DIOCESI DI CONCORDIA - PORDENONE. Incontri pastorali del Vescovo Giuseppe con le realtà ecclesiali nelle Foranie

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1 DIOCESI DI CONCORDIA - PORDENONE Incontri pastorali del Vescovo Giuseppe con le realtà ecclesiali nelle Foranie 12 1

2 7. ALTRO SU CUI RIFLETTERE E DA PRESENTARE AL VESCOVO Si propongono come base di riflessione previa e di informazione/ discussione con il Vescovo al momento degli incontri questi punti di attenzione. Se è possibile, sarà bene riflettere e prenderli in considerazione tutti. Se per mancanza di tempo o per altre cause si ritenga di riflettere solo su alcuni, si propone che i temi 1 e 3 vengano comunque discussi. Indicazioni di metodo TEMI DA DISCUTERE 1. IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (REGOLE DI BUON FUNZIONAMENTO) 2. PASTORALE INTEGRATA E UNITÀ PASTORALI 3. FORME ED ESPERIENZE DI CORRESPONSABILITÀ 4. LAICI IMPEGNATI NEI VARI AMBITI DELLA VITA CIVILE E DEL TERRITORIO (SERVIZI, PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, POLITICA ECC.) 5. PROPOSTE ECCLESIALI E VITA QUOTIDIANA 6. URGENZE E PRIORITÀ 7. ALTRO SU CUI RIFLETTERE E DA PRESENTARE AL VESCOVO 2 11

3 6. URGENZE E PRIORITÀ (CFR PPD PP ) La vita della Comunità ecclesiale è attraversata da tanti problemi. Ogni problema rappresenta un urgenza; ma non tutti i problemi sono di eguale portata e non tutti possono essere affrontati contemporaneamente, anche perché le risorse a disposizione non sono infinite. Occorre riflettere e capire tra le tante cose da fare quali sono le più importanti affrontando le quali si può riuscire a sistemare in parte anche il resto. IL CONSIGLIO PASTORALE PARROCCHIALE (CFR PPD PP ; 29; 33 34) Non raramente l esperienza degli organismi di partecipazione si presenta in parte poco efficace e talora anche frustrante. I motivi di questo stato di cose sono diversi; vanno capiti e affrontati. Su un aspetto non si può retrocedere: degli organismi di partecipazione non si può fare a meno, se ci si muove in una visione di Chiesa comunione e missione. La riflessione sulle condizioni della loro efficacia è d obbligo. 6.1 Tra le cose importanti e urgenti da fare, è possibile cercare di formulare una graduatoria? 6.2 Se la nostra comunità dovesse scegliere tra le cose urgenti una (e una sola) quale sceglierebbe come la più importante? 6.3 La si può suggerire al Vescovo perché ritenuta fondamentale per tutta la comunità diocesana? 1.1 Partendo dalla nostra esperienza riteniamo che il CPP sia efficiente? Funziona abbastanza, molto bene, ottimamente? - Come si arriva a decidere su quali temi e problemi discutere e operare? - L OdG dei lavori da chi è stabilito? - Il Vice presidente ha un ruolo effettivo (oppure fa tutto il parroco?)? - Esiste un direttivo del CPP che prepara i lavori e ne segue l attuazione? - Il CPP fa una verifica (quando e come) su quello che è stato deciso e programmato? - Si tiene verbale dei lavori del CPP? 1.2 Ci pare che il CPP sia veramente utile e necessario all azione pastorale della nostra comunità, oppure pur nella buona volontà dei partecipanti se ne potrebbe fare tranquillamente a meno? 1.3 Riteniamo che malgrado la buona volontà dei membri - il CPP di fatto si trova davanti a problemi troppo difficili per i quali non è preparato? - Quali sono questi problemi? - Sono stati adeguatamente discussi nel CPP oppure li si conosce senza però veramente affrontarli? - Sono stati pensati e realizzati percorsi di documentazione e approfondimento per mettere il CPP in condizione di meglio valutare le questioni? 10 3

4 1.4 Abbiamo delle proposte da avanzare perché il CPP sia all altezza delle problematiche? - A chi si devono presentare queste proposte? - Nell UP o in Forania potrebbero esserci delle risorse o iniziative in proposito? 5. PROPOSTE ECCLESIALI E VITA QUOTIDIANA (CFR PPD PP ?) Al Convegno di Verona nel 2005 la Chiesa italiana non ha discusso di annuncio/catechesi, liturgia, carità (i tre compiti fondamentali della Chiesa) ma ha centrato l attenzione su 5 ambiti: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la cittadinanza. Perché spostamento di attenzione? Perché se catechesi, liturgia e carità non riescono a dare forma e significato nuovi agli ambiti e ai contesti della vita quotidiana sembreranno cose di devozione senza importanza per la vita concreta. Questo è forse il tema più difficile su cui riflettere. 5.1 Cosa vuol dire vivere da cristiani le cose inerenti ai cinque ambiti (la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità u- mana, la tradizione, la cittadinanza)? 5.2 La fede è un valore aggiunto, una forza in più nell affrontare problemi, situazioni e tempi dei cinque ambiti? 5.3 Nella prassi quotidiana e ordinaria della comunità ecclesiale, chi-come-quanto di fatto intercetta le tematiche, i soggetti e i problemi dei 5 ambiti? - Le famiglie trovano spazio e sostegno nelle proposte pastorali della parrocchia? - Chi soffre sente solidale la comunità? - La crisi economica tocca ormai tutte le nostre famiglie: il tema del lavoro trova spazio di riflessione comunitaria e le situazioni più precarie riscuotono solidarietà permanente? - Il tema della cittadinanza che significa impegno nella politica, nel bene comune, nella giustizia, nei servizi sociali ecc. trova normalmente la comunità attenta e partecipe? 4 9

5 4. LAICI IMPEGNATI NEGLI AMBITI DELLA VITA CIVILE E DEL TERRITORIO (CFR PPD P. 30) Un rilievo non positivo che sempre più viene fatto alla comunità ecclesiale è che spesso non solo i cristiani comuni ma anche quelli molto impegnati nella vita parrocchiale sono testimoni poco visibili e coerenti nel contesto della vita quotidiana. Nel contempo, i cristiani impegnati nella vita pubblica spesso dichiarano di essere e sentirsi isolati, non seguiti e non aiutati dalla comunità credente. L invito che la Chiesa italiana ha ricevuto ad una missionarietà permanente e diffusa domanda una riflessione su questo problema. 4.1 è possibile e utile costruire progressivamente una mappa (di UP? di Forania?) anche se non completa di fedeli impegnati in posti di servizio e di responsabilità nella vita sociale (medici, insegnanti, amministratori pubblici, imprenditori ecc.)? 4.2 I laici impegnati nel sociale e nei servizi quale aiuto possono ottenere dalla e nella comunità credente perché la loro a- zione sia sempre più ispirata ai valori cristiani e sempre più confortata dalla comunità stessa? 4.3 Possono (come? a che livello? per quali interlocutori?) i laici cristiani impegnati nel territorio aiutare la comunità ecclesiale ad una riflessione più articolata e più approfondita sui problemi e sulle cose da fare? 2. PASTORALE INTEGRATA E UNITÀ PASTORALI (CFR PPD PP ) È esperienza consolidata che le singole parrocchie, soprattutto quelle più piccole, non riescono a far fronte da sole ai problemi pastorali sempre più urgenti e complessi. Occorre attuare una pastorale integrata (cfr Volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia, n. 11). Sul tema delle Unità pastorali è opportuna una riflessione. 2.1 L Unità pastorale alla quale appartiene la nostra Parrocchia è un contesto che si presenta coerente o avrebbe bisogno di modifiche (integrazioni, revisione di confini ecc.)? 2.2 Non si danno unità in pastorale, né Unità pastorali, né pastorale integrata se non si lavora per arrivare ad un programma pastorale unitario tra le parrocchie che formano le Unità. Qual è la nostra esperienza in proposito? - Ci sono delle collaborazioni esistenti tra gli operatori pastorali delle Parrocchie? - Ci sono degli obiettivi e delle iniziative condivisi? - Ci sono state e/o sono in atto delle esperienze per una programmazione unitaria nei settori della pastorale? - Soprattutto, i CPP hanno sperimentato e lavorano collegialmente per formalizzare linee unitarie di pastorale che prevedono collaborazioni e condivisione di compiti, obiettivi, risorse? 2.3 L organizzazione della Forania può essere di aiuto al buon funzionamento delle Unità Pastorali? Come? 8 5

6 3. FORME ED ESPERIENZE DI CORRESPONSABILITÀ (CFR PPD PP ; 27; 29 30) È stato ben spiegato nel Piano Pastorale Diocesano che parlare di corresponsabilità non significa solamente pensare alle numerose forme di collaborazione. Corresponsabili, però, non si nasce; si diventa. Nella corresponsabilità si entra per chiamata e per scelta, si cresce praticandola, ci si forma permanentemente per praticarla seriamente. Passare dalla collaborazione alla corresponsabilità è una grande urgenza. 3.1 è possibile elencare ambiti di corresponsabilità già esistenti (in parrocchia e/o nell UP) collegandoli a precise persone ed esperienze già in atto? - Ci sono dei servizi / ministeri che di fatto sono diventati dei piccoli feudi personali sui quali non si arriva a riflettere, collaborare, verificare? 3.4 (come richiede il PPD cfr p. 32) è possibile costruire una mappa - anche se non completa - di quanti, residenti nell Unità pastorale, hanno partecipato a corsi di formazione teologica o pastorale? - Hanno degli incarichi specifici nella pastorale della parrocchia o dell UP? - Ci sono dei settori o problemi nuovi nei quali possono essere impiegati? - Possono essere chiamati a svolgere funzioni di programmazione, formazione e coordinamento? 3.2 Più in generale: dall insieme delle nostre esperienze quale giudizio possiamo dare sui percorsi che portano alle decisioni (e cioè: come si arriva alle scelte?) - Quale partecipazione c è alla formulazione dei problemi su cui discutere e decidere? - Come si arriva a decidere? La riflessione, la discussione è ordinata, serena? - Ci si dà in partenza dei criteri per capire quando e come la riflessione può bastare ed è sufficiente? - Qual è il clima che nell affrontare i problemi di solito si vive: di contrapposizione? di confronto serio? di responsabilità? 3.3 I compiti, servizi e ministeri sono riconosciuti e rispettati da una parte, gestiti in termini di vera corresponsabilità dall altra? - C è (o c è stata) una seria riflessione a partire dai problemi e dai bisogni per stabilire quali servizi e ministeri privilegiare e perché? - Quanto in riferimento a compiti / servizi / ministeri- il CPP è coinvolto e responsabilizzato sia circa il mandato che sul versante della verifica? 6 7