LE COOPERATIVE E LO STRUMENTO DEL CONTRATTO DI RETE: ANALISI E PROSPETTIVE

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1 LE COOPERATIVE E LO STRUMENTO DEL CONTRATTO DI RETE: ANALISI E PROSPETTIVE L evoluzione del modello giuridico e la sua applicazione in ambito cooperativo (Bologna, 28 novembre 2013) E possibile sostenere che l istinto alla aggregazione e all associazionismo sia sempre stato presente nel movimento cooperativo. E nel suo DNA, nei suoi principi e nella sua storia. La cooperazione tra cooperative è scritta nei principi dell Alleanza Internazionale delle Cooperative. Non è quindi un caso che la gran parte delle cooperative italiane si siano riunite in consorzi, i quali hanno svolto e svolgono un ruolo determinante per lo sviluppo delle cooperative. Tuttavia, non vi possono essere dubbi che, soprattutto in questi ultimi anni, siano emerse nuove esigenze rispetto alle quali è necessario considerare il ricorso ad altri strumenti. Sono esigenze che derivano dalla taglia ridotta delle nostre imprese, un carattere che oggi rappresenta sempre più un limite alla stessa sopravvivenza nel mercato. È un problema che può essere affrontato non solo attraverso una crescita dimensionale pura e semplice, ma anche con soluzioni di distretti di nuova generazione o soluzioni a rete. Si tratta di tematiche che le cooperative hanno in comune con il mondo delle PMI italiane dove, nei processi tradizionali di aggregazione con le altre imprese, la preoccupazione maggiore è quella di perdere la propria autonomia e sovranità, alla quale si aggiunge anche quella di non sopportare costi eccessivi, generalmente legati alla nascita di nuovi soggetti (dai consorzi alle new-co). Per rispondere a tali preoccupazioni il Legislatore ha introdotto la rete di imprese. Si tratta di uno strumento che, perseguendo un obiettivo di collaborazione imprenditoriale, non pregiudica le compagini azionarie, la loro governance e non implica costi particolarmente elevati. 1

2 È pensato soprattutto per le micro e PMI, ma ciò non significa che ad esso non possano partecipare anche le grandi imprese. Corpo normativo Il mio compito è in primo luogo quello di raccontare l evoluzione del modello giuridico del contratto di rete, evoluzione che è stata oggettivamente convulsa nell arco di pochi anni (2009/2013) e non sempre ispirata da finalità coerenti tra loro. La disciplina del contratto di rete d impresa è stata introdotta nell ordinamento dalla legge 33 del 2009, ma a distanza di un anno è stata radicalmente modificata dall articolo 42 del D.L. 31 maggio 2010, n. 78, convertito dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 (provvedimento recante Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica ). Ulteriori ed importanti modifiche sono state apportate dall articolo 45 del d.l. 22 giugno 2012, n. 83, convertito dalla legge 7 agosto 2012, n. 134 (meglio noto come Decreto Crescita), il quale ha introdotto la possibilità che le reti di imprese acquisiscano soggettività giuridica, e dal recente d.l. 18 ottobre 2012, n. 179 (articolo 36), il quale ha chiarito che l acquisizione della soggettività giuridica non è automatica, ma è frutto della volontà delle imprese coinvolte. Le funzioni delle reti e loro composizione Non sono state introdotte novità in merito alle funzioni generali del contratto di rete, che sono quelle di accrescere, individualmente e collettivamente, la capacità innovativa e la competitività sul mercato delle imprese che ne fanno parte e che, a tal fine, si obbligano con un programma comune di rete, 1) a collaborare in forme e ambiti coerenti con l esercizio delle proprie imprese; 2) a scambiarsi informazioni o prestazioni di natura industriale, commerciale, tecnica o tecnologica; 3) ad esercitare in comune una o più attività rientranti nell oggetto della propria impresa. 2

3 Non vi sono novità sul versante delle possibilità 1) di intrattenere rapporti con le pubbliche amministrazioni ovvero dare avvio a procedimenti amministrativi; 2) di accedere a contributi regionali, nazionali o comunitarie, tramite istanze presentate dalle reti; 3) di stipulare convenzioni, anche di tipo collettivo, con gli istituti di credito ed intermediari finanziari. Non vi sono sorprese neppure sulla composizione dei partecipanti il contratto. Possono partecipare tutti i soggetti imprenditoriali, iscritti al registro delle imprese indipendentemente dalla loro forma giuridica. Attribuzione della soggettività giuridica La prima vera novità introdotta nell ordinamento del contratto di rete è stata la possibilità concessa alle imprese contraenti di attribuire soggettività giuridica alla rete stessa. È stata una scelta legislativa contrastata e ancora oggi fonte di polemiche e confusione. La prima versione della norma disconosceva infatti tale possibilità. La rete non avrebbe mai potuto avere soggettività giuridica e tributaria, soggettività che comunque rimaneva in capo alle imprese aderenti (l Agenzia delle Entrate circolare n. 4/E del 15 febbraio 2011). E una delle ragioni risiedeva anche nella coerenza dell agevolazione fiscale prevista in favore delle imprese retiste (sospensione di imposta sugli utili destinati dalle stesse al fondo patrimoniale della rete) con la disciplina comunitaria degli aiuti di stato. La Commissione europea, con decisione C(2010)8939 def. del 26 gennaio 2011, ha ritenuto infatti che tale agevolazione fiscale non costituisca aiuto di Stato, nel presupposto che la rete di imprese non possa essere considerata una entità distinta e non abbia personalità giuridica autonoma. 3

4 Nonostante il numero dei contratti crescesse in modo esponenziale, a conferma della bontà del modello originale, alcuni ambienti imprenditoriali hanno fortemente spinto sulla base di presunte difficoltà delle imprese ad operare efficacemente nel mercato attraverso la rete - per dare alla stessa soggettività giuridica e tributaria (con conseguente partita IVA). Il primo provvedimento al riguardo (il d.l. 83/2012) sembrava imporre la soggettività giuridica alle reti. Il secondo provvedimento (d.l. 18 ottobre 2012, n. 179) riequilibrò il contesto ribadendo la facoltà delle imprese di dare soggettività giuridica alla propria rete. Condizione per dare soggettività giuridica alla rete è la dotazione di un fondo patrimoniale comune, ma soprattutto la scelta di iscrivere la rete nella sezione ordinaria del registro delle imprese, nella cui circoscrizione è stabilita la sede, previa stipulazione del contratto per atto pubblico e scrittura privata autenticata ovvero per atto firmato digitalmente a norma dell articolo 25 del d.lgs 82/2005. Legacoop non ha accolto favorevolmente tale novità perché siamo ancora convinti che tale strumento possa dare un importante aiuto alle imprese italiane se rimane uno strumento leggero, flessibile, non oneroso sul piano della gestione e manutenzione. In altre parole, se non si pone in concorrenza con altri strumenti di aggregazione dotati di soggettività giuridica (consorzi e/o società di scopo). Peraltro, la stessa Agenzia delle Entrate (circolare 20/E del 18 giugno 2013) sembra dare ragione alla nostra tesi disciplinando la differenza tra le retisoggetto e le reti-contratto. Alle prime si attribuisce una teoria di adempimenti ed obblighi che le rendono del tutto assimilabili alle società ordinarie, escludendole peraltro dalla citata agevolazione fiscale. La retesoggetto, infatti, costituisce, sotto il profilo del diritto civile, un soggetto distinto dalle imprese che hanno sottoscritto il contratto e, pertanto, sotto il profilo tributario, in grado di realizzare fattispecie impositive ad essa imputabili. 4

5 In sostanza, fermo restando la sussistenza della soggettività tributaria delle imprese partecipanti, qualora la rete acquisisca soggettività giuridica, la stessa diventa un autonomo soggetto passivo di imposta con tutti i conseguenti obblighi tributari previsti ex lege in materia di imposte dirette ed indirette (nel merito entrerà Mengoli nel suo intervento). Partecipazione agli appalti pubblici Altra grande novità è quella della partecipazione delle reti agli appalti pubblici. Infatti, se prima del d.l. 179/2012 era necessario affermare l impossibilità da parte delle reti in quanto tali di partecipare alle gare d appalto, con la novella legislativa tale opportunità si è definitivamente aperta. Non è stata una sorpresa. L argomento era stato sviluppato in occasione dell audizione promossa nel luglio 2012 dall Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e la legge 180/2011, meglio nota come statuto delle imprese, già affidava in linea di principio- alle PP.AA. e alle Autorità competenti il compito di semplificare l accesso agli appalti in favore delle aggregazioni fra micro, piccole e medie imprese, privilegiando le ATI, le forme consortili e le reti di imprese. Ora, con l articolo 36, comma 5-bis, i contratti di rete entrano formalmente nel novero dei soggetti che possono partecipare ai pubblici appalti secondo le regole dettate nell aprile 2013 dall'autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici (determinazione n. 3 del 23 aprile 2013): 1. la partecipazione congiunta alle procedure di gara deve essere prevista nell oggetto del contratto di rete, la cui durata deve essere commisurata agli obiettivi programmatici e, in ogni caso, ai tempi di realizzazione dell appalto. In altre parole, la partecipazione congiunta alle gare deve essere individuata come uno degli scopi strategici inclusi nel programma comune. 5

6 2. l'organo comune agisce in rappresentanza della rete, nel caso in cui acquisti soggettività giuridica e, in assenza della soggettività, degli imprenditori partecipanti al contratto, salvo che sia diversamente disposto nello stesso. Qualora la rete si sia dotata di un organo comune di rappresentanza, allo stesso può essere conferito espressamente anche il potere di presentare domande di partecipazione od offerte per tutte o determinate tipologie di procedure di gara. Quanto alla qualificazione, è, in ogni caso, necessario che tutte le imprese della rete che partecipano alla procedura di gara siano in possesso dei requisiti generali di cui all art. 38 del Codice e li attestino in conformità alla vigente normativa. Perciò che riguarda invece i requisiti speciali di partecipazione, vanno applicate le regole in tema di qualificazione previste dal Codice per raggruppamento temporaneo di imprese (RTI). In linea generale, sussiste, inoltre, il divieto di partecipazione alla gara, anche in forma individuale, delle imprese che già partecipano per mezzo della aggregazione di imprese retiste, ai sensi dell art. 37, comma 7, del Codice. Contratti di rete e rapporti di lavoro Un ulteriore opportunità è prevista nel campo dei rapporti di lavoro (articolo 7, comma 2, lettera a, del d.l. 76/2013 e circolare del Ministero del Lavoro n. 35/2013). Qualora vi sia un contratto di rete, il distacco di un lavoratore da un impresa retista ad un altra non implica particolari motivazioni perché l interesse del distaccante viene considerato automatico. L interesse sorge cioè automaticamente in forza dell operare della rete, nel rispetto della disciplina civilistica sulle mansioni del lavoratore. Ai fini della verifica dei presupposti di legittimità, sarà sufficiente verificare l esistenza di un contratto di rete. La citata disposizione consente anche la cosiddetta codatorialità dei dipendenti ingaggiati con regole stabilite attraverso il contratto di rete stesso. Quindi, il potere direttivo potrà essere esercitato da ciascun imprenditore partecipante la rete. 6

7 Sul piano di eventuali responsabilità (penali, civili o amministrative) e loro sanzionabilità, occorrerà rifarsi ai contenuti del contratto, senza pertanto configurare un automatica solidarietà tra tutti i partecipanti. A tale riguardo siamo in attesa di una circolare o un decreto esplicativi della disciplina. Le esperienze nel movimento cooperativo Legacoop Il mio secondo compito è quello dare conto dell applicazione dei contratti di rete nell ambito delle cooperative aderenti a Legacoop nazionale ed in particolare di due reti particolarmente significative, una nel settore della pesca e l altra nel settore abitazione. Possiamo ben dire che le nostre reti spaziano in numerosi settori: abitazione e produzione e lavoro; servizi tecnici, amministrativi e di consulenza giuridica; cooperazione sociale (in pista vi è anche una rete tra cooperative che gestiscono asili nido); cooperative nel settore agro-forestale e gestione patrimonio naturalistico; settore costruzioni; consorzi fidi; settore industriale (legno ed infissi). Si tratta generalmente di reti non finalizzate a svolgere un attività economica, bensì uno scambio di servizi e know how per migliorare le performances delle cooperative interessate e contenere costi altrimenti insostenibili per ogni singola impresa. È quanto prevedono i due contratti citati. La rete che sarà costituita il 9 dicembre dalle principali cooperative di abitazione a livello nazionale nasce in un contesto di profonda crisi del settore ed è stata concepita non solo per rispondere a scopi difensivi (gestione dell invenduto in particolare), ma anche offensivi, con la individuazione di aree tematiche di potenziale sviluppo (programmi di social housing; accordi di collaborazione con SGR per lo sviluppo delle operazioni e la successiva gestione del patrimonio immobiliare; interventi per la riqualificazione energetica). 7

8 La rete tra le cooperative della pesca nasce per creare le condizioni per una razionalizzazione ed un potenziamento qualitativo delle proprie strutture, valorizzando i rispettivi patrimoni, competenze, capacità e potenzialità, anche ai fini dell'impiego delle tecnologie e delle professionalità presenti in ogni Impresa. Anche in tal caso, la preoccupazione principale è stata quella di evitare la progressiva incapacità delle singole cooperative sparse nelle province del Veneto, E.R. e F.V.G. di dare risposta alle crescenti esigenze dei soci imprenditori ed essere escluse dalle più importanti operazioni di finanziamento a livello nazionale e comunitario. La nascita non è stata semplice e lineare per entrambe le reti. Si tratta di reti interregionali, composte da cooperative abituate ad avere protocolli organizzativi personali, spesso condizionati dalle politiche relazionali del rispettivo territorio. Non ha giovato anche la scarsa conoscenza dello strumento con le conseguenti diffidenze sulla reale distribuzione degli oneri e delle responsabilità. Ciò nonostante, come in tutte le reti che sono state costituite, emergono due consapevolezze: agire in modo solitario non è più possibile per mantenersi competitive nel mercato e garantire lo scambio mutualistico; ricorrere agli strumenti tradizionali di aggregazione della cooperazione può non essere sufficiente. Il tradizionale modello consortile risponde efficacemente alle sue classiche funzioni commerciali, ma difficilmente potrebbe assecondare processi di razionalizzazione e concentrazione dell offerta cooperativa nei rispettivi mercati, così come un opera di ottimizzazione della gestione delle risorse finanziarie delle cooperative consorziate. Il GCP, pur avendo la possibilità di esercitare l attività di direzione e coordinamento nel proprio ambito, non ha di per sé capacità di rappresentare verso l esterno le imprese che ne fanno parte. 8

9 Ciò non significa rottamare i nostri tradizionali strumenti, ma utilizzarli a proposito, lavorando se necessario- ad una loro applicazione contestuale, soprattutto laddove le cooperative siano portatrici di esigenze ed obiettivi complessi. Si potrebbe parlare di una rete tra strumenti. Sarebbe un salto di qualità nell impiego degli strumenti di aggregazione che indubbiamente andrebbe accompagnato da un evoluzione del modo di collaborare delle cooperative, magari più orientato verso la creazione di filiere verticali e la ricerca di un valore aggiunto sotto il profilo dell offerta imprenditoriale e mutualistica. 9

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