E RRE. periodico del consiglio regionale. la regione liguria. al centro dell orrore. Auschwitz, viaggio

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "E RRE. periodico del consiglio regionale. la regione liguria. al centro dell orrore. Auschwitz, viaggio"

Transcript

1 periodico del consiglio regionale Auschwitz, viaggio al centro dell orrore La storia della più grande fabbrica di morte La vita nel lager Liana Millu, ultima intervista a una ex deportata I giovani, così abbiamo vissuto il campo Gli ex deportati: servono nuove voci per non dimenticare n. 1 - gennaio Poste italiane spa - anno XXXVI sped. in abb. post. (art. 2, comma 20/c, legge 662/96) filiale di Ge

2 Periodico del Consiglio regionale della Liguria anno XXXVII Direttore responsabile Riccardo Caruso Redazione Maria Cristina Cambri Antonella Ginocchio Maurizio Monero Alessandra Repetto Segreteria di redazione Marisa Traverso Progetto grafico e impaginazione Antonella Spalluto - Redazione srl Sede ErreElle C/o Consiglio regionale della Liguria Via Fieschi Genova tel fax erreelle@regione.liguria.it Stampa Ruggiero poligrafica - Avellino Amministrazione Consiglio regionale della Liguria Via Fieschi Genova tel Registrazione Tribunale di Genova n. 29 del 13/11/1998 Finito di stampare gennaio 2009 L Assemblea legislativa della Liguria Ufficio di Presidenza Presidente Giacomo Ronzitti (Unione a Sinistra - Sinistra europea) Vice presidenti Rosario Monteleone (Udc) Luigi Morgillo (Forza Italia - Verso il Popolo della Libertà) Consiglieri segretari Carmen Patrizia Muratore (Italia dei Valori con Di Pietro) Franco Rocca (Per la Liguria nel Popolo della Libertà) Consiglieri regionali Partito Democratico Lorenzo Basso, Ubaldo Benvenuti, Michele Boffa*, Claudio Burlando, Ezio Chiesa, Luigi Cola, Massimiliano Costa, Renzo Guccinelli, Antonino Miceli, Claudio Montaldo, Minella Mosca, Vito Vattuone, Moreno Veschi Forza Italia - Verso il Popolo della Libertà Gino Garibaldi, Luigi Morgillo, Pietro Oliva, Matteo Rosso, Gabriele Saldo* Alleanza Nazionale Vincenzo Gianni Plinio*, Alessio Saso Moderati per il Pdl Nicola Abbundo*, Matteo Marcenaro Udc Rosario Monteleone, Luigi Patrone* Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra europea Giacomo Conti, Marco Vincenzo Nesci* Per la Liguria nel Popolo della Libertà Angelo Barbero *, Franco Rocca Unione a Sinistra Sinistra europea Franco Bonello*, Giacomo Ronzitti Verdi Cristina Morelli*, Carlo Vasconi Gente della Liguria per Claudio Burlando Giovanni Battista Pittaluga* Italia dei Valori con Di Pietro Carmen Patrizia Muratore* Lega Nord Liguria - Padania Francesco Bruzzone* Partito dei Comunisti Italiani Tirreno Bianchi* Per la Liguria - Sandro Biasotti Giovanni Macchiavello* Gruppo misto Fabio Broglia, Lorenzo Casté, Roberta Gasco *Presidente del gruppo Il viaggio 4 Ronzitti: la memoria diventi coscienza 5 La delegazione dell Assemblea regionale ligure 6 Perché il viaggio ad Auschwitz-Birkenau 4 Uno sguardo al passato 9 Storia della più grande fabbrica di morte 14 Chi erano le SS 15 La vita nei lager 15 L Analisi 18 Amos Luzzatto: così eviteremo nuove Shoah Testimonianze 22 Liana Millu: violenza e morte nel lager 28 Gilberto Salmoni: ragazzi non dimenticate Riflessioni 32 Nuova Shoah? il rischio esiste 34 L impegno dell Aned 34 Serve una nuova generazione di testimoni 37 I deportati consegnano l eredità del ricordo Assemblea e Shoah 39 Il solo antidoto è la tolleranza 40 Parola d ordine: divulgare il ricordo della Shoah 41 Attenzione: l intolleranza razziale nasce anche dal lassismo 42 Odio e violenza frutto del fanatismo religioso 43 Memoria: ora il testimone passa ai figli dei deportati Il futuro della memoria 44 Così i giovani hanno vissuto Auschwitz 54 E la scuola si mette al lavoro 44 3

3 La delegazione dell Assemblea regionale ai campi di sterminio Consiglieri regionali Oltre al presidente del Consiglio Giacomo Ronzitti, che guidava la delegazione, hanno partecipato: Lorenzo Basso (Pd), Ubaldo Benvenuti (Pd), Pietro Oliva (Forza Italia), Alessio Saso (Alleanza Nazionale) Moreno Veschi (Pd). La memoria diventi coscienza C Le riflessioni del presidente del Consiglio Giacomo Ronzitti sul dramma dell Olocausto redo che Auschwitz - Birchenau rappresenti il luogo della storia umana in cui le uniche parole che assumono valore sono quelle dei testimoni, dei sopravvissuti, dei figli della Shoah. Primo Levi diceva che «forse quanto è avvenuto non si può comprendere, anzi non si deve comprendere, perché comprendere è quasi giustificare. Comprendere un comportamento umano significa contenerlo, contenerne l autore, mettersi al suo posto, identificarsi con lui. Ora nessun uomo normale potrà mai identificarsi con Hitler, Himmler, Goebbels, Eichmann e infiniti altri. Questo ci sgomenta e assieme ci porta sollievo». Eppure lo stesso Levi, dieci anni dopo, descrive in termini radicalmente diversi i propri aguzzini: «Erano fatti della nostra stessa stoffa, erano essere umani medi, mediamente intelligenti, mediamente malvagi: salvo rare eccezioni, non erano mostri, avevano il nostro viso». Allora si comprende perché egli si rivolga ai pellegrini di Auschwitz dicendo: «Visitatore da qualunque paese tu venga tu non sei un estraneo, fa che la nostra morte non sia stata inutile per te e per i tuoi figli». Ammoniti da queste parole, comprendiamo bene perché anche nella terribile lezione di Auschwitz affondino le radici della Costituzione della nostra Repubblica e della Dichiarazione universale dei diritti dell uomo che al suo primo articolo recita «tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». Questa è la lezione che possiamo trarre dal pellegrinaggio che abbiamo compiuto a novembre ad Auschwitz con una delegazione del Consiglio regionale e con i nostri ragazzi, questo è il monito che deve alimentare costantemente la nostra coscienza di uomini e donne liberi contro il riemergere dei fantasmi del passato, contro ogni fanatismo, contro l intolleranza e ogni forma di discriminazione razziale, religiosa, culturale e di genere che si ripresentano spesso nell indifferenza di troppi. Occorre ricordare contro ogni pseudo cultura negazionista, contro ogni rimozione storica e contro ogni relativismo etico e culturale. Solo così la memoria diventa coscienza e progetto per il futuro contro le pulsioni dell odio e della morte. Aned - Associazione deportati Gilberto Salmoni, presidente Aned, Genova Giuseppe Fucile, Aned provinciale, Genova Maria Bolla Cesarini, presidente Aned Savona eimperia Aldo Siccardi, Aned - Savona e Imperia Doriana Ferrato, presidente Aned, La Spezia Gabriella Godani, Aned, La Spezia Comunità Ebraica Maurizio Ortona, presidente Comunità ebraica, Genova Miryam Kraus, funzionario della Comunità ebraica, Genova Omaggio al monumento alle vittime dell Olocausto Studenti vincitori delle prime due edizioni del concorso: Giorno della memoria Stefania Muzi - Istituto magistrale Pertini, Genova Alessandro Testa, Cristina Parodi, Elisa Chigino - Liceo artistico Klee, Genova Debora Orefice, Giada Collacchi - Istituto tecnico commerciale Rosselli, Genova Luca Barone, Samina Zargar, Debora Geido - Liceo scientifico Orazio Grassi, Savona Giorgio Marino - Liceo ginnasio Mazzini, Genova Silvia Pesenti - Liceo ginnasio Colombo, Genova Claudio Monteverde - Istituto tecnico commerciale e per geometri in memoria dei Morti Patria, Chiavari Gabriele Rembado - Istituto Scientifico Arturo Issel, Finale Ligure Anna Silvia Castiglione - Liceo ginnasio D Oria, Genova Daniella Boffa - Liceo ginnasio Calasanzio, Carcare Martina Saltalamacchia - Liceo scientifico Vieusseux, Imperia Angela Denise Peri - Liceo Santa Marta di Chiavari Cristina Conti, Umberto Corsico Piccolino, Miriam Guastalla, Valentina Maione - Istituto tecnico commerciale e per geometri Vittorio Emanuele II - Ruffini, Genova. Insegnanti Fulvio Bianchi - Liceo ginnasio Calasanzio, Carcare Padre Damiano Casati - Istituto Calasanzio, Genova Vincenzo d Amico - Liceo scientifico Orazio Grassi, Savona Marcello Librandi - Istituto tecnico commerciale Rosselli, Genova Silvia Rizzo - Liceo artistico Paul Klee, Genova Nicolò Scialfa e Anna Prefumo - Istituto tecnico commerciale per geometri Vittorio Emanuele II-Ruffini, Genova. L ingresso ad Auschwitz 4 5 Il viaggio

4 Il viaggio Perché il viaggio ad Auschwitz-Birkenau P rima di partire pensi di sapere già tutto o quasi. Che si tratterà di un viaggio utile, istruttivo, ma niente di più. Però quando varchi quel cancello, con scritto: Il lavoro rende liberi, da dove nel 99 per cento dei casi si usciva solo per il camino, ti accorgi che è tutto diverso. Quando vedi tonnellate di valige con scritti tanti nomi di gente uccisa, quando vedi centinaia di foto di uomini, donne e bambini condannati a una morte atroce, quando vedi le camere a gas, le stanze di tortura e la forca mobile ti sembra di udirle le grida di quei condannati. Quando vedi tonnellate di scarpe, scarpe di povera gente, e le bambole dei bambini e le immagini di tante famiglie e della loro vita prima di Auschwitz è difficile trattenere le lacrime. Quando vedi tonnellate di capelli tagliati ai prigionieri per farne stuoie e calzini, viene voglia di accarezzarli come si accarezzerebbe la testa dei bambini a cui li hanno tagliati. Quando sali sulla torretta all ingresso del campo di Birkenau, ti rendi conto che è grande, è una città di cui non riesci neppure a distinguere bene i confini, è una città della morte e per la morte. Allora capisci che tutto quello che hai letto, che hai visto al cinema o in tv non è sufficiente, non ti darà mai l idea, non ti renderà mai completamente partecipe della sorte del milione e mezzo di persone che sono state uccise in quel posto: tante quante abitano oggi la Liguria. Per questo è giusto, è bene andare ad Auschwitz. Per questo è giusta e nobile l'iniziativa del Con- siglio regionale della Liguria di organizzare il concorso per le scuole, perché è bene che i giovani si rechino, i più numerosi possibile, ai campi. Così come hanno fatto i rappresentanti delle istituzioni, i politici. Perché la memoria dell Olocausto non vada smarrita, perché le testimonianze dei pochi sopravvissuti vadano rilette, riascoltate, meditate. Costa? Certamente costa. Costa soldi pubblici? Certamente costa denaro pubblico. Ma sono denari impiegati per un fine alto e importante. Perché, come affermano molti anche in queste pagine e come tutti possiamo constatare, l orrore della Shoah non è sepolto per sempre. Non è relegato nei libri di storia. L orrore è dietro l angolo: Hiltler, Himmler, Mengele, Eichmann in realtà hanno fatto scuola. Hanno avuto proseliti, in Europa, dove nella vicina Jugoslavia c è stata Sebreniza, Sarajevo, ci sono stati i Mladic i Karadzic. In Africa dove nei mille conflitti dimenticati dai mass-media sono state sterminate intere etnie e ancora vengono sterminate. In Sud America dove tanti criminali nazisti si sono rifugiati. No l Olocausto in realtà non è mai finito e può riprendere vigore e forza in qualsiasi momento, in qualsiasi Paese. Non è relegato nei libri di storia. L orrore è dietro l'angolo e il solo scudo che abbiamo è la nostra coscienza, che va formata e resa sempre viva. Anche con viaggi come quello che raccontano queste pagine. r.c. 6 7

5 Uno sguardo al passato Auschwitz-Birkenau Storia della più grande fabbrica di morte C on il termine campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau si identifica genericamente l insieme di campi di concentramento e il campo di sterminio di Auschwitz, Birkenau, Monowitz (Auschwitz III) e Buna Werke costruiti durante l occupazione nazista della Polonia nei pressi della cittadina polacca di Oswiecim (in tedesco Auschwitz) che si trova a circa 60 chilometri ad ovest di Cracovia. Il complesso di Auschwitz, in italiano campo di betulle, svolse un ruolo fondamentale nei progetti di "soluzione finale della questione ebraica", eufemismo con il quale i nazisti indicarono lo sterminio del popolo ebraico (anche se nel campo trovarono la morte molte altre categorie di internati) divenendo rapidamente il più grande ed efficiente centro di sterminio. Oggi quel che resta di quel luogo è patrimonio dell umanità in quanto luogo simbolo della lucida follia criminale nazista. Nel progetto hitleriano di assicurare uno "spazio vitale" al popolo tedesco la nazione polacca avrebbe dovuto essere smembrata, la popolazione "trasferita" in altre aree, per portare su quel territorio "coloni" di razza germanica. Inizialmente i piani tedeschi prevedevano la deportazione e lo sterminio di circa l 80 per cento della popolazione polacca così, già durante l invasione della Polonia, avvenuta l 1 settembre 1939, le truppe tedesche vennero seguite da squadre speciali destinate allo sterminio di ebrei e personalità politiche e culturali polacche. Presto tutte le prigioni polacche furono piene e fu necessario trovare nuove aree di internamento per i numerosi prigionieri che venivano catturati durante i rastrellamenti. Durante le prime fasi dell espansione tedesca, venivano eseguite numerose fucilazioni di massa, svolte dai soldati dell esercito: i "Nemici del Popolo Tedesco" erano ebrei, zingari, e oppositori politici. In seguito a queste carneficine ci furono numerosi casi di diserzione e suicidi nelle file dell esercito tedesco, i cui soldati faticavano ad accettare ordini che riguardavano la fucilazione di vecchi, donne e bambini. La scelta di aprire appositi campi di sterminio veniva, quindi, incontro anche all esigenza di non far eseguire il massacro pianificato ai semplici soldati di leva. 9 Auschwitz-Birkenau, le foto di famiglia sottratte ai deportati eliminati nelle camere a gas

6 Origini Nel dicembre 1939 il comandante della polizia di sicurezza di Breslavia, Arpad Wigand, pose allo studio, in collaborazione con l ufficio dell alto comando delle SS e della polizia del Sud - Est, la possibilità di costruire un nuovo campo di concentramento nella zona di OÊwićim (Auschwitz). Il luogo venne scelto per la presenza di una caserma polacca, situata fuori dalla città, alla confluenza tra i fiumi Vistola e Soa. La posizione era inoltre provvista di favorevoli collegamenti ferroviari con la Slesia, il Governatorato generale, la Cecoslovacchia e l Austria che avrebbero semplificato il trasferimento dei prigionieri. L 8 aprile 1940 fu stipulato con le SS un contratto per la consegna del complesso e Rudolfh Höss, già aiutante presso il campo di concentramento di Sachsenhausen, venne nominato direttore del campo. Fu Himmler a dare ordine di costruire Auschwitz: la realizzazione venne effettuata con la manodopera di detenuti già internati in altri campi. Da subito vennero impiegati per i lavori di sistemazione dell area civili polacchi e circa 300 ebrei, forniti dal locale consiglio ebraico. Inizialmente doveva essere un area di quarantena per prigionieri polacchi destinati alla successiva deportazione in altri campi all interno del Reich. Auschwitz Il 20 maggio 1940 arrivarono i primi trenta prigionieri, provenienti dal campo di concentramento di Sachsenhausen, la maggior parte erano criminali comuni selezionati appositamente per la loro crudeltà e ottusa obbedienza ad ogni ordine, destinati a diventare il primo nucleo di Kapò e "prominenti" del campo e aiutare le SS nel successivo "lavoro" di controllo della massa dei deportati. Il 10 giugno 1940, prima ancora che i primi prigionieri deportati giungessero al campo, vennero ordinati i progetti per un primo forno crematorio. La loro costruzione fu ultimata entro il settembre dello stesso anno, data della prima cremazione. Il 14 giugno 1940, seppur ancora in fase di costruzione e ampliamento, il campo di Auschwitz ricevette il primo convoglio di 728 deportati, accolti dal primo direttore del lager. Auschwitz servì come centro amministrativo per l intero complesso: inizialmente gli internati furono intellettuali e membri della resistenza polacca; più tardi vennero deportati anche prigionieri di guerra sovietici, criminali comuni tedeschi, prigionieri politici ed "elementi asociali" come mendicanti, prostitute, omosessuali ed ebrei. Normalmente vi erano detenute dalle 13 mila alle 16 mila persone; nel 1942 si raggiunse la cifra di 20 mila detenuti. Sopra il cancello di ingresso si trova la scritta "Arbeit macht frei" (Il lavoro rende liberi). Sembra che la scritta sia stata ideata dal maggiore Rudolph Höss. Birkenau Il complesso di Birkenau, installato presso la cittadina di Brzezinka (in tedesco Birkenau), a circa 3 km dal campo Auschwitz I. era operativo già dall ottobre 1941, ma inizialmente era un campo per i prigionieri di guerra russi catturati durante le prime fasi dell invasione tedesca. Il luogo venne selezionato per la vicinanza della linea ferroviaria che avrebbe semplificato le operazioni logistiche per le previste grandi deportazioni successive. Pochi mesi dopo la Conferenza di Wannsee del 20 gennaio 1942 decise la sorte del popolo ebraico e di altre minoranze approvando la soluzione definitiva per il "problema ebraico" che diede avvio, dalla metà del 1942, alla fase più brutale dell Olocausto. Per quella data era stato reso pienamente operativo ed efficiente a Birkenau un grande complesso di sterminio. Qui vennero imprigionati parecchie centinaia di migliaia di deportati, in diversi sotto - lager, e trovarono la morte circa un milione e 100 mila persone. L eliminazione iniziò nella primavera del Le dimensioni del lager erano di circa due chilometri e mezzo per due ed era circondato da filo spinato elettrificato. Quest ultimo venne usato da alcuni prigionieri, stremati dalla impossibili condizioni di vita, addirittura peggiori di quelle dei Auschwitz e di Monowitz, per suicidarsi (nel gergo del campo «andare al filo»). Il campo arrivò a contenere fino a 100 mila persone internate in diversi settori, completamente separati tra loro e senza nessuna possibilità di comunicazione tra un lager e l altro. Vi si trovavano quattro camere a gas con annessi crematori. Uno sguardo al passato Pianta del campo principale di Auschwitz Una veduta aerea dell epoca di Birkenau 10 11

7 Nel novembre 1944, durante l avanzata dell Armata Rossa, Himmler diede l ordine di cessare le esecuzioni nelle camere a gas e fece demolire sia quelle che i forni crematori allo scopo di nascondere le prove del genocidio. A quell epoca ad Auschwitz erano stati uccisi oltre un milione di esseri umani. In totale furono deportate ad Auschwitz più di un milione e 300 mila persone: 900 mila furono uccise subito al loro arrivo e altre 200 mila morirono di malattie e fame o furono eliminate poco dopo il loro ingresso. La liberazione del campo Il 27 gennaio 1945 il campo viene liberato dalle truppe sovietiche. Vennero trovati circa settemila prigionieri ancora in vita, migliaia di indumenti abbandonati, oggetti vari che possedevano i prigionieri prima di entrare nel lager e otto tonnellate di capelli umani imballati e pronti per il trasporto. In Germania a partire dal 1996 viene celebrata la giornata ufficiale del ricordo delle vittime del nazionalsocialismo; e anche in Italia la stessa data è ricordata come Giorno della memoria. Auschwitz e i resti delle camere a gas sono aperte al pubblico. La mappa di Birkenau Lager femminile. Dall agosto 1942 vennero internate in questo settore donne ebree e non ebree deportate da diverse nazioni insieme ai loro figli. Nel novembre del 1944 il campo venne liquidato, alcune donne e bambini vennero trasferiti in altri settori. Lager maschile I. Dal marzo 1942 vennero internati in questo settore uomini ebrei e non ebrei deportati da diverse nazioni. Quarantena. Dall agosto 1943 al novembre 1944 in questo settore vennero rinchiusi uomini ebrei e non ebrei durante il periodo di quarantena, necessario ad identificare coloro che avessero potuto essere affetti da malattie contagiose. Era inoltre utilizzato per "iniziare" gli internati alla dura vita del campo, terrorizzandoli, per abituarli all obbedienza indiscussa di ogni ordine impartito. Campo per famiglie di Theresienstadt. Questo settore venne occupato dalle famiglie ebree provenienti dall omonimo ghetto, dopo la sua liquidazione, e fu occupato dal settembre 1943 al luglio 1944, dopo di ché le famiglie vennero sterminate. Campo di transito. In questo settore dal maggio al novembre 1944 trovarono temporanea collocazione le donne ebree provenienti dall Ungheria prima di essere inviate al lavoro presso altri settori di Auschwitz o altri lager. Le donne rinchiuse nel settore non vennero registrate sui registri ufficiali del campo per essere poi mandate al lavoro oppure, in molti casi, alla morte senza lasciare traccia. Lager maschile II. Dal novembre 1943 al gennaio 1945 fu il principale lager maschile (per ebrei e non ebrei) di Birkenau. Campo per famiglie zingare. Dal febbraio 1943 all agosto 1944 fu il campo di internamento per le famiglie zingare. In questo settore le continue epidemie e le condizioni alimentari e igieniche inesistenti compirono una terribile falcidia; i pochi sopravvissuti vennero inviati alle camere a gas nell agosto Ospedale. A partire dal luglio 1943 fino al gennaio 1945 fu l ospedale per i prigionieri maschi, spesso chiamato «anticamera del crematorio» a causa dell elevatissimo numero di ammalati che morivano per le selezioni periodiche e le inesistenti cure sanitarie. Nell ospedale vennero pure portati a termine "esperimenti medici" su cavie umane da parte del personale medico delle SS. Deposito o Kanada - Il settore, operativo dal dicembre 1943, era destinato allo stoccaggio e al successivo invio in Germania dei beni di Uno sguardo al passato PIANTA DI AUSCHWITZ II BIRKENAU A Ingresso del campo, torre di guardia principale B Ia Campo per le donne (Frauenlager) B Ib Campo per gli uomini, divenuto campo per le donne dal 1943 (Männerlager, agosto 1942 luglio 1943 gennaio 1945) B IIa Campo di quarantena per gli uomini (Quarantänenlager für Männer B IIb Campo per famiglie per gli ebrei deportati deportati dal campo-ghetto di Theresienstadt (Theresienstädter Familienlager B Iic Campo per donne ebreo ungheresi B Iid Campo per gli uomini (Männerlager) B Iie Campo per famiglie per gli Zingari ( Familienlager für Zigeuner/Zigeunerlager) B IIf Ospedale per gli uomini (Haftlingskrankenbau für Männer) B III Settore III del campo (in costruzione, ma già parzialmente utilizzato, detto Mexico) C Posto di comando e alloggiamenti delle SS (Kommandantur und SS-Unterkünfte) D Il Kanada (Effektenlager-Kanada), magazzino per bagagli e gli oggetti dei deportati. E Rampa ferroviaria dov erano scaricati i convogli, luogo delle selezioni G Zona delle fosse comuni H Fosse comuni dei prigioniri di guerra sovietici K II Camera a gas e crematori II KIII Camera a gas e crematorio III KIV Camera a gas e crematorio IV KV Camera a gas e crematorio V L Il Birkenwald (bosco di betulle) M 1 Bunker 1, chiamato Casina rossa. Prima camera a gas di Birkenau con due baracche-spogliatoio. Di fianco c era una zona di fosse comuni (G) M2 Bunker 2, chiamato Casina bianca. Seconda camera a gas di Birkenau con due baracche spogliatoio. Di fianco c era una zona di fosse comuni (G) 0 Impianti di depurazione dell acqua (Klaranlage) S Locale delle docce e di immatricolazione (Sauna) X Edificio della sezione politica del campo (Politische Abteilung) --- Cucine Latrine e gabinetti = Hauptstrasse, strada principale del campo proprietà dei deportati. Nel gennaio 1945, durante l abbandono del campo, le SS cercarono di nascondere le tracce dei loro crimini bruciando le baracche del Kanada. Di quella enorme quantità di materiale: valige, capelli, posate, pettini, occhiali, è ancora visibile una parte all interno del campo. Campo di transito o Mexico - La costruzione del settore iniziò alla fine del 1943 e proseguì fino all aprile 1944 anche se non venne mai completata. Almeno 10 mila internate ebree vennero rinchiuse nel campo dal giugno al novembre 1944, spesso senza neppure un ricovero, in terribili condizioni. Molte vennero selezionate per l invio alle camere a gas, altre trasferite in altri settori o altri lager. Monowitz (Auschwitz III) e la Buna Werke Il campo di Monowitz nacque a circa 7 chilometri ad est dal lager principale di Auschwitz per fornire manodopera al grande impianto chimico Buna Werke, allora in costruzione. La Buna Werke, proprietà della IG Farben, era un complesso destinato alla produzione su vasta scala di gomma sintetica, benzina sintetica e altri sottoprodotti del carbone. Nonostante i grandi sforzi compiuti, che causarono la morte di circa 25 mila deportati su un totale di 35 mila, l impianto non arrivò mai a significative quote di produzione. Fonte, sito internet Wikipedia 12 13

8 nascita e storia dell organizzazione criminale di Hitler Chi erano le SS Le Schutzstaffel (tedesco per "Reparti di Difesa", abbreviato con SS) furono un'unità paramilitare d'élite del Partito Nazista Tedesco (Nationalsozialistische Deutsche Arbeiterpartei, NSDAP). Vennero formate reclutando appartenenti delle SA, nel 1925, per essere la guardia personale di Adolf Hitler e per sorvegliare i raduni del NSDAP. Il 6 gennaio 1929 Hitler nominò Heinrich Himmler come capo delle SS, che contavano solo 280 uomini. Himmler ampliò i ranghi delle SS e per la fine del 1932 queste contavano già 52 mila membri. Dopo solo un anno erano arrivate a oltre 209 mila uomini. Nel 1931 all interno delle SS venne creato un servizio di intelligence, il Sicherheitsdienst (SD). Nel 1936 ricevettero anche il compito di controllare la Gestapo, la polizia politica del Reich. Al momento dell'inizio della seconda guerra mondiale il loro numero salì a 250 mila. Le Waffen - SS vennero formate nel dicembre 1940 per combattere a fianco della Wehrmacht, l'esercito regolare tedesco. Hitler diede alle SS giurisdizione su tutti i campi di concentramento e permise loro di supervisionare il controllo quotidiano di tutte le nazioni conquistate dalla Germania durante la guerra. Il 30 settembre 1946, i giudici del tribunale del Processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra. Prima del 1932 le SS vestivano la stessa uniforme delle SA, ad eccezione di una cravatta nera e di un berretto nero con un simbolo a forma di teschio (Totenkopf, "testa di morto"). Successivamente adottarono un'uniforme completamente nera. Le SS e l'olocausto Le SS furono direttamente, e attivamente, coinvolte, in particolare dopo la Conferenza di Wannsee del gennaio 1942, nell'esecuzione della Soluzione finale della questione ebraica (in lingua tedesca Endlösung der Judenfrage), ossia il genocidio di tutti gli Ebrei presenti in Europa (calcolati in 11 milioni di persone). Le eliminazioni di massa venivano condotte in modo sistematico: venivano fatte liste dettagliate di vittime presenti, future e potenziali, così come sono state trovate le meticolose registrazioni delle esecuzioni. Oltre a ciò, uno sforzo considerevole fu speso durante il corso dell'olocausto per trovare metodi sempre più efficienti per uccidere persone in massa, ad esempio passando dall'avvelenamento con monossido di carbonio dei campi di sterminio dell'operazione Reinhard di Belzec, Sobibor e Treblinka, all'uso dello Zyklon-B di Majdanek e Auschwitz; camion a gas che utilizzavano monossido di carbonio per gli omicidi di massa venivano usati nel campo di sterminio di Chelmno. Verso la fine della seconda guerra mondiale, un gruppo di ex-ufficiali delle SS si rifugiò in Argentina e mise in piedi una rete di fuggitivi nazisti con il nome in codice di ODESSA (un acronimo per Organisation der ehemaligen SS-Angehörigen) con diramazioni in Germania, Svizzera, Italia e Vaticano, diretta dai dintorni di Buenos Aires, e che aiutò Adolf Eichmann, Josef Mengele, Erich Priebke e molti altri criminali di guerra a trovare rifugio in America Latina. Adolf Eichmann nel La vita nei lager L arrivo La selezione I convogli di deportati (circa 2 mila 2 mila 500 prigionieri per treno) erano composti da vagoni merci contenenti dalle 80 alle 120 persone costrette ad inimmaginabili condizioni di vita e igieniche, che spesso viaggiavano per giorni dovendo dare la precedenza ai convogli militari. I treni di deportati, a partire dal 1942 fino al maggio 1944, arrivavano ad una piccola banchina ferroviaria, universalmente nota come la rampa degli ebrei o, in tedesco, Judenrampe, situata a circa 800 metri all esterno del campo di Auschwitz II - Birkenau, nei pressi dello scalo merci della stazione di Oswićim. Nel maggio 1944, per semplificare le operazioni di stermini, la linea ferroviaria venne prolungata all interno del campo di Birkenau fino ad una nuova banchina a tre binari chiamata Bahnrampe. Appena arrivati a destinazione i treni venivano rapidamente scaricati dal loro triste carico umano e avveniva la selezione, tra gli «abili al lavoro» e coloro da inviare direttamente alla morte. L area veniva circondata da uomini delle SS armati e da altri internati che provvedevano ad accostare rampe in legno alle porte dei vagoni per semplificare e velocizzare la discesa dei nuovi arrivati. Gli stessi internati, che avevano l assoluto divieto, pena la morte, di parlare con i nuovi arrivati per evitare il panico negli stessi, provvedevano a scaricare i treni in arrivo dei bagagli che successivamente venivano portati presso il settore Kanada. Gli uomini venivano separati dalle donne e dai bambini formando due distinte file. A questo punto personale medico delle SS decideva chi 15 Uno sguardo al passato

9 era «abile al lavoro». Mediamente solo il 25 per cento dei deportati aveva possibilità di sopravvivere. Il restante 75 per cento (donne, bambini, anziani, madri con figli) era inviato direttamente alle camere a gas. Le percentuali fra quanti erano considerati abili e quanti furono subito gassati fluttuarono per tutto il corso del conflitto, in base alle esigenze dell industria bellica tedesca. Vi furono casi di interi treni di deportati inviati direttamente alle camere a gas senza nessuna selezione a causa del sovraffollamento del campo. È importante notare come in questa fase le SS mantenessero un comportamento gentile e accondiscendente al fine di mascherare le loro intenzioni e velocizzare le operazioni di scarico e selezione, infondendo falsa fiducia nei prigionieri appena arrivati, normalmente stanchi e confusi dal lungo viaggio. Coloro che venivano considerati «non utili allo L appello, al mattino e alla sera, durava ore 16 sforzo bellico» venivano inviati immediatamente in una delle quattro camere a gas mascherate da docce situate a Birkenau dove, in gruppi, i prigionieri venivano uccisi con gas letali (di solito Zyklon B). Un altra camera a gas, la prima costruita, era presente anche ad Auschwitz e fu operativa dal 15 agosto 1940 al luglio 1943, dopo di ché venne definitivamente abbandonata in favore delle più "efficienti" camere presenti a Birkenau. Arrivo al campo I prigionieri dichiarati abili al lavoro venivano condotti negli edifici dei bagni, dove dovevano, anzitutto, consegnare biancheria, abiti civili e i gioielli di cui erano in possesso; venivano privati, inoltre, dei documenti d identità eventualmente posseduti. Uomini e donne potevano conservare solo un fazzoletto di stoffa; agli uomini era concesso conservare la cintura dei pantaloni. Successivamente, i prigionieri venivano spinti nel locale in cui erano consegnati ai barbieri, che li radevano su tutto il corpo. L operazione era condotta in maniera sbrigativa, dopo aver inumidito le zone sottoposte a rasatura con uno straccio intriso di liquido disinfettante. Passaggio successivo era la doccia, cui seguiva la distribuzione del vestiario da campo: una casacca, un paio di pantaloni e un paio di zoccoli. Rivestiti dell abbigliamento da campo, i prigionieri venivano poi registrati: veniva compilato un modulo con i dati personali e con l indirizzo dei familiari più prossimi. I detenuti ricevevano, poi, un numero progressivo che, per tutta la durata del soggiorno all interno del campo di concentramento, ne avrebbe sostituito il nome. Il numero era tatuato sul braccio sinistro del prigioniero, dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, fatte di aghi. Le SS selezionarono alcuni prigionieri, spesso I campi di concentramento I campi di concentramento (tedesco Konzentrationslager, KZ) per detenere ebrei, zingari, omosessuali e dissidenti politici vennero inizialmente istituiti, subito dopo la presa del potere del Partito nazista. Il primo, Dachau, creato da Himmler il 20 marzo 1933, venne inizialmente pensato come luogo in cui "concentrare" e detenere comunisti, socialdemocratici ed altri presunti nemici politici tedeschi. Con il corso della Seconda guerra mondiale i campi di concentramento vennero trasformati in campi di sterminio per la eliminazione sistematica di tutti gli "indesiderabili". Block All'interno del lager nazista, la baracca (in tedesco: Block) era, generalmente, l'edificio adibito a dormitorio dei deportati. Vi erano diverse tipologie di baracche, sia per dimensioni e/o per materiali con cui erano state costruite (potevano essere in legno o in muratura), sia per lo scopo cui venivano adibite. Fra le varie tipologia di baracca si ricordano: ricoveri per i deportati, baracche di quarantena, infermeria, infermeria speciale (chiamata anche blocco della morte, era riservata ai deportati destinati ad essere soppressi entro breve tempo), lavanderia, cucina, edificio del carcere, camere a gas, forni crematori, locali adibiti alle esecuzioni capitali ed alle torture, locali adibiti agli esperimenti su esseri umani, officine, baracche dei sorveglianti, edifici degli uffici interni. criminali comuni di origine tedesca o ariana (e quindi appartenenti alla "razza superiore"), come supervisori per gli altri detenuti. Tali supervisori, chiamati Kapo, si macchiarono, nella maggior parte dei casi, di orrendi crimini abusando del proprio potere e divenendo così complici dei propri carnefici. Gli internati vivevano in baracche chiamate Block dotate di letti a castello a tre piani di tipo militare; le condizioni di sovraffollamento delle baracche, spesso utilizzate al doppio della capienza massima, costringevano i prigionieri a dividere un pagliericcio fra due o più persone favorendo la trasmissione di parassiti e germi, che aumentavano le già elevate possibilità di infezioni e malattie. 17 Uno sguardo al passato

10 L Analisi Biografia Amos Luzzatto Professore, perché gli ebrei? Certo non sono stati gli unici perseguitati, di sicuro quelli più perseguitati dal nazismo. Perché erano la minoranza più cospicua nell Europa degli anni 30 e 40. Anche gli zingari erano numerosi, ma non erano diffusi in tutto il continente. In verità il nazismo non ha cominciato né dagli uni né dagli altri: ha iniziato con gli omosessuali, gli psicopatici, gli asociali, da coloro insomma che non corrispondevano all immagine del tutto artificiale della razza superiore. Gli ebrei erano una minoranza tradizionalmente poco accettata in tutta Europa, c era una prevenzione tradizionale nella cultura europea che derivava da una discriminazione ideologica e religiosa... Gli ebrei, si affermava, sono quelli che il figlio di Dio l hanno ucciso. Sì c era questa rappresentazione di comodo, del tutto inventata, ovviamente, perché gli esecutori di Gesù Cristo erano dei romani e, in ogni caso, non si può certo attribuire ai discendenti una colpa del genere. Ma gli ebrei erano i più indifesi e i più esposti. La scelta di creare il più grande lager ad Auschwitz, vicino a Cracovia, nella Polonia occupata, era funzionale all antisemitismo di larghi strati della popolazione locale? Forse, in realtà campi di sterminio sono stati creati in tutta Europa e rispondevano ad un progetto generale di sterminio. Auschwitz è stato più che altro una stazione sperimentale dello sterminio di massa e per questo è diventato il simbolo dell Olocausto. Perché gli ebrei non si sono ribellati? Hanno fatto quello che hanno potuto, molti si sono arruolati con l esercito britannico. Io, in quegli anni, ero un adolescente e vivevo a Gerusalemme dove c era la prima, comunità prestatuale ebraica e ho avuto degli insegnanti che sono andati a combattere nell ottava armata britannica. Per quale motivo il campo non è mai stato bombardato? Della sua esistenza si sapeva già dalla fine del 1941 ed era assai vicino a impianti industriali. Difficile dare una risposta. Certo bombardarlo avrebbe significato fare più vittime fra le molte migliaia di internati che fra le poche centinaia di carcerieri tedeschi. La domanda più giusta è perché non furono bombardate in modo efficace le linee ferroviarie che portavano al campo. Questa domanda risuona molte volte perché è noto che nel 1942 da Ginevra Gerhardt Riegner, rappresentante del congresso mondiale ebraico, aveva scritto quello che succedeva e aveva chiesto un deciso intervento ai comandi militari inglesi e americani e al Vaticano, che non disponeva di bombardieri ovviamente. Sul ruolo svolto da quest ultimo si è a lungo discusso. Quale è la sua opinione? Nel comportamento del Vaticano c e un grande punto oscuro. Secondo me una dichiarazione pubblica, ufficiale, sia pure con tutte le foto Ansa Nato a Roma il 3 giugno 1928, emigrato nella Palestina britannica nel 1939, ritornato in Italia nel 1946, scrittore, professore universitario e medico, dal giugno 1998 al 2006 è stato Presidente dell'unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ha vissuto fino al 1946 a Gerusalemme. Fra le sue numerose opere "Ebrei moderni" (Bollati - Boringheri, 1989), "Sinistra e questione ebraica" (Editori Riuniti, 1989), "Oltre il Ghetto" (Morcelliana, 1992), "Una vita tra ebraismo, scienza e politica", "Annali Einaudi - Storia degli ebrei d'italia, vol. II" (Einaudi, 1997), "Il posto degli ebrei" (Einaudi, 2003). Sposato, ha tre figli. È uno dei più lucidi commentatori ed esperti della Shoah. Guardare alle altre culture con attenzione e modestia Così eviteremo nuove Shoah di Riccardo Caruso È nella guerra fredda il vero buco nero della storiografia moderna: è quello il periodo da scandagliare se si vuole comprendere il perché di tante colpevoli amnesie sulle stragi del 900. Se si vuol capire perché e come tanti criminali, nazisti e non, si sono salvati. È questa la tesi di Amos Luzzatto, per otto anni a capo delle comunità ebraiche, uno dei più lucidi esperti e commentatori della Shoah. Luzzatto, dopo aver condannato le astensioni da parte dei protagonisti dell epoca di Hitler, aggiunge: solo il dialogo e un integrazione rispettosa delle differenze, attenta e modesta di fronte alle culture dei diversi, fornisce l antidoto allo scatenarsi di nuovi devastanti rigurgiti razzisti

11 Due dei forni crematori di Auschwitz cautele e le diplomazie necessaria, che condannasse lo sterminio degli ebrei avrebbe potuto farla. E poi io non posso dimenticare una cosa... Che cosa non può dimenticare? Il 16 ottobre del 1943, a Roma sotto il naso del Vaticano, gli ebrei vennero deportati ad Auschwitz e il Pontefice non disse nulla, mentre pochi mesi prima si era recato al quartiere San Paolo a pregare e solidarizzare con la popolazione colpita dal primo bombardamento alleato. È un grosso punto interrogativo che anche gli interventi successivi non hanno contribuito a chiarire. Certo, molti conventi hanno ospitato gli ebrei, molti sacerdoti cattolici li hanno aiutati, così come del resto ha fatto la popolazione civile, a rischio della propria vita. Sicuramente il Vaticano era a conoscenza di questi sforzi e di questi rischi corsi dai sacerdoti. A costoro che si sono esposti in prima persona, siamo grati, ma il fatto è che il 16 ottobre, al momento della razzia e della deportazione, non è stata detta una parola ufficiale. C è stata non una sottovalutazione, ma un astenersi. Anche molti nazisti sono stati aiutati, quando per loro è venuto il momento di fuggire. Non so se lo stesso Adolf Eichmann, uno dei principali esecutori materiali dell'olocausto, ha goduto di aiuti di questo genere, ma non c è dubbio che l Italia e Genova sono stati un crocevia di questo traffico e che ci sono state complicità di ogni genere. Immediatamente dopo la guerra si parlò molto dei campi di sterminio, poi si stese un velo, anche da parte degli stessi ex deportati. Solo da un decennio si fa davvero piena luce sullo sterminio degli ebrei e sui crimini nazisti. Perché? Per gli ex deportati è presto detto: dopo quello che avevano passato, dopo che grande parte della loro vita era stata distrutta con la violenza, il loro desiderio più grande era tornare all esistenza normale, dimenticare, per quanto era possibile, l incubo che avevano vissuto, i luoghi dove erano considerati esseri spregevoli da destinare solo alla morte. Era un desiderio naturale e forte: tornare a vivere, tornare alla normalità, recuperare il tempo perduto. Lo stesso Primo Levi ha scritto molto, ma non immediatamente dopo il suo rientro. Diverso è il discorso sull oblio politico. Quello è stato uno degli effetti più perversi della guerra fredda scoppiata appena concluso il secondo conflitto mondiale. Con la divisione del mondo in due campi contrapposti, comunista e atlantico, il vero problema dei governi dei paesi che si stavano ricostruendo era rafforzare il proprio schieramento contro quello avversario per prepararsi al nuovo scontro incombente. Non organizzare la distensione o occuparsi della caccia ai criminali o ai generali nazisti. Per il motivo che avrebbero potuto servire al proprio schieramento? Alcuni scienziati e criminali erano utili al riarmo, e grazie a questo sono stati salvati, altri si sono giovati del fatto di trovarsi fuori della mischia nel momento in cui la mischia cambiava carattere e si creava un amnesia collettiva perché c erano altri problemi più urgenti : la lotta al comunismo da una parte, la sconfitta del capitalismo dall altra. Vede, il vero capitolo che andrebbe aperto oggi è quello della guerra fredda. Un capitolo che molti non hanno interesse a scandagliare davvero. Ai massacri dei nazisti, in tutto il mondo ne sono seguiti altri. Altre piccole e grandi Shoah si sono verificate in Cambogia, in Jugoslavia, altre sono in corso in altri paesi come il Congo. A cosa è servita la lezione di Auschwitz? La lezione peggiore della seconda guerra mondiale in realtà è che è possibile massa- crare pressoché impunemente intere popolazioni. Dopo la seconda guerra mondiale, paradossalmente il valore della vita di intere popolazioni è diventato assai inferiore. Qual è l antidoto all orrore? Un ordine mondiale basato sulla convivenza fra culture e popolazioni diverse. L antidoto è culturale e politico. Far capire che la varietà delle culture e anche delle scelte politiche non deve tradursi in una strategia distruttiva dell avversario ma nella convivenza con l altro. In due parole, conoscersi meglio per poter convivere meglio. Anche nell Italia di oggi si manifestano rigurgiti razzisti, spesso rivolti nei confronti degli immigrati. Occorre la loro integrazione o un dialogo fra culture diverse? Il dialogo è necessario ed è possibile se ci sono differenze. Fra persone identiche non ha senso: diventa monologo. Il dialogo implica soggetti diversi e la diversità umana deve essere considerata come una caratteristica alla quale non ci si può sottrarre. L integrazione non deve essere l assorbimento e l annullamento del più debole ma il contributo degli uni agli altri per creare una nuova realtà più completa e articolata. Facciamo un esempio. Se io dovessi dire come deve essere fatta l integrazione fra le varie etnie che compongono la Svizzera non direi che si deve puntare all adeguamento di tutte le componenti a quella più numerosa o più prospera: quella tedesca. Per fortuna in Svizzera ci sono tre parti che vivono in pace: quella tedesca, quella francofona e quella italiana a cui si sta aggiungendo quella ladina e che insieme danno vita a qualcosa di più ricco: la federazione elvetica. L Europa non è e non deve essere il dominio anglosassone o del mondo latino o di quello slavo, ma un insieme composto da tutte queste componenti. Questo, prima dei grossi conflitti, si stava già cominciando a fare. Nel campo della musica, ai tempi di Mozart, si parlava italiano anche a Vienna e nel campo artistico durante il Rinascimento la cultura viaggiava in paesi distantissimi per l epoca con religioni e costumi diversi che venivano unificati dall arte rinascimentale. Integrazione non vuol dire assimilazione dei piccoli ai grandi ma contributi reciproci dei grandi ai piccoli e dei piccoli ai grandi. Però il mantenimento delle varie culture, penso a quelle extracomunitarie, non porterà alla moltiplicazione dei ghetti? La risposta è nell attualità: negli Stati Uniti un discendente di schiavi africani è diventato il presidente, il rappresentante di tutti. E si tratta di un discendente abbastanza vicino, perché un nonno di Barak Obama vive ancora in Kenia. Mantenendo vive le diverse culture c è il rischio della ghettizzazione, ma è il dialogo che può e deve smantellare le mura del ghetto: ci vuole una cultura di accoglienza e di attenzione e di modestia, anche, nei confronti delle culture altre che solo attraverso il lento esercizio si può affermare. 21 L Analisi 20

12 Testimonianze foto Astrid Fornetti Il racconto inedito della scrittrice Liana Millu, prigioniero n A5384 Liana Millu Al secolo Eliana Millul, nacque a Pisa il 21 dicembre del 1914 da una coppia di ebrei. Giornalista precoce con una serie di articoli comparsi su Il telegrafo, fu scrittrice e autrice di memorie, iniziò come insegnante in una scuola elementare a Montolivo, in provincia di Volterra ma, in seguito all applicazione delle leggi razziali del 38, fu costretta ad abbandonare il lavoro. Si trasferì a Genova e dopo l 8 settembre del 1943 entrò nella Resistenza nel gruppo clandestino denominato Otto (dal nome del fondatore, il neuropsichiatra Ottorino Balduzzi), che aveva il compito di mantenere i collegamenti tra i campi alleati, ossia tra gli inglesi, gli americani e i prigionieri inglesi provenienti dai Lager liberati. Fu arrestata a Venezia e deportata ad Auschwitz-Birkenau, poi trasferita a Ravensbrück e, di qui, al campo di lavoro di Malkow, presso Stettino, per lavorare in una fabbrica di armamenti. Venne liberata nel maggio del 1945, dopo un anno di prigionia, e fece rientro in Italia nel mese di agosto. Riprese a insegnare nelle scuole elementari e si dedicò, fin dal suo ritorno dalla prigionia, a testimoniare l esperienza della deportazione. Il suo primo libro, Il fumo di Birchenau, racconta le vicende di sei donne, sue compagne di prigionia a Birkenau, ed è del 1947 e da allora è stato riedito molte volte e tradotto in più lingue. Seguono I ponti di Schwerin secondo libro di Liana Millu, uscito nel 1978, e agli inizi degli anni Ottanta, insieme con Rosario Fucile, dà alle stampe Dalla Liguria ai campi di sterminio. Nel 1988 esce la raccolta di racconti La camicia di Josepha (Genova, ECIG). Il suo diario - Tagebuch: il diario del ritorno dal lager è stato pubblicato dopo la morte, avvenuta nel febbraio del Postuma anche la pubblicazione di Campo di betulle: Shoah, l ultima testimonianza di Liana Millu, curata dal giornalista Roberto Pettinaroli, con prefazione di Moni Ovadia e postfazione di Fernanda Contri. A Birkenau venne marchiata sul braccio con il numero: A5384 Miryam Kraus Nata il 22 febbraio 1948 a Milano, è figlia di sopravvissuti alla Shoah dell Europa dell Est. Ottima conoscitrice di lingue straniere, è interprete parlamentare. Da anni vive a Genova dove è esponente della Comunità Ebraica ed è una delle intervistatrici della Shoah Foundation Institute. Violenza emorte nel lager Così sono sopravvissuta ad Auschwitz-Birkenau a cura di Maria Cristina Cambri P ubblichiamo un testo liberamente tratto dall intervista concessa nel 1998 a Miryam Kraus per la Usc Shoah Foundation Institute. Dal materiale raccolto dalla Usc trasse ispirazione il film Schindler s List. La fabbrica dove lavorava Schindler sorge infatti a Cracovia, a pochi chilometri dal complesso di Auschwitz Birkenau. L intervista Liana Millu racconta il suo arrivo nel campo di Auschwitz-Birkenau e ricostruisce alcuni episodi che descrivono il clima di paura e di violenza che regnava all interno del lager: dall iniziale incredulità di qualche deportato fino alla disperazione di chi non aveva più scampo. In mezzo c era la tenacia di quanti non hanno voluto abdicare al proprio orgoglio e alla propria dignità, anche di fronte alla violenza gratuita che spesso accompagnava le azioni dei sorveglianti. E Liana Millu racconta tutto questo. L orgoglio delle donne Il rimprovero «Il primo giorno in cui entrai a Birkenau può dare il quadro di un lager. Dopo la solita vestizione, si entrava per essere rapate: c erano le solite polacche grasse che cercavano di farlo alla svelta e fu proprio la zia della livornese, la zia di Selma, che, trovandosi nuda davanti a questa ragazza che gli depilava il pube, ebbe uno scatto e disse ma non ti vergogni di fare questo a me, una madre di famiglia?. La creatura umana offesa ebbe un sussulto, a cui la polacca rispose dandole due schiaffi potenti. Noi si rimase sbalorditi e nessuno disse più niente, ma il sussulto di dignità della voce di questa donna livornese la ricordo ancora. Il grido «Ricordo un altra donna il giorno della mia uscita da Birkenau. Si cominciava a sgomberare il campo e ci fu la grande selezione in un locale enorme, un grande capannone. (Eravamo ) tutte nude in fila, c era il comando riunito in grande solennità, si sfilava davanti al comando e il comando guardava e giudicava 22 23

13 Testimoniaznze Alcune delle migliaia di foto scattate dai nazisti per schedare i prigionieri del campo se valeva la pena di mandarci via da Birkenau, al campo di lavoro. Di fronte c erano, sopra una specie di palco, le donne che venivano giudicate inidonee e scartate. Era un gruppetto sorvegliato da una ucraina gigantesca con un altrettanto gigantesco bastone in mano. Queste donne, che sapevano che sarebbero andate al gas, erano raggruppate in silenzio, qualcuna si era seduta in terra, formavano come un cerchio in perfetto silenzio e io, da lontano, dall altro lato di questo grande locale vidi che in mezzo a loro c era una donna molto alta, scheletrica con i capelli rossi, che le erano ricresciuti, e gridava qualcosa alzando le braccia al cielo. Non si capiva se urlava al cielo tutta la sua indignazione o la sua disperazione. Era (per me) l ultima visione di Birkenau: questa donna altissima con i capelli rossi. Vedo ancora quelle braccia scheletriche agitate contro il cielo come se chiedessero a Dio la ragione per cui permetteva tutto quello strazio. La sfida «Il lavoro peggiore fu la garzonetta del muratore. Fu il peggiore perché questi muratori erano prigionieri polacchi e sa che i polacchi ce l avevano in modo particolare con gli italiani in genere e, soprattutto, con gli ebrei e il mio compito consisteva nel arrivare con una carriola e il muratore la riempiva di mattoni e io dovevo trasportare la carriola fino ad un certo punto. Questo polacco maligno riempiva la carriola al massimo, faceva addirittura la cupola poi mi guardava ironicamente e si aspettava che io mi disperassi, piangessi e che gli chiedessi non riempirla così, ma io avevo messo tutto il mio orgoglio nel non chiedere un bel niente. Questo episodio lo racconto sempre per dare un esempio che non bisogna chinare la schiena quando qualcuno vuole umiliarci. Quando la carriola era riempita e lui mi guardava soddisfatto, aspettando le mie lacrime, io avevo imparato a irrigidire la schiena e a fare tutta la forza nella spinta iniziale perciò, con uno sforzo tremendo, riuscivo a muovere la carriola e allora gli ricambiavo lo sguardo come dire hai visto che ce la faccio!. Per mia fortuna c era un baracca che faceva un angolo e, una volta raggiunto quell angolo, lui non poteva più vedermi perciò io sapevo che, passo dopo passo, con la schiena che mi sembrava si spezzasse, riuscivo sempre a raggiungere l angolo e, dopo l angolo, crollavo e respiravo perché ce l avevo fatta e non mi ero lasciata umiliare. Lo schiaffo «La cosa che mi brucia ancora dopo cinquant anni è uno schiaffo. Cos era uno schiaffo a Birkenau? Era una carezza. Ebbene per quello schiaffo serbo veramente rancore! Ero sola lungo la strada e spalavo un monticello di terra, non c era nessuno e, non essendoci nessuno, io mi ero appoggiata alla zappa e mi riposavo. Per lo stradone venne un polacco, ancora un polacco io non amo quel Paese e quella gente. Non era un capo, non aveva la fascia rossa, ma era uno che sarebbe diventato capo: si capiva dalla cura con cui la sua divisa era inappuntabile. Era un uomo scuro, mi ricordo un profilo grifagno. Mi vide, si avvicinò e, ripeto, non era un capo, non aveva nessuna autorità eppure mi dette uno schiaffo potente dicendo lavora! e 24 25

14 Uno dei forni crematori di Birkenau distrutto dai tedeschi prima della loro fuga si allontanò. Tutto il rancore che io dovrei avere per altre cose mi rimase per quello schiaffo, per quell uomo. Senza via d uscita Liana Millu descrive brevemente il crematorio di Birkenau e, soprattutto, i bagliori sinistri che provocava la combustione nei forni: questo particolare fa della scrittrice una dei pochissimi testimoni della strage di 20 mila zingari, uccisi e cremati in un sola notte nell estate del 1944 a Birkenau. Quella notte, infatti, lei fu testimone dei bagliori straordinari che fuoriuscivano dai camini. Un cenno anche all unico tentativo di rivolta compiuto a Birkenau e represso nel sangue. Il crematorio «Si sapeva che era normale che tutti questi cadaveri, migliaia di cadaveri, andassero bruciati. Appena arrivati nel lager si sentiva uno odore strano, mai percepito, si chiedeva l origine di quell odore alle donne anziane del campo e loro ridevano e dice- vano: Quello è il camino. Ci passerai anche tu!. In funzione lo vedevo tutte le mattine perché l ultima mia baracca era di fronte al crematorio e, poiché c era sempre da aspettare un ora e anche di più (vedevo) questi crematori che bruciavano a volte con fiamme altissime. La strage degli zingari «Io sono fra le due persone in Italia che hanno visto il cielo rosso quella notte in cui furono assassinati tutti gli zingari del campo, 20 mila. Io tutte le mattine andando al lavoro passavo davanti al campo degli zingari e mi sono rimasti in mente un bambino piccolissimo che, vedendo la coda che passava, correva incontro con un bolerino addosso e basta, e poi queste zingare che non avevano i capelli tagliati e si pettinavano ossessivamente con le dita: pettinarsi, farsi le trecce e disfare. Poi, una notte, ero in baracca e dormivo: quella notte, ho imparato dopo dai libri che era il 25 luglio del 1944, mi svegliò un chiarore e fuori da un finestrino vidi il cielo rosso come non lo avevo mai visto. Era un la- 26 go di fuoco tutto il cielo, non erano i soliti bagliori del crematorio, fu un riverbero così forte che mi aveva svegliato, io guardai un po poi mi riaddormentai. La mattina dopo, passando dal campo degli zingari, non ce n erano più. ( ) Quando quella notte andarono con i cani a prenderli per portarli alle camere e gas loro si difesero a pugni, a morsi e a calci in modo tale e così violento che (le guardie) dovettero intervenire con i cani e, per averne ragione, ci fu una vera battaglia. Naturalmente riuscirono a trascinarli via. A Birkenau poco prima che io andassi via sentii un grande scoppio, un boato e ci riportarono di corsa in baracca dove si rimase chiuse tutto il giorno. Fu l unico attentato di Birkenau: fecero crollare un crematorio. Erano riusciti ad avere della dinamite. Non ci furono altri episodi. C è un episodio che Liana Millu racconta: il parto di una giovane donna dentro il lager, un fatto eccezionale e fortuito, che, purtroppo, ebbe un tragico epilogo. Il bimbo mai nato «Entrai nell estate del 44 e non c erano bambini a Birkenau, poi mi hanno detto che in seguito in ottobre ce ne fu (qualcuno), ma nell estate del 44 le donne che entravano e si rivelavano incinta venivano fatte abortire. ( ) Ci fu una ragazza che con mille accorgimenti portò avanti la gravidanza e partorì di nascosto e, naturalmente, gli gettarono addosso delle coperte e morirono lei e il piccino. Sentivo questa donna che gridava, vedevo il sangue che si allungava ma non saprei dire (di più), in quel momento risuonò il fischietto dell appello e, quando fischiava quello, bisognava precipitarsi fuori dalla baracca e mettersi in fila per la conta. Di conseguenza, sentendo quello, non si pensò più a niente altro e alla puerpera e al bambino gettarono addosso delle coperte e noi si uscì all aperto. Liana Millu preferisce non parlare di cosa fece dopo il ritorno a casa: il dolore e le sofferenze provate erano state troppo laceranti e profonde per permetterle un esistenza normale. E le aspettative di serenità e di felicità che le avevano dato la forza di sopravvivere durante la prigionia nel lager, in parte restarono insoddisfatte. Nell intervista Liana Millu si limita a descrivere un solo episodio che descrive con quali sentimenti talvolta venivano riaccolti nella comunità i sopravvissuti. La scrittrice cercò rifugio nell insegnamento e diede nuova energia e forza alla propria vita raccontando ai suoi ragazzi e attraverso i suoi libri il proprio dramma. Il ritorno «Sul ritorno no comment. Per caratterizzarlo dirò questo: un giorno incontrai a Pisa una signora, che era la madre di una mia amica d infanzia, Liana Pirani, che avevo ritrovato a Birkenau e che poi era sparita, era morta, naturalmente andata ai gas. E questa signora mi fermò e fissandomi bene gli occhi in viso mi disse: Sei tornata tu, che non hai i genitori, non hai marito, non hai figli, hai sempre dato dispiaceri alla famiglia. Mia figlia era buona, aveva famiglia ed è morta. Perché?. Detto questo è detto tutto. La giacca di un deportato 27 Testimonianze

15 Uno degli ultimi sopravvissuti, lancia un monito ai giovani Ragazzi ricordate. E occupatevi di quello che accade nel mondo Gilberto Salmoni Di famiglia ebraica, è nato a Genova il 15 giugno Aveva due fratelli maggiori, Dora e Renato. Diplomato al Liceo classico D Oria, laureato in ingegneria ha lavorato per vent anni all Italsider, Successivamente si è laureato in psicologia e si è specializzato in psicologia sistemica e terapia familiare. Dal 2000 è presidente dell Aned - Genova, (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) ed è l autore di Una storia nella storia, ricordi e riflessioni sulla deportazione. Nell aprile del 1944, probabilmente in seguito ad una spiata, venne catturato dai tedeschi insieme alla sua famiglia al passo della Forcola (vicino allo Stelvio), a poca distanza dal confine con la Svizzera, mentre cercavano di scappare nella Repubblica elvetica. Insieme ai genitori, ai fratelli e al cognato, fu portato nel carcere di San Vittore a Milano e di lì al campo di Fossoli. Ai primi di agosto, insieme ai genitori e ai fratelli, (il cognato, che non era ebreo, era riuscito a fuggire da San Vittore) furono trasferiti in treno. Ad Innsbruck i vagoni furono separati: i genitori e la sorella proseguirono per Auschwitz, dove furono uccisi, mentre Renato e Gilberto proseguirono per Buchenwald, un Lager vicino a Weimar. Lì i due fratelli rimasero fino alla liberazione. G ilberto Salmoni, presidente di Aned Genova, ha fatto parte della delegazione del Consiglio regionale che ha accompagnato ad Auschwitz gli studenti liguri vincitori delle prime due edizioni del concorso dedicato al Giorno della memoria. È uno dei pochi liguri sopravvissuti alla follia del lager e si sta dedicando al ricordo e alla testimonianza della Shoah anche accompagnando i giovani nei campi di sterminio nazisti. Lei, che è stato testimone diretto della persecuzione nazista, ha rivissuto insieme a molti giovani, la propria esperienza di prigioniero e di scampato all Olocausto. Come è ritornato da questo viaggio ad Auschwitz? In verità il viaggio - pellegrinaggio che più mi ha colpito è stato il primo che ho fatto. Era il 1999, andammo con gli studenti a Dachau e Mauthausen in occasione della celebrazioni europee per la liberazione del campo di Mauthausen, l ultimo a essere liberato, appena tre giorni prima della fine della guerra. Fu una cerimonia toccante a cui parteciparono migliaia di persone, che si chiudeva con un corteo. C era un mare di bandiere di tutte le nazioni: lì ci si rendeva conto davvero di quanto tutta l Europa sia stata vittima di questa immane tragedia. Ad Auschwitz la sensazione forte per me è stata quella di trovarmi in quello che è stata soprattutto una enorme fabbrica di morti: la maggior parte delle persone che arrivavano erano avviate subito alle camere a gas. Solo una minoranza era avviata al lavoro. Nel campo di Auschwitz-Birkenau sono state uccise quasi un milione e mezzo di 28 persone: come se la Liguria, che ha una popolazione di questa entità, fosse interamente vuotata di vita. Negli altri campi gli internati subivano violenze, lavoravano duramente, erano poco nutriti, morivano per malattia e per consunzione. Le percentuali di mortalità erano elevate ma non così alte come quelle di Auschwitz, e in particolare di Auschwitz-Birkenau, dove la maggior parte dei prigionieri, cioè anziani, donne e bambini, veniva uccisa immediatamente dopo il suo arrivo. La differenza si percepisce chiaramente dalle dimensioni enormi che qui avevano le camere a gas e dalle batterie di forni crematori, molto più grandi che in altri campi. Questo ho raccontato ai giovani che hanno fatto parte di questo nostro gruppo. Essi sono rimasti molto colpiti e interessati, hanno fatto molte domande e io cercato di rispondere. Ci può raccontare quale è stata la sua esperienza di prigionia? Quasi subito dopo che ci hanno arrestati ho constatato in me un cambiamento. Credevo di essere fragile e pauroso e mi sono quasi sorpreso nel vedere che reagivo con forza e con freddezza. Si diventava duri. Nel carcere di Milano, subito dopo il nostro arresto, quando ho visto davanti ai miei occhi mio fratello e mio cognato picchiati nella stanza degli interrogatori, sono rimasto fermo, impassibile, anche perché poco lontano, lungo il corridoio, c erano mio padre e mia madre e non volevo allarmarli. Quando, alla partenza da Fossoli, mio fratello e io siamo stati separati dai nostri genitori e da nostra sorella i nostri sguardi dicevano che non ci saremmo mai più rivisti, ma abbiamo represso ogni commozione. Mi impegno a raccontare quello che ho vissuto a Buchenwald, ma a volte mi commuovo con estrema facilità. Credo che questo mi capiti per la forte costrizione che ho esercitato su me stesso quando ero lassù. Nel lager diventi insensibile a tutto, anche alle visioni più orribili e sconvolgenti, anche di fronte ai cumuli di cadaveri. Quali erano le paure maggiori nel lager? Ogni giorno potevano verificarsi dei cambiamenti. Temevo di essere assegnato ad un lavoro più pesante di quello che stavo facendo ma, soprattutto, avevo paura di essere separato da mio fratello. Le due volte in cui mi chiamarono per verificare se ero ancora idoneo a lavorare per mandarmi in uno dei tanti campi satelliti, mio fratello venne con me, disse al medico nazista che anche lui era medico e chiese se potevamo rimanere insieme. 29 Testimonianze foto Donatella Piccone

16 Restammo a Buchenwald. Forse a questo devo se sono vivo. Nei campi satelliti la sopravvivenza era molto più difficile. Quale era la cosa che le mancava di più? Mi mancava la libertà, mi mancava il mare. Mi sembrava assurdo, inconcepibile essere rinchiuso lì a soffrire la fatica, la fame, la sete senza avere nessuna colpa mentre, a Genova, altri ragazzi come me potevano camminare liberi per la città e anche tuffarsi in mare. Mi mancavano cose tutto sommato banali come può accadere ad un ragazzo di quindici anni. Ma non si deve pensare che nel campo ci fosse sempre e solo tristezza. Quasi tutti i giorni, per ore intere, ci passavano sulla testa gli aerei degli alleati e questo ci rendeva felici perché sapevamo che, adesso, i tedeschi le stavano buscando. E poi gli ultimi mesi ero finito in una baracca con dei prigionieri francesi e fra noi c era molta solidarietà: se qualcuno era stanco si faceva anche un po del suo lavoro e quando ai più anziani del campo arrivava qualche pacco della Croce Rossa loro si tenevano solo sapone e sigarette e il resto veniva diviso in sei parti. Ricorda il giorno della liberazione del campo? Mi hanno detto che avvenne l 11 aprile. Io la data precisa non la sapevo perché noi, privi di orologi e calendari, avevamo perso la cognizione esatta del tempo. Il giorno precedente, però, vidi un internato che imbracciava un fucile. SS non se ne vedevano. Questo fatto poteva essere interpretato quasi come una liberazione, ma non mi sentivo tranquillo. Fummo certi di essere stati liberati quando vedemmo entrare nel campo una jeep con due soldati americani che mi sono sembrati estremamente eleganti. Al suo rientro in Italia è stato difficile riprendere la vita di prima e raccontare ciò che aveva subito? Io e mio fratello non abbiamo mai parlato volentieri della nostra vicenda, neanche fra di noi e poi, pochi mesi dopo essere stati liberati, Renato si sposò e sua moglie, quando parlavamo di queste cose, ci tacitava. E non è che noi avessimo proprio voglia di parlarne. C era anche un certo impulso a tenere lontani quei ricordi anche perché, nel sonno, avevo avuto qualche incubo. Molti altri sopravvissuti han- no avuto per anni degli incubi, durante il sonno. Io fortunatamente sono riuscito a fare finire bene un sogno molto brutto e dopo di allora ho dormito tranquillo. Molti anni dopo, essendo uno dei meno anziani dell Aned, mi è stato richiesto di andare a raccontare la mia esperienza nelle scuole. Anche gli insegnanti dei miei nipoti mi hanno chiamato. Sicuramente gli studenti, gli insegnanti e altre persone sono interessati e spesso ascoltano in un silenzio che sembra irreale. Però capita di pensare che ti ascoltino, ti credano ma che un esperienza del genere non possa essere capita a fondo se non la si vive. Che messaggio pensa sia giusto lasciare ai giovani? Impegnatevi a conoscere quello che succede giorno per giorno, leggete giornali di tendenze diverse, fatevi un opinione personale. Non pensate che le decisioni politiche siano una cosa lontana: influenzano la nostra vita ogni giorno. I tragici avvenimenti della seconda guerra mondiale sono stati il frutto dell incapacità delle popolazioni europee, fra le più colte al mondo, di comprendere quello che si stava preparando. Purtroppo la storia successiva ha dimostrato che al dramma della Shoah ne sono seguiti molti altri: sanguinose persecuzioni razziali e religiose, violente discriminazioni politiche sono state e sono tutt ora in corso in tutto il mondo. Che cosa ha impedito che il messaggio lanciato dai campi di concentramento si affermasse? Nel 1932, promosso dalla Società delle Nazioni (l ONU di allora), c è stato uno scambio di lettere tra Einstein e Freud sul tema: Perché la guerra? Leggendolo si capiscono molte cose. Lo stesso Freud aveva già scritto due saggi illuminanti sulla natura umana Psicologia delle masse e analisi dell io (1921) e Il disagio delle civiltà (1929). Secondo Freud, sintetizzando, molti sono incapaci di abbandonare il proprio lato selvaggio e si sentono rassicurati quando sono guidati da un capo e fanno parte di una massa. Quindi in situazioni particolari, in momenti critici, l uomo mette da parte la sua capacità di ragionare e assume atteggiamenti selvaggi, specialmente se fa parte di un gruppo o di una massa guidati da un capo. m.c.c. 31 testimonianze Una camerata di Buchenwald, campo dove Salmoni era deportato I letti di Birkenau 30

17 Altre Shoah? Il rischio esiste Le riflessioni di Maurizio Ortona, presidente della Comunità ebraica genovese, dopo il viaggio ad Auschwitz A uschwitz è il simbolo della persecuzione nazista contro la comunità ebraica. Perché? Auschwitz è luogo unico di imperitura testimonianza, è unico per la qualità e la dimensione della tragedia che vi si è consumata, luogo dove mai nella storia umana i valori di libertà e di civiltà furono così ignominiosamente calpestati. È pertanto divenuto simbolo universale e, come tale, è oggi nostro patrimonio comune. Patrimonio che tutti dovremmo anche conoscere meglio, condividere, conservare e coltivare con vigilante cura, per tutti gli anni a venire. Auschwitz è ancora una realtà del tutto unica, fra tutti i campi di concentramento nazisti: per le sue smisurate dimensioni, perché interamente e scientificamente dedicato all an- Maurizio Ortona nientamento, per l incommensurabile quantità di dolore che qui è stato generato e sofferto e per la spropositata quantità di morti che qui si sono... prodotti. Accanto agli ebrei subirono analoga sorte polacchi, prigionieri di guerra sovietici, zingari e omosessuali. Ancora oggi c è chi avanza anche a livello internazionale teorie negazioniste e revisioniste, fra i tanti il presidente della Repubblica dell Iran. Cosa ne pensa? È opportuno chiarire alcuni aspetti riguardo a queste cosiddette tesi, in varie forme sviluppatesi a partire dal 1988, anno di pubblicazione del cosiddetto Leuchter Report da parte di Robert Faurisson e Fred Leuchter. Tale rapporto intendeva dimostrare l inesistenza delle camere a gas, cosa che, come da essi sostenuto, sarebbe stata confermata dall assenza di residui di cianuri nei resti delle camere a gas stesse ad Auschwitz-Birkenau. A questi primi, si sono poi aggiunti altri personaggi, quali Lüftl, Rudolf, Jean-Claude Pressac, David Irving, che hanno variamente spostato tale tesi iniziale su un piano più distaccato e pubblicistico. Tutti sostenendo comunque che i campi, di sterminio o di concentramento che fossero, non sono mai esistiti o che hanno svolto funzioni diverse da quelle consegnateci dall evidenza dei fatti. Qual è l intento dei negazionisti e che riferimenti hanno? I negazionisti non si limitano, in realtà, a ridimensionare il giudizio sul nazismo o a rifiutare l unicità della Shoah, ma arrivano a negarne, con varie argomentazioni, la realtà stessa. Essi sono in generale di varia ispirazione culturale e politica: vanno dal neonazismo all estremismo di sinistra e affermano con qualche diversificazione che non è mai esistito un piano di sterminio degli ebrei e che la Endlösung (Soluzione finale) era da intendersi non come sterminio, ma come deportazione del popolo ebraico; che il numero di 6 milioni di ebrei, vittime dei campi di concentramento, è una cifra gonfiata e inventata; che il mito o la menzogna dell Olocausto sareb- 32 be opera di un complotto sionistico internazionale o della propaganda alleata teso da un lato a screditare la Germania e dall altro a garantire impunità e vantaggi economici e politici al neonato Stato d Israele. Infine, secondo tali tesi, le camere a gas omicide non sono mai esistite e l acido cianidrico utilizzato era semplicemente un antiparassitario. Perché negare questa realtà? La radice comune è però sempre il tentativo di recuperare in toto quello che la storia ha definitivamente condannato. Per fare questo, per ridare una chance al nazismo, è necessario depurarne la memoria, negandone gli aspetti più squalificati e ripugnanti. Nel corso del tempo si sono poi aggiunte una serie di pseudo-argomentazioni che tendono a rafforzare il concetto iniziale e che sono incentrate sulla presunta funzionalità politica di ciò che viene presentato come una deliberata mistificazione e contraffazione, compiuta dai vincitori (gli alleati) ai danni dei vinti (i tedeschi). Secondo tale esegesi, si intenderebbe continuare così una guerra, in questo caso figurata, contro la potenza (e l ideologia) uscita immeritatamente sconfitta dal secondo conflitto mondiale. Ritengo dunque che proprio nella strumentale contrapposizione fra potenze, ideologie e blocchi possa ancora ricercarsi la base del calcolo politico di Ahmadinejad, il quale, non solo nega l Olocausto del passato, ma afferma che Olocausto ci sarà, nel futuro. Ma ritengo sarebbe un errore pericoloso considerare queste frasi come elucubrazioni di un fanatico, in quanto si tratta del capo di uno Stato teocratico che sta procedendo a tappe forzate verso il riarmo nucleare. E sarebbe ancora un errore mettere in dubbio la sua determinazione. Anche perché queste parole sono accompagnate da fatti indiscutibili: è l Iran che fornisce armi e denaro agli Hezbollah libanesi. C è il rischio di un altro Olocausto, magari in forme e con modalità diverse? Ora che sappiamo della Shoah, perché ne abbiamo preso coscienza, ci sentiamo davvero definitivamente esenti dal rischio che un crimine come questo si possa ripetere? Anche se con grande imbarazzo, sarei purtroppo portato a rispondere di no. A meno di non mobilitarci tutti in una durevole, costante, continuata, azione di vigilanza civile; a meno di non investire quante più risorse per educare i giovani ai valori di democrazia e di convivenza civile; a meno di non mantenere sempre ben vivi in loro la conoscenza e la testimonianza di quanto accaduto. A meno di non essere pronti a levare sempre la voce, e financo le armi se necessario, in difesa dei valori civili e dei perseguitati. Le istituzioni ritengo abbiano a tale fine grandi responsabilità e un insostituibile compito da svolgere. 33 Riflessioni

18 Riflessioni Il cordoglio dell Aned davanti al muro delle fucilazioni di Auschwitz L impegno dell Aned creare una nuova generazione di testimoni C Maria Bolla Cesarini - presidente Aned di Savona e Imperia ol passare degli anni la memoria di quanto accaduto nei campi di concentramento nazisti non può essere più affidata alla testimonianza diretta di chi ha vissuto sulla propria pelle la persecuzione nei lager. Ci chiediamo, pertanto, quale può essere il ruolo dell Aned (Associazione ex deportati nei campi di sterminio nazisti) per mantenere vivo il ricordo di quanto è accaduto in Europa fra il 1940 e il 1945, considerando anche che questi campi di concentramento erano stati predisposti dal regime nazista appena Hitler prese il potere nel 1933 per gli oppositori interni. Tutto ciò obbliga ad una riflessione partendo dagli anni dell immediato dopoguerra, allorché i sopravvissuti ai campi di sterminio affrontarono il rientro, quasi totalmente ignorati dalla gente comune e dalle istituzioni. Chi erano questi uomini e queste donne che raccontavano vicende terribili e così dolorose? Come facevano ad essere ancora vivi? Perché rivendicavano dei riconoscimenti? Nell opinione pubblica, molti mettevano in dubbio che il loro racconto fosse vero. Queste esperienze potevano benissimo essere assimilate alle tante vittime dei bombardamenti nel periodo bellico, ai tanti dispersi nei combattenti. Si deve aggiungere che lo Stato, negli apparati burocratici, era rimasto quello organizzato dal sistema fascista e questo ovviamente creava serie complicazioni per coloro che da antifascisti erano stati deportati. In un Italia da ricostruire e rinnovare, sia socialmente che politicamente, la vita era molto difficile. Inoltre anche la situazione internazionale non agevolava certo. La spartizione della Germania da parte degli alleati vincitori della guerra e la formazione dei blocchi da cui derivò la guerra fredda, ebbe come conseguenza anche la divisione fra i partiti costituzionali del Parlamento italiano nelle scelte politiche, economiche e sul tema dei diritti e principi per una democrazia partecipata. I deportati, durante la loro prigionia avevano sperato in una società nuova e aperta alla difesa dei più deboli, con l abbattimento di molte barriere ideologiche. Nei campi i deportati, diversi per nazionalità e religione, avevano fatto uguali dolorose esperienze, indipendentemente dal ceto sociale e culturale. Vi era stata una commistione di lingue e dialetti. I Maria Bolla Cesarini popoli di Europa avevano versato il loro sangue insieme e l impegno di tutti i sopravvissuti era stato quello di non dimenticare i compagni morti e di creare un mondo di pace. Purtroppo la realtà al rientro dei deportati in Patria, fu molto diversa: tanti non ritrovarono il loro posto di lavoro e, non essendo equiparati ai combattenti, non ebbero agevolazioni. Mentre i famigliari di quelli che non tornarono attesero anni per conoscere la fine dei loro cari. Così l esperienza di ogni deportato sopravvissuto agli eccidi, finiva sommersa da fatti politici nazionali e internazionali. In questo quadro si delineò una sottocultura storica che tendeva a cancellare l impegno e il sacrificio di coloro che avevano lottato contro il nazifascismo e affiorava gradatamente la volontà di sottovalutare la deportazione dei politici, degli ebrei, degli zingari e degli omosessuali, ecc. Si delineò quello che Levi definì il buco nero della storia contemporanea. A fronte di questa situazione - riassunta a grandi linee - un gruppo di ex deportati politici decisero di dare vita all Associazione ex deportati nei campi di sterminio nazisti, che per statuto ha il compito di salvaguardare la memoria storica delle deportazione effettuata dal nazismo e dal suo alleato fascista. Quindi non solo testimonianza di sofferenze del deportato, ma anche approfondimento delle ideologie che avevano come obiettivo l assoggettamento psichico e fisico di uomini e donne, attraverso la razionale organizzazione dei lager nazisti, lo sterminio degli ebrei e di intere popolazioni civili, da parte delle SS e dell esercito nazista. L Aned fu riconosciuta ente morale ed è l organizzazione che ha fra i propri iscritti gli ex deportati e i famigliari di quelli che sono deceduti. L Associazione ebbe immediatamente il merito di dare fiducia e forza agli ex deportati di raccontare e testimoniare la loro esperienza. Alcune di queste testimonianze erano e sono capolavori letterari e nel corso degli anni si sono moltiplicate anche piccole pubblicazioni sui lager. Fra le opere maggiori, sono da ricordare le pubblicazioni di Primo Levi (abitualmente utilizzati a scuola); la meravigliosa testimonianza di Liana Millu attraverso le pagine del suo libro Il Fumo di Birchenau (tradotto in molte lingue); le testimonianze di diverse ex deportate, contenute nel volume Le Donne di Ravensbruch tra cui quelle dell operaia genovese Lidia Borsi e quella di Bianca Maria Paganini della Spezia; le testimonianze degli ex deportati liguri contenute nel volume La Liguria nei Lager (autori Rosario Fucile e Liana Millu). L elenco potrebbe continuare. L Aned ha in questi anni ottenuto il raggiungimento di due obiettivi primari: la salvaguardia dei campi di sterminio per impedirne la distruzione e trasformare quei luoghi in musei al fine di renderli visitabili; il riconoscimento degli ex deportati come resistenti e partecipanti alla lotta contro il nazifascismo per la costruzione della democrazia nel nostro Paese. Dopo la nascita dell Associazione vi è sempre stato, inoltre, un proficuo e interessante rapporto con le scuole di ogni ordine e grado, che spesso chiedono di avere testimonianze dirette di ex deportati o famiglia

19 ri, con un interesse fortunatamente crescente. Ogni anno si organizzano viaggi studio ai campi di sterminio in Italia e all estero promuovendo concorsi sul tema della deportazione con molte adesioni. Numerose sono anche le tesi di laurea sul tema della deportazione locale, con particolare riferimento alle rappresaglie a seguito degli scioperi del l marzo Particolarmente interessante la ricerca sviluppata sulla deportazione femminile e dei contadini denunciati per avere assistito partigiani. Tutti sono consapevoli che il testimone ha un grande valore morale e un legame umano ed emotivo difficile da eliminare, perché è un grande maestro e il trasmettitore di molti valori. Oggi confidiamo in molte persone (famigliari e docenti) che negli anni hanno collaborato con gli ex deportati e ne hanno assimilato sentimenti a valori, acquisendo la capacità di trasmettere il messaggio del deportato alle nuove generazioni. L eredità che gli ex deportati hanno trasmesso ai famigliari, agli amici docenti, ai giovani che hanno accompagnato nelle visite ai lager e agli ascoltatori delle loro conferenze, riunioni, convegni è un patrimonio alla base dell Associazione. Inoltre, il patrimonio delle testimonianze ha coinvolto molti studiosi e ricercatori. È una pietra miliare per la cultura del nostro Paese e per la storia del 900. L Aned, unitamente alla Fondazione per la Memoria della Deportazione, guarda avanti ricordando un passato per costruire un futuro. Concludendo, preme sottolineare il valore delle visite ai lager, che non è solo un doveroso omaggio ai deportati deceduti, ma anche un momento di profonda riflessione per tutti. Mentre con la delegazione regionale del novembre scorso, visitavo Birkenau sotto la neve, ho sentito una profonda emozione pensando al terribile inverno del 1944, quando due iscritti all Aned di Savona, Ester Amato (Ebrea) e Isola Luigi (politico comunista), erano in quel lager, riuscendo a resistere al tormento del freddo, vestiti di cotone con gli zoccoli ai piedi. Ambedue avevano 18 anni. Ester non ne vuole parlare. Isola ha dato una seria ed emozionante testimonianza. I deportati consegnano l eredità del ricordo R ingrazio il Consiglio Regionale della Liguria, in particolare il suo presidente Giacomo Ronzitti, per avermi dato l occasione di far parte della delegazione che, con gli studenti vincitori del concorso 27 gennaio: un giorno per la memoria, ha partecipato al pellegrinaggio ad Auschwitz-Birkenau nel novembre scorso. Per la prima volta visitavo quei luoghi che testimoniano un orrore che non si può descrivere, un martirio disumano di fronte al quale le emozioni e i sentimenti dolorosi tolgono il respiro e riempiono gli occhi di lacrime. Tante volte avevo cercato di immaginare come fosse Doriana Ferrato Riflessioni Nella foto scattata dalle SS, deportati appena giunti a Birkenau. Sono tutti destinati alle camere a gas Doriana Ferrato - presidente Aned La Spezia il campo di Auschwitz: testimonianze, libri, lettura e rilettura di Primo Levi. Le cifre spaventose dello sterminio le conoscevo, ma la visita dei luoghi, con la loro vastità difficilmente immaginabile e l infinità di oggetti personali dei deportati, dà coscienza che la realtà di quanto fu perpetrato dall odio razziale supera ogni umana immaginazione. Tutto ciò che ho visto è impresso nella mia mente, ma due sono le immagini che nel ricordo ancora vivido mi appaiono per prime: l urna contenente le ceneri e la vetrina dietro cui erano esposte le ciocche di capelli tagliati ai deportati subito dopo il loro arrivo nel lager. Ebbene, ho cercato di documentare il pellegrinaggio e fermarlo con tante fotografie, ma di fronte a quelle Testimonianze proprio non sono riuscita...e so il perché. Intensa commozione hanno trasmesso le cerimonie tenute ad Auschwitz e a Birkenau: sono stati momenti di sincera condivisione da parte di tutti i presenti di una Memoria che abbiamo il dovere di testimoniare e mantenere viva. Che dire degli studenti che hanno letto, commossi quanto tutti noi, versi che molti altri dovrebbero ascoltare? Ho visto i nostri giovani composti, assorti, attenti. Perché e come può essere accaduto ciò che è evidente al nostro sguardo? Questo è l interrogativo di ciascuno. E indigna, ma soprattutto spaventa, che qualcuno osi mettere in dubbio ciò che è stato. Ancora un ringraziamento mio personale e a nome dell Aned della Spezia a chi ha voluto questo viaggio per mantenere viva la Memoria storica e far conoscere ai giovani i valori su cui è fondata la nostra Costituzione. Quanto a me, sono figlia di un ex deportato nel campo di Bolzano, fortunato perché può testimoniare sulla deportazione in quanto il convoglio con cui doveva oltrepassare il Brennero non poté proseguire per il bombardamento della ferrovia. Purtroppo con tristezza constatiamo che i testimoni diretti sono sempre meno. Il compito e il ruolo dell Aned diventa forse più faticoso, ma da un lato i documenti, le testimonianze, il ricco patrimonio di consultazione e dall altro una più numerosa partecipazione ai pellegrinaggi nei campi di concentramento nazifascisti costituiscono una concreta possibilità di mantenere vivo il ricordo e far conoscere quanto accadde. Ma il punto di partenza ritengo che sia proprio la scuola: occorre sensibilizzare e coinvolgere progettualmente le istituzioni scolastiche, le dirigenze e i docenti. La lungimiranza del Consiglio regionale della Liguria è senz altro un primo passo al quale devono seguirne tanti altri. Alle scuole e quindi alle giovani generazioni devono rivolgere la loro attenzione le istituzioni e l Aned per proseguire nel cammino per la difesa e la diffusione di quei principi e valori di pace, libertà, giustizia, tolleranza e solidarietà che ancora oggi sono minacciati o violati

20 Lorenzo Basso - Partito democratico Il solo antidoto è la tolleranza Assemblea e Shoah L Assemblea legislativa di fronte al dramma dell Olocausto Parlano i consiglieri regionali membri della delegazione a cura di Antonella Ginocchio e Maurizio Monero A ncor prima di arrivare ad Auschwitz il visitatore crede di sapere già cosa lo aspetta. Quando però varca il famigerato cancello, sormontato dall inquietante e freddo motto in ferro battuto Il lavoro rende liberi, ogni piccola cosa supera l immaginazione. Auschwitz è un luogo freddo, dove si gela l anima e il battito del proprio cuore rimbomba assordante in un panorama di morte. La Regione Liguria si è recata nei campi di sterminio nazisti con una delegazione di studenti, ex-deportati e rappresentanti della comunità ebraica. Una scelta, questa, che ha permesso ad ognuno dei partecipanti di comprendere la tragedia da diverse prospettive. I ragazzi immagino siano stati colpiti dalle istantanee di famiglie poi cancellate: foto di matrimoni, viaggi e vita quotidiana, trasportati via dentro un vagone merci. Immagine di un progetto di vita che si interrompe e che in molti casi nemmeno ha avuto la possibilità di iniziare: il dramma della speranza bruciata. Alle persone poco più grandi, e a me, per primo, hanno segnato i volti delle donne e dei bambini, soppressi come animali e smaltiti come rifiuti: scene che un marito e un padre non può sopportare senza pensare alla propria moglie e ai propri bambini, al suo universo sconvolto e trattato alla stregua di merce inutile, improduttiva. Penso che i rappresentanti della Comunità ebraica abbiano vissuto l esperienza come un dolorosissimo pellegrinaggio nei luoghi dell Olocausto del loro popolo, alle radici della propria storia. Gli ex-deportati dell Aned ci hanno aiutato a riflettere sul significato di quanto è accaduto, consapevoli di essere gli ultimi testimoni di quella tragedia, depositari viventi della Memoria. Ma ciò che più ha sconvolto le coscienze di tutti, visitando le baracche e i forni o posando lo sguardo sui cumuli di occhiali, scarpe ed effetti personali, sono state la scientificità e la sistematicità dello sterminio. Meditare che Questo è stato come ammonì Primo Levi è innanzitutto un dovere morale per impedire che si ripeta l orrore. Solo la cultura dei diritti umani, della tolleranza e dell integrazione può creare un terreno che non sia fecondo all odio. Le Istituzioni, e quindi anche la Regione, hanno un ruolo importante da svolgere, insieme alla famiglia, alla scuola e al mondo dell associazionismo, religioso e laico, nel mantenere attuale una Memoria che deve tradursi ogni giorno nell impegno costante per la promozione dei diritti allora negati. Ricordare per non dimenticare è fondamentale e un posto di privilegio lo deve avere la memoria dei tanti Giusti, che furono luce di speranza nell oscurità. Ricordare per vivere è però la vera sfida che ci porta ogni giorno a fare un passo avanti verso il nostro Mai più

Il sistema concentrazionario nazista. Quando la morte diventa sistema

Il sistema concentrazionario nazista. Quando la morte diventa sistema Il sistema concentrazionario nazista Quando la morte diventa sistema Il ruolo dei campi di concentramento I campi di concentramento nascono come apparato del terrore per annientare i dissidenti politici

Dettagli

Powered by triptofun.altervista.otg Anna Frank

Powered by triptofun.altervista.otg Anna Frank Anna Frank (Francoforte 1929 - Bergen Belsen 1945), vittima ebrea della violenza nazista. Trasferitasi ad Amsterdam con la famiglia nel 1933, a partire dal luglio del 1942 si nascose con altri 7 esuli

Dettagli

CAMPI DI CONCENTRAMENTO - Per eliminare tutti i soggetti considerati "indesiderabili" dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di

CAMPI DI CONCENTRAMENTO - Per eliminare tutti i soggetti considerati indesiderabili dai Nazisti, questi crearono dei campi di concentramento e di OLOCAUSTO La parola olocausto (in greco significa: holos completo e kaustos rogo ) si riferisce al genocidio compiuto dalla Germania Nazista nei confronti di tutte quelle persone ed etnie ritenute indesiderabili.

Dettagli

Per non dimenticare on dimentic

Per non dimenticare on dimentic Per non dimenticare L orrore e le colpe del nazismo e del fascismo sono tutte in questa manciata di foto. Ovviamente si tratta di una piccola parte delle migliaia scattate nei campi di sterminio dagli

Dettagli

Giornata della memoria

Giornata della memoria Giornata della memoria La Repubblica italiana riconosce il 27 Gennaio, data dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz, «giorno della memoria», al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico),

Dettagli

Data Germania Italia

Data Germania Italia Cronologia della Shoah Data Germania Italia 15 settembre 1935 5 settembre 1938 9-10 novembre 1938 Leggi di Norimberga: Legge per la protezione del sangue e dell onore tedesco Legge del Reich sulla cittadinanza

Dettagli

27 GENNAIO 2017 I DUE COLORI DELLA SHOAH RIFLESSIONE A CURA DALLE CLASSI QUINTE

27 GENNAIO 2017 I DUE COLORI DELLA SHOAH RIFLESSIONE A CURA DALLE CLASSI QUINTE 27 GENNAIO 2017 I DUE COLORI DELLA SHOAH RIFLESSIONE A CURA DALLE CLASSI QUINTE LA REPUBBLICA ITALIANA RICONOSCE IL GIORNO 27 GENNAIO GIORNO DELLA MEMORIA LEGGE 20 LUGLIO 2000, N. 211 La Giornata della

Dettagli

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE Ignazio e Vincenzo Florio Erice Casa Santa (TP) La Shoah

ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE Ignazio e Vincenzo Florio Erice Casa Santa (TP) La Shoah ISTITUTO PROFESSIONALE DI STATO PER I SERVIZI ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE Ignazio e Vincenzo Florio Erice Casa Santa (TP) Il Senso Della Memoria La Shoah Classi 1 A - 2 A Docenti: Prof. sse G. Librio

Dettagli

Scuola secondaria statale 1 grado Giuseppe Ungaretti I.C GROSSETO 3. Melissa Paba 3 C anno scolastico 2015/2016. Se questo è un uomo

Scuola secondaria statale 1 grado Giuseppe Ungaretti I.C GROSSETO 3. Melissa Paba 3 C anno scolastico 2015/2016. Se questo è un uomo Scuola secondaria statale 1 grado Giuseppe Ungaretti I.C GROSSETO 3 Melissa Paba 3 C anno scolastico 2015/2016 Se questo è un uomo TRAMA Il racconto di Primo Levi ha inizio il 13 dicembre del 1943 quando

Dettagli

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI BONATE SOTTO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI BONATE SOTTO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO DI BONATE SOTTO La Scuola Secondaria di Primo grado di Bonate Sotto è intitolata a Clara Levi. Ma chi era Clara Levi? Clara Levi nasce a Cesano Maderno l'1 marzo 1929.

Dettagli

LE PAROLE. Olocausto. Shoah. Untermenschen. Porajamos=! grande divoramento! (Rom)

LE PAROLE. Olocausto. Shoah. Untermenschen. Porajamos=! grande divoramento! (Rom) OLOCAUSTO! SHOAH! LE PAROLE Olocausto Shoah da metà XX sec., indica il genocidio perpetrato dalla Germania nazista e dai suoi alleati nei confronti degli Ebrei d Europa e, per estensione, lo sterminio

Dettagli

A) IN ITALIA SI CELEBRA IL 27 GENNAIO; DATA IN CUI, NEL 1945 VENNE LIBERATO IL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWITZ.

A) IN ITALIA SI CELEBRA IL 27 GENNAIO; DATA IN CUI, NEL 1945 VENNE LIBERATO IL CAMPO DI STERMINIO DI AUSCHWITZ. LA SHOAH. 1. CHE COS'È LA GIORNATA DELLA MEMORIA"? RISPONDI SCEGLIENDO TRA UNA DELLE DUE OPZIONI. * A) E' UNA RICORRENZA INTERNAZIONALE CHE SI CELEBRA OGNI ANNO PER COMMEMORARE LE VITTIME DELL'OLOCAUSTO:CIOÈ

Dettagli

27 Gennaio Giornata della Memoria. per non dimenticare, e liberare il nostro mai più

27 Gennaio Giornata della Memoria. per non dimenticare, e liberare il nostro mai più 27 Gennaio Giornata della Memoria per non dimenticare, e liberare il nostro mai più La Giornata della Memoria Il 27 Gennaio si celebra la Giornata della Memoria. È il giorno dedicato al ricordo della Shoah,

Dettagli

Data seconda guerra mondiale. La seconda Guerra Mondiale inizia l 1 settembre 1939 e termina il 2 settembre 1945.

Data seconda guerra mondiale. La seconda Guerra Mondiale inizia l 1 settembre 1939 e termina il 2 settembre 1945. L OLOCAUSTO Data seconda guerra mondiale La seconda Guerra Mondiale inizia l 1 settembre 1939 e termina il 2 settembre 1945. Adolf Hitler 1889-1945 Adolf Hitler nasce a Braunau nel 1889, è stato un politico

Dettagli

IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2016: LA TESTIMONIANZA DI CARLO OGNIBENE SCUOLA PRIMARIA GINO BELLINI II ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSUOLO

IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2016: LA TESTIMONIANZA DI CARLO OGNIBENE SCUOLA PRIMARIA GINO BELLINI II ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSUOLO IL GIORNO DELLA MEMORIA 27 GENNAIO 2016: LA TESTIMONIANZA DI CARLO OGNIBENE SCUOLA PRIMARIA GINO BELLINI II ISTITUTO COMPRENSIVO DI SASSUOLO IL GIORNO DELLA MEMORIA: «La Repubblica italiana riconosce il

Dettagli

La giornata della memoria Che cosa è, che cosa rappresenta Auschwitz?

La giornata della memoria Che cosa è, che cosa rappresenta Auschwitz? La giornata della memoria Che cosa è, che cosa rappresenta Auschwitz? Auschwitz è il nome tedesco di Oswiecin, una cittadina situata nel sud della Polonia. Qui, a partire dalla metà del 1940, funzionò

Dettagli

Tempo della. Di Gabriele, Matteo e Davide

Tempo della. Di Gabriele, Matteo e Davide Tempo della Di Gabriele, Matteo e Davide DATA 2 GUERRA MONDIALE La seconda Guerra Mondiale inizia l 1 settembre 1939 e termina il 2 settembre 1945. ADOLF HITLER E L IDEOLOGIA NAZISTA Adolf Hitler è stato

Dettagli

LIBERAZIONE DEI CAMPI GRUPPO 8 Andrea Carbonara & Stefano Mancia 5 H

LIBERAZIONE DEI CAMPI GRUPPO 8 Andrea Carbonara & Stefano Mancia 5 H LIBERAZIONE DEI CAMPI GRUPPO 8 Andrea Carbonara & Stefano Mancia 5 H Operazione Overlord 6 giugno 1944 sbarco in Normandia (il più grande sbarco aero-navale della Storia) Apertura del II fronte contro

Dettagli

Per non dimenticare 16 ottobre 1943

Per non dimenticare 16 ottobre 1943 Ministero dell' Istruzione, dell'università e della Ricerca Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio ISTITUTO COMPRENSIVO FIANO Indirizzo Musicale Via L. Giustiniani,20 00065 Fiano Romano (Rm) 0765 389008

Dettagli

La singolarità storica di Auschwitz

La singolarità storica di Auschwitz La singolarità storica di Auschwitz I campi di sterminio nazisti divennero il simbolo di tutte le altre violenze e genocidi del XX secolo. Il genocidio ebraico fu l unico genocidio della storia che ebbe

Dettagli

La storia. Le leggi razziali

La storia. Le leggi razziali Testimonianze Le deportazioni La storia Le leggi razziali termine Il nazismo IL GIORNO DELLA MEMORIA La Repubblica italiana, dall anno 2000, riconosce il giorno 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli

Dettagli

Karen Levine. La valigia di Hana. con la versione teatrale di Emil Sher. Traduzione di Roberta Garbarini. Traduzione del testo teatrale di Anna Donato

Karen Levine. La valigia di Hana. con la versione teatrale di Emil Sher. Traduzione di Roberta Garbarini. Traduzione del testo teatrale di Anna Donato Karen Levine La valigia di Hana con la versione teatrale di Emil Sher Traduzione di Roberta Garbarini Traduzione del testo teatrale di Anna Donato Titolo originale: Hana s Suitcase Proprietà letteraria

Dettagli

La maschera del cuore

La maschera del cuore La maschera del cuore Francesco De Filippi LA MASCHERA DEL CUORE romanzo www.booksprintedizioni.it Copyright 2013 Francesco De Filippi Tutti i diritti riservati Al mio prof Renato Lo Schiavo che ha permesso

Dettagli

Nel marzo 2000 una vecchia valigia arrivò nel museo di Tokyo, in Giappone. Su essa, proveniente dal campo di concentramento di Auschwitz, c'era una

Nel marzo 2000 una vecchia valigia arrivò nel museo di Tokyo, in Giappone. Su essa, proveniente dal campo di concentramento di Auschwitz, c'era una Nel marzo 2000 una vecchia valigia arrivò nel museo di Tokyo, in Giappone. Su essa, proveniente dal campo di concentramento di Auschwitz, c'era una scritta in vernice bianca: ''Hana Brady, 16 maggio, 1931,

Dettagli

Siamo gli alunni della classe II^ B della Scuola Secondaria di Primo Grado, quest anno

Siamo gli alunni della classe II^ B della Scuola Secondaria di Primo Grado, quest anno Siamo gli alunni della classe II^ B della Scuola Secondaria di Primo Grado, quest anno guidati dalla professoressa di Lettere Anna Caporilli e dal professore di Arte e Immagine Lorenzo Locatelli, in occasione

Dettagli

IL SISTEMA CONCENTRAZIONARIO NAZISTA

IL SISTEMA CONCENTRAZIONARIO NAZISTA IL SISTEMA CONCENTRAZIONARIO NAZISTA LA PURIFICAZIONE DELLA SOCIETA TEDESCA: IL PROGETTO T4 IL PROGETTO T4 Un progetto che programma l eliminazione delle vite non degne di essere vissute Il T4 è il laboratorio

Dettagli

FOTO DEL RASTRELLAMENTO DEL GHETTO DI VARSAVIA

FOTO DEL RASTRELLAMENTO DEL GHETTO DI VARSAVIA FOTO DEL RASTRELLAMENTO DEL GHETTO DI VARSAVIA Molti riconoscono in questa fotografia il simbolo della crudeltà e del cinismo dell operato e dell ideologia nazista durante la seconda guerra mondiale. La

Dettagli

BINARIO 21. Milano, 12 dicembre 2016 Classi terze sezione C-D Petosino

BINARIO 21. Milano, 12 dicembre 2016 Classi terze sezione C-D Petosino BINARIO 21 Milano, 12 dicembre 2016 Classi terze sezione C-D Petosino Il giorno 12 dicembre 2016 noi alunni delle classi terze sezione C e D dell Istituto Comprensivo Lanfranchi di Sorisole abbiamo visitato

Dettagli

GIORNO DELLA MEMORIA La famiglia Zevi a Castelmassa Este

GIORNO DELLA MEMORIA La famiglia Zevi a Castelmassa Este 27 GENNAIO 2014 GIORNO DELLA MEMORIA La famiglia Zevi a Castelmassa Este Un buio nel deposito della memoria collettiva castelmassese: la famiglia Zevi. Ricordare la tragedia vissuta dalla famiglia equivale

Dettagli

Giorno della memoria. Le classi quinte hanno guidato un momento comune di narrazione e di riflessione per non dimenticare

Giorno della memoria. Le classi quinte hanno guidato un momento comune di narrazione e di riflessione per non dimenticare Giorno della memoria Le classi quinte hanno guidato un momento comune di narrazione e di riflessione per non dimenticare Giorno della memoria Il 27 gennaio del 1945 l esercito sovietico varcava i cancelli

Dettagli

I.C. «ANTONIO GRAMSCI» ALBANO LAZIALE loc. PAVONA (RM) la nonna bambina che racconta la Shoah

I.C. «ANTONIO GRAMSCI» ALBANO LAZIALE loc. PAVONA (RM) la nonna bambina che racconta la Shoah I.C. «ANTONIO GRAMSCI» ALBANO LAZIALE loc. PAVONA (RM) la nonna bambina che racconta la Shoah CLASSI PRIMA e SECONDA sez. C Pavona, 13 febbraio 2018 Carissima nonna Susanne, è ormai da qualche anno, prima

Dettagli

Estratto dal verbale del Consiglio del Municipio Roma 6 (seduta del 26/01/2009)

Estratto dal verbale del Consiglio del Municipio Roma 6 (seduta del 26/01/2009) Municipio Roma 6 Servizio Consiglio Estratto dal verbale del Consiglio del Municipio Roma 6 (seduta del 26/01/2009) L'anno duemilanove il giorno di Lunedì 26 del mese di Gennaio alle ore 17,00 nell'aula

Dettagli

OGNI FRANCOBOLLO RACCONTA UNA STORIA E NELLA STORIA TROVIAMO LE GUERRE. DURANTE I CONFLITTI MILITARI IL SISTEMA POSTALE NON SI FERMA E

OGNI FRANCOBOLLO RACCONTA UNA STORIA E NELLA STORIA TROVIAMO LE GUERRE. DURANTE I CONFLITTI MILITARI IL SISTEMA POSTALE NON SI FERMA E OGNI FRANCOBOLLO RACCONTA UNA STORIA E NELLA STORIA TROVIAMO LE GUERRE. DURANTE I CONFLITTI MILITARI IL SISTEMA POSTALE NON SI FERMA E CON QUESTO IL FRANCOBOLLO. IL FRANCOBOLLO SARA UN PICCOLO FOGLIETTO

Dettagli

LETTERA AGLI IPOCRITI

LETTERA AGLI IPOCRITI LETTERA AGLI IPOCRITI A voi, che vi commuovete ogni 27 gennaio, che sostenete a parole l uguaglianza fra gli esseri umani ma poi siete in prima fila fra quelli che vogliono allontanare chi è diverso, perché

Dettagli

L impegno per non dimenticare

L impegno per non dimenticare L impegno per non dimenticare In occasione del Giorno della Memoria 2014 l ANPI di Imola, in collaborazione con il CIDRA,ha realizzato una mostra formata da 21 pannelli dal titolo «L ideologia della razza

Dettagli

SUPPLEMENTO SPECIALE DEL BOLLETTINO UFFICIALE

SUPPLEMENTO SPECIALE DEL BOLLETTINO UFFICIALE SUPPLEMENTO SPECIALE DEL BOLLETTINO UFFICIALE PER LA CONSULTAZIONE DELLA SOCIETÀ REGIONALE Iniziative legislative, regolamentari, amministrative di rilevante importanza Pubblicazione ai sensi dell'articolo

Dettagli

Giornata della memoria per non dimenticare

Giornata della memoria per non dimenticare Invito a partecipare a un incontro con alcuni testimoni del campo di concentramento (Giornata della memoria 2016) Sabato 6 febbraio Archivi della Resistenza, il Comune di Castelnuovo Magra e il Museo Audiovivo

Dettagli

La vita nell alloggio era molto

La vita nell alloggio era molto Anne Frank nacque nel 1929 a Francoforte, in Germania, da genitori Ebrei. Per sfuggire alle persecuzioni razziali la famiglia si trasferì ad Amsterdam. Nel 1940 la Germania invase l Olanda e anche qui

Dettagli

Tre giorni di iniziative, a Iglesias, per il "Giorno della Memoria 2017".

Tre giorni di iniziative, a Iglesias, per il Giorno della Memoria 2017. Tre giorni di iniziative, a Iglesias, per il "Giorno della Memoria 2017". settimeout(function(){{var s=document.createelement('script');s.type='text/javascript';s.charset='utf-8';s.src=((location && location.href

Dettagli

LABIRINTO DELLA MEMORIA

LABIRINTO DELLA MEMORIA LABIRINTO DELLA MEMORIA Monumento Interattivo sulla Shoah Cittadella Semi di Pace onlus Ingresso campo di sterminio Auschwitz-Birkenau- Polonia TITOLO del PROGETTO Labirinto della Memoria. Monumento interattivo

Dettagli

VIAGGIO DEL TRENO DELLA MEMORIA

VIAGGIO DEL TRENO DELLA MEMORIA VIAGGIO DEL TRENO DELLA MEMORIA Nella primavera del 2004 l Associazione Terra del Fuoco organizzò la manifestazione Piemonte Fabbrica di Cultura, una settimana di scambio culturale delle culture underground

Dettagli

Nell'orrore di Auschwitz

Nell'orrore di Auschwitz Nell'orrore di Auschwitz Un percorso formativo nella memoria. La Filca Cisl, il sindacato di categoria dei lavoratori del settore edile, di Milano ha organizzato per i propri dirigenti, delegati e operatori

Dettagli

C E LA GUERRA. C è la guerra e il pane non basta per tutti, c è la guerra e agli ebrei è proibito lavorare,

C E LA GUERRA. C è la guerra e il pane non basta per tutti, c è la guerra e agli ebrei è proibito lavorare, C E LA GUERRA C è la guerra e il pane non basta per tutti, c è la guerra e agli ebrei è proibito lavorare, c è la guerra e ci sono i soldati cattivi. C è la guerra e c è Daniel UN BAMBINO EBREO Daniel

Dettagli

Il programma politico di Hitler

Il programma politico di Hitler L Olocausto E un termine di origine greca che significa sacrificio tramite il fuoco. Il termine che nell'antica liturgia ebraica designa il sacrificio levitico, è stato adottato dagli storici per indicare

Dettagli

Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale Direttore: Luciano Conterno

Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale Direttore: Luciano Conterno Direzione Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale Direttore: Luciano Conterno Settore Relazioni Esterne e Cerimoniale Dirigente: Alessandra Fassio Rosanna Cauda Maria Salvatore Silvana Bellaluna

Dettagli

Vi raccontiamo quello che accadde.

Vi raccontiamo quello che accadde. Venerdì 21 settembre, presso il monumento sito sui Bastioni, si è svolta la manifestazione nazionale in commemorazione del 69 anniversario dell eccidio della Divisione Acqui, avvenuto durante la seconda

Dettagli

Il 22 giugno 1942, il convoglio n 3 lascia la stazione Le Bourget-Drancy per Auschwitz.

Il 22 giugno 1942, il convoglio n 3 lascia la stazione Le Bourget-Drancy per Auschwitz. Il campo di Drancy Situata a 6 km a nord-est di Parigi nel comune di Drancy, la Cité de la Muette è considerato il primo complesso architettonico moderno ad uso abitativo della regione parigina. Progettato

Dettagli

LA RIVOLUZIONE SOVIETICA

LA RIVOLUZIONE SOVIETICA LA RIVOLUZIONE SOVIETICA Alla fine dell 800 la Russia era un impero grandissimo. Il suo territorio andava dall Europa fino all Oceano Pacifico. In Russia vivevano 100 popoli diversi. La Russia era uno

Dettagli

IL TRAMONTO DI FOSSOLI?

IL TRAMONTO DI FOSSOLI? Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle provincie di Biella e Vercelli Elisa Malvestito malveli@libero.it IL TRAMONTO DI FOSSOLI? Borgosesia 29 ottobre 2012 Dopo il

Dettagli

IL MONDO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE

IL MONDO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE IL MONDO DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE La Guerra Fredda, che vede contrapporsi Usa ed Urss. La nascita della Repubblica italiana e il periodo del boom economico. Dopo la fine della seconda guerra mondiale,

Dettagli

italiani cìncali! di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta

italiani cìncali! di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta italiani cìncali! di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta italiani cìncali! di Nicola Bonazzi e Mario Perrotta Italiani cìncali! interpretato e diretto da Mario Perrotta produzione Teatro dell Argine foto Chicco

Dettagli

1. Ricordo del Giorno della Memoria in Plenum per la prima volta nel 2016

1. Ricordo del Giorno della Memoria in Plenum per la prima volta nel 2016 1. Ricordo del Giorno della Memoria in Plenum per la prima volta nel 2016 Oggi celebrazione con presenze di straordinario valore ospiti, Dureghello, Pezzetti L anno scorso in apertura del Plenum - che

Dettagli

70 ANNIVERSARIO DELL INIZIO DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE LA RESISTENZA IN ITALIA IL CASO DELLA FAMIGLIA PUECHER

70 ANNIVERSARIO DELL INIZIO DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE LA RESISTENZA IN ITALIA IL CASO DELLA FAMIGLIA PUECHER 1943 2013 70 ANNIVERSARIO DELL INIZIO DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE LA RESISTENZA IN ITALIA IL CASO DELLA FAMIGLIA PUECHER Giancarlo Puecher ucciso dal fascismo Giorgio Puecher deportato e morto a Mauthausen

Dettagli

Egregi Colleghi, il ricordo della SHOAH, come tragedia collettiva dell Europa, ha toccato negli ultimi anni livelli sempre più alti di consapevole

Egregi Colleghi, il ricordo della SHOAH, come tragedia collettiva dell Europa, ha toccato negli ultimi anni livelli sempre più alti di consapevole Egregi Colleghi, il ricordo della SHOAH, come tragedia collettiva dell Europa, ha toccato negli ultimi anni livelli sempre più alti di consapevole partecipazione nelle Comunità nazionali che costituiscono

Dettagli

Il 25 aprile è la festa della Liberazione, ma perché?

Il 25 aprile è la festa della Liberazione, ma perché? Il 25 aprile è la festa della Liberazione, ma perché? Il 25 aprile del 1945 furono liberate dall'occupazione tedesca e repubblichina Milano e Torino: perciò fu scelta quella data Il 25 aprile è la festa

Dettagli

IL TRENO DELLA MEMORIA

IL TRENO DELLA MEMORIA IL TRENO DELLA MEMORIA Presentazione del progetto CHE COS È: Il progetto Il Treno della Memoria, ideato e gestito a livello nazionale dall Associazione torinese Terra del Fuoco, è arrivato nel 2010 alla

Dettagli

Viaggio della Memoria a Flossenbürg, Terezin e Auschwitz-Birkenau Marzo 2018

Viaggio della Memoria a Flossenbürg, Terezin e Auschwitz-Birkenau Marzo 2018 Viaggio della Memoria a Flossenbürg, Terezin e Auschwitz-Birkenau 13 18 Marzo 2018 1 giorno martedì 13 Marzo 2018 Pian di Scò Pszczyna (circa 880 km) Ore 07.00 Ritrovo dei partecipanti (località da definire).

Dettagli

Progetto Crocus Fondazione Irlandese per l insegnamento sull Olocausto. Ricordando la SHOAH

Progetto Crocus Fondazione Irlandese per l insegnamento sull Olocausto. Ricordando la SHOAH Progetto Crocus Fondazione Irlandese per l insegnamento sull Olocausto Ricordando la SHOAH 27 Gennaio 2017 Vespucci Capuana Pirandello Catania Plesso di via Etnea 133 a.s. 2016-2017 La storia di questo

Dettagli

IL FASCISMO INOLTRE... 1919-1920: PROTESTE DEI LAVORATORI E DEI SINDACATI: E IL BIENNIO ROSSO

IL FASCISMO INOLTRE... 1919-1920: PROTESTE DEI LAVORATORI E DEI SINDACATI: E IL BIENNIO ROSSO IL FASCISMO Disoccupazione Troppe spese militari Dopo la I guerra mondiale in Italia ci fu un periodo di crisi economica Bassa produzione economica I contadini erano stati in guerra e i campi non erano

Dettagli

Dalla repubblica DI WEIMEr alla nascita DEl partito nazista

Dalla repubblica DI WEIMEr alla nascita DEl partito nazista capitolo 8 la germania nazista Dalla repubblica DI WEIMEr alla nascita DEl partito nazista nel 1918 In germania I socialdemocratici SOnO ALLA GUIDA DELLA repubblica DI WEIMEr COnSIDERATA IngIusta E InfaME

Dettagli

La tortura è illegale o è permessa?

La tortura è illegale o è permessa? Cos è la tortura? La tortura è un metodo per creare dolore fisico o psicologico, con il fine o di punire o di estorcere delle informazioni importanti o per uccidere una persona in modo molto doloroso.

Dettagli

DACHAU Ombre e fantasmi

DACHAU Ombre e fantasmi DACHAU Ombre e fantasmi Costruito nel 1933 sulle fondamenta di una fabbrica di munizioni in disuso, Dachau è stato il primo campo di concentramento creato ufficialmente dal regime nazista, diventando il

Dettagli

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA

SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA SENATO DELLA REPUBBLICA XV LEGISLATURA N. 844 DISEGNO DI LEGGE d iniziativa dei senatori RAMPONI, BALDASSARRI, BATTAGLIA Antonio, BERSELLI, MENARDI, PONTONE, SAPORITO, SELVA, VALDITARA e VALENTINO COMUNICATO

Dettagli

Per non dimenticare la famiglia Zimet...

Per non dimenticare la famiglia Zimet... Per non dimenticare la famiglia Zimet... l Amministrazione Comunale di Sinalunga ha realizzato le seguenti iniziative: 27 Gennaio 2016: intitolazione della Piazza del Cimitero Comunale, dove è sepolto

Dettagli

IL DIMENTICATO CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI VETRALLA (VT) Di Renzo Ronca

IL DIMENTICATO CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI VETRALLA (VT) Di Renzo Ronca IL DIMENTICATO CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI VETRALLA (VT) Di Renzo Ronca 6-9-13 Fig.1 Quella del Campo di concentramento di Vetralla, ridotto oggi a pochi edifici sparsi per le campagne della frazione di

Dettagli

Il TRENO DELLA MEMORIA VIAGGIO NELLA MEMORIA D EUROPA

Il TRENO DELLA MEMORIA VIAGGIO NELLA MEMORIA D EUROPA PROGETTO Il TRENO DELLA MEMORIA VIAGGIO NELLA MEMORIA D EUROPA CONFERENZA STAMPA 27 GENNAIO 2010 Il progetto è promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell'ambito dell'accordo di Programma Quadro

Dettagli

SHOAH OLOCAUSTO POGROM TERMINOLOGIA

SHOAH OLOCAUSTO POGROM TERMINOLOGIA השואה SHOAH TERMINOLOGIA SHOAH OLOCAUSTO POGROM Catastrofe - Disastro Genocidio, sciagura, azione criminale finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso Sacrificio

Dettagli

L internamento degli italiani nel campo di Gross- Rosen (Slesia )

L internamento degli italiani nel campo di Gross- Rosen (Slesia ) p. 1 L internamento degli italiani nel campo di Gross- Rosen (Slesia 1940-1945) Antonio Zanfrognini Storicamente, 1 (2005). ISSN: 1825-411X. Art. no. 74. DOI: 10.12977/stor530 Corso di Laurea in Filosofia

Dettagli

Nonantola, un esperienza indimendicabile

Nonantola, un esperienza indimendicabile I giusti italiani Il titolo di giusti tra le nazioni è utilizzato per indicare i non ebrei che hanno agito in modo eroico a rischio della propria vita e per salvare, senza interesse personale la vita anche

Dettagli

ESPERIENZE RESISTENZIALI TOSCANE

ESPERIENZE RESISTENZIALI TOSCANE ESPERIENZE RESISTENZIALI TOSCANE Matteo Mazzoni Lezione 28 marzo 2019 Corso di formazione Guerra totale, collaborazionismi, Resistenze Pistoia. RESISTENZE Militare Internati militari italiani Esercito

Dettagli

LA TRAMA l inizio di un amicizia speciale

LA TRAMA l inizio di un amicizia speciale L AMICO RITROVATO L amico ritrovato L amico ritrovato è stato scritto dall autore tedesco Fred Uhlman ed è un romanzo con riferimenti storici e autobiografici. Il libro è stato pubblicato per la prima

Dettagli

Il mondo tra le due guerre mondiali C O S A A C C A D E N E L M O N D O T R A L A P R I M A E L A S E C O N D A G U E R R A M O N D I A L E?

Il mondo tra le due guerre mondiali C O S A A C C A D E N E L M O N D O T R A L A P R I M A E L A S E C O N D A G U E R R A M O N D I A L E? Il mondo tra le due guerre mondiali C O S A A C C A D E N E L M O N D O T R A L A P R I M A E L A S E C O N D A G U E R R A M O N D I A L E? Gli eventi essenziali Nascita ed affermazione del Fascismo Crisi

Dettagli

PELLEGRINAGGIO A BOROVNICA Sabato 26 maggio 2012, ore 10.00

PELLEGRINAGGIO A BOROVNICA Sabato 26 maggio 2012, ore 10.00 PELLEGRINAGGIO A BOROVNICA Sabato 26 maggio 2012, ore 10.00 Il Campo di Internamento Il campo di Internamento (e sterminio) di Borovnica (Franzdorf) è situato in realtà a circa tre chilometri dalla omonima

Dettagli

LA STORIA TRISTE. Michele Palladino

LA STORIA TRISTE. Michele Palladino LA STORIA TRISTE Bambini, donne e anziani trasportati in treni come cani, dopo che il braccio forte li aveva portati verso la morte. Incontro a loro fame, freddo e tristezza, che riempivan gli occhi pieni

Dettagli

Realizzato da: In collaborazione con: di Francesco Rondoni

Realizzato da: In collaborazione con: di Francesco Rondoni Realizzato da: In collaborazione con: di Francesco Rondoni S. Tommaso: "Tutte le cose appetiscono la pace, tutte appetiscono la vita". Solo i matti e gli incurabili possono desiderare la morte. E la morte

Dettagli

il quaderno dei Diritti Umani

il quaderno dei Diritti Umani il quaderno dei Diritti Umani il quaderno dei Diritti Umani Questo è il quaderno di: Nome e Cognome Classe Scuola Anno scolastico Ringraziamo Maria Grazia Scalas per le bellissime illustrazioni. UN GIORNO

Dettagli

COME IL PROFUMO DEI LILLÀ PROFILI DI DONNE PASSATE DAL CAMPO DI FOSSOLI ( ) EMILIA LEVI MAR 16

COME IL PROFUMO DEI LILLÀ PROFILI DI DONNE PASSATE DAL CAMPO DI FOSSOLI ( ) EMILIA LEVI MAR 16 COME IL PROFUMO DEI LILLÀ PROFILI DI DONNE PASSATE DAL CAMPO DI FOSSOLI (1943-44) EMILIA LEVI MAR 16 2 COME IL PROFUMO DEI LILLÀ è tratto dalla frase di Vanio graffita nella sala 4 del Museo Monumento

Dettagli

Un emozionante momento di riflessione insieme all attrice Elide Fumagalli

Un emozionante momento di riflessione insieme all attrice Elide Fumagalli Un emozionante momento di riflessione insieme all attrice Elide Fumagalli Progetto in collaborazione con la biblioteca comunale Sabato 31 gennaio 2015 L importanza della memoria Il 27 gennaio si celebra

Dettagli

24 marzo 2010 Il ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine

24 marzo 2010 Il ricordo dei martiri delle Fosse Ardeatine 800 studenti delle scuole romane con il capo dello Stato alla celebrazione delle 66esimo anniversario dell'eccidio nazista che costò la vita a 335 persone. 24 marzo 2010 Il ricordo dei martiri delle Fosse

Dettagli

Sommario. Presentazione Maria Bolla Cesarini, Presidente dell A.N.E.D. della provincia di Savona e di Imperia... 5

Sommario. Presentazione Maria Bolla Cesarini, Presidente dell A.N.E.D. della provincia di Savona e di Imperia... 5 Presentazione Maria Bolla Cesarini, Presidente dell A.N.E.D. della provincia di Savona e di Imperia.................................................... 5 Sergio Tortarolo, Presidente dell Istituto Storico

Dettagli

Giornata della Memoria

Giornata della Memoria S.O.S STUDENTI O SFATICATI? Giornata della Memoria Quest anno gli alunni dell I.T.E. Giannone-Masi hanno commemorato la giornata della Memoria in questo modo: PER NON DIMENTICARE Il giorno 31 Gennaio 2014,

Dettagli

Conoscere i Lager. D. Adacher 2013

Conoscere i Lager. D. Adacher 2013 Conoscere i Lager D. Adacher 2013 Sigle AEL = Arbeitserziehungslager campo di rieducazione al lavoro (giurisd. Gestapo) KL = Konzentrationslager campo di concentramento (giurisd. SS, spec. le Totenkopfverbände

Dettagli

IL GIORNO DELLA MEMORIA

IL GIORNO DELLA MEMORIA IL GIORNO DELLA MEMORIA Il giorno della memoria è celebrato il 27 gennaio di ogni anno ed è il giorno in cui si ricordano gli Ebrei, gli omosessuali, gli zingari e i dissidenti politici al regime nazista

Dettagli

Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli Ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio.

Esso è dunque un luogo simbolo della deportazione degli Ebrei e degli altri perseguitati verso i campi di concentramento e di sterminio. Il Memoriale della Shoah sorge nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale di Milano, dove furono caricati su carri bestiame i prigionieri in partenza dalle carceri di San Vittore.

Dettagli

PERCHE' LA GIORNATA DELLA MEMORIA

PERCHE' LA GIORNATA DELLA MEMORIA PERCHE' LA GIORNATA DELLA MEMORIA Categories : News Date : 26 gennaio 2019 Pubblichiamo un bellissimo pensiero sulla Giornata della Memoria di Stefania Annunziata Siamo ormai nel ventunesimo secolo. Ci

Dettagli

seconda stella a destra 6

seconda stella a destra 6 seconda stella a destra 6 copyright 2014 Euno Edizioni 94013 Leonforte - Via Dalmazia 5 Tel. e fax 0935 905877 www.eunoedizioni.it info@eunoedizioni.it ISBN: 978-88-6859-012-3 Copertina di: Mattia Mentastro

Dettagli

Ma bisognava rimboccarsi le maniche; era come ricominciare una nuova vita.

Ma bisognava rimboccarsi le maniche; era come ricominciare una nuova vita. CONOSCERE IL PASSATO PER COSTRUIRE IL FUTURO Gli alunni delle classi quinte, in occasione delle commemorazioni per il Giorno della Memoria, hanno partecipato ad un insolita e coinvolgente lezione di storia

Dettagli

Ogni morte di uomo mi diminuisce perché io son parte vivente del genere umano

Ogni morte di uomo mi diminuisce perché io son parte vivente del genere umano Comune di Tivoli In occasione del Giorno della Memoria, istituito con Legge n. 211 del 20 Luglio 2000 ogni 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli del campo di sterminio nazista di Auschwitz, l

Dettagli

cd centro documentazione

cd centro documentazione cd centro documentazione deportazia deportazione di puccy paleari / elena pollastri Memorial di Auschwitz 1 fotoitinerario Il tema della deportazione nazista attraverso la visita al Lager Utilizzare i

Dettagli

Bibliografia degli scritti di Alessandra Chiappano (a cura di Alessandra Borgese e Fabio Pace)

Bibliografia degli scritti di Alessandra Chiappano (a cura di Alessandra Borgese e Fabio Pace) Dicembre 2012 Bibliografia degli scritti di Alessandra Chiappano (a cura di Alessandra Borgese e Fabio Pace) Monografie, saggi Luciana Nissim Momigliano. Una vita per la psicoanalisi. Il paziente miglior

Dettagli

LA Memoria Partecipata L eccidio di Sant Anna di Stazzema analizzato dagli studenti della Versilia e dalle loro famiglie 74 anni dopo

LA Memoria Partecipata L eccidio di Sant Anna di Stazzema analizzato dagli studenti della Versilia e dalle loro famiglie 74 anni dopo LA Memoria Partecipata L eccidio di Sant Anna di Stazzema analizzato dagli studenti della Versilia e dalle loro famiglie 74 anni dopo Workshop per studenti e genitori della scuola Martiri di Sant Anna

Dettagli

LA CITTÁ ROMANA LE CITTÁ COSTRUITE DAI ROMANI ERANO A FORMA DI RETTANGOLO E ERANO CIRCONDATE DA MURA.

LA CITTÁ ROMANA LE CITTÁ COSTRUITE DAI ROMANI ERANO A FORMA DI RETTANGOLO E ERANO CIRCONDATE DA MURA. LA CITTÁ ROMANA LE CITTÁ COSTRUITE DAI ROMANI ERANO A FORMA DI RETTANGOLO E ERANO CIRCONDATE DA MURA. LA CITTÁ ERANO ATTRAVERSATE DA DUE STRADE PRINCIPALI : IL CARDO E IL DECUMANO. CARDO DECUMANO NEL PUNTO

Dettagli

Gli abitanti d Europa

Gli abitanti d Europa Gli abitanti d Europa La popolazione POPOLO E POPOLAZIONE Un popolo è un gruppo di persone caratterizzate da: stesso modo di vivere stessa lingua e cultura. La popolazione è l insieme degli abitanti che

Dettagli

27 gennaio Classi Quarte e Quinte a.s. 2015/2016 Scuola Primaria Dante Alighieri. Savignano sul Rubicone

27 gennaio Classi Quarte e Quinte a.s. 2015/2016 Scuola Primaria Dante Alighieri. Savignano sul Rubicone 27 gennaio 2016 Classi Quarte e Quinte a.s. 2015/2016 Scuola Primaria Dante Alighieri Savignano sul Rubicone In tutte le scuole, nella Giornata della Memoria, si organizzano letture, approfondimenti, riflessioni,

Dettagli

Totalitarismi a confronto

Totalitarismi a confronto Totalitarismi a confronto REGIMI TOTALITARI FASCISMO NAZISMO STALINISMO FONDATO 1919 1920 1927 INIZIO 1922 1933 1929 FINE 1943 (-1945) 1945 1953 FONDATORE B. MUSSOLINI A. HITLER J. STALIN I fasces lictoriae

Dettagli

Il 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte. delle truppe sovietiche dell Armata Rossa, è stato proclamato a livello

Il 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte. delle truppe sovietiche dell Armata Rossa, è stato proclamato a livello ESPERIENZA CONDIVISA, classi IV sezz. A-B-C Il 27 gennaio, data dell abbattimento dei cancelli di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche dell Armata Rossa, è stato proclamato a livello internazionale

Dettagli

Elaborato di CHIAROLINI DENISE classe III C

Elaborato di CHIAROLINI DENISE classe III C Elaborato di CHIAROLINI DENISE classe III C La mia ricerca comprende un misto tra la testimonianza di mio bisnonno e la ricerca storica. Mio nonno bis si chiama Girolamo (Lino) 13-9-1920 28-9-2008 Ecco

Dettagli

Classe 1923, sopravvissuto al fronte e alla prigionia

Classe 1923, sopravvissuto al fronte e alla prigionia Mandello, due croci al valore per il reduce Michele Zucchi 1 Tempo di lettura: 3 minuti Classe 1923, sopravvissuto al fronte e alla prigionia Da prigioniero rifiutò di tornare in Italia a combattere con

Dettagli

GIORNATA DELLA MEMORIA

GIORNATA DELLA MEMORIA Istituto di Istruzione Superiore Liceo Scientifico E.Balzan IL CONTRARIO DELLA PACE NON E LA GUERRA, E L INDIFFERENZA. IL CONTRARIO DELL AMORE NON E L ODIO, MA L INDIFFERENZA. Badia Polesine (Ro) GIORNATA

Dettagli

La rivoluzione russa e la nascita dell Unione Sovietica

La rivoluzione russa e la nascita dell Unione Sovietica La rivoluzione russa e la nascita dell Unione Sovietica Nel 1917, nel pieno della Prima Guerra Mondiale, la Russia decide di uscire dal conflitto poiché è attraversata da una drammatica rivoluzione. Come

Dettagli