Previdenza obbligatoria e complementare: conoscere per comprendere, comprendere per scegliere

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1 Previdenza obbligatoria e complementare: conoscere per comprendere, comprendere per scegliere

2 Premessa Già da quando si comincia a lavorare e, comunque, prima possibile se abbiamo una carriera lavorativa già avviata, dobbiamo porci le seguenti domande. 1. Quanto reddito mi garantirà la pensione pubblica in rapporto all ultimo stipendio? 2. Lo ritengo sufficiente? Se no, di quanta integrazione potrei avere bisogno per raggiungere il livello che ritengo sufficiente e/o adeguato? 3. Qual è il livello di contribuzione ad una forma di previdenza complementare che devo e/o posso sostenere per assicurarmi questa integrazione? 4. Quali sono gli strumenti e le modalità da usare (tra le forme pensionistiche complementari e, nel loro ambito, tra le linee di investimento) per costruirmi questa integrazione? 2

3 Premessa L intento di questa presentazione è stimolare ciascuno a porsi queste domande e a cercare di rispondervi anche attraverso un percorso di informazione e di conoscenza del nostro sistema previdenziale. Da soli o con l aiuto di persone che operano in campo previdenziale dobbiamo verificare se il reddito che ci attende è adeguato e sostenibile per le nostre esigenze. Dobbiamo inoltre decidere se fare scelte di risparmio previdenziale aggiuntivo attraverso la previdenza complementare. 3

4 Premessa Per una scelta coerente e consapevole occorre: conoscere il tasso di sostituzione atteso della propria pensione in base alla situazione personale pianificare la pensione in base ai propri bisogni previdenziali avere qualche conoscenza di nozioni di previdenza al fine di fare le scelte coerenti rispetto alle aspettative conoscere le tipologie delle rendite ed i prodotti offerti dalle forme pensionistiche complementari 4

5 Premessa Nel tempo numerosi sono stati i traguardi raggiunti nella direzione del miglioramento e del rafforzamento del nostro sistema di stato sociale (welfare state). La sicurezza sociale è stata estesa ad un numero crescente di lavoratori e cittadini ed è migliorata per ciascuno. Le difficoltà della finanza pubblica e l allungamento della vita media hanno però costretto a rivedere alcune regole di funzionamento dei sistemi pensionistici. Cambiano i sistemi di protezione sociale e cambia la tutela previdenziale. Per affrontare e programmare il futuro occorre conoscere questi cambiamenti che incidono sulla vita di ognuno di noi. 5

6 Principi fondamentali della previdenza italiana Art. 38 Costituzione Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all'assistenza sociale. I lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria. Gli inabili ed i minorati hanno diritto all'educazione e all'avviamento professionale. Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato. L'assistenza privata è libera. 6

7 I SEZIONE LE PENSIONI OBBLIGATORIE DEI DIPENDENTI PUBBLICI 7

8 Sistemi di gestione e finanziamento e criticità dei sistemi pensionistici pubblici I sistemi di finanziamento della previdenza possono essere: - A ripartizione e basati sui contributi sociali : i contributi dei lavoratori attivi servono a pagare le prestazioni di chi è in pensione - A capitalizzazione: la pensione è pagata utilizzando i contributi versati per singolo lavoratore o gruppi di lavoratori e i rendimenti ottenuti investendo quei contributi - A ripartizione a fiscalità generale: le pensioni sono a totale carico del sistema fiscale 8

9 Sistemi di gestione e finanziamento e criticità dei sistemi pensionistici pubblici Il sistema pensionistico pubblico a ripartizione subisce l influenza de : - l allungamento della vita media - la diminuzione del tasso di natalità - la diminuzione del rapporto tra il numero degli occupati e quello dei pensionati Dalla fine degli anni 70, anche per effetto di questi fattori, si è determinato l aumento della spesa pensionistica 9

10 Le linee guida delle riforme degli anni 90 Per contenere la spesa pensionistica e stabilizzarla, queste le leve utilizzate: Riduzione dell ammontare delle pensioni pagate (= minori uscite) Aumento dei contributi versati (= maggiori entrate) Aumento dell età minima per andare in pensione (= minori uscite e contemporaneamente maggiori entrate) 10

11 Il sistema pensionistico obbligatorio I metodi di calcolo e di accesso da dove vengo e dove vado? Esistono tre diversi sistemi di calcolo delle pensioni a seconda dell anzianità maturata al 31 dicembre 1995 (Legge 335/1995) : Retributivo: applicabile a coloro i quali possono far valere al 31 dicembre 1995 almeno 18 anni di contributi Contributivo: applicabile a coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 e non possono far valere in alcun modo contributi fino a quella data (neanche con accrediti figurativi o da riscatto) Misto: applicabile a coloro i quali hanno meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 Le differenze riguardano anche alcune regole di accesso alle prestazioni 11

12 12 Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica La pensione di vecchiaia - Il diritto nel sistema retributivo e misto Si acquisisce in seguito alla cessazione dal servizio con 65 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Le donne lavoratrici dipendenti del settore privato conseguono il diritto al compimento dei 60 anni ma possono continuare a lavorare fino ai 65 Le donne lavoratrici del settore pubblico, a partire dal 2012, conseguono il diritto non prima dei 65 anni (art. 12, c. 12-sexies legge 122/10). Deroghe Restano fermi i più bassi limiti di età per il personale delle forze armate e di polizia, sia donne che uomini. Mantengono il diritto a pensione le lavoratrici iscritte all Inpdap che hanno maturato i requisiti contributivi ed anagrafici prima del 1 /1/2012.

13 La pensione di anzianità il diritto nel sistema retributivo e misto Il diritto si acquisisce in seguito alla cessazione dal servizio avvenuta prima di aver raggiunto il limite di età per la pensione di vecchiaia, se in possesso di determinati requisiti anagrafici e/o di servizio. dal 1 gennaio 2008 sono in vigore due diverse modalità: 1. Requisito dei 40 anni di contributi a prescindere dall età (di cui all articolo 1, comma 25, lettera b), della legge n 335/95); 2. Requisiti contributivo (minimo 35 anni) e di età accompagnati dalle cosiddette quote (somma di età e contributi). I requisiti di età salgono gradualmente fino a 62 anni. Si tratta dei cosiddetti scalini della legge n 247/2007 che hanno sostituito lo scalone (innalzamento in una sola volta) della legge 243/2004, che avrebbe dovuto intervenire dal 1 gennaio

14 La pensione di anzianità il diritto nel sistema retributivo e misto In dettaglio ecco i requisiti anagrafici e/o di servizio per la pensione di anzianità oggi ( con le cosiddette quote) La decorrenza è un anno dopo la maturazione dei requisiti (Allegato 1 Tabella B Legge n. 247/2007) Anno di pensionamento Dal 01/07/2009 Al 31/12/2010 Dal 01/01/2011 Al 31/12/2011 Dal 01/01/2012 Al 31/12/2012 quota da raggiungere tra età anagrafica ed anzianità contributiva Dal 01/01/ Età anagrafica minima per l accesso al pensionamento oppure oppure Oppure oppure 62 Anzianità contributiva 36 e e e e 35 Con 40 anni di contributi si prescinde dal requisito dell età 14

15 La pensione di vecchiaia (e di anzianità)- Il diritto nel sistema contributivo Nel sistema contributivo la pensione è unica e comprende quella di vecchiaia e quella di anzianità I requisiti sono quasi gli stessi del sistema retributivo e misto Uomini : 65 anni di età ed almeno 5 di contribuzione effettiva; Donne: 60 anni di età ed almeno 5 di contribuzione effettiva; Donne lavoratrici del settore pubblico: a partire dal anni di età ed almeno 5 di contribuzione effettiva Mantengono il diritto con i vecchi criteri coloro che avevano maturato i requisiti entro il 31/12/2010 (continua ) 15

16 La pensione di vecchiaia (e di anzianità)- Il diritto nel sistema contributivo ( segue) I requisiti sono quasi gli stessi del sistema retributivo e misto Per l accesso alla pensione prima dell età pensionabile, valgono le stesse regole per l accesso alla pensione di anzianità del sistema retributivo e misto (almeno 35 anni di anzianità contributiva in combinazione con le età e le quote) oppure almeno 40 anni di anzianità contributiva, senza vincoli di età anagrafica. Nel computo dei 35 o 40 anni non rientrano i versamenti a titolo di riscatto o prosecuzione volontaria, fatta eccezione per i riscatti di periodi di studio, la cui valutazione è stata introdotta con la legge 247/2007 E possibile accedere al pensionamento prima del compimento del 65 anno di età, a condizione che l importo della pensione sia di almeno 1,2 volte quello dell assegno sociale 16

17 I nuovi limiti di età a partire dal 2015 (Legge n. 102/2009 e legge n. 122/ manovre 2010 e 2011) Dal 2015 è previsto l adeguamento dei limiti di età per le pensioni di vecchiaia ed anzianità e quindi l aggiornamento del valore delle quote (che combinano età e contributi per le pensioni di anzianità) in ragione dell incremento della speranza di vita. L adeguamento ha periodicità triennale ed è adottato con regolamento da emanarsi da parte del Ministro del Lavoro entro l anno precedente a quello in cui ha effetto. Il primo incremento, previsto per il 2015, non potrà superare i 3 mesi 17

18 La decorrenza delle pensioni di vecchiaia e anzianità nei tre sistemi (retributivo, misto, contributivo) PER CHI MATURA IL DIRITTO A PENSIONE PER LA PRIMA VOLTA A PARTIRE DAL 2011 LA PENSIONE E MESSA IN PAGAMENTO 12 MESI DOPO LA MATURAZIONE DEL REQUISITO Alcune deroghe (per la pensione di vecchiaia) Per coloro i quali hanno già maturato il diritto alla pensione ed alla decorrenza secondo le vecchie regole non viene applicato il differimento di un anno; tra questi rientrano anche i soggetti che maturano l età per la pensione di vecchiaia anche dopo il 2011 ma che l 2010 avevano acquisito il diritto alla pensione di anzianità; continua l esclusione dalle finestre, sia fisse che mobili, per i lavoratori del comparto scuola, la cui decorrenza della pensione coincide con l inizio dell anno scolastico (1 settembre di ogni anno) 18

19 La misura della pensione nel sistema retributivo Se mi trovassi nel sistema retributivo come sarebbe calcolata la mia pensione?... Il calcolo della pensione è basato sull importo delle retribuzioni percepite nell ultima parte della vita lavorativa e rapportato a coefficienti di rendimento collegati agli anni di anzianità contributiva. nel dettaglio Con il d. lgs. 503/92 la pensione, viene calcolata sulla base di due quote: QUOTA A, la quale è basata sull importo della retribuzione percepita l ultimo giorno di lavoro, rapportata al coefficiente di rendimento maturato al 31/12/1992 in base all anzianità contributiva maturata alla stessa data; QUOTA B, determinata sulla media delle retribuzioni percepite negli ultimi 10 anni precedenti il pensionamento e rivalutate in base agli indici del costo della vita (più un punto) e riferita all anzianità contributiva maturata dal1/1/

20 La misura della pensione nel sistema contributivo se la mia pensione fosse calcolata con il sistema contributivo Il calcolo della pensione con il sistema contributivo è basato sul montante derivante dai contributi accantonati e rivalutatati durante tutta la vita lavorativa (Montante Contributivo) e restituiti al lavoratore sotto forma di pensione, rapportati ad un coefficiente, detto di trasformazione, legato all età alla data del pensionamento (art 1 comma 6 L. 335/95) Calcolo pensionistico utilizzato per coloro che sono privi di anzianità contributiva al 31/12/1995 o che optino per tale sistema (L. 335/95) 20

21 La misura della pensione nel sistema contributivo. I coefficienti di trasformazione vecchi e nuovi a confronto COEFFICIENTI DI TRASFORMAZIONE (legge 247/2007) Divisori Età' Valori Attuali in % Valori Norme Precedenti Differenza in % 22, ,419 4,720-6,377 22, ,538 4,860-6,626 21, ,664 5,006-6,832 20, ,798 5,163-7,070 20, ,940 5,334-7,387 19, ,093 5,514-7,635 19, ,257 5,706-7,869 18, ,432 5,911-8,104 17, ,620 6,136-8,409 tasso di sconto = 1,5 % Fonte: Allegato 2 tabella A Legge 247/2007, in vigore dall'1/1/

22 22 Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica La misura della pensione nel sistema contributivo Esempio di calcolo della pensione con i coefficienti vigenti fino al Montante Contributivo Euro ,00 : Età al pensionamento anni 62 : anni 18,1369 = Pensione annua lorda Euro ,00 PERCENTUALIZZAZIONE DEI DIVISORI DETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE 100 : 18,1369 = 5.514% Montante Contributivo Euro ,00 X Età al pensionamento anni 62 coeff. Trasf. 5,514% = Pensione annua lorda Euro ,00

23 23 Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica La misura della pensione nel sistema contributivo Esempio di calcolo della stessa pensione con i criteri di oggi (tabella A allegato 2 legge 247/2007) Montante Contributivo Euro ,00 : Età al pensionamento anni 62 : anni 19,635 = Pensione annua lorda Euro ,00 PERCENTUALIZZAZIONE DEI DIVISORI DETERMINAZIONE DEL COEFFICIENTE DI TRASFORMAZIONE 100 : 19,635 = 5,093% Montante Contributivo Euro ,00 X Età al pensionamento anni 62 coeff. Trasf. 5,093 % = Pensione annua lorda Euro ,00

24 La misura della pensione nel sistema contributivo Col sistema contributivo la misura del trattamento pensionistico dipende, quindi, da: Ammontare dei contributi versati Età al momento del pensionamento Tasso di crescita del Pil Tasso di crescita del proprio reddito (contratti e carriera) Coefficienti di trasformazione (speranza di vita al momento del pensionamento) 24

25 Il sistema misto regole di accesso e calcolo per chi ha contributi prima del 1996 in numero inferiore ai 18 anni Per coloro che al 31 dicembre 1995 avevano meno di 18 anni di contributi Le regole di accesso sono quelle del sistema retributivo La pensione sarà calcolata in parte con il sistema retributivo ed in parte con il sistema contributivo e sarà data dalla somma di più quote: - la quota o le quote calcolate secondo il sistema retributivo, relative all'anzianità contributiva maturata al 31 dicembre 1995; - la quota calcolata secondo il sistema contributivo, relativa all anzianità contributiva maturata dopo il 31 dicembre

26 I tassi di sostituzione dopo le riforme Le riforme intervenute dagli anni 90 stanno producendo le seguenti conseguenze Riduzione del tasso di copertura rispetto all ultimo stipendio (tasso di sostituzione = rapporto tra la prima rata di pensione e l ultima retribuzione) Incremento dell età media di pensionamento In tempi recenti la diminuzione delle prestazioni pensionistiche è dovuta anche a cambiamenti del lavoro: - ingresso ritardato nel mondo lavorativo - crescente ricorso ai contratti atipici (lavori a progetto, flessibili, parttime etc) che prevedono sottocontribuzioni - periodi prolungati privi di tutela previdenziale per mancato lavoro 26

27 I tassi di sostituzione in dettaglio misurare la mia prima pensione rispetto all ultimo stipendio Il tasso di sostituzione esprime il rapporto fra l importo della prima rata di pensione e l ultima retribuzione. Misura, pertanto, la variazione del reddito del lavoratore nel passaggio dalla fase attiva a quella di pensionamento. I tassi di sostituzione, calcolabili al lordo e al netto del prelievo contributivo e fiscale, mostrano di quanto il reddito disponibile si modifica a seguito del pensionamento. 27

28 I tassi di sostituzione in dettaglio un occhiata alle previsioni ufficiali Fonte: Ragioneria generale dello Stato Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario aggiornamento 2009 Figure tipo e parametri utilizzati - Dipendenti con 63/65 anni di età e 35 di contribuzione - Dinamica retribuzione individuale periodo pari al tasso di crescita medio annuo per occupato della produttività usato nello scenario di previsione (1,55% annuo reale, al netto dell inflazione) - Tassi di variazione effettivi della retribuzione media per gli anni fino al Revisione triennale dei coefficienti di trasformazione secondo l evoluzione della speranza di vita nello scenario demografico di riferimento 28

29 I tassi di sostituzione in dettaglio Tassi di sostituzione lordi - pensionamento a 63/65 anni con 35 anni di contribuzione Fonte: Ragioneria generale dello Stato Le tendenze di medio lungo periodo nel sistema pensionistico e socio sanitario aggiornamento 2009 Anno di pensionamento Sistema di calcolo Retributivo Misto (10 retrib contrib.) Contributivo Contributivo Contributivo Contributivo Tasso di sost. a 63 anni 68,7 60,1 55,0 52,4 51,8 50,8 Tasso di sost. a 65 anni 68,7 62,6 58,4 55,5 54,8 53,7 La riduzione dei tassi di sostituzione dipende in misura significativa dalla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione 29

30 Alcune prime valutazioni ATTENZIONE! I TASSI DI SOSTITUZIONE ESPOSTI RIGUARDANO UNA SITUAZIONE TIPO. È IMPORTANTE CHE CIASCUNO FACCIA UNA PREVISIONE DEL PROPRIO TASSO DI SOSTITUZIONE CHE TENGA CONTO DELLE CARATTERISTICHE DELLA STORIA CONTRIBUTIVA E DI CARRIERA PERSONALI se dopo il pensionamento intendo mantenere lo stesso tenore di vita di adesso, questi livelli di copertura saranno sufficienti? Se non li riteniamo sufficienti è importante Acquisirne la consapevolezza in tempo utile per potervi porre rimedio Individuare qualche soluzione che possa compensare la differenza tra tasso di sostituzione desiderato e tasso di sostituzione atteso Tenere presente sempre le proprie esigenze previdenziali e monitorarle nel tempo al fine di calibrare al meglio le soluzioni 30

31 II SEZIONE LE PRESTAZIONI DI FINE LAVORO DEI DIPENDENTI PUBBLICI 31

32 Le liquidazioni dei dipendenti pubblici Pensare alla pensione richiama quella che è chiamata comunemente la liquidazione anche nel pubblico impiego, vale a dire le prestazioni di fine servizio. Esse entrano in gioco sia per la determinazione del reddito disponibile, quando si è pensionati, sia nella scelta dell adesione ad una forma pensionistica complementare Analizziamo in sintesi i diversi trattamenti che, alla cessazione del rapporto di lavoro, vengono erogati ai dipendenti pubblici e che si possono classificare in due tipologie: Trattamenti di Fine Servizio (indennità di buonuscita indennità premio di servizio indennità di anzianità) Consistono in una somma di denaro una tantum corrisposta al dipendente al momento della cessazione dal servizio (a condizione che l iscritto abbia almeno un anno di iscrizione) Trattamenti di Fine Rapporto 32

33 I diversi trattamenti di fine servizio La buonuscita Destinatari: riguarda i dipendenti delle amministrazioni dello Stato, ivi comprese forze armate e di polizia, dipendenti di Senato, Camera e del Segretariato del Presidente della Repubblica Retribuzione di riferimento: voci fisse e continuative più la quota variabile dell indennità integrativa speciale Finanziamento della prestazione: contribuzione la cui misura è pari al 9,60% dell 80% della retribuzione di riferimento Calcolo dell indennità prima della riforma del 2010: la prestazione è pari all 80 % dell ultima retribuzione mensile rapportata ad anno (moltiplicata 13 e divisa12) moltiplicata per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore) 33

34 I diversi trattamenti di fine servizio L indennità premio di servizio E disciplinata dalla legge 8/3/68, n. 152 e s.m. Destinatari: riguarda i dipendenti di ruolo, sanitari e salariati degli EE.LL., dipendenti di Regioni, Province, ASL, Consorzi comunali, provinciali e Comunità montane Retribuzione di riferimento: voci fisse e continuative più la indennità integrativa speciale Finanziamento della prestazione: contribuzione la cui misura è pari al 6,10 % dell 80 % della retribuzione di riferimento Calcolo dell indennità prima della riforma del 2010: la prestazione è pari a un quindicesimo dell 80 % della retribuzione di riferimento dell ultimo anno moltiplicato per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore) 34

35 I diversi trattamenti di fine servizio L indennità di anzianità E disciplinata dalla legge 30/03/75, n. 70 e s.m. Destinatari: riguarda i dipendenti degli Enti pubblici non economici (parastato) Retribuzione di riferimento: stipendio base, retribuzione individuale di anzianità (ria), indennità di vacanza contrattuale Finanziamento della prestazione: annuale copertura in bilancio del relativo onere Calcolo dell indennità prima della riforma del 2010: la prestazione è pari al 100 % dell ultima retribuzione mensile rapportata ad anni interi (moltiplicata 13 e divisa 12), moltiplicata per gli anni utili (ivi compresi quelli riscattati), computando per anno intero la frazione di anno superiore a sei mesi (trascurando quella uguale o inferiore) 35

36 Che cos è: consiste in una somma di denaro corrisposta al dipendente alla risoluzione del rapporto di lavoro il cui diritto sorge al termine di un servizio pari ad almeno 15 giorni continuativi nel mese, regolato dall art del codice civile (settore privato) esteso al settore pubblico con l Accordo quadro Aran Sindacati 29/07/1999 e dal Dpcm 20 dicembre 1999 Destinatari: i dipendenti del settore privato e pubblico. Nel settore pubblico riguarda i dipendenti a tempo determinato con contratto in corso al 31/05/2000 ovvero assunti successivamente e i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato a decorrere dal 1 /1/2001 E costituito da accantonamenti annui di quote del 6,91% della retribuzione utile. Gli accantonamenti vengono annualmente contabilizzati e rivalutati con l applicazione del tasso dell 1,5% in misura fissa e del 75% dell aumento dell indice dei prezzi al consumo Istat. La rivalutazione è applicata agli accantonamenti maturati fino al 31/12 dell anno precedente e non opera per gli accantonamenti dell anno in corso. 36 Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica Il trattamento di fine rapporto (TFR)

37 Il regime fiscale di TFS e TFR La tassazione dei trattamenti di fine servizio è diversa da quella del trattamento di fine rapporto. Di seguito il confronto TFS defiscalizzazione di 309,87 ( ) per ogni anno di servizio quota esente del 26,04% (IBU) e del 40,98% (IPS) tassazione in funzione del reddito di riferimento TFR rendimenti tassati dell 11% applicazione dell aliquota media individuale degli ultimi 5 anni sulla prestazione lorda 37

38 La riforma del 2010: il TFS calcolato come TFR per i periodi successivi al 31 dicembre 2010 Il comma 10 dell art 12 legge 122/10 stabilisce che: Con effetto sulle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1 gennaio 2011, per i lavoratori alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, per i quali il computo dei trattamenti di fine servizio, comunque denominati, in riferimento alle predette anzianità contributive non è già regolato in base a quanto previsto dall'articolo 2120 del codice civile in materia di trattamento di fine rapporto, il computo dei predetti trattamenti di fine servizio si effettua secondo le regole di cui al citato articolo 2120 del codice civile, con applicazione dell'aliquota del 6,91 per cento. 38

39 Che cosa è cambiato con la riforma del 2010 Per tutte le anzianità maturate a partire dal 1 gennaio 2011 varia la modalità di calcolo del TFS. Il calcolo si effettua accantonando il 6,91%, ma sulla retribuzione utile considerata nella misura dell 80% (invariata quindi rispetto all imponibile previsto in precedenza) e segue il criterio di rivalutazione previsto per i TFR. Nulla è innovato nelle modalità di tassazione, che continua ad applicarsi secondo le norme già vigenti sul TFS. Per la valutazione di eventuali riscatti occorre distinguere se temporalmente il periodo oggetto di riscatto si colloca entro il 31/12/2010 o in epoca successiva. Se è precedente aumenta l anzianità utile con lo stesso tipo di calcolo del TFS. Se successivo si trasforma in quota di retribuzione da accantonarsi insieme alle altre quote 39

40 Che cosa è cambiato per chi è in servizio prima e dopo la riforma del 2010 Per coloro in servizio al 31/12/2010 con diritto acquisito per la corresponsione del TFS la prestazione finale sarà determinata su due quote: la prima per l anzianità utile al 31/12/2010 calcolata con le vecchie modalità ; la seconda basata sugli accantonamenti del 6,91% per tutti gli anni successivi. Per l arrotondamento dei servizi, ogni periodo segue le norme pertinenti al tipo di calcolo effettuato Nulla è innovato in tema di individuazione dei beneficiari in caso di decesso dal servizio Un esempio Un dipendente con 10 anni di servizio al 31/12/2010 ed altri 10 nel periodo successivo si vedrà erogare un TFS calcolato per i primi 10 anni con le vecchie modalità e gli ultimi 10 con il sistema degli accantonamenti. I due importi, sommati insieme, daranno l importo lordo su cui calcolare la tassazione prevista dalle vecchie norme sul TFS 40

41 La riforma 2010 e le nuove regole per il pagamento del TFS/TFR Sia che si tratti di prestazioni di fine servizio comunque denominate, sia che si tratti di TFR, a partire dalle cessazioni intervenute dal 31/5/2010 sono state introdotte nuove modalità riguardanti l accesso al pagamento. Se la prestazione dovuta ha un importo massimo di lordo viene erogata in un unica soluzione e seguendo la scadenza già prevista per la generalità dei casi Nel caso in cui la prestazione superi l importo di lordo ma sia inferiore a lordo, fermo restante il pagamento del primo acconto nei modi sopra stabiliti, la seconda rata sarà erogata dopo 12 mesi dalla decorrenza del diritto al primo pagamento Nel caso in cui la prestazione superi l importo di lordo, fermi restanti i pagamenti dei primi due acconti nei modi sopra stabiliti, la terza ed ultima rata sarà erogata dopo 24 mesi dalla decorrenza del diritto al primo pagamento 41

42 La riforma 2010 e le nuove regole per il pagamento del TFS/TFR - deroghe La disciplina inerente alla nuova modalità di pagamento del trattamento di fine servizio dilazionato in più rate non si applica, in via transitoria, per alcune situazioni: Collocamenti a riposo per limiti di età intervenuti entro il 30/11/2010; Collocamenti a riposo per dimissioni intervenuti entro il 30/11/2010 a condizione che la cessazione sia stata comunicata/accolta entro il 31/5/2010 I trattenuti in servizio, comunque cessati entro il 30/11/2010, il cui collocamento a riposo è da considerarsi comunque come avvenuto per limiti di età Per mancanza di espressa previsione legislativa le deroghe non sono applicabili in tutti i casi di cessazione per decesso, per inabilità e per limiti di servizio (in mancanza di domanda prodotta entro il 30/5/2010) 42

43 III SEZIONE LA PREVIDENZA COMPLEMENTARE DEI DIPENDENTI PUBBLICI 43

44 La previdenza obbligatoria e complementare qualche differenza Previdenza obbligatoria 1. Automaticità della prestazione 2. Obbligo diretto per lo Stato di previsione e assicurazione 3. Iscrizione obbligatoria Previdenza complementare 1. Criterio di stretta corrispettività e principio della capitalizzazione 2. Libertà di attivazione dei piani da parte delle fonti istitutive 3. Libertà di adesione 44

45 Principi fondamentali della previdenza complementare Complementare al I pilastro non alternativo alla pensione pubblica concorre ad assicurare un adeguato tenore di vita dopo il pensionamento Capitalizzazione individuale i contributi, versati e investiti, sono restituiti (con i relativi rendimenti) al lavoratore sotto forma di prestazione Adesione libera e volontaria ogni lavoratore può decidere se e dove aderire, in piena consapevolezza e autonomia 45

46 La previdenza complementare - Destinatari Lavoratori dipendenti privati e pubblici Soci lavoratori cooperative di produzione e lavoro Lavoratori autonomi e liberi professionisti Soggetti che svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari e che non prestano attività lavorativa (d.lgs.vo 565/96) Titolari di redditi diversi da lavoro (capitale, impresa, ecc.) Familiari a carico 46

47 L adesione ad una forma pensionistica complementare Tipologie di forme pensionistiche complementari Il mercato della previdenza complementare è costituito da diverse tipologie di forme pensionistiche complementari cui è possibile aderire: Fondi pensione negoziali Fondi pensione aperti Fondi pensione preesistenti PIP nuovi (conformi al d.lgs. 252/05) 47

48 Il dipendente pubblico e l adesione ad una forma pensionistica I dipendenti pubblici possono aderire a: al fondo pensione negoziale (ai sensi del decreto legislativo n. 124/93 e da altre norme speciali) istituito dalla contrattazione di comparto o categoria forme pensionistiche individuali (Fondo aperto e Pip), mediante contribuzione volontaria a totale carico dell aderente (in questo caso al pari di un privato cittadino ferma restando l impossibilità di devoluzione del Tfr e del contributo datoriale) 48

49 Le forme pensionistiche complementari Il fondo negoziale Contribuzione definita È definita l entità della contribuzione ma non l ammontare delle prestazioni, che dipendono da diversi fattori fra i quali: gli anni di contribuzione i rendimenti l entità della contribuzione la rendita che si sceglierà al termine della fase di accumulo 49

50 I fondi negoziali di categoria Il fondo pensione negoziale nasce da contratti o accordi collettivi (anche aziendali) che individuano i destinatari sulla base dell appartenenza ad un determinato comparto, impresa o gruppo di imprese o ad un determinato territorio (es. regione o provincia autonoma). ll fondo pensione negoziale è un soggetto giuridico autonomo, può essere una associazione o una fondazione e può avere, pertanto, personalità giuridica Non ha scopo di lucro 50

51 Gli Organi sociali del Fondo negoziale Assemblea dei delegati, organo che esprime la volontà degli associati (approvazione bilancio, variazioni statutarie, elezione organi di amministrazione e controllo ecc.) Consiglio di Amministrazione, organo esecutivo (stipula convenzioni, indirizzo per strategie di investimento finanziario e per l organizzazione del fondo, predisposizione bilanci ed informative, ecc.) Collegio dei Revisori, con funzioni di controllo sull attività del Fondo Presidente, eletto in seno al Consiglio di amministrazione (presiede il Cda e rappresenta il fondo) 51

52 52 Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell Amministrazione Pubblica Il fondo pensione ed i soggetti con cui interagisce Iscritti Pensionati Datori di lavoro Fondo pensione Gestori finanziari: - Sgr - Sim - Banche - Assicurazioni Banca depositaria Assicurazione per la gestione delle rendite

53 Le fasi del ciclo di gestione del fondo pensione 1. La raccolta dei contributi ed il loro accumulo 2. La gestione delle risorse accumulate 3. L erogazione delle prestazioni 53

54 La contribuzione a un fondo pensione di un dipendente pubblico e le implicazioni per il TFS-TFR La principale voce di finanziamento della previdenza complementare è il TFR, il dipendente pubblico in regime di TFS che voglia aderire ad un fondo negoziale può farlo solo esercitando l opzione per la trasformazione del TFS in TFR. L opzione, in base all accordo quadro Aran sindacati del 2 marzo 2006, è esercitabile fino al 31 dicembre Non è da escludere un nuovo accordo di proroga di questo termine. Vediamo in dettaglio quello che avviene al momento dell adesione al fondo pensione negoziale, in cui si determina il passaggio dal TFS al TFR 54

55 La contribuzione a un fondo pensione di un dipendente pubblico e le implicazioni per il TFS-TFR Il passaggio dal TFS al TFR Si effettua il calcolo del TFS maturato fino al momento dell adesione e lo si trasforma in TFR. Successivamente viene rivalutato annualmente dall Inpdap del 75% del tasso di inflazione e dell 1,5% fisso. Al fondo viene destinata la quota dell accantonamento di Tfr, che matura dopo l adesione, nella misura prevista dalla contrattazione (di norma pari al 2%) che è versata al fondo pensione (al momento della cessazione) La restante quota di TFR non destinata a previdenza complementare (di norma pari al 4,91%), rivalutata anch essa, è corrisposta al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro, unitamente all importo di TFR derivante dalla trasformazione del TFS spettante sino all adesione. Per incentivare l adesione alla previdenza complementare è previsto che l Inpdap accrediti ai dipendenti iscritti alle proprie gestioni del Tfs un contributo pari all 1,5% della base contributiva utile del Tfs 55

56 L opzione per il TFR e la previdenza complementare Dipendente a tempo indeterminato In servizio al 31/12/2000 Assunto dopo il 31/12/2000 Opta per il TFR aderendo alla Previdenza compl.re Non aderisce alla previdenza compl.re TFR TFR: max 2% al Fondo + 1,5% base TFS TFS Aderisce alla Prev Compl : intero TFR al Fondo Non aderisce: intero TFR al lavoratore Scadenza per l opzione: 31/12/

57 Il TFR e la previdenza complementare per i tempi determinati Dipendente a tempo determinato al 30/5/2000 o assunto successivamente TFR Aderisce alla Prev. Compl.re Non aderisce alla Prev. Compl.re Intero TFR al Fondo TFR al lavoratore 57

58 L opzione per il TFR e la previdenza complementare - Il reale e la posizione figurativa Contribuzione versata periodicamente Contributo datore di lavoro + eventuale bonus d avvio Accantonamenti figurativi versati alla cessazione TFR Contributo del lavoratore + eventuale contribuzione aggiuntiva Quota aggiuntiva 1,5% ( solo optanti) Fondo pensione 58

59 Le specificità per il pubblico impiego: la posizione figurativa A precisazione dello schema precedente è da sottolineare che: La posizione individuale dell aderente del pubblico impiego che si costituisce presso il Fondo è formata da due parti: - il montante presso il fondo comprendente gli accantonamenti fatti tempo per tempo e che includono la contribuzione obbligatoria del dipendente, la contribuzione obbligatoria datoriale, la contribuzione volontaria aggiuntiva del dipendente, l eventuale bonus spettante per 12 mensilità a chi si iscrive nei prima due anni di vita del Fondo; in questo montante possono entrare a far parte anche le quote di tfr provenienti dall Inpdap quando si smette di lavorare ma non si ha diritto al pensionamento; - il montante figurativo presso l Inpdap corrispondente agli accantonamenti di Tfr (in misura parziale o intera), all eventuale accantonamento aggiuntivo calcolato sull imponibile Tfs spettante per coloro (iscritti Inpdap ai fini Tfs) che aderendo esercitano il diritto all opzione da Tfs a Tfr. Questi accantonamenti vengono conferiti al Fondo solo al momento della cessazione del servizio che abbia almeno un giorno di interruzione rispetto al successivo. 59

60 Il fondo pensione e la gestione finanziaria Dopo l adesione gli iscritti destinano a previdenza complementare i loro contributi e il tfr. Queste risorse non vengono messe in un salvadanaio e restituite così come sono alla fine della vita lavorativa ma sono investite per ottenere un rendimento che punta ad essere mediamente pari o superiore quello assicurato dal tfr con le sue rivalutazioni (benchmark ombra). Questo è il processo di investimento dei fondi pensione 60

61 Il fondo pensione e la gestione finanziaria I soggetti abilitati alla gestione: Banche Imprese assicurative Società di gestione del risparmio (SGR) Società di investimento mobiliare (S.I.M.) I soggetti abilitati devono rispettare le regole di prudente gestione e di stabilità rispetto alle quali sono controllati dalle rispettive autorità di vigilanza di settore ( Consob, Banca d Italia, Isvap) 61

62 Il fondo pensione e la gestione finanziaria Il processo di selezione dei gestori Deliberazioni preliminari Definizione dei criteri, del bando e del questionario Pubblicazione del bando e raccolta delle offerte Valutazione delle offerte e individuazione dei vincitori Stipula della convenzione e avvio gestione 62

63 Il fondo pensione e la gestione finanziaria L'asset allocation è l attività di investimento delle risorse nei vari strumenti finanziari ( azioni, obbligazioni, titoli si stato etc) : strategica: indica la ripartizione generale delle risorse tra le varie classi di attivi (azioni, obbligazioni, titoli di stato etc) in rapporto anche ai comparti di investimento presenti nel fondo secondo un orizzonte temporale di medio/lungo periodo. La scelta di istituzione di uno o più comparti di investimento e delle loro caratteristiche rientra in questa attività. È tipica degli organi di amministrazione del fondo. tattica: è quella che considera (con orizzonti temporali anche di breve) la situazione di mercato e che consiste nell acquisito e nella vendita dei singoli titoli (azionari, obbligazionari etc), selezionati tenendo conto dei vincoli e delle linee guida dell asset allocation strategica. È attività tipica del gestore finanziario. 63

64 Il fondo pensione e la gestione finanziaria La definizione del benchmark E il riferimento per individuare la ripartizione degli investimenti nel lungo periodo delle risorse finanziarie tra le diverse classi di attivo Il benchmark è anche il parametro attraverso il quale valutare i risultati della gestione finanziaria Il CdA individua il benchmark di riferimento nell ambito dell asset allocation strategica 64

65 Il fondo pensione e la gestione finanziaria I Fondi possono avere più linee di investimento Si ha il multicomparto quando un fondo pensione prevede più comparti d investimento con differenti profili di rischio-rendimento gli investimenti sono classificati in base alle seguenti categorie: obbligazionario puro (solo obbligazioni con esclusione dell investimento in azioni); obbligazionario misto (è consentito l investimento in azioni, che assume carattere residuale e comunque non superiore al 30 per cento); azionario (almeno il 50 per cento del comparto è investito in azioni); bilanciato (in tutti gli altri casi) Comparti garantiti sono le linee di investimento dei fondi pensione in cui si prevede la restituzione del capitale versato o la corresponsione di un rendimento minimo. Devono essere obbligatoriamente previsti nei fondi pensione per recepire i flussi comparti destinatari del TFR conferito con modalità tacite 65

66 Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo I controlli interni Del consiglio di amministrazione sui gestori finanziari Del responsabile del fondo Del collegio dei revisori sulla gestione degli amministratori Dell assemblea (indiretto) in sede di approvazione del bilancio e di elezione dei componenti degli organi di amministrazione e controllo (continua ) 66

67 Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo ( segue) I controlli interni Della banca depositaria. I compiti Custodire il patrimonio Controllare tutte le operazioni disposte dal gestore, con riferimento alle leggi generali e di settore alle prescrizioni dell Autorità di Vigilanza agli statuti e alle convenzioni di gestione Eseguire tutte le operazioni che incidono sul patrimonio acquisti e vendite pagamenti e riscossioni consegna e ritiro titoli stacco cedole e dividendi distribuzioni, sottoscrizioni e rimborsi Calcolare i valori dei titoli in portafoglio e della quota 67

68 Il fondo pensione, la gestione finanziaria e i presidi di controllo La Commissione di vigilanza sui fondi pensione Covip Unica autorità di vigilanza sul settore dei fondi pensione per: Specificità del risparmio per fini previdenziali Peculiarità del rischio previdenziale Pluralità degli attori in campo (disomogeneità) Differenza tra i fondi pensione e gli altri intermediari finanziari e assicurativi I suoi poteri di vigilanza : - Esercita il controllo sulla gestione tecnica, finanziaria, patrimoniale, contabile - Verifica il rispetto dei principi di trasparenza - Verifica il rispetto dei criteri di individuazione e ripartizione del rischi 68

69 Come si alimenta il conto pensionistico del lavoratore Quota TFR Quota datore di lavoro Quota lavoratore Rendimenti gestione finanziaria Conto individuale Trasferimenti altri fondi 69

70 Come si rivaluta il conto pensionistico del lavoratore dipendente pubblico - Il montante presso il fondo si rivaluta in base ai rendimenti maturati dalle risorse investite - Il montante figurativo presso l Inpdap si rivaluta: nella prima fase di vita del fondo, in base alla media dei rendimenti di un paniere di 13 fondi pensione individuati da un decreto del ministro dell economia e delle finanze (del 2005); una volta consolidata la struttura finanziaria del fondo pensione, con lo stesso tasso di rendimento del fondo 70

71 Il conto pensionistico individuale del lavoratore Il patrimonio del fondo è suddiviso in quote. La quota è l unità di misura della posizione individuale oltre che del patrimonio del fondo. Il numero delle quote si incrementa in funzione delle contribuzioni successive che affluiscono sul conto e diminuisce in funzione delle prestazioni erogate e dei trasferimenti in uscita eseguiti. Il valore della quota varia in funzione dei rendimenti realizzati per il periodo di riferimento. Si può quindi sinteticamente dire che il patrimonio individuale (posizione) dell aderente si incrementa in ragione dei versamenti mensili e della variazione positiva del valore quota 71

72 La previdenza Complementare del dipendente pubblico Circolazione e portabilità nell ambito delle forme pensionistiche complementari (d.lgs. 124/93) Le regole vigenti con il d.lgs. 124/93 Deducibilità fiscale dei contributi collegata all adesione ai Fondi contrattuali Destinazione tfr e contributo datoriale al solo Fondo contrattuale Possibilità di trasferirsi ad un altra forma dopo un periodo di permanenza minimo di 3 anni (elevato a 5 anni nei primi 5 anni di vita del Fondo) 72

73 Le prestazioni erogabili da un fondo pensione Le anticipazioni I riscatti per perdita dei requisiti di partecipazione o premorienza Il trasferimento La pensione complementare 73

74 La previdenza complementare del dipendente pubblico prima del pensionamento Le anticipazioni Prevista l anticipazione della posizione presso il fondo (non di quella presso l Inpdap), con 8 anni di iscrizione, per spese sanitarie, acquisto e ristrutturazione prima casa per lavoratori o figli Possibilità di anticipazioni per congedi formazione e parentali Possibilità reintegrazione (ricostruzione della posizione anticipata mediante versamenti aggiuntivi) Il Riscatto Se si smette di lavorare senza aver raggiunto il diritto alla prestazione può essere chiesto il riscatto di tutto il maturato (liquidazione entro 6 mesi) In caso di decesso, la posizione stessa viene riscattata dal coniuge, dai figli, dai genitori a carico. In mancanza di tali soggetti o di diverse disposizioni del lavoratore la posizione rimane al Fondo contrattuale In caso di decesso, la posizione va agli eredi per gli iscritti a forme pensionistiche individuali 74

75 La previdenza complementare del dipendente pubblico - Le prestazioni Quale pensione complementare? le regole vigenti Prestazione pensionistica di vecchiaia: 5 anni di partecipazione al Fondo ed età pensionabile del sistema pensionistico obbligatorio Prestazione pensionistica di anzianità: cessazione attività lavorativa, 15 anni di partecipazione al Fondo ed età inferiore di 10 anni al massimo rispetto a quella prevista per la pensione pubblica di vecchiaia La liquidazione del maturato può essere richiesta in rendita o in capitale nella misura max del 50%; se la rendita che si ricava dalla conversione del montante è inferiore all assegno sociale, può essere richiesto tutto in capitale 75

76 E il momento del pensionamento: le rendite offerte Rendita vitalizia immediata differita costante rivalutabile indicizzata 76

77 E il momento del pensionamento: le rendite offerte Caratteristiche generali La rendita vitalizia immediata o differita si differenzia a seconda della data di inizio pagamento delle rate Una rendita, oltre che immediata o differita, può essere: Costante: l importo della rendita non varia nel corso dell erogazione Rivalutabile: le prestazioni sono indicizzate al rendimento di un fondo di riferimento dove sono investite le riserve a copertura degli impegni assunti dall assicuratore Indicizzata: le prestazioni sono indicizzate alla variazione del tasso di inflazione preso a riferimento 77

78 E il momento del pensionamento: le rendite offerte Per ottenere il calcolo della prima annualità di rendita si moltiplica il montante finale per il coefficiente di conversione Tale coefficiente dipende da tre elementi: Basi demografiche Tasso tecnico Caricamenti 78

79 E il momento del pensionamento: le rendite offerte Le basi demografiche sono lo strumento che le compagnie d assicurazione utilizzano per definire il valore della rendita da erogare. Si basano sulla speranza di vita in relazione al sesso e all età al momento di richiesta della rendita Il tasso tecnico nelle assicurazioni vita è il rendimento minimo che viene riconosciuto dalla compagnia in via anticipata sulla rata di rendita (accrescendone l importo). I caricamenti sono una parte significativa dei costi gestionali delle imprese assicurative. 79

80 E il momento del pensionamento: le rendite offerte Concludendo: ecco i fattori che influenzano il valore della rendita vitalizia A parità di altre condizioni: un uomo prende più di una donna a una maggiore età corrisponde una rendita maggiore un caricamento maggiore riduce la rendita una tavola demografica con incorporate maggiori aspettative di vita (di norma quella più recente) riduce la rendita una rendita posticipata è maggiore di una rendita anticipata 80

81 La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale della contribuzione Regole vigenti con il d.lgs. 124/93 I contributi versati sono deducibili dal reddito imponibile entro il limite più basso tra: il 12% del reddito complessivo l importo assoluto di 5164,57 annui il doppio del TFR versato a previdenza complementare dei rendimenti Imposta sostitutiva dell 11% applicata sul risultato netto di gestione del fondo, annualmente maturato 81

82 La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni Regole vigenti con il d.lgs. 124/93 Le prestazioni in forma periodica sono soggette a tassazione ordinaria (Irpef), al netto di quanto già tassato (rendimenti) Le prestazioni in capitale sono soggette a tassazione separata (con particolarità) 82

83 La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni CAPITALE < 1/3 > 1/3 ma < 1/2 RENDITA TASSAZIONE Favorevole (separata) Sui contributi dedotti. No sui rendimenti e contributi non dedotti Sfavorevole (separata) Anche sui rendimenti. No su contributi non dedotti TASSAZIONE Ordinaria Solo su contributi dedotti. No sui rendimenti e no su contributi non dedotti 83

84 La previdenza complementare del dipendente pubblico - Regime fiscale delle prestazioni Le regole vigenti per anticipazioni e riscatti, ai sensi del d.lgs. N.124/1993 Anticipazioni: tassazione separata, sull ammontare anticipato, al lordo delle rivalutazioni già tassate ed al netto dei contributi non dedotti. Alla definitiva liquidazione si conguaglia l imposta già versata Riscatti: se per cause non dipendenti dalla volontà del lavoratore e del datore si applica la tassazione separata. Quando il rapporto di lavoro è cessato per volontà delle parti (anche di una sola), si applica la tassazione ordinaria (Irpef), ma al netto di quanto già tassato. 84

85 I dipendenti pubblici e il decreto legislativo 252/05 Il decreto 252/2005 non si applica ai dipendenti pubblici (art. 23, comma 6) ai quali si applica il d.lgs. 124/93 con altre norme speciali Non è stata esercitata la delega di estensione delle novità del decreto 252/2005 ai dipendenti pubblici (lettera p) del comma 2 dell art. 1 Legge 243/2004) Fino a quando rimarranno in vigore le regole previste dalla previgente normativa? Permanenza della previgente normativa qualche problematicità in sintesi a) Diversità di regole di accesso alle prestazioni, ai riscatti ed alle anticipazioni tra pubblici e privati b) Permanenza vincoli alla libertà di circolazione c) Diversità di regole di tassazione 85

86 La previdenza complementare e le regole sulla comunicazione obbligatoria e volontaria A favore degli iscritti Statuto/Regolamento, Nota informativa, Bilancio, Comunicazione Periodica, Progetto esemplificativo personalizzato, comunicazioni al momento dell erogazione delle prestazioni, comunicazioni relative a particolari eventi, quando ricorrenti A favore dei potenziali aderenti Statuto/Regolamento, Nota informativa, Progetto esemplificativo standardizzato A favore del mercato (trasparenza) Bilancio, Nota informativa 86

87 La previdenza complementare e le regole sulla comunicazione obbligatoria e volontaria Gli elementi fondamentali di comunicazione da esaminare con attenzione sono: La Nota informativa con la scheda sintetica, una delle principali fonti di informazione che esprime in dettaglio tutte le caratteristiche del fondo Il Progetto esemplificativo, che serve a valutare con maggiore consapevolezza la propria scelta e se questa è adeguata alle nostre aspettative La comunicazione volontaria è: l insieme integrato e coerente di strumenti, messaggi e canali ulteriori (siti, web, brochure ecc.) rispetto a quelli previsti dalla comunicazione obbligatoria messi a disposizione dai fondi 87

88 Il settore del pubblico impiego ed i fondi oggi: il punto sul Fondo Espero È il fondo nazionale per i lavoratori del comparto Scuola, operativo dal 1 gennaio A fine 2009 le adesioni hanno superato le Il 14/10/ 2006 sono stati eletti i delegati dell assemblea. Il 26/4/2007 si è insediato il primo C.d.A. eletto dall assemblea. Nato come fondo monocomparto, si struttura, ora, in due comparti: garanzia, destinato a raccogliere anche i flussi di TFR conferiti tacitamente da parte dei dipendenti privati, e crescita, con profilo di rischio medio basso 88

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