CREMONA, CITTA DEL SAPER FARE LIUTARIO FRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE

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1 CREMONA, CITTA DEL SAPER FARE LIUTARIO FRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE Cremona ha presentato nella primavera del 2011 la candidatura per l iscrizione della sua tradizione liutaria nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell UNESCO avviando l'iniziativa Cremona per l'unesco. Tutta la città, le sue Istituzioni e la cittadinanza sono state informate e coinvolte nel progetto: particolarmente significative in quest ambito sono state le dichiarazioni di sostegno e attestazioni di consenso sottoscritte da Istituzioni, liutai, docenti ed allievi della Scuola Internazionale di Liuteria, cittadini, ed anche da Regione Lombardia. Tra le molte e importanti candidature italiane quella cremonese è stata scelta come l unica del nostro Paese per il Il Comitato Intergovernativo UNESCO per la Salvaguardia del Patrimonio Immateriale, il 5 dicembre 2012, con voto unanime, ha iscritto il saper fare liutario di Cremona nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell'umanità. E questo un grande risultato innanzitutto per Cremona e il suo territorio, per la sua secolare tradizione liutaria, e soprattutto per tutti coloro che si sono spesi in questi anni attraverso un lavoro molto impegnativo e meticoloso, dove la conoscenza si è unita alla passione. In un momento in cui tante eccellenze si contendono la ribalta mondiale, Cremona ha agito con la determinazione della sua gente nel portare avanti il prestigio di una tradizione che la caratterizza da secoli, per preservarla e trasmetterla alle generazioni future e vederla riconosciuta dall UNESCO quale patrimonio non solo italiano, ma dell'intera Umanità. Dopo questa storica decisione, il saper fare liutario proprio di Cremona caratterizza ancora di più in tutto il mondo la nostra città e costituisce un vanto per l Italia. Il Comune si è fatto quindi portatore di un istanza cui hanno collaborato Enti, Associazioni, Fondazioni, Consorzi, Università. La Convenzione UNESCO del 2003 per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata da 144 Paesi, riconosce il patrimonio culturale immateriale come parte significativa e fondante della comunità del mondo e la tradizione cremonese è stata l unica candidatura che la Commissione Nazionale Italiana per l UNESCO ha portato per il 2011 al Comitato Intergovernativo per la valutazione e l inserimento nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale. Nel 2011 il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato, all'unanimità, una mozione di sostegno alla candidatura del saper fare liutario. La Giunta regionale ha inoltre incluso nel REIL (Registro delle Eredità Immateriali Lombarde) la tradizione liutaria cremonese e sostenuto finanziariamente e scientificamente il progetto A Regola d Arte - Per la valorizzazione scientifica del saper fare liutaio, frutto della collaborazione tra il Comune di Cremona e l Università degli Studi di Pavia Facoltà di Musicologia, nel settore della ricerca etnomusicologica rivolta alla costruzione dei violini secondo la tradizione cremonese. Esistono patrimoni fatti di conoscenze e di saperi che, a secoli di distanza, sono rimasti intatti nella loro essenza. Uno di questi patrimoni è l arte liutaria, e Cremona ne è la capitale. E qui che la capacità unica di realizzare strumenti ad arco di raffinata fattura si pone alla base di un identità ben definita che, nel solco di una tradizione di eccellenze di altissimo livello artigianale, affonda le proprie radici nel tardo Rinascimento, per giungere sino ai giorni nostri. Gli strumenti costruiti a Cremona hanno in passato determinato l evoluzione della cultura musicale occidentale e continuano ancora oggi ad accompagnarne le espressioni più elevate. D'altro canto la cultura musicale permea e caratterizza con indubitabile ed originale ricchezza Cremona: qui la musica è intesa come composizione e come prassi esecutiva, oltre che come artigianato di qualità. Cremona ha

2 infatti dato i natali a Claudio Monteverdi, compositore che ha segnato il passaggio dalla musica rinascimentale alla musica barocca e universalmente riconosciuto come il creatore del melodramma. Vi sono poi altre figure di grande spicco per la tradizione musicale italiana come Marco Antonio Ingegneri nel Cinquecento, Tarquinio Merula nel Seicento, Giacomo Arrighi nel Settecento, Giovanni Francesco Poffa e Ruggero Manna nell Ottocento, per citarne solo alcuni. La passione e la cultura musicale a Cremona trovarono uno spazio notevole anche nel mondo profano, nel XVII e XVIII secolo, quindi nella la società filarmonica nel primo Ottocento e presso il teatro cittadino, strumento essenziale di divulgazione e di allargamento sociale della cultura artistico-musicale, in cui trovarono rappresentazione le opere di un altro grande compositore cremonese, Amilcare Ponchielli. Culla di importanti personalità del mondo musicale in passato, Cremona è oggi un polo internazionale di attrazione del mondo musicale per la ricchezza e varietà delle proposte e dei luoghi che è in grado di offrire. Nel corso dei secoli la liuteria ha caratterizzato profondamente il profilo della città, definendone la sua identità. Protagonista dell'evoluzione storica del violino, la liuteria cremonese inizia il suo cammino alla metà del secolo XVI con Andrea Amati avviando, ininterrottamente lungo tre secoli, un processo evolutivo che risulta unico al mondo. Si susseguono, in questi trecento anni, intrecci di famiglie composte da liutai per più generazioni, di padre in figlio, da figli a nipoti e pronipoti che, dopo gli Amati, hanno portato i nomi dei Bergonzi, dei Guarneri, dei Ruggeri e degli Stradivari: dinastie di liutai con protagonisti più o meno famosi, ma tutti legati da una classica tradizione produttiva. La loro fama ha percorso tutta l'europa: le corti reali e principesche commissionavano ai cremonesi gli strumenti per i loro concerti, i più famosi musicisti ambivano possederli e il nome di Cremona liutaria raggiungeva i più alti livelli. Dopo un grande splendore è sempre quasi inevitabile un declino che per Cremona prese avvio alla fine del '700 e si prolungò per tutto l'800, anche se in questo secolo lavoravano in città importanti liutai ancora oggi assai valutati, quali Lorenzo Storioni ( ) e Giovanni Battista Ceruti ( ). Sarà la discendenza di Ceruti a dare continuità alla tradizione liutaria cremonese, anche se con essi divenne un artigianato prettamente cittadino. Tra gli allievi dei Ceruti ve ne sono stati alcuni attivi in Lombardia, in particolare a Milano. Anche grazie a loro prenderà avvio la moderna scuola milanese, una delle più note ed apprezzate del Novecento italiano. E' negli anni Trenta del secolo scorso che si pongono le basi per lo sviluppo della liuteria nel secondo dopoguerra. E' infatti in quel decennio che avvengono alcuni eventi fondamentali: la donazione alla città dei cimeli stradivariani da parte del liutaio bolognese Giuseppe Fiorini, le celebrazioni dedicate al secondo centenario della morte di Antonio Stradivari, nel 1937, e la fondazione della Scuola internazionale di liuteria nel Acquisiti tra il 1919 e il 1920 dagli eredi del conte Cozio di Salabue ( ), uno dei primi collezionisti di strumenti classici cremonesi che li ebbe dal figlio del celebre liutaio, i cimeli consistono in attrezzi, modelli e forme della bottega stradivariana. Fiorini credeva nel loro valore storico, ma soprattutto nella loro importanza per la didattica, poiché riteneva che lo studio dei reperti potesse far luce sui metodi costruttivi stradivariani e sul percorso di sperimentazione che il liutaio esplorò nella sua lunga attività professionale. Negli anni Venti Fiorini cercò una città italiana disposta ad accettare in dono i cimeli, chiedendo in cambio l istituzione di una scuola di liuteria che potesse rinnovare i fasti della liuteria classica cremonese. I cimeli furono accettati in dono da Cremona nell aprile del 1930 e la Sala stradivariana del Museo Civico fu inaugurata il 21 ottobre Le autorità locali fecero propria l iniziativa del liutaio Fiorini all epoca delle celebrazioni stradivariane del 1937, inserendo il progetto dell apertura della scuola in un più ampio disegno di rilancio della città, della sua identità e della sua storia. La volontà di rinverdire gli antichi fasti della liuteria classica cremonese si incardinò infatti sul vastissimo

3 successo propagandistico delle celebrazioni, delle quali la fondazione della scuola si configurò come una naturale prosecuzione. Numerose ma eterogenee furono le iniziative che presero avvio nel maggio del 1937, non tutte focalizzate sulla liuteria. Di prettamente liutario furono ideati: una Mostra di strumenti antichi, probabilmente la più ampia mai allestita fino a quel momento, un Congresso internazionale di liuteria e una Mostraconcorso di liuteria moderna. La Mostra degli strumenti antichi ebbe un enorme successo di pubblico. Furono esposti per trentacinque giorni ben 136 strumenti classici, per lo più cremonesi, provenienti da tutto il mondo. Anche la Mostra-concorso di liuteria moderna poté vantare una cospicua affluenza: al concorso aderirono ben 119 liutai, mentre gli strumenti moderni presentati furono più di trecento. Tra gli altri propositi delle celebrazioni figurava anche l inaugurazione della Scuola e del Museo Nazionale di Liuteria. Il Museo poté contare sugli strumenti premiati alla Mostraconcorso di liuteria moderna che, per regolamento della stessa manifestazione, vennero acquisiti per costituirne la dotazione iniziale. A essi si aggiunsero una ventina di strumenti provenienti da Firenze, che la Federazione nazionale dell artigianato, in occasione delle celebrazioni stradivariane, decise di donare al Comune di Cremona. Con tale cospicua dotazione si voleva creare una fonte primaria di documentazione per gli allievi della nascente Scuola di liuteria. Il destino della collezione di strumenti si saldò ben presto con le raccolte di cimeli costituendo la dotazione del Museo Stradivariano fino ai tempi recenti, insieme ad altre donazioni di minore entità. Inizialmente le raccolte furono ospitate nei locali del Museo Civico, ma nel 1956 strumenti e cimeli furono spostati presso la Scuola di liuteria, dove rimasero fino al Tornate nelle sale del Museo Civico, le raccolte sono state oggetto fino a oggi dell interesse più dei visitatori che degli studiosi. In questi anni il Museo è stato infatti un efficace vetrina della città e soprattutto una chiara concretizzazione della volontà della comunità di preservare e tramandare le proprie radici culturali. L ultimo degli elementi necessari per comprendere la rinascita della tradizione liutaria cremonese nel secondo Novecento è la fondazione della Scuola internazionale di liuteria. La storia dell Istituto inizia il 21 settembre del 1938, con un Regio Decreto che istituisce a Cremona la Scuola Internazionale di Liuteria, all indomani delle celebrazioni del 1937 per il bicentenario della scomparsa di Antonio Stradivari, durante le quali una mozione espressa da personaggi del mondo della cultura e dell arte musicale indicava l opportunità e la necessità di far rinascere una pratica artistico-artigianale da molti anni quasi scomparsa. Fu pertanto iniziativa di grande lungimiranza quella dei promotori, che portò all avvio, il 17 ottobre del 1938, di un primo corso. L inizio delle attività didattiche fu irto di difficoltà, ma nel 1942 si diplomarono i primi liutai. Le attività della Scuola proseguirono con alterne vicende fino a che, nel 1960, venne trasformata in Istituto Professionale Internazionale per l Artigianato Liutario e del Legno, determinandone un interessante mutamento e rafforzamento in quanto vennero abbinate gradualmente diverse specializzazioni nel campo della lavorazione artigianale e artistica del legno. La nuova struttura scolastica, più articolata e consistente, permise l organizzazione di laboratori per la manualità e per la ricerca meglio attrezzati, nonché la docenza e la collaborazione, in qualità di esperti, di illustri maestri liutai. Venne incentivata la presenza di docenti universitari e di ricercatori in vasti campi scientifici di interesse liutario. In questo rinnovato contesto, la Sezione Internazionale di Liuteria consolidò la propria configurazione e definì una propria sede, a partire dal 1974, nel prestigioso cinquecentesco Palazzo Raimondi, donato anche a questo fine al Comune di Cremona da Walter Stauffer ( ), industriale cremonese di origine svizzera, grande amante delle arti e della musica, nonché grande mecenate. L azione di decantazione della tecnica costruttiva degli strumenti ad arco nell obiettivo di riprendere, nel modo più rigoroso e ortodosso possibile,

4 ma anche alla luce dell evoluzione musicale e delle nuove esigenze esecutive, le antiche procedure dei grandi maestri liutai cremonesi del Cinquecento, Seicento e Settecento, è stata faticosa e lenta, ma senza soluzione di continuità, cosicché l Istituto, intitolato nel 1989 ad Antonio Stradivari, si è affermato in tutto il mondo per la qualità dei suoi insegnamenti. In 75 anni di attività la Scuola ha consolidato sul territorio un sistema produttivo ampio, variegato e affollato di operatori. È riuscita inoltre a imporre il proprio standard stilistico e costruttivo come il punto principale di riferimento non solo in tutto il mercato italiano, bensì anche in quei contesti internazionali privi di una lunga e solida tradizione nazionale quali il Giappone, la Corea del Sud e, nei tempi recenti, la Cina, oltre, in buona misura, agli Stati Uniti. Tale successo è dovuto a un efficiente metodo costruttivo e a un gusto che si è andato affinando nei decenni, ma decisiva è stata anche la vocazione internazionale della Scuola, un apertura coltivata fin dagli inizi. Gli allievi stranieri formatisi a Cremona hanno fatto da battistrada perché il prodotto cremonese fosse apprezzato ben oltre i confini italiani, facendo conoscere nelle rispettive nazioni la qualità e il gusto della liuteria contemporanea cremonese. Infine, si è rivelato importante anche il supporto degli enti locali per lo sviluppo del sistema liutario. Gli enti locali, se da una parte hanno attivamente lavorato per lo sviluppo economico e culturale del settore, ne hanno allo stesso tempo colto le enormi potenzialità per la promozione dell immagine della città nel mondo. Le prime concrete manifestazioni di sostegno furono date da Comune, Provincia, Camera di Commercio (insieme ad altre istituzioni cittadine) e dall ANLAI (Associazione nazionale liuteria artistica italiana) già nel 1965 quando fu organizzata dalla Scuola di liuteria la prima Biennale di liuteria. Le cinque edizioni della biennale riscossero un buon successo: oltre a facilitare gli scambi commerciali, il comitato organizzatore assegnò premi e riconoscimenti tra gli artigiani partecipanti, come abitualmente accadeva nelle manifestazioni artigiane dell epoca. Nel 1976 la manifestazione si rinnovò trasformandosi in evento triennale: al centro venne posto un vero e proprio concorso internazionale di liuteria divenuto il più importante al mondo, che porterà negli anni, tramite il premio acquisto degli strumenti vincitori nelle quattro categorie (violino, viola, violoncello e contrabbasso) alla costituzione di una collezione permanete di liuteria contemporanea, di grande interesse e pregio, oggi esposta al Museo del Violino. Era nata la Triennale degli strumenti ad arco che si è costituita in ente privato nel 1981 con la partecipazione di Comune, Provincia, Camera di Commercio, Ente del Turismo e Fondazione Stauffer) con lo scopo di promuovere la liuteria classica cremonese anche sul piano culturale oltre che su quello commerciale. L attività dell Ente Triennale è andata via via crescendo negli anni con iniziative di carattere espositivo e con la Creazione di un salone commerciale chiamato Cremona Mondomusica che divenne manifestazione annuale nel 1987 ed ebbe poi grande sviluppo a partire dall anno 2002 quando fu siglato un accordo con Cremonafiere per spostare il salone nel quartiere fieristico della Città. La collaborazione tra Ente Triennale che curava le iniziative culturali che accompagnavano Mondomusica e Cremonafiere che ne curava lo sviluppo commerciale ha portato ad una vera internazionalizzazione della manifestazione, divenuta la più importante al monto nel settore della liuteria. All inizio degli anni 2000 le iniziative dell Ente Triennale conobbero un ulteriore impulso con la creazione, nei mesi di settembre-ottobre, di Liuteria in Festival, un contenitore nel quale venivano organizzate annualmente mostre storiche di liuteria di grande interesse internazionale con pubblicazione di importanti cataloghi, convegni ed eventi culturali, concerti in vari luoghi della città con la collaborazione di diverse altre istituzioni liutarie e musicali della città. Nel frattempo è stato portato avanti un grande sforzo per creare stabili collegamenti e collaborazioni con in più importanti musei del mondo che possiedono strumenti della liuteria classica cremonese e con i principali collezionisti

5 privati. Nel 2006 l Ente Triennale veniva trasformato nella Fondazione Stradivari per rafforzarne la struttura anche con l ingresso di soci privati e creare forme gestionali più agili. Ciò ha permesso di potenziare ulteriormente le attività promozionali e di far nascere la rete dei friends of Stradivari, che ha permesso di far arrivare a Cremona, sotto forma di prestiti a lungo termine, numerosi strumenti della nostra liuteria classica fino a formare una collezione semipermanente, oggi esposta al Museo del Violino. Nel 2012 la Fondazione Stradivari verrà trasformata, con modifiche statutarie, per accogliere e gestire anche il Museo del Violino. Nello stesso periodo in cui la Scuola Internazionale di Liuteria si evolve e assume una propria specifica connotazione, Cremona mette le basi per la sua collezione di strumenti storici con l'acquisto, da parte dell'ente per il Turismo e la successiva donazione al Comune, del violino di Antonio Stradivari del 1715 ribattezzato poi "Il Cremonese". A questo primo strumento se ne aggiungono altri nel corso del tempo: il Carlo IX di Andrea Amati del 1560 circa, acquistato anch'esso dall'ente provinciale del Turismo di Cremona e donato poi alla città nel 1966, l'hammerle del 1658 di Nicolò Amati, sempre acquistato dall'ente provinciale per il Turismo di Cremona nell'autunno del 1966 con sottoscrizione cittadina un dollaro per il Nicolò Amati. La collezione, con il passare del tempo, si è andata arricchendo innanzitutto grazie all'apporto della Fondazione Walter Stauffer che ha concesso in comodato gratuito al Comune di Cremona la viola Stauffer del 1615 di Antonio e Gerolmo Amati, quindi il violino del 1734 di Giuseppe Guarneri (detto del Gesù), il violoncello Cristiani del 1700 di Antonio Stradivari, e lo Stauffer del 1868 di Enrico Ceruti. Gli ultimi due acquisti fatti direttamente dal Comune di Cremona riguardano il violino Quarestani del 1689 di Giuseppe Guarneri (figlio di Andrea) e il violino del 1941 realizzato da uno dei più apprezzati liutai del secolo scorso, Simone Fernando Sacconi. Il prestigio di questa collezione, oggi confluita nel Museo del Violino di cui costituisce il vero e proprio scrigno, ha portato ad importanti donazioni come il violino Clisbee del 1669, donato dai coniugi americani Evelyn ed Herbert Axelrdod, del Vesuvius, violino del 1727 sempre di Antonio Stradivari, lasciato in eredità alla città di Cremona dal violinista e compositore Remo Lauricella, ai quali si è aggiunto, nel 2009, il violino del 1675 realizzato da Francesco Ruggeri dato in comodato gratuito dai proprietari. Dopo la costituzione della Scuola e della Collezione Civica, con un costante crescendo, la liuteria cremonese riprendere il suo cammino, con la formazione di nuovi Maestri e l'apertura di nuove botteghe mentre, nel nome della tradizione, si riallacciano rapporti internazionali, si organizzano mostre e concorsi di crescente successo. Il violino è ormai un simbolo che universalmente riconduce al nome di Cremona, associandovi un immagine di eccellenza culturale ed artistica. In città vi sono ora 154 botteghe specializzate: 93 italiane, di cui 47 di maestri cremonesi, e 61 straniere, di cui 37 di maestri provenienti da Paesi non europei. La maestria i liutai l acquisiscono anche grazie allo studio di strumenti antichi e moderni, scambiando informazioni, osservando gesti e consuetudini dei loro colleghi. Fondamentale è poi il dialogo costante ed anche la critica costruttiva con molti musicisti che, provenienti da ogni parte del mondo, vengono a Cremona alla ricerca di strumenti che possano adattarsi alle loro esigenze, oppure per affidare i loro tesori alle amorevoli cure di maestri specializzati nell arte del restauro e della conservazione di pezzi antichi. In questo modo, il patrimonio di conoscenze e saperi, formatosi nel corso di secoli, trova la linfa vitale che ne permette la conservazione e l arricchimento. Occorrono circa duecentoventi ore di lavoro per costruire un violino. Ogni liutaio modella e assembla a mano più di 70 pezzi di legno, utilizzando stampi, a seconda delle diverse risposte acustiche di ogni pezzo. Non esistono due violini uguali. Ogni parte dello

6 strumento è realizzato utilizzando un legno specifico, attentamente selezionato e naturalmente stagionato. Non sono utilizzati materiali industriali o semi-industriali. L artigianato richiede un alto livello di creatività: l artigiano deve adattare le regole generali e la conoscenza personale a ciascuno strumento. Come gli stessi liutai affermano, l estrema libertà del metodo costruttivo e l alto livello qualitativo richiesto li portano a non smettere mai di imparare. Molti lo danno per scontato, perché abituati a porre attenzione solo agli strumenti finiti, ma esistono aspetti, per loro natura immateriali, che portano alla creazione di un violino, di una viola, di un violoncello o di un contrabbasso. Dietro ad ogni strumento vi è infatti una competenza che si crea attraverso un apprendimento e un apprendistato che non si trasmettono attraverso la scrittura. E questo un processo artigianale che ha trovato a Cremona il suo naturale centro di sviluppo e di crescita, favorito da istituzioni pubbliche e private che hanno contribuito a dare impulso a un patrimonio davvero unico. Attualmente il saper fare liutario è in particolare promosso da due associazioni di liutai, il Consorzio Liutai Antonio Stradivari Cremona e l Associazione Liuteria Italiana, ed è considerato fondamentale per l identità di Cremona, i suoi cittadini, e gioca un ruolo fondamentale in ambito culturale, musicale, sociale, economico e turistico. Il Consorzio Liutai "A. Stradivari" Cremona è nato nel 1996 allo scopo di promuovere e valorizzare la liuteria contemporanea cremonese, che opera nel rispetto della tradizione artigianale. Al Consorzio aderiscono circa sessanta maestri liutai di Cremona e provincia. Per salvaguardare il lavoro dei liutai il Consorzio ha messo a punto, in collaborazione con la Camera di Commercio e le Associazioni Artigiane, il Marchio "Cremona Liuteria". Il Marchio "Cremona Liuteria" garantisce che lo strumento certificato è costruito artigianalmente da un maestro liutaio professionista cremonese. Il Consorzio dispone inoltre di una banca dati degli strumenti venduti con il Marchio "Cremona Liuteria", ciò consente una verifica costante della autenticità degli strumenti. Il Marchio costituisce insomma un passo fondamentale per la tutela degli strumenti cremonesi dal pericolo di contraffazioni, porta trasparenza sul mercato e sicurezza per gli acquirenti. Il Consorzio Liutai in collaborazione con la Fondazione Antonio Stradivari ha pubblicato negli ultimi anni numerosi cataloghi sui grandi Maestri Liutai del passato e sulla tradizione liutaria cremonese. I cataloghi scritti in italiano e inglese sono continuamente richiesti da un pubblico internazionale. L' A.L.I. Associazione Liutaria Italiana nasce a Cremona nel gennaio 1980 con scopi esclusivamente di assistenza culturale e tecnica ai propri iscritti. Riunisce liutai e archettai professionisti, liutologi, studiosi, esperti ed amanti dell'arte liutaria. Inoltre favorisce il diffondersi e il propagarsi dell'attività liutaria e della sua cultura. I suoi scopi fondamentali sono quelli di far conoscere l'arte liutaria attraverso mostre, studi, convegni e ricerca. Per l'associazione Liutaria Italiana parlare di liuteria significa parlare di personalità artistiche, di maestri che sono tali in quanto raggiungono attraverso personali abilità un'espressione unica ed irripetibile, un segno proprio che si manifesta nel timbro e nella forma dello strumento. Temi come la salvaguardia di scuole, come la proposta di cimentarsi nel fare copie, come il restauro e lo sviluppo di studi sussidiari alla liuteria divengono oggetto di confronto e di dialogo fra i liutai e fra chi a questa arte presta particolare attenzione. L'A.L.I. raggiunge i propri obiettivi quando alimenta queste potenzialità interne alla liuteria. La consapevolezza, ormai largamente diffusa, del carattere eccezionale della liuteria tradizionale cremonese, fa sì che Cremona sia al centro di una rete internazionale di allievi, liutai, compratori, musicisti, appassionati e turisti italiani e stranieri. Il riconoscimento da parte dell UNESCO è destinato senz altro ad accrescere questi scambi internazionali e a

7 dare nuovo impulso ad una realtà, che si trasforma e muta velocemente, anche con l inaugurazione, avvenuta il 14 settembre 2013, del Museo del Violino. Il nuovo Museo racconta l origine e la storia del violino, i sistemi di costruzione, le vicende delle più importanti famiglie di liutai cremonesi. Allo stesso tempo dà adeguato rilievo, all interno di un unico complesso, alla nutrita serie di capolavori formata da collezioni prima collocate in edifici diversi della città. Nel corso degli anni è maturata l'idea, unanimemente condivisa, di creare un unico luogo dove far confluire le realtà che maggiormente sono legate alla liuteria classica, moderna e contemporanea. Si è trattato di un grande sforzo compiuto grazie al fondamentale contributo della Fondazione Arvedi e Buschini. Il Museo del Violino - che la città aspettava da almeno un secolo è destinato a rappresentare il cuore pulsante di Cremona, a dimostrazione che il connubio tra pubblico e privato è vincente per lo sviluppo del territorio. Il percorso inizia il 10 dicembre 2009, quando la Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini formalizza la disponibilità a farsi carico dell'onere per la ristrutturazione di Palazzo dell'arte per la collocazione del Museo del Violino e delle attività collaterali. Il 28 gennaio 2010 la Giunta Comunale prende atto della presentazione, da parte della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini, dell'atto unilaterale d'obbligo per la realizzazione della copertura dell'autosilo di piazza Marconi, per la sistemazione della piazza stessa e per la ristrutturazione del prospiciente Palazzo dell'arte. Nel contempo viene deciso di aderire alla proposta contenente la promessa di donazione al Comune di Cremona di queste opere, realizzate a cura e spese della Fondazione, mentre il Comune di Cremona ha destinato il Palazzo dell'arte a sede della Fondazione Antonio Stradivari di Cremona, del Museo Stradivariano, collocato a Palazzo Affaitati, della Collezione "Gli Archi di Palazzo Comunale" e della collezione di strumenti della Fondazione "A. Stradivari" La Triennale. Il Comune di Cremona ha apportato nella nuova Fondazione, incaricata di gestire il Museo, il palazzo dell'arte completamente ristrutturato, un museo interamente allestito, la collezione di strumenti ad arco di valore inestimabile, un contributo annuo di circa 300mila euro. La Fondazione Arvedi - Buschini si è fatta interamente carico della sistemazione di piazza Marconi, dell'onere derivante dal restauro del palazzo e della creazione del Museo. A ciò si aggiunge la volontà di assicurare una concreta vicinanza all'avvio gestionale del nuovo Museo. Gli altri soci della Fondazione Stradivari hanno assicurato da subito la volontà di mantenere il proprio apporto economico e collaborativo conferendo annualmente una quota di adesione per ovvi motivi sensibilmente inferiore al conferimento del Comune e della Fondazione Arvedi - Buschini. Al Museo del Violino i visitatori possono esplorare cinque secoli di storia della liuteria di Cremona venendo a contatto con i grandi maestri e i loro strumenti: Andrea Amati, il capostipite della famiglia, i suoi figli Antonio e Girolamo, suo nipote Nicolò; Antonio Stradivari del quale sono in mostra dieci capolavori; Giuseppe Guarnieri del Gesù e la sua famiglia; Lorenzo Storioni e Francesco Rugeri. Grazie al contributo della collezione della città di Cremona e ai prestiti delle collezioni friends of Stradivari e della Fondazione Walter Stauffer di Cremona, nessun altro museo in Europa può attualmente vantare una collezione così importante e completa di strumenti ad arco della scuola di Cremona. I secoli XIX e XX sono rappresentati con i lavori dei più grandi liutai italiani del tempo e con gli strumenti vincitori del Concorso Triennale, inoltre il Museo offre un tributo ai maestri contemporanei in uno spazio dedicato. Installazioni multimediali e un grande numero di postazioni di illustrazione al pubblico, permette a ciascuno dai bambini ai visitatori più esperti di godere di una visita suggestiva e appassionante, nella quale storia e strumenti, profumi, suoni e immagini convergono insieme per dare forma alle storie, ai sogni e alle emozioni. L'impegno a consolidare la fama di Cremona quale capitale dell'arte liutaria nel suo più

8 ampio significato prosegue con la sistemazione nelle sale dell appartamento Magio di Palazzo Affaitati, già sede del Museo Stradivariano, delle Collezione di strumenti a pizzico di Carlo Alberto Carutti, ingegnere milanese, fratello del mecenate cremonese Gianni Carutti. Si tratta di una delle più prestigiose collezioni di questo genere esistenti in Italia, 65 pezzi tra chitarre, liuti, mandolini e altri antichi strumenti a pizzico, tutti perfettamente restaurati e funzionanti. In accordo con Carlo Alberto Carutti, la nuova sezione museale, inaugurata il 13 dicembre 2013, è stata denominata Le stanze per la musica, che sottintende l idea di un museo vivo e partecipato, vetrina per gli appassionati e i turisti, base di studio per gli addetti ai lavori, ma anche spunto per momenti di intrattenimento, concerti e spettacoli. La Collezione Carlo Alberto Carutti rappresenta una delle più importanti raccolte di strumenti a corda per la qualità, rarità e stato di conservazione degli strumenti che la costituiscono. La collezione ripercorre quattro secoli di liuteria ed è formata da oltre sessanta strumenti alcuni dei quali appartenuti a noti collezionisti, musicisti ed esponenti dell aristocrazia. Oltre ad interessanti esemplari di violini, viole, viole d amore, pochettes e ghironde, sono presenti una cinquantina di strumenti a corde pizzicate fra cui chitarre, english-guitars, mandolini e liuti, costruiti dai principali artigiani europei attivi nei secoli XVII, XVIII e XIX. Fra questi ricordiamo alcuni rappresentanti di prestigiose dinastie di liutai quali i Voboam, Fabricatore, Guadagnini, Pons, Panormo, Stauffer, e formidabili costruttori fra cui Fedele Barnia, Gérard Deleplanque, Jean-Nicolas Lambert, Réne Lacôte, Nicolas Grobert e Antonio de Torres. Ricordiamo infine la chitarra costruita dal liutaio francese Aubry-Maire, appartenuta al cantante spagnolo Lorenzo Pagans che è ritratto nell atto di suonarla in un dipinto di Edgar Degas. Nel corso degli ultimi decenni la liuteria cremonese, grazie alla lungimiranza e all intraprendenza di numerosi protagonisti, ha saputo trarre giovamento dallo scambio sempre più intenso con realtà di altri Paesi. In questo modo, una tradizione artigianale secolare basata sulla creatività dei grandi maestri liutai del passato, veicolata da competenze e prassi immateriali, è divenuta una ricchezza culturale. Cremona non intende disperderla, ma preservarla e valorizzarla quale testimonianza della sua storia e come irrinunciabile strumento di sviluppo per il suo futuro.

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