La vita sociale La difesa del territorio. divisione dei compiti riproduttivo. spostamenti di massa preda-predatore mimetismo innato

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1 gerarchia di gruppo alimentare La vita sociale La difesa del territorio divisione dei compiti riproduttivo spostamenti di massa preda-predatore mimetismo innato Il comportamento La ricerca di cibo e la competizione fuga per abitudine comportamento antipredatorio appreso lotta di gruppo per esperienza e memoria ETOLOGIA per imitazione vigilanza segnali acustici per intuito corteggiamento Le strategie riproduttive segnali visivi monogamia Il linguaggio selezione sessuale segnali chimici poligamia segnali di movimento allevamento Le cure parentali difesa imprinting

2 L'etologia L'etologia, cioè la scienza che studia il comportamento degli animali (la parola etologia deriva dal greco èthos, che significa costume, consuetudine, e logos, che significa studio ), è invece relativamente moderna: infatti soltanto a partire dall'ottocento, con le riflessioni d Darwin, si cominciò a osservare gli animali per studio e non soltanto a scopo di caccia o di allevamento. L'etologia ebbe il suo maggior sviluppo ne Novecento, grazie agli studi dell'austriaco Konrad Lorenz, considerato il fondatore di questa disciplina, insieme a Nikolas Tinbergen e Karl von Frisch, famosi etologi, insigniti con Lorenz del premio nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973 per i loro studi sul comportamento animale. A sinistra Karl von Frisch. In alto Konrad Lorenz (con la barba) e Nikolas Tinbergen.

3 Il comportamento Per comportamento si intende l'insieme di tutte le attività che un animale compie in risposta a uno stimolo interno, cioè derivante dal proprio corpo, o esterno, cioè derivante dall'ambiente. Il comportamento può essere innato o appreso. Il comportamento innato Alcuni comportamenti sono dettati dall'istinto, una spinta interiore ereditaria presente dalla nascita, che fa sì, per esempio, che tutti i cuccioli di mammifero siano in grado di succhiare il latte materno immediatamente dopo la nascita. Un comportamento innato è costituito da un insieme di azioni utili per la sopravvivenza, che ogni individuo sa compiere fin dalla nascita, senza averlo imparato da nessuno. Sono comportamenti scritti nel DNA di ogni individuo che vengono trasmessi geneticamente da una generazione all'altra. Gli esempi di comportamenti innati sono molti: il pulcino che becca il guscio per uscire dall'uovo, il ragno che tesse la tela, gli uccelli che costruiscono il nido, le tartarughe che, appena nate, si muovono verso il mare.

4 Il comportamento appreso I comportamenti appresi sono determinati dall'apprendimento che modifica il comportamento degli animali facendolo diventare più vantaggioso per la sopravvivenza. L'apprendimento può avvenire in modi diversi; i più comuni sono: per abitudine, per esperienza e memoria, per imitazione e per intuito. La teoria dell' imprinting, sviluppata dall'etologo austriaco Konrad Lorenz, è una particolare forma di apprendimento molto precoce. Apprendimento per abitudine I piccoli di gabbiano, qualunque sia l'oggetto o l'animale che passa sopra di loro, istintivamente si acquattano per nascondersi nel nido. Con il tempo, però, abituandosi a riconoscere oggetti innocui come le foglie e i passerotti, rimarranno indifferenti al loro apparire, mentre continueranno a nascondersi all'avvicinarsi di sagome sconosciute che potrebbero appartenere a predatori. I giovani animali (i leoni per esempio) attraverso il gioco si esercitano e sviluppano abilità quali la corsa, la difesa, l attacco e la lotta.

5 Apprendimento per esperienza e memoria Gli addestratori sanno che alcuni animali, come cani, uccelli, felini, scimmie, cetacei e delfini apprendono certi comportamenti con l'esperienza e aiutano la memoria con rinforzi positivi, cioè con premi di cibo e talvolta, purtroppo, con rinforzi negativi, cioè con castighi. I giovani puledri appena nati imparano, dove si trovano le mammelle della madre per prove ed errori Apprendimento per imitazione Una forma di apprendimento per imitazione è quella che fu osservata in Inghilterra da parte delle cincie (uccelli simili ai passeri). Una cincia imparò, probabilmente in modo casuale, a rompere il coperchio di alluminio e a bere dalle bottiglie di latte che venivano consegnate a domicilio e lasciate fuori dalle porte dai lattai. In poco tempo tutte le cincie d'inghilterra imitarono tale comportamento: si dovettero sostituire i tappi di alluminio con quelli di plastica! Apprendimento per intuito Gli animali superiori come le scimmie sono in grado di utilizzare le risorse dell'ambiente per risolvere un problema in modo nuovo. Per esempio, in una stanza dove ci sono delle cassette e del cibo posto in alto, una scimmia è in grado di accatastare le cassette perché intuisce che è un modo per raggiungere il cibo. In questo modo ha appreso per intuito, usando una forma di ragionamento.

6 L'imprinting

7 Il linguaggio Gli animali comunicano tra loro nei modi più vari e fantasiosi, scambiandosi informazioni riguardanti il sesso ( sono un maschio o una femmina ), e le situazioni di pericolo ( allarme: c'è un pericolo in vista ), la loro presenza ( sono qui ), il loro atteggiamento ( attendo quello che fai, ho paura, mi arrendo ), la loro dominanza sul territorio ( difendo il mio territorio ) e la disponibilità all'accoppiamento ( sto cercando un maschio o una femmina ). Per esempio i tacchini maschi si gonfiano durante il corteggiamento. Nelle specie che sviluppano un comportamento sociale, poi, la comunicazione è essenziale per mantenere i ruoli e la gerarchia all'interno del gruppo: nella lotta tra lupi, il vinto si sottomette buttandosi con la schiena a terra. Nel corso dell'evoluzione si sono sviluppate moltissime forme di comunicazione animale, determinate dalla caratteristica della specie, ma anche dalle condizioni ambientali in cui gli animali vivono, utilizzando segnali acustici, visivi, chimici, di movimento.

8 Segnali acustici Segnali visivi Gli uccelli che vivono nella vegetazione fitta non possono vedersi neppure a breve distanza: hanno quindi sviluppato un'enorme varietà di segnali acustici, che permettono loro di distinguersi e riconoscersi. I cetacei utilizzano per la loro comunicazione un linguaggio fatto di fischi. Ognuno di essi emette un proprio segnale di riconoscimento, il fischio firma, che utilizzerà per tutte le comunicazioni con i suoi compagni. Alcuni animali utilizzano il colore del corpo come segnale di avvertimento: sono dei particolari gasteropodi marini, privi di conchiglia, i nudibranchi. La loro strategia di sopravvivenza è disgustare i predatori e farsi riconoscere. I loro corpi, infatti, contengono sostanze repellenti, perciò se un predatore mangia un nudibranco si ricorderà per sempre della brutta esperienza e la assocerà all'aspetto vistoso di questi animali Le lucciole, durante la notte, comunicano con un codice fatto di segnali luminosi, che permettono loro di distinguersi e riconoscersi al momento della riproduzione.

9 Segnali chimici Tra gli animali esiste anche il linguaggio chimico che è basato sull'emissione di sostanze odorose chiamate feromoni. Tali sono prodotte da maschi di molte specie per delimitare i confini del proprio territorio, cioè l'area entro la quale non sono tollerate intrusioni da parte di altri maschi della stessa specie che, avvertendo il segnale, si tengono lontani per evitare scontri diretti. I ferormoni in questo caso sono un chiaro messaggio: alto là, non entrare! Movimenti del corpo Quando un'ape esploratrice rientra nell'alveare segnala alle compagne dove si trovano i fiori pieni di nettare e polline con una serie di movimenti che ricordano una danza; le api operaie che ricevono il messaggio dell'esploratrice a loro volta lo comunicano alle compagne. I movimenti fatte dalle api (danza delle api) indicano la distanza dei fiori (vicino o lontano) rispetto all'alveare, e la direzione da prendere per raggiungerli. Questo tipo di comunicazione simbolica, da noi comunemente usata, è un caso quasi unico tra gli animali.

10 La vita sociale Alcuni animali preferiscono vivere in gruppo per periodi più o meno lunghi perché è vantaggioso per la sopravvivenza. I gruppi possono essere composti da un grandissimo numero di individui, come nel caso dei pinguini, o da pochi nuclei familiari, come accade nei branchi di elefanti o di lupi. La gerarchia di gruppo Quando si forma il gruppo, o durante i periodo riproduttivo, gli individui entrano in competizione per il cibo, la ricerca del partner, il posto per riposare. Con questi duelli si stabilisce una gerarchia: ogni animale ha un rango, cioè una posizione in ordine di importanza che è riconosciuta da tutti i membri del gruppo. Chi vince tutti i duelli è il capobranco. Di solito è un maschio, ma nei gruppo formati da femmine con i cuccioli, come negli elefanti, è una femmina anziana. Il capo riconosciuto assume sia diritti che doveri: è quello che mangia per primo, che sceglie le migliori sistemazioni e le femmine per l'accoppiamento ma che, avendo dimostrato di essere il più forte, avrà il compito di guidare e proteggere il gruppo, di affrontare per primo i predatori e difendere il territorio dai gruppi rivali.

11 La condivisione dei compiti

12 Le cure parentali Per cure parentali si intendono i comportamenti di allevamento e difesa dai predatori che i genitori rivolgono ai figli. Generalmente nei pesci, negli anfibi e nei rettili, le cure parentali sono minime: la riproduzione si limita alla fecondazione delle femmine che depongono e abbandonano le uova in acqua o sulla terraferma, in luoghi riparati, o partoriscono piccoli di cui in genere non si occupano. Gli uccelli generalmente covano le uova per un determinato tempo che assicura la protezione dal freddo e dai predatori. I piccoli alla nascita rimangono per un certo periodo nel nido e sono completamente dipendenti dai genitori per l'alimentazione e la difesa dai predatori. I nidiacei hanno dei comportamenti innati che li aiutano a sopravvivere, come aprire il becco per essere imboccati o nascondersi alla presenza di eventuali predatori. Nei mammiferi le uova si sviluppano all'interno del corpo della madre e l'allattamento consente di avere a disposizione un alimento sostanzioso sempre disponibile. Questi due adattamenti sono una grande novità che, limitando la predazione e migliorando la nutrizione, ha consentito il maggiore successo riproduttivo e quindi lo sviluppo e la diffusione dei mammiferi. I cuccioli di un gattino rimangono con la madre pochi mesi, mentre i piccoli delle scimmie rimangono con la madre anche due anni. I delfini instaurano una relazione molto stretta con la madre, che allatta il piccolo fino a tre anni, anche se già a 18 mesi è in grado di procurarsi il cibo da solo.

13 La competizione

14 Il corteggiamento In molte specie il maschio corteggia la femmina mettendo in atto una serie di comportamenti rituali, compiuti quasi nello stesso modo da tutti gli individui della stessa specie per convincere la femmina ad accoppiarsi. Fra gli uccelli, per esempio, gli uccelli tessitori costruiscono nidi piuttosto elaborati per attrarre la femmina, che sceglierà il maschio capace di costruire il nido migliore. In altri casi il corteggiamento si manifesta con offerte di cibo e la femmina sceglierà il maschio che le offre il cibo migliore o più abbondante. Altre forme di corteggiamento sono costituite da elaborati ornamenti o da vere e proprie esibizioni dei maschi. Il piumaggio colorato degli uccelli del paradiso, certi canti elaborati di uccelli, rospi o grilli, le parate dei galli cedroni e dei pavoni sono tutti comportamenti che mirano ad attirare la femmina nella scelta del partner con cui accoppiarsi.

15 La selezione sessuale Per selezione sessuale si intende la scelta del più adatto. Essa è determinata da due fattori: la competizione tra maschi rivali per l'accoppiamento; la scelta del compagno da parte della femmina. Gli individui maschi che presentano più evidenti certi caratteri, per esempio corna più robuste o penne più colorate, sono quelli che riescono a riprodursi con maggior successo, perché primeggiano nei combattimenti o sono scelti più frequentemente dalle femmine; così riescono a trasmettere ai discendenti i loro caratteri. In questo modo le specie si sono evolute, presentando sempre più spesso i caratteri selezionati da maschi e femmine. Ma perché la femmina sceglie il maschio in base alla capacità di costruire un nido o di procurare il cibo? Secondo alcuni studiosi i colori del piumaggio o certe esibizioni indicherebbero la buona salute dei maschi e quindi una buona qualità genetica in grado di assicurare una progenie sana e robusta. La competizione tra maschi può sfociare in veri e propri combattimenti. Spesso le lotte tra maschi per la conquista di una femmina sono cruente, come dimaostrano i danni riportati da maschi di molti mammiferi (gatti, leoni di mare, ungulati), uccelli ma anche invertebrati come coleotteri, ragni, granchi e libellule. Altre volte non si arriva allo scontro vero e proprio, ma i maschi fanno sfoggio dei propri attributi per scoraggiare gli avversari e diventare dominanti. Questo è il caso del cervo europeo che esibisce le corna e dimostra la propria forza emettendo lunghi bramiti.

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