dimensioni, non visibili precedentemente in quanto nascosti dalle tegole di copertura, ben conficcati nel terreno, a delimitare la fossa stessa. TOMBA 7 FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 7 La copertura a cappuccina mostrava quattro tegole in frammenti lungo il lato O e quattro lungo il lato E, meno conservato; dei coppi, scivolati lungo i lati della sepoltura, erano visibili due frammenti sul lato E e tre su quello O. Lo scheletro 62 era completo e in connessione, anche se leggermente scomposto negli arti inferiori. Il defunto giaceva supino, con la testa orientata a N, le mani incrociate sul bacino e le gambe parallele. La fossa 63 rettangolare, come per le deposizioni vicine, era scavata nel tufo, e presentava pareti regolari e leggermente inclinate. FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, a) TOR S. ANTONIO. TOMBA 8 TOMBA 8 La tomba 8 era costituita unicamente da una grossa anfora commerciale, del tutto priva, al momento del rinvenimento, di strutture di copertura o protezione, semplicemente appoggiata sul terreno. L anfora 64, coperta solo da uno strato di terra, era tagliata a metà in senso longitudinale; molti frammenti sono stati recuperati intorno e all interno della stessa. La piccola inumazione, che appariva del tutto scomposta, era concentrata nella parte inferiore dell anfora, verso il puntale, occupando una lunghezza complessiva di 42/43 cm e una larghezza di 17 cm; lo stato di conservazione dei reperti ossei, molto fragili, ha consentito di distinguere solo alcuni frammenti di costole e parte del cranio. In conclusione, la piccola necropoli era costituita da tombe semplici e povere che in base ai pochi materiali raccolti, in particolare alle monete, sembrano databili grosso modo all età antonina. Le otto sepolture dovevano essere in relazione al percorso della via Nomentana, che in questo tratto doveva coincidere grosso modo con l attuale tracciato. b) GUIDONIA, via Palombarese km 15. Tomba povera La parte del tracciato della Nomentana-bis compreso tra la via Palombarese e l abitato di Parco Azzurro era considerata ad alto rischio di rinvenimenti in base alla carta archeologica 65 che segnalava nell area attraversata presenze riferibili ad una villa 66 e aree di materiale fittile riconducibili a sepolcreti 67, nonché una percorso stradale antico in direzione NNO-SSE, che avrebbe dovuto essere intersecato da quello in progetto. Si è pertanto proceduto allo scavo di trincee esplorative traversali nell area della rotonda dello svincolo sulla S.P. Palombarese e di due trincee parallele estese lungo il tracciato stradale. La profondità delle trincee scavate, è in media di poco superiore al metro ma in alcuni punti particolarmente a rischio archeologico, è arrivata a m 3 ca. a causa dell abbassamento del banco di tufo sottostante o la presenza di zone di terreno calcareo-argilloso. L indagine non ha rivelato presenze archeologiche intercettate dal percorso stradale in costruzione, ad eccezione di una tomba povera isolata del tipo a fossa scavata ANNALI

14 nel tufo e priva di tegole di protezione, il cui scheletro è stato asportato dopo la documentazione. La sepoltura si trovava nei pressi di una villa (= Quilici, Quilici Gigli, sito n. 219) la cui presenza su una dorsale collinare, appena al di fuori del nuovo tracciato stradale, è rivelata dalla presenza sul terreno di frammenti fittili 68, di un cunicolo idraulico e di alcuni basoli non in situ 69. La sepoltura rinvenuta, del tutto isolata, era priva di copertura 70 e costituita da una semplice fossa scavata nel banco di tufo naturale dove era stato deposto, privo di corredo, l inumato; quest ultimo giaceva supino, con la testa orientata a SE e leggermente reclinata sulla spalla sinistra, le mani incrociate sul bacino e le gambe parallele. Lo scheletro 71, in connessione, ma incompleto, mancava della par- GUIDONIA, NOMENTANA-BIS, b) VIA PALOMBARESE. TOMBA c) FONTE NUOVA, Località Salvatoretto, angolo via Nomentana - via monte Circeo. Resti di ambienti rustici In questo tratto subito a ridosso del tracciato della Nomentana (lato in direzione Mentana) i sondaggi preventivi hanno rivelato la presenza, in corrispondenza del tracciato in costruzione, di strutture romane di età imperiale in opera laterizia conservate a livello di fondazione, riferibili verosimilmente ad ambienti rustici gravitanti sul percorso della via antica. Lo scavo delle strutture emerse ha messo in luce alcuni ambienti che iniziano ca. 15 metri prima del tracciato della via No- te superiore del cranio, mentre, per quanto riguarda gli arti inferiori, era assente parte del femore destro e la tibia-perone; il lato sinistro, oltre al femore, conservava parte del perone (lungh. conservata 25 cm), mentre mancavano del tutto le ossa dei piedi. La fossa 72, interamente scavata nel tufo, presentava pareti regolari e verticali, era approssimativamente rettangolare e ben definita lungo tutto il perimetro, con la parziale eccezione dell angolo NE che risultava mancante. mentana e continuano sotto la strada a ca. 3 metri di profondità rispetto al piano stradale. Da notare che durante lo scavo sono state rinvenute ossa scomposte di cervo rosso (cervus elaphus), probabili avanzi di pasto, che testimoniano come la zona in antico fosse ricca di selve. PILASTRO USM 1 Il pilastro, poco distante dal limite O della canaletta, ha un paramento in laterizi rettangolari (20x10 cm) e un nucleo in cementizio, non mostra tracce di intonaco ed è stato messo in luce per un altezza massima di 27 cm; lungo il suo lato settentrionale, tra USM 1 e USM 2, è stata rinvenuta una piccola sepoltura ad inumazione di un neonato. Al momento del ritrovamento, la tomba presentava una copertura formata da un tegolone alettato, trovato integro, di colore arancio- ne. Il tegolone, misurava 52 cm x 40 cm largh., ed era disposto sul lato lungo EO; era posizionato con le alette verso il basso. La lunghezza totale dello scheletro, molto scomposto, era di ca. 50 cm e largo 25 con il cranio, largo ca. 11 cm e orientato a E, mentre alcuni dentini da latte erano finiti sul lato N. Il resto dello scheletro era molto scomposto e deteriorato. Il piccolo inumato era deposto direttamente sul terreno; la fossa alquanto irregolare misurava cm 65x30 ca. La FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, c) SALVATORETTO. AREA DI SCAVO DA OVEST 253 ANNALI 2008

15 FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS., c) SALVATORETTO. PIANTA sepoltura del bambino avvenne verosimilmente nel periodo di abbandono delle strutture. USM 2 Muro in cementizio con paramento in mattoni rettangolari (20x10 cm) e intonaco sui tre lati messi in luce (spessore intonaco 2/2.5 cm). La sezione al di sopra di esso, nella parete che costituisce il limite N di scavo, mostra uno strato di crollo costituito principalmente da frammeti di tegole e laterizi (alt. strato di crollo ca. 30 cm). Lo strato di crollo prosegue oltre USM 2, per un breve tratto verso E (ca. 60 cm), andando a coprire una parte del pavimento in spicato. L USM 2 sembra proseguire al di sotto della sezione che determina il limite N di scavo. La muratura del pilastro (USM 1) e quella di USM 2 sono molto simili, sia nel paramento che nella composizione del nucleo. FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, c) SALVATORETTO. AREA DI SCAVO DA NORD/OVEST FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, c) SALVATORETTO. CANALETTA DA NORD Canaletta La canaletta (profonda 15 cm) è costituita da due blocchi monolitici di calcare di cui quello più a S è rotto. Lungo il bordo orientale è presente un allineamento regolare di laterizi tagliati a forma di triangolo (USM 3). 1º blocco: lungh. bordo E 1,77 m; lungh. bordo O 1,65 m; largh. bordo E 8/10 cm; largh. bordo O 15/16 cm. Il primo blocco era chiuso verso N in parte da un muro in cementizio (USM 2) con paramento in mattoni rettangolari e intonaco (spessore 2 cm), in parte da un mattone triangolare che presenta anch esso uno strato di intonaco uguale a quello dell adiacente muro in laterizio (spessore 2 cm). 2º blocco: lungh. bordo E 1,05 m; lungh. bordo O 90/95 cm; largh. bordo E 8/10 cm; largh. bordo O 15/16 cm. La lunghezza max è di m 1,17. La canaletta presenta grappe in piombo; quella posta sul bordo O è a doppia coda di rondine, mentre l altra, sul bordo corrispondente a E, è più piccola e rettangolare. La grappa a doppia coda di rondine ha una lunghezza di 25,5 cm; la larghezza è di 6 cm nei punti più larghi, alle estre- ANNALI

16 mità, e di 3 cm al centro, cioè nel punto più stretto. La grappa rettangolare è lunga 24 cm ed ha una larghezza alle estremità di 3 cm; l alloggiamento della grappa, praticato sul bordo della canaletta stessa, è però leggermente più lungo (25,5 cm). USM 3 Il paramento, ben visibile solo lungo il margine O, dove si appoggiava ad uno dei bordi della canaletta, è costituito da laterizi triangolari mentre il nucleo interno, in cementizio, proseguiva compatto fino a legarsi al margine O di USM 4. L USM 3 risulta non completa: una evidente rottura, infatti, interrompeva il muro nel suo svolgimento verso S (lungh. muratura 3,50 m). Verso N l USM 3 era delimitata dalla pavimentazione in opus spicatum, che, in questo tratto, manca del rivestimento. FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS, c) SALVATORETTO. PARTICOLARE DEL PAVIMENTO IN SPICATO USM 4 L USM 4 si lega all USM 5 e presenta un paramento in laterizi triangolari e rettangolari ben visibile solo in alcuni punti della struttura. Questo tratto murario è visibile per un altezza di 27 cm sul lato O, cioè quello verso la canaletta, e 40 cm sull altro lato. L USM 4, come l USM 3, si interrompe nel suo svolgimento verso S, dove appare rotta, grosso modo, alla stessa altezza dell adiacente USM 3. USM 5. I mattoncini misurano 11/12 cm di lunghezza, 4 cm di larghezza e 2/2,5 cm di spessore. Nei punti dove il rivestimento di mattoni è saltato è ben visibile lo strato di preparazione che presenta uno spessore di 3/3,5 cm. La sezione lungo il limite di scavo N, al di sopra del pavimento in spicato, ha restituito numerose tessere di mosaico b/n. USM 6 L USM 6 è costituita da un unica fila di laterizi tagliati in modo piuttosto irregolare e di dimensioni varie. Il lato E, quello verso via di M. Argentario, conserva alcune tracce di intonaco bianco (spess. ca. 1 cm) simile al tratto conservato su USM 5, in corrispondenza con USM 7. USM 7 L USM 7 è un tratto murario con paramento in laterizi rettangolari e nucleo FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS., c) SALVATORETTO. ANTEFISSA USM 5 L USM 5 si lega a USM 4 e presenta, come quest ultima, un paramento in laterizi triangolari e rettangolari ben visibile solo in alcuni punti della struttura; a differenza di USM 4, è integra. L USM 5 conserva un tratto di intonaco bianco (lungh. 60 cm; spessore 1 cm) in corrispondenza di USM 7. Tutto il lato N di USM 5 era in diretto contatto con la pavimentazione in opus spicatum. PAVIMENTO IN OPUS SPICATUM (USR 10) Il pavimento in spicato, mancante in alcuni punti e parzialmente dissestato, proseguiva al di sotto del limite N di scavo, in direzione della via Nomentana; ad O è delimitato dal muro in laterizio USM 2, mentre ad E sembra interrompersi in corrispondenza dell angolo di FONTE NUOVA, NOMENTANA-BIS., c) SALVATORETTO. TOMBA DI BAMBINO 255 ANNALI 2008

17 in cementizio; esso è appoggiato ad USM 5, di cui copre il tratto di intonaco conservato, pertanto l U- SM 7 fu costruita posteriormente ad USM 5. L USM 7, rispetto ad USR 9, era conservata per un altezza di 48 cm. USR 9 Si tratta di un segmento di pavimentazione in sesquipedali (40x40 cm; spessore 3 cm), tre dei quali ancora integri. È probabile che questi grandi mattoni costituissero la base per una pavimentazione più complessa, forse in opus sectile del quale potrebbe essere rimasta traccia in un frammento di una lastrina irregolare in marmo bianco (misure: 9x2 cm; spessore ca. 1 cm) rinvenuto in situ al di sopra di uno dei mattoni e con uno dei lati, quello più lineare, ben fissato all USM 6. Altri 2 sesquipedali sono conservati, ad una quota leggermente più alta (ca. 8 cm), addossati ad USM 5, nel punto dove quest ultima forma un angolo con USM 7. Sopra i due mattoni contigui ad USM 5 è presente uno strato di cementizio (spessore ca. 7 cm) che in origine, probabilmente, li ricopriva; anche i mattoni collocati al centro dell ambiente recano evidenti tracce di calce sulla superficie superiore. L USR 9 sembrerebbe proseguire al di sotto del muro USM 7, ma un saggio praticato lungo il lato orientale di quest ultima ha dato esito negativo. USR 8 Anche di questa pavimentazione, posta ad una quota più alta rispetto a quella di USR 9, rimane solo una piccola parte, costituita da due grossi mattoni, non integri, e da frammenti di mattoni più piccoli posti in piano. Tutti i frammenti sono ben legati tra loro da una solida calce. L USR 8 è impostata a partire dal livello dello spiccato dell adiacente USM 5. EUGENIO MOSCETTI, SILVIA GREGGI PALOMBARA, MUSEO ARCHEOLOGICO, 1996: LA STELE FUNERARIA, PROVENIENTE DALLA LOC. GROTTOLINE, VIENE SPOSTATA AL CASTELLO SAVELLI PER SALVARLA DAI VANDALI STATUA DI EIRENE PALOMBARA SABINA Museo territoriale della Sabina Il Museo archeologico di Palombara Sabina, inaugurato il 31 maggio 2008, viene ad aggiungersi, buon ultimo, a quelli dei vicini comuni di Guidonia Montecelio, S. Angelo Romano e Monterotondo. In realtà il suo progetto fu elaborato e tenacemente portato avanti, nel lontano 1976, per iniziativa del dott. Massimo Salvatori, tanto che nel 1977 l Amministrazione Comunale ne deliberò l istituzione. Purtroppo. come tante volte accaduto nel nostro territorio in analoghe occasioni, la delibera rimase lettera morta e il museo continuò ad esistere solo sulla carta. Negli anni 90 chi scrive fece visita, in compagnia della dott. Benedetta Adembri, all allora sindaco di Palombara avv. Massimo Fieramonti per suggerire, a nome della Soprintendenza per i Beni archeologici del Lazio, l esposizione delle due statue, rinvenute nel 1986 nella villa romana in loc. Santa Lucia, nella c.d. sala Ottaviani del Castello Savelli. Anche in questa occasione l Amministrazione comunale e la classe politica locale, dando prova della loro incultura, non fecero nulla per far tornare a Palombara i due tesori scultorei. Infine nel 2006, sempre chi scrive, nella sua qualità di ispettore onorario per l archeologia nel comune di Palombara, venuto a conoscenza che le due statue erano finite ed esposte nel lontano museo di Valmontone in un contesto del tutto estraneo a quello del rinvenimento memore di quanto affermava F. Zeri 1, sentì il dovere di recarsi dall attuale Sindaco, avv. Paolo Della Rocca, per invitarlo a richiedere alla Soprintendenza il ritorno a Palombara delle due opere, con l impegno di allestire un museo degno di accoglierle nella prestigiosa sede del Castello Savelli. Da allora, grazie alla sensibilità e all entusiasmo mostrati dal sindaco Della Rocca e dal vice sindaco Massimo Massimi, il progetto del museo ha trovato nuovo impulso fino alla recente inaugurazione. Il museo di Palombara è attualmente diviso in tre sezioni: Pre-protostoria, Civiltà sabina, Età romana. La prima sezione espone oggetti frut- ANNALI

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