Misure di salvaguardia ai sensi dell art. 17 comma 6-bis della legge 183/1989
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- Sibilla Gigli
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1 AUTORITA' DI BACINO DEL FIUME TEVERE Misure di salvaguardia ai sensi dell art. 17 comma 6-bis della legge 183/1989 PER L AREA DEL BACINO DEL TRATTO METROPOLITANO DA CASTEL GIUBILEO ALLA FOCE. delibera n. 105 del 3 marzo 2004 I L C O M I T A T O I S T I T U Z I O N A L E VISTA la legge 18 maggio 1989 n. 183 recante "Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo"; VISTA la legge 7 agosto 1990, n. 253 contenente disposizioni integrative alla citata legge 183/1989; VISTO il D.P.C.M. 10 agosto 1989 istitutivo dell Autorità di Bacino del Fiume Tevere; VISTA la propria deliberazione n.104 del 31 luglio 2003 concernente Adozione del progetto di piano di bacino del fiume Tevere V stralcio funzionale per il tratto metropolitano da Castel Giubileo alla foce; VISTA in particolare l art. 17 comma sei bis della l.18 maggio 1989 n.183 circa la facoltà di adozione di misure di salvaguardia in attesa di approvazione del piano di Bacino; CONSIDERATE le risultanze del tavolo di confronto tecnico costituito dalle amministrazioni della Regione Lazio, Ministero Ambiente-Servizio Tutela Acque e Direzione Generale per la Difesa del Territorio, Ministero dei Beni e le Attività Culturali, Ministero Politiche Agricole e Forestali, Ufficio della protezione civile, Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano-Volturno, Regione Lazio, Autorità dei Bacini Regionali del Lazio, Provincia di Roma, a seguito della determinazione del Comitato Istituzionale assunte nella seduta del 31 luglio 2003 l adozione del Progetto P.S.5; CONSIDERATE in particolare le indicazioni formulate in sede di tavolo di confronto tecnico dal Ministero Ambiente-Servizio Tutela Acque con nota n.461/ta/01/cr e le indicazioni scaturite dal confronto con l Autorità dei Bacini Regionali del Lazio circa le misure di salvaguardia da adottare congiuntamente, nel settore della risorsa idrica, per i territori di competenza; CONSIDERATO che la definizione del bilancio idrico e dell uso compatibile della risorsa, ricompresa nel redigendo Piano stralcio di bacino per la programmazione e l utilizzazione della risorsa idrica superficiale e sotterranea-p.s.9 dell Autorità di bacino del Tevere costituisce l indispensabile raccordo tra tutte le tematiche concernenti la tutela della risorsa idrica, sia ai fini dell emanazione di specifiche norme di salvaguardia nelle aree di sovrasfruttamento quantitativo della risorsa (Legge 18 maggio 1989 n.183 e L.R. 7 ottobre 1996 n.39) sia ai fini della pianificazione delle azioni di tutela qualitativa delle acque di cui all art. 44 del D.lgs.11 maggio 1999 n. 152 e successive modificazioni ed integrazioni, di competenza regionale; CONSIDERATA l esigenza di tutelare le risorse idriche dell area in oggetto anche al fine di scongiurare i fenomeni di siccità che si sono verificati nel precedente anno solare, nonché di tutelare l ambiente naturale lungo le aste principali del fiume Tevere e Aniene e del reticolo minore; 1
2 CONSIDERATO che l Autorità di bacino del Tevere e l Autorità dei bacini regionali del Lazio hanno già operato congiuntamente sulla base di un apposito protocollo di intesa per la definizione del bilancio idrico e la tutela degli acquiferi vulcanici (Monti Vulsini, Cimini, Sabatini, e Colli Albani) stipulato tra l Autorità di Bacino del Tevere, la Regione Lazio e l Autorità dei Bacini regionali del Lazio il 4 dicembre 2001.per superare la discordanza tra i limiti dei territori di competenza ed i perimetri degli acquiferi; CONSIDERATA la necessità di rendere uniformi sul territorio della Regione Lazio le misure di salvaguardia già emanate dalla Autorità dei bacini regionali delle Regione Lazio con delibera n. 3 del 21 novembre 2003 riguardanti il settore della risorsa idrica in modo che nel territorio laziale si adotti una unica misura di salvaguardia; CONSIDERATO che per i sistemi idrogeologici Sabatini e Colli Albani l Autorità di bacino del Tevere e l Autorità dei bacini regionali del Lazio hanno predisposto i bilanci idrogeologici di dettaglio che consentono l individuazione di opportune misure di salvaguardia calibrate rispetto alla diversità ed entità delle cause delle situazioni di crisi piezometrica nei diversi settori dell acquifero; CONSIDERATA altresì l esigenza di non interrompere il procedimento in corso circa la presentazione delle osservazioni al progetto di piano di bacino del fiume Tevere V stralcio funzionale per il tratto metropolitano da Castel Giubileo alla foce adottato il 31 luglio 2003 con del Co Ist n.104 e pubblicato in GU serie generale del 18 novembre 2003 n. 268 e nel BU R Lazio Parte I-II del 10 dicembre 2003 n. 34 e di assicurare la regolarità dell iter procedurale approvativo ai sensi dell art.18 commi dal 3 al comma 11 della l.18 maggio 1989 n.183; VISTE le tavole grafiche e la documentazione seguente: MS/1/A2Bi MS/2/A4Bi MS/3/P1Bi MS/4/P6Cf MS/5/P5Cf MS/6 Inquadramento territoriale ed ambiti di applicazione (in n. 3 tavole) Carta dell acqua: modificazioni antropiche del reticolo superficiale (in n. 2 tavole) Bacini idrogeologici ed aree ad elevata concentrazione di prelievi (in n. 3 tavole) Assetto idraulico: fasce fluviali e zone a rischio (in n. 4 tavole) Tratti fluviali non compatibili con lo stazionamento dei galleggianti (in n. 1 tavola) Attività cantieristica (in n. 1 tavola) Allegato A/MS Allegato B/MS Allegato C/MS Allegato D/MS Criteri e valori di riferimento per i prelievi compatibili e per il deflusso di base Valori di riferimento per le aree ad elevata concentrazione di prelievi Linee guida per la costruzione di pozzi per l estrazione di acqua sotterranea Linee guida per l individuazione e definizione degli interventi di manutenzione delle opere idrauliche e di mantenimento dell officiosità idraulica della rete idrografica tutti considerati allegati e facenti parte integrante della presente delibera UDITA la relazione del Segretario Generale su vari aspetti concernenti il Piano; CONSIDERATE le disposizioni normative in premessa richiamate; DELIBERA Dalla data di pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica Italiana o nel B.U.R. Lazio della presente delibera, le disposizioni di cui ai seguenti articoli costituiscono misure di salvaguardia ai sensi dell art. 17 comma 6-bis della legge 183/1989.
3 MISURE DI SALVAGUARDIA PER L AREA DEL BACINO DEL TRATTO METROPOLITANO DA CASTEL GIUBILEO ALLA FOCE. Art. 1 Disposizioni per la salvaguardia degli acquiferi e del deflusso di base 1. Ai fini della salvaguardia degli acquiferi e del deflusso di base nei seguenti ambienti idrogeologici, delimitati nella Tav. MS/1/A2Bi - Struttura Albana - Struttura Sabatina - Complessi vulcanici a nord dell Aniene - Acquifero costiero - Acquifero alluvionale e dei complessi recenti - Complesso dei travertini - Acquiferi carbonatici si applicano i Criteri e valori di riferimento per i prelievi compatibili e per il deflusso di base di cui all allegato A/MS delle presenti disposizioni. 2. Nelle aree interessate da abbassamenti della falda e concentrazione dei prelievi, incompatibili con gli equilibri dell acquifero e del deflusso di base superficiale, di cui alla Tav. MS/3/P1Bi, Bacini idrogeologici ed aree ad elevata concentrazione di prelievi si applicano i valori di riferimento per le aree ad elevata concentrazione di prelievi (allegato B/MS delle presenti disposizioni). Art. 2 Disposizioni relative al regime autorizzatorio e concessorio dell utilizzazione della risorsa idrica sotterranea 1. Nel procedimento di rilascio delle autorizzazioni alla ricerca delle acque sotterranee di cui all'art. 95 del R.D. 11 dicembre 1933, n. 1775, gli Uffici concedenti si attengono all osservanza di: a. criteri e valori di riferimento di cui agli allegati A/MS e B/MS b. limitazioni del prelievo massimo di cui ai valori indicati agli allegati A/MS e B/MS c. Linee guida per la costruzione di pozzi per l estrazione di acqua sotterranea (allegato C/MS). 2. Il rilascio di nuovi provvedimenti concessori è soggetto alle limitazioni di cui al comma 1, lettere a) e b) del presente articolo. 3. In attuazione di quanto disposto all articolo 22, comma 6 del d.lgs. 11 maggio 1999, n. 152, le Amministrazioni concedenti, a seguito del censimento delle utilizzazioni ed in fase di revisione delle concessioni, recepiscono le indicazioni di cui all allegato A/MS delle presenti disposizioni. Nelle aree ad elevata concentrazione di prelievi, le Amministrazioni concedenti recepiscono i valori di riferimento di cui agli allegati A/MS e B/MS delle presenti disposizioni. Le aree ad elevata concentrazione di prelievi sono prioritarie nel censimento delle utilizzazioni. 4. Nelle more dell'espletamento della fase di revisione delle concessioni di cui al presente articolo, comma 3 è sospeso il rilascio delle concessioni e delle autorizzazioni alla ricerca di acque sotterranee nelle aree ad elevata concentrazione di prelievi di cui alla tavola MS/3/P1Bi 5 Il processo di revisione delle concessioni in attuazione a quanto disposto dall'articolo 22, comma 6 del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152 consegue nel triennio la riduzione media complessiva dei prelievi non inferiore al 15% dell'attuale definito anche a seguito del censimento delle utilizzazioni. 5-bis Le autorizzazioni alla ricerca e le nuove concessioni connesse all attuazione del Piano di sviluppo agricolo regionale sono rilasciate in via provvisoria fino al compimento del censimento delle utilizzazioni di cui all art. 2, comma 3.
4 Art. 3 Tutela ecologica del reticolo idrografico e dei caratteri di naturalità 1. Nell ambito del reticolo idrografico di cui alla Tav. MS/2/A4Bi è istituita la fascia di tutela ecologica della larghezza di mt. 5 dal ciglio spondale o dal piede esterno dell argine, all interno della quale, oltre a quanto previsto dall art. 96 del R.D. 25 luglio 1904, n. 523, è vietata qualsiasi pratica agricola. 2. Fino all approvazione del Piano di tutela di cui all art. 44 del d.lgs 152/1999, il rilascio di nuove autorizzazioni agli scarichi nei corpi superficiali del reticolo idrografico di cui all art. 45 del d.lgs. 152/99, è subordinato alla previsione di una portata massima non superiore al deflusso di base di cui all allegato A/MS delle presenti disposizioni. 3 Fino all approvazione del Piano di tutela, nella fascia della profondità di ml. 20 misurata a partire dal piede dell argine o dal ciglio spondale, è vietata l utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. 4 All interno dei corridoi ambientali delimitati nella tavola MS/1/A2Bi per una fascia di 150 ml. in destra e sinistra idrografica, misurata a partire dal ciglio di sponda o dal piede dell argine sono vietate le seguenti attività: riempimento dei piccoli bacini naturali e manomissione della loro vegetazione riparia ed igrofila; ripopolamento ittico con specie alloctone; ricerca di acque sotterranee; realizzazione di opere che riducano la superficie permeabile; taglio della vegetazione ripariale se non finalizzata a garantire il buon regime delle acque sulla base delle linee guida di cui all allegato D/MS delle presenti disposizioni. Art. 4 Disposizioni relative al regime autorizzatorio e concessorio dell utilizzazione della risorsa idrica superficiale 1. Fino all approvazione del Piano di tutela ai sensi dell art.44 del decreto legislativo n. 152 del 11 maggio 1999, le Amministrazioni concedenti si attengono alle disposizioni seguenti. 2. Le richieste di derivazione o del loro rinnovo e le richieste di licenza di attingimento, relative ad usi irrigui a servizio di terreni ricadenti nel territorio dei consorzi irrigui o di bonifica, sono soddisfatte esclusivamente con i volumi assegnati al Consorzio stesso, eventualmente modificando i termini delle concessioni già assentite, senza indennizzo. 3. Le richieste di derivazione, di concessione e di licenza di attingimento o del loro rinnovo, relative ad usi irrigui a servizio di terreni esterni al territorio dei consorzi irrigui o di bonifica, sono soddisfatte nei modi e nelle forme previste dai commi 3 e 4 dell art. 28 della legge 5 gennaio 1994, n.36. I volumi di accumulo sono rapportati al fabbisogno idrico in funzione dei tipi di colture praticate anche a rotazione, dei relativi consumi medi e dei metodi di irrigazione adottati, in misura tale da non richiedere derivazione ad acqua fluente nel periodo compreso tra il 1 maggio ed il 30 settembre di ogni anno. 4. In caso di più utilizzazioni idriche ad uso irriguo gravanti sullo stesso corpo idrico, gli Enti competenti applicano le disposizioni di cui al Capo II del R. D. 11 dicembre 1933, n ed il volume corrispondente alla portata di minimo vitale è ripartito in ragione del volume annuo assegnato alle singole utilizzazioni. 5. In caso di più utilizzazioni anche diverse da quelle irrigue, che gravano sullo stesso corpo idrico e che complessivamente restituiscono un volume inferiore all 80% di quello derivato, si applicano le disposizioni di cui all art. 12 del R.D. 11 dicembre 1933, n con obbligo di riparto del volume corrispondente alla portata del minimo vitale in misura inversamente proporzionale al volume restituito.
5 Art 5 Disposizioni generali per la tutela idrogeologica del corridoio fluviale del Tevere 1. Nell ambito del corridoio fluviale del Tevere, come delimitato nella Tav.MS/4/P6Cf, sono vietate le seguenti nuove attività: estrazione di materiale inerte da alvei fluviali; apertura di discariche; deposito di sostanze pericolose e di materiali a cielo aperto; smaltimento di RSU. Art. 6 Individuazione di fasce e zone di carattere idraulico corridoio fluviale Tevere 1. All interno del corridoio fluviale del Tevere sono individuate, ai fini idraulici: a) fascia AA, così come rappresentata nella Tav. MS/4/P6Cf che identifica la zona di massimo deflusso delle piene di riferimento in cui deve essere assicurata la massima officiosità idraulica ai fini della salvaguardia idraulica della città; b) fascia A, così come rappresentata nella Tav. MS/4/P6Cf che identifica la zona di connessione idraulica con la piena di riferimento in cui devono essere salvaguardate le condizioni di sicurezza idraulica. c) zone a rischio R3 e R4, così come rappresentate nella Tav. MS/4/P6Cf che identificano le aree sede di insediamenti civili e produttivi per le quali è necessaria un azione volta a realizzare opere di difesa idraulica. Art.7 Disciplina della fascia AA 1. Le aree ricomprese nella fascia AA sono zone di vincolo idraulico ai sensi dell art. 17 comma 3, lettera f), della legge 18 maggio 1989, n. 183 e del R.D. 25 luglio 1904, n Ai sensi dell art. 2 del R.D. 25 luglio 1904 n. 523 in tali aree qualsiasi intervento è soggetto alla disciplina di cui agli articoli 57, 96, 97, 98 del R. D. 25 luglio 1904, n. 23; in particolare per gli interventi di cui agli articoli 57, 97, 98 è richiesta l autorizzazione speciale dell Autorità idraulica regionale, mentre vige divieto assoluto per gli interventi di cui all art E individuata lungo l asta, una fascia di naturalità della larghezza di ml. 10 misurati a partire dal ciglio di sponda, al fine di restituire al fiume ed al suo habitat la continuità ecologica. Detta fascia, in corrispondenza di occupazioni golenali conseguenti a concessioni regolarmente assentite, può essere ridotta fino alla larghezza minima di ml All interno della fascia di naturalità è vietata qualsiasi trasformazione dello stato dei luoghi. Sono ammessi esclusivamente gli interventi idraulici per assicurare la stabilità strutturale delle banchine e la loro continuità, la manutenzione della vegetazione esistente nonché interventi di ripristino ambientale e vegetazionale secondo le pratiche della selvicoltura naturalistica. 5. Al di fuori della fascia di naturalità di cui ai commi precedenti, in considerazione dell esistenza di attività antropiche e ricreative, sono eccezionalmente consentiti: - interventi di adeguamento degli edifici esistenti volti a conseguire il nulla osta idraulico reso ai sensi del R.D. 25 luglio 1904, n. 523 rispetto alla nuova condizione di assetto idraulico; - realizzazione di attracchi finalizzati all attività nautica; - opere finalizzate alla piena efficienza delle infrastrutture e delle reti tecnologiche esistenti; - opere idrauliche, interventi idraulici e di manutenzione, presidio e miglioramento dei beni costituenti caratteri essenziali della natura e del paesaggio, di stabilizzazione e consolidamento dei terreni ed ogni altra azione finalizzata alla conservazione del suolo e dell ambiente naturale;
6 - opere sul patrimonio edilizio esistente di manutenzione ordinaria, straordinaria, di restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia senza aumento di volumetria. 6 Sono ammesse, inoltre, le seguenti attività comunque non in contrasto con la tutela del rischio idraulico e soggette ad autorizzazione ai sensi dell art. 2 del R.D. 25 luglio 1904, n. 523: - attività ricreative, sportive e del tempo libero per cui è consentita la realizzazione di volumi strettamente funzionali all esercizio dell attività sportiva e ricreativa con il primo piano calpestabile al di sopra della quota della massima piena prevedibile; - attività legate al tempo libero, sperimentazione e didattica ambientale con particolare riferimento all agricoltura biologica e all attività agricola orientata al potenziamento dell ecosistema faunistico; - attività legate a manifestazioni culturali ed espositive temporanee; - manutenzione delle opere di difesa delle banchine, nonché realizzazione di opere atte ad assicurare la continuità dell attuale banchina; - manutenzione della vegetazione ripariale per le sole esigenze legate al rischio idraulico da realizzarsi, comunque, secondo le pratiche di selvicoltura naturalistica. 7 L Autorità idraulica regionale redige un censimento dei nulla osta idraulici rilasciati, verificandone, nel contempo, la conformità alle nuove condizioni di assetto ed in particolar modo secondo la specifica nuova destinazione della fascia AA. Per le opere edilizie conformi al regime autorizzatorio e concessorio, ma prive di nulla osta idraulico, l Autorità idraulica regionale ne verifica la compatibilità idraulica e ambientale con le nuove condizioni di assetto. Nel caso di assoluta incompatibilità, i Comuni interessati, d intesa con la Regione, possono adottare idonee misure per ridurre al minimo il danno per i proprietari delle opere edilizie prevedendo la possibilità di trasferire il diritto di edificare su altre aree del territorio comunale di proprietà degli interessati, senza indennizzo. 8 Nella fascia individuata nell articolo 6 lettera a) è fatto assoluto divieto di costruzione, per tutta l altezza sommergibile, di locali aventi qualsiasi destinazione e di qualsiasi volumetria chiusa. Art.8 Disciplina della fascia A e delle zone R3, R4 1. Le aree ricomprese nella fascia A e nelle zone di rischio R3 e R4 sono zone di vincolo idraulico ai sensi dell art. 17, comma 3, lett. f della legge 18 maggio 1989, n. 183 e del R. D. 25 luglio 1904, n Ai sensi dell art. 2 del R.D. 25 luglio 1904, n. 523 in tali aree qualsiasi intervento è soggetto alla disciplina di cui agli articoli 57, 96, 97, 98 del R.D. 25 luglio 1904 n. 23; in particolare per gli interventi di cui agli articoli 57, 97, 98 è richiesta l autorizzazione speciale dell Autorità idraulica regionale, mentre vige divieto assoluto per gli interventi di cui all art Nella fascia A e nelle zone di rischio R3 e R4 sono ammessi: a) gli interventi edilizi di demolizione senza ricostruzione; b) gli interventi edilizi sugli edifici, sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità, di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, così come definiti dalle normative vigenti, nonché le opere interne agli edifici, ivi compresi gli interventi necessari all adeguamento alla normativa antisismica, alla prevenzione sismica, all abbattimento delle barriere architettoniche ed al rispetto delle norme in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro, nonché al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, funzionali, abitative e produttive. Gli interventi di cui sopra possono comportare aumento di volume ma non della superficie di sedime e devono essere realizzati in condizioni di sicurezza idraulica senza modifica delle condizioni di deflusso della piena, previo parere e verifica dell autorità regionale idraulica competente;
7 c) gli interventi volti alla messa in sicurezza delle aree e degli edifici esposti al rischio a condizione che tali interventi non pregiudichino le condizioni di sicurezza idraulica a monte e a valle dell'area oggetto di intervento; d) gli interventi necessari a ridurre la vulnerabilità degli edifici, delle infrastrutture e delle attrezzature esistenti e a migliorare la tutela della pubblica incolumità senza aumento di superficie e di volume; e) gli interventi di ampliamento di opere pubbliche o di pubblico interesse, riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché di realizzazione di nuove infrastrutture lineari e/o a rete non altrimenti localizzabili, compresa la realizzazione di manufatti funzionalmente connessi, attrezzature ed impianti sportivi e ricreativi all aperto con possibilità di realizzazione di modesti manufatti accessori a servizio degli stessi, a condizione che tali interventi non costituiscano significativo ostacolo al libero deflusso e/o significativa riduzione dell'attuale capacità d invaso, non costituiscano impedimento alla realizzazione di interventi di attenuazione e/o eliminazione delle condizioni di rischio e siano coerenti con la pianificazione degli interventi di protezione civile; f) gli interventi per reti ed impianti tecnologici, per sistemazioni di aree esterne, recinzioni ed accessori pertinenziali di arredo agli edifici, alle infrastrutture ed alle attrezzature esistenti, purchè non comportino la realizzazione di nuove volumetrie, alle condizioni di cui alla lettera e); g) la realizzazione di manufatti di modeste dimensione al servizio di edifici, infrastrutture, attrezzature e attività esistenti, realizzati in condizioni di sicurezza idraulica e senza incremento dell'attuale livello di rischio; h) le pratiche per la corretta attività agraria con esclusione di ogni intervento che comporti modifica della morfologia del territorio; i) interventi volti alla bonifica dei siti inquinati, ai recuperi ambientali ed in generale alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione dei fattori di interferenza antropica; l) le occupazioni temporanee, a condizione che non riducano la capacità di portata dell'alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena; m) gli interventi di manutenzione idraulica come definiti nell allegato D delle presenti norme; n) gli edifici e i manufatti finalizzati alla conduzione delle aziende agricole, purché realizzate in condizioni di sicurezza idraulica e senza incremento dell attuale livello di rischio; o) gli interventi di difesa idraulica. 4 E richiesto il parere di cui al R.D. 25 luglio 1904, n. 523 rilasciato dall autorità regionale competente in materia idraulica relativamente agli interventi di cui alle lettere c), l), m), n), o). 5. In tutte le fasce e zone individuate nell articolo 6 lettere b) e c), è comunque fatto assoluto divieto di costruzione, per tutta l altezza sommergibile, di locali aventi qualsiasi destinazione con volumetria chiusa. Art.9 Cave Nelle fasce AA, A, e nelle zone R3 ed R4, è vietata l apertura di nuove cave. Art. 10 Concessioni d uso degli specchi d acqua 1 E'vietato il rilascio di concessioni d uso di specchi d acqua in tutti i tratti fluviali non compatibili, indicati nella Tav. MS/5/P5Cf e, comunque, per un tratto pari a 2 volte l ampiezza trasversale della superficie idrica, misurata nelle condizioni di deflusso della piena di riferimento, a monte di ogni ponte provvisto di pile in alveo e per un tratto pari ad 1 volta la medesima ampiezza a monte e a valle di ogni ponte a campata unica.
8 2 Il rilascio di nuove concessioni d uso all interno delle aree golenali o degli specchi d acqua, al di fuori dei tratti fluviali di cui al precedente comma 1, è soggetto a Conferenza di servizi indetta dal soggetto competente al rilascio con la partecipazione della Regione, dell Autorità di bacino del fiume Tevere e del Comune interessato. Art. 11 Piano di protezione civile 1. L Autorità idraulica regionale prescrive idonee misure alla redazione e/o aggiornamento di un Piano di protezione civile da parte dei comuni di Roma e Fiumicino per le attività regolarmente concesse che si svolgono in aree golenali e sugli specchi d acqua del corridoio fluviale. Art. 12 Ormeggio dei natanti 1 Fino alla redazione di un Piano idoneo ad assicurare la compatibilità delle condizioni di ormeggio dei natanti con il regime idraulico in condizioni di piena, lungo i seguenti tratti: a) tratto della Fiumara Grande tra Capo due Rami e la foce b) tratto del Canale di Fiumicino tra Capo due Rami e la foce sono vietati lo stazionamento e l ormeggio dei natanti in file sovrapposte nel periodo 1 novembre 1 aprile. Art. 13 Riqualificazione dell attività cantieristica 1 Fino all approvazione di un Piano d area che definisca l'assetto delle zone occupate da attività cantieristica nautica e da altre attività ad essa correlate, così come individuate in Tav. MS/6 non sono consentiti interventi di ampliamento o modificazione delle volumetrie esistenti nelle predette zone. Art. 14 disciplina della navigazione nel tratto urbano del fiume Tevere 1. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, la Regione Lazio, d'intesa con l'autorità di Bacino del fiume Tevere ed i Comuni interessati, assicurano le condizioni per l esercizio continuo della navigazione, con particolare riferimento alla gestione della traversa di Castel Giubileo. Art. 15 Disposizioni generali per la tutela idrogeologica del corridoio fluviale dell Aniene 1. Nell ambito del corridoio fluviale dell Aniene, come delimitato nella Tav. MS/4/P6Cf sono vietate le seguenti nuove attività: estrazione di materiali inerti da alvei fluviali; apertura di discariche; deposito di sostanze pericolose e di materiali a cielo aperto; smaltimento di RSU. Art. 16 Individuazione della fascia e zone di carattere idraulico corridoio fluviale Aniene 1 All interno del corridoio fluviale dell Aniene sono individuate, ai fini idraulici: a) Fascia A, così come rappresentata nella Tav. MS/4/P6Cf, identifica la zona soggetta ad esondazione con tempi di ritorno fino a 50 anni in cui devono essere salvaguardate le condizioni di libero deflusso della piena di riferimento. b) Fascia B, così come rappresentata nella Tav. MS/4/P6Cf identifica le zone soggette ad esondazione con Tr fino a 200 anni in cui devono essere salvaguardate le condizioni di invaso della piena di riferimento; c) Zone a rischio R3 e R4 così come rappresentate nella tavola MS/4/P6Cf,, identificano le zone sede di insediamenti civili e produttivi per le quali è necessaria un azione volta a realizzare opere di difesa idraulica.
9 Art. 17 Disciplina della fascia A e delle zone R 3, R4 1. Le aree ricomprese nella fascia A e nelle zone di rischio R3 e R4 ricadenti in tale fascia sono zone di vincolo idraulico ai sensi dell art. 17, comma 3, lett. f della legge 18 maggio 1989 n. 183 e del R.D. 25 luglio 1904, n Ai sensi dell art.2 del R.D. 25 luglio 1904 n. 523 in tali aree qualsiasi intervento è soggetto alla disciplina di cui agli articoli 57, 96, 97, 98 del R.D. 25 luglio 1904 n. 523; in particolare per gli interventi di cui agli articoli 57, 97, 98 e richiesta l autorizzazione speciale dell Autorità idraulica regionale, mentre vige divieto assoluto per gli interventi di cui all art Nella fascia A e nelle zone di rischio R3 e R4 ricadenti in tale fascia sono ammessi: a) gli interventi edilizi di demolizione senza ricostruzione; b) gli interventi edilizi sugli edifici, sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti, sia private che pubbliche o di pubblica utilità, di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro, risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, così come definiti dalle normative vigenti, nonché le opere interne agli edifici, ivi compresi gli interventi necessari all adeguamento alla normativa antisismica, alla prevenzione sismica, all abbattimento delle barriere architettoniche ed al rispetto delle norme in materia di sicurezza ed igiene sul lavoro, nonché al miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, funzionali, abitative e produttive. Gli interventi di cui sopra possono comportare aumento di volume ma non della superficie di sedime e devono essere realizzati in condizioni di sicurezza idraulica senza modifica delle condizioni di deflusso della piena previo parere e verifica dell autorità regionale idraulica competente; c) gli interventi volti alla messa in sicurezza delle aree e degli edifici esposti al rischio a condizione che tali interventi non pregiudichino le condizioni di sicurezza idraulica a monte e a valle dell'area oggetto di intervento; d) gli interventi necessari a ridurre la vulnerabilità degli edifici, delle infrastrutture e delle attrezzature esistenti ed a migliorare la tutela della pubblica incolumità senza aumento di superficie e di volume; e) gli interventi di ampliamento di opere pubbliche o di pubblico interesse, riferiti a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché di realizzazione di nuove infrastrutture lineari e/o a rete non altrimenti localizzabili, compresa la realizzazione di manufatti funzionalmente connessi, attrezzature ed impianti sportivi e ricreativi all aperto con possibilità di realizzazione di modesti manufatti accessori a servizio degli stessi, a condizione che tali interventi non costituiscano significativo ostacolo al libero deflusso e/o significativa riduzione dell'attuale capacità d invaso, non costituiscano impedimento alla realizzazione di interventi di attenuazione e/o eliminazione delle condizioni di rischio e siano coerenti con la pianificazione degli interventi di protezione civile; f) gli interventi per reti ed impianti tecnologici, per sistemazioni di aree esterne, recinzioni ed accessori pertinenziali di arredo agli edifici, alle infrastrutture ed alle attrezzature esistenti, purché non comportino la realizzazione di nuove volumetrie, alle condizioni di cui alla lettera e); g) la realizzazione di manufatti di modeste dimensione al servizio di edifici, infrastrutture, attrezzature e attività esistenti, realizzati in condizioni di sicurezza idraulica e senza incremento dell'attuale livello di rischio; h) le pratiche per la corretta attività agraria con esclusione di ogni intervento che comporti modifica della morfologia del territorio; i) interventi volti alla bonifica dei siti inquinati, ai recuperi ambientali ed in generale alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione dei fattori di interferenza antropica; l) le occupazioni temporanee, a condizione che non riducano la capacità di portata dell'alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena; m) gli interventi di manutenzione idraulica come definiti nell allegato D delle presenti norme;
10 n) gli edifici e i manufatti finalizzati alla conduzione delle aziende agricole, purché realizzate in condizioni di sicurezza idraulica e senza incremento dell attuale livello di rischio; o) gli interventi di difesa idraulica. 4. E richiesto il parere di cui al R.D. 25 luglio 1904, n. 523 rilasciato dall autorità regionale competente in materia idraulica relativamente agli interventi di cui alle lettere c), l), m), n), o). 5. In tutta la fascia e le zone individuate dal presente articolo, è fatto comunque assoluto divieto di costruzione, per tutta l altezza sommergibile, di locali aventi qualsiasi destinazione con volumetria chiusa. 6. Nell ambito del corridoio fluviale dell Aniene è individuata lungo l asta una fascia detta di naturalità della larghezza di ml. 10 misurati a partire dal ciglio di sponda, al fine di restituire al fiume ed al suo habitat la continuità ecologica. Detta fascia in corrispondenza di occupazioni golenali conseguenti a concessioni regolarmente assentite può essere ridotta fino alla larghezza di ml All interno della fascia di naturalità è vietata qualsiasi trasformazione dello stato dei luoghi. Sono ammessi esclusivamente gli interventi idraulici per assicurare la stabilità strutturale delle banchine e la continuità, la manutenzione della vegetazione esistente nonché interventi di ripristino ambientale e vegetazionale secondo le pratiche della selvicoltura naturalistica. 8. L Autorità idraulica regionale redige un censimento dei nulla osta idraulici rilasciati, verificandone, nel contempo, la conformità alle nuove condizioni di assetto ed in particolar modo secondo la specifica nuova destinazione della fascia A. Per le opere edilizie conformi al regime autorizzatorio e concessorio, ma prive di nulla osta idraulico, l Autorità idraulica regionale ne verifica la compatibilità idraulica e ambientale con le nuove condizioni di assetto. Nel caso di assoluta incompatibilità, i Comuni, d intesa con la Regione, possono adottare idonee misure per ridurre al minimo il danno per i proprietari delle opere edilizie prevedendo la possibilità di trasferire il diritto di edificare su altre aree del territorio comunale di proprietà degli interessati, senza indennizzo. Art. 18 Disciplina della fascia B e delle zone R3 1. Le aree ricomprese nella fascia B e nelle zone di rischio R3 ricadenti in tale fascia sono zone di vincolo idraulico ai sensi dell art. 17, comma 3, lett. f) della legge 18 maggio 1989 n. 183 e del R. D. 25 luglio 1904, n Nella fascia B e nelle zone R3 ricadenti in detta fascia sono ammessi: tutti gli interventi già consentiti in fascia A, art. 17 comma 3, lettere da a) ad o); b) gli interventi di ristrutturazione urbanistica, sulle infrastrutture sia a rete che puntuali e sulle attrezzature esistenti e relative aree di pertinenza, sia private che pubbliche o di pubblica utilità, così come definiti dalle normative vigenti, nonché di ampliamento e modifica della destinazione d uso, a condizione che tali interventi siano realizzati in condizioni di sicurezza idraulica e non costituiscano significativo ostacolo al libero deflusso e/o significativa riduzione dell attuale capacità di invaso, non costituiscano impedimento alla realizzazione di interventi di attenuazione e/o eliminazione delle condizioni di rischio e siano coerenti con la pianificazione degli interventi di protezione civile; c) gli interventi previsti dagli strumenti urbanistici generali nelle zone omogenee A, B e nelle zone F (limitatamente alle attrezzature di carattere generale e pubblico di cui al D.I. 1444/68, subordinando l attuazione delle previsioni alla loro messa in sicurezza. 3. E richiesto il parere di cui al R.D. 523/1904, rilasciato dall autorità idraulica regionale competente, per gli interventi di cui alle lettere c), l) m), n) ed o) dell art. 17, comma 3 e per quelli consentiti alle lettere b) e c) del comma 2 del presente articolo. Art. 19 Cave 1 Nella fascia A e nelle zone R3 ed R4 è vietata l apertura di nuove cave.
11 Art. 20 Concessioni d uso delle aree golenali e degli specchi d acqua 1. Il rilascio di nuove concessioni d uso all interno delle aree golenali o degli specchi d acqua è soggetto a Conferenza di servizi indetta dal soggetto competente al rilascio con la partecipazione della Regione, dell Autorità di bacino del fiume Tevere e del Comune interessato. Art. 21 Piano di protezione civile 1. L Autorità idraulica regionale prescrive misure idonee alla redazione e/o aggiornamento di un piano di protezione civile da parte dei comuni di Roma, Guidonia e Tivoli, per le attività e gli insediamenti ricadenti all interno della Fascia A. Art. 22 Interventi pubblici e di interesse pubblico 1. All interno dei corridoi fluviali del Tevere e dell Aniene è consentita la realizzazione di opere pubbliche e di interesse pubblico comunque compatibili con le condizioni di assetto idraulico ed ambientale definite dal Progetto di Piano; a tale scopo l autorità proponente indice una Conferenza di servizi con la presenza obbligatoria dell Autorità idraulica regionale e dell Autorità di Bacino del fiume Tevere. IL SEGRETARIO GENERALE (Roberto Grappelli) IL PRESIDENTE SOTTOSEGRETARIO ALL AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO (Roberto Tortoli)
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