RELAZIONE DEL PRESIDENTE PER L INAUGURAZIONE DEL CCXXXI ANNO ACCADEMICO PIETRO PICCAROLO
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1 RELAZIONE DEL PRESIDENTE PER L INAUGURAZIONE DEL CCXXXI ANNO ACCADEMICO PIETRO PICCAROLO Torino, Palazzo Lascaris Sala Viglione 11 maggio 2016 Illustri ospiti, Accademici, Signore e Signori, grazie per essere intervenuti all inaugurazione del 231 Anno Accademico dell Accademia di Agricoltura di Torino. Un grazie particolare al Presidente del Consiglio Regionale del Piemonte, Mauro Laus, che ci ha consentito di tenere la nostra Adunanza Solenne in questa storica e autorevole Sede, che ci ospita per il sesto anno consecutivo. In apertura è doveroso ricordare chi è venuto a mancare nel corso del Si tratta del Socio Onorario Fiorenzo Mancini, dei Soci Emeriti Maria Teresa Auxilia e Aldo Morgando e dei Soci Corrispondenti Carlo Daniele e Bruno Marchetti. Purtroppo il 2016 è iniziato con due gravi lutti, sono infatti venuti a mancare i Soci Emeriti Giulio Cantini Cortellezzi e Sergio Ricossa. Ai loro familiari e amici va il nostro sentito cordoglio. Nel corso del 2015 nuovi Soci sono stati eletti Accademici, otto Soci Corrispondenti e tre Soci Ordinari, a cui verrà consegnato il diploma al termine della lectio magistralis. Ad essi va un sentito benvenuto, certi che non mancheranno di fornire il loro contributo e la loro partecipazione all attività dell Accademia. 1 L attività svolta Il mio compito è quello di sintetizzare l attività dell Accademia nel corso del Nel cercare di assolvere la finalità istituzionale principale che è quella di promuovere lo sviluppo nei settori agroforestali e agroalimentari, l Accademia ha svolto undici adunanze pubbliche compresa quella in collaborazione con le Accademie torinesi di Medicina e delle Scienze, presso la sede dell Accademia delle Scienze. In collaborazione con il comune di Montiglio Monferrato, Confagricolturta Piemonte e la Fondazione Paolo Ferraris, l Accademia ha organizzato il 9 settembre il Convegno sulla Valorizzazione del patrimonio viticolo enologico e culturale dell Astigiano e del Monferrato che si è tenuto presso il castello di Colcavagno. Infine in occasione di Expo 2015 presso Agorà di piazza Castello, ha tenuto tre conferenze, mentre una è stata tenuta presso il Circolo dei Lettori di Torino. Oltre a diversi patrocini concessi per eventi attinenti il mondo rurale, l Accademia ha prestato alcuni disegni preparatori e anche frutti artificiali della collezione Gaernier Valleti per le seguenti mostre: 1
2 quella su Orti del Paradiso, promossa dalla Regione Piemonte e curata da Paolo Pejorone e Martina Corgnati, che si è tenuta al Filatoio di Caraglio nell autunno del 2015 e quella su Ed Ruscha mixmaster (una collezione ideale costituita da oggetti scelti dalle collezioni pubbliche torinesi e posti in relazione con le opere dell artista), che si è tenuta alla Pinacoteca Agnelli ( 6 novembre marzo 2016). In occasione delle Giornate di primavera del FAI, l Accademia è stata una delle sedi torinesi scelte e è stata visitata da circa 2000 persone. Una delle poche occasioni in cui il giornale di Torino La Stampa si è occupato della nostra Accademia, pubblicando la foto dell ingresso nella stessa. Sempre nel corso del 2015 è stato pubblicato da Confagricoltura Piemonte il volume su Biometano: come si produce e come si utilizza in agricoltura preparato dall Accademia. Infine voglio ricordare che il 6 aprile 2016 è stato approvato il nuovo Statuto dell Accademia. Desidero sottolineare che il raddoppio del numero dei Soci, praticamente fermo al 1800, è stato fatto nella ferma convinzione che il prestigio e l autorevolezza dell Accademia derivi dai Soci che la rappresentano. 2 Adunanze Mi limiterò a fare un breve cenno sulle singole adunanze, a partire dall Adunanza Solenne di inaugurazione del 230 Anno Accademico nella quale la Lectio magistralis è stata tenuta dall Assessore alle politiche educative del comune di Torino, Maria Grazia Pellerino. Il tema è stato Cibo, cultura e politiche educative nel quale si è evidenziata l importanza dell educazione alimentare a partire dalle scuole. 2.1 Adunanze sulla presentazione di libri Quattro adunaze hanno riguardato la presentazione di libri da parte degli stessi autori. Nella prima Maria Lodovica Gullino ha presentato il libro Spore, nel quale si racconta la storia di alcune malattie delle piante che non hanno solo causato perdite economiche ma che, in alcuni casi, hanno avuto ripercussioni sociali rilevanti. Non è mancato uno sguardo sul futuro con richiami alla biosicurezza e ai rischi di agroterrorismo. Maria Giuseppina Lucia, nel presentare il suo libro La terra che calpesto, ha coinvolto una serie di studiosi per cui la trattazione si è estesa a tematiche di vasto respiro quali: la contrapposizione tra abbondanza di cibo e insicurezza alimentare; l innovazione in campo agricolo per la sfida alimentare; l impronta idrica in agricoltura; le politiche urbane del cibo. Martina Corgnati, curatrice e storica dell arte, ha presentato il catalogo della Mostra Orti del paradiso. Capolavori d arte dal XV al XXI secolo, allestita al Filatoio di Caraglio, illustrando il significato artistico e culturale della mostra. 2
3 Con la presentazione del libro di Renata Allio Gli economisti e la guerra, l Accademia ha voluto anche celebrare i 100 anni dalla Grande guerra. Il tema sviluppato è stato quello delle relazioni che intercorrono fra la guerra e le attività economiche e in quali casi sono le esigenze economiche a scatenare i conflitti con i costi che questi comportano. 2.2 Adunanze sul tema viticolo enologico Tre le adunanze sul tema viticolo-enologico. Il Caluso Passito è stato presentato da Giorgio Gnavi, ricordando anzitutto che furono i Romani a dare il via alla coltivazione del vitigno Erbaluce nel Canavese, uno dei sette vini italiani il cui nome è indissolubilmente legato al territorio. Il Passito di Caluso, è un vino dolce ottenuto dalla spremitura dei grappoli selezionati dell Erbaluce di Caluso, di cui il relatore ha descritto le peculiarità, il metodo di vinificazione e le caratteristiche sensoriali. Emilia Garcia Moruno, nel denunciare la presenza di ocratossina A nella filiera vinicola, ne ha sottolineato gli effetti neurotossici e cancerogeni. I funghi più pericolosi per la produzione di questa ocratossina sono l Aspergillus Carbonarius e l Aspergillus Niger che attaccano l uva e trasmettono l ocratossina al vino già nelle prime fasi della vinificazione. Detto che la prevenzione parte dal vigneto, la relatrice si è soffermata sulle tecnologie innovative per abbattere il contenuto di ocratossina nel vino. I legami tra vino e territorio sono stati evidenziati nella relazione di Giuseppe Palmero con particolare riferimento alla Liguria. Attraverso un excursus storico, il relatore ha illustrato le principali fitopatie che hanno colpito la vite e il diffondersi del commercio vinicolo a partire dal XV secolo. Si è soffermato poi sulla distribuzione geografica dei diversi vitigni e sui rapporti tra le denominazioni dei vini e i loro territori liguri, dal Pigato al Rossese. 2.3 Adunanze su temi vari Tre adunanze hanno riguardato temi vari. Carlo Nebbia ha trattato il tema dei rischi alimentari e di come ci si può difendere. Dopo aver ripercorso alcune delle emergenze alimentari, il relatore ha esposto più in dettaglio le tipologie di contaminanti dei vari alimenti, con particolare riferimento alle sostanze ad effetto anabolizzante, ai contaminanti ambientali e ai batteri responsabili del fenomeno della resistenza ai chemioantibiotici. Il rischio può essere ridotto con semplici misure igieniche e con più attenzione alla dieta quotidiana. Federico Spanna, ha illustrato in dettaglio le azioni necessarie per l applicazione della difesa fitosanitaria a basso apporto di fitofarmaci, che le Regioni e le Provincie autonome devono mettere in atto secondo quanto contenuto nel Piano di Azione Nazionale (PAN). Ha sottolineato l importanza della piattaforma digitale multiuso, individuata dalla Regione Piemonte, che consente la gestione in modo integrato delle informazioni, sia agrometeorologiche provenienti dalle diverse stazioni, sia di 3
4 quelle di monitoraggio dei dati fenologici e sanitari delle colture e sia degli apporti idrici e dei trattamenti. La riduzione della superficie agricola è un fenomeno in atto da anni e che, ancora oggi, permane. Negli ultimi 20 anni si sono persi 2,6 milioni di ettari di terreno agricolo. La causa è dovuta alla cementificazione dei territori agricoli e all abbandono dei terreni, specie nelle zone montane e alto collinari, con gravi conseguenze, non solo sulla stabilità idrogeologica di interi territori, ma anche sugli aspetti paesaggistici, agropastorali e di fruizione turistica degli stessi. Nell affrontare questo tema, Andrea Cavallero si è soffermato sui problemi e sulle metodologie per il recupero funzionale di questi terreni abbandonati mediante lo strumento dell Associazione Fondiaria, già adottato con successo da altri Paesi, tra cui la Francia. 2.4 Adunanza Congiunta con le Accademia di Medicina e delle Scienze Il 3 dicembre, come ogni anno, a conferma del legame che lega la nostra Accademia con quelle di Medicina e delle Scienze, si è tenuta l Adunanza congiunta sul tema: La luce tra scienza e letteratura, nella quale con grandi approfondimenti sono stati trattati i temi di: Poesia e luce; Gli effetti dell alternanza luce/buio sui bioritmi circadiani; Gli effetti del fotoperiodo sui fiori e sulle piante. 2.5 Conferenze nel quadro di Expo 2015 La prima Conferenza si è tenuta al Circolo dei Lettori. Relatrice l Assessore alle Politiche educative del Comune di Torino, Maria Grazia Pellerino, che ha parlato di Ruolo dell Ente Pubblico locale in materia di sicurezza alimentare : Particolare sottolineatura è stata posta alle mense scolastiche per le quali l approvvigionamento deve soprattutto considerare i prodotti del territorio. Le altre tre Conferenze si sono invece tenute presso l Agorà installata in piazza Castello. Erica Varese ha parlato della Etichettatura dei prodotti alimentari illustrando il significato di alcune delle informazioni obbligatorie presenti sull etichetta dei prodotti alimentari preimballati. Informazioni utili per poter scegliere e poi anche gestire a livello domestico i prodotti acquistati. Giusi Mainardi e Pierstefano Berta hanno invece presentato, avvalendosi anche di suggestive proiezioni e di bella musica, il tema Vini e territorio: importanza della storia del territorio nella promozione del vino. Luca Battaglini e Giuseppe Lombardi hanno infine illustrato la sperimentazione sul Latte nobile del Piemonte evidenziando che nelle aziende piemontesi coinvolte, l alimentazione delle bovine basata su risorse foraggere locali, cioè fieno ed erba di pascolo, ha portato a un latte con caratteristiche nutraceutiche di pregio. In particolare i quantitativi di omega3 e di acidi grassi polinsaturi della serie del linoleico coniugato sono risultati tre volte superiori a quelli del latte convenzionale. 4
5 2.6 Convegno di Colcavagno Nella splendida cornice del Castello di Colcavagno, il 19 settembre, si è tenuto il Convegno su Valorizzazione del patrimonio viticolo, enologico e culturale dell Astigiano e del Monferrato. I relatori hanno messo in evidenza: l incidenza della viticoltura nel territorio sotto l aspetto economico e sociale; il grande valore della produzione enologica che pur con differenze tra le diverse zone si fregia di vini di alta qualità grazie alla materia prima e alle buone tecniche di vinificazione; il grande valore paesaggistico e culturale legato alla viticoltura del territorio, riconosciuto anche dall Unesco. 3 Gli effetti della crisi Prima di chiudere il mio intervento voglio presentarvi alcuni dati che fotografano la crisi del nostro paese di cui anche l agricoltura risente gli effetti. dati presi in larga misura dal libro di Antonio Galdo Ultimi. Gli ultimi siamo noi italiani. a metterci in questa posizione sono le classifiche internazionali. 3.1 Indici della crisi Negli ultimi dieci anni abbiamo perso. 10 punti di ricchezza nazionale imprese 1,2 milioni di posti di lavoro. Il PIL medio pro capite di poco superiore ai 25 mila euro é il valore medio più basso degli ultimi 10 anni. Il fondo monetario internazionale ha stimato che ci vorranno 20 anni per tornare nella situazione precrisi. Non migliori sono i dati sull occupazione. Il tasso di disoccupazione nel 2014 è risultato del 12,4%, con forti differenze tra nord e sud. La percentuale di occupati tra i 20 e i 64 anni è risultata del 70.6% per gli uomini e del 50,6% per le donne. Dato particolarmente preoccupante è quello della disoccupazione giovanile pari al 42,9%, cioe il triplo della media nazionale. Dato che spiega la fuga dall Italia degli under 40 che ha raggiunto il 34,4% del totale dei coetanei e che è fortemente cresciuto negli ultimi anni L automazione indotta dalla nuove tecnologie ridurrà sempre più l offerta di posti di lavoro poco qualificati. Soltanto nei paesi della UE quasi il 50% dei posti di lavoro è classificato a rischio sostituzione. La risposta al calo del lavoro generico non può che venire dalla maggiore competenza e conoscenza da parte di chi cerca lavoro, cioè dalla preparazione dei giovani a tutti i livelli di istruzione. 5
6 3,2 Università e ricerca Soffermandoci sull Università italiana il quadro non è dei migliori. La nostra università soffre di nanismo con ben 98 atenei di cui 68 statali. Anche questa è una delle cause, certamente non la sola, del sottofinanziamento che in questi ultimi anni ha colpito la nostra Università cui si è aggiunto il blocco del turnover. Il livello di internazionalizzazione è basso. Molti sono gli studenti italiani che vanno all estero ma pochi vengono in Italia. Intercettiamo solo il 2% degli studenti che decidono di andare nelle Università dei paesi dell OCSE mentre la percentuale della Germania è del 14%. Il percorso universitario dei nostri studenti è mediamente troppo lungo in quanto soltanto il 21,7 % degli iscritti si laurea entro il 34 anno. In Italia poi solo il 21,7% degli iscritti riesce al laurearsi entro il 34 anno e i fuori corso sono ben In compenso registriamo una buona produttività scientifica a livello mondiale. In questa speciale graduatoria,. l Italia infatti occupa l ottavo posto dopo USA, Cina, Regno Unito Germania, Giappone, Francia e Canada. Un buon risultato quello della produttività ottenuto malgrado il basso investimento in ricerca e sviluppo. Il forte gap con i paesi nostri concorrenti come Germania e Francia negli ultimi 10 anni non si è ridotto. L Italia investe l 1,29% del PIL contro il 2,84% della Germania e il 2,03% della Francia. Non diverso è il confronto con le spese dell Università anche se il gap è minore. In valore assoluto comunque la spesa della Germania è 4 volte superiore alla nostra e quella della Francia 2 volte maggiore. L obiettivo dato dall UE è il 3% del PIL entro il Siamo distanti da questo obiettivo ma in compenso a livello di UE finanziamo la ricerca degli altri. in quanto versiamo più di quello che riceviamo. Negli ultimi 7 anni il finanziamento in R&S dell UE è stato di 41,5 mld di euro per i quali l Italia ha contribuito per il 13%, ricevendo pero solo l 8,3%, regalando così quasi 2 mld di euro agli altri partners. Questi dati del resto confermano il divario che l Italia registra per quanto attiene gli addetti nel settore R&S rispetto ai paesi dell UE. Contro una media europea di 5,1 addetti/1000 abitanti, l Italia ne registra 3,4, mentre quelli della Danimarca sono 10,1 e quelli della Germania 7,2. L Italia invece primeggia nell aggiudicarsi gli erc grant che rappresentano i finanziamenti dell UE riservati ai dottorandi di ricerca. Un riconoscimento dell eccellenza della ricerca. Nel 2015 ben 30 ricercatori italiani si sono aggiudicati questo ambito premio. Di questi pero ben 17 fanno ricerca all estero. L Italia non è una meta attrattiva, lo sono invece Gran Bretagna, Germania e Francia che da soli si aggiudicano il 50% dei vincitori. 6
7 3,4 Brevetti, start up high tech e digitale Non migliore è la situazione per quanto concerne brevetti e start up high tech. L indice di intensità brevettuale, espresso dal numero di brevetti presentati per milione di abitanti, esprime la spinta verso l innovazione dei singoli paesi. L indice della media europea è pari a 111,4, quello dell Italia e solo di 72,4 contro il 281 della Germania. In Europa l indice di intensità cresce mentre in Italia diminuisce. Nel 2013 rispetto al 2012 la riduzione è stata del 3%. Nello stesso biennio anche il numero di start up high-tech, anche esse espressione della ricerca di innovazione, anziché crescere come in altri paesi, è diminuito del 20%, anche a causa di acquisizioni da parte di società straniere. Si tratta comunque di un settore che stenta a decollare, costituito in prevalenza da piccole unità in quanto la dimensione media è inferiore a 3 addetti. Delle circa 5000 start up, solo 50 registrano un fatturato annuo superiore a 1 mln di euro. Anche nel settore digitale l Italia accusa un forte ritardo. Le abitazioni coperte dalla rete di nuova generazione sono solo il 36% del totale contro il 68% della media europea. Il commercio digitale risente di questa arretratezza. Il fatturato che perviene dalla piattaforma web, in Irlanda è del 52%, mentre il nostro è del 7%, la metà della media europea. Proprio per cercare di ridurre questo gap il governo ha investito 6 mld di euro di fondi nazionali ed europei più 2 mld di fondi privati. 3,5 L eccellenza agroalimentare Uno dei settori che meno ha risentito della crisi è quello agroalimentare. Il suo fatturato più l indotto è pari al 17% del PIL e le esportazioni alimentari, malgrado la penalizzazione derivante dall italian sounding e dall embargo nei confronti di alcuni paesi, è in crescita e nel 2015 ha raggiunto i 37 mld di euro. La Coldiretti sostiene che l inganno made in Italy ha raggiunto i 60 mld di euro cioè quasi il doppio di quello originale. I prodotti DOP e IGP sono più del 10% dell intero fatturato agroalimentare e rappresentano le produzioni più contraffatte, creando gravi danni ai produttori. Uno dei motivi che ritarda la firma del trattato di scambio commerciale transatlantico tra USA e UE, noto come TTIP (Transatlantic Trade and Investiment Partership), riguarda proprio l agroalimentare e in particolare il riconoscimento, voluto dall Europa, delle denominazioni geografiche e dei marchi. Anche in questo settore di eccellenza, tranne poche eccezioni, le nostre aziende soffrono di nanismo e come tali sono soggette ad essere assorbite dalle grandi aziende straniere. Negli ultimi 5 anni ben 45 imprese alimentari italiane sono state assorbite da aziende straniere, sottraendo alla nostra produzione ben 7 mld di euro; per contro le nostre imprese sono riuscite ad effettuare solo 20 operazioni di acquisizione di aziende estere. 7
8 4- Quale futuro Dal 2015 però alcuni fatti positivi sono intervenuti a partire dal settore R&S. Hanno infatti preso l avvio il progetto Human technopole che dovrà sorgere nell area milanese dell expo, e il progetto Genomi Italia inserito nella legge di stabilità su richiesta della senatrice a vita Cattaneo. Due progetti che però hanno subito creato divisioni e critiche. Per Human technopole, la critica è che il progetto è stato affidato all ITT di Genova, cioè una fondazione privata sia pure sotto il controllo pubblico, per il progetto Genomi Italia, la critica riguarda il fatto che la Cattaneo, che ha voluto il progetto farà parte della Commissione di valutazione, pur appartenendo a un Istituto che ha i titoli per partecipare alla selezione. Progetti quindi che hanno aree di sovrapposizione ma che difficilmente troveranno le auspicabili sinergie. Vi è poi il piano nazionale della ricerca , per il quale sono stati stanziati 2 mld e 429 milioni di euro per il primo triennio. Restiamo lontani dall auspicato 3% del PIL ma è comunque un passo in avanti. Inoltre il Governo si è impegnato a creare le condizioni per attrarre i ricercatori, e nell Università si sono allentati i vincoli per il turnover. Anche nel comparto agroalimentare si sono verificati fatti positivi. Anzitutto l expo 2015 che ha consentito all Italia di mostrare le proprie eccellenze alimentari. Sono però mancate proposte concrete in tema di innovazione e sviluppo dell agricoltura in una prospettiva capace di coniugare produttività e ambiente. Con la regia del CREA, organo del Ministero delle Politiche agricole, è nato il Piano Nazionale di Ricerca in agricoltura, che ha come punti di forza quello che il Ministro Martina chiama biotecnologie sostenibili e l agricoltura di precisione. Se la ricerca in questi due filoni sarà ben condotta e finanziata i risultati non mancheranno. Anche il nuovo Ministero Agroalimentare che subentra a quello delle Politiche agricole è visto con favore a condizione che: sia capace di allocare correttamente le risorse; di fare condividere le conoscenze; di promuovere politiche mirate alla messa in rete delle imprese agricole che soffrono di nanismo e non sono in grado di coprire gli investimenti che le nuove tecnologie comportano; di sostenere l innovazione e di favorire l ingresso dei giovani. Proprio su quest ultimo punto voglio far rilevare che da un indagine su 130 aziende condotta da PRIA, organo di Confagricoltura, è emerso che: l 80% è interessato alla ricerca e che l 88% utilizza la rete internet, mentrel 84% e il 70% rappresentano, rispettivamente, le percentuali di utilizzazione 8
9 dei sistemi informatici presenti impiegati nella gestione aziendale e per la contabilità e l amministrazione. Percentuali più basse sono state invece rilevate per le aziende che possiedono un proprio sito web, cioè il 42%, mentre quelle che praticano il commercio on line rappresentano solo il 34% del campione. Certo il campione è ridotto, ma i risultati dimostrano che vi è interesse e che è necessario favorire questa crescita in modo da ridurre il gap con i paesi concorrenti. Così come è necessario favorire l ingresso dei giovani in agricoltura. Certo le giovani generazioni stanno dimostrando maggiore attenzione per l agricoltura. Bisogna pero ben valutare questo aspetto.. da un indagine condotta dall ISMEA, emerge che nel 2015 rispetto al 2014, la riduzione media complessiva delle imprese agricole è stata dello 0.95%, mentre ben maggiore e stata la riduzione delle imprese condotte da giovani, che ha raggiunto il 3,4%. Questo significa che se l ingresso dei giovani non viene adeguatamente sostenuto da politiche attente e adeguate, l auspicato inserimento di questi, certamente più aperti all innovazione, rischia di non concretizzarsi. Vi è bisogno di una politica che, favorendo i giovani, promuova il legame tra ci produce la materia prima e chi la trasforma e la commercializza, creando così un economia circolare imperniata sulla sostenibilità. I Piani di Sviluppo Rurale sono senza dubbio uno strumento valido per attuare politiche a favore dell innovazione e dell inserimento dei giovani. mancando però un piano agricolo nazionale, si corre il rischio di avere incentivi diversi da regione a regione, per cui ciò che è innovazione per il Piemonte non lo può essere ad esempio per la Liguria o per altre regioni. Come sempre luci ed ombre, speriamo che le prime prevalgano sulle seconde. 9
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