REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA A CIVILE SENTENZA

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1 N. R.G /2014 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE ORDINARIO di MILANO SEZIONE SPECIALIZZATA IN MATERIA DI IMPRESA A CIVILE Il Tribunale, nella persona del Giudice dott. Ludovica Palmieri ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa civile di I Grado iscritta al n. r.g /2014 promossa da: NATASA SUBACINA (C.F. SBCNTS84C54Z145R), con il patrocinio dell avv. CAMPANA NICOLA, elettivamente domiciliato in VIA VINCENZO MONTI, MILANO presso il difensore avv. CAMPANA NICOLA ATTRICE Contro NUNZIA PELLEGRINO (C.F. PLLNNZ61P52A662B), con il patrocinio dell avv. SANTELLI MAURIZIO ENNIO, elettivamente domiciliato in VIA FONTANA, MILANO presso il difensore avv. SANTELLI MAURIZIO ENNIO CONVENUTA CONCLUSIONI Le parti hanno concluso come da fogli allegati al verbale d udienza di precisazione delle conclusioni. pagina 1 di 5

2 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Con atto di citazione notificato in data Natasa Subacina ha convenuto in giudizio Nunzia Pellegrino per ottenere la risoluzione per inadempimento ex art c.c. di un contratto preliminare di cessione di azienda inter partes in data avente ad oggetto il trasferimento dell attività di parrucchiere per signora (ed estetica), corrente in Milano, Via Stoppani n. 15. Quale effetto della richiesta pronuncia, l attrice ha chiesto la condanna della controparte alla restituzione dell importo di 7.000,00 versato al momento della stipula dell accordo a titolo di caparra confirmatoria nonché al pagamento dei danni patiti per un ulteriore importo di 7.000,00. Regolarmente instaurato il contraddittorio, la convenuta ha chiesto il rigetto delle domande attoree sulla base dell infondatezza delle stesse. Verificata, nel corso dell udienza all uopo fissata, l impossibilità di un componimento bonario della vicenda, esperita CTU volta ad accertare la conformità dei locali alla normativa regolamentare con riguardo alle attività asseritamente oggetto di cessione, escusse le prove orali ammesse, all'udienza all'uopo fissata, davanti allo scrivente Giudice medio tempore assegnato in via definitiva al presente procedimento, le parti hanno precisato le riportate conclusioni. MOTIVI DELLA DECISIONE 1. In data la Subacina e la Pellegrino hanno stipulato un preliminare di cessione avente ad oggetto l azienda di parrucchiere per signora (e estetica) sita in Milano, Via Stoppani n. 15, di cui all autorizzazione del Comune di Milano n consegnata in data a fronte del corrispettivo complessivo di ,00 di cui 7.000,00 versati dalla promissaria acquirente Subacina al momento della conclusione dell accordo a titolo di caparra confirmatoria e la restante parte da corrispondersi secondo le modalità indicate nell art. 3 del contratto in questione. In sede di stipulazione del contratto definitivo in data , l attrice ha appreso dal notaio incaricato della stipulazione dell atto che la licenza n indicata nel preliminare di cessione era relativa all attività di parrucchiere e non comprendeva l attività di estetica. A seguito di asserite indagini presso i competenti uffici della Asl, la promissaria acquirente avrebbe scoperto che, in virtù dei regolamenti comunali, la metratura del locale di esercizio dell azienda oggetto di trasferimento non era sufficiente a consentire lo svolgimento di entrambe le pagina 2 di 5

3 attività considerate dalle parti al momento della conclusione dell affare, e cioè quella di parrucchiere e quella di estetista. Tenuto conto che l esercitabilità dell attività di estetista, oltre che di parrucchiere, aveva costituito una circostanza determinante la decisione della Subacina, estetista, di concludere l operazione in questione, dopo aver contestato l inidoneità assoluta del bene oggetto di accordo e aver fatto valere lo scioglimento del contratto con conseguente inutile richiesta di pagamento della controparte della somma di ,00 pari al doppio dell importo versato a titolo di caparra confirmatoria alla promittente venditrice, la Subacina ha instaurato il presente procedimento. In particolare, la promissaria acquirente ha fatto valere l inadempimento della controparte che le avrebbe promesso in vendita un attività diversa da quella oggetto di negoziazione tra le contraenti e non esercitabile in conformità ai regolamenti comunali. Si tratterebbe, pertanto, di un inadempimento sotto il profilo dell aliud pro alio. Ai fini della decisione della controversia giova esaminare l accordo inter partes. Quest ultimo, nelle premesse, identificando il bene di proprietà della Pellegrino fatto oggetto della cessione, fa riferimento all attività di parrucchiere per signora (ed estetica) di cui all autorizzazione comunale n tra di loro. Detta autorizzazione consente l attività di parrucchiere senza alcun riferimento ad altre attività. Occorre pertanto verificare la compatibilità delle suddette disposizioni prima facie in contrasto Dall espletata CTU è emerso che, in virtù dei regolamenti comunali vigenti al momento della conclusione del contratto, l autorizzazione in questione concessa in ordine ai locali di Via Stoppani ed alla relativa metratura (mq 21,29) permette l esercizio sia dell attività di parrucchiere sia dell attività di estetista con due differenti postazioni, purchè quest ultima sia limitata a manicure e pedicure sulla stessa sedia dell attività di parrucchiera. La Subacina ha affermato che se fosse stata a conoscenza di tale limitazione essa non si sarebbe determinata a concludere l operazione, alla luce della professione di estetista dalla medesima svolta. Osservato che la documentazione prodotta dall attrice a dimostrazione della propria formazione professionale fa riferimento proprio a quelle attività eseguibili sulla sedia da parrucchiere, quali trattamenti sulle unghie (gel nail growing doc. n. 2-, nailart doc. n. 5) o sulle ciglia e sopracciglia (doc. n. 5 cit.), rileva che l ampiezza dell attività di estetica inclusa nella cedenda azienda non è stata oggetto di specifica previsione tra le parti. Visto che dalle conclusioni peritali risulta che l autorizzazione n di cui al preliminare de quo consente un attività di estetica, sia pure limitata a quella esercitabile sulla postazione da pagina 3 di 5

4 parrucchiere, risulta che non è configurabile alcun inadempimento imputabile alla Pellegrino, che non ha violato l obbligo di trasferire alla controparte l attività individuata dal contratto, quale risultante dalla suddetta autorizzazione, il cui tenore, peraltro, sarebbe stato onere della parte acquirente, in procinto di intraprendere un attività commerciale verificare al momento del preliminare per cui è causa. infondata. Dalle esposte considerazioni emerge che la domanda di risoluzione di tale preliminare è Detta conclusione comporta il rigetto della domanda di condanna della convenuta alla restituzione della somma ricevuta a titolo di caparra confirmatoria nell importo pari al doppio della stessa. 2. Le spese del giudizio seguono la regola della soccombenza e vengono poste interamente a carico dell attrice come nel dispositivo, secondo le previsioni di cui al D.M. 2014/55, in mancanza di deposito della nota spese, tenendo conto del valore della causa, della difficoltà delle questioni trattate, dell attività svolta e del mutamento di opinione della convenuta circa l accettazione della proposta transattiva con conseguente allungamento dei tempi del giudizio. PQM Il Giudice, definitivamente pronunciando, ogni altra istanza ed eccezione respinta e/o assorbita, così provvede: 1) rigetta la domanda di risoluzione del contratto preliminare di cessione d azienda inter partes in data formulata da NATASA SUBACINA (C.F. SBCNTS84C54Z145R) per inadempimento imputabile a NUNZIA PELLEGRINO (C.F. PLLNNZ61P52A662B) perchè infondata: 2) rigetta, per l effetto, la domanda di condanna della convenuta alla restituzione della somma di 7.000,00 e al pagamento di una pari somma a titolo di risarcimento dei danni; 3) condanna Natasa Subacina a rimborsare a Nunzia Pellegrino le spese del giudizio, liquidate nella misura complessiva di 2.103,50 oltre a spese generali nella misura del 15% ad accessori come per legge. 4) pone le spese della CTU espletata in corso di causa, e già liquidate in 1.644,68 a titolo di compensi ed a titolo di rimborso spese, oltre IVA ed accessori come per legge, a carico integrale dell attrice. Milano, 17 gennaio 2018 Il Giudice dott. Ludovica Palmieri pagina 4 di 5

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