7. Tratto pedemontano

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1 7. Tratto pedemontano 7.1 Ambiente Caratteristiche generali Figura 14 Cardè Carignano e Casalgrasso Il tratto pedemontano si estende per circa 61 km dalla confluenza del Rio Torto alla confluenza del Torrente Chisola, all ingresso nella città di Torino. Il percorso del Po in questo tratto è profondamente diverso nel suo primo segmento, fino alla confluenza del Pellice, dove il Po mostra una morfologia monocursale sinuosa, dal suo secondo segmento. Dalla confluenza del Pellice il fiume scorre in direzione Nord, verso la collina di Torino, con i contributi, poco rilevanti, dei bacini tributari del Banna e del Chisola. Qui la pendenza dell alveo si aggira intorno allo,7 % a Polonghera e poi ancora a valori inferiori (intorno allo,5 % ed anche meno) da Carmagnola, attraverso Carignano, fino a Moncalieri (Pascale et al., 25). Questo tratto è di fatto quello che presenta la minore pendenza rispetto a tutto il percorso nel territorio provinciale. Qui il Po assume una morfologia monocursale spiccatamente meandriforme. A partire dall abitato di Cardè il paesaggio assume caratteristiche tipiche di pianura ed è dominato dalla presenza di attività agricole. Il regime idrologico naturale in questo tratto è nivopluviale fino a Cardè (CN), poi l ulteriore riduzione in estensione delle fasce altitudinali più elevate e l aumento di quelle più basse determina lo stabilirsi di un regime di tipo pluviale, sull andamento del quale sono cioè determinanti le piogge. Il regime del Fiume Po a Cardè presenta un massimo principale in giugno, mentre ancora in luglio le portate rimangono piuttosto consistenti. La collocazione del massimo secondario (autunno) e dei minimi (inverno ed estate) ricorda quella del Po a valle. Le elevate portate alla fine della primavera. G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 3 di 143

2 ed all inizio dell estate sono da attribuire allo scioglimento delle nevi nella parte alta del bacino ed alle abbondanti piogge del periodo. Poco più a valle, però, il regime del fiume varia di nuovo, per effetto dell apporto dei bacini di monte del Varaita e del Maira. Per l influenza delle nevi, oltre che delle piogge, tale regime può essere classificato come nivopluviale. Già a Moncalieri, però il regime idrologico del fiume cambia definitivamente, divenendo a tutti gli effetti di tipi pluviale. Esso è caratterizzato da un massimo principale in primavera (maggio), un massimo secondario in autunno (novembre), da un minimo principale in estate (agosto) e da un minimo secondario in inverno (febbraio). La distribuzione di tali massimi e minimi nell anno è simile a quella delle precipitazioni tipica di un po tutto il Piemonte. Le portate del Po nella bassa pianura sono una risposta abbastanza diretta delle piogge. 7.2 Fauna Ittica Comunità ittica potenziale Per questo tratto la definizione di pedemontano è stata frutto di una convinzione piuttosto che della reale potenzialità produttive del macrotratto in quanto il cambiamento repentino del Fiume Po da ambiente torrentizio ad ambiente di pianura determina caratteristiche intermedie tipiche di un corso d acqua di fondovalle e di un corso d acqua di alta Pianura. La vocazione ittica è mista a salmonidi e ciprinidi reofili. La comunità ittica potenziale risulta numerosa (16 specie) e si compone di specie reofile tipiche dell ambiente pedemontano, come temolo, trota marmorata e barbo canino, specie reofile tipiche dell alta pianura, come la lasca e il pigo, e anche specie euritopiche come il cavedano e il barbo. Nel tratto pedemontano compare una specie migratrice, l anguilla. Tabella 13 Comunità ittica potenziale del tratto pedemontano Comunità ittica attuale Quadro conoscitivo sulla base dei censimenti ittici La campagna di censimenti ittici ha interessato il tratto pedemontano in cinque stazioni, poste, da monte verso valle rispettivamente a Cardè, Villafranca, Casalgrasso, Carignano e Torino. Tutte le stazioni sono state indagate tra l aprile e il luglio 27. In tutti i casi i campionamenti sono stati condotti con elettropesca manovrata da barca o da riva, concentrando soprattutto l azione di campionamento lungo le fasce litorali. I risultati dei campionamenti, da monte a valle, hanno consentito di individuare specie di interesse faunistico quali la trota marmorata e lo scazzone, per il quale peraltro è stata riscontrata nella stazione di Cardè una popolazione numericamente significativa e ben strutturata in classi di taglia. La popolazione di trota marmorata è numericamente piuttosto scarsa, un po ovunque nel tratto; solo a Villafranca è stato campionato un numero significativo di soggetti, tutti però di classe adulta. Inoltre, in tutte le stazioni è stata riscontrata la presenza della forma ibrida della marmorata con la trota fario. Quest ultima effettivamente è presente in quasi tutto il tratto, seppure in maniera frammentaria e con una popolazione piuttosto scarsa. Anche nella stazione più di monte, a Cardè, ne sono stati rinvenuti un numero più consistente di soggetti ma con una struttura demografica sensibilmente squilibrata. Altro Salmonide presente nel tratto è il temolo. La sua presenza è stata però riscontrata unicamente nella stazione di Villafranca Piemonte, peraltro con un numero contenuto di soggetti che non ha permesso di valutare la struttura demografica della popolazione. È da notare che questo è l unico sito in cui è stata riscontrata la presenza del temolo su tutto il Po nella campagna di monitoraggio compiuta nel Tra le specie di particolare interesse faunistico si segnala anche la presenza di una popolazione esigua ma distribuita su buona parte del tratto, di lampreda padana. Specie ordinaria / straordinaria Specie (nome comune) Specie (nome scientifico) Famiglia Origine Specie ordinaria barbo canino Barbus meridionalis caninus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria cobite mascherato Sabanejewia larvata Cobitidae autoctono Specie ordinaria sanguinerola Phoxinus phoxinus Cyprinidae autoctono Specie ordinaria scazzone Cottus gobio Cottidae autoctono Specie ordinaria temolo Thymallus thymallus Salmonidae autoctono Specie ordinaria trota marmorata* Salmo (trutta) marmoratus Salmonidae autoctono Specie ordinaria vairone Leuciscus souffia muticellus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria anguilla Anguilla anguilla Anguillidae autoctono Specie straordinaria barbo comune Barbus plebejus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria cavedano Leuciscus cephalus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria cobite comune Cobitis taenia bilineata Cobitidae autoctono Specie straordinaria ghiozzo padano Padogobius martensii Gobiidae autoctono Specie straordinaria lampreda padana Lampetra zanandreai Petromyzontidae autoctono Specie straordinaria lasca Chondrostoma genei Cyprinidae autoctono Specie straordinaria pigo Rutilus pigus Cyprinidae autoctono Specie straordinaria savetta Chondrostoma soetta Cyprinidae autoctono * compresa la sua forma ibrida Figura 15 autoctoni - altre specie 3% Frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 27). esotici - specie esotiche 9% autoctoni - specie ordinarie 28% autoctoni - specie straordinarie 33% Altre famiglie 2% Anguillidae 2% Petromyzont idae 2% Cyprinidae 48% Cottidae 3% Percidae 5% Salmonidae 2% G.R.A.I.A. 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3 Figura Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato) per la comunità a specie autoctone e a specie esotiche, per ciascuna stazione (campagna 27). autoctoni esotici Tabella 14 Abbondanza numerica stimata delle singole specie ittiche rinvenute nei censimenti (campagna 27) nelle diverse stazioni (in ordine monte-valle). autoctoni specie ordinarie specie straordinarie altre specie esotici specie esotiche Somma delle abbondanza stimate Distanza dalle sorgenti (km) ID Stazione Comune (Prov) sanguinerola scazzone temolo trota ibrida fario x marmorata trota marmorata vairone anguilla barbo comune cavedano cobite comune ghiozzo padano lampreda padana Lasca savetta carpa gobione luccio pesce persico tinca triotto trota fario carassio persico sole persico trota pseudorasbora Cardè (CN) Cardè (CN) Villafranca Piemonte (TO) Casalgrasso (CN) Carignano (TO) Torino ,6 53, ,7 Comune (Prov) ID stazione distanza dalle sorgenti (km) Anche le altre specie ittiche riconducibili alla comunità ittica potenziale del tratto sono riscontrate con popolazioni numericamente scarse e distribuzione alquanto frammentaria. Fa eccezione il vairone, rinvenuto con buone consistenze un po ovunque, soprattutto a Cardè e a Casalgrasso. Savetta e lasca sono entrambe sporadiche e la loro presenza è stata riscontrata unicamente a Carignano la prima e Casalgrasso la seconda. Anche l anguilla è risultata presente, unicamente nella stazione più di valle, peraltro a valle dello sbarramento di La Loggia e con solo un esemplare. Nel complesso, dai dati a disposizione sullo stato attuale della fauna ittica nativa del tratto pedemontano, risulta che 13 delle 16 specie della comunità di riferimento per il tratto sono tuttora presenti. Per la gran parte di esse però i dati mostrano segni evidenti di grave crisi demografica. Per le specie barbo canino, cobite mascherato e pigo, invece, non è stato possibile confermare l attuale presenza nel tratto. Nel confronto con i dati pregressi relativi ai censimenti compiuti nelle campagne 24 e 1992 dalla Regione Piemonte, si evidenzia una presenza stabile, per quanto scarsa in termini quantitativi della gran parte delle specie native e la scomparsa del barbo canino e del pigo, assenti nei campioni ittici fin dal Villafranca Piemonte (TO) Casalgrasso (CN) Carignano (TO) Torino Tabella 15 anno barbo canino cobite mascherato Confronto dei dati dei censimenti ittici compiuti nel 27, relativi alla consistenza delle popolazioni (indice di abbondanza di Moyle modificato), con i dati pregressi disponibili (rif. Paragrafo Fonti dei Dati ). Un valore di abbondanza pari a 2 per i campioni del 1992 non ha alcun significato quantitativo, ma rappresenta esclusivamente il dato di presenza della specie riportato dalla Fonte. autoctoni esotici specie ordinarie specie straordinarie altre specie specie esotiche sanguinerola scazzone temolo trota ibrida fario x marmorata trota marmorata vairone anguilla barbo comune cavedano cobite comune Ghiozzo padano lampreda padana Lasca pigo savetta alborella carpa gobione luccio pesce persico scardola tinca triotto trota fario carassio persico sole persico trota pesce gatto pseudorasbora trota iridea Accanto alle specie della comunità di riferimento, si riscontra nel tratto anche la presenza di altre specie autoctone. Esse sono: carpa, gobione, luccio, pesce persico, tinca e triotto. La presenza di G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 32 di 143

4 tali specie nel tratto pedemontano può essere ricondotta ai più svariati motivi: essa può essere spiegata in alcuni casi dal fatto che in passato esse frequentavano anche solo occasionalmente il tratto, spostandosi da valle, e poi con l interposizione degli sbarramenti fissi a valle sono rimaste bloccate in questo tratto, dove al contempo hanno trovato un habitat fluviale reso loro ancor più congeniale dalle alterazioni fluviali, con il fenomeno della lacustrizzazione e del riscaldamento della temperatura dell acqua, conseguenti alla formazione di aree di ristagno; in altri casi la presenza di specie più prettamente limnofile potrebbe più verosimilmente essere l esito di introduzioni compiute in maniera più o meno sistematica per iniziativa privata o altro (non si hanno informazioni in merito), favorite da quegli stessi fenomeni di lacustrizzazione e riscaldamento dell acqua Segnalazioni dal mondo della pesca In questo tratto è segnalata dai pescatori una presenza continuativa del temolo nel tratto di Villafranca. Dai pescatori proviene anche la segnalazione della presenza consistente dei cormorani. Non sono però forniti ulteriori dettagli sulla frequenza delle osservazioni e sulla diffusione spaziale del fenomeno. Figura 17 No of obs barbo caved gobion lampre sangu scardo scazzo trota fa trota ib vairone temolo trota ma cobite c ghiozzo lasca luccio <= (;1] (1;2] Distribuzione in gruppi di taglia (lunghezza totale) dei campioni delle diverse specie raccolti per le stazioni di censimento (campagna 27). (2;3] (3;4] (4;5] Cardè (CN) (5;6] (6;7] > 7 <= (;1] (1;2] (2;3] (3;4] (4;5] (5;6] (6;7] Villafranca Piemonte (TO > 7 <= (;1] (1;2] (2;3] (3;4] Casalgrasso (CN) Lunghezza totale (mm) (4;5] (5;6] (6;7] > 7 <= (;1] (1;2] (2;3] (3;4] (4;5] (5;6] Carignano (TO) (6;7] > 7 <= (;1] (1;2] (2;3] (3;4] Torino (4;5] (5;6] (6;7] > 7 G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 33 di 143

5 7.3 Tratto terminale del Torrente Pellice Caratteristiche generali del tratto Il Torrente Pellice ha origine dalle falde del Monte Granero (2.387 m s.l.m.) ed entra nel fondovalle a Villanova, dove prende direzione ovest-est fino alla confluenza nel Fiume Po, in prossimità dell'abitato di Faule. L alta val Pellice presenta caratteristiche intermedie tra bacini pedemontani e bacini interni. Nel bacino idrografico le precipitazioni medie variano da 8 mm/anno in pianura a poco oltre 14 mm/anno. 7.4 Pressioni e impatti sulla fauna ittica Alterazioni ambientali Figura Briglia di Casalgrasso (a sinistra) e Diga di La Loggia (a destra). La stazione di campionamento è posta nel comune di Villafranca Piemonte (TO) a circa un chilometro dalla confluenza con il Po. Il territorio circostante è esclusivamente agricolo, con fasce coltivate che si estendono fino a poche decine di metri dal fiume. La fascia riparia è pertanto limitata in ampiezza e si presenta discontinua, costituita prevalentemente da radi salici e vegetazione arbustiva. Sia la sponda destra che la sinistra presentano tratti con riva verticale in erosione. Brevi riffle separano run veloci e con profondità media superiore al metro. Il substrato è equamente suddiviso in ghiaia e sabbia. Run profondi e ceppaie rappresentano le zone maggiormente idonee ad essere colonizzate dalla fauna ittica. Nel tratto terminale del Pellice, compreso quello ricadente in questa stazione, sono state osservate, nel 26, numerose freghe di trota marmorata Fauna ittica Il tratto in questione è stato censito sia nel mese di aprile sia in quello di settembre. Questa doppia indagine è risultata indispensabile viste le portate del fiume nella campagna primaverile che hanno impedito un corretto svolgimento dell attività di pesca. Entrambi i campionamenti sono stati effettuati tramite elettropesca, risalendo il corso d acqua indagando tutta la superficie disponibile nella stazione, avendo cura di insistere maggiormente nelle zone di rifugio. Il censimento primaverile ha portato alla cattura di 8 specie che, ad eccezione della sanguinerola, sono state tutte ricatturate nel mese di settembre. Sulla base dei dati dei due censimenti, la fauna ittica risulta complessivamente composta da 13 specie. Da evidenziare nel campionamento di settembre la presenza di un buon numero di esemplari di temolo di classe +, la presenza della marmorata, dello scazzone e del barbo canino. Il Pellice dimostra di essere un ottimo serbatoio di biodiversità del Po nel tratto pedemontano in quanto esso ospita tutte le specie di maggiore interesse faunistico per il fiume. Il barbo canino, lo scazzone e la trota marmorata risultano presenti con popolazioni consistenti. Il tratto pedemontano costituisce dal punto di vista ittiofaunistico un macro-ambito fluviale di grande interesse, per la quantità di endemismi e di specie ad elevata selettività ambientale che lo popolano e, soprattutto, lo potrebbero popolare nelle migliori condizioni ecologiche raggiungibili. Risulta particolarmente in buono stato di naturalità il segmento fluviale compreso tra la confluenza del Pellice e Carmagnola. Anche questo tratto è però gravato da diverse pressioni di matrice antropica che alterano l habitat fluviale provocando un inevitabile impatto sui pesci, ed è significativo in tale senso fare notare che l andamento longitudinale della consistenza e della diversità del popolamento ittico riflette la realtà delle pressioni che agiscono sull ambiente fluviale e indirettamente sulla fauna ittica. In particolare si segnalano le seguenti situazioni: Prelievi idrici. 1. Tratto di sofferenza idrica dal limite superiore del tratto alla confluenza del Pellice. Nella porzione di monte, posta a valle di Saluzzo, fino alla confluenza del Torrente Pellice, il fiume stenta a riacquistare portate decorose. In questo tratto esso risente ancora fortemente del prelievo ingente prodotto dalla centrale idroelettrica di Paesana, ricevendo solo piccoli apporti da tributari minori e da qualche risorgenza, e solo con il contributo significativo del Pellice riacquista una portata accettabile. A Villafranca dunque le condizioni del fiume migliorano sensibilmente. Ne è una prova tangibile il fatto che in questa stazione e nel Pellice sono state trovate le condizioni migliori di biodiversità ittica, per la presenza di specie oggi molto rare nel Po, come il temolo, la trota marmorata e il barbo canino. 2. Diga di La Loggia. La diga di La Loggia costituisce un grande fattore di pressione sulla fauna ittica, per via dei suoi numerosi impatti. Innanzitutto essa, con il suo sbarramento fisso costituisce un punto di frammentazione della continuità del corso d acqua, essendo del tutto priva di passaggio artificiale per i pesci (per il quale comunque esiste un progetto a cura G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 34 di 143

6 dell AEM, azienda idroelettrica concessionaria). Lo stesso sbarramento provoca tanto a valle quanto a monte della diga un effetto di lacustrizzazione, realizzato a monte per effetto dell invaso della diga, e a valle per il fatto che gran parte dell acqua del Po viene qui derivata, per essere poi restituita al fiume solo a Moncalieri, presso la confluenza del Chisola. L effetto della lacustrizzazione è evidente anche osservando la composizione specifica della fauna ittica rinvenuta sia subito a valle dello sbarramento sia anche nel tratto a monte della diga, dove gli effetti di invaso si risentono quantomeno fino a Carignano, con numerose specie prettamente limnofile. La presenza, per quanto sporadica della trota marmorata sia a monte sia a valle dell invaso, fa comunque da monito, perché non sia dimenticata la vocazione potenziale di questo tratto. Discontinuità fluviale. In questo tratto sono presenti due punti di discontinuità fluviale: La briglia di Casalgrasso, parzialmente percorribile in condizioni di morbida, probabilmente non da tutte le specie ittiche, in particolare i piccoli Ciprinidi probabilmente non riescono comunque a superarla; La diga di La Loggia, assolutamente non percorribile dai pesci Alterazione morfologica. In questo tratto sono ancora discontinui e limitati a brevi tratti gli interventi di arginatura del fiume, mentre sono significative le opere di difesa spondale, erette prevalentemente a controllo dell assetto meandriforme dell alveo. In particolare queste opere divengono frequenti a valle della confluenza del Varaita Alterazioni faunistiche Riguardo a questo aspetto, come già evidenziato nel paragrafo di descrizione dei risultati della campagna di censimento ittico, in questo tratto si assiste alla presenza di numerose specie ittiche autoctone per il Fiume Po la cui presenza qui è ricondotta a fenomeni, anche di diversa origine, naturale o antropica, comunque favoriti da una serie di concause, che di nuovo hanno come sfondo l antropizzazione dell ambiente naturale e l alterazione dell habitat fluviale. La presenza dei cormorani è segnalata dai pescatori e di fatto costituisce un elemento non solo di danno ma anche di disturbo importante per la fauna ittica, obbligata a cercare riparo dall avifauna ittiofaga. 7.5 Indicazioni gestionali base di modelli che utilizzino le curve di preferenza per le specie ittiche tipo-specifiche del tratto (trota marmorata e temolo), in particolare si rinnova l invito a considerare la trasferibilità delle curve di preferenza fornite in un allegato a questo lavoro; in quest ambito è anche auspicata una più puntuale razionalizzazione dei prelievi ai fini irrigui, che devono essere commisurati alle effettive necessità di coltivazione e devono evitare il più possibile gli sprechi. 2. Per quanto concerne la Diga di La Loggia, la stessa Autorità di Bacino del Fiume Po (Deliberazione n 7/22) ha proposto il valore di DMV = 1 m 3 /s, valore che dovrà essere garantito a partire dal 31/12/28, secondo quanto stabilito dal PTA della Regione Piemonte. Questo valore potrebbe costituire un ragionevole compromesso tra l esigenza di sfruttamento della risorsa idrica e la necessità di consentire al fiume di mantenere capacità di riacquistare parte delle proprie capacità auto depurative. Ai fini della tutela della fauna ittica tale valore costituisce di certo un primo passo in un ottica di ripristino, i cui effetti potranno comunque essere valutati solo con il monitoraggio su questa componente biologica una volta che il rilascio sarà adeguato al valore fissato. D altro canto, pur aspirando alla migliore condizioni realizzabile, si condivide l approccio di sussidiarietà e di gradualità enunciati dalla stessa AdbPo nell avanzare la propria proposta di DMV. Frammentazione fluviale. Un altro intervento prioritario, ai fini del riequilibrio della comunità ittica, anche in supporto alla fauna del tratto contiguo di valle (sebbene anch esso gravato da altri sbarramenti invalicabili) è la realizzazione di un passaggio artificiale per pesci in corrispondenza della stessa diga di La Loggia. Qui le caratteristiche costruttive della diga suggeriscono la realizzazione di una passaggio a bacini successivi, che potrebbe essere ubicato in sponda sinistra orografica, eventualmente con imbocco di monte nel canale di presa. Più a monte, la briglia di Casalgrasso risulta parzialmente valicabile, costituendo un punto di frammentazione in periodi di magra del fiume. Qui, per rendere percorribile il tratto in maniera continuativa, sarebbe utile costruire una piccola rampa in pietrame in corrispondenza della briglia, nel punto di flusso preferenziale dell acqua, cioè quello di maggior richiamo per i pesci. Arginature e difesa idraulica. In generale, nella realizzazione o manutenzione di opere di difesa idraulica, si dovrà perseguire l obiettivo della massima naturalità dell habitat attraverso l impiego, per gli interventi, delle tecniche di ingegneria naturalistica e dei metodi della riqualificazione fluviale. Le indicazioni gestionali sono improntate anche in questo caso al riequilibrio dell ecosistema fluviale ed al ripristino delle sue migliori condizioni di naturalità, in quanto è riconosciuto il valore prioritario rivestito dalla qualità ambientale per la biodiversità dell ittiofauna. Si sottolinea che questo particolare macro-tratto riveste un importanza notevole per il valore di biodiversità dell intero Fiume Po, in quanto esso anche attualmente ospita specie ittiche di notevole pregio presenti qui in via esclusiva o quasi. Prelievi idrici. Per quanto riguarda lo stato di sofferenza idrica riscontrato in questo tratto, si suggeriscono le seguenti vie di intervento: 1. Per il tratto di monte, dove il Po risente ancora della sottrazione d acqua compiuta dalla centrale idroelettrica di Paesana si ribadisce la necessità di una valutazione del DMV sulla G.R.A.I.A. Srl Gestione e Ricerca Ambientale Ittica Acque Pagina 35 di 143

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