RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA

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1 Proposta di variante al PRG del Comune di Fano (Approvato con D.C.C. n.34 del 19/02/2009) Stralcio dall elenco degli edifici di valore storico e architettonico (art.59 delle NTA) dell ex casa colonica Sita in Località Cannelle Scheda S51N07 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA La proprietà Berloni Cesare Mercanti Maria Teresa Il tecnico Arch. Michele Tonci Ottieri della Ciaja (iscritto all'albo degli Architetti di Roma con n 6237)

2 INDICE degli argomenti 1. PREMESSA INQUADRAMENTO URBANISTICO DELL EDIFICIO LA CASA CONTADINA DELLA PROVINCIA PESARESE Origine delle trasformazioni delle case rurali RIFERIMENTI NORMATIVI Piano Paesaggistico Ambientale Regionale Approvato con Deliberazione Amministrativa n.197 del Legge Regionale 8 marzo 1990, n.13 Norme edilizie per il territorio agricolo Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Fano Art Edifici di valore storico e architettonico QUADRO STORICO-EVOLUTIVO DELL EDIFICIO STATO DI FATTO DELL IMMOBILE CONCLUSIONI...25 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI...27

3 1. PREMESSA Il presente documento è stato elaborato al fine di documentare l attuale stato di conservazione di un edificio sito in Comune di Fano in Località Cannelle, a confine con il Comune di Cartoceto. Per l edificio in questione, identificato dalla scheda S51N07 nello studio denominato Censimento dei manufatti extraurbani (Maggio 2000) facente parte degli studi propedeutici alla redazione del PRG del Comune di Fano, gli interventi ammessi sono disciplinati dall art.59 delle NTA, in quanto inserito nell elenco degli edifici di valore storico e architettonico (documento allegato alle NTA). Nel documento di cui sopra ogni edificio è stato catalogato mediante una scheda descrittiva contenente i dati identificativi (Località, Foglio e particella catastale), almeno due viste significative delle facciate esterne, che ne mettono in evidenza i caratteri di peculiarità e/o di degrado, l epoca di costruzione, la destinazione d uso, ricostruendone sinteticamente le fasi costruttive attraverso lo studio dei catasti storici (Catasto Pontificio e Catasto di primo impianto 1927) fino ai nostri giorni. In merito all immobile in esame, dalla scheda si evince che l edificio già presente nelle planimetrie del Catasto Pontificio ha subito nel corso degli anni alcune modifiche, come verrà meglio specificato nei capitoli seguenti, conservando tuttavia pressoché inalterate e ben riconoscibili le caratteristiche tipologicoarchitettoniche della casa contadina presente nelle campagne fanesi, realizzate nel XVIII secolo, fino a pochi mesi fa quando, quando a causa dello stato di abbandono e per effetto del tempo e degli agenti atmosferici ha raggiunto il suo massimo stato di degrado apparendo fatiscente e per buona parte crollato. 1

4 Rispetto al fabbricato inserito nell elenco degli edifici di valore storico e architettonico (e precedentemente nel Censimento dei manufatti extraurbani ) descritto dalla Scheda S51N07 che ne metteva già in evidenza lo stato di abbandono e di degrado, attualmente ci si trova di fronte ad un organismo edilizio completamente diverso, che nella sua attuale consistenza risulta ancora, anche se in modo parziale, architettonicamente e tipologicamente leggibile, in quanto risultano conservate parte delle murature perimetrali, e si è mantenuta traccia della copertura in misura tale da assolvere funzioni di delimitazione, mentre non sono più identificabili in sito le capanne laterali. Dalla descrizione dello stato di fatto del manufatto risulta evidente che si ha necessità di mettere in atto una serie di interventi urgenti (come ad esempio la demolizione e successiva ricostruzione, classificabili ai sensi della vigente normativa in materia edilizia come interventi di ristrutturazione) volti allo stesso tempo alla messa in sicurezza dell area e al recupero dell edificio stesso attualizzandone la destinazione d uso nel rispetto della tradizione rurale. Tuttavia occorre precisare che per i fabbricati classificati dal vigente PRG come edifici valore storico e architettonico, ai sensi dell art.59 delle NTA del PRG, non è consentita la demolizione, ma soltanto il restauro conservativo. Per tutto quanto sopra, appare opportuno e ampiamente giustificabile lo stralcio della ex-casa colonica oggetto del presente studio, dall elenco degli edifici di valore storico e architettonico in modo da consentirne effettivamente il recupero e la riabilitazione altrimenti impossibile o comunque molto difficoltoso soprattutto per quanto attiene gli aspetti statico-strutturali. Nel caso in cui la richiesta di stralcio venga accolta, verrà redatto opportuno progetto per la ristrutturazione dell edifico, che potrà prevedere la demolizione con fedele ricostruzione, nel rispetto delle vigenti normative di settore (quali normativa sismica e contenimento dei consumi energetici) in modo da riqualificare l area ricostruendo l edifico sulla base dei dati raccolti nella presente relazione, in relazione alla tipologia architettonica peculiare dei luoghi, in modo che si inserisca armoniosamente nel contesto circostante considerando l originaria funzione. 2

5 2. INQUADRAMENTO URBANISTICO DELL EDIFICIO L edificio in esame, sito in territorio medio collinare del Comune di Fano, in Località Cannelle a confine con il Comune di Cartoceto, risulta censito al N.C.E.U. al Foglio 97 mappale 282 sub.1 (Figura 1). Il vigente Piano Regolatore comunale classifica l area su cui ricade il fabbricato come Zona agricola - E1 (art.55 NTA). In particolare come si evince Figura 1 - Stralcio della planimetria catastale dalla Figura 2, l edificio è inserito nell elenco Allegato alle NTA del PRG relativo agli edifici di valore storico e architettonico per i quali gli interventi ammessi sono disciplinati dall art.59 delle NTA. Confine comunale COMUNE DI CARTOCETO Figura 2 - Stralcio della TAV.16 - Scala 1:5.000 del PRG vigente 3

6 Il fabbricato è identificato dalla Scheda S51N07 (Figura 3) relativa al Censimento dei manufatti extraurbani redatto dal Comune di Fano (Maggio 2000) ai sensi dell art.15 della Legge Regionale 8 marzo 1990, n.13 - Norme edilizie per il territorio agricolo. Figura 3 - Scheda S51N07 (Allegato alle NTA del PRG- art.59 edifici di valore storico e architettonico ) 4

7 Nel paragrafo che segue, attraverso l analisi del territorio rurale, verranno descritti e sintetizzati gli elementi di peculiarità caratterizzanti le case coloniche marchigiane con particolare riferimento a quelle presenti sul territorio pesarese. L insediamento storico di matrice agricola costituisce, infatti, una delle componenti fondamentali che contribuisce a caratterizzare i paesaggi rurali tradizionali. Esso può assumere varie forme, tipi e funzioni nel paesaggio, essendo correlato alle diverse culture, significati, tecniche costruttive ed economie locali, ma in generale, questo diffuso patrimonio architettonico e urbanistico rappresenta una testimonianza fondamentale del rapporto armonico tra l attività umana e l ambiente che caratterizzava il mondo premoderno e le economie agricole. Ha pertanto un valore inestimabile e insostituibile per la salvaguardia della nostra identità storicoculturale. Gran parte di questo patrimonio, soprattutto quello dislocato nelle aree montane e collinari più interne, è stato abbandonato dai suoi abitanti in conseguenza del declino delle economie agricole e silvo-pastorali, versando in condizioni di elevato degrado. Le informazioni raccolte, pertanto costituiranno la base di partenza per la redazione del progetto di recupero e/o ristrutturazione, qualora ammessa, del fabbricato, in cui si dovrà necessariamente tener conto del contesto storico di origine in modo da non introdurre elementi in contrasto con il paesaggio, cercando, compatibilmente con la destinazione d uso, di recuperare e reinserire gli elementi che contraddistinguono l edificazione rurale. 3. LA CASA CONTADINA DELLA PROVINCIA PESARESE Se si viene per la prima volta nella nostra regione, specie da nord o da sud della costa adriatica, ciò che immediatamente salta all occhio sono i dolci e verdi pendii che discendono verso il mare. Ad un ulteriore colpo d occhio, di queste dolci colline si nota la geometria, i quadrati e rettangoli, dovuti alle diverse coltivazioni, che salgono e scendono e vengono marcati o interrotti da filari di querce e di vigne, fossi canneti, macchie di uliveti. Lasciando la strada principale e addentrandosi in qualche stradina di campagna, si entra direttamente in contatto con il paesaggio rurale marchigiano caratterizzato da grandi alberi di olivi, reticolati che fanno da spartiacque tra i campi arati e i pochi pascoli presenti sul territorio e di lato o sullo sfondo dalla presenza della casa rurale. Provando infatti ad inseguire con lo sguardo i solchi arati, partendo dalla valle, per risalire su verso i crinali, si nota subito che sulla sommità è sempre presente la 5

8 casa colonica, che domina il podere. Le case rurali presenti sulle colline sono distribuite uniformemente ed è raro trovare poderi senza casa. La casa rurale, oggi per lo più abbisognosa di restauro, rappresenta la cultura marchigiana, inquadrandosi come testimonianza dei rapporti che intercorrevano in famiglia, della famiglia come perno economico e sociale della vita quotidiana, degli stili di vita, delle sue regole e gerarchie che riflettevano le regole e le gerarchie della società marchigiana e più in generale del centro Italia. La casa rurale isolata, sviluppatasi intensamente a partire dal XVI secolo, assume una varietà di tipologie, in ragione del contesto ambientale, delle risorse agricole disponibili, della condizione sociale e dei modi di vita di chi vi abitava, fattore, mezzadro o piccolo proprietario. Riprendendo le considerazioni condotte da Nando Cecini nel Volume Paesaggio agrario e architettura rurale nella Provincia di Pesaro e Urbino che a sua volta rimanda agli studi di Ferdinando Morozzi e Lucio Gambi, si può affermare che la casa contadina presente nelle campagne pesaresi è riconducibile alla casa di tipo italico, diffusa nell ambito della cosiddetta società mezzadrile a partire dal XVIII secolo. Per descrivere i fabbricati rurali nelle loro forme più ricorrenti nelle campagne pesaresi, occorre tener presente che, nonostante gli schemi generali, raramente si trova una casa uguale ad un altra, pur essendo simili negli elementi principali. La casa colonica è, costituita da un corpo principale, con scale sia interne che esterne, da piano terra, primo piano ed eventuali soffitta e capanna. Tali edifici coperti in genere da un tetto in legno a due falde, con manto in coppi, ha dimensioni variabili, orientativamente, da un minimo di dieci metri di lunghezza e sei di larghezza ad un massimo di venti metri di lunghezza e dodici di larghezza. In questo tipo di casa, il piano terra è destinato fondamentalmente al ricovero degli animali, degli attrezzi agricoli ed alla cantina che occupava in genere la parte più fresca della casa, al contrario della stalla che era posizionata solitamente nella zona più calda. Agli attrezzi agricoli era destinata la parte centrale degli edifici maggiori, oppure una capanna in aderenza alla casa. Nelle case più grandi la capanna costituiva un annesso a parte, a volte di dimensioni considerevoli, destinato al ricovero dei vari attrezzi agricoli, a pollaio e porcile, ed al forno. 6

9 Scendendo nel dettaglio, generalmente si osserva che la stalla era dislocata a ovest, le cantine a est, la porcilaia nel sottoscala, la cucina al primo piano al centro della casa, la camera del contadino sopra la stalla, a governare e controllare anche di notte il bene più grande di un podere: il bestiame. La distribuzione delle camere teneva conto delle diverse esigenze di chi le occupava. Nelle case coloniche, completamente assente era il bagno, surrogato dalla stalla o da un piccolo capanno esterno, spesso di canne, in prossimità del letamaio, che inizia a comparire invece a seguito di interventi successivi alla costruzione originale, eseguiti prevalentemente dopo la guerra negli anni cinquanta. Compaiono infatti in questo periodo quelle antiestetiche appendici esterne, di dimensioni ridotte. Il piano soffitta, se presente, veniva destinato a dispensa ed accumulo dei prodotti agricoli conservabili, per i quali, in mancanza di questo locale ci si doveva accontentare di una sopra scale a gradoni, con analoga funzione di dispensa. La conoscenza diretta di queste abitudini di vita, consentono di capire meglio anche le "abitudini" strutturali della casa dal momento che non sempre gli impianti originari si sono conservati fino ai nostri giorni. Infatti, più spesso negli anni sessanta e settanta, sono state effettuate modifiche distributive, funzionali e strutturali che, a volte, hanno snaturato l'organismo architettonico originario, con interventi discutibili anche dal punto di vista strutturale. Sulla base di ciò, al fine di progettare al meglio gli interventi edilizi sui fabbricati rurali è necessario esaminare seppur brevemente la casa dal punto di vista strutturale. Le fondazioni sono quasi sempre superficiali e costituite da muratura, non sempre di buona qualità, senza un cordolo in calcestruzzo, armato da ferri longitudinali e staffe, che comincia a trovarsi frequentemente solo nelle case costruite dopo il terremoto del Per quanto riguarda i materiali impiegati nella costruzione, il più diffuso è il mattone soprattutto nella zona litoranea e medio collinare. Le murature portanti, infatti, sono per lo più a tre teste (circa 45 cm) al piano terra, ed a due teste (circa 30 cm) ai piani superiori, ma si trovano spesso murature a sacco costituite da un paramento esterno ed uno interno con un riempimento realizzato per lo più con terriccio od altro materiale povero, in cui non sempre, paramento esterno ed 7

10 interno, venivano collegati da chiavi in muratura e quindi questi muri presentano spesso delle "pancie" staticamente preoccupanti. Le aperture per porte e finestre sono in genere piuttosto piccole: le porte sono larghe al massimo un metro (o poco più se a due ante), le finestre della stalla sono larghe circa 80 cm ed alte 50 cm, fatta eccezione per la porta del locale centrale delle case più grandi se serviva per il ricovero del "biroccio", o la porta delle cantine dimensionate per il passaggio delle botti più grandi anche se talvolta le stesse venivano costruite direttamente all'interno dei locali e non più rimosse. Dal XIII sec. in poi gli infissi sono in legno tenendo comunque presente che quasi sempre le finestre delle case coloniche erano prive di infissi esterni (sportelloni o persiane) e che la funzione di oscuramento era assicurata da tendine e battenti di legno posizionati internamente alle finestre, detti appunto "scuretti". La persiana (più raramente lo sportellone) era invece una prerogativa delle case rurali padronali,. Ritornando ai problemi strutturali un attenta analisi va fatta con riguardo ai vari orizzontamenti. Al piano terra tutti i pavimenti poggiavano in genere direttamente sul terreno. La cantina spesso aveva il pavimento in "battuto di terra" ed al più vi erano delle cunette in muratura per facilitare lo scolo dell'acqua per la pulizia delle botti e dei tini, mentre la stalla e gli altri locali accessori avevano pavimenti in mattoni. Nella stalla il pavimento delle lettiere era qualche centimetro più alto di quello della corsia di servizio; le stalle più grandi avevano due file di mangiatoie con un'unica corsia centrale di servizio e in questi casi, sono presenti colonne in muratura od in ghisa per limitare la luce delle travi del solaio. Solo raramente nelle case rurali sono presenti cantine e grotte e in questi casi, che spesso presuppongono una destinazione particolare dell'edificio originario, i locali interrati sono coperti da volte a botte a tutto sesto o a sesto ribassato, od anche a generatrice policentrica; le volte sono per lo più in muratura ad una testa con sovrastante riempimento in terra. Il solaio fra piano terra e primo piano, originariamente, aveva sempre un ordito principale costituito da travi di legno, poco lavorate, disposte ad un interasse di poco inferiore al metro, mentre l'ordito secondario, poteva essere realizzato o con tavolato in legno oppure con "filetti" di legno e "pianelle". I "filetti" di legno, larghi in 8

11 genere otto centimetri ed alti quattro, hanno un interasse di circa trenta centimetri e sostengono le "pianelle" in laterizio aventi dimensioni variabili da zona a zona, ma normalmente lunghe trenta centimetri, larghe quindici e spesse tre. Le pianelle, con una sigillatura spesso precaria, costituivano anche il pavimento del piano superiore, mentre sul tavolato veniva quasi sempre realizzato un pavimento in mattoni o pianelle; chiaramente il solaio con tavolato garantiva una migliore separazione fra piano terra e primo piano e quindi migliori condizioni igieniche. A volte però, fra piano terra e primo piano è possibile trovare solai in travi di ferro e voltine di mattoni, oppure travi in calcestruzzo precompresso e tavelloni in laterizio; nel primo caso può trattarsi di un rifacimento degli anni trenta o di una costruzione originaria se tutto l'impianto della casa è relativamente recente; nel secondo caso, invece, si tratta sicuramente di interventi degli anni sessanta e settanta quando molti vecchi solai in legno furono sostituiti con altri in calcestruzzo ritenuti (a volte a torto) migliori. Gli architravi di porte e finestre possono essere in legno oppure in mattoni ricorrendo a piattabande per piccole luci, o ad archi ribassati per luci maggiori. La presenza di architravi in calcestruzzo o in ferro è sinonimo di intervento successivo. Fra primo piano e soffitta (se presente) troviamo solai del tutto simili a quelli del piano inferiore, se la soffitta è praticabile. La copertura era in genere a due falde (coperture a quattro falde erano solitamente una prerogativa delle dimore padronali) con struttura costituita, come per i solai piani, da travi in legno, filetti e pianelle. Il manto che garantiva lo smaltimento dell'acqua piovana era costituito sempre da coppi e quasi mai erano presenti grondaie e discendenti. I cornicioni erano realizzati con tre o più file di mattoni sempre più aggettanti. Anche per i cornicioni esistono tipologie più ricorrenti di altre: ad esempio fra quelli a tre file di mattoni molto frequenti sono quelli che prevedono la fila centrale di mattoni disposti a 45 gradi rispetto al fronte della casa; altre volte si trovano cornicioni che ripropongono modelli ripresi dai cornicioni dei palazzi dei proprietari nei paesi e città di loro provenienza: si trovano pertanto cornicioni a "dentelli" 9

12 costituiti anche da sette od otto file di mattoni. Cornicioni in legno od altri materiali sono piuttosto rari. I comignoli sono realizzati prevalentemente in mattoni e coppi. Facendo riferimento al territorio pesarese occorre ricordare che nel secolo XVIII trovarono largo sviluppo le costruzioni rurali cosiddette di influenza romagnola [1], soprattutto nelle zone comprese tra il Montefeltro, l alta e la bassa valle del Foglia, con un accentuata presenza sulle colline litoranee di Pesaro fino oltre Fano, allo sbocco della valle del Metauro. La casa rurale cosiddetta di tipo romagnolo, presenta la parte destinata ad abitazione giustapposta in parte al rustico, caratterizzandosi esternamente per la presenza lungo tutta la facciata di una tettoia, sorretta verso il centro da uno o due pilastri e poggiante alle due estremità su muri. Sotto tale tettoia si trova la loggia in cui si aprono le porte della stalla, della cantina e al centro dell abitazione. Alle estremità di tali fabbricati si trovano da un lato il forno e dall altro il pollaio e talvolta un ripostiglio. La porta dell abitazione immette in un piccolo atrio dal quale si accede da una parte alla stalla e dall altra alla cucina. Un unica rampa di scale porta ad un pianerottolo sul quale si aprono le porte di due camere dalle quali si passa ad altri ambienti e al magazzino. Ai lati dell edificio talvolta si trovano appoggiati uno o due capanni in muratura. Tale tipologia, dotata di ampia tettoia frontale sporgente ricoprente la loggia è tipica della bassa valle del Foglia e si distingue come vedremo di seguito da un altra tipologia tipica del territorio fanese. In particolare Mori [4] descrive che via via che ci si allontana dal confine settentrionale questo tipo romagnolo si modifica alquanto soprattutto perché pur rimanendo fondamentalmente invariata la struttura dell edificio, che continua ad avere la cucina al piano terreno, viene a mancare la tettoia frontale. Gli esemplari migliori di questo tipo si trovano nel territorio di Fano.Questa varietà fanese che ha dunque qualche affinità col tipo romagnolo, consta di edifici molto semplici e di dimensioni varie, in relazione al numero dei membri della famiglia. Essi sono a pianta rettangolare, più raramente quadrata, costruita per lo più in mattoni, talvolta coperti da intonaco e con tetto a due spioventi. Il piano terreno è occupato dalle stalle, cantina e cucina, e il piano superiore, cui si accede da una scala centrale interna, dalle altre stanze dell abitazione e dal magazzino, in cui in primavera si sistema anche la bigattiera dato che in tutta la zona si alleva intensamente il baco da 10

13 seta. L ovile può anche mancare poiché l allevamento ovino non viene praticato gran che per la mancanza di pascoli, essendo tutta la bassa valle del Metauro sistemata a cultura intensiva. Appoggiato a un lato della casa c è il capanno in muratura il cui fondo è occupato dal forno. 3.1 Origine delle trasformazioni delle case rurali La casa rurale ha rappresentato l espressione più viva della civiltà contadina nel corso dei secoli nelle Marche. Il contadino, a partire dal XVII sec. la utilizza come sua dimora stabile assieme alla sua famiglia che lo aiuta nella coltivazione del podere. Il podere non è suo, egli è un mezzadro, cioè legato tramite un contratto al proprietario terriero. Il contratto di mezzadria prevede che il contadino debba lavorare la terra, badare agli animali e dare metà del ricavato al proprietario. Come questo ricavato debba essere calcolato, in grano o in farina, rientra negli accordi delle parti le quali in generale, decidono che il contadino debba abitare nella casa, mantenerla decorosamente, dare ricovero agli animali, agli attrezzi agricoli, alle scorte. Il proprietario costruisce la casa colonica, il mezzadro si occupa della sua manutenzione ordinaria. Nella casa rurale si assiste pertanto, ad una pluralità di funzioni che deve rispondere alle più diverse esigenze ed è proprio per questo che la casa mezzadrile è divenuta, nel corso degli anni, sempre più complessa ed articolata, sottoposta a diverse trasformazioni proprio per adattarla alle esigenze del momento, sia nella distribuzione degli spazi interni sia esternamente con l aggiunta di nuovi corpi, uniti all esistente o autonomi o, come accade nell Ottocento, demolendo vecchi edifici e rifacendone di nuovi. 11

14 4. RIFERIMENTI NORMATIVI 4.1. Piano Paesaggistico Ambientale Regionale Approvato con Deliberazione Amministrativa n.197 del Il Censimento dei Manufatti extraurbani previsto dalla L.R.13/1990, è stato redatto in conformità alle indicazioni di carattere paesistico-ambientale contenute nel P.P.A.R. della Regione Marche. In particolare tale Piano all art.15 (CAPO III - SOTTOSISTEMA STORICO- CULTURALE) considera che L intero territorio delle Marche è bene storico-culturale, essendo stato interamente costruito dall uomo attraverso i secoli nelle sue componenti morfologiche, vegetazionali, insediative e infrastrutturali; tali elementi rappresentano, singolarmente considerati e nel loro insieme, un bene in quanto sono espressioni oggettive di memoria storica, che nella regione si manifestano con particolare densità nel tempo e nello spazio, determinando l immagine accreditata delle Marche. Nell ambito della pianificazione paesistica si intendono beni da salvaguardare quelli che documentano, integrandosi col paesaggio, i caratteri ed i momenti peculiari e definiti della storia e della cultura della regione: 1 - paesaggio agrario di interesse storico ambientale identificato in quelle aree e località particolarmente significative in cui permangono elementi fondamentali di forma storica del territorio (insediamento edilizio rurale, maglia poderale, strutture vegetazionali arboree ed arbustive), con specifica attenzione alle testimonianze di particolari tecniche agricoloproduttive (la folignata, l alberata, l oliveto a quinconce, il gelseto e simili) e alla presenza di insiemi residenziali e colturali che mantengono integri i caratteri tradizionali del paesaggio agrario mezzadrile e della cultura contadina della montagna; vanno peraltro tenute in conto le esigenze economico-produttive che dovranno essere sempre più rese compatibili con la tutela attiva del paesaggio e dell ambiente; 2 - centri e nuclei storici quali complessi insediativi in diretta relazione visiva col paesaggio circostante; 3 - edifici e manufatti isolati di particolare valore architettonico o storicodocumentario siti in aree extraurbane e urbane, quali edifici religiosi (chiese, conventi e abbazie, santuari e simili), i cimiteri, gli edifici difensivi (sistemi difensivi, torri, rocche, castelli, cinte murarie e simili); gli edifici residenziali (case rurali, ville e palazzi padronali, ville con parco, parchi e giardini, e simili), gli edifici produttivi (mulini, frantoi, fornaci, fabbriche, officine, cartiere, gualchiere e simili), i manufatti infrastrutturali (canali, ponti, fontane rurali e simili);... Sempre le N.T.A. del P.P.A.R. all art Identificazione, prevedono che: 12

15 I beni di carattere storico culturale sono individuati dal Piano in base ad apposite cartografie tavv. 8, 9,10,15,16,17 e negli elenchi di cui all allegato 2. Detti elenchi dei beni storico-culturali saranno integrati da parte di ogni Comune in sede di adeguamento al Piano degli strumenti urbanistici generali, mediante appositi censimenti, in base alle definizioni e categorie riportate al precedente articolo. Deve essere considerato passibile di tutela ogni bene storico-culturale extraurbano ed urbano di cui al punto 3 dell articolo 15 che sia riportato nella cartografia IGM riferita all anno , salvo verifica puntuale del bene e delle sue attuali caratteristiche. Prescrizioni di base permanenti. Per gli edifici e manufatti di cui alle lettere a) e d) del comma successivo, sono consentiti esclusivamente gli interventi di cui all articolo 31, lettere a), b) e c) della legge 457/78. Compete agli strumenti urbanistici generali: a - completare ed aggiornare il censimento e l identificazione degli edifici e manufatti storici extraurbani anche attraverso una verifica documentata della permanenza e ubicazione del bene; b - definire gli ambiti di tutela annessi agli edifici e manufatti in oggetto, in base a quanto stabilito dall articolo 27 bis; c - stabilire le prescrizioni per la tutela degli edifici e manufatti in oggetto, che deve essere esclusivamente volta al recupero, mediante il restauro ed il risanamento conservativo, nonché degli ambiti di tutela annessi; d - effettuare il censimento e l identificazione degli edifici e manufatti storici di cui all articolo 15 punto 3, compresi nelle aree urbane, e definirne le prescrizioni di tutela, tendenti al recupero ed alla coerente destinazione d uso Legge Regionale 8 marzo 1990, n.13 Norme edilizie per il territorio agricolo Sulla base dei contenuti del P.P.A.R. la L.R.13/1990 all art.15 prevede e disciplina il Censimento di fabbricati rurali. Edifici di valore storico e architettonico, prevedendo in particolare: 1. Ciascun comune, entro un anno dall'entrata in vigore della presente legge, effettua un censimento dei fabbricati rurali esistenti indicando la loro superficie e i dati catastali dei terreni costituenti l'azienda agricola asservita. 13

16 2. Nello stesso termine ciascun comune, sentita la commissione edilizia comunale integrata ai sensi dell'articolo 4 della L.R. 21 agosto 1984, n. 24, compila un apposito elenco degli edifici nelle zone agricole che rivestono valore storico e architettonico anche secondo le indicazioni del Piano Paesistico Ambientale regionale di cui alla L.R. 8 giugno 1987, n Per gli edifici iscritti nell'elenco, di cui al comma precedente, non è consentita la demolizione, ma soltanto il restauro conservativo. 5. Qualsiasi nuova costruzione deve essere ubicata a una distanza minima di ml. 50 da edifici rientranti nell'elenco di cui al comma 2 del presente articolo Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale del Comune di Fano Art Edifici di valore storico e architettonico In ottemperanza ai contenuti e alle prescrizioni del Piano Paesasistico Ambientale Regionale e alle normative di settore emanate nel corso degli anni (tra cui la LEGGE REGIONALE 5 agosto 1992, n Norme in materia urbanistica, paesaggistica e di assetto del territorio, che all art.16 prevede tra gli elaborati del PRG relativi allo stato di fatto, una cartografia almeno in scala 1:2.000 per i beni culturali ed ambientali extraurbani da sottoporre a tutela di dettaglio), il Comune di Fano ha Approvato con Delibera Consiliare n.34 del 19/02/2009 il Piano Regolatore Generale adeguato al P.P.A.R. definendo tra gli edifici elencati nel Censimento dei manufatti extraurbani (Maggio 2000), quelli meritevoli di tutela sulla base di quelli. Tali edifici sono stati inseriti nell elenco dei manufatti extraurbani di valore storico e architettonico, in quanto rappresentativi dell edilizia rurale tipica della campagna marchigiana e nella fattispecie dei territori extraurbani comunali. Per ogni edificio inserito nell elenco e identificato tramite una scheda descrittiva, gli interventi ammessi sono quelli previsti dall art.59 delle N.T.A. del PRG, che si riporta di seguito: 1. Il Comune ha effettuato il censimento dei fabbricati rurali esistenti previsto dall art. 15 della L.R. 08/03/1990 n.ro 13 (CENSIMENTO DEI MANUFATTI EXTRAURBANI Maggio 2000) 2. Gli edifici tutelati sono individuati in uno specifico elenco denominato Edifici di valore storico e architettonico allegato alle presenti nome e nelle tavole di piano con la trasposizione del relativo ambito di tutela di 50 mt nel quale è prevista l inedificabilità. 14

17 Per tali edifici gli interventi consentiti sono quelli previsti dall art. 15, commi 3, 4 e 5 della L.R. n. 13/90; 3. Per gli altri edifici individuati nel Censimento dei manufatti extraurbani sono consentiti tutti gli interventi previsti per gli edifici in zona agricola. Per quanto illustrato nelle pagine precedenti la normativa di riferimento che disciplina gli interventi ammessi sull edificio in esame, ovvero le NTA del vigente PRG del Comune di Fano (adeguato alle disposizioni contenute nei Piani sopraordinati e alle norme di settore), prevede che possano essere eseguiti unicamente gli interventi di cui all art.3 comma 1 lettera c) del D.P.R. 380/2001 e s.m.i., ovvero interventi classificabili come interventi di restauro e di risanamento conservativo. In particolare sono definiti dal Testo unico dell edilizia "interventi di restauro e di risanamento conservativo", gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano destinazioni d'uso con essi compatibili. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio. 15

18 5. QUADRO STORICO-EVOLUTIVO DELL EDIFICIO Il fabbricato in esame, rappresenta il tipico edificio realizzato per ospitare contemporaneamente la famiglia contadina e tutti gli attrezzi e quant altro necessario per la conduzione del fondo agricolo. Foto 1 - Foto area rappresentativa del contesto paesaggistico in cui sorge l edificio Effettivamente da quanto si evince dalla scheda descrittiva S51N07 (Figura 3 e Foto 2-3), l edificio nella sua connotazione originaria presentava le caratteristiche tipiche delle case coloniche del XVIII secolo presenti nelle campagne fanesi (paragrafo 3), confermato dal fatto che lo stesso risultava già presente nelle cartografie relative al Catasto Pontificio ( ) (Figura 4). Foto 2 e 3 - Stato dell edificio all epoca del Censimento dei manufatti extraurbani 16

19 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA Figura 4 - Tavola relativa catasto Pontificio (fonte: studi propedeutici del PRG) CARATTERISTICHE COSTRUTTIVE E MATERIALI IMPIEGATI - paramento murario in mattoni pieni a 3 o 4 teste - solai con orditura principale costituita da travi in legno, e orditura secondaria, con "filetti" di legno e "pianelle" - copertura a due falde con struttura costituita, come per i solai piani, da travi in legno, filetti e pianelle e manto in coppi - cornicioni in laterizio a dente di lupo - comignoli in mattoni e coppi - architravi di porte e finestre in legno 17

20 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA Lo studio dei catasti storici (Pontificio e di primo impianto - Figure 5,6 e 7) ha consentito di ricostruire l evoluzione dell edificio dal punto di vista costruttivo. In particolare si osserva che il fabbricato si è sviluppato a partire dal corpo principale di forma rettangolare mediante la realizzazione successiva, impiegando gli stessi Figura 5 - Stralcio della planimetria del Catasto Pontificio ( ) materiali, di ulteriori elementi accessori, quali capanni laterali e capanni sul retro. Esaminando le Foto 4 e 5 si nota inoltre che nel corso degli anni si sono resi necessari interventi di consolidamento degli elementi murari che ancora oggi risultano ben riconoscibili sull alla est del corpo principale (Foto 4) e sulla facciata Figura 6 - Stralcio della planimetria del Catasto di primo impianto (1927) principale (Foto 5), dove risultano ben visibili i capichiave delle catene inserite all altezza dei solai per evitare lo spanciamento e conferire un adeguato stato di collegamento tra le pareti ortogonali. Per quanto rilevato, escludendo le capanne sul retro dell edificio, che non risultano di alcuna Foto 4 - Particolare dell ala est del fabbricato Figura 7 - Stralcio della Carta tecnica numerica comunale Foto 5 - Facciata principale del fabbricato prima del crollo 18

21 valenza architettonica nell ambito della tipologia di casa colonica considerata, si può affermare che l edificio è assolutamente rappresentativo dei manufatti rurali presenti nella campagna fanese (Figura 8). CAPANNA sul RETRO (lato ovest) CAPANNA sul RETRO (lato est) PIANO PRIMO PIANO TERRA CAPANNA laterale GRANAIO STALLA LETTO CUCINA LETTO DEPOSITO GRANAIO FORNO Figura 8 - Schema tipologico dell edificio. La parte tratteggiata in rosso rappresenta il corpo di fabbrica principale, mentre le parti con campitura piena rappresentano gli annessi. CARATTERISTICHE TIPOLOGICHE-FUNZIONALI - corpo principale a pianta rettangolare - con scale interne(ad unica rampa) - piano terra in cui si trovano la cucina, la stalla (verso ovest) e un deposito, - piano primo in cui si trovano le stanze da letto e i granai - capanna laterale (probabilmente adibita a stalla) a ovest - capanna con forno a est. 19

22 In base ai dati raccolti attraverso il rilievo dell edificio prima di pervenire allo stato attuale, come si osserva in Figura 9, lo stesso risultava pienamente rispondente ai requisiti della tipologie di casa colonica anche dal punto di vista della distribuzione interna dei locali, nonché per forma, dimensioni e posizione delle aperture. Figura 9 - Piante del fabbricato 20

23 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA 6. STATO DI FATTO DELL IMMOBILE Come già anticipato in premessa, attualmente, l edificio o meglio ciò che rimane di esso, si trova in uno stato di degrado totale, in quanto interessato da dissesti che sono andati accentuandosi nel corso degli anni e da crolli generalizzati, intervenuti in maniera rilevante nell ultimo anno, trasformandolo completamente rispetto al manufatto originario. In particolare come messo in evidenza nelle pagine precedenti, nella scheda descrittiva del manufatto inserita nel Censimento dei manufatti extraurbani, si segnalava già che l edificio si trovava in stato di degrado. A testimonianza di ciò l attuale proprietario, venuto in possesso dell immobile e del relativo scoperto pertinenziale nel luglio 2009, afferma che fin da quella data, gran parte dei manufatti annessi al corpo principale erano crollati sotto l azione del tempo e degli agenti atmosferici (Foto 6 e 7). Foto 6 e 7 - Vista del capanno laterale (parzialmente crollato) posto sul lato ovest e del retro dell edificio (Luglio 2009) Allo stesso tempo anche le murature perimetrali (come visibile nella facciata principale - Foto 8) che nel corso degli anni erano comunque state oggetto di interventi volti al consolidamento, al fine di limitare all assestamento deterioramento i del del danni dovuti terreno e materiali, Foto 8 - Vista della facciata principale (Luglio 2009) 21

24 presentavano evidenti segni di ammaloramento, quali vistose fessurazioni in corrispondenza delle aperture, che evidenziavano gli avvenuti cedimenti del terreno, e in prossimità delle giunzioni d angolo oltre che deformazioni, spanciamenti e fuori piombo, che rivelavano la tendenza del paramento murario ad aprirsi o a scollarsi per eccesso di carichi verticali o spinte oblique esercitate dalle strutture interne. Il solaio al primo piano inoltre, risultava parzialmente crollato e per la parte rimanente, cedevole al passaggio in alcuni punti. Analogamente anche il solaio di copertura si presentava generalmente pericolante, tanto che venne debitamente puntellato per evitarne o comunque ritardare il crollo. Il rapido deterioramento delle strutture murarie è sicuramente imputabile alla presenza di sconnessioni della copertura, che in alcuni tratti risultava mancante di coppi e pianelle, che hanno favorito l ingresso delle acque meteoriche, provocando erosioni e asportazioni della malta dei giunti, e attacchi biologici, vegetali e animali. Il tutto aggravato dalla perdita di funzionalità degli infissi in corrispondenza delle aperture, anche del tutto ammalorati. Al piano terra inoltre il paramento murario risultava ulteriormente indebolito in quanto interessato dal fenomeno della risalita capillare di acqua dal terreno che unito all alternarsi di cicli di gelo e disgelo, ha provocato nel tempo l asportazione della malta nei giunti e l esplusione di parti della muratura esterna all edificio. Ulteriormente anche le pavimentazioni di questo piano risultavano ampiamente sconnesse. Tale situazione, ascrivibile al periodo in cui i nuovi proprietari vennero in possesso dell immobile (luglio 2009), si è evoluta molto velocemente fino ad arrivare alla situazione attuale di cui i proprietari hanno preso atto solo di recente non risiedendo in Italia. Allo stato attuale, infatti l immobile come più volte ribadito, risulta quasi totalmente crollato e in condizioni di precarietà per la parte ancora in piedi, come ampiamente riscontrabile dalle foto riportate nelle pagine seguenti. 22

25 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA Foto 9 - Vista lato ovest e facciata principale (stato attuale) Foto 10 - Vista della parte centrale del corpo principale (stato attuale) 23

26 RELAZIONE STORICO-ARCHITETTONICA Foto 11 - Vista lato est della parte centrale del corpo principale (stato attuale) Foto 12 - Vista lato est e facciata principale (stato attuale) 24

27 7. CONCLUSIONI Alla luce dei dati raccolti e delle considerazioni svolte, nel presente documento, che ripercorre le fasi costruttive ed evolutive dell edificio oggetto di studio, che oggi risulta crollato e tale da rendere a malapena leggibili le dimensioni dell impianto originario, appare del tutto giustificabile, viste le condizioni attuali di degrado, l esclusione dello stesso dall elenco degli edifici di valore storico e architettonico disciplinati per quanto riguarda gli interventi ammessi dall art.59 delle NTA del PRG. Al fine di mettere in sicurezza l area, nonché di recuperare ciò che resta del manufatto nel rispetto dei caratteri e della tradizione tipici delle campagne marchigiane, si rende indispensabile un intervento di ristrutturazione edilizia che consenta ad esempio la demolizione e fedele ricostruzione attualmente non consentita dalla vigente normativa di PRG. La necessità di procedere con questo tipo di intervento è legata a due aspetti fondamentali: il primo di carattere architettonico, in quanto allo stato attuale risulterebbe molto difficoltoso il recupero dell immobile, il secondo di tipo tecnico legato agli aspetti di tipo statico-strutturali. Laddove, la richiesta di stralcio dall elenco degli edifici di valore storico e architettonico previsto dall allegato all art.59 delle NTA del PRG venisse accolta, ai sensi dell art.5 commi 1 e 2 della L.R.13/1990 e dall art.53 delle NTA del PRG, si potrebbe progettare e attuare l intervento di ristrutturazione necessario per la messa in sicurezza e la riqualificazione dell area stessa, mediante il recupero delle volumetrie esistenti nel rispetto dei caratteri peculiari degli edifici rappresentativi della tradizione rurale presenti sul territorio collinare fanese. In particolare l art.53 delle NTA del PRG comunale al comma 5 prevede: I fabbricati rurali esistenti che, seppure parzialmente crollati, si configurano come un organismo edilizio che nella sua attuale consistenza risulta ancora architettonicamente e tipologicamente leggibile, in quanto risultano conservate le murature perimetrali, le strutture orizzontali e di copertura in misura tale da assolvere le loro funzioni di delimitazione, sostegno e protezione, possono essere oggetto di interventi di ristrutturazione edilizia, effettuati sulla base di un rilievo 25

28 critico accompagnato da una documentazione storico-architettonica del fabbricato, dell ambiente e del patrimonio edilizio rurale circostante. I fabbricati parzialmente crollati per i quali viene ammesso l intervento di ristrutturazione, vengono censiti ed individuati all'interno di uno o più Piani Particolareggiati approvati dall'amministrazione Comunale. In detti piani vengono fornite indicazioni generali e di dettaglio, finalizzate alla definizione di corrette modalità di recupero, di corretto inserimento paesaggistico degli interventi, alla conservazione e valorizzazione delle caratteristiche e peculiarità dell edilizia rurale tradizionale; in merito a tali indicazioni si richiamano i contenuti del Documento di indirizzi in materia di pianificazione urbanistica di cui al vigente P.T.C. provinciale con specifico riferimento agli indirizzi per gli interventi in zone agricole. In base alla normativa vigente (riguardante i fabbricati rurali non inclusi nell elenco dei manufatti di valore storico e architettonico), l immobile, il cui progressivo ammaloramento è stato causato dallo stato di abbandono e dalla mancata manutenzione, potrà essere riabilitato, in modo tale da rispecchiare le esigenze dei nostri tempi, sia pur nel rispetto della fisionomia e della visione d insieme di un paesaggio dai caratteri tipicamente rurali, con una rinnovata attenzione alla lettura delle regole di interazione morfologica, funzionale e simbolica costitutive dell unità di paesaggio e delle sue relazioni con il contesto di inserimento. Come previsto anche dall art.53 delle NTA la progettazione sarà sviluppata seguendo le indicazioni contenute nel documento del PTC della Provincia di Pesaro e Urbino, ponendo particolare attenzione nella scelta dei materiali da impiegare e delle tecniche costruttive da mettere in atto, in modo tale che risultino compatibili con quelle della costruzione tradizionale rispettandone la trama strutturale originaria, evitando intrusioni visive che compromettano il quadro paesaggistico d insieme e garantendo la qualità percettivo-sensoriale dei luoghi della tradizione rurale. 26

29 RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI [1] N.Cecini - Paesaggio agrario e architettura rurale nella Provincia di Pesaro e Urbino - Amministrazione Provinciale di Pesaro e Urbino (1984) [2] F.Morozzi - Delle case de contadini - Trattato Architettonico di F.Morozzi nobile colligiano, Firenze 1770 [ristampa Firenze, 1967] [3] L.Gambi - La casa contadina in, Storia d Italia. - Atlante - Torino 1976 [4] A.Mori - La casa rurale nelle Marche Settentrionali - Firenze 1946 [5] Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore del Comune di Fano Approvato con Delibera Consiliare n.34 del 19 febbraio 2009 [6] Legge Regionale 8 marzo Norme edilizie per il territorio agricolo [7] Norme Tecniche di Attuazione del Piano Paesaggistico Ambientale Regionale (P.P.A.R.) - Approvato con Deliberazione Amministrativa n. 197 del

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