Ex Libris. Numero 17 Febbraio 2012 NOTIZIARIO DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO URBANO DI BRESCIA. Speciale UNESCO

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1 Ex Libris NOTIZIARIO DEL SISTEMA BIBLIOTECARIO URBANO DI BRESCIA Numero 17 Febbraio 2012 Speciale UNESCO Brescia patrimonio mondiale UNESCO di Andrea Arcai Assessore alla cultura del comune di Brescia Presidente dell Associazione Italia Langobardorum Entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale. Non essere più gli unici proprietari di un bene straordinario, ma condividerlo a livello globale e concorrere con tutto il resto del mondo per conoscerlo meglio, proteggerlo e valorizzarlo, trasmettendone i valori più profondi, comuni a tutti in quanto parte fondante della storia dell uomo e delle sue principali e specifiche forme espressive. Questo significa essere un bene iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell UNESCO, come è accaduto a Brescia, con gli altri monumenti longobardi d eccellenza, parte del sito I Longobardi in Italia. I luoghi del potere ( d. C.). Questo traguardo è stato raggiunto grazie alle numerose collaborazioni e sinergie attivate a livello locale in ogni sito (per Brescia con Fondazione CAB e Brescia Musei, Provincia di Brescia, associazioni), guidate dall Amministrazione comunale che, indipendentemente da come sarebbe stato l esito dell iter valutativo della candidatura, ha creduto e investito nella tutela del patrimonio archeologico e artistico altomedievale e ha contribuito al rafforzamento dei legami con gli altri luoghi. Infatti l estensione territoriale del Sito, che va dal nord al sud dell Italia, nonché la sua straordinaria articolazione, hanno comportato il coinvolgimento diretto nei lavori per la preparazione della candidatura di numerosissime istituzioni ed enti pubblici e privati: ben 5 Regioni, 6 Province, 8 Amministrazioni comunali, 1 Ente parco, 2 Comunità Montane, 3 Enti ecclesiastici, 2 Fondazioni pubblico-private, 2 Centri di studi e ben 19 Uffici territoriali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (Direzioni Regionali e Soprintendenze). In questo numero di Ex libris abbiamo il piacere di dare conto, seppure sinteticamente, di questo importante progetto, al quale siamo tutti chiamati a contribuire per la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio.

2 Notiziario del Sistema Bibliotecario Urbano di Brescia Pagina 2 La lista del patrimonio mondiale dell UNESCO L UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) incoraggia i Paesi a garantire protezione al proprio patrimonio naturale e culturale. Nella World Heritage List (Lista del Patrimonio Mondiale) vengono accolti in particolare tutti i siti considerati di rilevante valore universale; attualmente ne fanno parte 936 in tutto il mondo, di cui 47 in Italia. I siti compresi nella Lista del Patrimonio Mondiale appartengono ai popoli del mondo intero, a prescindere dal territorio sul quale si trovano, e la Lista riflette la ricchezza e la diversità di questo patrimonio. Veduta aerea del Monastero di San Salvatore - Santa Giulia Veduta del chiostro meridionale di Santa Giulia La differenza tra un sito del Patrimonio Mondiale e un sito del patrimonio nazionale risiede nel concetto di eccezionale valore universale. I siti scelti per costituire il Patrimonio Mondiale sono infatti selezionati per le loro caratteristiche specifiche, che li rendono il miglior esempio possibile del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. A seguito della Convenzione riguardante la protezione del patrimonio mondiale naturale e culturale, del 1972, i paesi riconoscono che i siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale che si trovano sul proprio territorio, senza nulla togliere alla sovranità nazionale e al diritto di proprietà, costituiscono un patrimonio alla cui salvaguardia l intera comunità internazionale è tenuta a partecipare. La Convenzione rappresenta un accordo, ratificato quasi universalmente, volto a garantire le risorse intellettuali e finanziarie (entro i limiti delle disponibilità) necessarie per la salvaguardia dei siti della Lista del Patrimonio Mondiale.

3 Pagina 3 I Longobardi in Italia: I luoghi del potere, d. C. Le novità del sito UNESCO Il recente dibattito storiografico ha decisamente rinnovato i fondamenti metodologici degli studi sul primo Medioevo, riconsiderando sia il ruolo delle culture germanico-barbariche, sia l apporto fornito dall archeologia nella ricostruzione storico-sociale di un periodo che ha gettato le basi della civiltà medievale. I Longobardi si pongono tra i principali protagonisti del movimento migratorio di tribù germaniche e centro asiatiche che caratterizzò il periodo storico che ebbe inizio con le vicende conclusive dell Impero Romano. Ma, tra tutte le altre popolazioni, è ai Longobardi che oggi si attribuisce uno straordinario ruolo propositivo nella transizione culturale tra Classicità e Medioevo; un ruolo cardine, dunque, nella elaborazione e diffusione di quelle pregnanti impronte culturali, artistiche, politiche e religiose che dal territorio italiano si diffusero all Europa e sulle quali si è articolato il successivo millennio della storia occidentale. Nonostante le diverse interpretazioni che si possono ancora registrare su taluni particolari aspetti delle loro produzioni, è ormai opinione condivisa che i Longobardi nell arte, nella cultura scritta e nel diritto recuperarono, continuarono e rinnovarono l Antichità romana e post classica, anticipando così quella renovatio tradizionalmente attribuita all età carolingia. Ben prima della scuola di corte di Carlo Magno, infatti, essi seppero assimilare le forme dell antico, caricandole di nuovi significati e di una forte componente innovativa. La penisola nell VIII secolo d.c. Il chiostro rinascimentale del monastero

4 Pagina 4 In particolare, il recupero della cultura architettonica e decorativa romana e bizantina sostenuta da una forte attività creatrice, ispirata dalla conversione al cristianesimo ma fondata sempre sulla conservazione della propria entità etnica tra la fine del VII e l VIII secolo dette luogo ad una fioritura artistica che si sviluppò nel nord, nel centro e nel sud dell Italia e si diffuse dalle corti urbane a una larga parte dei territori italiani. Nelle manifestazioni monumentali di questa tarda età longobarda le cui eccellenze sono comprese nel sito I Longobardi in Italia. I luoghi del potere ( d.c.) si può cogliere la complessità del processo avviato dai Longobardi, ed ereditato dall impero di Carlo Magno, che trasformò la cultura antica proiettandola verso l Europa. Angolo sud orientale del Chiostro di San Salvatore con il tamburo ottagonale della Chiesa di Santa Maria in Solario La navata centrale della Basilica di San Salvatore dal Coro delle Monache

5 Pagina 5 La storia Dettaglio della decorazione in stucco in San Salvatore Nella primavera del 568 i Longobardi, sotto la guida di re Alboino, lasciarono le loro sedi della Pannonia (l odierna Ungheria) per conquistare l Italia. Giunsero nella penisola italiana dai valichi delle Alpi orientali senza trovare resistenza. Appena arrivati occuparono Cividale, la romana Forum Iulii (da cui deriva il nome la Regione Friuli); qui i Longobardi istituirono il loro primo ducato. L invasione seguì poi il percorso segnato dalle vie romane che passavano per Vicenza, Verona, Trento, Brescia, Bergamo, alle quali si riconobbe il titolo di città ducali. Tali monumenti rappresentano, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o quello meglio conservato tra le numerose testimonianze diffuse nel territorio nazionale: sono complessi monumenti di raffinato e compiuto livello artistico, espressione tutti della monarchia o della nobiltà longobarda; in questo senso sono tutti luoghi del potere, che ben testimoniano la volontà delle élites longobarde dominanti di legittimare la propria autorità, promuovere i propri interessi ed esprimere il proprio status. Tali monumenti sono quindi rappresentativi della articolata organizzazione politica e religiosa modellata e determinata dalla gens Langobardorum in Italia. Tali monumenti esemplificano da un lato la specificità della cultura longobarda nel panorama dell Alto Medioevo, dall altro l universalità del suo portato nella formazione dell Europa medievale. Interno di San Salvatore

6 Pagina 6 L occupazione del nord Italia raggiunse infine il Piemonte e parte dell Emilia Romagna. Pavia oppose resistenza fino al 571, anno che vide il contemporaneo insediamento dei Longobardi nelle regioni centro-meridionali della penisola e la fondazione dei ducati di Spoleto e Benevento. L Italia rimase così divisa in aree a dominazione longobarda e aree a dominazione bizantina; tale divisione codificò la separazione fisica del regno longobardo in Langobardia Maior (da cui prese il nome l attuale Lombardia), che comprendeva tutte le città e i territori delle regioni settentrionali, e Langobardia Minor costituita dai ducati centro-meridionali di Spoleto e Benevento. Dal punto di vista politico i territori a dominazione longobarda mantennero l unità, anche se con frequenti lotte interne di potere. Nell occupazione del territorio italiano, oltre alle città di maggior rilievo venne riutilizzato anche il sistema fortificato sorto in età tardoromana a seguito delle prime invasioni barbariche: è esemplare in tal senso il castrum di Castelseprio. Queste città-castello tra VI e VII secolo divennero centri giuridico-amministrativi di ampi territori regi e fiscali. Aula occidentale del Santuario tardorepubblicano L arrivo in Italia e il contatto con la civiltà romana locale indussero i Longobardi ad una progressiva conversione al cristianesimo ortodosso. Grazie ai rapporti con Gregorio Magno e alla sua personale cultura, la regina Teodolinda fu la grande promotrice della conversione. La cristianizzazione, comunque, non implicò mai per i Longobardi la perdita totale delle proprie tradizioni culturali: ancora agli inizi dell VIII secolo, infatti, sono attestati riti funerari che denunciano il permanere delle antiche usanze. Interno di San Salvatore con in primo piano i capitelli di reimpiego Veduta dell area archeologica monumentale

7 Pagina 7 L adesione al Cristianesimo è testimoniata, in tutti i luoghi occupati dai Longobardi, in particolar modo dalla diffusione del culto di San Michele, che trova l esempio primo e più significativo nel Santuario di Monte Sant Angelo sul Gargano, meta di costante pellegrinaggio da parte di molti fedeli Longobardi, ma anche di grande attenzione da parte del potere politico. Paolo Diacono, il grande storico longobardo, nella sua Historia Langobardorum scritta alla fine dell VIII secolo nel cenobio benedettino di Montecassino fa rivivere le gesta del suo popolo dalle origini al suo apice, forse con una vena di romantico rimpianto. Cividale del Friuli Il Tempietto Longobardo è uno tra gli edifici più complessi ed originali della tarda età longobarda, che evidenzia il raffinato e compiuto livello raggiunto dalla produzione artistica. Il ricco apparato decorativo (mosaici sulle volte; raffinati affreschi; stucchi figurativi ed ornamentali, in particolare le figure della sante a tutto tondo) ne fa una delle più splendide e ambiziose commissioni dell VIII secolo. Il Tempietto insieme con San Giovanni, la chiesa palatina della corte regia era adiacente al polo paleocristiano di Santa Maria, divenuta chiesa episcopale nella tarda età longobarda. Interno di San Salvatore dalla base del campanile Nel momento in cui la società romano-longobarda viveva la sua grande stagione culturale, accompagnata da una straordinaria fioritura artistica - la cosiddetta "rinascita attribuita al re Liutprando ( ) iniziò la parabola discendente del regno. Con la morte di Liutprando, infatti, si aprì un trentennio di grande instabilità politica, che si concluse nel 774 con la vittoria di Carlo Magno sull ultimo re dei Longobardi, il bresciano Desiderio. Cividale del Friuli. La Gastaldaga e il complesso episcopale. Veduta aerea del sito

8 Pagina 8 Brescia Il complesso di San Salvatore Santa Giulia, oggi sede del Museo della città, è uno straordinario palinsesto architettonico che ingloba il monastero femminile edificato dal duca di Brescia Desiderio nel 753 prima di diventare re. Chiesa di San Salvatore, Navata centrale Il cosiddetto tempietto longobardo. L entrata e la contro-facciata Il Complesso Episcopale, rinnovato dal Patriarca Callisto, era costituito da un insieme di edifici: la Basilica, il Battistero di San Giovanni Battista e il Palazzo Patriarcale. Dal battistero provengono due tra le più importanti opere della produzione scultorea longobarda, oggi al Museo Cristiano e Tesoro del Duomo: il Tegurio di Callisto, un edicola ottagonale che copriva il fonte battesimale, e l Altare di Ratchis, unico manufatto di età longobarda dove è raffigurato un tema narrativo di carattere biblico. Piano superiore della Chiesa di Santa Maria in Solario, con la croce di Desiderio

9 Pagina 9 La Chiesa di San Salvatore è una delle testimonianze più importanti dell architettura religiosa altomedievale conservata in alzato: con transetto triabsidato, è articolata in tre navate scandite da colonne e capitelli, alcuni di età classica e di provenienza bizantina, altri realizzati appositamente. L apparato ornamentale con stucchi e affreschi integrati fra loro è, con quello del Tempietto di Cividale, uno dei più ricchi e meglio conservati dell Alto Medioevo. Il monastero, che disponeva di strutture di servizio per l accoglienza dei pellegrini e per l alloggio dei poveri, si estendeva verso occidente, con abitazioni, sepolture e impianti produttivi. Tracce di questi sono ancora presenti nella vicina area archeologica monumentale, sovrapposti o inseriti tra i resti di edifici di culto di età antica, il Tempio Capitolino del I secolo d.c. e il Teatro Romano. Castelsprio- Torba Il castrum Seprium, inserito nel sistema fortificato di altura di età tardo-romana, riutilizzato dai Longobardi e distrutto dai Visconti nel tardo Duecento tranne che per gli edifici di culto -, conserva un imponente circuito murario, il tessuto abitativo e il principale complesso cultuale di San Giovanni Evangelista, con basilica e battistero ottagonale, che fu completamente ristrutturato dai Longobardi nel VII secolo ed utilizzato all interno ed all esterno per le sepolture dei personaggi importanti del luogo. Chiesa di San Salvatore, lastra di ambone La Torre di Torba Veduta aerea dell area monumentale Particolarmente significativo come esempio di architettura militare è il Torrione di Torba che, nella tarda età longobarda, fu utilizzato per un monastero femminile. La Chiesa di Santa Maria foris portas, ubicata fuori dalle mura dove si sviluppò il borgo altomedievale, venne eretta come edificio aristocratico privato con area cimiteriale e conserva uno dei più alti testi pittorici di tutto l Alto Medioevo; le scene, dedicate alla storia dell infanzia di

10 Pagina 10 Cristo, si sviluppano nell abside centrale della piccola struttura a tricora arricchita da un pavimento a tarsie marmoree. Spoleto La Torre di Torba La Basilica di San Salvatore a Spoleto è un edificio eccezionale per il linguaggio romano classico con cui è stato concepito. In facciata e al suo interno, oltre a frammenti di architetture antiche, sono utilizzati elementi decorativi abilmente scolpiti dai lapicidi medievali ad emulazione dei pezzi classici. L edificio, probabilmente di origine funeraria, ha impianto basilicale a tre navate, con presbiterio diviso in tre parti, coperto nella zona centrale da una struttura voltata su base ottagonale. Elemento caratterizzante dell interno, che ha perduto quasi tutta la decorazione pittorica e a stucco, è la ricca trabeazione con fregio dorico, impostata su colonne doriche nella navata e corinzie nel presbiterio. Gli affreschi di Santa Maria foris portas. Il Viaggio verso Betlemme Chiesa di Santa Maria Foris Portas Spoleto. La Basilica di San Salvatore. Facciata principale

11 Pagina 11 Della ricchissima decorazione originaria della facciata, scandita da lesene e divisa in due ordini da una cornice che doveva terminare con un frontone triangolare, rimangono le cornici delle finestre e i tre portali lavorati con elaborati motivi classici eseguiti con suprema maestria. Campello sul Clitunno Spoleto. La Basilica di San Salvatore. Il presbiterio, dettaglio del lato sinistro La progettualità nella ricomposizione degli spolia accomuna gli straordinari marmorai del San Salvatore di Spoleto con quelli del Tempietto del Clitunno, un piccolo sacello in forma di tempio corinzio tetrastilo in antis con due portichetti laterali. La facciata è caratterizzata dalle splendide colonne coperte di foglie e dall architrave che riporta, in caratteri maiuscoli romani quadrati straordinariamente intagliati, l iscrizione invocante Dio, che doveva essere complementare a quella dei portici laterali, uno dei rarissimi esempi di epigrafia monumentale del primo Medioevo. Spoleto: la Basilica di San Salvatore. Il tamburo ottagonale e la cupola A lato: Campello sul Clitunno. Il tempietto

12 Pagina 12 All interno del Tempietto si conservano dipinti murali di notevole qualità, che sono stati messi in relazione con gli affreschi del presbiterio di Santa Maria Antiqua a Roma; i dipinti inquadrano l edicoletta marmorea dell abside, anch essa in parte frutto del montaggio di elementi romani di reimpiego e di decorazioni eseguite appositamente. Benevento La Chiesa di Santa Sofia è una delle strutture longobarde più complesse e meglio conservate dell epoca. Venne costruita intorno al 760 come cappella personale e santuario nazionale da Arechi II, Duca di Benevento, per la redenzione della sua anima e la salvezza del suo popolo. Il complesso di Santa Sofia. La Chiesa e la piazza antistante Veduta interna del Tempietto Veduta interna della Chiesa di Santa Sofia

13 Pagina 13 A pianta centrale, presenta lo spazio interno scandito da colonne e pilastri disposti a formare un esagono e un decagono concentrici; le colonne reimpiegano capitelli d età classica, usati rovesciati anche per le basi. Nelle due absidi minori si conservano i brani più importanti del ciclo pittorico dedicato alle storie di Cristo che doveva ricoprire tutta la superficie interna della chiesa, testimonianza più alta della pittura beneventana, movimento d arte parallelo al fenomeno della scriptura beneventana, scrittura nazionale dei Longobardi del sud Italia, utilizzata anche nei monasteri per la trascrizione delle opere dell antichità. Alla chiesa fu annesso un monastero oggi sede del Museo del Sannio il cui chiostro, ricostruito in età romanica, reimpiega alcuni elementi della originaria edificazione longobarda. Monte Sant Angelo Il ducato di Benevento assorbì dopo il 560 la regione garganica dove, fin dal V secolo, si era impostato il culto dell Arcangelo Michele, congeniale alla sensibilità dei Longobardi che vi ravvisavano le caratteristiche del pagano Wodan, dio supremo della guerra, psicopompo, protettore di eroi e guerrieri. Dal VII secolo il luogo divenne il santuario nazionale dei Longobardi e il più importante luogo di culto micaelico, influenzando profondamente la diffusione della devozione per San Michele in tutto l Occidente e divenendo un modello per i centinaia di santuari costruiti nel resto d Europa, compreso il più famoso Mont- Saint-Michel in Normandia. Facciata della Chiesa di Santa Sofia Monte Sant Angelo. La scala d accesso alla cripta B

14 Pagina 14 Le principali dinastie longobarde, come testimoniato dalle iscrizioni conservate in loco, diedero vita ad opere di ristrutturazione del santuario per facilitare l accesso alla grotta primitiva e per il ricovero dei pellegrini. Divenuto uno dei maggiori luoghi di culto della cristianità, il santuario fu meta di pellegrinaggio internazionale, una delle ultime tappe sulla via che portava in Terra Santa, che nell Italia meridionale prese il nome di Via Sacra Langobardorum. Iscrizione di Romualdo I La grotta sacra

15 Pagina 15 Lavori in corso... Nello strumento di lavoro del Piano di Gestione, richiesto dall UNESCO per garantire la costante attenzione sui beni che sono iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, i sette siti longobardi hanno indicato, dopo un attenta valutazione degli elementi di criticità dei beni, alcune azioni e progetti di lavoro per elevare gli standard attualmente presenti, con particolare attenzione per cinque ambiti operativi: la conoscenza, la tutela e conservazione, la valorizzazione, la promozione e lo sviluppo socioeconomico. Oltre quindi a interventi specifici sui beni, promossi dalle istituzioni di competenza territoriale, sono partiti alcuni progetti di rete con una ricaduta su tutti i siti. In particolare, sul piano delle ricerche scientifiche si è constatato che negli studi passati i dati oggettivi relativi ai monumenti sono caratterizzati da disomogeneità, dovuta a momenti differenti di produzione, e da metodologie di analisi e di interpretazione critica tali da non consentire confronti sul medesimo piano di lavoro né tantomeno analisi critiche aggiornate all oggi. È stato quindi avviato un piano di lavoro che attualmente coinvolge i tre beni ubicati in Italia settentrionale: il Tempietto di Cividale del Friuli (UD), la Chiesa longobarda di San Salvatore e la Chiesa di Santa Maria foris portas a Castelseprio (VA). Per questi tre edifici è stato steso un progetto organico di studio che prevede la presenza dei medesimi studiosi impegnati nei tre siti, che si confronteranno su dati univoci derivanti da un capillare progetto diagnostico dei monumenti. Dettaglio degli affreschi di San Salvatore con luce radente

16 Pagina 16 In concreto è stato siglato un protocollo d intesa tra l Associazione Italia Langobardorum e il Laboratorio di Analisi dei Materiali Antichi (che fa capo allo IUAV di Venezia), con l obbiettivo di ottenere dati oggettivi, esito delle medesime rielaborazioni per o- gni monumento; inoltre sono stati costituiti tre gruppi di lavoro che si confronteranno in base a un calendario prestabilito sui risultati emersi dalle campionature. In questi incontri-workshop verranno discussi i risultati del percorso complessivo di studio che si sta affrontando per i tre edifici, così da arrivare finalmente a considerazioni confrontabili e significative in merito alle fasi edilizie, agli apparati decorativi (in particolare affreschi e stucchi), ai materiali reimpiegati, alle maestranze. Un altra azione di rete è rivolta alle scuole; tra le principali richieste dell U- NESCO infatti c è l educazione delle nuove generazioni al patrimonio. È in corso di predisposizione un quaderno didattico dedicato al popolo longobardo che, con un lessico adeguato e illustrazioni realizzate da istituti scolastici superiori, illustra la storia, la cultura, l archeologia di queste genti, iscritte per la prima volta nella lista del Patrimonio Mondiale. A questa realizzazione si affiancherà un progetto di turismo scolastico sostenibile tra i siti de I Longobardi in Italia. I luoghi del potere ( d. C.). Aula inferiore di Santa Maria in Solario

17 Pagina 17

18 Pagina 18 Exlibris: Direzione e redazione: Biblioteca civica Queriniana Via Mazzini, 1 Brescia tel Fax: queriniana@comune.brescia.it Direttore: Ennio Ferraglio Redattore: Stefano Grigolato Hanno collaborato al n. 17: Andrea Arcai, Francesca Morandini, Francesca Guerini, Armando Pederzoli, Antonio De Gennaro. Il materiale iconografico, quando non diversamente indicato, è stato gentilmente fornito dai siti della rete I longobardi in Italia Foto di Antonio De Gennaro

Italia Langobardorum. Francesca Morandini*

Italia Langobardorum. Francesca Morandini* c&d marzo 103 5_c&d91.qxd 04/04/2011 0.20 Pagina 57 Italia Langobardorum Francesca Morandini* Entrare nella Lista del Patrimonio Mondiale. Non essere più gli unici proprietari di un bene straordinario,

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