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2 C) La psicologia del ragazzo in sovrappeso/obeso che vede frequentemente frustrati i tentativi di porre rimedio con l attività fisica al sovrappeso per l incapacità di sostenere il lavoro che gli viene proposto, o peggio per la derisione dei compagni. L adolescente obeso presenta facilmente un cattivo adattamento sociale che si riflette nell allontanamento dal gioco sia per le proprie difficoltà fisiche, sia per il confronto con i coetanei. Pertanto il supporto psicologico di cui il soggetto necessita deve fargli tendere a ricercare, con il gioco e l attività fisica, anche la socialità. In una società rivolta a esaltare il culto dell aspetto fisico inteso solo come bellezza esteriore e non come la ricerca di uno stato di buona salute, già un adulto obeso rischia di sentirsi a disagio, e ricorre molto spesso a ogni rimedio miracoloso per smaltire il grasso in eccesso, figuriamoci un bambino, o un ragazzo in piena fase puberale, che viene sbeffeggiato dai compagni ad ogni occasione. Tutto ciò lo porta a isolarsi dai giochi ricreativi, in cui non riesce bene, e ad avvicinarsi ad attività sedentarie (televisione, computer), nelle quali, riuscendo a prevalere, trova soddisfazione e gratificazione. Con la crescita, l attività fisica sarà sempre più vista come un impegno troppo gravoso per lui e quindi non consono alla sua natura. In questo modo l efficienza fisica peggiorerà sempre di più in età adulta e lo esporrà alle malattie degenerative di cui sopra. Sarà quindi buona regola non chiedere al ragazzo un attività fisica troppo intensa o tecnicamente impossibile per lui al momento attuale, i cui mediocri risultati lo scoraggerebbero, né bisogna consigliare da subito sport di squadra a cui non è abituato o troppo tecnici, richiedenti un elevata intelligenza motoria, o esasperatamente competitivi, per evitare di coprirlo di ridicolo di fronte ai compagni. E bene quindi incoraggiarlo o a continuare la pratica di ciò che già svolge, vedendo se c è da modificare qualcosa nell approccio, o stimolarlo ad iniziarne una, QRQ LPSRUWDTXDOHGDOSXQWRGLYLVWDGHOOD ULFKLHVWDPHWDEROLFDRGHOGLVSHQGLRHQHUJHWLFR, basta che gli piaccia e gli dia soddisfazioni. L attività fisica regolare è universalmente riconosciuta come un cardine dell approccio al trattamento del sovrappeso in soggetti di qualsiasi età, particolarmente nell età evolutiva. Solo l aumento dell attività fisica non è però sufficiente. Sappiamo che migliora alcuni aspetti del metabolismo glucidico e lipidico, favorisce il corretto sviluppo di un organismo in crescita, ma bisogna tenere conto che il sovrappeso e l obesità in particolare sono l espressione di una sindrome multifattoriale (si parla di una vera e propria VLQGURPHLSRFLQHWLFD, la quale inizia ad interessare non solo più gli adulti obesi, ma anche gli adolescenti obesi) che deve essere curata in più direzioni, sia dal punto di vista alimentare che dal punto di vista del supporto psicologico. Quindi: aspetti fisiologici e di attività fisica, alimentari, psicologici, familiari. L aspetto IDPLOLDUH è molto importante: geneticamente da genitori obesi è molto più probabile avere dei figli in sovrappeso, ma è anche lo stile di vita a giocare un ruolo fondamentale: secondo le nostre ricerche meno della metà dei genitori dei ragazzi esaminati praticano o hanno praticato attività fisico-sportiva con costanza. Aggiungiamo l aspetto sociale legato alla mancanza di spazi e di tempi adeguati, nonché di sicurezza nel frequentare luoghi all aperto, e vediamo come il ragazzo sia sempre più confinato in spazi chiusi e più sicuri, cioè in casa davanti alla televisione o ai videogames mentre i genitori sono magari entrambi al lavoro. Alcuni studi tendono a dimostrare come l attività fisica nel soggetto sovrappeso sia ridotta, con un conseguente minor dispendio energetico: in particolare mediante particolari tecniche cinematografiche è stato osservato che anche durante lo svolgimento dell esercizio stesso le fibre muscolari del soggetto obeso si contraggono più lentamente e sono coinvolte in minor numero. Di qui la conclusione che globalmente un soggetto sovrappeso consuma in media meno energia di un normopeso.

3 D altra parte altre ricerche hanno dimostrato i limiti dell incremento del consumo energetico mediante l esercizio. Infatti, non riuscendo a mantenere per periodi di tempo sufficientemente prolungati un intensità di esercizio tale da assicurare un rilevante aumento del dispendio energetico, risulta del tutto sconveniente l adozione di programmi di attività fisica intensiva. Altri Autori, al contrario, sostengono che se l attività fisica viene ridotta al minimo, diventa difficile assicurare con la sola dieta uno sbilanciamento in negativo dell apporto calorico senza rischiare danni metabolici. Inoltre l obesità stessa limita anche l attività fisica spontanea (non solo quella in corso di esercizio programmato, cioè fisico-sportiva), e quindi si crea un circolo vizioso. Bisogna prima di tutto sottolineare che per attività fisica si intende il normale uso del nostro corpo nelle sue funzioni dinamiche, e non un attività intensa di tipo agonistico. Se è vero che O DWWLYLWj ILVLFDVSRQWDQHD da sola non può esercitare un effetto straordinario sul calo ponderale, ciononostante ULPDQHLOFDUGLQHHVVHQ]LDOHHGLUULQXQFLDELOHGLTXDOVLDVLSURJUDPPDGLDWWLYLWj ILVLFDPLUDWDDFRUUHJJHUHOHVLWXD]LRQLGLVRYUDSSHVR L esercizio fisico infatti aiuta a negativizzare il bilancio calorico, aumenta la termogenesi indotta dagli alimenti, riduce la pressione arteriosa, riduce la perdita di tessuto magro (muscolo) esercitando un risparmio del tessuto proteico a scapito della riserva adiposa, migliora il profilo lipidico, aumenta il metabolismo basale, migliora la funzionalità coronaria. Il discorso del risparmio di tessuto magro merita un approfondimento, in quanto si è visto che negli obesi dimagriti la richiesta energetica tende a essere ridotta rispetto a quanto si verifica nel soggetto magro, da cui il rischio evidente dell effetto elastico della dieta se non aumentiamo il dispendio con l attività fisica. Un altro problema sempre in agguato connesso alla dieta ipocalorica è la perdita di tessuto magro (muscolo), specialmente nel caso di diete ipocaloriche sbilanciate o troppo restrittive o condotte in modo erroneo (saltare i pasti è l errore più grosso che si possa fare): nel soggetto sovrappeso le restrizioni drastiche con un metabolismo basale già basso in partenza e ridotta spesa energetica provocano l effetto esattamente opposto: le poche calorie introdotte vengono immagazzinate come riserva nel tessuto adiposo e il restante disavanzo energetico viene sottratto al tessuto magro (l organismo brucia proteine e perde muscolo). E facilmente intuibile il danno che si può creare in un adolescente, che ha bisogno di costruire il proprio corpo e non solo di dimagrire. Pertanto il fattore importante da tenere costantemente presente sono gli obiettivi: nel trattamento del sovrappeso in età evolutiva, non sempre si ha come meta la perdita del peso in eccesso: piuttosto è fondamentale bloccare o rallentare l aumento ponderale a carico della massa grassa, così da mantenere lo stesso peso o meglio modificare la composizione corporea, in modo da arrivare nel giro di qualche anno al raggiungimento del peso ideale. Recenti studi prospettici condotti da un equipe americana su un gruppo di adolescenti in sovrappeso del 20% rispetto al peso ideale (il limite comunemente accettato tra sovrappeso e obesità), hanno dimostrato che con tale metodo associato ad una corretta attività fisica, il raggiungimento del normopeso avveniva nel giro di 1-2 anni. La dieta dovrà quindi essere bilanciata ed avere un modesta restrizione calorica, con limitazione importante invece per quanto riguarda l apporto di grassi animali saturi e colesterolo, riduzione delle proteine animali, riduzione dei carboidrati semplici (dolciumi e bibite) e degli alimenti raffinati (che sono ricchi di grassi animali, zuccheri e poveri di fibre).

4 Passando ora a parlare delle diverse attività fisiche e delle modalità di svolgimento consigliate, è bene precisare innanzitutto che il grado di utilità è strettamente correlato alla quantità di energia che il soggetto in sovrappeso spende per tale attività, dipendente a sua volta da molti fattori, tra cui: A) Peso ed età B) Livello di intensità, tipo e durata dell esercizio C) Condizioni climatiche in cui esso viene svolto D) Grado di allenamento / abitudine a svolgere già altre attività fisiche e di quale tipo Si può calcolare il dispendio energetico di un attività specifica con il calcolo dei MET Sappiamo che per bruciare le sostanze energetiche serve l ossigeno (è per questo che respiriamo). Stando a riposo il consumo di ossigeno di un organismo è 3,5ml/kg/min che si abbrevia con MET. Nelle varie attività fisiche, a seconda della loro intensità, si usa definire il dispendio calorico, cioè il loro costo energetico, in termini di multipli di questo MET. Ad esempio, camminare in piano a 5km/h richiede un consumo di ossigeno (usato per bruciare le sostanze energetiche che servono a compiere quel lavoro) di 10,5ml/kg/min, cioè 3 MET. Il costo dello sci di fondo a 8km/h è di 9 MET, il costo dello sci di fondo competitivo (es. a 20km/h) è 17MET, e così via a seconda dello sport. Quindi: 3,5ml di ossigeno (1MET) x 17 x 70kg di peso (ad esempio), x 60 (1ora) = 250 litri di ossigeno/ora consumati da quell organismo. Sapendo che 1 litro di ossigeno nel bruciare i carboidrati ha un valore calorico di 5kcal (cioè sviluppa 5 kcal), moltiplicando 250 x 5 otteniamo 1250 kcal che è il dispendio energetico di 1 ora di sci di fondo competitivo. Il calcio non agonistico costa 8MET, che equivale circa a 500 kcal/ora per un soggetto sempre di 70kg, il jogging alternato al passo (ottimo metodo di attività aerobica nel ragazzo sovrappeso) costa 6MET, che equivale a circa 400 kcal, e così via. Il fabbisogno giornaliero di un ragazzo dall età preadolescenziale (10aa) fino ai 18 anni e che pratica una attività fisico-sportiva normale varia tra le 2000 e le 2800 kcal. Considerando come attività fisica normale una spesa energetica di 14-20kcal per Kg di peso corporeo (da 980 kcal minimo a 1400 kcal max sempre per il nostro cicciotello di 70 kg), scopriamo che questo dispendio energetico corrisponde pressappoco a 3 v/settimana di jogging (alternato o meno al passo) per 1 ora consecutiva ogni seduta. Due considerazioni: quanti ragazzi in sovrappeso eseguono un programma trisettimanale regolare di questo tipo, e soprattutto quanto incide un spesa di 1400 kcal max a settimana su un apporto totale di 2500 kcal giornaliere medie x 7 giorni = kcal (e un soggetto obeso ne assume sicuramente di più)? La risposta è l 8% del totale, che non è molto, in effetti. In aggiunta l analisi della percentuale di tessuto adiposo in preadolescenti di Torino sedentari e praticanti un attività sportiva non ha mostrato differenze significative nella composizione corporea. Questo non vuol dire che l attività fisica non serva, ma semplicemente che l attività fisica dedicata, cioè programmata anche 1ora per 3 volte alla settimana non è sufficiente a garantire un dispendio energetico sufficientemente elevato, specialmente quando la si consideri con finalità terapeutiche o preventive in soggetti con abitudini alimentari scorrette. In effetti diversi ricercatori hanno posto l accento sulla necessità che un esercizio di tipo aerobico (nuoto, corsa, ciclismo, ecc) venga svolto giornalmente per non meno di 30 minuti ad un intensità pari al 60% del VO2max (massimo consumo di ossigeno) o al 60% della frequenza cardiaca corrispondente a quella registrata al VO2max. E tanto più importante rispettare questi parametri quanto più si va verso l adolescenza, in cui comincia a svilupparsi un metabolismo di tipo aerobico il quale, con lo sviluppo della UHVLVWHQ]DDHURELFD, favorisce l utilizzo dei grassi corporei come substrato energetico.

5 Altri Autori affermano che per uno sviluppo funzionale ottimale dell adolescente sia necessaria almeno 1 ora al giorno di attività fisica che comporti, non continuativamente, circa 20min di frequenza cardiaca superiore al 70% della frequenza massimale. I nostri dati derivanti dall analisi dell efficienza cardiovascolare di adolescenti praticanti un attività agonistica trisettimanale, confrontati con ragazzi praticanti generica attività fisica amatoriale con frequenza di 5 giorni alla settimana, rivelano doti aerobiche più alte a carico di questi ultimi, il che dimostra non essere tanto l intensità (intesa anche come agonismo, quindi) quanto la TXDQWLWj dell attività a creare benefici all organismo. Di qui due orientamenti per l avviamento all attività fisico-sportiva nel ragazzo sovrappeso: da una parte un attività specifica, dedicata, intensiva ma tenendo conto delle possibilità fisiche e tecniche del soggetto e delle sue preferenze, da praticare almeno tre volte alla settimana, QRQ LPSRUWDTXDOH HVVDVLD, specialmente in età preadolescenziale; dall altra praticare un attività fisica moderata WXWWLL JLRUQL che prescinda da un attività sportiva specifica: andare e tornare da scuola a piedi, andare a fare la spesa, fare dei lavori in casa, ecc. Questo orientamento è suffragato dal riscontro che il compiere alcune attività manuali quotidiane della vita a cui le popolazioni di città non sono più abituate (spostarsi a piedi, coltivare un orto, falciare il prato), ha la stessa azione preventiva nei confronti delle malattie cardiovascolari e dell obesità di un attività sportiva specifica. Raggiunta l età adolescenziale (dai 16anni in su) si potrà affinare molto di più il tiro sviluppando la cosiddetta FDSDFLWjDHURELFROLSLGLFD, e quindi consigliando e programmando XQ DWWLYLWj SUHYDOHQWHPHQWHDHURELFDGLIRQGROHQWRPHGLR dopo aver determinato (anche con metodi più sofisticati, quali l analisi dei gas espirati, ad esempio) la soglia anaerobica del soggetto e aver di conseguenza fornito adeguate indicazioni di allenamento (es jogging o ciclismo o camminata veloce o sci di fondo o nuoto) mantenendo per almeno un ora una fc inferiore del 20-30% a quella di soglia. La conclusione di questa breve esposizione è che, se non possediamo l attività fisico sportiva miracolosa specifica per il trattamento del soggetto in sovrappeso (specialmente in età evolutiva), dobbiamo puntare sulla TXDQWLWjGHOPRYLPHQWR, ottenendola in qualsiasi modo (il gioco, un attività manuale quotidiana, uno sport qualsiasi individuale o di squadra, le attività sociali tipo scout-oratorio-ecc), e soprattutto curare l aspetto alimentare senza diete personali o prestate dalla vicina magari 50enne grande obesa pensando che la sua dieta valga anche per il proprio figlio di 10 anni, ma affidandosi ad un nutrizionista esperto. Da ultimo vorrei sottolineare il valore fondamentale della scuola dell obbligo: l ora di educazione fisica settimanale può far ben poco da questo punto di vista: bisognerebbe che tutti questi dati scientifici venissero recepiti dalle autorità e fosse introdotto un programma di attività fisica almeno trisettimanale a partire dalle elementari. Il secondo aspetto di enorme importanza è nutrizionale: con il tempo pieno l opportunità di fare educazione ad un corretta alimentazione, sia in modo pratico attraverso le mense, sia in modo teorico attraverso un programma di lezioni di igiene alimentare, è enorme.

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