SCHEDE INFORMATIVE SUI LUOGHI ARCHEOLOGICI OGGETTO DELLA RESIDENZA ARTISTICA 2019

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1 BANDO DI CONCORSO Musée éclaté - Museo senza limiti Comune di Pontecagnano Faiano POC Rigenerazione urbana, politiche per il turismo e cultura - Linea 1 Eventi di rilevanza nazionale ed internazionale - Delibera G.R. n.322 del 22/05/2018 SCHEDE INFORMATIVE SUI LUOGHI ARCHEOLOGICI OGGETTO DELLA RESIDENZA ARTISTICA 2019 MUSÉE ÉCLATÉ - MUSEO SENZA LIMITI Musée éclaté Museo senza limiti nasce per la valorizzazione dello straordinario patrimonio storico-archeologico di Pontecagnano Faiano e della ricca documentazione conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano Etruschi di frontiera. Sulla planimetria generale della città sono stati individuati i luoghi salienti ed alcuni elementi archeologici di particolare rilevanza presenti lungo il percorso storico di questa grande realtà archeologica italiana: la città antica, le necropoli, le aree di santuario. La città antica Abitato fin dall epoca preistorica il territorio di Pontecagnano fiorisce tra l età villanoviana e l Orientalizzante (IX-VII sec. a.c.) per poi avere pieno sviluppo in epoca etrusca. All inizio del VI sec. a.c. l antico insediamento di Pontecagnano è pianificato come una città organizzata per settori distinti per funzioni. L attuale Via dei Cavalleggeri divide il quartiere riservato all abitato da un ampia zona artigianale che si estendeva ad est. Due santuari furono fondati ai margini nord e sud dell abitato come a proteggerne i confini. Al passaggio tra il VI e il V sec. a.c. si data la costruzione della fortificazione e delle strade che attraversano la città in senso longitudinale. Su una coppa del VI sec. a.c. è incisa l iscrizione Amina probabilmente da collegare agli Aminei della tradizione antica. Nella seconda metà del V sec. a.c. si afferma la presenza dei Sanniti in 1

2 Campania, che coinvolge anche il territorio di Pontecagnano, come evidente nelle diverse aree santuariali. Nel 268 a.c. sul sito dell abitato etrusco-campano, i romani fondano Picentia per accogliere una parte della tribù italica dei Picentini. I resti di alcune abitazioni di Picentia sono visibili nell area del Parco Archeologico. Le necropoli Fin dall età del Rame (IV-III millennio a.c.) il territorio di Pontecagnano restituisce spettacolari resti di necropoli, che si sviluppano nel corso del tempo fino alla massima espressione nell età del Ferro e successivamente in età arcaica. Nel periodo Villanoviano le necropoli costituiscono l evidenza archeologica più consistente, queste si sviluppano in due nuclei, in loc. S. Antonio e presso il Picentino. La ricchezza delle sepolture, i loro complessi rituali e oggetti di prestigio testimoniano la ricchezza e fioritura dell area nel periodo. Nel periodo Orientalizzante fanno seguito le imponenti sepolture principesche in alcuni casi caratterizzate da un rituale funerario che rimanda all Iliade di Omero (tombe ). Una delle più antiche sepolture principesche femminili di Pontecagnano (tomba 2465) rimanda all immagine della regina e della dea accompagnata da simboli del potere e rilievo sociale. Le aree di santuario A Pontecagnano sono stati scoperti due santuari situati all estremità meridionale e settentrionale dell area dell abitato, delimitata attraverso campagne di prospezioni geofisiche. Il santuario settentrionale è dedicato ad una divinità femminile assimilabile a Demetra; in quello meridionale, è venerato un Apollo greco e l etrusco Manth, divinità ad esso assimilabile. Anche se scoperti in occasione di interventi di emergenza e solo parzialmente esplorati, i due luoghi di culto hanno restituito la più rilevante evidenza finora nota della città antica nella sua fase etrusco-campana. Il santuario di Apollo si situa al margine meridionale dell insediamento antico che, posto su un modesto pianoro, risulta distinto dalle necropoli da un dislivello poco accentuato, pressoché coincidente con l attuale tracciato della SS. 18 (denominata, nel tratto urbano, Corso Italia). L area sacra si sviluppa su una superficie di m 140 x 130, nella zona compresa tra le attuali via Bellini, ad occidente, e via Verdi, ad oriente. Il santuario settentrionale, molto probabilmente un santuario suburbano, è collocato al margine settentrionale dell area della città antica, così come è stata individuata dalle prospezioni geofisiche. 2

3 Fig. 1. Pianta dell insediamento 3

4 Via Dante: necropoli del Picentino, Aedilia, tomba bisoma e tomba della maschera equina L attuale Via Dante attraversa la necropoli occidentale dell antico insediamento di Pontecagnano, detta del Picentino per la sua prossimità al fiume (Figg. 1-2). Nel tratto iniziale, partendo dalla SS 18, si dispongono sulla destra i sepolcreti della prima Età del Ferro ( /20 a.c.) nei quali sono state scavate numerose sepolture caratterizzate dal tipico rituale villanoviano della cremazione: i resti bruciati del defunto erano raccolti in vasi d impasto chiusi da scodelle o, nel caso dei maschi adulti, da una riproduzione dell elmo. Probabilmente da quest area proviene il noto elmo sormontato da due figure plastiche, raffiguranti probabilmente una divinità femminile che accompagna il defunto nell aldilà (Fig. 4). A sinistra di Via Dante e, proseguendo verso corso Europa, su entrambi i lati della strada si estende la necropoli di epoca successiva, impiantata intono al 730/20 nell ambito di un grande progetto di ristrutturazione dell insediamento e rimasta in uso fino alla fine della città etrusco-sannitica (270/250 a.c.). La necropoli del Picentino ha restituito alcune delle più importanti sepolture dell insediamento, riferibili a personaggi al vertice della comunità antica. Dallo scavo della palazzina Aedilia (Figg. 1.A1, 2), provengono le tombe bis risalenti alla fase finale della prima Età del Ferro ( /20 a.c.). Appartengono a due uomini seppelliti nello stesso momento in fosse affiancate, rivestite di ciottoli, e sormontate da un tumulo di pietre che le segnalava nel paesaggio della necropoli (Fig. 4). Simili era l abbigliamento e gli oggetti che accompagnavano i due defunti. Le vesti erano chiuse da spille ad arco serpeggiante in ferro, bronzo, argento e oro (Fig. 5); le spade (Fig. 6) e le cuspidi di lancia e di giavellotto ne sottolineavano il ruolo di guerriero. Essi gestivano l importante momento del sacrificio, come suggerisce la presenza del coltello per sgozzare la vittima: le successive fasi della cottura della carne sono evocate dagli spiedi di ferro e dal calderone di bronzo, che servivano ad arrostirla o bollirla come usavano fare gli eroi omerici. Il falcetto, l ascia, la scure e lo scalpello di ferro, infine, ricordano l abilità dei due personaggi nelle attività agricole e nella lavorazione del legno, richiamando una tradizione che valorizza le capacità artigianali dei grandi personaggi, come Ulisse che si vanta di aver personalmente realizzato il letto coniugale. 4

5 Sulla SS 18, all incrocio con Via Dante (Figg. 1.A2, 2), durante i lavori per la rete telefonica, fu rinvenuta la tomba 4461, databile intorno al 700 circa a.c. (Fig. 7). Essa raccoglieva una selezione delle ossa di un uomo di circa 50 anni, precedentemente oggetto di un seppellimento a inumazione: il defunto, dunque, aveva avuto un secondo funerale, come nella antica Roma si riconosceva solo ai morti in guerra o in paese straniero. Le ossa erano state deposte sul piano della tomba, in parte nel calderone (Fig. 8) e nella situla di bronzo: mancava il cranio, evidentemente conservato altrove a rappresentare il defunto. La tomba si segnala soprattutto per la presenza della coppia di maschere di bronzo per cavalli (Figg. 9, 9a, 9b), che forse simboleggiano il carro utilizzato per trasportare il feretro durante il funerale. I facciali sono decorati a sbalzo con scene ispirate al mondo della caccia: sui due lati dell esemplare meglio conservato è raffigurato un arciere che scaglia la freccia contro un leone in atto di assalire una capra, un cervo in corsa e una coppia di cinghiali affrontati. Bibliografia: Sulla topografia delle necropoli: R. Bonaudo - M. Cuozzo - E. Mugione - C. Pellegrino - A. Serritella, Le necropoli di Pontecagnano: studi recenti, in R. Bonaudo - L. Cerchiai - C. Pellegrino (a cura di), Tra Etruria, Lazio e Magna Grecia: indagini sulle necropoli (Atti dell Incontro di Studio, Fisciano 2009), Paestum Sull elmo con figure plastiche: B. d Agostino, Il coperchio di cinerario di Pontecagnano, in PP 18, 1963, pp ; S. Ferri, Ancora sull elmo-coperchio di cinerario di Pontecagnano, in PP 18, 1963, pp Sulle tombe bis: P. Aurino - A. Gobbi, Pontecagnano prima dei principi: il tumulo dei guerrieri e la fine della prima età del ferro, in N. Negroni Catacchio (a cura di), L Etruria dal Paleolitico al Primo Ferro. Lo stato delle ricerche (Atti del X Incontro di Studi sulla Preistoria e Protostoria in Etruria, Valentano - Pitigliano 2010), Milano 2012, pp Sulla tomba 4461: L. Cerchiai, Una tomba principesca del periodo Orientalizzante antico a Pontecagnano, in StEtr 53, 1987, pp

6 Fig. 2 Pianta della necropoli del Picentino 6

7 Fig. 3 Elmo d impasto con apice configurato (IX sec. a.c.) 7

8 Fig. 4 TT bis: pianta delle sepolture 8

9 Fig. 5 TT bis: fibule in ferro e argento (VIII a.c.) Fig. 6 TT bis: spade in ferro (VIII sec. a.c.) 9

10 Fig. 7 T. 4461: lo scavo della sepoltura 10 Fig. 8 T. 4461: foto del calderone di bronzo esposto al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano

11 Fig. 9 T. 4461: maschera equina in bronzo 11

12 12 Fig. 9a T. 4461: maschera equina in bronzo, particolare di uno dei facciali

13 Fig. 9b T. 4461: maschera equina in bronzo, particolare di uno dei facciali 13

14 P.zza Risorgimento: le tombe principesche La necropoli di Piazza Risorgimento si colloca immediatamente fuori dall abitato, ai piedi dello spazio pubblico della città, posto tra Via Verdi e Via Bellini e incentrato su una grande piazza sulla quale si affacciava il santuario di Apollo (Fig. 1.B). La necropoli è impiantata intorno al a.c. nell ambito di un grande programma di ristrutturazione dell insediamento. Nasce come piccolo sepolcreto di un gruppo aristocratico al quale è riconosciuto il privilegio di essere seppellito in una zona distinta e di alta visibilità. Successivamente la necropoli si espande verso l abitato e lungo la strada sub-urbana che collega il guado sul Picentino a Sant Antonio (Strada S), divenendo la più importante area funeraria della città etrusca e sannitica (630/ /250 a.c.). Da Piazza Risorgimento provengono le più ricche sepolture della città, espressione dell aristocrazia che la governava nel corso del VII sec. a.c. Si tratta delle tombe principesche di due maschi adulti seppelliti intorno al 660 a.c. secondo il rituale eroico descritto da Omero e mediato dall aristocrazia greca di Cuma. Le due sepolture (tombe ), affiancate e probabilmente in origine segnalate da tumuli monumentali, avevano la forma di grande cassone interrato, realizzato con lastre di travertino (Fig. 10): sul fondo, al centro, era scavato un ricettacolo nel quale era collocato il calderone di bronzo contenente le ossa bruciate del defunto (Fig. 11), coperto da un secondo calderone capovolto. Le spille di bronzo e argento (Fig. 12) rinvenute nei calderoni chiudevano probabilmente il panno in cui esse erano state raccolte. Nei ricettacoli era deposto anche un prezioso servizio di vasi di bronzo e d argento destinati al consumo del vino e al banchetto (Fig. 13), importati dalla Grecia, dall Oriente e dall Etruria, solitamente conservato nella zona più riposta della casa. Nel cassone, invece, trovavano spazio gli elementi legati al ruolo sociale del principe: le armi, elementi del carro, gli strumenti legati al sacrificio, quindi al taglio e alla cottura delle carni (asce, coltelli, spiedi, alari, pinze), i grandi vasi contenitori (anfore), un tripode di bronzo nella tomba 928. A poche decine di metri di distanza dalle tombe dei principi è stata rinvenuta la sepoltura di una bambina di un anno (tomba 3509), seppellita intono al a.c. con una ricca parure di ornamenti e un articolato servizio di vasi in ceramica, che erano utilizzati nel banchetto, ma anche nel cerimoniale funebre e per accogliere le offerte al defunto. Su un calice era stata incisa una 14

15 complessa iscrizione etrusca (Fig. 14) che ricordava il dono del vaso per Venela e Velchae Rasunie, forse i genitori della bambina. Bibliografia: Sulla necropoli di Piazza Risorgimento e la tomba 3509: C. Pellegrino, I più antichi oggetti iscritti di Pontecagnano: fisonomia e contesti di rinvenimento, in M.-H. Haack (a cura di), L écriture et l espace de la mort. Épigraphie et nécropoles à l époque pré-romaine, Roma 2016, pp , in particolare pp ( Sull iscrizione della tomba 3509: G. Colonna, C. Pellegrino, in Rivista di Epigrafia Etrusca (StEtr, 65-68), 2002, p ; C. De Simone, La nuova iscrizione etrusca di Pontecagnano. Quali attanti del dono, ed in che senso la più antica menzione (Rasunie) del nome degli Etruschi, in L incidenza dell antico. Studi in memoria di Ettore Lepore, 2, Napoli 2004, p Sulle tombe : B. d Agostino, Tombe principesche dell orientalizzante antico da Pontecagnano, in MonAL, 49 (serie misc. 2.1), p ; B. d Agostino, Grecs et indigènes sur la côte tyrrhénienne au VIIe siècle : la transmission des idéologies entre élites sociales, in Annales, ESC, 1977, p

16 Fig. 10 T. 928: ricostruzione della tomba al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano 16

17 Fig. 11 T. 926: calderone di bronzo 17 Fig. 12 TT : fibule di bronzo e argento

18 Fig. 13 T. 928: vasi di argento e oro 18

19 Fig. 14 Coppa con iscrizione dalla T (particolare) 19

20 Via Verdi: santuario meridionale e abitato Nell area tra Via Verdi e Via Bellini era collocato lo spazio pubblico della città antica (Fig. 1). La scelta di questa zona, posta nell angolo orientale dell abitato, fu probabilmente determinata dalla localizzazione e dalla conformazione particolare: essa, infatti, si poneva all ingresso della città per chi proveniva da nord o risaliva il fiume Picentino, su un terrazzo dai bordi ben definiti, dove in maniera più netta si coglieva il salto di quota tra l abitato e l area esterna. Lo spazio pubblico era incentrato su una grande piazza attualmente occupata dalle palazzine INA Casa (Fig. 15). Intorno alla piazza tra il 730/720 e il 600 a.c. si sviluppava un abitato di capanne: gli scavi hanno rintracciato i buchi di palo che reggevano l impalcato delle abitazioni, pozzi, una fornace, una strada acciottolata e molti frammenti del vasellame e degli strumenti in ceramica per la conservazione, la cottura e il consumo dei cibi. Intorno al 600 a.c. un grande intervento porta alla ristrutturazione e alla monumentalizzazione dell area pubblica. L evidenza più significativa è costituita dal santuario di Apollo ubicato nella zona di Via Verdi (Fig. 1.C): in esso può essere riconosciuto il santuario poliadico, quello in cui la comunità si riconosceva nella sua unità, come in numerose città della Magna Grecia, a partire dalla vicina Poseidonia, e nell etrusca Pompei. Per la fase etrusca del santuario (VI-V sec. a.c.) restano labili tracce degli edifici: uno di questi era forse arricchito nella parte alta da una statua acroteriale in terracotta di cui si è conservata la testa (Fig. 16). Significativi sono soprattutto i vasi che erano utilizzati nelle cerimonie rituali e per le offerte. Alcuni recano incisa la dedica ad Apollo (Fig. 17), scritta nella lingua e nella scrittura greca di Poseidonia: la loro redazione è stata da attribuita a sacerdoti provenienti dalla città greca, ai quali la comunità etrusca riconosceva un ruolo importante nella gestione del santuario, verosimilmente nel quadro di appositi accordi. Alle dediche in greco si aggiunge un iscrizione etrusca che ricorda Manth, una divinità etrusca, connessa al processo di fondazione urbana, assimilata dalla tradizione erudita romana allo stesso Apollo. A una specifica azione rituale, compiuta intono al 500 a.c., possono essere riferiti i vasi (un oinochoe, un anforetta e tre coppette) accuratamente deposti in un pozzetto ricavato sul fondo di una teca quadrata (cm 70 70) realizzata con frammenti di tegole. 20

21 Il santuario e l intera area pubblica rimangono in uso nella fase sannitica della città ( /250 a.c. ca.). Nella zona di Via Bellini è costruito un portico che monumentalizza il limite della piazza. Nell area scavata del santuario di Apollo sono realizzati nuovi edifici, tra cui uno di forma quadrata (m 6,2 6) intorno al quale sono state individuate tracce di sacrifici e libagioni. A questa fase è da riferire l offerta nel santuario di statuette, teste, busti ed ex-voto anatomici (Fig. 18), soprattutto in forma di mani e piedi, che testimoniano il carattere salutare che ha acquisito il culto. La gran parte degli ex-voto, insieme a vasellame utilizzato nelle pratiche rituali e a sacrifici animali, è stato recuperato in cisterne e pozzi (Fig. 19), dove esso fu scaricato in occasione dello smantellamento del santuario intorno al : la chiusura dell area sacra, insieme a quella del santuario di località Pastini, sancì la fine della città etrusco-sannitica. Bibliografia: Sul contesto topografico: C. Pellegrino A. Rossi, Pontecagnano I.1. Città e campagna nell Agro Picentino (Gli scavi dell autostrada ), Fisciano 2011, pp Sul santuario: G. Bailo Modesti et al., I santuari di Pontecagnano, in A. Comella - S. Mele (a cura di), Depositi votivi e culti dell Italia antica dall età arcaica a quella tardo-repubblicana (Atti del Convegno di Studi, Perugia 2000), Bari 2005, pp , in particolare pp ; G. Bailo Modesti et al., I santuari di Pontecagnano: paesaggio, azioni rituali e offerte, in M.L. Nava - M. Osanna (a cura di), Lo spazio del rito. Santuari e culti in Italia meridionale tra Indigeni e Greci (Atti delle giornate di studio, Matera 2005), pp , in particolare pp ; A. Lupia. Pontecagnano, via Verdi via Bellini, santuario meridionale, di Apollo, in T. Cinquantaquattro - G. Pescatori (a cura di), Fana, templa, delubra. Corpus dei luoghi di culto dell'italia antica (FTD) - 2: Regio I: Avella, Atripalda, Salerno, Paris 2013 ( 21

22 Fig. 15 Pianta della zona di Via Verdi/Via Bellini Pontecagnano Faiano 22

23 Fig. 16 Testa di Apollo esposta al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano 23 Fig. 17 Kantharos di bucchero con dedica ad Apollo

24 Fig. 18 Votivi provenienti dall area sacra di Via Verdi esposti al Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano 24

25 Fig. 19 Area sacra di Via Verdi: scarico di materiali votivi in corso di scavo 25

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