Più di un Presente = More than the Present Tense
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- Ilaria Gatto
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1 Article 5 in LCPJ Malo, A. 2009: Più di un Presente = More than the Present Tense Più di un Presente = More than the Present Tense Abstract This paper in Italian language presents a different viewpoint to the present tense of the indicative mood. Based on the latest theories of communication and the variety of expressive situations, arguments are provided to show that the present tense, besides being an indicator of a time moment in grammar, also serves as a good means of orientating language users in the dimension of Time. The article explores various instances of the present tense in texts bringing to the focus different views of the present time: the present tense of events described in these texts; the present tense of the narrator; the present tense of the author of the text; the present tense of the reader of the text; the present tense that documents and photographs the event at the moment it happens, leaving it unchanged; the narrative present tense that brings the event to the present moment for the reader; the present tense that never changes in time, etc. The analysis of the written language documents the study of time spaces between all the present factors in the course of human communication, based on a disciplin of communication, the Proxemics, which studies the terrain game between the people that communicate. Più di un presente Quando si tratta di comunicazione, pensiamo subito alla lingua, come lo strumento più importante, mediante cui si può avere una comunicazione completa. L atto comunicativo però subisce tante interpretazioni, che spesso differiscono dalle sfumature semantiche e creano punti di vista tra gli interlocutori. Durante l esecuzione dell atto comunicativo, questi punti di vista, determinano il territorio comunicativo degli interlocutori e trasformano, spesso assai radicalmente, i rapporti degli stessi interlocutori con il tempo. Prima di passare oltre, è necessario specificare, che con il termine comunicazione intendiamo non solo la lingua parlata, ma anche quella scritta, perfino la comunicazione degli scrittori con quelli che leggono i loro libri. In questa prospettiva, è interessante studiare il comportamento del presente dell indicativo, nell ambito dell interpretazione dei testi scritti, applicando nella nostra analisi alcuni criteri delle discipline comunicative. Ciò che può risultare di natura particolare in tale analisi, non sono le funzioni classiche, che il presente dell indicativo assume come categoria grammaticale, ma piuttosto il fatto, che più di un azione che si svolge nel momento in cui si parla o si scrive, il presente segna un orientamento nel tempo e nello spazio. Nei testi scritti, invece di indicare il tempo presente, spesso il presente dell indicativo serve a fissare un presente, nel passato. Infatti, tra il presente grammaticale del testo scritto e il presente della lettura s impone un intervallo temporale, che trasferisce continuamente il testo scritto nel passato del lettore, senza alterare però la natura del presente grammaticale LCPJ
2 utilizzato dall autore. L estensione di tale intervallo, può considerarsi importante, perché testimonia e documenta sotto forma di una fotografia scritta un momento del passato, mentre dal punto di vista comunicativo si presenta rilevante ciò che succede nell immaginario del lettore. Tra l evento che viene evocato nel testo e il lettore, i rapporti temporali si modificano; il lettore si sposta nel tempo e nello spazio verso il passato, per assistere di persona nella narrazione dei fatti. Questo fenomeno si può osservare tranquillamente, quando leggiamo p. es. la seguente testimonianza di Tertulliano, sui riti religiosi dei primi cristiani:... ci raduniamo in gruppo e associazione per ricorrere, falange compatta, a dio con le nostre preghiere. Questa è la forza che piace a dio. Preghiamo anche per gli imperatori, per la loro corte e le loro alte magistrature, per lo stato del secolo, per la pace del mondo. Ci raduniamo per l interpretazione delle Sacre Scritture. Con i sacri canti nutriamo la fede... (Tertulliano, Apologeticum, Cap.39/2.) Nel testo di Tertulliano è stato usato un tempo presente, che s identifica con il momento del discorso; ma da quel momento, troppa acqua ne è passata. Quando il lettore del XXI secolo legge il messaggio di Tertulliano, succede uno spostamento immaginario (e inconsapevole a causa della lingua utilizzata) del lettore, verso i primi secoli dopo Cristo. La realtà di cui parla l autore non esiste più da 2000 anni, però essa rimane incisa e documentata per sempre nel testo citato. Lo stesso spostamento può succedere anche in un testo letterario, come nel seguente esempio, in cui l immaginario del lettore si muove verso l epoca evocata dal Fausto di Goethe, quando il suo personaggio famoso, parlando di un cane nero, dichiara:...mi sembra che egli tenda attorno ai nostri piedi dei sottili lacci magici... Il circolo si restringe, egli è già vicino... - L immaginazione del lettore entra nel contesto storico, spaziale e temporale della narrazione, osserva, come attraverso una nebbia, un cane, che gira lì intorno come un ombra nera, e inconsapevole del fatto, diventa anche lui un protagonista degli eventi, contribuendo nel ricostruire le immagini della storia come vere e proprie sequenze di un film. (Goethe, Faust, 2005:22). Sarebbe impossibile adattare il lettore con i tempi degli eventi, se non fosse per quel presente dell indicativo, che fissa gli eventi in un presente universale e attira la mente e l attenzione di chi legge in un epoca ormai passata. il Passato il Presente IL presente dell event o nar rato Corpo imma ginario del lettore LCPJ
3 Lo schema rappresenta un distacco del lettore dalla realtà esistente e un suo spostamento nella direzione di una realtà finita anni, o addirittura secoli fa, come opportunità di esplorare un passato virtuale. Lo scopo è di rilevare che il presente dell indicativo, analizzato in questa sua dimensione, non ha soltanto la funzione di informare o di testimoniare un momento del passato, ma serve piuttosto come una fermata in un viaggio attraverso il tempo, da cui ognuno di noi può iniziare la sua lettura avventurosa. Comunque, particolarmente nel caso dei testi letterari, tutto si muove senza limiti di tempo e di spazio, mentre gli assi sincronici e diacronici servono solo come punti di riferimento, di quest universo multidimensionale. Ragionando in questo modo, è ovvio di non avere soltanto uno spostamento del corpo immaginario del lettore in direzione dell evento descritto nel testo, ma anche uno spostamento di quest ultimo verso l immaginario del lettore. Si tratta del cosiddetto presente narrativo, o presente storico, con indiscutibili valori stilistici ed espressivi. La differenza tra il presente narrativo e il primo caso che abbiamo analizzato, sta nel rapporto del presente con il passato (ogni tipo di passato). Il presente storico o narrativo, pare che perda la capacità di fissare un presente nel passato e acquista nuovi valori, quasi magnetici per la lettura. Spesso viene utilizzato per attrarre e portare nel tempo reale idee, eventi, personaggi storici o immaginari, che appartengono ad un passato prossimo o remoto, per metterli davanti ai sensi del corpo immaginario del lettore, ogni volta che quest ultimo sfoglia le pagine di un libro e si coinvolge nella sua storia. il Passato il Presente Il presente dell event o nar rato Corpo imma ginario del lettore Comunque, quando si analizza il presente narrativo, non si può trascurare una vera e propria tipologia di sfumature e distanze nei rapporti tra il lettore, il presente dei verbi e il passato degli eventi. Questo fatto, ci induce a pensare, che il presente narrativo, in situazioni espressive diverse, non abbia gli stessi valori, ma secondo i rapporti che intercorrono tra questi fattori, cambiano anche i valori. Tipico è il caso, quando tra il lettore e gli eventi narrati interviene il narratore, il quale autorizza e giustifica in qualità di testimone dei fatti, l uso del presente dell indicativo, con valori narrativi. LCPJ
4 Tale situazione si ripete frequentemente nel romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco....Gli uomini di una volta erano belli e grandi ( ora sono dei bambini e nani ), ma questo fatto è solo uno dei tanti che testimoni la sventura di un mondo che incanutisce. La gioventù non vuole apprendere più nulla, la scienza è in decadenza, il mondo intero cammina sulla testa, dei ciechi conducono altri ciechi e li fan precipitare negli abissi, gli uccelli si lanciano prima di aver preso il volo, l asino suona la lira, i buoi danzano... Siano rese grazie a Dio che io a quei tempi acquisii dal mio maestro la voglia di apprendere e il senso della retta via... (U.Eco, Il nome della rosa, 1989:23) Infatti, nel testo citato, chi si rivolge al lettore è il narratore stesso, che si è messo nei panni del suo protagonista del romanzo con il nome Adso, il quale nella sua età avanzata, ricorda gli anni della gioventù. Secondo la cronologia del romanzo, la narrazione di Adso appartiene al XlV secolo D.C. Dipendentemente dai rapporti che intercorrono, nel testo di Umberto Eco interagiscono tre tipi di tempo: il tempo del lettore (che appartiene al XXI secolo); il tempo del narratore (il quale è interno, perciò il suo tempo di narrazione coincide con il tempo dell autore); e il tempo dei fatti narrati. Lo sviluppo nel romanzo di questi tre tempi rimane totalmente nell ambito della logica, per di più anche la distinzione si realizza secondo criteri logici. Ciò che unisce questi tempi logici dal punto di vista formali è il presente dell indicativo, che s investe di natura narrativa. Interagendo tramite il verbo, il presente usato nel romanzo, fa avvicinare il tempo del narratore con quello del lettore, trasferendo l immagine del protagonista nel momento della lettura, mediante uno spostamento nel tempo e nello spazio. Il tem po del nar ratore Il presente reale Il tem po del lettore Il tem po degli eventi Lo schema rappresenta concisamente l interazione dei tre tempi logici. LCPJ
5 Se tutto ciò viene analizzato insieme con il significato del messaggio, il tipo del presente utilizzato dall autore, sembra che dia sfumature di forte attualità al testo. Nello stesso romanzo, un altro uso specifico del presente, si riscontra nella parte introduttiva di ciascun capitolo: Dove si arriva ai piedi dell abazia e Guglielmo dà prova di grande acume.... Dove Adso ammira il portale della chiesa e Guglielmo ritrova Ubertino da Casale.... Dove poche ore di mistica felicità sono interrotte da un sanguinosissimo evento. (U.Eco, Il nome della rosa, 1989:29,48,109) L uso del presente narrativo con l avverbio di luogo (dove) avvicina nel tempo e fissa nello spazio l intera vicenda. Interessante è di esaminare in che modo i fatti narrati si avvicinano al corpo immaginario del lettore, non come immagini fluidi, ma piuttosto come le immagini di un quadro immobile, dipinto con i colori di un epoca ormai passata. In un altro libro di Umberto Eco, Il pendolo di Foucault, uno dei personaggi riporta nella sua memoria il tempo quando é stato nella città di Parigi:... Della città ho un immagine più chiara. È Parigi, io sono sulla riva sinistra... trovo una via che piega curvando verso destra, in una serie di vicoli, e sono certamente nel Bario Gotico di Barcellona... (U.Eco, Il pendolo di Foucault, 2004:37). Il narratore, il quale è anche personaggio principale in questo romanzo, ricordando i giorni in cui si trovava a Parigi, si trasferisce nel presente di quei giorni (cioè nel presente del passato), per far avvicinare poi tutto quanto nel presente del lettore. Si può dire che sia un impiego veramente particolare; le immagini sfilano in parata davanti alla fantasia del lettore, come se fossero reali. Passato Narratore Lettore In altri testi, mentre gli eventi avvengono nel passato, il narratore rivela consapevolmente la sua presenza, come testimone, in questo passato, e si rivolge al lettore con un presente, che provenendo dal passato, acquisisce le caratteristiche di un presente narrativo. Così succede p. es., nel romanzo I promessi sposi, in cui l autore giura al lettore di rimanere fedele alla verità da lui raccontata, e d imparzialità nei suoi giudizi.... Qui è necessario tutto l amore, che portiamo alla verità, per farci proseguire fedelmente un racconto di cosi poco onore a un personaggio tanto principale. LCPJ
6 Per questa stessa ragione d imparzialità, dobbiamo però anche avvertire che era la prima volta, che a Renzo avvenisse un caso simile... (A.Manzoni, I promessi sposi, 2002:118). In questa parte della sua storia, l autore interrompe il percorso degli eventi e usando il presente dell indicativo si rivolge direttamente al lettore. Per di più va oltre a una semplice comunicazione; utilizzando la prima persona plurale del presente, fa che il lettore diventi inconsapevolmente collaboratore nel suo giudizio. Ancor più piacevole diventa l uso del presente narrativo nel linguaggio poetico. Nei versi seguenti, mediante l uso del presente, il poeta Giosuè Carducci tenta di portare nella sua opera le sfumature di un periodo eroico....sta Federico imperatore in Como Ed ecco un messaggero entra in Milano da Porta Nova a briglie abbandonate. Popolo di Milano, ei passa e chiede, fatemi scorta al console Gherardo... (G.Carducci, dalla poesia Il parlamento ). Il verbo stare nel presente dell indicativo, è stato collocato all inizio del verso, per dare solennità alla permanenza dell imperatore a Como. Nello stesso modo, le forme verbali entrare, passare, chiedere riportano insieme con il contesto in cui sono collocati, sfumature di epico e solennità. L uso del presente dell indicativo in questi versi, a quanto pare, non soltanto avvicina gli eventi, ma fissa nella memoria scritta momenti storici, grandiosi ed epici. La stessa cosa succede in un altra poesia epica, questa volta di Giovanni Pascoli. Ma uno squillo suona al ciel di guerra come uno strillo d aquila sul monte. I cavalieri levano la spada ed i gonfalonieri il gonfalone. Levano il duro pungolo, i biolchi e i trombettieri imboccano le trombe. (G. Pascoli, dalla poesia Il re Enzo ). La grandiosità e la drammaticità che si elevano sul campo della guerra, sarebbero incomplete oppure perderebbero in parte la loro sfumatura, se non fosse per il presente del verbo suonare che riporta, quel momento, vivo e reale davanti all immaginazione del lettore. Anche i cavalieri sembrerebbero lontani e come immagini senza vita, se il verbo levare non fosse messo nel presente dell indicativo. Soltanto in questo modo, abbiamo la possibilità, mediante la lettura dei versi, di rivivere il momento solenne, in cui i cavalieri levano le loro spade e rimangono incisi nella storia. LCPJ
7 Apparentemente sembra che l autore stesso veda, con i propri occhi, gli eventi che descrive, mentre il presente della storia e il presente del narratore si confondono con l un l altro, a causa dell impressionante svolgimento delle vicende. Dall altra parte, se negli esempi riportati fin ora, abbiamo visto un presente indicativo che si trasferisce nel tempo, mantenendo tuttavia il concetto di un momento nel presente, in altri esempi, teoricamente può indicare un eternità, e comunicare al lettore aspetti di ripetizione o di continuazione, nell ambito di una realtà universale. Come esempio può servire la terzina seguente di Dante, il quale pretende di far conoscere al lettore le parole scritte sulla porta dell Inferno. Per me si va nella città dolente, per me si va nell eterno dolore, per me si va tra la perduta gente. (Dante: Divina Commedia, L inferno, canto lll, terzina l.) È come se l Inferno stesso comunicasse direttamente con i lettori. Mediante la figura retorica della ripetizione, il presente dell indicativo in questa terzina, non soltanto si riferisce a una realtà che non cambia mai, diventando così un presente-eterno (atemporale), ma si manifesta con aspetti che indicano ripetizione e continuazione nello stesso tempo. Altre volte però, il presente dell indicativo si sposta anche nella direzione del futuro, che può essere imminente o lontano. Nella frase: Tra un po la nave parte per l Italia, il presente indica un futuro che si avverrà tra pochi istanti. Invece, nell altra frase: Finisco l università tra cinque anni, il presente indica una realtà futura, lontana di anni. Si può dire cioè, che il presente dell indicativo, oltre ad essere una categoria grammaticale, dal punto di vista logico rimane semplicemente un concetto. Nell arte comunicativa, la lingua rimane un vero e proprio veicolo, con cui si può viaggiare nel tempo; tornare e conoscere il passato, oppure esplorare e prevenire il futuro. In questo senso non ci sono limiti. La presenza del soggetto umano in questi viaggi nel tempo, viene segnato e si testimonia anche con l uso del presente dell indicativo, un presente però, che non si manifesta con un unico aspetto, ma che si distingue nel presente di chi parla o di chi scrive, nel presente che documenta e fissa nel tempo gli eventi, nel presente narrativo, nel presente atemporale, nel presente con i valori di un futuro imminente o di un futuro lontano, e le sfumature non finirebbero se teniamo presente la ricchezza delle situazioni espressive, che comunque rimangono un campo aperto alle invenzioni linguistiche. Più di un presente, forse è meglio parlare di un presente che si manifesta in tanti modi diversi. LCPJ
8 Bibliografia Altieri Biagi Maria Luisa, 1992: Grammatica per italiani maggiorenni, sesta edizione, Milano, casa editrice Mursia. Antonio Piva, Giovanni Sega, Orietta di Bucci Felicetti, 2002: Est modus, Milano, casa editrice La nuova Italia. Maurizio Della Casa, Marco Mambrini, 1980: Discorsi e progetti, Brescia, casa editrice La Scuola. Nicola Zanichelli S.p.A, 1983: Dizionario di Linguistica, quinta edizione, Bologna. Pier Marco Bertinetto, 1996: Tempo, aspetto e azione nel verbo italiano, Firenze, Accademia della Crusca. Umberto Eco, 1989: Il nome della rosa, Milano, casa editrice Bompiani. Umberto Eco, 2004: Il pendolo di Foucault, Milano, casa editrice Bompiani. UTET Libreria S.p.A, 2008: Dizionario di retorica e stilistica, prima edizione 1995, Torino. The total number of words is 2787 LCPJ 2009 by Adi Malo Adi Malo graduated from the Faculty of Philology, University of Tirana in As a Master in Science he teaches Italian Stylistics, Technical Translation and Text Typology on the Faculty of Foreign Languages at Tirana University, Albania. LCPJ
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