ESERCIZI DI RISCALDAMENTO

Transcript

1 ESERCIZI DI RISCALDAMENTO Chiunque pratichi uno sport, anche a livello non agonistico, ha imparato a familiarizzare con il concetto di riscaldamento : calciatori che corrono e compiono esercizi a bordo campo in vista di un subentro a partita in corso, cestisti che fanno stretching e tirano ripetutamente a canestro prima dell inizio della gara, ma anche piloti che compiono il cosiddetto giro di warm-up per portare in temperatura gli pneumatici prima del semaforo verde dello start Il concetto di warm-up l anglismo stona non poco in un contesto come quello della nostra opera, ma ormai è assurto a termine quasi tecnico applicato alla didattica, soprattutto a quella in aula, consiglia ugualmente di introdurre le lezioni frontali con esercizi di riscaldamento, domande per il controllo dei prerequisiti, learning objects interattivi alla lim, brainstorming che permettano agli studenti di sintonizzarsi gradatamente sugli argomenti sui quali si lavorerà in seguito. Per questo offriamo qualche stralcio sul quale sarà possibile affinare gli strumenti illustrati nei capp. 3 e 4 prima di affrontare le analisi testuali vere e proprie del cap. 12. Rintracciare e riconoscere le clausole ritmiche La tabella riassume le clausolae più frequenti utilizzate dalla prosa ritmica medievale ( p. 30 sgg.) così come vennero teorizzate e istituzionalizzate dalle Artes dictaminis alla fine dell xi secolo. Di seguito sono riportati due testi assai noti nei quali sarà possibile cercare di individuare la presenza e gli effetti di queste clausole. I QUATTRO TIPI DI CURSUS MEDIEVALE definizione composizione esempio latino 1 esempio volgare 2 planus tardus (anche detto ecclesiasticus o durus) velox trispondaicus polisillabo piano trisillabo piano ( ) + + polisillabo piano quadrisillabo sdrucciolo ( ) + + polisillabo sdrucciolo quadrisillabo piano ( ) + + polisillabo piano quadrisillabo piano ( ) + + esse videtur vestris exultem retributionem meretur esse videbitis vestra glorificer commoditatis intuitu saecula saeculorum gloriam et honorem exitum sortiuntur esse videatur mori concupisco 1 Gli esempi in corsivo sono tutti tratti dalla lettera di Pier delle Vigne ( p. 31) all imperatore Federico II (LiO, p. 60). 2 Salvo per il tardus, gli esempi sono tutti tratti dal testo del Cantico di Frate Sole (LiO, pp. 4-5). grande splendore [ ] quelle parole le quali sono scritte nella mia memoria sotto maggiori paragrafi (Dante, V.n. I, 11) Altissimo se konfano grande humilitate 1

2 Esercizi di riscaldamento 2 3 Proponiamo il testo seguente a mero titolo d esercizio. Chi vorrà approfondire la discussione sull introduzione delle clausole ritmiche anche nella prosa volgare (come l esempio della Vita nova citato in tabella) potrà consultare la voce «Cursus» di P.V. Mengaldo in ED, vol. II, 1970, pp Dante Alighieri, premessa al De vulgari eloquentia 3 Scritto in latino, e per ciò stesso destinato essenzialmente a un pubblico colto, secondo il programma originario avrebbe dovuto articolarsi in quattro libri di cui il poeta completò solo il primo e parte del secondo. Nel primo di essi Dante fa propria la concezione aristotelica della convenzionalità del rapporto significante-significato applicandola al latino. In virtù di questo postulato, la lingua latina viene a configurarsi come locutio secundaria appresa per studio, rispetto all originaria e preesistente lingua di natura, cioè la lingua volgare, «eam qua infantes assuefiunt ab assistentibus cum primitus distinguere voces incipiunt [ ], quam sine omni regula nutricem imitante, accipimus» (Dve I, I, 2). Cum neminem ante nos de vulgaris eloquentie doctrina quicquam inveniamus tractasse, atque talem scilicet eloquentiam penitus omnibus necessariam videamus, cum ad eam non tantum viri, sed etiam mulieres et parvuli nitantur in quantum natura permictit; volentes discretionem aliqualiter lucidare illorum qui tanquam ceci ambulant per plateas, plerunque anteriora posteriora putantes, Verbo aspirante de celis, locutioni vulgarium gentium prodesse temptabimus, non solum aquam nostri ingenii ad tantum poculum aurientes, sed, accipiendo vel compilando ab aliis, potiora miscentes, ut exinde potionare possimus dulcissimum ydromellum. (Dve I, I, 1) Francesco d Assisi, Laudes creaturarum o Cantico di Frate Sole Gli ultimi anni della vita del santo trascorsero tra le sofferenze e i dolori causati dalle febbri malariche e dalle ulcerazioni provocate da un infezione agli occhi, che lo aveva ridotto a una quasi completa cecità. Secondo la tradizione, il Cantico fu composto nel 1224 in seguito a una rasserenante visione seguita a una notte tormentata a S. Damiano ed è, insieme alle Parole con melodia per le povere signore del monastero di S. Damiano lauda che buona parte della critica ritiene autentica la sola scrittura italiana del santo. È da sempre assodata una stratificazione cronologica nella sua composizione (le ultime due parti sul perdono e sulla morte sarebbero state aggiunte in circostanze successive) così come il fatto che il testo riveli elementi di derivazione salmica (anisosillabismo, evidenti riferimenti a Sl 148 e al Cantico dei tre giovani in Dn 3, 52-90, recitazione corale delle Laudes attestata dalle fonti biografiche) e liturgica (assonanze, rime perfette, effetto litanico delle serie anaforiche). A ciò va aggiunto l andamento ritmico dell ultima parte di molti versi, che rivela, oltre alla ben nota profondità spirituale del santo, la perizia tecnica del poeta nel redigere questa elegantissima predica cantata. Altissimu, onnipotente, bon Signore, Tue so le laude, la gloria e l honore et onne benedictione. Ad Te solo, Altissimo, se konfano, et nullu homo ène dignu Te mentovare. 5 Laudato sie, mi Signore, cum tucte le Tue creature, spetialmente messor lo frate Sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore: de Te, Altissimo, porta significatione.

3 Rintracciare e riconoscere le clausole ritmiche 10 Laudato si, mi Signore, per sora Luna e le stelle: in celu l ài formate clarite et pretiose et belle. Laudato si, mi Signore, per frate Vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento. 15 Laudato si, mi Signore, per sor Aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta. 3 Laudato si, mi Signore, per frate Focu, per lo quale ennallumini la nocte: ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte. 20 Laudato si, mi Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba. Laudato si, mi Signore, per quelli ke perdonano per lo Tuo amore et sostengo infirmitate et tribulatione. 25 Beati quelli ke l sosterranno in pace, ka da Te, Altissimo, sirano incoronati. Laudato si, mi Signore, per sora nostra Morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; 30 beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati, ka la morte secunda no l farrà male. Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate e serviateli cum grande humilitate. (LiO, pp. 4-5) Individuare e classificare le rime I testi che seguono contengono alcuni esempi delle rime tecniche illustrate al capitolo terzo ( p. 43 sgg.). Oltre alla terza stanza della virtuosistica canzone guittoniana che piange la sconfitta di Montaperti ( online Al passo con il tempo. Collocare un testo nella storia), ci sono passi stralciati dalla Commedia e un testo novecentesco, la celebre poesia di Eugenio Montale contenuta nella raccolta Satura. La sconfitta e lo smembramento del Leone fiorentino Leone, lasso, or no è, ch eo li veo tratto l onghie e li denti e lo valore e l gran lignaggio suo mort a dolore, tipologia di rima: ed en crudel pregio[n] mis a gran reo. 35 E ciò li ha fatto chi? Quelli che sono de la schiatta gentil sua stratti e nati, che fun per lui cresciuti e avanzati sovra tutti altri, e collocati a bono; e per la grande altezza ove li mise

4 Esercizi di riscaldamento 4 40 ennantîr sì, che l piagâr quasi a morte; ma Deo di guerigion feceli dono, ed el fe lor perdono; tipologia di rima: e anche el refedier poi, ma fu forte e perdonò lor morte: tipologia di rima: 45 or hanno lui e soie membre conquise. (Guittone d Arezzo, Ahi lasso, or è stagion de doler tanto, PD, vol. I, pp ) Avari e prodighi Qui vid i gente più ch altrove troppa, e d una parte e d altra, con grand urli, 27 voltando pesi per forza di poppa. Percotëansi ncontro; e poscia pur lì si rivolgea ciascun, voltando a retro, 30 gridando: «Perché tieni?» e «Perché burli?» (Inf. VII) tipologia di rima: Bertram dal Bornio Io vidi certo, e ancor par ch io l veggia, un busto sanza capo andar sì come 120 andavan li altri de la trista greggia; e l capo tronco tenea per le chiome pesol con mano a guisa di lanterna: 123 e quel mirava noi e dicea: «Oh me!». (Inf. XXVIII) Il desiderio di vendetta di Maestro Adamo tipologia di rima: S io fossi pur di tanto ancor leggero ch i potessi in cent anni andare un oncia, 84 io sarei messo già per lo sentiero, tipologia di rima: cercando lui tra questa gente sconcia, con tutto ch ella volge undici miglia, 87 e men d un mezzo di traverso non ci ha. (Inf. XXX) Virgilio strappa le vesti della sirena L altra prendea, e dinanzi l apria fendendo i drappi, e mostravami l ventre; 33 quel mi svegliò col puzzo che n uscia. tipologia di rima: Io mossi li occhi, e l buon maestro: «Almen tre voci t ho messe», dicea, «Surgi e vieni; 36 troviam l aperta per la qual tu entre». (Purg. XIX)

5 Cieco e muto fuggo Il sonetto che segue è costruito interamente su rime equivoche. Data la loro descrizione alfabetica, se ne decifrino le caratteristiche (parte del discorso, eventuale etimologia chiarificatrice, significato). Individuare e classificare le rime funzione logica significato Quand io sono tutto vòlto in quella parte A sostantivo direzione ove l bel viso di madonna luce, B verbo (da lucere) splende et m è rimasa nel pensier la luce B 4 che m arde et strugge dentro a parte a parte, A locuzione avverbiale 5 i che temo del core che mi si parte, A et veggio presso il fin de la mia luce, B vita vommene in guisa d orbo, senza luce, B 8 che non sa ove si vada et pur si parte. A si incammina Così davanti ai colpi de la morte C fuggo: ma non sì ratto che l desio D 11 meco non venga come venir sòle. C verbo (da solere) Tacito vo, ché le parole morte C farian piangere la gente, et i desio D 14 che le lagrime mie si spargan sole. C (F. Petrarca, Rvf XVIII) L illusione di una tranquilla amicizia Il sonetto che segue è intessuto di rime preziose (ricche, equivoche, interne assonanzate ecc.) da classificare seguendo le segnalazioni già operate sul testo. Tutta la mia fiorita e verde etade passava, e ntepidir sentia gia l foco ch arse il mio core, et era giunto al loco 4 ove scende la vita ch al fin cade. tipologia di rima:. Già incomminciava a prender securtade la mia cara nemica a poco a poco tipologia di rima:. de suoi sospetti, et rivolgeva in gioco 8 mie pene acerbe sua dolce honestade. tipologia di rima:. Presso era l tempo dove Amor si scontra con Castitate, et agli amanti è dato tipologia di rima:. 11 sedersi inseme, et dir che lor incontra. Morte ebbe invidia al mio felice stato, anzi a la speme; et feglisi a l incontra tipologia di rima:. 14 a mezza via come nemico armato. (F. Petrarca, Rvf CCCXV)

6 Esercizi di riscaldamento 6 «Una rima, per carità» Oltre a Montale sono molti i poeti del Novecento che ironizzano sull abuso della rima come scontato artificio compositivo (Moretti, Gozzano, Saba), ma proprio mentre Montale dissacra ironicamente le rime, paragonandole alle dame di carità, finisce con l utilizzarle di nascosto, contrabbandandole in un esercizio di virtuosismo assai vicino a quello dei poeti delle Origini. Le rime sono più noiose delle dame di San Vincenzo: battono alla porta e insistono. Respingerle è impossibile e purché stiano fuori si sopportano. Il poeta decente le allontana (le rime), le nasconde, bara, tenta il contrabbando. Ma le pinzochere ardono di zelo e prima o poi (rime e vecchiarde) bussano ancora e sono sempre quelle. Le rime sono più noiose delle dame di San Vincenzo: battono alla porta e insistono. Respingerle è impossibile e purché stiano fuori si sopportano. Il poeta decente le allontana (le rime), le nasconde, bara, tenta il contrabbando. Ma le pinzochere ardono di zelo e prima o poi (rime e vecchiarde) bussano ancora e sono sempre quelle. (E. Montale, Le rime) L analisi del testo è già suggerita. Tra le parti evidenziate, si potranno allora rintracciare: una rima perfetta (sebbene tra parole di scarso o nullo valore semantico):. :.; una rima ipermetra: una rima interna imperfetta: tre consonanze:.:..