EURO-IN FORMAZIONE ON LINE MATERIA: STORIA ANNO III LEZIONE 6. Il Cinquecento

Transcript

1 Il Cinquecento Nel 1454 gli stati italiani avevano firmato la Pace di Lodi, dando inizio ad un lungo periodo di pace e prosperità, e riconoscendo di fatto l'impossibilità per una qualsiasi delle signorie italiane di prevalere sulle altre. Lorenzo il Magnifico fu il principale artefice dei quarant'anni di pace che segnarono la scena italiana, convincendo le corti di Milano, Venezia e delle altre città italiane, nonché lo Stato della Chiesa a rinunciare a propositi di dominio sulla penisola, per dedicarsi invece al culto delle arti. Si era in pieno Rinascimento. Mentre nel resto dell'europa erano sorte, o stavano sorgendo, nuove nazioni che comprendevano uno stesso popolo, parlante una stessa lingua, in Italia nessuna delle grandi Signorie fu abbastanza forte da guidare un processo di unificazione: o meglio, proprio per la presenza di numerosi soggetti politici, dalle città d'età comunale, diventate poi Signorie, allo Stato della Chiesa, fu impossibile per un sovrano fare ciò che era stato fatto in Francia o in Inghilterra, cioè sottomettere una debole resistenza e creare una monarchia nazionale. Il 1492 segnò un importante punto di svolta per le sorti degli stati italiani. In quell'anno moriva infatti Lorenzo il Magnifico, e con lui anche ogni possibilità di conservare la situazione di equilibrio di cui era stato promotore. Da quel momento ripresero conflitti e dispute, e da quel momento la penisola divenne terra di conquista per le potenze straniere. Ma soprattutto il 1492 segnò una svolta per quanto riguardava le grandi direttrici commerciali d'europa: con la scoperta delle Americhe, infatti, si aprivano nuovi scenari per tutte quelle nazioni che si affacciavano sull'atlantico, mentre per i paesi, come l'italia, che restavano chiusi nel bacino del Mediterraneo, l'impresa di Cristoforo Colombo segnò l'inizio del declino economico. 1

2 Realtà come Venezia, che fino ad allora erano state tra le principali protagoniste europee da un punto di vista degli scambi con l'oriente, videro il proprio prestigio crollare, ritirandosi in una posizione marginale di isolamento. Dopo la Riforma Protestante di Lutero inoltre, la Chiesa Cattolica rispose con la cosiddetta Controriforma, che fece piombare l'italia, al pari degli altri stati europei che avevano scelto il cattolicesimo, come la Spagna, in un clima di repressione e oscurità. E tutto questo danneggiò pesantemente la crescita economica degli stati italiani, che ancora fino agli inizi del '400 rappresentavano una delle aree più ricche e sviluppate d'europa. A partire dal 1494, appena due anni dopo la morte di Lorenzo de Medici, l'italia divenne dunque terra di conquista. La prima delle potenze straniere che sfruttò la debolezza, politica e militare, degli stati italiani, divisi e litigiosi, fu la Francia. Dapprima Carlo V si spinse fino alla conquista di Napoli nel 1495; poi fu la volta di re Luigi XII che, nel 1513, sottomise Milano, lasciando intanto via libera agli spagnoli a Napoli. A Firenze la discesa in Italia dei francesi provocò dei mutamenti di caratteri politico: Piero de Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico, venne cacciato dal popolo, che instaurò un governo repubblicano. Si trattò di una breve parentesi, dominata dal Savonarola, visionario frate domenicano che sferrò accese invettive contro la Chiesa di Roma, e destinata a terminare già nel A Roma lo Stato della Chiesa aveva subito, a partire dal 1517, tutta una serie di attacchi che rischiavano di togliere al papa il ruolo di guida spirituale dell'europa cristiana. Frequenti erano infatti le richieste di riforma provenienti dall'interno della Chiesa cattolica. La risposta fu la convocazione del Concilio di Trento. Con le espressioni Controriforma e Riforma cattolica gli storici definiscono la reazione cattolica alla Riforma protestante. Con la prima si sottolinea la dura 2

3 opposizione al Protestantesimo, con la seconda si pone l'accento sul rinnovamento della Chiesa. Il Concilio di Trento ( ) riaffermò la dottrina cattolica, il principio del libero arbitrio, il valore di tutti i sacramenti e l'autorità del pontefice. Inoltre stabilì che solo la Chiesa, guidata dal pontefice, può interpretare le Sacre Scritture. La dottrina cattolica venne raccolta nel catechismo romano. Il Concilio riformò l'organizzazione della Chiesa. La moralità del clero venne migliorata, obbligando i vescovi a risiedere nelle proprie diocesi, istituendo seminari per la formazione del clero e riconfermando il divieto di matrimonio per i sacerdoti. Per combattere il protestantesimo venne il Tribunale dell'inquisizione e redatto un indice dei libri proibiti: L'intolleranza religiosa si diffuse, senza distinzione, fra cattolici e protestanti. A Roma, fu bruciato sul rogo il filosofo Giordano Bruno (1600); a Ginevra i calvinisti con dannarono a morte Michele Servito. Infine frutto di intolleranza, fanatismo e superstizione, si diffuse la caccia alle streghe. Le accuse colpirono soprattutto povere donne malate di mente. Occorre a questo punto aprire una parentesi circa la figura di Carlo d'asburgo, re di Spagna e Imperatore dell'impero austriaco. A causa di complicate vicende dinastiche Massimiliano aveva ereditato i Paesi Bassi e l'austria, e nel 1520 riuscì anche a farsi eleggere imperatore dai tedeschi, come Carlo V. Egli divenne così uno dei sovrani più potenti d'europa, insieme al re francese. E proprio con la Francia venne più volte a scontrarsi nei primi decenni del Cinquecento. Ancora una volta teatro dello scontro fu l'italia, che era caduta sotto l'influenza francese dopo la morte di Lorenzo il Magnifico: del 1527 è il sacco di Roma, con papa Clemente VII, sostenitore della cattolica Francia, che vide sconfitto il proprio esercito di mercenari, i lanzichenecchi. Due anni più tardi cadde anche Firenze, e questa fu l'occasione per il ritorno 3

4 in città della famiglia dei Medici, che vi rimarranno fino al 1737: terminava dunque a Firenze qualsiasi esperimento politico di tipo repubblicano. Carlo V riuniva sotto il proprio regno territori vastissimi. Controllava infatti la Spagna e il suo sterminato impero nelle Americhe, i Paesi Bassi e l'austria, mentre in Italia regnava su Napoli, la Sicilia e Milano: non a torto si vantava che sul suo regno non tramontasse mai il sole. Eppure un impero così vasto era anche profondamente fragile e diviso. Carlo V doveva infatti governare paesi e popoli molto diversi fra loro, divisi dalla lingua, dai costumi politici, dalla cultura, soprattutto dopo la riforma protestante, dalla religione, con i conflitti che ne derivavano. Per tenere insieme il suo vastissimo dominio Carlo V fu costretto a continue guerre:contro la Francia, i principi protestanti tedeschi, i Turchi, che minacciavano di espandersi in Europa. A questo fine dovette sacrificare enormi quantità di uomini e mezzi, a carico soprattutto della Spagna e delle ricchezze che la stessa traeva dalle colonie americane. In tal modo, somme gigantesche vennero spese in maniera improduttiva e l economia spagnola ne soffrì molto. Così pure, una parte consistente della popolazione spagnola in età adulta fu costretta ad abbandonare le attività produttive per combattere. Questo enorme sforzo si rivelò più tardi fatale per la Spagna: lo stesso Carlo V si rese conto che il suo sogno di ricostituire l antica unità dell impero, sotto la religione cattolica, era ormai impossibile. Le grandi nazioni europee come la Francia o l Inghilterra non lo avrebbero accettato se non a prezzo di guerre sempre più sanguinose e neppure lo avrebbero voluto gli stati tedeschi protestanti. Altri popoli come gli Olandesi dei Paesi Bassi volevano rendersi indipendenti e in breve ci sarebbero riusciti. Con la Pace di Cateau-Cambrésis, del 1559, finalmente si poneva fine alla 4

5 lunga stagione di guerre sulla penisola italiana. Era la Francia che faceva un passo indietro, cedendo i suoi possedimenti in Italia agli spagnoli. Solo tre stati rimasero indipendenti: il ducato di Savoia, la repubblica di Venezia e lo Stato della Chiesa. In Italia la Spagna aveva quindi sostituito la Francia. Non fu tuttavia nel corso del '500 che il sistema di governo spagnolo trascinò nella crisi gli stati italiani soggetti al suo controllo: in questa fase infatti il controllo della Spagna fu accorto ed efficiente, e tenne conto delle esigenze della popolazione governata. Sarà nel secolo successivo che, per difendere il vasto impero creatosi e per sostenere numerose guerre, gli spagnoli trascineranno nella crisi anche la penisola italiana. Venezia rimaneva così l'unica realtà politica indipendente e capace di conservare una certa autonomia di manovra. Certo la sua influenza nel Mediterraneo era calata notevolmente, sia a causa dell'avanzata dei turchi che per i cambiamenti avvenuti dopo la scoperta delle Americhe, che avevano relegato le regioni che si affacciavano sul bacino mediterraneo ad un ruolo di secondo piano. Il nuovo re spagnolo Filippo II, succeduto a re Carlo, dedicò la potenza e le immense ricchezze del suo paese alla difesa del cattolicesimo e all affermazione della superiorità della Spagna su tutta l Europa. Egli intraprese una lunga guerra contro i Paesi Bassi protestanti. Spinto dal suo fanatismo religioso, cacciò dal paese tutti gli ebrei e i moriscos, che rappresentavano i gruppi sociali più intraprendenti: questa politica mise in però in ginocchio l'economia spagnola. Fu inoltre sotto il regno di Filippo II che la Spagna venne a scontrarsi con un'altra potenza europea, allora in ascesa, e che stava vivendo un momento di grande sviluppo. Si trattava dell'inghilterra di Elisabetta I ( ). Caratteristiche del suo 5

6 regno furono un ampio consenso popolare, una fioritura economica e artistica (si parla infatti di età dell'oro per definire il suo regno) e una ferma opposizione alle due grandi potenze cattoliche del continente, la Francia e la Spagna. Elisabetta aveva superato i conflitti religiosi, sorti anche in Inghilterra dopo la nascita della Chiesa Anglicana, che si era separata da quella Cattolica, eliminando ogni forma di culto ufficiale dal proprio regno. Grazie ad un'accorta politica di tolleranza religiosa, accanto a quello anglicano vennero accettati anche il culto cattolico e puritano. Il 1587 segnò il definitivo passaggio di testimone tra la decadente potenza spagnola e la giovane nazione inglese, in ascesa sotto tutti i punti di vista: la flotta di Elisabetta sconfiggeva infatti l'invincibile Armata e conquistava il dominio sui mari. Le conseguenze economiche di questo avvenimento saranno decisive sia per l'economia inglese che per quella spagnola. In Francia i conflitti religiosi, come in molte altre regioni d'europa, caratterizzarono i rapporti tra sovrano e popolo per tutto il Cinquecento. Re Enrico IV ( ), convertitosi dal calvinismo al cattolicesimo, riuscì a superare tali conflitti emanando l'editto di Nantes, nel 1598, con cui si regolava la condizione degli ugonotti, minoranza religiosa perseguitata per anni: con tale decisione per la prima volta venne garantita in Francia una certa tolleranza religiosa. Il dato di fatto fu in ogni caso che le guerre di religione non tormentarono più il territorio francese. 6