INTERVENTI SECONDARI RICICLO E/O RIUTILIZZAZIONE DEI RIFIUTI
|
|
- Romano Caselli
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 INTERVENTI SECONDARI RICICLO E/O RIUTILIZZAZIONE DEI RIFIUTI Riciclo: reimpiego dei rifiuti nello stesso ciclo produttivo da cui provengono Riutilizzazione: reimpiego dei rifiuti in cicli produttivi differenti da quelli da cui provengono In Italia queste attività sono state inizialmente disciplinate dal D.M. 5 settembre 1994 in attuazione del D.L. 8 luglio 1994, n. 438, relativo al riutilizzo dei residui da cicli di produzione o di consumo e allo smaltimento dei rifiuti I successivi D.M. 5 febbraio 1998 (successivamente modificato dal D.M. 5 aprile 2006) e 12 giugno 2002 hanno rispettivamente individuato i rifiuti non pericolosi e i rifiuti pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi)
2 D.M. 5 FEBBRAIO 1998 Definisce i principi generali da osservare nelle operazioni di recupero che non devono: 8 Creare rischi per l acqua, l aria, il suolo e per la fauna e la flora 8 Causare inconvenienti da rumori e odori 8 Danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse Consente il recupero di materia, il recupero energetico ed il recupero ambientale Impone che le attività, i procedimenti e i metodi di riciclaggio e di recupero di materia devono garantire l ottenimento di prodotti o di materie prime o di materie prime secondarie con caratteristiche merceologiche conformi alla normativa tecnica di settore o, comunque, nelle forme usualmente commercializzate In particolare impone che i prodotti, le materie prime e le materie prime secondarie ottenute dal riciclaggio e dal recupero dei rifiuti non devono presentare caratteristiche di pericolo superiori a quelle dei prodotti e delle materie ottenute da materie prime vergini
3 Impone inoltre che nel recupero di energia si raggiungano opportuni livelli di conversione del potere calorifico dei rifiuti in energia termica e/o energia elettrica Destina i rifiuti non pericolosi anche al recupero ambientale cioè alla restituzione di aree degradate ad usi produttivi o sociali attraverso rimodellamenti morfologici Disciplina infine la messa in riserva dei rifiuti e le quantità recuperabili La messa in riserva è consentita stoccando i rifiuti separatamente dalle materie prime, evitando il contatto fra tipologie incompatibili ed in generale osservando criteri di sicurezza Le quantità recuperabili sono legate alla potenzialità dell impianto di recupero. Lo stoccaggio è sottoposto a vincoli sia di quantità che temporali Si articola in allegati e suballegati che definiscono: 8 Le norme tecniche per il recupero di materia dai rifiuti non pericolosi ed i valori limite e le prescrizioni per le emissioni in atmosfera di queste attività
4 8 Le norme tecniche per l'utilizzazione dei rifiuti non pericolosi come combustibile o come altro mezzo per produrre energia nonché i valori limite e le prescrizioni per le emissioni in atmosfera di tutte le possibili attività di recupero di energia dai rifiuti non pericolosi 8 I test di cessione per l individuazione dei rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero ALLEGATO 1 Suballegato 1 Individua i rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero di materia Questi rifiuti sono classificati in base alla categoria (provenienza e caratteristiche) Le categorie di rifiuti sono in numero di 18, ognuna suddivisa in più tipologie 1 Rifiuti di carta, cartone e prodotti di carta 2 Rifiuti di vetro in forma non dispersibile 3 Rifiuti di metalli e loro leghe sotto forma
5 metallica non dispersibile 4 Rifiuti contenenti metalli derivati dalla fonderia, fusione e raffinazione dei metalli 5 Altri rifiuti contenenti metalli 6 Rifiuti di plastiche 7 Rifiuti ceramici e inerti 8 Rifiuti derivati da operazioni di conciatura e dell utilizzo del cuoio e rifiuti tessili 9 Rifiuti di legno e sughero 10 Rifiuti solidi in caucciù e gomma 11 Rifiuti derivati dall industria agro-alimentare 12 Fanghi 13 Rifiuti contenenti principalmente costituenti inorganici che possono a loro volta contenere metalli o materie organiche 14 Rifiuti recuperabili da RSU e da rifiuti speciali non pericolosi assimilati per la produzione di CDR 15 Rifiuti recuperabili mediante procedimenti di digestione anaerobica 16 Rifiuti compostabili 17 Rifiuti recuperabili con processi di pirolisi e gassificazione 18 Rifiuti destinati alla produzione di fertilizzanti Per ogni categoria sono definite le varie tipologie, la provenienza, le caratteristiche del rifiuto
6 e le possibili attività di recupero. Ad es. per la categoria 4, rifiuti contenenti metalli derivati dalla fonderia, fusione e raffinazione dei metalli, si ha: 4.1 Tipologia: scorie provenienti dall industria della metallurgia dei metalli non ferrosi, ad esclusione di quelle provenienti dalla metallurgia termica di Pb, Al e Zn, scorie dalla produzione di P, scoria Cubilot [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] Provenienza: industria metallurgica, produzione di P Caratteristiche del rifiuto: scorie costituite dall 80-90% di FeO, CaO, SiO 2, Al 2 O 3, MgO, C<10%, S<15%, Zn<20%, Pb<8%, Cu<1.4%, Cd<0.25%, As<0.4%, Cr(III)<0.6% sul secco Attività di recupero: (a) impianti di seconda fusione per il recupero dei metalli, (b) industria metallurgica come correttivo, (c) produzione di conglomerati bituminosi, (d) cementifici, (e) industria vetraria, (f) produzione di conglomerati cementizi, (g) produzione di conglomerati idraulici catalizzati, (h) realizzazione di rilevati e sottofondi stradali Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: (a) e (b) singoli metalli nelle forme usualmente commercializzate, (c) conglo-
7 merati bituminosi nelle forme usualmente commercializzate, (d) cemento nelle forme usualmente commercializzate, (e) vetri nelle forme usualmente commercializzate non per uso alimentare o ospedaliero, (f) conglomerati cementizi nelle forme usualmente commercializzate, (g) conglomerati idraulici catalizzati per pavimentazioni stradali nelle forme usualmente commercializzate 4.2 Tipologia: scorie di fusione da recupero di metalli preziosi [ ] Provenienza: forno di fusione dei rifiuti contenenti metalli preziosi Caratteristiche del rifiuto : polveri e granuli a matrice borosilicatica contenenti SiO %, Al 2 O %, B 2 O %, Fe 2 O %, TiO 2 1-5%, CaO 10-25%, ZrO 2 4-8%, PbO<0.2%, Zn<0.3% Attività di recupero: riutilizzo nel confezionamento di malte bituminose e conglomerati bituminosi in sostituzione parziale al filler inerte in percentuali non superiori al 4% in peso per i conglomerati e al 18% in peso per le malte Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: malte bituminose e conglomerati bituminosi nelle forme usualmente
8 commercializzate 4.3 Tipologia: schiumature, granelle e colaticci di rame secondario e sue leghe [ ] [ ] [ ] Provenienza: fusione del rame secondario e sue leghe Caratteristiche del rifiuto: rifiuto solido agglomerato a base di Cu 1-99%, Pb %, Zn %, Ni<4%, Sn<15%, As<0.001%, Cd<0.015% sul secco Attività di recupero: metallurgia per il recupero di rame, zinco e/o altri metalli in lega Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: rame, zinco e loro leghe nelle forme usualmente commercializzate, ossicloruro e/o solfato di rame nelle forme usualmente commercializzate 4.4 Tipologia: scorie di acciaieria, scorie provenienti dalla fusione in forni elettrici, a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di metalli ferrosi e dai successivi trattamenti di affinazione delle stesse [ ] [ ] [ ] Provenienza: fonderie di seconda fusione di ghisa e di acciaio, produzione di ferroleghe, industria siderurgica
9 4.4.2 Caratteristiche del rifiuto: scorie granulate o uniblocchi con più dell 80% in peso di SiO 2, CaO, Al 2 O 3, MgO, MnO e FeO Attività di recupero: (a) cementifici, (b) produzione di conglomerati cementizi per l edilizia e il territorio, (c) industria vetraria (d) acciaierie e fonderie di prima e seconda fusione per il recupero di materiali ferrosi e non ferrosi, (e) formazione di rilevati, sottofondi stradali e massicciate ferroviarie, (f) utilizzo per recupero ambientale, (g) copertura di discariche per RSU, con percentuale di rifiuti utilizzabile non superiore al 30% Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: (a) cemento nelle forme usualmente commercializzate, (b) conglomerati cementizi per l edilizia e laterizi nelle forme usualmente commercializzate, (c) vetro nelle forme usualmente commercializzate, (d) metalli ferrosi e leghe metalliche nelle forme usualmente commercializzate 4.5 Tipologia: schiumature povere di Zn [ ] Provenienza: processo di zincatura ad umido dell'acciaio Caratteristiche del rifiuto: blocchi disomogenei con contenuto in Zn>50% e costituiti da ossidi, ossicloruri e cloruri di Zn e
10 altri metalli Attività di recupero: (a) attacco acido per solubilizzare i composti dello zinco e altri metalli e successiva cristallizzazione dei sali di Zn, (b) ciclo termico secondario dello zinco Caratteristiche del prodotto ottenuto: (a) sali di zinco organici ed inorganici, ossidi misti di zinco e piombo nelle forme usualmente commercializzate, (b) zinco nelle forme usualmente commercializzate 4.6 Tipologia: polveri di zinco e colaticci di recupero [ ] Provenienza: impianti di produzione polveri di zinco, impianti di zincatura a spruzzo, impianti di zincatura tubi Caratteristiche del rifiuto: polveri contenenti Zn>70% con presenza di grumi di altri metalli, quali Pb<1.2% e Cd<0.06% Attività di recupero: (a) raffinazione in forno rotativo dei composti dello zinco, (b) ciclo idrometallurgico primario dello zinco, (c) ciclo termico secondario dello zinco Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: (a) ossidi misti di zinco e piombo per la produzione di metalli nelle forme usualmente commercializzate, (b) e (c)
11 zinco nelle forme usualmente commercializzate 4.7 Tipologia: polvere di allumina [ ] Provenienza: impianto di lavaggio del residuo insolubile proveniente dagli impianti di trattamento dei sottoprodotti di fusione dell alluminio Caratteristiche del rifiuto: contenuto di Al 2 O 3 >60%, altri ossidi metallici (silice, ossido di calcio, ossido di magnesio e ossido ferrico) in quantità non superiori al 40%, Cl<1%, umidità 15-30% Attività di recupero: cementifici in percentuale dall 1 al 5% della miscela complessiva Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: cemento nelle forme usualmente commercializzate Suballegato 2 Disciplina le emissioni in atmosfera delle attività di recupero di materia dai rifiuti non pericolosi I valori limite e le prescrizioni per queste emissioni sono differenziati a seconda della
12 tipologia dei processi connessi alle operazioni di recupero (a freddo o termici) 8 I processi a freddo sono: selezione, deposito, macinazione, vagliatura, omogeneizzazione, produzione di conglomerati cementizi 8 I processi a caldo sono: pirotrattamento, pirolisi e piroscissione, trattamenti termici, produzione di cemento, cicli metallurgici primari e secondari e idrometallurgici, raffinazione metallurgica, produzione di laterizi, produzione di ceramica, produzione di conglomerati e malte bituminose, produzione di vetro, produzione sostanze chimiche, cicli metallurgici in cui il residuo è utilizzato come correttivo o riducente I valori limite sono quelli contenuti nelle disposizioni nazionali legislative, regolamentari e amministrative ridotti del 10% ovvero, se più restrittivi, quelli che figurano nell autorizzazione ex DPR 203/88 ridotti del 10% e riguardano, tra l altro, PCDD, PCDF e IPA; altri valori limite sono stabiliti per polveri totali, CO, TOC, HCl, HF, SO 2, Cd, Tl, Hg, Sb, As, Pb, Cr, Co, Cu, Mn, Ni, V e Sn
13 ALLEGATO 2 Suballegato 1 Individua 14 differenti tipologie di rifiuti non pericolosi utilizzabili per il recupero di energia 1 Combustibile derivato dai rifiuti (CDR) 2 Biogas 3 Scarti vegetali 4 Rifiuti della lavorazione del legno e affini non trattati 5 Rifiuti da fibra tessile 6 Rifiuti della lavorazione del legno e affini trattati 7 Rifiuti della lavorazione del tabacco 8 Rifiuti di legno impregnato con preservante a base di creosoto e con preservante a base di sali 9 Scarti di pulper 10 Fanghi essiccati di depurazione di acque reflue 11 Gas derivati da impianti di pirolisi e/o gassificazione di rifiuti 12 Fanghi essiccati di depurazione di acque dell industria cartaria, fanghi oleosi dell industria petrolifera 13 Residuo di carbon fossile, residui di coke
14 metallurgico 14 Pollina Per ogni tipologia sono definite la provenienza, le caratteristiche del rifiuto, le possibili attività di recupero e le condizioni da rispettare. Ad es. per la tipologia 2, biogas, si ha: 2. Tipologia: Biogas [ ] 2.1 Provenienza: Fermentazione anaerobica metanogenica di rifiuti a matrice organica in processi di cui al punto 15 dell'allegato 1 o da discarica 2.2 Caratteristiche del gas: Gas combustibile avente le seguenti caratteristiche: Metano min. 30% vol, H 2 S max 1.5% vol, P.C.I. sul tal quale min kj/nm Attività e metodi di recupero: L'utilizzazione di biogas è consentita in impianti di conversione energetica di potenza termica nominale superiore a 0,5 MW, anche integrati con il sistema di produzione del gas, con le caratteristiche di seguito indicate: a) motori fissi a combustione interna che rispettano i seguenti valori limite di emissione: polveri 10 mg/nm 3, HCI 10 mg/nm 3, TOC 150 mg/nm 3, HF 2 mg/nm 3, NO x 450 mg/nm 3, CO 500 mg/nm 3 ; per gli altri inquinanti si applicano i va-
15 lori limite minimi di emissione fissati ai sensi dell'art. 3, comma 2, del DPR 203/1988; negli impianti dedicati oltre i 6 MWt deve essere effettuato il controllo in continuo di CO, NO x e SO x b) impianti dedicati al recupero energetico di rifiuti o impianti industriali che garantiscano una efficienza di combustione minima (CO 2 /CO+CO 2 ) di 0.99 e che abbiano il controllo in continuo dell'o 2, del CO e della temperatura dell'effluente gassoso; negli impianti oltre i 6 MWt controllo in continuo anche degli NO x e degli altri inquinanti di cui al suballegato 2, paragrafo 1 lettera (a); in questo caso non si applica il limite per le emissioni di SO x ; il limite di NO x è fissato in 200 mg/nm 3 ; nel caso di impiego simultaneo in impianti industriali con combustibili autorizzati, il calore prodotto dal rifiuto non deve eccedere il 60% del calore totale prodotto dall'impianto; la cocombustione non è consentita nei forni per la produzione di calce alimentare Suballegato 2 Disciplina le emissioni in atmosfera delle attività di recupero di energia dai rifiuti non pericolosi
16 Gli inquinanti regolamentati ed i relativi limiti sono gli stessi del suballegato 2 dell allegato 1 Suballegato 3 Riguarda la determinazione dei valori limite per le emissioni in atmosfera dovute al recupero di rifiuti come combustibile o altro mezzo per produrre energia tramite combustione mista di rifiuti e combustibili tradizionali I valori limite vanno determinati caso per caso tenendo conto delle frazioni di gas emessi che sono dovute rispettivamente al rifiuto e al combustibile tradizionale; sono calcolati come media pesata dei limiti per i due tipi di combustibile ALLEGATO 3 Definisce le procedure e le concentrazioni limite per il test di cessione necessario per individuare i rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 (Decreto Ronchi)
17 Il test previsto dal decreto stabilisce l uso di campioni nella stessa forma fisica in cui si prevede l utilizzazione lisciviati con acqua demineralizzata rinnovata dopo 2, 8, 24, 48, 72, 102, 168 ore con durata totale di 384 ore (16 giorni) Altre condizioni sono: 8 Quantità di campione rappresentativa della totalità del materiale e comunque non inferiore a 100 mg 8 Volume del liquido lisciviante pari a 10 volte il volume del campione 8 Immersione del campione almeno 2 cm al di sotto del livello del liquido 8 Assenza di agitazione 8 Temperatura di 20±5 C 8 Filtrazione degli eluati con filtri da 0.45 µm e misurazione di ph e conducibilità 8 In ogni eluato il ph deve risultare compreso tra 5.5 e 12 8 Acidificazione a ph 2 con HNO 3 1M se occorre determinare il contenuto di metalli 8 Confronto tra concentrazione cumulativa di ogni analita e concentrazioni limite della tabella
18 Analiti Conc. Limite Analiti Conc. Limite Nitrati 50 mg/l Nichel 10 µg/l Fluoruri 1.5 mg/l Vanadio 250 µg/l Solfati 250 mg/l Arsenico 50 µg/l Cloruri 200 mg/l Cadmio 5 µg/l Cianuri 50 µg/l Cromo tot. 50 µg/l Bario 1 mg/l Piombo 50 µg/l Rame 0.05 mg/l Selenio 10 µg/l Zinco 3 mg/l Mercurio 1 µg/l Berillio 10 µg/l Amianto 30 mg/l Cobalto 250 µg/l COD 30 mg/l Nell applicazione del decreto è stato verificato che i valori limite fissati sono talmente restrittivi in rapporto alla durata del test da non poter essere rispettati neanche dalle materie prime naturali
19 D.M. 5 APRILE 2006 Modifica l allegato 3 del D.M. 5 febbraio 1998 sostituendo il test originariamente previsto con il test UNI Il test UNI è dedicato in larga parte alle procedure di campionamento che devono essere messe in atto per ottenere campioni significativi È inoltre differenziato fra solidi granulari e solidi monolitici Per i solidi granulari si applicano le seguenti condizioni: 8 La frazione >4mm se superiore al 5% deve essere frantumata in frantoio a mascella 8 Massa del campione di 100g 8 Temperatura di C 8 Lisciviante acqua demineralizzata in rapporto volume liquido/massa solido di 10 l/kg 8 Durata del test di 24 ore con agitazione per rotazione dell intero recipiente 8 Separazione liquido-solido per filtrazione sotto vuoto con filtri da 0.45µm 8 Analisi dell eluato con determinazione di ph
20 e conducibilità secondo metodi standard definiti dallo stesso test 8 Per le analisi di metalli acidificare a ph 2 con acido nitrico Le condizioni del test per i solidi monolitici sono le seguenti: 8 Dimensioni minime di 4 cm in tutte le direzioni 8 Rapporto minimo volume/superficie di 0.67 cm 8 Temperatura di C 8 Lisciviante acqua demineralizzata in rapporto volume liquido/superficie solido pari a 10 cm 8 Recipiente di forma e dimensioni tali che la distanza del campione dai bordi sia almeno 3 cm e quella dal fondo e dal pelo libero sia almeno 5 cm 8 Agitazione per mezzo di agitatore magnetico 8 Rinnovo del liquido lisciviante dopo 2 e 18 ore dall inizio del test 8 Durata totale del test di 48 ore 8 Filtrazione sotto vuoto con filtri da 0.45µm 8 Analisi dei tre eluati con determinazione di ph e conducibilità secondo i previsti metodi standard
21 8 Determinazione delle concentrazioni cumulative per ogni analita sommando i risultati per i tre eluati Confronto tra concentrazione cumulativa di ogni analita e concentrazioni limite della tabella Analiti Conc. Limite Analiti Conc. Limite Nitrati 50 mg/l Nichel 10 µg/l Fluoruri 1.5 mg/l Vanadio 250 µg/l Solfati 250 mg/l Arsenico 50 µg/l Cloruri 100 mg/l Cadmio 5 µg/l Cianuri 50 µg/l Cromo tot. 50 µg/l Bario 1 mg/l Piombo 50 µg/l Rame 0.05 mg/l Selenio 10 µg/l Zinco 3 mg/l Mercurio 1 µg/l Berillio 10 µg/l Amianto 30 mg/l Cobalto 250 µg/l COD 30 mg/l Introduce due ulteriori allegati per la disciplina delle attività di recupero e messa in riserva dei rifiuti non pericolosi
22 ALLEGATO 4 Suballegato 1 Determina le quantità massime di rifiuti non pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero di materia (D.M. 5 febbraio 1998, allegato 1, suballegato 1) Identifica 56 differenti attività di recupero di materia da rifiuti non pericolosi Per ciascuna di esse definisce le tipologie, i codici, la descrizione e le quantità massime recuperabili per impianto. Ad es. per attività di recupero nell industria cartaria si ha: Tipologia Codici Descrizione 1.1 [ ] [ ] [ ] [ ] 8.2 [ ] [ ] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche di imballaggi Peluria e pelucchi tessili Quantità, t/a
23 9.1 [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] 12.1 [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] [ ] Scarti di legno e sughero, imballaggi di legno Fanghi da industria cartaria Determina le quantità massime di rifiuti non pericolosi che possono essere messe in riserva per tutte le 18 categorie di rifiuti non pericolosi previste dal D.M. 5 febbraio 1998, allegato 1, suballegato 1. Suballegato 2 Disciplina l utilizzo dei rifiuti come combustibile o come altro mezzo per produrre energia in impianti dedicati o in impianti industriali definendo per ognuna delle categorie previste dal D.M. 5 febbraio 1998, allegato 2 suballegato 1, le quantità massime recuperabili
24 ALLEGATO 5 Definisce le norme tecniche generali per gli impianti di recupero che effettuano l'operazione di messa in riserva dei rifiuti non pericolosi Ubicazione - Gli impianti che effettuano unicamente l'operazione di messa in riserva non devono essere ubicati in aree esondabili, instabili e alluvionabili Le norme tecniche riguardanti: 8 Dotazioni minime 8 Organizzazione 8 Stoccaggio in cumuli 8 Stoccaggio in contenitori e serbatoi fuori terra 8 Stoccaggio in vasche fuori terra 8 Bonifica dei contenitori 8 Criteri di gestione Sono esattamente le stesse di quelle previste per il recupero di rifiuti pericolosi dal D.M. 12 giugno 2002
25 D.M. 12 GIUGNO 2002 Analogamente al precedente, stabilisce che i procedimenti e i metodi di recupero ammessi alle procedure semplificate non devono: 8 Creare rischi per l acqua, l aria, il suolo e per la fauna e la flora 8 Causare inconvenienti da rumori e odori 8 Danneggiare il paesaggio e i siti di particolare interesse Dispone che i progetti e la costruzione degli impianti o degli stabilimenti dove si intendono effettuare le operazioni di recupero devono essere approvati ed autorizzati Dispone inoltre che le operazioni di messa in riserva e le attività, i procedimenti e i metodi di recupero devono rispettare le norme vigenti in materia di disciplina urbanistica, tutela della salute dell'uomo e dell'ambiente, rumore, igiene degli ambienti di lavoro, industrie insalubri, sicurezza, prevenzione incendi e rischi di incidenti rilevanti. In particolare devono essere rispettate le norme: 8 Sulla tutela delle acque 8 In materia di tutela della qualità dell'aria
26 8 In materia di etichettatura, imballaggio e manipolazione delle sostanze pericolose Consente esclusivamente il recupero di materia, imponendo che le attività, i procedimenti e i metodi di recupero devono garantire l'ottenimento di prodotti con caratteristiche merceologiche conformi alla normativa tecnica di settore ed in ogni caso nelle forme usualmente commercializzate In particolare, impone che i prodotti ottenuti non devono presentare caratteristiche di pericolo superiori a quelle dei prodotti ottenuti dalla lavorazione di materie prime vergini Impone inoltre che le attività di recupero devono rispettare le linee guida per il contenimento delle emissioni, con i limiti più restrittivi previsti per categorie di impianti industriali, salvo il potere delle regioni di stabilire limiti ancora più restrittivi in relazione agli obiettivi dei piani regionali in materia di qualità dell'aria Infine, impone che i prodotti ottenuti non devono venire a contatto con alimenti per il consumo umano e animale
27 Disciplina la messa in riserva dei rifiuti e le quantità impiegabili nelle attività di recupero La messa in riserva dei rifiuti pericolosi deve rispettare le seguenti condizioni: 8 Deve essere effettuata presso gli impianti o gli stabilimenti in effettivo esercizio dove i rifiuti sono riciclati o recuperati 8 La quantità di rifiuti messi in riserva presso ciascun impianto o stabilimento non può eccedere il cinquanta per cento della quantità che può essere sottoposta ad attività di recupero in un anno 8 I rifiuti devono essere sottoposti alle attività di recupero con cadenza almeno semestrale che può essere estesa di ulteriori due mesi qualora ricorrano motivate situazioni tecniche riguardanti la gestione dell'impianto 8 La messa in riserva deve essere effettuata nel rispetto di specifiche norme tecniche Le quantità impiegabili sono in relazione alle diverse operazioni di recupero e non devono mai eccedere la quantità di rifiuti che gli impianti effettivamente in esercizio possono sottoporre ad attività di recupero in un anno
28 Il decreto si articola in allegati e suballegati che definiscono: 8 Le norme tecniche generali per il recupero di materia dai rifiuti pericolosi e i valori limite e le prescrizioni per le emissioni in atmosfera delle attività di recupero 8 Le quantità massime di rifiuti pericolosi destinati al recupero 8 Le norme tecniche per la messa in riserva dei rifiuti pericolosi ALLEGATO 1 Suballegato 1 Individua i rifiuti pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero Questi rifiuti sono classificati in base alla categoria (provenienza e caratteristiche) Le categorie di rifiuti sono in numero di 7, ognuna suddivisa in più tipologie 1 Metalli non ferrosi 2 Metalli preziosi 3 Scorie di fusione 4 Fanghi
29 5 Reflui liquidi a carattere inorganico 6 Reflui liquidi a carattere organico 7 Altri rifiuti Per ogni categoria sono definite le varie tipologie, la provenienza, le caratteristiche del rifiuto e le possibili attività di recupero. Ad es. per la categoria 5, reflui liquidi a carattere inorganico, si ha: 5.1 Tipologia: soluzioni alcaline contenenti ossido di alluminio [ *] [ *] Provenienza: pulizia chimica delle superfici di manufatti di leghe di alluminio Caratteristiche del rifiuto e valori limite delle sostanze pericolose: soluzione alcalina di ossidi di alluminio contenente Al<8%, Cr<1 ppm, Cd<1 ppm e Pb<5 ppm Attività di recupero: (a) recupero di ossido di alluminio, mediante dissoluzione del rifiuto in soluzione caustica, (b) utilizzo come flocculante a base di solfato di alluminio, mediante soluzione concentrata di acido solforico Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: (a) ossido di alluminio nelle forme usualmente commercializzate, (b) flocculante a base di solfato di alluminio nelle forme usualmente commercializzate
30 5.2 Tipologia: soluzioni di solfato ferroso e cloruro ferroso, soluzioni da incisione dei circuiti stampati [ *] [ *] [ *] [ *] [ *] [ *] Provenienza: industria chimica, bagni di decapaggio di industria galvanica e di materiale ferroso, industria elettronica di produzione di circuiti stampati Caratteristiche del rifiuto e valori limite delle sostanze pericolose: soluzioni contenenti H 2 SO 4 <50 g/kg e FeSO 4 >100 g/kg, soluzioni contenenti HCl<50 g/kg e FeCl 2 >85 g/kg, soluzioni di CuS0 4 con presenza di Cu metallico, soluzioni cuproammoniacali, cloruro rameico, percloraro ferrico Attività di recupero: (a) industria chimica e siderurgica per la produzione di ossidi e sali di ferro, sali di rame, ammoniaca e acido cloridrico, (b) rigenerazione acidi e produzione e rigenerazione di soluzioni per incisione di circuiti stampati, (c) utilizzo come reagente per depurazione acque industriali, se esente da elementi non abbattibili dall'impianto di depurazione Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: (a) ossidi di ferro, sali di ferro, sali di rame, ammoniaca e acido cloridri-
31 co nelle forme usualmente commercializzate, (b) acidi per decapaggio e soluzioni per incisione di circuiti stampati nelle forme usualmente commercializzate 5.3 Tipologia: melme acide da impianti di solfonazione, soluzioni di H 2 SO 4 esausto [ *] Provenienza: industria chimica e petrolchimica Caratteristiche del rifiuto e valori limite delle sostanze pericolose: liquido viscoso a medio ed elevato contenuto di acido solforico libero o combinato, 1-4 diossano<700 ppm, Pb<50 ppm, Cd<2 ppm, Cu<10 ppm, As<0.5 ppm Attività di recupero: piroscissione con riscaldamento diretto a 1100 C Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: soluzioni di acido solforico nelle forme usualmente commercializzate 5.4 Tipologia: soluzioni esauste di acido solforico [ *] Provenienza: industria chimica e petrolifera Caratteristiche del rifiuto e valori limite delle sostanze pericolose: soluzioni di acido solforico al 70% con eventuale presenza di acidi solfonici e solfati < 5%
32 5.4.3 Attività di recupero: industria chimica per la produzione di acido solforico Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: acido solforico nelle forme usualmente commercializzate 5.5 Tipologia: soluzioni acide reflue di ioni cloruro [ *] Provenienza: decapaggio di attrezzature e/o manufatti metallici Caratteristiche del rifiuto e valori limite delle sostanze pericolose: soluzioni acide con ZnCl 2 >200 g/l, soluzioni acide di FeCl 2 >200 g/l, soluzioni acide di NiCl 2 >200 g/l, soluzioni acide di CrCl 3 >200 g/l, soluzioni acide di CuCl 2 >200 g/l con impurezze di ossidi di ferro Attività di recupero: separazione chimico-fisica delle impurezze, separazione delle particelle solide mediante vaporizzazione della soluzione per l'ottenimento di soluzioni di acido cloridrico e soluzioni di cloruro di zinco Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: soluzione di cloruro di zinco e soluzioni di acido cloridrico con titolo 24-26% in HCl nelle forme usualmente commercializzate
33 Suballegato 2 Disciplina le emissioni in atmosfera delle attività di recupero di materia dai rifiuti pericolosi I valori limite e le prescrizioni per queste emissioni sono differenziati a seconda della tipologia dei processi connessi alle operazioni di recupero (a freddo o termici) 8 I processi a freddo sono: deposito, attacchi acidi, estrazioni chimiche e trattamenti depurativi, trattamenti elettrolitici, selezione, macinazione, vagliatura, omogeneizzazione 8 I processi a caldo sono: pirotrattamento, pirolisi e piroscissione, trattamenti termici, cicli metallurgici primari e secondari e idrometallurgici, raffinazione metallurgica, produzione sostanze chimiche, cicli metallurgici in cui il residuo è utilizzato come correttivo o riducente, strippaggio di idrocarburi, distillazione e rettifica di solventi I valori limite sono fissati ai valori minimi contenuti nelle disposizioni nazionali legislative, regolamentari e amministrative riferite ai cicli di produzione corrispondenti alle attività di recupero ridotti del 30% ovvero, se più restrittivi,
34 quelli che figurano nell autorizzazione ex DPR 203/88 e riguardano, tra l altro, PCDD, PCDF e IPA; altri valori limite sono stabiliti per polveri totali, CO, TOC, HCl, HF, SO 2, NO x, Cd, Tl, Hg, Sb, As, Pb, Cr, Co, Cu, Mn, Ni, V e Sn ALLEGATO 2 Determina le quantità massime di rifiuti pericolosi che possono essere sottoposti alle procedure semplificate di recupero di materia Identifica 8 differenti attività di recupero di materia da rifiuti pericolosi Per ciascuna di esse definisce le tipologie, i codici, la descrizione e le quantità massime recuperabili per impianto. Ad es. per attività di recupero nella metallurgia dei metalli non ferrosi si ha:
35 Tipologia Codici Descrizione 1.1 [ *] [ *] [ *] [ *] [ *] [ *] [ *] 1.2 [ *] [ *] 1.3 [ *] [ *] 1.5 [ *] [ *] Rifiuti costituiti da ossidi di materiali non ferrosi mescolati o non con ossidi di ferro e altri ossidi minori Polveri e scaglie contenenti rame e zinco Colaticci e schiume di piombo Schiumature e ossidi di piombo e sue leghe 1.6 [ *] Ferriti di zinco 3.1 [ *] Scorie di [ *] alluminio [ *] Quantità, t/a
36 3.2 [ *] Scorie saline da forno rotativo per alluminio secondario 3.3 [ ] [ *] 4.2 [ *] [ *] [ *] 4.4 [ *] [ *] [ *] Scorie da metallurgia di zinco e piombo Fanghi palabili contenenti piombo e zinco Fanghi palabili da fonderia ALLEGATO 3 Definisce le norme tecniche generali per gli impianti di messa in riserva dei rifiuti pericolosi Dotazioni minime - L'impianto deve essere provvisto di: 8 Adeguato sistema di canalizzazione a difesa dalle acque meteoriche esterne 8 Adeguato sistema di raccolta ed allontanamento delle acque meteoriche con separatore delle acque di prima pioggia da avviare all'impianto di trattamento 8 Adeguato sistema di raccolta dei reflui 8 Idonea recinzione
37 Organizzazione - Nell'impianto occorre assicurare che: 8 Le aree di stoccaggio per i rifiuti e quelle per le materie prime siano distinte 8 Il settore per il conferimento sia distinto da quello per la messa in riserva 8 La superficie del settore di conferimento sia impermeabile e dotata di sistemi di raccolta dei reflui che in maniera accidentale possano fuoriuscire dagli automezzi o dai serbatoi 8 Il settore della messa in riserva sia suddiviso in aree distinte ed opportunamente separate per ciascuna tipologia di rifiuto Stoccaggio in cumuli 8 I cumuli devono essere realizzati su basamenti impermeabili resistenti all'attacco chimico dei rifiuti che permettano la separazione dei rifiuti dal suolo sottostante 8 L'area deve avere una pendenza tale da convogliare gli eventuali liquidi in apposite canalette e in pozzetti di raccolta 8 Lo stoccaggio in cumuli di rifiuti deve avvenire in aree confinate, i rifiuti devono essere protetti dalle acque meteoriche e dall'azione del vento a mezzo di appositi sistemi di copertura
38 Stoccaggio in contenitori e serbatoi fuori terra 8 I contenitori o serbatoi fissi o mobili utilizzati per lo stoccaggio dei rifiuti devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità del rifiuto 8 I contenitori e i serbatoi devono essere provvisti di dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento, travaso e svuotamento 8 Il contenitore o serbatoio fisso o mobile deve riservare un volume residuo di sicurezza pari al 10%, ed essere dotato di dispositivo antitraboccamento o di tubazioni di troppo pieno e di indicatori e di allarmi di livello 8 Gli sfiati dei serbatoi che contengono sostanze volatili e/o rifiuti liquidi devono essere captati ed inviati ad apposito sistema di abbattimento 8 I contenitori e/o serbatoi devono essere posti su pavimento impermeabilizzato e dotati di sistemi di contenimento di capacità pari al serbatoio stesso oppure nel caso che nello stesso bacino di contenimento vi siano più serbatoi, la capacità del bacino deve essere pari ad almeno il 30% del volume
39 totale dei serbatoi, in ogni caso non inferiore al volume del serbatoio di maggiore capacità, aumentato del 10% 8 I rifiuti che possono dar luogo a fuoriuscita di liquidi devono essere collocati in contenitori a tenuta, corredati da idonei sistemi di raccolta per i liquidi 8 Lo stoccaggio di fusti o cisternette deve essere effettuato all'interno di strutture fisse e la sovrapposizione diretta non dovrà superare i tre piani 8 I contenitori devono essere raggruppati per tipologie omogenee di rifiuti Stoccaggio in vasche fuori terra 8 Le vasche devono possedere adeguati requisiti di resistenza in relazione alle proprietà chimico-fisiche ed alle caratteristiche di pericolosità del rifiuto 8 Le vasche devono essere attrezzate con coperture atte ad evitare che le acque meteoriche vengano a contatto con i rifiuti 8 Le vasche devono essere provviste di sistemi in grado di evidenziare e contenere eventuali perdite; le eventuali emissioni gassose devono essere captate ed inviate ad apposito sistema di abbattimento
40 Bonifica dei contenitori - I recipienti fissi o mobili non destinati ad essere reimpiegati per le stesse tipologie di rifiuti devono essere sottoposti a bonifica presso idonea area dell'impianto o presso centri autorizzati Criteri di gestione 8 I rifiuti da recuperare devono essere stoccati separatamente dai rifiuti derivanti dalle operazioni di recupero destinati allo smaltimento e da quelli destinati ad ulteriori operazioni di recupero da effettuarsi presso altri stabilimenti 8 Lo stoccaggio dei rifiuti deve essere realizzato in modo da non modificare le caratteristiche del rifiuto compromettendone il successivo recupero 8 La movimentazione e lo stoccaggio dei rifiuti liquidi o solidi deve avvenire in modo che sia evitata ogni contaminazione del suolo e dei corpi ricettori superficiali e/o profondi 8 Devono essere adottate tutte le cautele per impedire la formazione di odori e la dispersione di aerosol e di polveri; nel caso di formazione di emissioni gassose e/o polveri l'impianto deve essere fornito di idoneo sistema di captazione ed abbattimento delle stesse
a normativa prevede per il recupero e smaltimento dei rifiuti un doppio regime: Iscrizioni Albo Gestori Ambientali
ANGELO DI BIASI a normativa prevede per il recupero e smaltimento dei rifiuti un doppio regime: Ordinario : Autorizzazioni Semplificato: comunicazioni Iscrizioni Albo Gestori Ambientali Regime ordinario
DettagliGiunta Regionale della Campania. Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 40 del 08 settembre 2003
Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 40 del 08 settembre 2003 REGIONE CAMPANIA Giunta Regionale - Seduta del 27 giugno 2003 - Deliberazione N. 2210 - Area Generale di Coordinamento N. 5 Ecologia
DettagliDECRETO MINISTERIALE 5 FEBBRAIO 1998 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI
DECRETO MINISTERIALE 5 FEBBRAIO 1998 E SUCCESSIVE MODIFICHE ED INTEGRAZIONI Testo vigente al 3 giugno 2006 (n.d.r.: le parti nuove o modificate sono riportate in grassetto con a fianco, su fondo grigio,
DettagliLINEE GUIDA rifiuti di interesse
LINEE GUIDA rifiuti di interesse 1.1 [150101][150105][150106] [200101] Rifiuti di carta, cartone, cartoncino, inclusi poliaccoppiati anche di imballaggi 2.1 [101112][150107][160120] [170202] [191205][200102]
DettagliDecreto ministeriale 5 febbraio Contenuti del decreto ministeriale 5 febbraio Condizioni generali di applicabilità
5.3.2. Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 Secondo quanto disposto dall art. 214, comma 5, del d.lgs. n. 152/2006, «Sino all emanazione dei decreti di cui al comma 2, relativamente alle attività di recupero
DettagliN. Codice CER Tipologia rifiuti Operazione richiesta. Quantità richiesta (Tonn./anno) scaglie di laminazione R4-R12-R13 5
ALLEGATO A Elenco dei codici CER, delle operazioni autorizzate e delle prescrizioni da rispettare per la gestione dell'impianto. N. Codice CER Tipologia rifiuti Operazione richiesta Quantità richiesta
Dettaglikj/kg. max 25% " 20%
ALLEGATO 2 - Suballegato1 Norme tecniche per l'utilizzazione dei rifiuti non pericolosi come combustibile o come altro mezzo per produrre energia 1. Tipologia: Combustibile derivato da rifiuti (CDR)[190501]
DettagliRequisiti tecnico-gestionali relativi agli impianti di stoccaggio e di trattamento di pile e accumulatori e di rifiuti di pile e accumulatori
Allegato II (articolo 10) Requisiti dettagliati in materia di trattamento e di riciclaggio PARTE A: TRATTAMENTO Requisiti tecnico-gestionali relativi agli impianti di stoccaggio e di trattamento di pile
DettagliOrdine Professionale dei Chimici della Provincia di Brescia 6 Ottobre Dr. Paolo Pedersini
Ordine Professionale dei Chimici della Provincia di Brescia 6 Ottobre 2010 LA CARATTERIZZAZIONE DEI RIFIUTI: NORMATIVA RECENTE E ALCUNI CASI DI DIFFICILE APPLICAZIONE APPLICAZIONE DELLA NORMA UNI 10802
DettagliAutorizzazioni Settoriali Emissioni in atmosfera DPR n 203/88 s.m.i.
31/05/2006 1 Efrem Coltelli Autorizzazioni Settoriali Emissioni in atmosfera DPR n 203/88 s.m.i. Decreto di Autorizzazione Ministero dell Industria del Commercio e dell Artigianato n 006/98 del 03/02/1998
DettagliPROCEDURE SEMPLIFICATE
DECRETO MINISTERIALE 12 GIUGNO 2002, N. 161 REGOLAMENTO ATTUATIVO DEGLI ARTICOLI 31 E 33 DEL DECRETO LEGISLATIVO 5 FEBBRAIO 1997, N. 22, RELATIVO ALL INDIVIDUAZIONE DEI RIFIUTI PERICOLOSI CHE È POSSIBILE
DettagliLA GESTIONE DEI RIFIUTI: NORMATIVA ED ASPETTI DI IMPATTO AMBIENTALE --RECUPERO DA RIFIUTI
Seminario di aggiornamento Brindisi, settembre 2009 LA GESTIONE DEI RIFIUTI: NORMATIVA ED ASPETTI DI IMPATTO AMBIENTALE -- a cura di Mauro Dotti ENEA-ACS 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 NORMATIVA DM 5 FEBBRAIO
DettagliIl recupero di rifiuti speciali nel settore delle costruzioni: aspetti normativi, tecnici e operativi
Il recupero di rifiuti speciali nel settore delle costruzioni: aspetti normativi, tecnici e operativi Alternative di recupero e principali problematiche tecnologiche Prof. Sabrina Sorlini Università degli
Dettaglicon potenza di 200kWe Documento di previsione sulla produzione dei rifiuti
BIOENERGY SRL Documento di previsione sulla produzione dei rifiuti Pag. 1 a 6 BIOENERGY SRL SOMMARIO 1 Introduzione... 3 2 Ceneri... 3 3 Rifiuti Liquidi... 5 4 Altri Rifiuti... 6 Pag. 2 a 6 BIOENERGY SRL
DettagliUNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA
Prof.. Marino Mazzini UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PISA DIPARTIMENTO DI COSTRUZIONI MECCANICHE E NUCLEARI LEGISLAZIONE ITALIANA DI PROTEZIONE DELL AMBIENTE LEGISLAZIONE ITALIANA DI PROTEZIONE DELL AMBIENTE
DettagliINDICE... 1 PREMESSA... 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI... 2 APPROVIGIONAMENTO DELLE MATERIE... 3 SMALTIMENTO TERRE DA SCAVO... 4 ELENCO ALLEGATI...
INDICE INDICE... 1 PREMESSA... 2 RIFERIMENTI LEGISLATIVI... 2 APPROVIGIONAMENTO DELLE MATERIE... 3 SMALTIMENTO TERRE DA SCAVO... 4 ELENCO ALLEGATI... 8 Relazione sulla gestione delle materie Pagina 1 di
DettagliTABELLE DELLE MISCELAZIONI Ditta SER.ECO S.r.l. Via Vezze, 26/28 Calcinate
Miscelazioni di rifiuti (R12) destinati a recupero di materia (RM) Destini delle miscele (riciclo/recupero delle sostanze organiche non utilizzate come solventi). Le attività si riferiscono, a seconda
DettagliServizio CheckVeloce Qualitycheck. Richiesta di Preventivo Personalizzato
Servizio CheckVeloce Qualitycheck Richiesta di Preventivo Personalizzato. Sei libero di personalizzare il tuo Servizio CheckVeloce, scegliendo: i misurandi da valutare le matrici di tuo interesse. Istruzioni
DettagliServizio CheckVeloce Qualitycheck. Richiesta di Preventivo Personalizzato
Servizio CheckVeloce Qualitycheck Richiesta di Preventivo Personalizzato. Sei libero di personalizzare il tuo Servizio CheckVeloce, scegliendo: i misurandi da valutare le matrici di tuo interesse. Istruzioni
DettagliRELAZIONE TECNICA (art. 216 del D.Lgs. n. 152/06)
All. 5 RELAZIONE TECNICA (art. 216 del D.Lgs. n. 152/06) La relazione tecnica dovrà contenere i dati di cui all'art. 216 commi 1,2 lett. a) e b), 4 e 5 del D.Lgs n. 152/06, nel rispetto delle norme tecniche
DettagliAllegato A al Decreto n. 61 del pag. 1/6
giunta regionale Allegato A al Decreto n. 61 del 09.09.2013 pag. 1/6 Discarica per rifiuti non pericolosi - sottocategoria per rifiuti inorganici o a basso contenuto organico ubicata in località Cà Vecchia
DettagliLA PRODUZIONE DI CDR NEL POLO INTEGRATO DI FUSINA
LA PRODUZIONE DI CDR NEL POLO INTEGRATO DI FUSINA IL CONTESTO TERRITORIALE 1978 1989 Approvazione definitiva della Regione Veneto del progetto del nuovo termovalorizzatore per RSU 1994 1996 Realizzazione
DettagliMaterie prime alternative utilizzate nelle Cementerie Italiane
Scorie di acciaierie, scorie di fusione in forni elettrici a combustibile o in convertitori a ossigeno di leghe di metalli ferrosi Polvere di allumina 100201-100202 - 100903 16.120 36.316 72.408 41.826
DettagliNorme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento di rifiuti
ALLEGATO 1 Norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di incenerimento di rifiuti A. VALORI LIMITE DI EMISSIONE IN ATMOSFERA 1. Valori limite di emissione medi giornalieri a) Polveri
DettagliConvegno UNICA 14 febbraio CSS
Uso sostenibile del combustibile solido secondario. Esperienza COREPLA. COREPLA Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica Via del Vecchio Politecnico,
DettagliSCHEDE TECNICHE fornitura prodotti chimici e reagenti
SCHEDA TECNICA N. 1 IPOCLORITO DI SODIO AL 14-15 % (COME CLORO ATTIVO) PER LA DEPURAZIONE DELL ACQUA, CONFORME ALLA NORMA ONORM C9902 Aspetto: Titolo: Colorazione: Soluzione acquosa 14 15 % (come cloro
DettagliSCHEDA «INT2»: STOCCAGGIO RIFIUTI CONTO TERZI 1
SCHEDA «INT2»: STOCCAGGIO RIFIUTI CONTO TERZI 1 Qualifica professionale e nominativo del responsabile tecnico dello stoccaggio rifiuti conto terzi Qualifica professionale di responsabile tecnico per aziende
DettagliSCHEDA «INT2»: STOCCAGGIO RIFIUTI CONTO TERZI 1
SCHEDA «INT2»: STOCCAGGIO RIFIUTI CONTO TERZI 1 Qualifica professionale e nominativo del responsabile tecnico dello stoccaggio rifiuti conto terzi Qualifica professionale di responsabile tecnico per aziende
DettagliIL MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL PROCESSO AUTORIZZATIVO AGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO
IL MONITORAGGIO AMBIENTALE NEL PROCESSO AUTORIZZATIVO AGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO Eugenio Lanzi Regione Emilia Romagna Alfredo Pini APAT Gianna Sallese Arpa Emilia Romagna Rimini 30 giugno 2006 Schema
DettagliRifiuti speciali con un quantitativo soglia secondo l OPIR (passaggio dai codici OTRS ai codici OLTRif)
Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni DATEC Ufficio federale dell'ambiente UFAM Divisione Prevenzione dei pericoli Sezione Prevenzione degli incidenti rilevanti
DettagliDocumento scaricato da
Decreto 20 settembre 2002 Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio. Attuazione dell'art. 5 della legge 28 dicembre 1993, n. 549, recante misure a tutela dell'ozono stratosferico. (GU n. 230
DettagliRELAZIONE AMBIENTALE ANNO 2017 C A P I T O L O 2 DATI RELATIVI ALL ANNO 2017
RELAZIONE AMBIENTALE ANNO 2017 C A P I T O L O 2 DATI RELATIVI ALL ANNO 2017 20 Tabella 1 Anagrafica dell impianto Società Sede legale Sede impianto CORE Consorzio Recuperi Energetici S.P.A. Via Manin,
Dettagli55 14049 NIZZA MONFERRATO
RENOVA s.r.l. Piazza Garibaldi 55 14049 NIZZA MONFERRATO Stabilimento di Incisa Scapaccino (AT) Reg. Prata 5 Relazione tecnica Nizza Monferrato, 15 Ottobre 2009 1. SCOPO La presente relazione illustra
DettagliNorme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento
ALLEGATO 2 Norme tecniche e valori limite di emissione per gli impianti di coincenerimento A. VALORI LIMITE DI EMISSIONE IN ATMOSFERA 1. Formula di miscelazione La seguente formula di miscelazione deve
Dettagli(GU n. 115 del 19 maggio 2006)
D.M. 5 aprile 2006, n. 186 Regolamento recante modifiche al decreto ministeriale 5 febbraio 1998 «Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero, ai sensi
DettagliDecreto MinAmbiente 12 giugno 2002, n. 161 (norme tecniche per il recupero agevolato dei rifiuti pericolosi ex Dlgs 22/1997)
Decreto MinAmbiente 12 giugno 2002, n. 161 (norme tecniche per il recupero agevolato dei rifiuti pericolosi ex Dlgs 22/1997) Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio Decreto 12 giugno 2002,
DettagliAPPENDICE II. fanghi prodotti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali, diversi da quelli di cui alla voce
APPENDICE II I. LINEA DI ESSICCAZIONE DI RIFIUTI NON PERICOLOSI, COSTITUITI DA FANGHI RIFIUTI NON PERICOLOSI CER Descrizione Operazioni di recupero 19 08 05 fanghi prodotti dal trattamento delle acque
DettagliMetodi e apparecchiature
Metodi e apparecchiature Matrici gassose Temperatura media Velocità media Tenore volumetrico di ossigeno Umidità Monossido di carbonio Ammoniaca Ossidi di azoto Ossidi di zolfo Protossido d azoto Ammine
Dettaglisali e loro soluzioni, diversi da quelli di cui alle voci e
sub allegato B1 Ditta ECO ERIDANIA S.p.A. - Autorizzazione integrata ambientale Elenco rifiuti autorizzati Codice CER Descrizione Destinazione 020104 rifiuti plastici (ad esclusione degli imballaggi) 020109
DettagliPag. 1 di 5 GRUPPO DI MISCELAZIONE - GM1. Potenzialità massima di trattamento Ton/die Ton/anno R12 - D13 R12 - D13 CER IN USCITA.
GRUPPO DI MISCELAZIONE - GM1 03 01 01 Scarti di corteccia e sughero Segatura, trucioli, residui di taglio, legno, pannelli di truciolare e piallacci diversi da quelli di cui alla 03 01 05 voce 03 01 04
DettagliRapporto di Prova N
Ferrandina 09/11/2016 Pagina 1/6 Committente: COSTRUZIONI GIUSEPPE STIATTI SRL Via Giacomo Leopardi, 31/C 52025 Montevarchi(AR) Accettazione N. 16.1070.012 Data accettazione 20/10/2016 Data inizio prove
DettagliCorso di Pianificazione Energetica prof. ing. Francesco Asdrubali a.a. 2013-14
Università degli Studi di Perugia Facoltà di Ingegneria Corso di Pianificazione Energetica prof. ing. Francesco Asdrubali a.a. 2013-14 Le interazioni tra i sistemi energetici e l ambiente Le interazioni
DettagliAllegato A al DSR n. 96 del pag. 1/7
giunta regionale Allegato A al DSR n. 96 del 10.12.2013 pag. 1/7 Impianto per lo smaltimento e il recupero di rifiuti pericolosi e non pericolosi ubicato in Comune di Montebello Vicentino (VI) Ditta Umwelt
DettagliProvincia di Reggio Calabria
Provincia di Reggio Calabria Settore Ambiente Energia Demanio Idrico e Fluviale Protezione Civile L impianto di termovalorizzazione ed il ciclo integrato di gestione dei rifiuti: La procedura di autorizzazione
DettagliTutte Altre trasformazioni dei combustibili solidi (Produzione di coke, prodotti petroliferi e combustibile nucleare)
Tab. 1.6.1 Attività IPPC. Attribuzione codici NOSE-P e NACE Codic e IPPC Attività allegato I Direttiva 96/61 1. Attività energetiche 1.1 Impianti di combustione con potenza calorifica di combustione 1.2
DettagliIL MINISTRO DELL'AMBIENTE DI CONCERTO CON I MINISTRI DELLA SANITÀ, DELL'INDUSTRIA, DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO E PER LE POLITICHE AGRICOLE
D.M. AMBIENTE DEL 5.2.1998 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22. IL
DettagliCategoria Tipo iscrizione Classe Data scadenza Sotto categoria
Numero iscrizione: CZ/002910 CALCITALIA SUD S.R.L. 01492260797 LOCALITA' BIVIO BAGNI, SNC 88046 LAMEZIA TERME (CZ) Categorie: Categoria Tipo iscrizione Classe Data scadenza Sotto categoria 4 Ordinaria
DettagliEsperienza di COREPLA nel trattamento delle plastiche, con speciale riguardo al potenziale utilizzo di PLASMIX come additivo per la confezione di CSS
Esperienza di COREPLA nel trattamento delle plastiche, con speciale riguardo al potenziale utilizzo di PLASMIX come additivo per la confezione di CSS COREPLA Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclaggio
DettagliA T O R. Provincia di Torino. Tecnologie per la valorizzazione energetica dei rifiuti urbani ed assimilabili. la pirolisi lenta a bassa temperatura
A T O R Provincia di Torino Tecnologie per la valorizzazione energetica dei rifiuti urbani ed assimilabili 30 giugno 2008 la pirolisi lenta a bassa temperatura Dott. Ing. Alberto Mauri Consorzio I.CO.M.
DettagliTABELLA RIFIUTI NON PERICOLOSI
TABELLA RIFIUTI NON PERICOLOSI quantità massime stoccabili giornaliere quantità massime trattabili giornaliere quantità annue rifiuti destinati allo stoccaggio quantità annue rifiuti destinati al trattamento
DettagliAllegato A al Decreto n. 17 del pag. 1/5
giunta regionale Allegato A al Decreto n. 17 del 15.03.2016 pag. 1/5 OGGETTO: C.I.P.A. Consorzio Industriali Protezione Ambiente della Provincia di Belluno I.S.E. S.r.l. Discarica per rifiuti non pericolosi
DettagliTABELLA 1 Elenco CER in ingresso all impianto Liguroil S.r.l. CER Descrizione SITI R 13. Destinazione di smaltimento e/o recupero in Liguroil (*) R 4
TABELLA 1 Elenco CER in ingresso all impianto Liguroil S.r.l. Legenda delle operazioni di miscelazione sui rifiuti: OP 1 Travaso, Filtrazione, Miscelazione, Scrematura, Separazione fisica per decantazione
Dettagli(Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale 16 aprile 1998 n. 88) (Testo vigente - aggiornato al 4/1/2008)
Salvatori & Di Nunzio Studio Associato di Consulenza Ambientale 00145 Roma - Via A. Severo, 71/a tel. 06.54.60.23.73/79.40-06.54.13.251(fax) www.rifiuti.it info@rifiuti.it DECRETO MINISTERO AMBIENTE 5
DettagliSIRPRESS Srl a socio unico Scheda I
SIRPRESS Srl a socio unico Sede Legale: Zona Industriale F1 83051 Nusco (AV) Sede operativa: Zona Industriale F1 83051 Nusco (AV) Tel +39 0827 607 601 Fax +39 0827 607 635 P.IVA 02701400646 REA n. 177282
DettagliALLEGATO TECNICO. Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 kg/giorno.
ALLEGATO TECNICO MOD. 02 Sgrassaggio superficiale dei metalli con consumo complessivo di solventi non superiore a 10 kg/giorno. Ambito di applicazione CICLI TECNOLOGICI Sgrassaggio superficiale di metalli
DettagliI residui della produzione di calcestruzzo
I residui della produzione di calcestruzzo la classificazione come sottoprodotti o rifiuti ed i possibili impieghi allinterno della filiera del comparto edile Relatore: Masci Angelo Bologna 29.10.2009
DettagliOperazione (All. B e C alla parte IV del D.Lgs.152/06) 165,00 2 Inerti A D1. 30,00 3 Frazione Umida D R3. 94,00 4 Rifiuti ligneocellulosici D R3
PROSPETTO RIASSUNTIVO DELLE TARIFFE DI CONFERIMENTO, TRATTAMENTO E SMALTIMENTO RELATIVE AI RIFIUTI URBANI E SPECIALI IN INGRESSO ALLA PIATTAFORMA DI TRATTAMENTO E SMALTIMENTO DEL CIPNES "GALLURA" - ANNO
DettagliSCHEDE TECNICHE DI AZIONE
Allegato 3 SCHEDE TECNICHE DI AZIONE SEZIONE A): AMBIENTE E RISPARMIO ENERGETICO 1 1. RIDUZIONE e/o TRATTAMENTO EMISSIONI IN ATMOSFERA INVESTIMENTI AMMISSIBILI Riduzione e/o trattamento emissioni in atmosfera
DettagliSezione 1 Valori limite di emissione di SO 2 - Combustibili solidi
Sezione 1 Valori limite di emissione di SO 2 - Combustibili solidi 1. Valori limite di emissione SO 2 espressi in mg/nm³ (tenore di O 2 di riferimento: 6%) che devono essere applicati agli impianti anteriori
DettagliSTABILIMENTO DI TARANTO. Ulteriore Documentazione per la Gestione Rifiuti
STABILIMENTO DI TARANTO Ulteriore documentazione per la gestione rifiuti Febbraio 2007 STABILIMENTO DI TARANTO Ulteriore Documentazione per la Gestione Rifiuti Febbraio 2007 1 Gestione Rifiuti I rifiuti
DettagliSCHEDA «INT 8»: COMBUSTIONE OLI USATI 1
SCHEDA «INT 8»: COMBUSTIONE OLI USATI 1 Qualifica professionale e nominativo del responsabile combustione oli usati: IMMAGAZZINAMENTO PRELIMINARE Codice CER Tipologia olio usato Descrizione Provenienza
DettagliNUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI COINCENERIMENTO DI RIFIUTI
DECRETO LEGISLATIVO N. 133 dell 11 maggio 2005: ATTUAZIONE DIRETTIVA 2000/76/CE NUOVE DISPOSIZIONI IN MATERIA DI COINCENERIMENTO DI RIFIUTI StudioSMA Studio Monitoraggio Ambientale Sede Legale: Vicolo
DettagliCONDIZIONI E PRESCRIZIONI. relative alla Determinazione n. del. 10 (dieci) anni
ALLEGATO 1 CONDIZIONI E PRESCRIZIONI relative alla Determinazione n. del Gestore: BRUNI s.r.l. P.IVA e C.F.: 05346841009 Sede Legale ed operativa: Via Cannetaccia snc, 00033 Cave Durata: 10 (dieci) anni
DettagliAMBIENTE - Smaltimento rifiuti industriali e civili - Recupero, riciclaggio e riutilizzazione
Decreto Ministeriale del 05/02/1998 Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997,
DettagliModalità CODIC E CER stoccaggio
Rifiuti prodotti dal taglio e dalla segagione della 010413 pietra, diversi da quelli di cui alla voce 010407 Rifiuti plastici (ad 020104 esclusione degli imballaggi) 020107 Rifiuti della silvicoltura Rifiuti
DettagliACCORDO QUADRO PER IL SERVIZIO DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI DI ARIA, ACQUE, SEDIMENTI, SUOLO E PERCOLATO
ACCORDO QUADRO PER IL SERVIZIO DI CAMPIONAMENTO ED ANALISI DI ARIA, ACQUE, SEDIMENTI, SUOLO E PERCOLATO DELLA DISCARICA DI SANT'ORSOLA E DI ALTRI IMPIANTI DELLA VALLE UMBRA SERVIZI S.P.A. CIG 7342585CD0
Dettagli(3) Lettera così modificata dall'art. 1, D.M. 5 aprile 2006, n. 186.
D.M. 5 febbraio 1998 (1). Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (2). (1) Pubblicato
DettagliA LLEGATO I (articolo 2, comma 2) GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale - n. 108
A LLEGATO I (articolo 2, comma 2)1 Determinazione della tariffa per le istruttorie connesse a rilascio di una nuova AIA, nonché all aggiornamento di una AIA in esito a richiesta di modifica sostanziale
DettagliTipologia corrispondente (Allegato 1 Suballegato 1 al D.M. 05/02/98 e ss.mm.ii.) Messa in riserva (R13) / X X X Rifiuti da estrazione di
Allegato 5 Elenco di tutti i rifiuti accettabili in impianto, descrizione secondo catalogo europeo, tipologia di appartenenza con riferimento all Allegato 1 Suballegato 1 ss.mm.ii. ed operazioni di recupero
DettagliBIODEPUR SRL. Via Fiorentina, 359 Loc. Canapale Pistoia REPORT SEMESTRALE PERIODO DI ATTIVITA GENNAIO 2017-GIUGNO 2017
BIODEPUR SRL Via Fiorentina, 359 Loc. Canapale Pistoia REPORT SEMESTRALE PERIODO DI ATTIVITA GENNAIO 2017-GIUGNO 2017 (nel rispetto delle prescrizioni dell Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata
DettagliRifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi
Gruppo 01 01 04 Rifiuti derivanti da prospezione, estrazione da miniera o cava, nonché dal trattamento fisico o chimico dei minerali Rifiuti prodotti da trattamenti chimici e fisici di minerali non metalliferi
DettagliLa valorizzazione energetica dei rifiuti solidi urbani Udine 21 marzo 2003
La valorizzazione energetica dei rifiuti solidi urbani Udine 21 marzo 2003 Sistema integrato di gestione RSU: analisi e confronto di scenari Ing. Maurizio Zanoni, Ing. Massimo Marena EBX Engineering S.r.l.
DettagliValutazione di impatto ambientale Modifica impianto di recupero rifiuti
Sede legale: Località Ca Nova Tacconi Bussolengo (VR) Impianto: Località Ca Cerè Pescantina (VR) PROGETTO DI MODIFICA DI UN IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI NON PERICOLOSI INERTI SITO IN LOCALITÀ CA È PESCANTINA
Dettagli1,5 0,005 1,5 R12-R13 D14-D15
Tab.1: rifiuti non pericolosi ALLEGATO A 02 01 03 Scarti di tessuti vegetali 1,5 0,005 1,5 R12-R13 D14-D15 02 01 04 Rifiuti plastici ad esclusione degli imballaggi 1,2 0,004 1,2 R12-R13 D14-D15 03 01 01
DettagliRoma, 20 novembre docente dott. Bernardino Albertazzi 1
C O R S O di F O R M A Z I O N E Interpretazione autentica della nozione di rifiuto. Il recupero dei rifiuti pericolosi. Il recupero dei rifiuti non pericolosi (CDR) e le MPS. La nuova definizione di rifiuto
DettagliBARBAGIA AMBIENTE SRL NUORO
RAPPORTO DI PROVA N /BAAA DEL //07 CAMPIONE DI PERCOLATO PRELEVATO DAL DR LINO BRUNDU IL 0/0/7 (ORE 08,0) NELLA DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI SITA IN LOCALITA CORONAS BENTOSAS AGRO DI BOLOTANA (NU)
DettagliIndividua i rifiuti pericolosi e ne disciplina le attività di recupero ai sensi degli art. 31 e 33 del DLvo 22/97 "Ronchi".
Introduzione Ministero dell'ambiente: Decreto ministeriale 12/06/2002 N. 161 Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all'individuazione dei
Dettagli1. rifiuti da trattare
1. rifiuti da trattare GESTORE ARPA LAZIO Denominazione Codice CER Ubicazione Stoccaggio (rif. Tav. c11) fase di utilizzo (rif rel C6) quantità U.M. metodo di misura frequenza autocontrollo modalità di
Dettagli(pubblicato nel suppl. ord. alla GU 16 aprile 1998, n. 88; entrato in vigore il 17 aprile 1998)
Decreto Ministeriale 5 febbraio 1998 del Ministro dell ambiente, di concerto con i Ministri della sanità, dell industria, del commercio e dell artigianato e per le politiche agricole Individuazione dei
DettagliA questi aspetti vanno inoltre ad aggiungersi le proposte tecnologiche che mirano alla valorizzazione dei residui prodotti dagli inceneritori.
RELATORE: DOTT. CHIM. MARIO ORIOLO RIFIUTI PRODOTTI DA TERMOVALORIZZATORI Negli ultimi anni, nel campo della gestione dei rifiuti, l attenzione è stata rivolta verso i termovalorizzatori sia perché rappresentano
DettagliAllegato 1 TABELLA DEI RIFIUTI TRATTATI CON RELATIVE QUANTITA GIORNALIERE ED ANNUALI. fonte:
Allegato 1 TABELLA DEI RIFIUTI TRATTATI CON RELATIVE QUANTITA GIORNALIERE ED ANNUALI 3756,0 4695,0 12,0 15,0 D5 02.01.04 RIFIUTI DI PLASTICA 800 3756,0 4695,0 12,0 15,0 R3 D17 02.01.06 FECI ANIMALI, URINE
DettagliTitolo: Raccomandazioni per la conservazione di campioni
Sigla documento: Acidità e Alcalinità Vol. 500 ml Polietilene, vetro Refrigerazione (4 C) Aldeidi (Composti carbonilici) Vol. 500 ml Vetro scuro Refrigerazione (4 C) Anidride carbonica (Biossido di carbonio)
DettagliBIODEPUR SRL. Via Fiorentina, 359 Loc. Canapale Pistoia REPORT SEMESTRALE PERIODO DI ATTIVITA LUGLIO 2016-DICEMBRE 2016
BIODEPUR SRL Via Fiorentina, 359 Loc. Canapale Pistoia REPORT SEMESTRALE PERIODO DI ATTIVITA LUGLIO 2016-DICEMBRE 2016 (nel rispetto delle prescrizioni dell Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata
DettagliBARBAGIA AMBIENTE SRL NUORO
RAPPORTO DI PROVA N 09/BAAA DEL /09/07 CAMPIONE DI PERCOLATO PRELEVATO DAL DR LINO BRUNDU IL 9/08/7 (ORE 08,) NELLA DISCARICA PER RIFIUTI NON PERICOLOSI SITA IN LOCALITA CORONAS BENTOSAS AGRO DI BOLOTANA
Dettaglicategoria Tipo iscrizione Classe Stato Causale sospensione Sospesa dal Sospesa fino al Inizio Data scadenza Sotto categoria
categoria Tipo iscrizione Classe Stato Causale sospensione Sospesa dal Sospesa fino al Inizio Data scadenza Sotto categoria 2-bis - 07/04/2014 07/04/2024 4 Ordinaria F 02/07/2012 02/07/2017 5 Ordinaria
DettagliIl trattamento termico dei fanghi
Il trattamento termico dei fanghi di Mauro Sanna Premessa Il trattamento termico Il trattamento termico è il riscaldamento di un materiale, effettuato in predeterminate condizioni e temperature, che ne
DettagliSCHEDA «I»: RIFIUTI 1 1/7
Segatura da vagliatura e lavaggio chip, condotta su legno vergine Polvere di levigatura, trucioli da taglio e squadratura del pannello MDF Toner per stampa esauriti contenenti sostanze pericolose Adesivi
Dettagli(pubblicato sul supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta Ufficiale 16 aprile 1998, n. 88)
DECRETO MINISTERIALE 5 FEBBRAIO 1998 - individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997,
DettagliCarbone 16% 17% 13% Gas naturale 28,5% 34% 51% Prodotti petroliferi 16% 9% 8% Frazione non rinnovabile dei rifiuti 3,5% 4% 3%
A2A Bilancio Integrato 2017 - Supplemento Figura 24_Percentuali di energia elettrica prodotta per tipologia di fonte [EU2] Fonti rinnovabili (idraulica, frazione rinnovabile dei rifiuti*, biogas, solare)
DettagliMM - Qualità dei fanghi di depurazione urbani: l importanza della gestione degli scarichi industriali
Il controllo degli scarichi in pubblica fognatura e le procedure di accertamento delle sanzioni amministrative. Il ruolo dei gestori del SII e dell EGA MM - Qualità dei fanghi di depurazione urbani: l
DettagliTABELLA N 1 1,00 1,00 261,00 261,00 1,00 1,00 261,00 261,00 1,00 1,00 261,00 261,00 1,10 1,10 300,00 300,00
TABELLA N 1 Codice [020103] [020104] [020107] [020203] [020301] [020304] [020305] [020501] [020601] [020603] di tessuti vegetali plastici (ad esclusione degli imballaggi) della silvicoltura inutilizzati
Dettaglicon il Ministro della salute.
D.M. 12 giugno 2002, n. 161. 1 Regolamento attuativo degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, relativo all'individuazione dei rifiuti pericolosi che è possibile ammettere alle procedure
DettagliD.M. 5 febbraio 1998 (1).
D.M. 5 febbraio 1998 (1). Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (2) (3) (4). (1)
DettagliIscrizione N: FI01519 Il Presidente della Sezione regionale della Toscana dell'albo Nazionale Gestori Ambientali ECO-GEST S.R.L.
Iscrizione N: FI01519 Il Presidente della Sezione regionale della Toscana dell'albo Nazionale Gestori Ambientali Visto il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni e integrazioni
DettagliIndice testo unico D.Lgs. 152/06
ndice testo unico D.Lgs. 152/06 PAGNE PARTE SEZONE TTOLO CAPO CONTENUT ARTCOL 2 35 ndice degli argomenti 36 39 40 45 45 50 50 53 53 54 54 63 63 68 68 70 70 74 75 79 80 86 Schema del Decreto Parte - Disposizioni
Dettagli