Imprese di inclusione. L esperienza del progetto Solaris

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1 Imprese di inclusione L esperienza del progetto Solaris

2 Finito di stampare nel maggio 2008 presso la tipografia Grafiche Filacorda Udine 2

3 Indice Introduzione pag Le politiche europee di promozione imprenditoriale» 8 1. Le strategie dell Unione Europea» 8 2. I modelli d intervento per la creazione d impresa» Il progetto Solaris» Il modello Solaris per lo sviluppo imprenditoriale» I beneficiari diretti» I presupposti teorici» Gli obiettivi» L articolazione del modello» Le strategie di Solaris» La rete» Gli strumenti operativi» Il tutor imprenditoriale» Il mentor e il mentoring» Un piano d impresa personalizzato» Il supporto motivazionale» Gli interventi di sensibilizzazione» Il piano della promozione» Le persone coinvolte» Promozione della cultura d impresa» Promozione della relazione d aiuto» Contatto Impresa: accoglienza e orientamento» Contatto, accoglienza e orientamento» I fruitori dei servizi di Contatto Impresa» Accoglienza e orientamento» Le prime idee d impresa» 67 3

4 6. Il Centro Servizi: l accompagnamento imprenditoriale pag I beneficiari accolti» Caratteristiche dei progetti d impresa» I progetti non realizzati» I progetti in divenire» Le imprese avviate» Per un affiancamento efficace» Solaris nel confronto nazionale e transnazionale» Il confronto di buone prassi» Le differenze più significative» Le iniziative a livello europeo» Le metodologie operative» Dalla sperimentazione alla standardizzazione» 126 4

5 Introduzione Da bruco a farfalla. È questa la metafora scelta per rappresentare il progetto Solaris. Il suo scopo infatti è stato quello di dare un opportunità di grande cambiamento alla persona che si trova in una condizione di svantaggio, aiutandola a sviluppare le sue potenzialità spesso nascoste da una corazza di apparente debolezza e incapacità, proprio come una variopinta farfalla si sviluppa da un bruco chiuso in bozzolo duro e grigio. Collocato sull asse d intervento relativo all imprenditorialità, Solaris si è proposto di sostenere la possibilità per persone svantaggiate di emanciparsi da situazioni di dipendenza o emarginazione attraverso la scelta dell autoimpiego, inteso come lavoro autonomo e d impresa. Ha voluto cioè far spiccare loro il volo, dando loro la possibilità di dispiegare le proprie ali, ossia di esprimere e sviluppare capacità e risorse che altrimenti si sarebbero rattrappite e svilite, dentro un involucro di sfiducia e pregiudizi. Sono stati proprio la sfiducia e i pregiudizi, che colpiscono le persone svantaggiate al punto da non permettere loro di risollevarsi e ricominciare una nuova vita, ciò che Solaris ha cercato di sconfiggere attraverso una pluralità di iniziative di carattere informativo, formativo ed imprenditoriale. Nell arco di tre anni infatti il progetto ha svolto un intensa attività di sensibilizzazione, formazione e accompagnamento imprenditoriale volta a diffondere l idea che anche le persone svantaggiate possono essere pienamente reinserite nella società attraverso una scelta lavorativa di tipo imprenditoriale, purché vengano create le condizioni che facilitino il loro accesso a questa opportunità lavorativa. Due sono stati gli elementi portanti della strategia individuata da Solaris per raggiungere il proprio obiettivo: l integrazione tra servizi pubblici e organizzazioni private e l accompagnamento personalizzato. Presupposto del progetto infatti è la convinzione che la scelta imprenditoriale da parte di persone svantaggiate sia ostacolata da diverse barriere di tipo culturale e strutturale, alimentate per lo più da pregiudizi e rigidità organizzative. Si tratta però di barriere il più delle volte infondate e 5

6 superabili, che possono quindi essere abbattute attraverso un adeguata attività di sensibilizzazione e formazione in grado, da un lato, di diffondere un immagine più realistica del disagio sociale e delle sue ripercussioni sulla persona e, dall altro, di creare maggior flessibilità e integrazione tra servizi pubblici e privati. A questo si è rivolto Solaris che ha lavorato tanto sul versante culturale quanto su quello operativo attraverso una pluralità di azioni finalizzate a promuovere nel contesto locale una cultura sensibile all accoglienza e all inclusione di persone svantaggiate, a fornire agli operatori dei servizi competenze adeguate a compiere interventi di valutazione e orientamento all impresa con persone svantaggiate e a costruire una rete di operatori in grado di accompagnare e supportare la creazione d impresa da parte di queste persone. In tale prospettiva quindi il progetto ha realizzato interventi di sensibilizzazione rivolti alla generalità della popolazione, azioni di formazione per operatori dei servizi pubblici, della cooperazione sociale, dell associazionismo e del volontariato, e interventi di orientamento, accompagnamento e consulenza imprenditoriale. Lo sforzo del progetto, tuttavia, non è stato solo quello di promuovere la creazione d impresa da parte di soggetti svantaggiati, ma soprattutto quello di individuare un metodo e degli strumenti con cui rendere la scelta imprenditoriale un opportunità ordinaria tanto per gli operatori dei servizi quanto per i loro utenti. Ciò che si riteneva mancare infatti erano la riflessione e la sperimentazione di strumenti che possono portare ad annoverare tra le risorse a favore dell inclusione sociale anche l imprenditorialità. In tale prospettiva quindi si è rivolta l attività di Solaris che, oltre al supporto pratico alla creazione d impresa da parte di persone provenienti da situazioni di svantaggio, ha cercato di delineare il metodo che renda l impresa una concreta opportunità non solo di lavoro ma anche di inclusione. Da qui il titolo dato a questo rapporto che presenta le finalità, il metodo e i risultati raggiunti dal progetto: imprese di inclusione. Si è scelto il plurale imprese perché un impresa non sempre facile è stato realizzare Solaris, un progetto che, per molti aspetti, è andato contro corrente, ossia contro un pensare comune e contro una modalità di lavoro ormai consolidata; ma imprese sono anche i risultati raggiunti dal progetto che ha accompagnato alla creazione d impresa diverse persone svantaggiate. E tutte queste imprese hanno realizzato inclusione: per i nuovi imprenditori, che grazie a loro sono rientrati a pieno titolo nel contesto sociale, e per le persone svantaggiate che vorranno avviare un impresa e troveranno un contesto più disponibile e preparato ad accompagnarle in questo percorso 6

7 I primi tre capitoli sono rivolti a presentare il progetto, inserendolo entro lo scenario delle progettualità europee e delineandone il modello e le strategie; gli ultimi quattro capitoli invece presentano i suoi risultati. Il primo capitolo descrive il quadro delle politiche europee di promozione dell imprenditorialità entro le quali si colloca Solaris, illustrando i diversi modelli d intervento individuati dalle progettualità realizzate in tale ambito e contestualizzando al loro interno la proposta di Solaris. Il secondo capitolo scende nel dettaglio del modello d intervento adottato da Solaris, presentandone i presupposti teorici, gli obiettivi e i livelli di operatività. Il terzo capitolo presenta le strategie individuate da Solaris per favorire la scelta imprenditoriale da parte di persone svantaggiate, ossia l integrazione tra servizi pubblici e privati e l accompagnamento personalizzato attraverso il tutoraggio e il mentoring. Il quarto capitolo descrive le attività di sensibilizzazione e i risultati da esse conseguiti. Il quinto capitolo presenta il metodo e le attività di ascolto e orientamento e descrive le caratteristiche dei beneficiari raggiunti con questo tipo di interventi. Il sesto capitolo è dedicato all accompagnamento imprenditoriale e descrive le caratteristiche dei beneficiari di questo intervento e delle loro idee imprenditoriali, analizzando nel dettaglio i diversi risultati conseguiti a questo livello in termini di progetti imprenditoriali abbandonati o da sviluppare e di imprese realizzate. Il settimo capitolo presenta l attività transnazionale e di raccordo con altre progettualità Equal nazionali, evidenziando in particolare i risultati emersi dal confronto dei diversi modelli d intervento. L ottavo capitolo avanza alcune proposte, emerse dalla riflessione sui risultati raggiunti, finalizzate a superare gli elementi di debolezza di quanto sperimentato e a dare continuità ai punti di forza e di successo. Il rapporto è frutto della riflessione del gruppo di lavoro dell IRES-FVG che ha seguito il progetto: Lino Frascella, Elisa Candotti, Marco di Nardo Paolo Molinari, Monica Serra, Anna Zenarolla, Paolo Zilli. La stesura è stata curata da Paolo Molinari e Anna Zenarolla. 7

8 1. Le politiche europee di promozione imprenditoriale 1. Le strategie dell Unione Europea L Unione Europea si è impegnata a promuovere lo spirito imprenditoriale in quanto, oltre ad essere il motore dell innovazione, della competitività e della crescita economica, sociale ed occupazionale, è anche un mezzo di sviluppo personale e può favorire la coesione sociale qualora l opportunità di creare una propria impresa venga offerta a tutti, indipendentemente dalla loro estrazione sociale e collocazione geografica. Coerentemente ha posto in essere una strategia di politiche macroeconomiche volte a realizzare un contesto favorevole all iniziativa imprenditoriale, intervenendo in più direzioni con azioni idonee a: - promuovere la cultura imprenditoriale; - incoraggiare più persone a diventare imprenditori; - orientare gli imprenditori verso la crescita e la competitività; - migliorare i flussi dei finanziamenti; - individuare regole e norme amministrative più favorevoli alle piccole e medie imprese. La politica imprenditoriale dovrebbe, pertanto, mirare a potenziare la vitalità delle imprese motivando gli imprenditori e consentendo loro di acquisire le competenze necessarie a sviluppare tale vitalità. Un ambiente favorevole alle imprese è essenziale per l avviamento e la sopravvivenza delle imprese. La decisione del singolo di avviare una propria attività è però influenzata da molti fattori: maggiori possibilità economiche non determinano automaticamente un imprenditorialità più sviluppata, poiché essa dipende anche dalle capacità personali e dalle alternative disponibili. Il Libro Verde, L imprenditorialità in Europa 1, rappresenta ancora un documento 1. Commissione Europea, Libro Verde, L imprenditorialità in Europa, Bruxelles, COM (2003) 27 def.,

9 importante per comprendere le politiche comunitarie. Le parole chiave per promuovere lo sviluppo dell imprenditorialità sono descritte in modo semplice ma essenziale: creatività e innovazione, formazione, ambiente favorevole e capacità di crescita. La creatività e la capacità di innovare sembrano essere le condizioni per dare vita ad imprese in grado di inserirsi con successo nel mercato e di fornire un contributo originale allo sviluppo dell economia complessiva; la formazione e l educazione appaiono una leva fondamentale per promuovere una nuova cultura imprenditoriale a tutti i livelli; la presenza di un ambiente favorevole, soprattutto in termini di disponibilità di risorse finanziarie e di facilitazione negli aspetti burocratici ed amministrativi, rappresenta la condizione essenziale per favorire la traduzione di una più diffusa cultura imprenditoriale nell avvio effettivo di nuove imprese; la capacità di crescita della nuova impresa si fonda, oltre che sulla bontà dell idea imprenditoriale iniziale, sulla capacità gestionale dell imprenditore e rappresenta una garanzia di vitalità dell impresa stessa e una condizione per superare con successo la fase critica di start-up, generalmente identificata con il primo triennio di vita dell impresa. Il Libro Verde indica, pertanto, i tre livelli su cui deve operare un approccio globale alla promozione dello spirito imprenditoriale: il singolo, l impresa e la società. Per motivare le persone a diventare imprenditori, occorre sensibilizzarle al concetto di spirito imprenditoriale guidandole ad acquisire le competenze adeguate per trasformare le loro ambizioni in progetti di successo. Appare necessario dunque, da un lato promuovere maggiormente le opportunità imprenditoriali e, dall altro, favorire il consolidamento dell interesse da parte di nuovi soggetti avvicinandoli all autoimpiego e alla cultura impresa. La presenza di adeguati ammortizzatori sociali nel sostenere una scelta imprenditoriale come, ad esempio, un sostegno transitorio al reddito dei neo-imprenditori nei primi mesi di avvio dell impresa, oppure meccanismi di aiuto al rientro nel mercato del lavoro in caso di fallimento dell opzione imprenditoriale potrebbero rivelarsi degli efficaci incentivi. Inoltre, affinché i progetti d impresa si trasformino in imprese sane sono indispensabili condizioni ambientali propizie a tale sviluppo, che consentano alle aziende di crescere e svilupparsi, pur senza ostacolare indebitamente contrazioni e chiusure. I due fattori considerati più importanti da chi intende avviare il processo che porta alla nascita di una nuova impresa sono la presenza di un appropriata idea imprenditoriale e la disponibilità dei mezzi finanziari necessari per realizzarla. Si tratta di due precondizioni molto realistiche che evidenziano la serietà di chi affronta tale percorso e che dovrebbero essere 9

10 tenute presenti anche nel delineare una politica di sostegno alla scelta imprenditoriale: appare infatti necessario accompagnare le misure rivolte all individuazione di una idea imprenditoriale vincente con la sua traduzione in un corretto business plan e col sostegno agli investimenti necessari alla sua realizzazione. Considerazioni analoghe si desumono se analizziamo i principali ostacoli all avvio di un attività imprenditoriale. Al primo posto viene indicata la mancanza di adeguate risorse finanziarie, mentre al secondo posto si trova la complessità delle procedure amministrative necessarie per avviare l impresa. 2 Infine, l atteggiamento imprenditoriale è determinato anche dall atteggiamento positivo della società nei confronti degli imprenditori. È importante valorizzare il successo imprenditoriale e ridurre lo stigma sociale del fallimento, intervenendo con strumenti preventivi e di accompagnamento coerenti al fine di limitarne i danni personali e sociali. L attuazione del programmi comunitari prevede altresì di stimolare lo spirito imprenditoriale attraverso l istruzione e l apprendimento; l imprenditorialità rappresenta una competenza fondamentale per la crescita, l occupazione e la realizzazione personale. «L imprenditorialità concerne la capacità di una persona di tradurre le idee in azione. In ciò rientra la creatività, l innovazione e l assunzione di rischi come anche la capacità di pianificare e di gestire progetti per raggiungere obiettivi. È una competenza utile a tutti nella vita quotidiana, nella sfera domestica e nella società, serve ai lavoratori per avere consapevolezza del contesto in cui operano e per poter cogliere le opportunità che si offrono ed è un punto di partenza per le attività o le conoscenze più specifiche di cui hanno bisogno gli imprenditori che avviano un attività sociale o commerciale» 3. L atteggiamento positivo della società viene richiesto soprattutto nei confronti dei soggetti considerati deboli o perché sono rimasti vittime di accadimenti fortuiti, come ad esempio incidenti sul lavoro o malattie che hanno limitato la loro mobilità, o di dipendenze, come la droga e l alcolismo, o di uno svantaggio sociale che di fatto li esclude. Queste persone più di tutte hanno difficoltà ad inserirsi nel contesto sociale e lavorativo, aumentando così la loro emarginazione e dipendenza sociale. Per aiutare questi soggetti è necessario mirare alla realizzazione di un 2. Per un approfondimento si rimanda a: ISTAT, Le nuove attività imprenditoriali, Anno 2005, Statistiche in breve, 13 luglio 2006; ISTAT, La demografia d impresa, anni , Statistiche in breve, 7 novembre Comunicazione, Attuazione del programma comunitario di Lisbona: stimolare lo spirito imprenditoriale attraverso l istruzione e l imprendimento, Bruxelles, COM (2006), 33 def., , p.4. 10

11 contesto favorevole che permetta loro di creare un ambiente di lavoro a propria misura, per diventare parte attiva della società. Queste considerazioni sono, a nostro avviso, importanti perché sostengono le pratiche di inclusione sociale con tutti i mezzi sostenibili e con pari opportunità per tutti. Il progetto Solaris è un esempio di queste pratiche e come tutti i progetti Equal si è confrontato con partner europei nel merito di uno scambio di esperienze (per un approfondimento si rimanda al capitolo 7). 2. I modelli d intervento per la creazione d impresa Gli interventi che mirano a sostenere la creazione lo sviluppo di imprese capaci di durare nel tempo possono articolarsi in una gamma di azioni più o meno ampia. Sulla base di un esperienza che prende in considerazione diversi interventi realizzati in Italia ed in Europa a partire dagli anni Novanta possiamo di seguito indicare, in termini non esaustivi ma abbastanza completi, le azioni, o workpackages: - pubblicizzazione; - promozione della cultura imprenditoriale; - sensibilizzazione degli attori chiave; - animazione imprenditoriale; - orientamento imprenditoriale; - bilancio di competenze; - supporto personale; - sviluppo delle competenze di base; - sviluppo delle competenze professionali; - sviluppo delle competenze imprenditoriali; - informazione e sensibilizzazione su temi specifici; - produzione di documenti e materiali di studio; - assistenza alla redazione del piano d impresa; - assistenza in fase di start up; - credito accessibile e/o agevolato; - contributi in conto capitale; - supporto logistico; - servizi di routine a costo agevolato; - consulenza specialistica; - formazione specialistica dell imprenditore; - networking. 11

12 Più nello specifico si devono però analizzare gli obiettivi che si perseguono con ogni singola azione. Le attività di pubblicizzazione mirano a diffondere informazioni sugli obiettivi e le caratteristiche dell intervento, sulle modalità di accesso e sui benefici offerti; possono essere rivolte tanto ad soggetti indistinti come a target mirati (beneficiari potenziali, scuole, associazioni, ecc.), sono programmate attraverso un piano di promozione ed utilizzano una gamma di strumenti ormai codificati, come la diffusione di locandine e pieghevoli, la pubblicazione di avvisi su media cartacei o digitali, emissioni radiofoniche o televisive, mailing list, newsletter, telemarketing e altri strumenti. La promozione della cultura imprenditoriale riveste un importanza centrale nei contesti dove non è diffusa o non viene promossa dalle istituzioni educative. Obiettivo dell azione, che si esercita preferibilmente nel mondo della scuola e dell associazionismo, è diffondere la consapevolezza che il lavoro può essere anche autonomo, oltre che subordinato, ed evitare che la cultura imprenditoriale rimanga confinata all interno di determinati ambienti o contesti sociali dove probabilmente sono già disponibili le competenze e le risorse per la creazione d impresa e non sono necessari ulteriori stimoli. La sensibilizzazione degli attori chiave ha l obiettivo di creare un consenso qualificato intorno all intervento, di acquisire partner ed alleati, di recuperare diffidenze e dissensi e di prevenire il conseguente insorgere di fattori critici. Essa si rivolge usualmente ai decisori politici, alle parti sociali, alle istituzioni pubbliche e private, alle imprese, e si attua attraverso vari strumenti, fra cui seminari e incontri anche informali. Il contatto personale ed individuale, eventualmente accompagnato dalla presentazione di una memoria o di una documentazione sintetica, rappresenta sempre la forma più efficace di sensibilizzazione. Le azioni di animazione imprenditoriale possono comprendere le attività di cui ai punti precedenti, come pure momenti di informazione e di primo orientamento individuale, o per piccoli gruppi. Si caratterizzano per la particolare visibilità, determinata dall abbinamento ad eventi particolari (musica, teatro, ecc.) o dalle metodologie operative ( sportelli di piazza ). Non si accontentano di informare, di sensibilizzare, di promuovere, ma mirano a suscitare la curiosità e la partecipazione attiva della comunità locale. L orientamento imprenditoriale si rivolge a singoli o a gruppi; mira a fornire indicazioni sulla fattibilità di un idea imprenditoriale e sulle competenze imprenditoriali dei soggetti che l hanno concepita. Adotta un metodo di lavoro di tipo maieutico, in quanto parte usualmente da un idea imprenditoriale espressa dai beneficiari dell azione, la mette in discussione, anche utilizzandola come pretesto per valutare le competenze dei suoi 12

13 fautori, e si conclude con un consiglio orientativo che può indirizzare verso una o più azioni previste dall intervento. O verso un futuro immediato esente da imprenditorialità, ma non per questo meno promettente. Il bilancio di competenze utilizza diversi approcci metodologici, dalla ricostruzione del curriculum alla narrazione autobiografica, e può realizzarsi in forma individuale o di gruppo. Il suo obiettivo è la ricostruzione del profilo di competenze dei beneficiari, con particolare riguardo per quelle acquisite in ambiti non formali o della vita quotidiana, e puntando all emersione delle competenze latenti, quelle che il soggetto non è consapevole di possedere. Alcuni approcci metodologici concludono il percorso di bilancio di competenze con la formulazione di progetti o strategie di sviluppo personale. I servizi di supporto personale hanno l obiettivo di rendere concretamente ed effettivamente accessibili tutti i successivi passaggi del percorso imprenditoriale, consentendo alla persona di dedicare ad essi la cura necessaria. Sono quindi mirati a garantire, ove necessario e a titolo esemplificativo: un reddito, attraverso l accesso a misure sociali di tipo universalistico (reddito di cittadinanza o altro) o con l erogazione di borse di studio; un sostegno ai carichi di cura familiare (soprattutto per le donne); o interventi di emergenza una tantum, come comprare un vestito, una stufa, un ciclomotore, o pagare cure dentistiche a chi, ad esempio, deve relazionarsi alla clientela. Lo sviluppo delle competenze di base si riferisce alle competenze ritenute essenziali per proporsi sul mercato del lavoro e meno diffuse fra i soggetti più vulnerabili. Si tratta di competenze definite secondo varie tassonomie. Secondo la raccomandazione europea 2006/962/CE esse riguardano la comunicazione nella madrelingua e nelle lingue straniere, le competenze matematiche, scientifiche e tecnologiche di base, la competenza digitale, l imparare a imparare, le competenze sociali e civiche, lo spirito di iniziativa e l imprenditorialità, la consapevolezza e l espressione culturale. Negli interventi per la creazione d impresa si attribuisce particolare importanza, oltre alle competenze imprenditoriali, a quelle digitali e a quelle relative alla comunicazione. Lo sviluppo delle competenze professionali si rende necessario quando l aspirante imprenditore è chiamato ad acquisire o migliorare, in funzione del ruolo specifico che andrà ad occupare, la propria capacità di fornire determinate prestazioni tecnico professionali nei diversi settori dell impresa (produzione, amministrazione, vendita, ecc.). Si tratta di competenze che non riguardano la gestione dell impresa, ma lo svolgimento di compiti e mansioni specifiche che il neoimprenditore sarà chiamato a compiere comunque, soprattutto in una piccola impresa. Lo sviluppo delle 13

14 competenze imprenditoriali rappresenta uno snodo chiave in questi interventi ed uno degli aspetti più critici: il marketing, gli aspetti giuridici e normativi, quelli amministrativi e contabili possono infatti essere insegnati; lo spirito di iniziativa, la fiducia in se stessi, l autonomia e la propensione al rischio possono certamente essere acquisiti, ma forse con tempi diversi e non del tutto compatibili con quelli di un attività formativa. Questa complessità è stata fronteggiata con strumenti diversi: ai corsi di formazione si affiancano oggi gli stage imprenditoriali ed interventi individualizzati di tutoring, coaching, mentoring con metodologie orientate all autostima e all empowerment. Attività di informazione e sensibilizzazione su temi specifici rivolte ad aspiranti imprenditori, allo staff di progetto e/o ad altri soggetti possono rendersi necessarie in relazione alla natura dei progetti e dei contesti operativi in cui essi si collocano. In linea generale queste iniziative, di solito in forma seminariale, riguardano l evoluzione della legislazione o dei mercati, l innovazione, l emergere di nuove opportunità, ma possono anche riguardare lo sviluppo di un approccio di genere, le specificità dell imprenditore immigrato, la trasmissione d impresa, il trasferimento di tecnologie, l economia sommersa, il no-profit o altri temi, secondo le finalità generali dell intervento. La produzione di documenti e materiali di studio è un elemento sempre più qualificante di questi interventi. Dalle dispense in formato cartaceo o digitale, eventualmente condivisibili in rete, si è passati alla realizzazione di pacchetti organici per la formazione a distanza o l autoistruzione, alla produzione e diffusione cartacea e digitale di guide per la creazione d impresa, sempre più spesso tradotte in diverse lingue, fino alla realizzazione di siti dedicati alla creazione d impresa e capaci di accompagnare l aspirante imprenditore attraverso percorsi sempre più estesi ed articolati. L assistenza alla redazione del piano d impresa ( business plan ) è il cuore di ogni intervento mirato alla creazione d impresa e non esiste approccio in materia che non la consideri come l aspetto centrale dell intervento. La forma del piano d impresa è ormai codificata: presentazione degli imprenditori e sintesi dell idea; mercato di riferimento e concorrenza; prodotto e ciclo di produzione; risorse e costi; investimenti e fonti; per finire con la proiezione triennale dello stato patrimoniale e del conto economico. Le differenze principali riguardano le modalità con cui viene fornita l assistenza e possono prevedere un intervento più o meno intenso del tutor/consulente, come pure un approccio a sportello piuttosto che sul campo. L assistenza in fase di start up integra e completa l azione precedente e serve anche per verificare se è stata svolta correttamente. 14

15 L avvio di un impresa comporta una fase a forte intensità di contatti e scambi con persone ed organizzazioni, ed è quindi un momento in cui è utile essere affiancati e consigliati. I rapporti in questa fase riguardano dapprima quelli funzionali agli adempimenti amministrativi per l apertura dell attività e, subito dopo, i contatti con fornitori, clienti e istituti di credito: tutti terreni su cui è importante partire col piede giusto. Il piano d impresa è quindi uno strumento operativo e di controllo da consultare periodicamente per verificare gli scostamenti ed intervenire di conseguenza. I successi e gli insuccessi vengono patrimonializzati più efficacemente con la mediazione di un soggetto esterno. L accesso al credito costituisce un problema capitale per le nuove imprese, soprattutto se gli imprenditori non sono in grado di offrire garanzie o appartengono a gruppi vulnerabili. Le forme di credito agevolato, anche co-garantite dai Consorzi di Garanzia Fidi, sono pensate soprattutto per le imprese già attive; molti fondi etici tendono a dare priorità ad attività non lucrative o eticamente orientate. Più promettenti sembrano le diverse forme di microcredito recentemente sperimentate anche in Italia, basate su forme di garanzia comunitaria, partenariale o pubblica, che consentono di coinvolgere direttamente gli istituti di credito, ed in particolare quelli di credito cooperativo. I finanziamenti in conto capitale contribuiscono a costituire o accrescere il capitale sociale dell impresa e possono assumere la forma di sovvenzioni pubbliche non rimborsabili ( a fondo perduto ) o di partecipazioni al capitale sociale da parte di finanziatori esterni. Le sovvenzioni pubbliche non rimborsabili sono soggette alle limitazioni previste dai Regolamenti europei e sono oggetto di critica per diversi aspetti: fomento di una cultura di imprenditorialità assistita, tempi e costi dei processi di istruzione ed erogazione, scarsa efficacia rispetto a strumenti quali i fondi di garanzia per l accesso al credito. Si fa inoltre strada l idea che sistemi di credito accessibile siano meno costosi e più inclusivi dei contributi a fondo perduto, che finirebbero per favorire i soggetti più abbienti e per discriminare i più vulnerabili. Le partecipazioni al capitale sociale, invece, sono oggetto di crescenti attenzione e favore. Il supporto logistico si sostanzia principalmente nella disponibilità di spazi, gratuiti o a basso costo, per l insediamento di uffici, magazzini, attrezzature produttive. Questi spazi dovrebbero essere collocati in zone ben servite da infrastrutture logistiche (strade, piazzali, ferrovie) e digitali. Un esempio di questo tipo di supporto ( premises ) è dato dagli incubatori d impresa, ma anche dagli insediamenti agevolati in zone industriali o artigianali. Un altra modalità può essere la concessione in comodato di spazi dismessi, previo impegno dell impresa concessionaria a provvedere al 15

16 ripristino funzionale delle strutture. A fianco, o all interno, dei diversi tipi di incubatore d impresa, si possono collocare servizi di routine offerti gratuitamente o a tariffe agevolate: servizio recapito, segreteria, sale riunioni, spazi per ricevere i clienti, supporto alla gestione amministrativa, contabile, fiscale e del personale. Tali servizi possono essere offerti anche sul territorio dalle associazioni di categoria, attraverso pacchetti promozionali di tipo, ad esempio, primo anno gratis. Possono inoltre essere offerti servizi specifici per gli imprenditori immigrati (glossari, opuscoli multilingua, mediazione linguistica e/o culturale, ecc.) o per le donne (servizi di cura familiare). I servizi di consulenza specialistica hanno, a differenza dei precedenti, natura occasionale e sono resi necessari in fase d avvio o in seguito all emergere di nuovi bisogni, progettualità, strategie: ricerca di nuovi mercati, internazionalizzazione, accesso a gare d appalto, accesso a finanziamenti, formazione, innovazione di prodotto o di processo, gestione finanziaria, ristrutturazione. Si tratta di servizi che non sono un lusso, ma rappresentano spesso l unica possibilità per un impresa di fronteggiare una fase di cambiamento e la prima linea di difesa per i posti di lavoro che ha creato. Anche la formazione specialistica dell imprenditore ha natura occasionale ed è legata a processi di cambiamento. In questo caso, però, il cambiamento non riguarda necessariamente l impresa ma può anche riferirsi al nuovo ruolo dell imprenditore, conseguente a mutamenti dell organizzazione interna; o al bisogno di approfondire aspetti della gestione dell impresa che in passato erano stati messi in secondo piano e che oggi rivelano un importanza crescente. Infine il networking, l essere in rete, il fare rete, che viene usualmente inteso in due accezioni: quella della rete chiusa, che spesso è la rete dei beneficiari del progetto o di un certo gruppo bersaglio (le donne, gli immigrati), entro la quale si scambiano prodotti o servizi, si vivono momenti di scambio e aggiornamento comuni, si costruiscono aggregazioni o cordate in funzione di obiettivi condivisi; oppure quella del mettersi in rete con ciò che esiste e si muove sul territorio: imprese, associazioni di categoria, supply chain e filiere produttive, comunità locali. L una o l altra modalità presentano aspetti positivi (e qualche rischio) e non si escludono reciprocamente. Rientrano in questa tipologia anche attività come la partecipazione ad eventi o fiere che valorizzino le nuove imprese. A conclusione di questa disamina dei numerosi interventi sui quali si sono sviluppate le politiche europee e anche nazionali va però ricordato che non è stato rilevato alcun progetto che garantisca tutti questi interventi a tutti gli aspiranti imprenditori che vi accedono. Dall analisi si può affermare 16

17 che ogni tipologia d intervento definisce un proprio kit di strumenti/servizi che solitamente può essere personalizzato secondo le esigenze dei beneficiari. In molti casi la gamma di azioni prevista da un determinato intervento di supporto alla creazione d impresa è integrata da interventi previsti da altri progetti o dalla legislazione vigente: è il caso virtuoso, ad esempio, delle sinergie prodottesi nella programmazione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia fra i progetti Equal, POR FSE e le politiche sociali, della formazione e del lavoro. L analisi dei modelli d intervento per lo sviluppo dell imprenditorialità può essere resa più difficile dalle ambiguità di alcune definizioni (tutor, mentor e coach imprenditoriali hanno spesso funzioni diverse in diversi progetti) e dal fatto che diverse azioni possono essere raggruppate sotto un unica definizione. Ad esempio, le prime quattro tipologie di azioni vengono normalmente accomunate sotto la dizione di promozione o animazione imprenditoriale; le attività di orientamento imprenditoriale e di bilancio di competenze rientrano nella dicitura di accoglienza, orientamento, selezione; le attività di formazione sono spesso ricondotte ad un unica azione; le azioni di supporto personale sono considerate accessorie ad altre (borse di studio, indennità di partecipazione) o sono realizzate con strumenti esterni al progetto; le attività di informazione e sensibilizzazione su temi specifici ricadono all interno di quelle di informazione o di quelle formative, secondo l articolazione dei progetti; anche la produzione di documenti e materiali di studio viene considerata, secondo i casi, come attività informativa o come attività accessoria alla formazione o all assistenza allo start up; tutte le altre attività vengono ricondotte all assistenza individualizzata per la redazione del piano d impresa e lo start up. In sintesi, si può concludere che la maggior parte degli interventi di sostegno alla creazione d impresa risulta suddivisa in quattro gruppi che rispondono alle fasi di un ordinario percorso di creazione d impresa: promozione, orientamento, formazione, assistenza allo start up. Questa semplificazione non dice abbastanza sulla reale articolazione di un intervento, né aiuta a capire a quali bisogni effettivi esso risponda. In particolare, non aiuta a capire in che misura l intervento in questione sia realmente accessibile ai soggetti più vulnerabili e sia dunque effettivamente mirato a produrre, ad esempio, coesione sociale. Sono quindi i singoli programmi o specifici piani d intervento che possono evidenziare le finalità e le azioni in coerenza agli interventi sopra illustrati. 17

18 3. Il progetto Solaris SOLARIS è l acronimo di un progetto denominato Servizi Orientamento Lavoro Autonomo Riabilitazione e Svantaggio. Si tratta di una delle progettualità d iniziativa comunitaria EQUAL II Fase, cofinanziata dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, collocata sull asse d intervento relativo all imprenditorialità. La finalità generale del progetto è quella di rafforzare l economia sociale e, in particolare, di sostenere l opportunità per soggetti svantaggiati di emanciparsi da situazioni di dipendenza o emarginazione attraverso la scelta dell autoimpiego, inteso come lavoro autonomo e d impresa. L intraprendere, ossia il diventare imprenditori, ad avviso di Solaris, può infatti mobilitare le risorse dell individuo, ridurne la dipendenza dai servizi, svilupparne l autonomia e l autostima, nonchè creare una rete positiva di relazioni. Scopo primario del progetto quindi è elevare il numero di persone svantaggiate inserite nel mercato del lavoro attraverso una scelta di autoimpiego. In particolare, il progetto si propone di operare in favore di una vasta platea di potenziali beneficiari costituita dai portatori di disabilità fisiche e dalle persone appartenenti alle diverse tipologie di svantaggio occupazionale riconosciute dalle normative italiane ed europee: persone portatrici di disabilità fisiche, ex-tossicodipendenti, exalcolisti, ex-detenuti, nomadi, persone che escono da percorsi di prostituzione, donne che hanno subito maltrattamenti e violenze, persone soggette a nuove povertà 4. Funzionale al raggiungimento di tale scopo è la 4. La definizione di persona svantaggiata assunta da Solaris è di tipo operativo, funzionale alla identificazione dei beneficiari diretti; non trova quindi precisi riferimenti teorici, ma proprio perché generica può comprenderli; ha comunque considerato i riferimenti normativi che nelle leggi europee o nazionali identificano le persone destinatarie di interventi e programmi sociali e che si possono così di seguito evidenziate: a) Soggetti svantaggiati ai sensi del Regolamento della Commissione Europea n. 68 del 12 gennaio 2001 relativo all applicazione degli articoli 87 e 88 del trattato CE sugli aiuti destinati alla formazione: - durante i primi sei mesi dall assunzione, qualsiasi giovane di meno di 25 anni che non abbia in precedenza ancora ottenuto il primo impiego retribuito regolarmente; - qualsiasi persona affetta da un grave handicap fisico, mentale o psichico, che sia tuttavia in grado di entrare nel mercato del lavoro; - qualsiasi lavoratore migrante che si sposta o si è spostato all interno della Comunità o diviene residente nella Comunità per assumervi un lavoro e necessita di una formazione professionale e/o linguistica; - durante i primi sei mesi dall assunzione, qualsiasi persona che desideri riprendere un attività lavorativa dopo un interruzione di almeno tre anni, in particolare qualsiasi persona che abbia lasciato il lavoro per la difficoltà di conciliare vita lavorativa e vita familiare; 18

19 costruzione di una rete di servizi pubblici e privati che operino in favore dello sviluppo dell autoimpiego, attraverso azioni di informazione, orientamento imprenditoriale, tutoring, assistenza tecnica individualizzata a favore dei diversi gruppi di potenziali beneficiari. Gli obiettivi specifici perseguiti dal progetto prevedono, in primo luogo, la definizione di un modello di intervento che individui ruoli, procedure, strumenti e competenze necessari a promuovere e sviluppare la scelta imprenditoriale da parte di soggetti appartenenti alle categorie di riferimento; in secondo luogo la costruzione delle condizioni necessarie alla applicazione del modello, in particolare attraverso la formazione degli operatori, e la sua sperimentazione in uno specifico ambito territoriale, coincidente con l Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 Medio Friuli, pur non escludendo beneficiari residenti in altri Comuni del contesto regionale. Infine il progetto ha inteso realizzare un azione di mainstreaming rispetto ad altre aree della Regione, al fine di diffondere i risultati raggiunti. Le aspettative di risultato vengono individuate in: beneficiari dei servizi di informazione e orientamento imprenditoriale finalizzato alla possibilità di avviare un percorso di impresa; - 25 beneficiari di servizi avanzati di accompagnamento nella definizione del progetto di impresa; - 6 beneficiari che hanno realizzato il progetto individuale di impresa; - 60 operatori che, dopo aver frequentato le iniziative formative, sono in grado di erogare servizi di informazione sulle opportunità di autoimpiego per le persone svantaggiate; - qualsiasi persona di più di 45 anni priva di un titolo di studio di livello secondario superiore o equivalente; - durante i primi sei mesi dall assunzione, qualsiasi disoccupato di lungo periodo, ossia una persona senza lavoro da oltre 12 mesi consecutivi. b) Persone svantaggiate ai sensi dell art. 4 (comma 1) della Legge 381/91 ( Disciplina delle cooperative sociali ): gli invalidi fisici, psichici e sensoriali, gli ex degenti di istituti psichiatrici, i soggetti in trattamento psichiatrico, i tossicodipendenti, gli alcolisti, i minori in età lavorativa in situazioni di difficoltà familiare, i condannati ammessi alle misure alternative alla detenzione. c) Disabili ai sensi dell art. 1 della legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili, che disciplina il collocamento obbligatorio e le relative liste speciali presso i servizi per l impiego): persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45 per cento persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33 per cento persone non vedenti o sordomute persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio. 19

20 - 8 mentor che, dopo aver frequentato le iniziative formative, sono in grado di affiancare le diverse categorie di persone svantaggiate potenzialmente interessate ad un percorso di autoimpiego. La modalità operativa prevista da Solaris si articola su tre livelli, ossia promozione del progetto sul territorio, accoglienza e ascolto del neo imprenditore, accompagnamento alla realizzazione dell impresa. La promozione ha lo scopo di diffondere l idea centrale del progetto, cogliere le disponibilità di persone svantaggiate verso la scelta del lavoro autonomo e d impresa (i beneficiari) e individuare persone che si sono in passato emancipate realizzando percorsi di lavoro autonomo (i mentor). L accoglienza e l ascolto si realizzano attraverso diversi punti denominati Contatto Impresa attivati dai partner del progetto. Si tratta di operatori formati e dedicati a valutare in prima istanza le risorse e le motivazioni del possibile neo imprenditore e a realizzare uno o più colloqui di orientamento. L accompagnamento alla realizzazione d impresa (Centro Servizi per lo sviluppo dell autoimpiego) si attiva con una duplice azione rivolta alla consulenza imprenditoriale (affiancamento di un tutor imprenditoriale e di specifici consulenti) e al sostegno motivazionale (affiancando un mentor, ossia una persona che ha già avuto modo di percorrere in passato esperienze analoghe). L attuazione del progetto prevede una partnership tra più enti e organizzazioni pubbliche e non profit: l IRES FVG, Istituto di ricerche economiche e sociali del Friuli Venezia Giulia, in qualità di ente capofila, l ASS n.4, Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 Medio Friuli, il Centro CARITAS dell Arcidiocesi di Udine Onlus, la Comunità Pier Giorgio Onlus Ufficio H, il COSM Consorzio Operativo Salute Mentale, la Coop CRAMARS scarl, FINRECO Consorzio Regionale Garanzia Fidi scarl Finanziaria regionale della cooperazione, l Associazione IDEA onlus, l UNIUD-DEST, Università degli Studi di Udine, Dipartimento di Economia, Società e Territorio. 20

21 2. Il modello Solaris per lo sviluppo imprenditoriale Il modello del progetto Solaris è stato tracciato a partire dall analisi del quadro istituzionale dei servizi a favore di soggetti svantaggiati presenti nel territorio di riferimento della sperimentazione in particolare dei servizi finalizzati all inserimento lavorativo dall analisi di concrete esperienze di imprenditorialità realizzate da soggetti appartenenti alle categorie dei beneficiari del progetto raccolte attraverso una rilevazione sul campo, da una riflessione sui beneficiari diretti e dall apporto di riferimenti teorici che sostanziano l idea portante del progetto, ossia che la scelta imprenditoriale «mobilita tutte le risorse dell individuo; sviluppa necessariamente una ricca rete di relazione; sviluppa l autonomia e diminuisce la dipendenza dai servizi; migliora la qualità del lavoro stesso e, in sostanza, può avere una funzione positiva nell aiutare a superare le barriere psicologiche e sociali connesse allo svantaggio di cui è portatore ciascun soggetto» 5. L approfondimento del quadro istituzionale e delle concrete esperienze di imprenditorialità di soggetti svantaggiati è stato realizzato nel primo anno di attività del progetto Solaris, al fine di focalizzare il modello da adottare e il percorso da realizzare. Per una documentazione più analitica si rimanda pertanto ai materiali realizzati al momento dell avvio del progetto 6. In questo rapporto invece si è scelto di riflettere sull esperienza realizzata e in questo capitolo si presentano le specificità dei beneficiari diretti che hanno usufruito dei servizi di Solaris, i principali riferimenti teorici che sostanziano l idea portante del progetto, gli obiettivi e l articolazione del suo modello d intervento. 5. Progetto Solaris, Programma di lavoro azione 2, Il riferimento è ai documenti: 1) Mappa delle risorse, materiali di lavoro, IRES FVG e COSM, 2006, Macro fase 1.1; 2) Da bruco a farfalla. Il modello Solaris per lo sviluppo di imprenditorialità, materiali di lavoro, 2006, IRES FVG, Macro fase

22 1. I beneficiari diretti I beneficiari diretti del progetto Solaris sono stati il primo elemento preso in considerazione per delineare il suo modello di intervento. Come previsto dal formulario, si tratta di persone portatrici di disabilità fisiche, ex-tossicodipendenti, ex-alcolisti, ex-detenuti, nomadi, persone che escono da percorsi di prostituzione, donne che hanno subito maltrattamenti e violenze, persone soggette a nuove povertà. Persone cioè che possono essere considerate soggetti difficilmente occupabili. Questa espressione, infatti, sottende una prospettiva che abbandona l approccio centrato sui limiti del singolo soggetto per assumere un atteggiamento orientato a valorizzarne le risorse, prime fra tutte, quelle derivanti da una positiva interazione tra le sue potenzialità e quelle dell ambiente in cui essa vive ed opera. 7 Adottando questo approccio, i soggetti comunemente considerati svantaggiati diventano difficilmente occupabili e l occupabilità non viene più connotata come caratteristica intrinseca di certi individui o gruppi ma si configura come il prodotto di uno o più fattori che possono investire sia gli individui, sia il contesto di riferimento, sia, più spesso, entrambi. Questo approccio può essere esteso anche all imprenditorialità individuando anche per questo tipo di scelta lavorativa difficoltà riconducibili, da un lato a fattori di vulnerabilità personale, legati direttamente al soggetto e, dall altro, a fattori di vulnerabilità ambientale, inerenti il contesto sociale, lavorativo e istituzionale. I primi si possono individuare in fattori riferiti ai requisiti funzionali delle persone (disabilità fisiche, psichiche o sensoriali oppure altre patologie non necessariamente invalidanti ma comunque tali da rendere difficile sostenere un attività lavorativa) o ad aspetti inerenti il loro percorso di vita, il loro livello ed ambiente socio-culturale: esperienze pregresse di disturbo mentale, dipendenza, reclusione e marginalità sociale; isolamento nel tessuto dei 7. L espressione soggetti difficilmente occupabili «aiuta a vedere la persona come soggetto singolo ed irripetibile, piuttosto che come un oggetto sequestrato da un istituzione o come un numero all interno di un gruppo target; spinge ad occuparsi delle risorse che i singoli e la collettività possono mettere in gioco entro un sistema di relazioni reciproche, ponendo in secondo piano i limiti degli individui; si colloca in un quadro teorico più adatto e promuovere ed incentivare chi si impegna a sostenere il pubblico interesse e meno propenso a sanzionare chi, anche indipendentemente dalle proprie convinzioni etiche, non sia in grado di offrire un contributo fattivo alla soluzione dei problemi» in Masotti G., Che fare per i soggetti difficilmente occupabili?, Rapporto di ricerca, Iniziativa Comunitaria Equal Imprenditorialità estrema per una vita indipendente, IRES Friuli Venezia Giulia, Udine, 2004, p

23 rapporti primari e secondari; carenza di conoscenze di base trasversali, in particolare se informatiche, linguistiche o relazionali; obsolescenza delle competenze professionali; scarsa adattabilità ai criteri organizzativi, al sistema di relazioni o al clima aziendale di certi contesti lavorativi. I secondi invece si possono individuare in: presenza di atteggiamenti, stili relazionali o pregiudizi tali da innescare e perpetuare condotte di discriminazione rispetto a genere, età, appartenenza etnica o razziale, vissuto personale e orientamento religioso, politico o sessuale; certe variabili del contesto lavorativo o dei processi lavorativi incompatibili con alcune delle caratteristiche fisiche o psico-relazionali di tali soggetti; politiche, normative e assetti di welfare che non contemplino risposte adeguate a specifiche situazioni di disagio escludendole in concreto dalla rete dei servizi sociali e di accesso al lavoro. Assumendo questa prospettiva, quindi, le difficoltà nello sviluppo di una scelta di tipo imprenditoriale da parte di queste persone possono essere affrontate spostando l attenzione dalle loro inadeguatezze o da quelle delle organizzazioni alle relazioni intercorrenti fra queste due entità, nonché alle risorse (materiali, affettive, monetarie, professionali, conoscitive, ecc.) che tali relazioni sono in grado di mobilitare, se adeguatamente incentivate e supportate. «Finché l attenzione di chi osserva o decide rimane centrata sulle supposte inadeguatezze delle persone e delle organizzazioni, ogni intervento migliorativo non potrà che tendere a forzare le une o le altre verso standard di adeguatezza già definiti a priori e non necessariamente alla portata dei soggetti interessati. [ ] Se invece si guarda alle relazioni intercorrenti fra persone e organizzazioni, assume centralità l obiettivo di valorizzare tutte le risorse, anche minime, che entrano in tal gioco e magari, finora, non vengono valutate nella loro importanza» 8. È stato confermato, infatti, che le difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro incontrate dai soggetti appartenenti alle categorie dei beneficiari di Solaris sono parzialmente legate alle loro condizioni di salute o di marginalità socio-culturale e riguardano, invece, soprattutto le difficoltà da loro incontrate nell interazione quotidiana col contesto sociale e lavorativo. Si tratta cioè di difficoltà riconducibili, in prevalenza, a rigidità del sistema barriere architettoniche, ostacoli burocratici e normativi, circostanze di inconciliabilità con la domanda di lavoro, ecc. che limitano ulteriormente la spendibilità professionale di queste persone. Costruire attorno a loro una rete di rapporti primari e secondari con la collettività consente, invece, di 8. Masotti G., op. cit., p

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