In altre parole il bambino vede luci e forme ma non può attribuirli a cose, persone o ambienti.

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1 LO SVILUPPO VISIVO NEL BAMBINO Come tutte le capacità fisiche anche il senso della vista si sviluppa con l'età. Dal momento in cui nasce, il neonato è già in grado di captare tutti gli stimoli visivi provenienti dall'ambiente circostante ma non è in grado di elaborarli, cioè di organizzarli in immagini, di capirli. In altre parole il bambino vede luci e forme ma non può attribuirli a cose, persone o ambienti. A circa 15 giorni dalla nascita è interessato esclusivamente alle immagini distanti dai 20 ai 30 cm. dagli occhi, più o meno la distanza del viso della mamma quando lo allatta. Non distingue ancora i colori ma sicuramente distingue la luce,dal buio, infatti reagisce ad uno stimolo luminoso improvviso chiudendo gli occhi. Dopo il primo mese comincia a dirigere e a soffermare lo sguardo su oggetti, nonché a seguirli se si spostano avanti a lui, specie se hanno colori forti. Non ha ancora il pieno controllo sui muscoli oculari, per cui si stanca presto (per questo a volte può sembrare addirittura strabico). Poiché inizia a distinguere bene la forma di un viso, sorride a qualsiasi cosa possa richiamarglielo, anche un disco di cartone con due macchie nere al posto degli occhi. Dopo settimane distingue invece il viso umano da altre immagini che possano assomigliargli: vede gli occhi, il naso, la bocca, e riconosce i sorrisi, le smorfie e i movimenti delle labbra. Segue inoltre immagini in movimento ruotando il capo e fa convergere gli occhi se gli si avvicina sempre di più un oggetto al viso. All'incirca verso il terzo - quarto mese, si perfeziona la visione binoculare che consiste nella capacità del bambino di utilizzare entrambi gli occhi contemporaneamente; in seguito riuscirà a riconoscere le immagini fino a qualche metro di distanza. A sei mesi circa controlla bene i muscoli oculari ed è attratto anche da oggetti di piccole dimensioni. Nel mese successivo, di solito, il bambino manipola gli oggetti, ne fa esperienza sia toccandoli che guardandoli. Verso i dieci mesi acquisisce la visione tridimensionale, cioè il senso della profondità delle immagini. Tra uno e due anni riesce a mettere a fuoco gli oggetti a qualsiasi distanza. Attorno ai due anni inizia ad appaiare colori e forme, ad esplorare visivamente oggetti distanti, a disegnare rudimentali cerchi. Tra i quattro e i sei anni le sue strutture oculari funzionano in modo completo. 1

2 LA FUNZIONE VISIVA NEL BAMBINO: FONDAMENTALE LA PREVENZIONE L oftalmologia pediatrica nasce dalla considerazione che il bambino non è un adulto in miniatura ma presenta delle peculiarità che è giusto vengano riconosciute, studiate e affrontate in maniera diversa. Alcune alterazioni dell'apparato visivo presenti nell'infanzia possono condizionare, anche in maniera notevole, lo sviluppo psicomotorio del bambino. L'individuazione precoce di queste alterazioni è fondamentale in quanto permette non solo il recupero di una buona visione ma anche quello psicofisico. Buona parte dell'azione di prevenzione è demandata a chi è a contatto giornalmente con i bambini, ai genitori in particolare, che sono in grado di cogliere tutti quei segni che possono nascondere possibili alterazioni. A questo proposito è bene ricordare che qualunque causa impedisca un buon sviluppo della funzione visiva andrebbe individuata e rimossa nel periodo di "apprendimento visivo" (primissimi anni di vita) per conseguire i migliori risultati. Per facilitare il compito dei genitori, dei nonni, delle insegnanti e di chi si occupa ogni giorno dei bambini vediamo quali possono essere questi "segnali" che, anche se appaiono banali, possono invece nascondere a volte importanti problemi: occhi arrossati, secrezione, fastidio alla luce, lacrimazione, strabismo, problemi palpebrali, anomalie del comportamento quali sguardo assente, difficoltà nel seguire oggetti in movimento, difficoltà nell'afferrare gli oggetti, cadute frequenti, difficoltà nell'evitare gli ostacoli, avvicinamento esagerato per guardare gli oggetti. Non va inoltre dimenticato che all'origine del mancato o incompleto sviluppo della funzione visiva vi sono anche i problemi ottici come miopia, ipermetropia, astigmatismo che devono essere adeguatamente corretti. In tutti questi casi il ruolo dell oftalmologo pediatra diventa fondamentale. 2

3 AMBLIOPIA: UN FACILE TEST PUÒ INDIVIDUARLA L ambliopia (letteralmente "visione ottusa") è la riduzione della funzione visiva di uno dei due occhi; è il cosiddetto "occhio pigro". Proprio perché interessa un solo occhio, il bambino piccolo non se ne rende conto. Una individuazione precoce invece è molto importante perché se scoperta durante il periodo di sviluppo del sistema visivo, l'ambliopia può essere trattata con buoni risultati che sono tanto migliori quanto più il bambino è piccolo. Poiché l'ambliopia è dovuta al fatto che l'occhio migliore inibisce lo sviluppo dell'altro occhio, esiste un semplice test che il genitore può effettuare per capire se ulteriori indagini vanno fatte con celerità. Provate a coprire con la mano, alternativamente, prima un occhio del bambino e poi l'altro: se il bambino reagisce in maniera molto differente alla copertura di un occhio rispetto alla copertura dell'altro (per esempio spostando la testa o provando fastidio), ci potrebbe essere un sospetto di visione differente tra i due occhi, che alla lunga potrebbe causare un'ambliopia. 3

4 QUANDO EFFETTUARE I CONTROLLI OCULISTICI PREVENTIVI Generalmente viene effettuata una prima visita a tutti i neonati con particolare riguardo ai soggetti ad alto rischio genetico e nei prematuri di basso peso, prima che vengano dimessi dai reparti di maternità. In seguito i controlli sono demandati all'iniziativa: di pediatri e genitori. Dato il progressivo sviluppo del sistema visivo è consigliabile una visita entro il primo anno se c è una familiarità per difetti visivi o malattie oculari e\o tra il secondo e terzo anno di età, periodo che spesso coincide con l'ingresso nella Scuola Materna; tale controllo di solito è mirato anche alla ricerca di eventuali difetti visivi (miopia, ipermetropia, astigmatismo),alterazioni della motilità oculare (strabismo, nistagmo) e dell ambliopia (quando, uno dei due occhi che vede molto meno dell'altro, viene parzialmente escluso dalla visione). La tempestività diagnostica è fondamentale perché in questa fascia di età il sistema visivo appare ancora molto "plastico" e pertanto in grado di recuperare eventuali difetti. È consigliabile anticipare il momento della visita oculistica nel caso in cui i genitori notino particolari comportamenti del bambino, quali lo strizzare gli occhi quando guarda lontano, la chiusura di un occhio quando guarda la luce, l'inclinazione o rotazione della testa, fastidio per luce intensa o sfregamento frequente degli occhi, arrossamento e lacrimazione. Sarebbe opportuno comunque un controllo ai cinque -sei anni di età, quando il bambino inizia il ciclo scolastico. In questo periodo risulta particolarmente significativo il ruolo di genitori e insegnanti che devono essere vigili e non devono esitare a consultare gli esperti se il bambino ha difficoltà a vedere alla lavagna, si stanca eccessivamente a leggere, si rifiuta di leggere, accusa un evidente ritardo rispetto agli altri nella lettura, lamenta mal di testa. 4

5 SCUOLA E BAMBINI Sempre di più l'attività scolastica viene considerata un vero e proprio lavoro. Il processo di apprendimento può essere condizionato dal manifestarsi di ametropie (condizioni in cui l'immagine di un oggetto non va a fuoco sulla retina) quali: - l'ipermetropia che rende difficile la lettura e può causare problemi di apprendimento per l'eccessivo impegno visivo che richiede - l'astigmatismo che fa offuscare le lettere, può procurare disagi nell'apprendimento anche se la visione si mantiene buona - la miopia che fa vede(e male da lontano e quindi la lavagna ) Altri fattori esterni possono influire su un eventuale stress visivo nel bambino: - eccessiva vicinanza al testo di lettura e al quaderno: la giusta distanza non deve essere inferiore a cm - posizioni scorrette tenute durante le attività da vicino: il bambino che impara a leggere e a scrivere deve assumere una posizione che gli consenta di mantenere la focalizzazione simultanea degli occhi con la massima efficacia e per lungo tempo, coordinando insieme anche la mano che scrive, la testa, il collo, la schiena e tutto il corpo. In tal senso rivolgete sempre attenzione a posizioni che comportano una distanza dei due occhi asimmetrica rispetto al piano di lavoro - luci abbaglianti o troppo scarse o posizionate erroneamente: occorre rendere uniforme l'illuminazione sulla superficie del piano di lavoro, utilizzando due fonti luminose poste in posizioni differenti, o trovare il giusto equilibrio fra la luce naturale e quella artificiale che dovranno integrarsi per ottenere livelli di contrasto non troppo dissimili fra loro. Importante è porre attenzione affinché la testa del bambino non proietti la propria ombra all'interno del piano di lavoro 5

6 - lunga permanenza davanti al computer e alla TV: se utilizzati in modo corretto, computer e TV non comportano alcun effetto negativo. Ovviamente è necessario seguire alcune norme basilari, come osservare lo schermo TV da idonea distanza (almeno 2-3 metri), rispettare adeguate condizioni di illuminazione e soprattutto non trascorrere interi pomeriggi di fronte al video. Segnaliamo che, a volte, la tendenza che i bambini hanno ad avvicinarsi al video, non è tanto legata ad una eventuale carenza visiva, ma alla voglia di "immergersi" nel mondo fantastico del programma che stanno seguendo. È inoltre indispensabile che il bambino si dedichi anche ad altre importantissime attività come l'esercizio fisico e sviluppi altre funzioni fondamentali come la vita di relazione. La TV e il computer non devono pertanto occupare eccessivamente la giornata del bambino. SE IL BAMBINO NON VEDE BENE Una volta individuato il problema visivo è necessario intervenire in maniera adeguata sempre tenendo presenti le esigenze del bambino, sia che la scelta ricada sugli occhiali sia che si decida di utilizzare anche le lenti a contatto ove l'attività motoria lo richieda e le indicazioni lo consentano. L'esigenza che il bambino debba portare gli occhiali, deve essere vissuta in modo sereno dai genitori: in tal modo sicuramente anche il bambino la avvertirà come un fatto del tutto normale. Per essere veramente efficaci è importante che gli occhiali siano ben accettati dal bambino. Infatti se il bambino non si sente a proprio agio farà di tutto per non portarli. Gli occhiali devono diventare invece un oggetto familiare, un compagno di giochi e di studi inseparabile e indispensabile. Consigli, conoscenze tecnologiche, esperienza sono a disposizione di voi genitori per darvi tutta la sicurezza che cercate. Tranquillità per voi e, per il vostro piccolo tanti modelli dai mille colori, studiati ad hoc per garantire prima di tutto sicurezza e comfort. 6

7 LA PROTEZIONE VISIVA DEI BAMBINI DALLE RADIAZIONI SOLARI L esposizione al sole, specie se prolungata può indurre sui nostri occhi effetti nocivi, a breve e a lungo termine. Anche i bambini sono ugualmente esposti all'azione nociva delle radiazioni. I genitori che giustamente si preoccupano di salvaguardare la pelle dei propri bambini, ancor più devono porre attenzione alla protezione dei loro occhi. Anche i bambini, quindi, dovrebbero indossare occhiali da sole in montagna, al mare o comunque quando la luce solare è molto intensa. Caratteristiche: gli occhiali per i più piccoli devono essere robusti ma leggeri, confortevoli e senza parti spigolose (oppure adeguatamente protette da coperture speciali). Le lenti devono essere ovviamente infrangibili, con caratteristiche protettive e di assorbimento della luce adeguate a secondo della situazione di utilizzo ed assicurare un campo visivo ampio e regolare, in modo da coprire sufficientemente l'occhio. Per coloro che hanno bisogno di lenti graduate possono essere consigliate delle lenti fotocromatiche, in materiale plastico, che oltre a consentire una buona visuale cambiano spontaneamente l intensità della colorazione adattandosi alle diverse condizioni di luminosità in cui si trova il bambino. La scelta della montatura è altrettanto importante. Deve essere assolutamente anatomica e adattabile al viso del bimbo, permettendo così un ottimo appoggio sul naso e sulle orecchie. Le aste quindi, pur mantenendo ben fermi gli occhiali sul viso, non devono premere contro le tempie o sulle orecchie. Devono essere di materiale morbido, indeformabile, anallergico e con colorazioni atossiche. Per i più piccoli ne esistono alcune versioni legabili dietro, in modo che rimangano stabili sul viso. 7

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