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1 Difesa della vite SUPPLEMENTO AL N. 10/2016 GESTIONE DELLA PERONOSPORA Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (Conv. in L n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Verona Anno 72 - ISSN C.P Verona Ultime acquisizioni sulla peronospora Strategie di difesa con mandipropamide

2 Da 70 anni il settimanale indipendente al servizio dell agricoltura italiana Fondato nel 1945 da Alberto Rizzotti Direttore responsabile: Antonio Boschetti Comitato scientifico: Osvaldo Failla, Aldo Ferrero, Andrea Formigoni, Vittorio Alessandro Gallerani, Ivan Ponti, Luigi Sartori, Cristos Xiloyannis. Giornalisti: Nicola Castellani (capo servizio), Lorenzo Andreotti, Alberto Andrioli, Giannantonio Armentano. Redazione: Pietro Bertanza, Maria Cristina Floder Reitter, Elisabetta Giulini, Susanna Muraro, Elisa Sancassani, Alberto Zandomeneghi. Segreteria di Redazione: Giuliana Fasoli. Ufficio prestampa: Mattia Bechelli (coordinatore), Mauro Fianco. Redazione: Via Bencivenga-Biondani, Verona - Tel Fax informatoreagrario@informatoreagrario.it Roma: Via in Lucina, 15 - Tel Fax Internet: Edizioni L Informatore Agrario Srl Presidente: Elena Rizzotti Amministratore delegato: Giuseppe Reali Direttore commerciale: Luciano Grilli Direzione, Amministrazione: Via Bencivenga-Biondani, Verona Tel Fax Pubblicità: Tel Fax pubblicita@informatoreagrario.it Progetto grafico: Claudio Burlando - curiositas.it Stampa: Mediagraf spa - Noventa Padovana Registrazione Tribunale di Verona n. 46 del ISSN Copyright 2014 L Informatore Agrario di Edizioni L Informatore Agrario srl Poste Italiane spa - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L n. 46) Art. 1, Comma 1, DCB Verona Vietata la riproduzione parziale o totale di testi e illustrazioni a termini di legge. ABBONAMENTI Quote di abbonamento 2016 Italia 107,00 - Estero 171,00 (Europa via normale). Sono previste speciali quote di abbonamento per studenti di ogni ordine e grado (per informazioni rivolgersi al Servizio Abbonamenti). Una copia: 3,00. Copie arretrate: 6,00 cadauna. Aggiungere un contributo di 3,50 per spese postali, indipendentemente dal numero di copie ordinate. Modalità di pagamento: conto corrente postale n intestato a L Informatore Agrario - C.P Verona assegno non trasferibile intestato a Edizioni L Informatore Agrario - Verona carta di credito: Visa - Mastercard - American Express L ordine di abbonamento o di copie può essere fatto anche per telefono o fax rivolgendosi direttamente al Servizio Abbona men ti. Servizio abbonamenti: C.P Verona Tel Fax Agli abbonati: informativa art. 13 dlgs 30/6/2003 n I dati personali da Lei forniti verranno trattati da Edizioni L Informatore Agrario srl, con sede in Verona, via Bencivenga-Biondani, 16, sia manualmente che con strumenti informatici per gestire il rapporto di abbonamento nonché per informarla circa iniziative di carattere editoriale e promozionale che riteniamo possano interessarla. Lei potrà rivolgersi ai sottoscritti per far valere i diritti previsti dall art. 7 dlgs 30/6/2003 n. 196: Titolare del trattamento, Responsabile del trattamento, Legale rappresentante. SOMMARIO N 10 SUPPLEMENTO DEL MARZO 2016 Difesa della vite GESTIONE DELLA PERONOSPORA cambiamenti climatici attuali, caratterizzati da una tendenza verso il riscaldamento globale, stanno I interessando anche i nostri areali viticoli, influenzando notevolmente le epoche di sviluppo vegetativo della vite nelle sue molteplici fasi fenologiche. L aspetto che potrebbe avere maggiori ripercussioni dal punto di vista fitosanitario è indubbiamente l anticipo della ripresa vegetativa della coltura, soprattutto per le varietà più precoci. Tale tendenza, unitamente a un anticipo della ripresa fisiologica delle oospore di Plasmopara viticola, agente patogeno della peronospora della vite, potrebbe influenzare la precocità degli attacchi come per esempio si è verificato negli ultimi due anni. È pertanto fondamentale impostare già in epoca precoce strategie di difesa con prodotti in grado di proteggere la vegetazione in una fase caratterizzata da un rapido allungamento dei germogli. Partendo da queste premesse è nato questo Supplemento, realizzato con il contributo di Syngenta, nel quale dopo aver analizzato le ultime acquisizioni sul ciclo biologico del patogeno viene offerto un quadro completo sulla mandipropamide e su come questo fungicida, appartenente al gruppo chimico dei CAA, rappresenti una soluzione in grado di garantire protezione sia delle giovani foglie sia dei grappoli. Oltre alle prove condotte in tre areali viticoli italiani verranno presentate le ultime acquisizioni in materia di resistenza, in particolare al gruppo chimico dei CAA. IN QUESTO NUMERO 3 Peronospora in Emilia-Romagna alla luce dei cambiamenti climatici di R. Bugiani, W. Pratizzoli 7 Resistenze ai fungicidi: conoscerle per gestirle di H. Sierotzki 9 La resistenza ai CAA in Plasmopara viticola di S.L. Toffolatti 12 Peronospora della vite, prove in Piemonte di D. Ronco, P. Viglione 15 Lotta antipenosporica in Emilia-Romagna di M. Scannavini, A. Brunelli 18 Prove in Abruzzo con mandipropamide di D. D Ascenzo, L. Crivelli Associazione Nazionale Editoria Periodica Specializzata

3 ANALISI DELLE INFEZIONI PRIMARIE CON IL MODELLO DOWGRAPRI Peronospora in Emilia-Romagna alla luce dei cambiamenti climatici I risultati ottenuti con il modello previsionale Dowgrapri evidenziano un anticipo dell attività vegetativa del potenziale oosporico di P. viticola. L aumento delle temperature e degli eventi piovosi, in particolare in primavera, e l anticipo della ripresa vegetativa della coltura potrebbero determinare infezioni più precoci in campo di Riccardo Bugiani, William Pratizzoli Ormai è certo, il 2015, a livello planetario, è stato l anno più caldo dal 1850 superando di molto il precedente record del 2014, inoltre i 5 anni più caldi si sono registrati tutti dal 2000 a oggi. Non c è quindi tregua nella tendenza verso il riscaldamento globale. Gli enti meteorologici preposti al monitoraggio climatico prevedono infatti anche per il 2016 temperature record a causa della grande capacità termica degli oceani, che quest anno hanno raggiunto una temperatura superficiale molto elevata, anche grazie alla emersione di acque calde legate al fenomeno di El Niño. I cambiamenti climatici sulla vite Gli scenari futuri non sono certo confortanti. Diverse catene modellistiche hanno evidenziato, per la temperatura media annua, un segnale di aumento per il periodo rispetto al periodo con valori fino a 2 C su gran parte dell Europa e un possibile aumento più intenso nella stagione estiva. Le proiezioni climatiche delle precipitazioni evidenziano, nell area del Mediterraneo, un leggero calo dei valori annui, ma soprattutto una diversa distribuzione, con diminuzione delle piogge in estate. Tutto ciò potrà influenzare sia le colture, specialmente quelle perenni, sia i patogeni a esse collegate. La vite non sfugge a questa regola. Su scala globa- le, l aumento della temperatura si rifletterà indubbiamente sugli areali di coltivazione. Infatti, per vegetare la vite richiede una determinata quantità di unità termiche. Il riscaldamento globale probabilmente ridisegnerà gli areali di vocazionalità della vite (cosa tra l altro già accaduta in passato), con un progressivo innalzamento della latitudine ideale per la pratica della viticoltura. Le zone di produzione più importanti potrebbero essere soggette a profonde revisioni e nel 2050 lo Champagne, solo per fare un esempio, potrebbe avere condizioni climatiche simili a quelle che oggi si osservano nel Bordeaux. Così, aree tradizionalmente considerate marginali per la carenza di unità termiche stagionali, tenderanno a diventare sempre più «vocate» per la coltivazione della vite. Inoltre, eventi estremi sempre più frequenti uniti a un significativo incremento della temperatura nei mesi estivi e provocheranno di conseguenza maggior stress idrico per i vigneti, in particolare quelli dell area mediterranea. Il cambiamento climatico non agisce in maniera omogenea su tutto il pianeta. Ci sono regioni della terra che risentono maggiormente di questo cambiamento, come le regioni artiche, GRAFICO 1 - Differenza media annuale in Emilia-Romagna della temperatura dal 1961 al 1990 (¹) Temperatura ( C) 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 0,50 1,00 1, Anni ( 1 ) La linea nera mostra la media mobile centrata a 5 anni. Fonte: Arpae-SIMC, Eraclito3. 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 3

4 quelle continentali dell emisfero Nord e la regione mediterranea. Se a livello globale si parla di anomalie di temperatura annuali dell ordine di +0,75 C rispetto al clima , le differenze a livello locale possono essere molto maggiori. In Emilia-Romagna (grafico 1) le variazioni risultano essere più del doppio rispetto a quelle globali. Nella regione la media degli scostamenti degli ultimi 5 anni è pari a +1,5 C, con gli incrementi maggiori in estate e le temperature medie estive aumentate di ben 2 C rispetto al clima di riferimento. Analizzando più in dettaglio l andamento delle temperature dalla fine degli anni 80 (inizio della fase più intensa del mutamento climatico) in un area della pianura reggiana e confrontando le medie mensili degli ultimi 14 anni ( ) rispetto ai 15 precedenti ( ), si osserva che gli aumenti termici maggiori si verificano in tarda primavera-estate e in autunno, rispettivamente a giugno e novembre (grafico 2). Più difficile definire una tendenza delle precipitazioni in Emilia-Romagna. Dal 1961 permane una leggera tendenza negativa in riferimento ai valori cumulati annui, mentre, a livello stagione, sembra definita una diminuzione delle piogge estive. Sono confermati i trend positivi del numero massimo di giorni consecutivi senza precipitazioni e della frequenza di eventi di precipitazione intensa (grafico A in internet all indirizzo riportato a fine articolo). Aumento della temperatura e anticipo della vegetazione L incremento del numero di giorni con temperature più elevate, specialmente nelle fasi critiche della fioritura e dell allegagione, una riduzione delle precipitazioni e giusti valori di escursione termica durante la maturazione, in genere hanno effetti positivi sulla composizione e sulla qualità del vino. Ma se migliora la qualità è anche vero che i modelli di simulazione indicano come la pioggia che intercorre durante i periodi fisiologicamente importanti della stagione viticola (fioritura e maturazione) 4 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016 GRAFICO 2 - Confronto delle temperature mensili degli anni con quelle degli anni (¹) Temperatura ( C) Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Differenza tra i periodi Temp. media mensile Temp. media mensile ( 1 ) Rolo, pianura reggiana. In primavera inoltrata e in autunno si osservano gli scostamenti maggiori. tenda a fare diminuire la produzione. Tuttavia l aspetto che potrebbe avere maggiori ripercussione è indubbiamente l anticipo della ripresa vegetativa della coltura. In Emilia-Romagna è già da diversi anni che si osserva, soprattutto per le varietà più precoci e nell area prossima al litorale, un anticipo della ripresa vegetativa. Tale fenomeno potrebbe influenzare la precocità degli attacchi di peronospora come per esempio si è verificato negli ultimi due anni. Per rispondere a questa domanda e senza avere la pretesa di fare un analisi epidemiologica dettagliata sulla risposta di Plasmopara viticola al supposto cambiamento climatico, sono stati analizzati i dati meteorologici di una stazione climatica del Modenese utilizzando il modello previsionale Dowgrapri utilizzato nel Servizio di previsione e avvertimento della Regione Emilia-Romagna. Il modello Dowgrapri Il modello si basa sul concetto che le oospore all inizio dell inverno sono morfologicamente già formate. La popolazione di P. viticola in un vigneto è pertanto composta da diverse famiglie di oospore coetanee che permangono in fase di quiescenza. Queste, prima di germinare, devono superare un graduale periodo di latenza, trascorso il quale cominciano a germinare. Il processo di simulazione della germinazione che il modello esegue prende avvio a ogni evento piovoso in grado di bagnare la lettiera di foglie presente nel terreno del vigneto. Il processo infettivo viene pertanto scomposto in 5 fasi di seguito illustrate (figura 1). Superamento della latenza. Fornisce una stima del momento in cui le prime famiglie di oospore raggiungono la maturazione fisiologica, superando il periodo di latenza, e sono quindi pronte a germinare. Il processo di germinazione dipende in questa GRAFICO 3 - Termine della latenza delle oospore di P. viticola negli ultimi 24 anni simulata nella stazione di S. Felice sul Panaro (BO) (¹) Tasso di germinazione 0,1 0,09 0,08 0,07 0,06 0,05 0,04 0,03 0,02 0, gen. 8 gen. 15 gen. 22 gen. 29 gen. 5 feb. 12 feb. 19 feb. 26 feb. 4 mar. 11 mar. 18 mar. 25 mar. 1 apr. 8 apr. 15 apr Media Termine latenza 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 0,5 1,0 ( 1 ) Il termine del periodo di latenza è fissato pari al valore di 0,08% del processo di germinazione. Differenza ( C)

5 GRAFICO 4 - Velocità germinazione oospore di P. viticola calcolata negli ultimi 24 anni( ) fase dalla temperatura e dalla bagnatura della lettiera. L indice che si produce viene accumulato fino al superamento di una determinata soglia (pari al valore 0,08), al di sopra della quale si considera conclusa la fase di latenza. Germinazione delle oospore. Dopo il superamento della latenza, il modello considera che ogni evento piovoso capace di umettare la lettiera è in grado di innescare la germinazione di una famiglia di oospore. Ogni pioggia in questo periodo fa iniziare il processo di germinazione di ogni singola famiglia di oospore e la produzione del macrozoosporangio. Tasso di germinazione 1 0,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0,1 0 1 gen. 8 gen. 15 gen. 22 gen. 29 gen. 5 feb. 12 feb. 19 feb. 26 feb. 4 mar. 11 mar. 18 mar. 25 mar. 1 apr. 8 apr. 15 apr. 22 apr. 29 apr. 6 mag. 13 mag. 20 mag. 27 mag. 3 giu. 10 giu. 17 giu. 24 giu. 1 lug. 8 lug. 15 lug. 22 lug. 29 lug. 5 ago. 12 ago. 19 ago. 26 ago. 2 set. 9 set. 16 set. 23 set. 30 set Media Sopravvivenza macrozoosporangi. Il modello fornisce una stima della sopravvivenza dei macrozoosporangi in assenza di acqua, in rapporto alle condizioni di temperatura e umidità. Senza le condizioni climatiche idonee (temperatura e umidità relativa elevata e la presenza di un velo d acqua) i macrozoosporangi possono sopravvivere solo per un paio di giorni, poi muoiono. Questa è un indicazione di fondamentale importanza per individuare l avvio di eventuali infezioni anche alcuni giorni dopo l avvenuta germinazione delle oospore. Rilascio e dispersione delle zoospore. Il modello simula il rilascio delle zoospore qualora il macrozoosporangio sia in presenza di una sufficiente bagnatura della lettiera di foglie. In questa fase le zoospore, molto delicate, nuotano nel film liquido e, qualora esposte a condizioni climatiche sfavorevoli (assenza di bagnatura), si devitalizzano. Tuttavia, se in questo periodo cade una pioggia si considera che questa sia in grado di veicolare con gli schizzi d acqua le zoospore sulla vegetazione suscettibile. Infezione e incubazione. Il modello simula il momento dell infezione da parte delle zoospore, in funzione della combinazione di temperatura e durata della bagnatura fogliare. Durante questo periodo le zoospore nuotano verso le aperture stomatiche, si incistano e producono un tubetto germinativo in grado di penetrare attraverso gli stomi. Se la superficie fogliare si asciuga prima della penetrazione le zoospore si devitalizzano. Alla fine del processo di incubazione, che varia nel tempo in funzione della temperatura e dell umidità dell aria, il modello segnala il probabile momento di inizio della comparsa dei sintomi nel vigneto. Anticipo del termine di latenza delle oospore La simulazione dell infezione di peronospora può essere interrotta in ogni fase del processo infettivo se le condizioni climatiche non sono favorevoli a una qualsiasi delle suddette fasi del ciclo infettivo, come può completarsi sino alla comparsa dei sintomi sulla vegetazione. Il modello fornisce giornalmente valori che mostrano la progressione di ogni fase dell evento infettivo durante tutta la stagione vegetativa fino all esaurimento del potenziale oosporico che, normalmente, avviene da fine luglio a metà agosto. Per verificare un anticipo della ripresa fisiologica delle oospore di P. viticola nei diversi anni è utile prendere in considerazione la latenza delle oospore e la loro germinazione. Il termine del periodo di latenza delle oospore potrebbe essere un utile indicatore per mettere in evidenza un anticipo stagionale dell attività fisiologica del patogeno. Più anticipatamente termina questo periodo più lungo è il periodo in cui le oospore possono intercettare le piogge che daranno il via al processo di germinazione. Dall analisi risulta che mediamente negli ultimi 24 anni il termine della latenza si è avuto intorno al 20 marzo. Il termine delle latenza più precoce si è avuto nel 2014, il 25 febbraio, mentre quello più tardivo è stato registrato nel 2012, il 13 aprile. Fra gli anni in cui il termine della latenza è terminato precocemente con scostamenti sostanziali dalla media, sono presenti in buona parte gli anni dopo il 2000, mentre gli anni 90 si posizionano prevalentemente intorno al periodo medio. Ciò a conferma che vi è una tendenza ad anticipare il termine della latenza. Tuttavia, fra gli anni con il termine di latenza più precoci ricadono anche il 1994 e il 1996 (grafico 3). Altre condizioni indispensabili per l anticipazione delle infezioni Tutto ciò tuttavia non necessariamente si riflette con un anticipo delle infezioni peronosporiche in campo. Infatti, perché ciò si verifichi, sono necessarie altre due condizioni fondamentali. In primo luogo bisogna che il potenziale di inoculo oosporico in germinazione termini tale processo intercettando alcuni eventi piovosi anche minimi (possono bastare anche pochi millimetri di pioggia e una bagnatura anche di poche ore con temperature ottimali, per completare il processo infettivo). In genere con le temperature di marzo e aprile occorre circa un mese perché ciò avvenga. L altra condizione è che vi sia tessuto verde suscettibile sul quale le zoospore di P. viticola possano essere veicolate attraverso gli schizzi di pioggia e successivamente incistare e penetrare nelle foglioline attraverso gli stomi appena formatisi. Analizzando la germinazione delle oospore (influenzata dalla temperatura e dall umettazione della lettiera) è possibile notare come mediamente il periodo nel quale questo processo è più veloce (visibile nel punto di flesso della curva di germinazione) si abbia nel mese di maggio, 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 5

6 il potenziale di inoculo in germinazione. Se la tendenza in Emilia-Romagna, come precedentemente descritto, è quella di un aumento delle temperature e degli eventi piovosi soprattutto nel periodo primaverile, ecco che tutto questo, accoppiato a un generale anticipo della ripresa vegetativa della coltura, potrebbe portare in came più precisamente fra la prima e la terza settimana del mese (grafico 4). Anche in questo caso è possibile notare che la germinazione risulta più veloce della media negli anni 2000 (a esclusione del 1994) rispetto agli anni 90. Anche in questo caso, tuttavia, esistono le eccezioni degli anni 2011 e 2012 che hanno avuto una germinazione mediamente più lenta. È possibile notare come in genere il potenziale di inoculo oosporico di P. viticola negli anni 90 si esaurisse intorno alla fine di luglio. Al contrario, negli ultimi 12 anni il potenziale di inoculo si esaurisce tra la fine di agosto e i primi di settembre. Infine, se analizziamo i periodi in cui compaiono gli indici di rischio peronosporico, si osserva che le prime infezioni mediamente si pongono fra gli ultimi giorni di aprile e la prima settimana di maggio (grafico 5). Infezioni più precoci L analisi effettuata, anche se parziale, mette in luce comunque, e con le dovute eccezioni, un generale anticipo dell attività vegetativa del potenziale oosporico di P. viticola. Ciò permetterebbe alle oospore coetanee di intercettare un maggior numero di piogge primaverili in grado di incrementare GRAFICO 5 - Indice di rischio infettivo di P. viticola calcolato dal modello previsionale Dowgrapri dal 1992 al ,9 0,8 0,7 0,6 0,5 0,4 0,3 0,2 0, Mediamente le prime infezioni avvengono negli ultimi giorni di aprile e la prima settimana di maggio. FIGURA 1 - Schema del processo infettivo primario di P. viticola secondo il modello Dowgrapri e i diversi fattori meteorologici coinvolti Latenza delle oospore Temperatura Umidità della foglia Pioggia Germinazione Temperatura Presenza d acqua Diffusione Infezione Incubazione Sintomi di malattia Temperatura Umidità relativa po a infezioni più precoci di quanto mediamente ci si possa aspettare. La riprova in Emilia-Romagna è arrivata quest anno in provincia di Ravenna, dove sono stati osservati i primi sintomi di peronospora il 30 aprile in seguito all infezione causata dalla pioggia del 17 aprile, la più precoce degli ultimi 25 anni. Per quanto riguarda le tecniche di difesa anticrittogamica contro questa pericolosa avversità, non necessitano particolari accorgimenti per far fronte a questa problematica se non quello di monitorare frequentemente il proprio vigneto e di usufruire delle informazioni che i modelli matematici previsionali sono in grado di fornire. Fortunatamente la farmacopea disponibile è quanto mai ampia e complessivamente in grado di adattarsi ai mutamenti climatici in atto. Bugiani Riccardo Servizio fitosanitario Regione Emilia-Romagna William Pratizzoli Arpae Simc Area agrometeorologia territorio e clima Sopravvivenza degli zoosporangi Temperatura Umidità relativa Liberazione delle zoospore Sopravvivenza delle zoospore Presenza d acqua Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: rdlia/16ia10_8332_web 6 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

7 FRAC, ORGANIZZAZIONE NATA NEI PRIMI ANNI 80 DIFESA DELLA VITE Resistenze ai fungicidi: conoscerle per gestirle di Helge Sierotzki dei fungicidi in agricoltura risale al IX secolo con il polisolfuro di calcio, seguito dalla poltiglia bordolese, L introduzione un preparato a base di rame, concepito da Millardet nel 1885 per combattere la Plasmopara viticola. Successivamente dagli anni 60 e primi anni 70 si sono affermati diversi «fungicidi multisito», seguiti dalla comparsa dei primi fungicidi con un modo d azione specifico (monosito): i benzimidazoli, le carbossamidi e i primi inibitori della biosintesi degli steroli (IBS), quali le triforine. Sono state introdotte poi altre classi di fungicidi, come i dicarbossimidi, le fenilammidi, i nuovi IBS e le classi dei QoI e degli SDHI. Molti di loro possiedono proprietà sistemiche che ne permettono la penetrazione nei tessuti delle piante e la traslocazione per via xilematica (movimento apoplastico) nelle parti di pianta non raggiunte direttamente dell applicazione. Nel complesso i fungicidi ad azione specifica con proprietà sistemiche e citotropiche sono stati considerati come una vera innovazione nella protezione delle colture. Come risultato hanno permesso una riduzione della dose e del numero di applicazioni per stagione. Tuttavia, la specifica modalità di azione è all origine di un nuovo fenomeno, la selezione di individui resistenti nelle popolazioni fungine e lo sviluppo di situazioni di resistenza in campo. A oggi sono disponibili e classificati nelle liste Frac ( circa 40 differenti fungicidi e batterocidi ad azione specifica (codici Frac A-I), 11 ad azione multisito (cod. Frac M), 5 induttori delle resistenze della pianta (cod. Frac P) e 16 fungicidi con modalità d azione sconosciuta (cod. Frac U). Di tutti questi gruppi è dimostrato o ritenuto che non vi è tra loro resistenza incrociata. Riduzioni nella diversità delle soluzioni per la gestione delle malattie potrebbe essere causa di una maggiore pressione selettiva per le classi di fun- Alla luce dei fattori intrinseci ed estrinseci che determinano il rischio complessivo della resistenza, il Frac (Fungicide resistance action committee) fornisce le linee guida per la gestione della resistenza ai fungicidi, per prolungare l efficacia dei fungicidi «a rischio» e mantenere un efficace controllo dei patogeni gicidi rimanenti. Pertanto, il Frac ha definito che sono richieste non meno di 3 diverse modalità di azione (5 nel caso di colture ad alto uso di fungicidi quali patate, banano, vite) per la combinazione coltura/malattia per assicurare nel contempo un efficace gestione sia della resistenza sia del patogeno. Sviluppo di resistenze La peronospora della vite è un avversità con un alto rischio di resistenza ai fungicidi Alcuni fungicidi multisito sono in uso da oltre 200 anni e segnalazioni di resistenza per questa classe di sostanze chimiche sono rare e di solito di bassa importanza pratica (resistenza della ticchiolatura del melo alla dodina segnalata nel 1969). Lo sviluppo di resistenza ai fungicidi monosito è stato segnalato negli anni 70 e 80, sebbene esistano importanti differenze in termini di implicazioni pratiche. Solo in pochi casi sono stati osservati gravi problemi per le prestazioni del prodotto, come per i benzimidazoli e i QoI. In altri casi le conseguenze pratiche sono di importanza limitata e questo a causa di diverse ragioni: bassi fattori di resistenza; ridotta fitness degli isolati resistenti; limitata importanza commerciale della classe fungicida interessata; efficace gestione della resistenza. Tipi di resistenza Gli elementi sopra descritti sono il risultato sia delle proprietà intrinseche di isolati resistenti, sia del modo in cui sono stati utilizzati i fungicidi. Le proprietà intrinseche degli isolati resistenti sono fortemente legate al meccanismo biochimico che causa una sensibilità ridotta. A tal riguardo si possono distinguere diversi tipi di meccanismi di resistenza: aspecifica (Botrytis cinerea); poligenica caratterizzata da un continuo processo selettivo (inibitori della metilazione, triazoli); monogenica (mutazioni sito d azione); basata sulla detossificazione metabolica del fungicida. I più importanti meccanismi di resistenza sono associati a delle mutazioni al sito d azione del fungicida, che si traducono in elevati fattori di resistenza e bassi o nulli cali di fitness negli isolati resistenti. Uno dei casi più diffusi è la mutazione del gene G143A che induce la resistenza ai QoI. Mentre l esempio più importante per la resistenza poligenica è quello connesso con fungicidi IBS (triazoli). La detossificazione metabolica della sostanza attiva è di scarsa importanza nei fungicidi. I soli casi documentati di detossificazione del fungicida so- 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 7

8 no quelli per iprobenfos, fenhexamid e, in misura minore, anche per kresoxym-methyl. Rischi intrinseci ed estrinseci IL RUOLO DEL FRAC Nei primi anni 80 i rappresentanti delle aziende agrochimiche decisero di istituire un gruppo interaziendale con il compito di coordinare le strategie di gestione della resistenza. Il Fungicide resistance action committee (Frac) è stato fondato come organizzazione designata per discutere i problemi di resistenza e di fare sforzi di cooperazione nella prevenzione e gestione della resistenza ai fungicidi. Il Frac è stato poi incorporato nel CropLife International ( Scopo del Frac è quello di fornire le linee guida per la gestione della resistenza ai fungicidi, per prolungare l efficacia dei fungicidi «a rischio» e mantenere un efficace controllo dei patogeni. Più in dettaglio i principali obiettivi del Frac sono: identificare i problemi di resistenza esistenti e potenziali; raccogliere informazioni sulla resistenza ai fungicidi e diffonderle a coloro che sono coinvolti nella ricerca, sviluppo, distribuzione, registrazione e utilizzo di fungicidi; fornire linee guida e consigli sull uso di fungicidi per ridurre il rischio di resistenza e per gestirla se ciò dovesse accadere; fornire procedure per gli studi di resistenza ai fungicidi; stimolare il rapporto e la collaborazione con università, enti governativi, consulenti, distributori e agricoltori. Se le molecole di diverse società possiedono la stessa modalità d azione e se questa modalità porta allo stesso tempo un significativo rischio di resistenza, può essere costituito un gruppo di lavoro Frac per analizzare il rischio di resistenza e per sviluppare e pubblicare comuni raccomandazioni per la gestione della resistenza. Ci sono attualmente 6 gruppi di lavoro Frac: per gli inibitori della biosintesi degli steroli (IBS); per i fungicidi QoI; per le pirimidine; per i fungicidi SDHI; per gli amidi dell acido carbossilico (CAA) e per i naftaleni. Oltre a questi esiste uno specifico gruppo di lavoro per i fungicidi usati nella coltura della banana, una recente task force per i fungicidi QiI e tre Expert Forum per altrettanti gruppi di fungicidi (benzimidazoli, fenillamidi e dicarbossimidi). Un gruppo di lavoro si occupa inoltre di analizzare le richieste scientifiche per includere nuovi composti fungicidi o modificare i raggruppamenti della lista Frac relativa alle modalità d azione dei fungicidi (Frac mode of action code list). Infine, in considerazione delle specificità locali di gestione della resistenza ai fungicidi, al momento sono attivi anche quattro gruppi regionali ( figura A in internet all indirizzo riportato a fine articolo). Il rischio complessivo della resistenza è il risultato dell interazione di numerosi fattori indipendenti (intrinseci ed estrinseci). I rischi intrinseci vanno dal meccanismo d azione, alla biologia del patogeno e alle loro interazioni, mentre i rischi estrinseci (o di gestione) comprendono tutti gli aspetti di come un prodotto viene utilizzato, per esempio il numero, l intervallo, i dosaggi e la tipologia delle applicazioni, e se sono disponibili fungicidi alternativi con differenti modalità d azione in una particolare regione/ Paese. Alcuni degli elementi estrinseci (il sito biochimico d azione mono o multisito, il meccanismo molecolare di resistenza, la genetica e l ereditarietà della resistenza, ecc.) non sono di facile valutazione, soprattutto quando isolati non resistenti non sono disponibili dalle popolazioni di campo. Tuttavia, quando i risultati generati per una nuova sostanza attiva sono confrontati con quelli delle classi chimiche note, il rischio intrinseco può essere conseguentemente valutato e classificato come basso, medio o alto. A seconda del rischio intrinseco stimato possono essere definite opportune strategie su come utilizzare il fungicida e minimizzare il rischio di gestione. Considerando il pacchetto normativo/registrativo preparato per ogni fungicida, viene definito il dosaggio massimo del fungicida e il numero di applicazioni per stagione. La valutazione del rischio di resistenza deve essere fatto all interno di queste indicazioni d uso e il numero di applicazioni può essere ulteriormente ridotto per gestire adeguatamente il rischio di resistenza. Strumenti di gestione Gli strumenti di gestione della resistenza più appropriati devono essere scelti e convalidati per ogni singola combinazione patogeno/fungicida in accordo con le linee guida EPPO: l utilizzo di efficaci pratiche di protezione delle piante; l utilizzo di miscele/alternanza di fungicidi; la frequenza, le tempistiche e la dose di applicazione; il monitoraggio della sensibilità, la segnalazione alle autorità competenti e la registrazione delle variazioni di prestazioni del prodotto. La classificazione dei fungicidi a seconda della loro modalità di azione e dello schema di resistenza incrociata è la base per la gestione della resistenza in condizioni pratiche di campo. Sono necessarie precise informazioni sulla resistenza incrociata di ogni composto, perché non è possibile riconoscerla semplicemente confrontando le strutture chimiche, i nomi comuni o i nomi di gruppi cui appartengono i fungicidi. Una volta noto il modo di azione o lo schema della resistenza incrociata di un nuovo fungicida, al composto viene assegnato un numero di serie univoco. La lista di questi composti, oltre a informazioni sul rischio di resistenza e sulle più opportune misure di gestione della resistenza è pubblicata sul sito Frac e viene aggiornata ogni anno. Helge Sierotzki Frac - Fungicide resistance action commitee Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: rdlia/16ia10_8334_web 8 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

9 SPERIMENTAZIONE IN NORD ITALIA DIFESA DELLA VITE La resistenza ai CAA in Plasmopara viticola NEL PERIODO è stata condotta una sperimentazione finalizzata a verificare l efficacia di una strategia comprendente prodotti appartenenti alla classe chimica dei CAA (Carboxylic Acid Amides) e valutare eventuale presenza di resistenza. Le prove hanno consentito di evidenziare un controllo delle infezioni ottimale a conferma che l adozione di corrette strategie di difesa permette un efficace gestione della resistenza in capo ai fungicidi. Poter impiegare tutte le classi di fungicidi presenti sul mercato consente una buona gestione della resistenza ai fungicidi in generale. di Silvia L. Toffolatti Plasmopara viticola (Berk. et Curt.) Berlese e De Toni, agente della peronospora della vite, è un micete appartenente al regno degli Straminipila (od Oomycota). La peronospora è una delle malattie più pericolose negli areali caratterizzati da un periodo primaverile-estivo molto piovoso e con temperature relativamente miti come, generalmente, quelli del Nord Italia. Poiché le varietà di vite appartenenti alla specie Vitis vinifera L. sono generalmente molto suscettibili nei confronti del patogeno e le misure agronomiche non sono sufficienti a contenere in maniera efficace le epidemie, il controllo chimico è di fondamentale importanza nelle zone a elevato rischio per ottenere una resa adeguata a livello quali-quantitativo. Tra le classi di sostanze attive antiperonosporiche, quella dei CAA (Carboxylic Acid Amides) comprende sostanze chimicamente diverse ma caratterizzate da resistenza incrociata. Alcune di esse sono presenti sul mercato fin dal 1988, come l ammide dell acido cinnamico (dimethomorph), mentre altre si sono aggiunte più di recente, come le valinammidi (iprovalicarb nel 1998, benthiavalicarb nel 2003 e valifenalate nel 2009), e l ammide dell acido mandelico (mandipropamide nel 2005) (Gisi et al., 2007). I primi ritrovamenti di ceppi resistenti risalgono al 1994 in Francia, si sono successivamente estesi alla Germania (Gisi et al., 2007) e più recentemente all Italia, e in particolare nelle regioni centro-settentrionali del Paese ( working-group/caa-fungicides/gene ral-use-recommendations). I livelli di resistenza riscontrati nelle diverse regioni italiane sono risultati abbastanza eterogenei. Fattori che determinano l insorgenza della resistenza Alla valutazione del rischio di resistenza di una classe di fungicidi concorrono diversi fattori legati alle caratteristiche intrinseche del fungicida e alla sua applicazione in vigneto (miscela/solo, preventivo/curativo), alle caratteristiche biologiche del patogeno (monociclico/policiclico, capacità di dispersione nell ambiente, presenza di riproduzione sessuata) e ad altri fattori, tra i quali si trovano il livello di suscettibilità della cultivar, le condizioni climatiche e la gestione agronomica. La resistenza ai CAA è legata alla presenza di due mutazioni nel gene che codifica per la cellulosa sintetasi PvCesA3 situate a livello del codone 1105 che comportano la sostituzione della glicina (G) con la serina (S) o con la valina (V) nella proteina (Blum et al., 2010; Sierotzki et al., 2011). Il carattere della resistenza si manifesta solamente nei genotipi omozigoti per l allele mutato, mentre gli individui eterozigoti per l una o per l altra mutazione e gli omozigoti per la variante G1105 sono sensibili ai CAA. Non è noto al momento attuale se esistano individui eterozigoti per gli alleli V1105 e S1105. Per via della natura recessiva del carattere della resistenza, i CAA sono pertanto considerati a moderato 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 9

10 rischio di resistenza. Tuttavia, P. viticola è un patogeno considerato a elevato rischio poiché policiclico e in grado di riprodursi in maniera asessuata, tramite la formazione di numerosi sporangi a elevata capacità di dispersione nell ambiente. Il patogeno inoltre attua la riproduzione sessuata, tramite la formazione di oospore mediante la coniugazione dell organo sessuale femminile, l oogonio, e dell organo sessuale maschile, l anteridio, differenziati da ceppi del patogeno con polarità sessuale opposta (Scherer e Gisi, 2006). P. viticola è diploide, possiede cioè due copie di ciascun cromosoma, per la maggior parte del proprio ciclo biologico. L unica eccezione è costituita proprio dagli organi di riproduzione sessuata, che sono aploidi. Il riversamento del nucleo dell anteridio nell oogonio fa sì che le oospore siano nuovamente diploidi (Burruano, 2000). La riproduzione sessuata, che avviene ogni anno verso la fine della stagione vegetativa della vite, può perciò contribuire all attenuazione del fenomeno della resistenza ai CAA, mediante la ricombinazione. Va ricordato che le oospore sono le uniche strutture in grado di permettere la sopravvivenza di P. viticola in assenza dell ospite e l unica fonte di inoculo nella stagione successiva a quella della loro formazione (Vercesi et al., 1999). Applicazione di strategie antiresistenza L applicazione di strategie antiresistenza è, pertanto, di fondamentale importanza per preservare l efficacia della classe, in maniera particolare laddove le condizioni climatiche sono altamente favorevoli alle infezioni. In generale, si consiglia di effettuare interventi preventivi, di evitare un numero eccessivo di trattamenti, limitando a 4 gli interventi con molecole della classe nel corso della medesima stagione o a 3 nel caso degli appezzamenti nei quali la resistenza sia presente a elevati livelli, e di utilizzare i prodotti in miscela e in alternanza con sostanze attive appartenenti a un diverso gruppo di resistenza. L attuazione delle strategie antiresistenza è, in generale, prevista dalla direttiva europea 2009/128/CE, recepita con il decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 «Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un 10 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016 Come sono state impostate le prove TESI A CONFRONTO. La sperimentazione è stata effettuata nel corso di tre annate ( ) in un vigneto di cv Pinot grigio nel quale sono state ricavate tre tesi. Nella prima, costituita da tre filari di circa 50 m, non sono state applicate sostanze attive nei confronti di P. viticola (testimone non trattato - Tnt). Nelle restanti, della dimensione di 1 ha, è stata seguita una strategia antiperonosporica identica, che differiva solamente per l applicazione (tesi A) o meno (tesi B) di 4 interventi a base di CAA in alcune fasi fenologiche (tabella 1). In entrambi i casi sono stati applicati i criteri antiresistenza, pertanto le sostanze attive monosito sono state applicate in miscela con partner appartenenti a una diversa classe. Per quanto riguarda la tesi A, proprio per il rispetto delle strategie antiresistenza, nel 2014 e nel 2015 è stato omesso il trattamento con il CAA all allegagione, che è stato sostituito con cyazofamid, per portare a 3 il numero di applicazioni totali. RILIEVI. Alla chiusura del grappolo sono stati eseguiti i rilievi quantitativi della malattia nelle tre tesi volti a determinarne la gravità mediante il calcolo dell Indice percentuale di Infezione (I%I) di Townsend e Heuberger (1943) secondo la modalità descritta da Rho et al. (2004). Gli I%I sono stati utilizzati per il calcolo dell indice percentuale di protezione (I%P) secondo Abbott (1925) e questi ultimi valori sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA) per verificare l esistenza di differenze significative tra tesi A e B. TABELLA 1 - Sostanze attive antiperonosporiche impiegate nelle prove Trattamento Fase fenologica Tesi A Tesi B 1 Tralcio lungo 10 cm metiram metiram foglie distese mandipropamide + mancozeb cymoxanil + mancozeb 3 Sviluppo infiorescenze metalaxyl-m + mancozeb metalaxyl m + mancozeb 4 Pre-fioritura/fioritura metalaxyl-m + mancozeb metalaxyl m + mancozeb 5 Allegagione mandipropamide + zoxamide ametoctradin + metiram 6 Ingrossamento acini mandipropamide + zoxamide ametoctradin + metiram 7 Pre-chiusura grappolo mandipropamide + zoxamide ametoctradin + metiram 8 Chiusura grappolo ossicloruro di rame ossicloruro di rame 9 Invaiatura grappolo ossicloruro di rame ossicloruro di rame La classe dei CAA comprende molecole antiperonosporiche appartenenti a gruppi chimici differenti, ma tutte caratterizzate da resistenza incrociata.

11 TABELLA 2 - Indice percentuale di protezione (I%P) medio relativo alle tre tesi sperimentali nelle annate Anno Tesi I%P foglia grappolo A B A B A B Entrambe le tesi hanno dato ottimi risultati sia su foglia, con valori fino al 99% di indice di protezione, sia su grappolo, con valori anche del 100% nella tesi B nel quadro per l azione comunitaria ai fini dell utilizzo sostenibile dei pesticidi» (Gazzetta Ufficiale n.202 del suppl. ordinario n. 177) e risultata nella formulazione del Piano di azione nazionale (Pan) approvato con decreto il 22 gennaio 2014 e poi declinato dalle varie Regioni tramite il cosiddetto Par (Piano di azione regionale). Le indicazioni fornite dalle strategie antiresistenza sono riportate nei disciplinari di difesa fitosanitaria integrata delle singole Regioni. Sperimentazione in campo Per meglio comprendere il ruolo effettivo della pressione di selezione esercitata dalla classe nei confronti delle popolazioni di P. viticola, è stata intrapresa un analisi sull efficacia di una strategia di intervento comprendente una sostanza attiva appartenente ai CAA in un vigneto sito nel Nord Italia nel quale era già stata attestata la presenza di resistenza, a causa del frequente utilizzo della classe negli anni passati. L andamento delle temperature medie e delle precipitazioni è stato rilevato in campo grazie alla presenza di capannine meteorologiche in situ. In generale, nel periodo primaverile-estivo le tre annate sono state caratterizzate da un elevata piovosità in termini di quantità e frequenza, con la caduta di mm di pioggia tra aprile e luglio, e temperature medie mensili comprese tra 13 e 26 C nello stesso periodo. I sintomi della malattia sul testimone sono stati riscontrati su più dell 81% delle foglie e del 98% dei grappoli, con una gravità molto elevata (dati non riportati in tabella 2). Entrambe le strategie hanno contrastato efficacemente il patogeno, facendo registrare indici percentuali di protezione superiori all 84% su foglia e al 96% su grappolo, e con risultati statisticamente analoghi (tabella 2). Efficacia dei CAA in pieno campo Negli ultimi anni il ritrovamento di popolazioni di P. viticola caratterizzate dalla presenza di ceppi resistenti in Europa ha portato alla necessità non solo di effettuare il monitoraggio della resistenza, ma anche di approfondire meglio il fenomeno stesso, in modo particolare per quanto riguarda l efficacia dei CAA in pieno campo. I risultati ottenuti nella presente attività sperimentale, suffragati da quanto osservato in un vigneto analogamente trattato, consentono di apprezzare l efficacia complessiva della strategia comprendente i CAA anche in presenza di elevata resistenza. I rilievi di campo effettuati nelle tre annate hanno, infatti, evidenziato un controllo ottimale delle infezioni da parte di tutte e due le strategie antiperonosporiche, che hanno conseguito risultati del tutto analoghi. La possibilità di impiegare tutte le classi di fungicidi presenti sul mercato ha un importante risvolto sulla gestione della resistenza ai fungicidi in generale: se da un lato i CAA non controllano i ceppi resistenti, che sono d altro canto inibiti dal partner antiresistenza, non va dimenticato che essi sono pienamente efficaci nei confronti degli individui sensibili e quindi contribuiscono a controllare eventuali ceppi resistenti ad altre classi. Poiché le classi di fungicidi antiperonosporici impiegabili nei confronti di P. viticola sono sempre più limitate e il fenomeno della resistenza riguarda sostanzialmente tutte le sostanze attive monosito, è fondamentale evitare di esercitare un eccessiva pressione di selezione su una classe per preservare l efficacia di tutte le altre. Silvia L. Toffolatti Dipartimento di scienze agrarie e ambientali Produzione, territorio, agroenergia (Disaa) Gruppo Biodifesa Università degli studi di Milano In memoria di Annamaria Vercesi. Si desidera ringraziare Piero A. Bianco, Mauro Coatti, Paolo Borsa, Helge Sierotzki e Stefano Torriani e i tecnici che hanno partecipato alla sperimentazione per la preziosa collaborazione. Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: rdlia/16ia10_8329_web 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 11

12 SPERIMENTAZIONE 2012, 2013 E 2014 A CUNEO Peronospora della vite, prove in Piemonte di Daniele Ronco, Paolo Viglione Nella viticoltura moderna, la peronospora della vite (Plasmopara viticola [Berk. e Curtis] Berl. e de Toni) rappresenta da sempre la malattia fungina più temuta. Pur essendo note le esigenze climatiche, in termini di infezione e progressivo sviluppo, l andamento epidemiologico di questo patogeno continua a essere di difficile interpretazione, e dunque complesso per programmarne correttamente la difesa fitosanitaria. Gli evidenti cambiamenti climatici, riguardanti anche i nostri areali viticoli, stanno influenzando notevolmente le epoche di sviluppo vegetativo della vite TABELLA 1 - Prova 2012: risultati del rilievo effettuato il 23 luglio Foglie Grappoli Tesi Dosaggio (g/hl) diffusione severità efficacia (% Abbott) diffusione severità efficacia (% Abbott) Testimone 100,0 a 53,3 a 100,0 a 39,3 a Mandipropamide + mancozeb 250 0,2 b 7,5 b 99,6 a 0,1 b 2,0 c 99,9 a Mandipropamide + zoxamide 50 0,3 b 10,3 b 99,4 a 0,0 b 1,3 c 99,9 a Fluopicolide + fosetyl-al 250 0,2 b 7,5 b 99,6 a 0,1 b 3,5 b 99,8 a Ametoctradina + metiram 250 0,2 b 9,8 b 99,6 a 0,0 b 1,5 c 99,9 a Date applicazioni: 9-5, 19-5, 27-5, 6-6, 18-6, Lettere diverse indicano differenze significative (test di Takey s HSD, p 0,05). Tutte le tesi hanno avuto un efficacia prossima al 100% sui grappoli. TABELLA 2 - Prova 2013: risultati del rilievo effettuato il 25 luglio Foglie Grappoli Tesi Dosaggio (hl) nelle sue molteplici fasi fenologiche: inverni miti inducono un forte anticipo del germogliamento e dell epoca di recettività della vite nei confronti della peronospora. diffusione severità efficacia (% Abbott) diffusione severità efficacia (% Abbott) Testimone 100,0 a 37,1 a 64,0 a 8,7 a Mandipropamide + zoxamide 50 g 7,0 d 0,3 b 99,1 a 3,5 c 0,1 b 98,6 a Dimetomorf + zoxamide 40 g + 70 ml 10,3 c 0,4 b 99,4 a 7,0 c 0,2 b 97,7 a Ametoctradina + metiram 250 g 13,8 b 0,7 b 98,1 b 19,0 b 1,3 b 84,7 b Cyazofamide 400 ml 8,3 d 0,4 b 99,0 a 3,0 c 0,1 b 98,6 a Date applicazioni: 13-5, 23-5, 3-6, 13-6, 24-6, 3-7. Lettere diverse indicano differenze significative (test di Takey s HSD, p 0,05). Nel 2013 è risultato ottimo il controllo di mandipropamide + zoxamide sia su foglie sia su grappoli. NELLE PROVE condotte nel triennio nel Cuneese, i due nuovi formulati in prova mandipropamide + dithianon (Ampexio) e mandipropamide + dithianon (Pergado D, in corso di registrazione), hanno deteminato in tutte le annate un ottimo controllo della peronospora. I due prodotti rappresentano quindi una valida soluzione per il controllo di attacchi anticipati di questa malattia fungina, quando la vite risulta già suscettibile. Parallelamente, si sta assistendo allo sviluppo di infezioni primarie particolarmente precoci e virulente, che talvolta anticipano le previsioni basate sulla «regola dei tre 10» (temperatura minima giornaliera > 10 C, precipitazione > 10 mm, lunghezza germogli > 10 cm). Queste considerazioni presuppongono quanto sia importante rivedere le 12 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

13 strategie di difesa della vite, tenendo conto delle gravi perdite produttive che si possono verificare in seguito a precoci attacchi di peronospora. Temperature elevate e fenomeni piovosi concentrati nelle prime fasi di sviluppo vegetativo inducono un rapido allungamento dei germogli, la cui protezione con soli prodotti di copertura richiederebbe interventi fitosanitari molto ravvicinati. Inoltre, buona parte dei prodotti di copertura non sempre risultano esaustivi nella difesa del grappolo, il quale presenta una notevole vulnerabilità alla Plasmopara viticola nelle fasi di differenziazione e separazione dei bottoni fiorali. La combinazione di sostanze attive dotate di movimento entro i tessuti della pianta, in aggiunta a molecole di copertura, può assicurare una maggiore protezione di foglie e grappoli, permettendo così di ampliare gli intervalli di applicazione. Obiettivi delle prove Nel seguente lavoro si presentano i risultati di prove sperimentali, condotte in Piemonte, per valutare l efficacia di due nuovi formulati a base di mandipropamide nei confronti della peronospora della vite: Ampexio (mandipropamide 25% + zoxamide 24%) e Pergado D (mandipropamide Come sono state impostate le prove Le prove sperimentali si sono svolte nelle annate agrarie 2012, 2013 e 2014 in importanti comprensori viticoli del Piemonte (provincia di Cuneo), seguendo uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 4 ripetizioni, ognuna delle quali costituita da circa 10 piante. Le applicazioni sono state svolte con motopompe spalleggiate utilizzando volumi d acqua compresi tra 400 e L/ha, mentre i rilievi sono stati eseguiti su foglie e grappoli, a partire dalla comparsa dei sintomi, determinando la diffusione (numero di foglie o grappoli colpiti sul campione esaminato) e l intensità (superficie infetta della foglia o grappolo) della peronospora. PROVA La prova prevedeva la valutazione contro la peronospora della vite della formulazione mandipropamide + zoxamide, confrontata con tre tesi basate rispettivamente su: mandipropamide + mancozeb, fluopicolide + fosetyl-al e ametoctradina + metiram, tutti applicati alla dose di 250 g/hl. In ogni tesi il prodotto è stato distribuito 6 volte, a partire dalle prime fasi di recettività della vite alla peronospora (quinta foglia distesa) fino alla pre-chiusura del grappolo, preceduto da un trattamento con metiram e seguito da 2 applicazioni di idrossido di rame rispettivamente alla dose di 200 g/hl e 300 g/hl (tabella 1). PROVA La prova prevedeva la valutazione contro la peronospora della vite della formulazione mandipropamide + zoxamide, confrontata con tre tesi basate rispettivamente su: una miscela dimetomorf + zoxamide, ametoctradina + metiram e cyazofamide. In ogni tesi il prodotto è stato distribuito 6 volte, a partire dalla differenziazione fino alla chiusura del grappolo, preceduto da un trattamento con metiram (200 g/hl) e 2 con metalaxil-m + mancozeb (250 g/hl), seguito da due applicazioni di ossicloruro tetramico alla dose di 300 g/hl (tabella 2). PROVA La prova prevedeva di valutare l efficacia contro la peronospora della vite dei formulati mandipropamide + zoxamide e mandipropamide + dithianon, confrontati con altre due tesi basate sui seguenti prodotti: dimetomorf + dithianon e la miscela estemporanea zoxamide + dimetomorf. Ogni prodotto è stato ripetuto 9 volte, coprendo l intero periodo di suscettibilità della vite nei confronti della peronospora (tabella 3). TABELLA A - Caratteristica dei fungicidi impiegati nella sperimentazione Sostanza attiva Formulato Formulazione Sostanza attiva (% o g/l) Mandipropamide + zoxamide Ampexio (*) WG Mandipropamide + dithianon Pergado D (*) SC 62, Mandipropamide + mancozeb Pergado MZ WG Metalaxyl-m + mancozeb Ridomil Gold MZ WG 3, Ossicloruro tetramico Coprantol WG 32 Metiram Polyram WG 70 Zoxamide Zoxium SC SC 240 Fluopicolide + fosetyl-al R6 Erresei Albis WG 4, ,67 Cyazofamide Mildicut SC 25 Dimetomorf + dithianon Forum Gold WG Dimetomorf Forum 50 WP WP 50 Ametoctradina + metiram Enervin Top WG WG = granuli solubili; SC = sospensione concentrata; WP = polvere bagnabile. (*) In corso di registrazione. 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 13

14 5,59% + dithianon 22,3%). La sostanza attiva mandipropamide viene rapidamente immagazzinata nello strato ceroso muovendosi in modo translaminare, il che dovrebbe garantire buona resistenza al dilavamento ed elevata attività preventiva su foglia e grappolo. Zoxamide e dithianon sono due ottime sostanze attive di copertura: la prima presenta una spiccata attività protettiva su grappolo ed effetto collaterale su botrite della vite; la seconda è un ottimo fungicida multisito, efficace su foglia come su grappolo. La sperimentazione ha riguardato il solo studio del prodotto Ampexio, mentre nella prova 2014 sono stati valutati singolarmente i formulati Ampexio e Pergado D, con applicazioni ripetute durante l intero periodo di difesa della vite nei confronti della peronospora. TABELLA 3 - Prova 2014: risultati del rilievo effettuato il 28 luglio Foglie Grappoli Tesi Dosaggio (hl) diffusione severità efficacia (% Abbott) diffusione severità efficacia (% Abbott) Testimone 100,0 a 90,7 a 100,0 a 96,4 a Mandipropamide + zoxamide 50 g 9,3 bc 1,8 b 98,1 a 10,0 cd 0,7 c 99,3 a Mandipropamide + dithianon 200 ml 7,0 c 0,4 b 99,5 a 11,0 cd 0,7 c 99,2 a Dimetomorph + dithianon 125 g 11,3 bc 1,7 b 98,1 a 22,5 bc 1,8 c 98,2 b Dimetomorf + zoxamide 40 g + 70 ml 13,5 b 1,3 b 98,6 a 12,5 cd 0,8 c 99,2 a Date applicazioni: 6-5, 15-5, 26-5, 4-6, 13-6, 26-6, 30-6, 8-7, Lettere diverse indicano differenze significative (test di Takey s HSD, p 0,05). Sia su grappoli sia su foglie i trattamenti con mandipropamide + zoxamide e mandipropamide + dithianon hanno dato ottimi risultati in termini di efficacia. Strategie di difesa mirate con mandipropamide Nelle tabelle 1, 2 e 3 di seguito vengono riportati i risultati finali di ogni singola prova, ottenuti dall ultimo rilievo eseguito in campo. Il formulato mandipropamide 25% + zoxamide 24% si è dimostrato particolarmente performante nella difesa dalla peronospora della vite, sia se collocato a partire dallo sviluppo delle prime foglie sensibili (2012) (tabella 1), sia dalla differenziazione dei grappoli in avanti (2013) (tabella 2). La sperimentazione svolta nel 2014 (tabella 1) ha evidenziato un ottima efficacia contro la peronospora da parte dei formulati mandipropamide 25% + zoxamide 24% e mandipropamide 5,59% + dithianon 22,3%, su grappolo come su foglia, senza registrare differenze significative rispetto ai migliori standard di mercato messi a confronto. Alla luce del global warming con cui ogni agricoltore deve fare i conti, le infezioni primarie di intensità non trascurabile sono diventate una costante di questi ultimi anni. Per questo motivo è importante impostare strategie di difesa mirate fin dalle prime fasi vegetative della vite. Nonostante la «regola dei tre 10» rimanga un riferimento cardine per la difesa dalla peronospora della vite, lo sviluppo di importanti attacchi potrebbe verificarsi anche prima, qualora l accrescimento dei tralci risultasse inferiore a 10 cm, ma i valori di temperatura e precipitazione richiesti dalla regola fossero stati raggiunti. Importanti attacchi di peronospora, sopraggiunti durante le prime fasi di sviluppo del grappolo, possono causare danni irreversibili alla produzione. Grazie alla rapida penetrazione nei tessuti, al fissaggio alle cere epicuticolari e alla capacità translaminare che ne permette la redistribuzione nei tessuti (foglie e grappoli) in accrescimento, l inserimento di mandipropamid e conseguentemente dei nuovi formulati Ampexio e Pergado D, nelle prime fasi di suscettibilità della vite, rappresenta una valida soluzione anche a fronte di attacchi di peronospora anticipati. Daniele Ronco, Paolo Viglione Sagea SR - Centro di saggio Castagnito d Alba (Cuneo) Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it 14 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

15 PROVE EFFETTUATE NEL 2015 A BOLOGNA E RAVENNA Lotta antiperonosporica in Emilia-Romagna I RISULTATI della sperimentazione condotta nel 2015 a Bologna e Ravenna hanno dimostrato la validità dei programmi di difesa che prevedono l uso alternato di metalaxyl-m + folpet e di mandipropamide + zoxamide e mandipropamide + dithianon, garantendo un buon controllo della peronospora ed evitando l insorgenza di resistenze. di Massimo Scannavini, Agostino Brunelli In Emilia-Romagna, come nella maggior parte delle regioni del Nord Italia, la peronospora rappresenta per la vite una costante minaccia, soprattutto nelle aree di pianura, dove maggiormente è presente la produzione viticola della regione. A causa del carattere distruttivo della malattia, la difesa antiperonosporica richiede una particolare attenzione e deve essere condotta con criteri precauzionali, volti a impedire lo sviluppo epidemico del patogeno. Per tale motivo essa è tendenzialmente basata su trattamenti preventivi finalizzati a proteggere la coltura nelle fasi fenologiche e/o nei momenti maggiormente esposti agli attacchi (in genere dalla ripresa vegetativa fino al pieno sviluppo dei grappoli). Come si è evoluta la difesa La difesa nei confronti di questa avversità negli ultimi trent anni è stata caratterizzata da un costante susseguirsi di novità fitoiatriche, che hanno permesso di migliorare la gestione della malattia rispetto ai tradizionali fungicidi di copertura. Le nuove molecole, più persistenti e in alcuni casi dotate di proprietà penetranti e/o sistemiche, hanno reso possibile l introduzione di un modello di difesa basato su interventi a cadenza più prolungata rispetto a quelli possibili con i fungicidi tradizionali. Questi ultimi, tuttavia, hanno mantenuto la loro importanza in quanto possono essere proficuamente integrati e combinati con quelli più innovativi, sia perché tecnicamente complementari ai nuovi, sia come strumenti di gestione del rischio di sviluppo di resistenza del patogeno. Dal punto di vista fitoiatrico le miscele tra i moderni antiperonosporici e fungicidi di copertura (rameici, ditiocarbammati e folpet) costituiscono ancora un valido connubio per ottimizzare al meglio la difesa antiperonosporica della vite. Negli ultimi anni, tuttavia, alcuni fattori sia normativi sia tecnico-commerciali, nonché le linee di difesa regolamentate dai disciplinari di produzione integrata, hanno portato alla riduzione dell impiego dei prodotti di copertura. La limitazione riguarda il numero massimo di interventi effettuabili nel corso dell annata, sia dei singoli fungicidi sia delle miscele tra questi e gli antiperonosporici endoterapici. Il caso più eclatante è quello del mancozeb, che tra i ditiocarbammati è stato da sempre il prodotto più rappresentativo nelle diverse miscele antiperonosporiche. Scopo della prova Questa contingenza ha determinato la ricerca di sostanze attive alternative ai tradizionali prodotti da impiegare in miscela con i moderni antiperonosporici, come nel caso specifico del mandipropamide, fungicida che in numerose prove in miscela con mancozeb ha evidenziato la sua efficacia nei confronti di P. viticola (Brunelli et. al. 2010, D Ascenzo e Di Silvestro, 2009, Serrati e Cestari 2006, Scannavini et al. 2009, Viglione et al. 2009). Questa molecola appartenente al gruppo dei CAA (amidi dell acido carbossilico), presente sul mercato da più di un lustro, in miscela pronta con rame, mancozeb e folpet o in miscela estemporanea con zoxamide, viene ora proposta con due nuove formulazioni pronte all uso in corso di registrazione: mandipropamide + zoxamide (formulato commerciale Ampexio) e mandipropamid + dithianon (formulato commerciale Pergado D). Nella presente nota si riportano i risultati emersi da due prove effettuate nel 2015 in Emilia-Romagna dove è stata valutata l attività di entrambe le miscele inserite all interno di diverse linee di difesa. Valutazione dei risultati Prova eseguita ad Altedo (BO) L andamento climatico registrato nel periodo invernale-primaverile è stato complessivamente nella norma. Le prime e sporadiche macchie d olio sono state osservate l 8 maggio, come conseguenza delle precipitazioni succedutesi tra il 26 e il 29 aprile. In seguito, l andamento climatico caldo e asciutto registrato nel mese di maggio ha rallentato lo sviluppo epidemiologico della malattia che è ripreso, seppure senza manifestazioni epidemiche, in conseguenza delle precipitazioni ve- 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 15

16 Come sono state impostate le prove Le indagini sono state condotte presso due aziende site rispettivamente a Tebano di Faenza (Ravenna) e Altedo (Bologna). In ambedue le prove si è operato adottando lo schema sperimentale dei blocchi randomizzati con 4 ripetizioni e parcelle di 5-6 piante contigue sul filare. Le caratteristiche dei prodotti impiegati sono riportate in tabella 1, mentre le diverse strategie e le date dei trattamenti effettuati nelle due prove sono riportate in tabella 2 e 3. ALTEDO (BOLOGNA). Lo studio è stato realizzato in un vigneto sito ad Altedo (Bologna) della cv Merlot di 16 anni di età allevato a Sylvoz e con sesto d impianto di 3,0 1,5 m. I trattamenti sono stati effettuati con una lancia manuale a singolo ugello montata su una motopompa semovente (modello SEP 1700) bagnando la vegetazione fino allo sgocciolamento e distribuendo un volume d acqua variabile in funzione della fase fenologica della vite fino a raggiungere un volume massimo di L/ha. Le strategie poste a confronto (tabella 2) prevedevano, dopo l esecuzione di 2 trattamenti iniziali effettuati il 30 aprile e l 8 maggio con mancozeb, l applicazione dei trattamenti sperimentali con i fungicidi in prova. Le linee poste a confronto contemplavano l applicazione di 3 trattamenti con metalaxyl-m + folpet nelle fasi fenologiche che precedevano l allegagione, a cui sono seguiti nella fase di ingrossamento acini 2 trattamenti rispettivamente con mandipropamid + zoxamide e mandipropamide + dithianon. Questi due piani di difesa sono stati posti a confronto con una strategia analoga che prevedeva l applicazione di 3 trattamenti con la miscela fenamidone + fosethyl-al + iprovalicarb seguiti da 2 interventi con fluopicolide + fosetyl-al. I trattamenti sono stati effettuati con una cadenza di 8-10 giorni tra un trattamento e il successivo. TEBANO DI FAENZA (RAVENNA). Lo studio è stato realizzato in un vigneto sito a Tebano di Faenza (Ravenna) della cv Sangiovese di 15 anni di età allevato a cordone speronato con sesto d impianto di 3,0 1,2 m. I trattamenti sono stati effettuati con un nebulizzatore spalleggiato (modello Sthil SR 420) bagnando la vegetazione fino al sgocciolamento e distribuendo un volume d acqua variabile in funzione della fase fenologica della vite fino a raggiungere un volume massimo di L/ha. Dopo l esecuzione di un trattamento iniziale effettuato il 30 aprile a base di metiram, i trattamenti sono stati effettuati in funzione delle diverse strategie poste a confronto (tabella 3). Le due strategie d intervento che prevedevano l applicazione di tre trattamenti con la miscela mandipropamide + zoxamide sono state differenziate in funzione del diverso posizionamento della miscela all interno del piano di difesa. Le due linee così delineate sono state poste a confronto con una strategia convenzionale che prevedeva in sequenza l applicazione di 2 trattamenti con dimetomorf + metiram, fluopicolide + propineb e ametoctradina + metiram. I rilievi sono stati eseguiti valutando su 100 foglie e 100 grappoli per ripetizione sia la percentuale di organi colpiti (% incidenza) sia la percentuale della superficie interessata dalla malattia (% gravità). I dati sono stati sottoposti ad analisi della varianza (ANOVA) e le differenze tra le medie confrontate con il test di Duncan o SNK per p 0,05. rificatesi nella seconda metà di giugno. Nonostante questi eventi infettivi la peronospora sulle foglie si è sviluppata lentamente, anche per la scarsa sensibilità a livello fogliare del vitigno Merlot; per contro sui grappoli la malattia si è diffusa in maniera progressiva fino alla manifestazione della forma larvale. I rilievi, a causa della scarsa presenza dei sintomi sulle foglie anche nella tesi testimone, sono stati effettuati solo sui grappoli. Il rilievo effettuato il 2 luglio (tabella 2), dopo la sospensione dei trattamenti, evidenzia nel testimone la presenza di un attacco che ha interessato la totalità dei grappoli con una gravità del 57,2%. I dati ottenuti evidenziano come tutte le strategie poste a confronto abbiano garantito un elevato contenimento della peronospora rispetto al testimone non trattato. La linea di difesa contenente mandipropamide + dithianon ha offerto una superiore attività, che in termini di incidenza dell infezione è risultata statisticamente significativa rispetto alla linea standard. Il secondo rilievo effettuato il 3 agosto, a un mese dalla sospensione dei trattamenti, evidenzia un incremento 16 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016 della malattia nella tesi testimone, con una gravità d infezione che ha raggiunto il 91,6%. Anche in questo caso le tesi poste a confronto hanno confermato la buona tenuta emersa dal rilievo precedente, con una superiore efficacia della tesi mandipropamide + dithianon. Prova eseguita a Tebano di Faenza (RA) TABELLA 1 - Caratteristica dei fungicidi impiegati nelle prove Sostanza attiva Analogamente alla prova effettuata nel Bolognese, le precipitazioni verificatesi nella seconda metà di aprile hanno determinato condizioni favorevoli alla comparsa dell infezione primaria, che si è manifestata con le classiche macchie d olio nella prima settimana di maggio. Successivamente le piogge di fine maggio hanno determinato condizioni favorevoli al susseguirsi di una serie di infezioni primarie e secondarie i cui sintomi si sono manifestati nella prima decade di giugno sia sui grappoli sia sulle foglie. Il rilievo effettuato il 22 giugno (dati non riportati) evidenzia nel testimone non trattato un attacco di P. viticola Formulato Formulazione Concentrazione sostanza attiva (% o g/l) Mandipropamide + zoxamide Ampexio (*) WG Mandipropamide + dithianon Pergado D (*) SC 62, Metalaxyl-m + folpet Ridomil Gold Combi WG 4, Fenamidone + fosetyl-al + iprovalicarb Melody Trevi WP ,8 Fluopicolide + fosetyl-al R6 Erresei Albis WG 4, ,67 Cyazofamide Mildicut SC 25 Dimetomorf + metiram Forum Top WG Fluopicolide + propineb R6 Erresei Pasadoble WG Ametoctradina + metiram Enervin Top WG WG = granuli idrodispersibili; SC = sospensione concentrata; WP = polvere bagnabile. (*) In corso di registrazione.

17 che ha interessato il 53,5% delle foglie con una gravità del 5,4%, mentre sui grappoli la peronospora si è manifestata con un incidenza del 47,0% e una gravità del 12,5%. Con questo livello di pressione tutte le strategie in prova hanno consentito di contenere la peronospora in modo pressoché totale sia sulle foglie sia sui grappoli. Successivamente le precipitazioni registrate nella terza decade di giugno hanno determinato condizioni favorevoli a nuovi cicli infettivi, che hanno provocato un incremento della malattia sia sulle foglie sia sui grappoli, sui quali la peronospora si è manifestata nella forma larvata. Il rilievo finale effettuato il 10 luglio evidenzia la presenza di un attacco sulle foglie che ha interessato il 76,8% degli organi esaminati con una gravità del 21,7%, mentre sui grappoli la malattia si è manifestata con un intensità dell 83% e una gravità del 20%. I dati ottenuti mostrano l elevata efficacia delle strategie poste a confronto nella protezione dei grappoli, con una leggera superiore attività delle due strategie dove è stata impiegata la miscela mandipropamid + zoxamide. Analoghi risultati sono stati ottenuti sulle foglie dove mandipropamide + zoxamide ha offerto un contenimento della gravità della malattia statisticamente superiore rispetto alla strategia di riferimento. Elevata protezione e strategie antiresistenza I risultati delle due prove effettuate nel 2015 in Emilia-Romagna hanno permesso di evidenziare la buona efficacia delle strategie di difesa che hanno previsto l impiego sia di mandipropamide + zoxamide sia di mandipropamide + dithianon. In particolare, la prova condotta nel Bolognese ha evidenziato la capacità delle due diverse miscele di garantire una buona e lunga protezione del grappolo anche in presenza di condizioni favorevoli alla peronospora che hanno avuto esito distruttivo sulla produzione del testimone. La sperimentazione condotta nel Ravennate, in condizioni di minore pressione infettiva del patogeno rispetto alla prova precedente, ha mostrato la flessibilità d impiego della miscela mandipropamide + zoxamide, che ha offerto una buona attività nei confronti della peronospora, sia su foglie quando è stata applicata nelle fasi iniziali della stagione, sia impiegata TABELLA 2 - Risultati della prova su grappoli effettuata ad Altedo (BO) Sostanze attive TABELLA 3 - Risultati della prova effettuata a Tebano di Faenza (RA) Rilievo 10 luglio foglie grappoli Sostanze attive Date trattamenti Date trattamenti nelle fasi post-fiorali più indicate per la protezione del grappolo. In conclusione, le prove effettuate evidenziano la validità dei programmi di difesa che prevedono l utilizzo alternativo di metalaxyl-m in questo caso miscelato con folpet e delle due nuove miscele di mandipropamide. Questa linea di difesa, che prevede l impiego di più fungicidi a diverso meccanismo d azione, oltre ad assicurare un elevata protezione delle foglie e dei grappoli in tutte le fasi di maggior sensibilità della peronospora, garantisce una corretta applicazione delle strategie antiresistenza. Dose formulato (g o ml/hl) Dose formulato (g o ml/hl) incidenza gravità incidenza gravità Testimone 76,8 a ( 1 ) 21,7 a 83,0 a 20,0 a Mandipropamide + zoxamide ,8 b 2,2 c 1,5 b 0,04 b Metalaxyl-m + folpet 18-5, 28-5, (72,9) ( 2 ) (89,9) (98,2) (99,8) Mandipropamide + zoxamide 18-6, Mandipropamide + zoxamide 7-5, Metalaxyl-m + folpet 28-5, Mandipropamide + zoxamide Cyazofamide Dimetomorf + metiram 7-5, Fluopicolide + propineb 28-5, Ametoctradina + metiram 18-6, Rilievo 2 luglio incidenza 22,0 b (71,4) 31,3 b (59,2) gravità 1,9 c (91,2) 3,9 b (82,0) Rilievo 3 agosto incidenza 3,5 b (95,8) 7,5 b (91,0) ( 1 ) Le medie seguite dalle stesse lettere non differiscono tra loro per p 0,05 (Test Duncan). ( 2 ) Grado d azione calcolato secondo la formula di Abbott. A entrambi i rilievi mandipropamide + zoxamide si è dimostrata la miscela che ha garantito un maggior controllo delle infezioni di peronospora. 0,09 b (99,6) 0,6 b (94,2) Massimo Scannavini Astra Innovazione e Sviluppo Faenza (Ravenna) Agostino Brunelli Dipsa, Università di Bologna Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it Per consultare gli approfondimenti e/o la bibliografi a: rdlia/16ia10_8330_web gravità Testimone 94,9 a ( 1 ) 57,2 a 100 a 91,6 a Metalaxyl-m + folpet 12-5, 20-5, ,4 bc 0,4 b 33,9 b 3,6 b Mandipropamide + zoxamide 8-6, (93,2) ( 2 ) (99,3) (66,1) (96,1) Metalaxil-m + folpet 12-5, 20-5, ,7 c 0,06 c 11,2 c 0,6 b Mandipropamide + dithianon 8-6, (99,2) (99,9) (88,8) (99,3) Fenamidone + fosetyl-al , 20-5, iprovalicarb 11,5 b 1,2 b 34,4 b 4,1 b (87,9) (97,9) (65,6) (95,5) Fluopicolide + fosetyl-al 8-6, ( 1 ) Le medie seguite dalle stesse lettere non differiscono tra loro per p 0,05 (Test Duncan). ( 2 ) Grado d azione calcolato secondo la formula di Abbott. A entrambi i rilievi mandipropamide + dithianon si è dimostrata la miscela che ha garantito un maggior controllo delle infezioni di peronospora. 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 17

18 SPERIMENTAZIONE IN AGRO DI PIANELLA (PESCARA) NEL 2014 Prove in Abruzzo con mandipropamide DALLE PROVE effettuate nel 2014 in Agro di Pianella si è ottenuto un elevato controllo della peronospora sia su grappoli sia su foglie da parte delle linee di difesa che hanno previsto l impiego di formulati a base di mandipropamide. Anche in annate difficili, come il 2014, quindi, un approccio di difesa preventiva e la conoscenza delle sostanze attive permette di contenere efficacemente questa importante avversità della vite. di Domenico D Ascenzo, Luciano Crivelli La capacità distruttiva della peronospora della vite (Plasmopara viticola) è nota a tutti gli agricoltori, specie in annate, come accade sempre più di frequente, in cui il periodo primaverile decorre umido e piovoso, tale da poter causare precoci infezioni, sulle foglie e sui giovani grappolini, che possono risultare davvero molto gravi. Nonostante l arsenale di sostanze attive, circa 25 appartenenti a diverse famiglie chimiche e caratterizzate da diverse modalità d azione, che la farmacopea agricola mette a disposizione, permangono da parte degli agricoltori criticità nella gestione complessiva della difesa. Criticità nel controllo della peronospora Tra queste, si ritiene che di fondamentale importanza siano l individuazione della prima pioggia infettante e il tempestivo avvio dei trattamenti. Per questo possono essere di valido aiuto i modelli previsionali, se, però, correttamente interpretati e attentamente validati nei diversi territori. Anche la scelta delle diverse sostanze attive da utilizzare può risultare de- terminante ai fini del buon esito della difesa. Essa deve essere funzionale alle caratteristiche delle molecole legate al loro meccanismo d azione (capacità penetranti, capacità lipofile, ecc.) e, quindi, al loro utilizzo nelle diverse fasi fenologiche in relazione al rischio epidemico. Ovviamente la corretta gestione agronomica del vigneto quali il buon equilibrio vegetativo, l adozione di pratiche come l inerbimento che consentano facilità e tempestività di rientro in campo in caso di frequenti precipitazioni, il controllo delle attrezzature irroranti permette di evitare altre criticità, contribuendo a ottimizzare la difesa fitoiatrica anche in annate a forte rischio. Tra le sostanze attive con caratteristiche innovative che, negli ultimi anni, si sono affermate nel panorama fitoiatrico italiano per contrastare questo patogeno vi è senz altro mandipropamide, che rapidamente ha conquistato un ruolo importate in diverse strategie di difesa. Già da molti anni sono state effettuate, in Abruzzo, sperimentazioni volte a valutarne l attività di mandipropamide da solo o in associazione ad altre sostanze attive e inserito in diverse strategie di difesa. Tra esse si è scelto di evidenziare i dati ottenuti nel 2014 che, come tutti ancora ricordano, è stato molto critico per questa avversità. Condizioni climatiche nel 2014 Infatti il 2014 sarà sicuramente ricordato come tra i più gravi per infezioni peronosporiche in tutta la regione, sia per diffusione, sia per intensità di attacco. Le condizioni climatiche verificatesi tra i mesi di aprile e luglio sono state particolarmente predisponenti per le infezioni. I primi mesi dell anno, segnatamente gennaio, febbraio e marzo sono stati caratterizzati da prevalenza di bel tempo con scarse precipitazioni e temperature sensibilmente superiori alla media del periodo. In particolare, gen- 18 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

19 Come sono state impostate le prove La prova è stata condotta in agro di Pianella (Pescara), su un tendone di Montepulciano d Abruzzo di circa 15 anni con sesto d impianto 2,5 2,5 m, con esposizione a Nord-Ovest molto soggetto a infezioni peronosporiche. Si è adottato, in tutti gli anni, uno schema sperimentale a blocchi randomizzati con 4 repliche, ognuna costituita da 6 piante. Gli interventi (tabella 1) sono stati effettuati con motopompa spalleggiata modello Echo SR 1100, distribuendo un volume d acqua variabile da 600 (nei primi trattamenti) a L/ha. RILIEVI. I rilievi sono stati effettuati esaminando 50 grappoli/parcella e 100 foglie/parcella. Sui primi si sono determinate la percentuale di grappoli attaccati (diffusione della malattia) e l intensità di attacco (gravità della malattia) calcolato come percentuale di acini colpiti per grappolo. Anche sulle foglie si è determinata la diffusione della malattia come percentuale di foglie attaccate e l intensità di attacco intesa come percentuale di superficie fogliare colpita adottando la seguente scala empirica: classe 0 = assenza di sintomi, classe 1 = 0,1-2,5%, classe 2 = 2,6-5%, classe 3 =5,1-10%, classe 4 = 10,1-25%, classe 5 = 25,1-50%, classe 6 = 50,1-80%, classe 7 = oltre 80%. L intensità di attacco sulle foglie è stata calcolata secondo Towsend-Heuberger. I dati sono stati sottoposti alla analisi della varianza (ANOVA) e le media separate con il test di Tuckey per P = 0,05 Si è, inoltre, calcolata l efficacia delle singole strategie adottate rispetto al test non trattato, indice di Abbott. Sono stati effettuati 3 rilievi il 13 giugno, il 5 luglio e il 30 luglio (tabelle 2 e 3) a partire dalla manifestazione diffusa della malattia sui testimoni non trattati, tenendo conto dell evoluzione epidemica della stessa. naio con una temperatura media di 9,9 C e 39,8 mm di pioggia, febbraio media 11,6 C e 38,4 mm di pioggia, marzo media 11,9 C e 51,4 mm di pioggia. Ciò ha determinato un notevole anticipo della ripresa vegetativa, molto evidente sulle varietà più precoci e nei vigneti meglio esposti, che già alla prima decade di aprile mostravano germogli lunghi oltre 10 cm e l inizio della differenziazione dei grappolini. La situazione meteorologica è, però, mutata sensibilmente a partire dalla metà di aprile, con il susseguirsi di perturbazioni che hanno determinato ben 19 giorni piovosi e 94,6 mm di pioggia. Anche il mese di maggio è proseguito all insegna dell instabilità atmosferica, con 16 giorni piovosi e ben 124,8 mm di pioggia, e un generale abbassamento delle temperature (media 16,7 C), soprattutto nei valori minimi, che hanno rallentato la fenologia delle piante facendo recuperare il vantaggio vegetativo della prima parte della primavera. Nel vigneto oggetto di prova le prime macchie di peronospora si sono verificate tra il 27 e 28 maggio come conseguenza delle precipitazioni del 13 e 14 maggio. Buon controllo con mandipropamide L analisi dei risultati evidenzia già al rilievo del 13 giugno oltre il 17% di grappoli attaccati e oltre il 40% di foglie interessate dalla malattia a seguito di numerosi eventi infettivi verificatisi in maggio. A causa dell assenza di preci- TABELLA 1 - Formulati in prova e date trattamenti (2014) Tesi Sostanza attiva Formulato commerciale 1 Testimone Date applicazioni Fase fenologica BBCH Dose (ml o g/hl) Rame ossicloruro (28) Coprantol 28-4; Mandipropamide + mancozeb (5 + 60) Metalaxil-m + mancozeb (3,9 + 64) Mandipropamide + zoxamide (240 g/l g/l) Pergado MZ 14-5; Ridomil MZ 30-5; Ampexio 20-6; 30-6; Rame ossicloruro (28) Coprantol Rame ossicloruro (28) Coprantol 28-4; Dimethomorf+metiram (9 + 44) Metalaxil- m + mancozeb (3,9 + 64) Ametoctradina + fosfonato di potassio (19, ,7) Forum Top 14-5; Ridomil MZ 30-5; Enervin Pro 20-6; 30-6; Rame ossicloruro (28) Coprantol Rame ossicloruro (28) Coprantol 28-4; Dimethomorf + metiram (9 + 44) Metalaxil-m + mancozeb (3,9 + 64) Dimetomorf + rame (6 + 40) Forum Top 14-5; Ridomil MZ 30-5; Forum R 20-6; 30-6; Rame ossicloruro (28) Coprantol BBCH = 15 (4 a foglia sviluppata), 19 (6 a foglia sviluppata), 53 (infiorescenze sviluppate), 55 (infiorescenze completamente sviluppate), 71 (allegagione), 75 (acini che hanno raggiunto il 50% della grandezza definitiva), 77 (inizio chiusura grappolo). 10/2016 supplemento a L Informatore Agrario 19

20 GRAFICO 1 - Dati meteo registrati nell agro di Pianella (Pescara) nel Date rilievi Pioggia (mm) Temperatura max ( C) Temperatura min. ( C) pitazioni nella prima decade di giugno, la malattia è progredita molto lentamente, ma dopo le precipitazioni verificatesi dal 13 al 18 del mese, da fine giugno-inizio luglio la peronospora si è TABELLA 2 - Risultati del rilievo del 13 giugno 2014 Tesi attaccati Grappoli grado d azione attaccate grado di azione Foglie intensità di attacco grado di azione Testimone 17,2 a 41,2 a 24,5 a Tesi 2 0 b b b 100 Tesi 3 0 b 100 1,5 b 96,3 0,9 b 96 Tesi 4 0 b b b 100 Valori contrassegnati dalla stessa lettera non differiscono statisticamente per P = 0,05. TABELLA 3 - Risultati dei rilievi del 5 e 30 luglio 2014 Tesi attaccati grado d azione Grappoli intensità di attacco grado d azione attaccate grado di azione Foglie intensità di attacco grado di azione Rilievo del 5 luglio Testimone 100 a 96,2 a 97,7 a 39,6 a Tesi 2 3,5 c 96,5 1,8 b 98,1 19,0 b 80,5 3,6 b 90,9 Tesi 3 10,0 b 90,0 3,1 b 96,7 26,5 b 72,8 5,8 b 85,3 Tesi 4 10,5 b 89,5 4,2 b 95,6 20,5 b 79,0 4,2 b 89,3 Rilievo del 30 luglio Testimone 100 a 100 a 100 a 73,5 a Tesi 2 24,0 c 76,0 4,3 b 95,7 26,7 c 73,3 17,2 bc 76,5 Tesi 3 26,5 c 73,5 4,5 b 95,5 22,6 cd 77,4 13,2 c 82,0 Tesi 4 30,0 b 70,0 5,1 b 94,9 29,2 b 70,8 22,2 b 72,5 Valori contrassegnati dalle stesse lettere non differiscono statisticamente per P = 0,05. Mandipropamide ha garantito un ottima efficacia di controllo della peronospora sui grappoli 98,1% al rilievo del 5 luglio e del 95,7% a quello del 30 luglio in un annata «difficile» dal punto di vista meteorologico come è risultata essere quella del manifestata in maniera epidemica con un attacco generalizzato sia sulle foglie sia, in forma larvata, sui grappoli. Al rilievo del 5 luglio sia i grappoli sia le foglie apparivano completamente distrutti, 100% di grappoli attaccati e 97% di foglie colpite. Anche in queste condizioni estreme le tesi trattate hanno garantito una protezione significativa rispetto al testimone. In particolare la strategia di difesa che ha previsto l utilizzo di mandipropamide ha garantito un elevato controllo del grappolo (98,1% di efficacia nel rilievo del 5 luglio e 95,7 % in quello del 30 luglio) e un altrettanto soddisfacente contenimento delle infezioni fogliari (80,5% il 5 luglio e 73,3 % all ultimo rilievo). In conclusione si può affermare che, anche in annate particolarmente difficili, un approccio alla difesa di tipo preventivo e basato sulla conoscenza delle caratteristiche e dei meccanismi d azione delle diverse sostanze attive consente di controllare efficacemente questa importante fitopatia. Domenico D Ascenzo Servizio fitosanitario Regione Abruzzo Luciano Crivelli Agronomo fitopatologo Per commenti all articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: redazione@informatoreagrario.it 20 supplemento a L Informatore Agrario 10/2016

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