L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI ARCHEOLOGIA ANTENOR QUADERNI 24 L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO (PADOVA, FEBBRAIO 2011) a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori con la collaborazione di Alessandra Didonè e Caterina Previato

2 ANTENOR QUADERNI DIREZIONE Irene Favaretto, Francesca Ghedini COMITATO SCIENTIFICO Maria Stella Busana, Jacopo Bonetto, Paolo Carafa, Marie Brigitte Carre, Heimo Dolenz, Christof Flügel, Andrea Raffaele Ghiotto, Stefania Mattioli Pesavento, Mauro Menichetti, Athanasios Rizakis, Monica Salvadori, Daniela Scagliarini, Alain Schnapp, Gemma Sena Chiesa, Desiderio Vaquerizo Gil, Paola Zanovello, Norbert Zimmermann COORDINAMENTO SCIENTIFICO Isabella Colpo SEGRETERIA REDAZIONALE Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani La presente opera raccoglie gli Atti delle giornate di studio conclusive del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (bando 2007) L edilizia domestica ad Aquileia e nel suo territorio coordinato dall Università degli Studi di Padova (prof. J. Bonetto) in collaborazione con l Università degli Studi di Roma La Sapienza e l Università degli Studi del Molise. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Roma La Sapienza Università degli Studi del Molise Volume revisionato dal comitato scientifico composto da: Heimo Dolenz (Landesmuseum für Kärnten), Christof Flügel (Landestelle für nichstaatlichen Museen in Bayern), Angela Pontrandolfo (Università degli Studi di Salerno), Daniela Scagliarini (Università degli Studi di Bologna) Volume realizzato con il contributo di: Banca di credito cooperativo di Fiumicello ed Aiello del Friuli Università degli Studi di Padova Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova antenor.quaderni@unipd.it ISBN Padova 2012, Padova University Press Università degli Studi di Padova via 8 febbraio 1848, Padova tel , fax padovauniversitypress@unipd.it Le foto di reperti di proprietà dello Stato sono pubblicate su concessione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (Aut. del 24/02/2012, prot. n 563/19). Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Volume stampato presso la tipografia Italgraf - Noventa Padovana

3 Sommario ALVIANO SCAREL, Premessa... pag. IX LUIGI FOZZATI, Premessa...» XI FRANCESCA GHEDINI, Presentazione...» XIII JACOPO BONETTO, MONICA SALVADORI, Introduzione...» XV TEMI GENERALI JACOPO BONETTO, L edilizia privata antica di Aquileia. Profilo storiografico...» 1 CLAUDIO ZACCARIA, Chi erano i proprietari delle ricche domus aquileiesi? Piste epigrafiche...» 49 LE CASE E L ARCHITETTURA PATRIZIO PENSABENE, ENRICO GALLOCCHIO, Contributo per la storia del quartiere residenziale sud-ovest: i fondi ex CAL e Beneficio Rizzi...» 67 MICHELE BUENO, VALENTINA MANTOVANI, MARTA NOVELLO, Lo scavo della casa delle Bestie ferite...» 77 VANESSA CENTOLA, GUIDO FURLAN, ANDREA RAFFAELE GHIOTTO, EMANUELE MADRIGALI, CATERINA PREVIATO, La casa centrale dei fondi ex Cossar ad Aquileia: nuovi scavi e prospettive di ricerca...» 105 FEDERICA FONTANA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: aspetti planimetrici e funzionali...» 131 ANTONIA SPANÒ, FILIBERTO CHIABRANDO, FULVIO RINAUDO, Contributi della geomatica ai temi delle ricerche archeologiche. Il caso dell insula di via Gemina ad Aquileia...» 141 LUCIANA MANDRUZZATO, FRANCA MASELLI SCOTTI, Il quartiere abitativo precedente il complesso teodoriano di Aquileia...» 157 CATERINA PREVIATO, Tecniche costruttive utilizzate nelle case di Aquileia: le sottofondazioni pluristratificate...» 165 LE CASE E L APPARATO DECORATIVO MONICA SALVADORI, Edilizia privata e apparati decorativi ad Aquileia: lo stato della ricerca...» 181 MICHELE BUENO, MARTA NOVELLO, FEDERICA RINALDI, Per un corpus dei mosaici di Aquileia: status quo e prospettive future...» 195

4 VI SOMMARIO MARTA NOVELLO, L autorappresentazione delle élites aquileiesi nelle domus tardoantiche... pag. 221 FLAVIANA ORIOLO, Modi dell abitare ad Aquileia: i rivestimenti parietali...» 243 FABRIZIO SLAVAZZI, Gli arredi di lusso di Aquileia: nuove ricerche...» 263 FEDERICA GIACOBELLO, Arredi in bronzo del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia...» 273 FULVIA CILIBERTO, Il lusso dell acqua: sculture con funzione di fontana ad Aquileia...» 281 FEDERICA FONTANA, EMANUELA MURGIA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: alcuni elementi dell apparato decorativo...» 297 MAURIZIO GOMEZ SERITO, EDUARDO RULLI, I materiali lapidei naturali della domus dei Putti danzanti : marmi bianchi e colorati...» 309 LE CASE E I MATERIALI ANNALISA GIOVANNINI, Ninnoli, oggetti di devozione domestica, ricordi famigliari: immagini di terracotta da Aquileia tra scavi e dati d archivio...» 317 GRAZIA FACCHINETTI, Ritualità connesse alla costruzione di domus. Le offerte monetali di fondazione ad Aquileia...» 337 FILOMENA GALLO, ALESSANDRA MARCANTE, GIANMARIO MOLIN, ALBERTA SILVESTRI, PATRICK DEGRYSE, MONICA GANIO, I vetri della casa delle Bestie ferite ad Aquileia: uno studio archeologico e archeometrico...» 353 DIANA DOBREVA, Studio e analisi di alcuni contesti della domus centrale presso i fondi ex Cossar.» 369 LE CASE FUORI DELLA CITTÀ PAOLA MAGGI, FLAVIANA ORIOLO, Luoghi e segni dell abitare nel suburbio di Aquileia...» 407 MAURIZIO BUORA, L interpretazione delle foto aeree di Aquileia e una sconosciuta villa extraurbana nel suburbio occidentale...» 429 LUDOVICO REBAUDO, La villa delle Marignane ad Aquileia. La documentazione fotografica di scavo ( ) - con appendici di Alberto Savioli ed Elena Braidotti...» 443 FABIO PRENC, Dinamiche insediative e tipologie edilizie nella Bassa Friulana...» 475 MARIA STELLA BUSANA, CLAUDIA FORIN, Le ville romane nel territorio di Aquileia: alcune considerazioni in merito all articolazione e all uso degli spazi...» 487 VALENTINA DEGRASSI, RITA AURIEMMA, L edilizia residenziale lungo l arco costiero nord-orientale, tra il Lacus Timavi e Grignano...» 511 PAOLA VENTURA, Edilizia privata presso il Lacus Timavi: la villa di via delle Mandrie a Monfalcone (GO) - con appendice di Gabriella Petrucci...» 533 LE CASE TRA TARDOANTICO E MEDIOEVO GIUSEPPE CUSCITO, Edilizia privata ed edifici cristiani di culto: un problema aperto...» 555 YURI MARANO, Dopo Attila. Urbanesimo e storia ad Aquileia tra V e VI secolo d.c....» 571 LUCA VILLA, Modelli di evoluzione dell edilizia abitativa in Aquileia tra l antichità e il medioevo...» 591 MARINA RUBINICH, Dalle Grandi Terme alla Braida Murada : storie di una trasformazione...» 619

5 SOMMARIO VII LE CASE E LA VALORIZZAZIONE ANTONELLA CORALINI, Antichi vicini di casa. Presenze reali e virtuali nel mondo digitale...» 639 GIOVANNA MONTEVECCHI, PAOLO BOLZANI, La domus dei tappeti di pietra. Un sito archeologico nel cuore di Ravenna...» 665 EMANUELE MADRIGALI, Esperienze di restauro e valorizzazione di Aquileia: l esempio dei fondi ex Cossar...» 685 VILMA FASOLI, Tra frammento e contesto: la valorizzazione come progetto condiviso...» 699 FABIANA PIERI, GIULIA MIAN, VALENTINA DEGRASSI, La villa romana di Ronchi dei Legionari. Un esperienza di valorizzazione...» 707 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO, Un idea progettuale per la conservazione, protezione e valorizzazione dei resti della domus della Pesca nel fondo Cossar...» 723

6 MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI Flaviana Oriolo* *Archeologa, oriolo@units.it RIASSUNTO Con questo intervento si intende fornire un contributo per un settore della ricerca che ad Aquileia ha conosciuto in anni recenti un grande interesse. Il fervore degli studi sull edilizia privata della città nordadriatica, incoraggiati dalle potenzialità del ricco patrimonio archivistico del Museo Nazionale di Aquileia e dalle nuove acquisizioni, ha permesso di riorganizzare e ricomporre un quadro che offre i primi e importanti tasselli per la ricostruzione di quell insieme integrato (architettura e apparato decorativo) del quale spesso ad Aquileia sfuggono i contenuti. Per quanto riguarda i rivestimenti parietali, è stata sottolineata già in altre occasioni la situazione fortemente compromessa sia dal punto di vista del dato topografico che della restituzione dell allestimento pittorico. Il lavoro di Irene Bragantini apparso nel 1989, dove veniva impostata la ricerca e venivano avanzate le prime osservazioni sull artigianato artistico aquileiese, ha però aperto la strada a tutta una serie di contributi che hanno notevolmente ampliato il quadro documentario offrendo i primi significativi spunti di riflessione sui processi formativi e sulle peculiarità delle maestranze. L edizione di nuclei pittorici oggetto di nuove scoperte da parte di istituti universitari è stata affiancata ad un programma di ricerca in corso di svolgimento presso l Università Cattolica di Milano che ha previsto la riconsiderazione del ricco patrimonio documentario conservato presso il Museo Archeologico, frutto di raccolte già avvenute tra la fine dell Ottocento e gli inizi del Novecento e notevolmente incrementato dall intensa attività sul campo realizzata da Giovanni Brusin. Tale progetto è stato indirizzato sotto il profilo metodologico verso l incrocio di più strumenti di indagine: l integrazione tra il censimento sistematico e l analisi della ricca documentazione d archivio si configura infatti come l unico strumento di ricerca per un processo di rilettura che consenta di valutare le testimonianze pittoriche nel loro complesso e permetta di stimolare una riflessione generale sui sistemi parietali impiegati. ABSTRACT In this article are presented some of the results obtained with a project of complete re-analysis of wall-painting fragments preserved in the National Archaeological Museum of Aquileia. From a methodological point of view, aim of the project was the crosschecking of different kinds of investigation: in the case of Aquileia the integration between the complete catalogue of the fragments and the analysis of the rich archive documentation seems to be the only instrument apt to group the fragments and reconstruct the original contexts. This kind of research has permitted to enlighten a situation much more complex and articulated than was so far believed, on the ground of localization. In this way it has been possible to re-qualify from a topographical point of view some of the already published wall decoration, which, together with newly presented items, contribute to give a new image of the roman private houses excavated during the past century. There are 19 private houses with wall paintings now: among them are areas which used to have a wall painting decoration which nowadays is not preserved any more, as can be argued by some notes on the roman city plan of 1864 by C. Baubela. L architettura privata ad Aquileia in età romana, Atti del Convegno di Studio (Padova, febbraio 2011), a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori, Padova 2012, pp

7 Nuove prospettive di ricerca hanno arricchito negli ultimi anni un tema che per lungo tempo ha risentito in Cisalpina della mancanza di adeguate metodologie di indagine e di strategie di analisi. Sulla scorta delle esperienze transalpine con le quali molto spesso viene condivisa la tipologia dei ritrovamenti è stata elaborata tutta una serie di lavori incentrati sull esame di allestimenti parietali frutto di vecchie acquisizioni e di scavi recenti: le numerose edizioni di nuclei pittorici hanno stimolato contributi di carattere generale sulle specificità dell artigianato cisalpino e hanno portato nuovi significativi dati per valutare le soluzioni decorative adottate sulla base delle esigenze della committenza e della elaborazione di repertori e motivi esito delle variazioni locali 1. L avanzare della ricerca ha trovato un ulteriore strumento di lavoro nella Settimana di Studi Aquileiesi del 2010, destinata a mettere a confronto le testimonianze entro un quadro organico che necessariamente tenga conto delle esperienze provinciali 2. In questa occasione Monica Salvadori ha presentato un quadro aggiornato delle attestazioni cisalpine, proponendo una convincente articolazione di sistemi entro i quali ben si inserisce la documentazione, che manifesta tendenze autonome rispetto all area centro-italica e campana soprattutto a partire dagli anni centrali del I secolo d.c. quando si assiste alla diffusa adozione del sistema a pannelli a scapito di soluzioni basate sulla riproduzione di elementi architettonici rivisitati in forme fantastiche e irreali 3. È tra il III stile finale e il IV stile iniziale, ormai sempre più legati in Cisalpina da uno stretto legame e rapporto, che la produzione comincia a mettere in evidenza la particolare vivacità di soluzioni decorative regionali elaborate dalle officine pittoriche operanti sul territorio 4 : nell area della Venetia orientale e delle limitrofe zone provinciali si registra ad esempio un gusto comune per una serie di dettagli che sembrano suggerire affinità nei repertori proposti alla committenza 5. 1 Numerosi i contributi realizzati nell ultimo ventennio con un approccio di tipo metodologico volto a considerare anche gli aspetti tecnici. I significativi lavori realizzati su materiali lombardi (Milano e Brescia) da parte di E. Mariani e C. Pagani hanno aperto una nuova fase della ricerca che oggi può contare su tutta una serie di edizioni dedicate a vecchi e nuovi ritrovamenti. 2 Si tratta della XLI Settimana di Studi Aquileiesi che è stata dedicata alla pittura romana in Italia settentrionale e nelle regioni limitrofe. L incontro, tenuto ad Aquileia tra il 6 e l 8 maggio 2010, ha fornito un aggiornamento dei dati e delle conoscenze e ha rappresentato un importante momento di riflessione sulle problematiche collegate agli allestimenti parietali al di fuori dell area centroitalica. 3 SALVADORI c.s. Cfr. inoltre SALVADORI Una ripresa della problematica si trova in ESPOSITO 2009, pp , dove viene proposta una sintesi degli studi sugli aspetti collegati all organizzazione degli artigiani e all individuazione di repertori collegati a singole officine. L argomento, molto complesso, è stato affrontato dagli studiosi con approcci diversi e implica come sottolineato da I. Bragantini considerazioni di tipo integrato che tengano conto delle soluzioni decorative impiegate dagli artigiani sulla base delle possibilità economiche e del gusto della committenza (BRAGANTINI 2004, p. 132). 5 Significativi spunti di riflessione a questo proposito sono espressi in PROVENZALE 2007, pp Tra i motivi che più contraddistinguono la produzione di questa area spiccano alcune soluzioni adottate per i bordi di tappeto e la resa di un tipo di gemma provvista di coroncina.

8 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 245 Come è noto, Aquileia costituisce un ambito di indagine particolarmente problematico per la ricostruzione degli spazi domestici e per la restituzione di quell insieme integrato che è alla base delle scelte e degli orientamenti della committenza 6. La carenza dei dati topografici, la parzialità e le modalità delle indagini condotte a partire dall Ottocento, alle quali va aggiunto l aspetto non meno significativo nell ottica del presente contributo della spoliazione delle murature nel corso dei secoli 7, hanno da sempre indirizzato la ricerca a sviluppare considerazioni di tipo stilistico nei confronti degli unici manufatti chiaramente percettibili, cioè le superfici musive 8. Gli ultimi decenni hanno visto un notevole arricchimento quantitativo e qualitativo della base documentaria, che, sebbene ancora molto frammentaria, suggerisce i primi elementi per una ricomposizione della fisionomia delle case aquileiesi. Questa riqualificata base per la ricerca è il risultato di più strumenti di indagine: studi basati sulla valorizzazione degli archivi 9, sistematizzazione dei dati collegati all edilizia abitativa dal punto di vista delle soluzioni architettoniche adottate 10, recenti acquisizioni avvenute nell ambito di scavi in corso 11 e rilettura di contesti già noti come il caso significativo della villa del fondo Tuzet 12. Ma analizziamo ora nello specifico la situazione per quanto riguarda gli arredi parietali domestici a oltre venti anni di distanza dal contributo di I. Bragantini, dove veniva messa in rilievo una situazione piuttosto desolante per l assenza di un quadro organico dei contesti di rinvenimento 13. In questo periodo di tempo è seguita una serie di lavori 14, tra i quali anche significative edizioni di recenti recuperi da parte di istituti universitari 15, ma nel complesso il quadro si presenta ancora lacunoso e frammentario se si considera che è rimasta inedita una parte cospicua del materiale pittorico confluito nel corso del tempo nei depositi del Museo Archeologico Nazionale. Ed è proprio su questo materiale che si è focalizzata l attenzione con un progetto indirizzato sotto il profilo metodologico verso l incrocio di più strumenti di analisi 16 : l integrazione tra il censimento sistematico degli intonaci e l analisi della ricca documentazione d archivio si configura infatti, per il caso aquileiese, come l unico e imprescindibile strumento per la selezione degli insiemi e per la ricostruzione dei contesti. Il lavoro, in corso e del quale in questa sede si presentano alcune anticipazioni in relazione all edilizia abitativa, evidenzia una situazione molto più complessa e articolata di quanto finora prospettato innanzitutto sul piano della localizzazione. Esso consente di riqualificare nel senso topografico alcune partizioni già edite, che, assieme ad altre inedite, vanno a restituire una nuova immagine ad abitazioni scavate nel secolo scorso (fig. 1). Ben diciannove risultano i contesti domestici urbani da cui provengono partizioni dipinte: questo dato non stupisce in 6 Sugli aspetti collegati in generale all edilizia domestica aquileiese cfr. VERZÁR-BASS, MIAN 2001, pp ; VERZÁR-BASS, MIAN 2003; GHEDINI NOVELLO 2009, pp Si rimanda inoltre alle considerazioni espresse da M. Salvadori in questi Atti. 7 Si fa riferimento alle attività distruttive avvenute a partire dalle devastazioni di Attila nel 452 e all asportazione di materiali da costruzione come blocchi lapidei, mattoni, lastre marmoree di pavimenti in opus sectile, ecc. operata già dal Medioevo. Su questi aspetti cfr. tra gli altri VERZÁR-BASS 1998, pp ; VERZÁR-BASS, MIAN 2003, p Emblematiche a questo riguardo risultano le numerose note pubblicate da G. Brusin a partire dagli anni 20 del Novecento, dove risultano quasi sempre poco chiari i riferimenti e i rapporti tra le strutture e praticamente inesistenti le descrizioni dei materiali rinvenuti. Per un approccio metodologico allo studio delle superfici musive cfr. FONTANA VERZÁR-BASS, MIAN 2001; VERZÁR-BASS, MIAN NOVELLO 2009; GHEDINI, NOVELLO Si fa riferimento in particolare alle indagini in corso realizzate nella Casa delle Bestie ferite, nella Casa dei Putti danzanti e nei complessi del fondo Cossar, i cui risultati più recenti vengono illustrati in questi Atti. 12 STRAZZULLA ; STRAZZULLA 1987a, pp ; STRAZZULLA 1987b, pp BRAGANTINI ORIOLO, SALVADORI 2001; ORIOLO, SALVADORI 2005; ORIOLO, SALVADORI Per le partizioni dipinte rinvenute nell ambito dello scavo della Casa delle Bestie ferite cfr. SALVADORI, SALVO c.s.; intonaci dipinti provengono numerosi anche dalla Casa dei Putti danzanti, cfr. il contributo di F. Fontana e E. Murgia in questi Atti. 16 Si tratta di un progetto di ricerca realizzato nell ambito del Dottorato in Archeologia dei processi di trasformazione. Le società antiche e medievali (Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). Per una prima presentazione dei risultati cfr. ORIOLO c.s.

9 246 FLAVIANA ORIOLO Fig. 1. Aquileia: distribuzione dei rivestimenti parietali collegati all edilizia residenziale (elaborazione di M. Braini). 1. Resti di abitazione (p.c. 412); 2. Resti di abitazione (p.c. 413); 3. Casa delle Bestie ferite; 4. Resti di abitazione (scavi Telecom 1996); 5. Casa di Licurgo e Ambrosia; 6. Resti di abitazione; 7. Resti di abitazione (scavi Telecom 1996); 8. Casa dei Putti danzanti; 9. Resti di abitazione (p.c. 508/14); 10. Resti di abitazione? (segnalazione di C. Baubela); 11. Resti di abitazione (p.c. 502); 12. Resti di abitazioni; 13. Case del fondo Cossar; 14. Casa di Piazza Capitolo; 15. Casa del Chirurgo; 16. Resti di abitazione? (segnalazione di C. Baubela); 17. Casa sotto il Battistero; 18. Case dei fondi CAL; 19. Case del Beneficio Rizzi; 20. Villa del fondo Tuzet.

10 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 247 quanto rappresentativo di una grande realtà urbana ma allo stesso tempo è eloquente delle forti potenzialità che la ricerca d archivio può ancora oggi offrire ad Aquileia. Nella pianta sono state indicate anche le aree per le quali l evidenza di superfici pittoriche si è persa nel corso del tempo: è il caso di alcune importanti annotazioni riportate da C. Baubela nel suo elenco a margine della pianta pubblicata nel 1864, relative a diverse stanze con pitture murali ed eleganti pavimenti musivi 17. Il tema della localizzazione porta però ad una prima riflessione che si riallaccia a quanto già anticipato da M. Salvadori in questi Atti e che riguarda quella situazione di dispersione registrata nella città nordadriatica anche per altre classi di materiali. Praticamente la totalità della documentazione proviene da strati in giacitura secondaria per i quali a volte sorge il dubbio del legame stesso con la casa; molto rara è l individuazione di strati di crollo primario mentre una condizione ricorrente è rappresentata dal riutilizzo di grandi quantità di intonaci in spessi strati di riporto sistemati per rialzare i piani pavimentali nel corso delle continue trasformazioni degli edifici 18. Nella migliore delle ipotesi si sono conservate in situ porzioni di rivestimenti parietali pertinenti a zoccolature: tra i casi più significativi un posto di rilievo assumono i ritrovamenti effettuati da G. Brusin in prossimità di via XXIV Maggio (fig. 1, n. 12), dove, come riporta lo stesso studioso nel seguivano avanzi di case, nessuna delle quali è stata messa in luce per intero 19. Se da un lato queste zoccolature costituiscono uno dei casi più fortunati, dall altro le condizioni del recupero rendono difficile e problematica la restituzione del contesto: tale considerazione riguarda soprattutto la connessione tra le scoperte avvenute nel 1937, cioè una lunga serie di ambienti, pavimentati in tessellato, in cementizio, in mattonelle o in tessellati segmentati 20, e quelle realizzate tra il 1920 e il 1921, comprendenti quattro ambienti e un corridoio collegati dallo stesso Brusin ad una sola unità abitativa 21. Di fronte a una così complessa lettura degli elementi riportati alla luce, l unico dato certo è l inserimento del quartiere all interno della superficie delimitata già dal circuito murario repubblicano, più precisamente alla sua estremità sud-occidentale; del quartiere conosciamo, in maniera del tutto frammentaria, alcune evidenze strutturali che possiamo genericamente ascrivere entro la prima metà del I sec. d.c. e comunque non prima dell età augustea 22. A sud della Via XXIV Maggio ven- 17 Risale al 1864 l importante lavoro intitolato Ichnographia Aquileiae Romanae et Patriarchalis, dotata di numerazione progressiva da 1 a 80 relativa ai siti illustrati nel foglio allegato denominato Indice delle antichità escavate nei siti segnati con numeri arabi in nero. Enrico Maionica decise di inserire nella sua Fundkarte von Aquileia pubblicata nel 1893 i numeri dell indice del Baubela con relativo elenco, integrando in alcuni casi le descrizioni con nuovi dati di scavo o, a proposito delle iscrizioni, inserendo il numero del CIL (per un recente commento alla Fundkarte del Maionica cfr. BUORA 2000). Al numero 49 dell elenco del Baubela viene associata la significativa annotazione: Diverse stanze con pitture murali ed eleganti pavimenti musivi. Uno dei quali con una testa di Bacco greca? e con attributi sacerdotali ai quattro bordi. 18 Ad Aquileia sono attestati numerosi casi in cui notevoli quantità di intonaci vengono impiegate all interno di riporti, anche di notevole spessore, per innalzare i piani pavimentali nel corso delle continue trasformazioni degli edifici. Tale dinamica di riuso, consueta nelle pratiche edilizie romane, veniva segnalata ad esempio da G. Brusin in relazione all area dello scavo dei Fondi Cossar ( frammenti a fondo nero utilizzati come materiale da riempimento tra due piani pavimentali, cfr. BRUSIN 1931, p. 128) e da L. Bertacchi nel caso delle preparazioni funzionali alla sistemazione dei pavimenti di inizi II sec. d.c. della domus del Beneficio Rizzi (ORIOLO, SALVADORI 2005, pp ). 19 BRUSIN 1938, c. 127; DONDERER 1986, pp , nn Con questo termine lo studioso indica i tessellati con inserti litici e/o marmorei (BRUSIN 1938, c. 142). I rinvenimenti non sono mai stati considerati nella serie di piante archeologiche della città essi risultano successivi all edizione della pianta archeologica allegata al volume del Brusin del 1934 (cfr. BRUSIN 1934). 21 BRUSIN Il rilievo delle strutture venne riportato sulla pianta allegata al volume del 1934 e compare nella pianta di L. Bertacchi (BERTACCHI 2003, tav. 30, n. 141). 22 Si tratta di una ipotesi di lavoro formulata, in assenza di ulteriori dati, sulla base della tipologia dei piani pavimentali messi in luce da G. Brusin, pubblicati tra l altro senza adeguata documentazione fotografica. Il contesto non viene considerato in VERZAR-BÁSS, MIAN La presenza di tessellati con inserti misti, cioè litici e marmorei, indica una datazione non prima dell età augustea. Cfr. a questo proposito GRANDI, GUIDOBALDI 2008, p Per le testimonianze aquileiesi cfr. DELLA PORTA 1996 e in generale per la diffusione di questo tipo di pavimenti in Cisalpina cfr. da ultimo RINALDI 2007, pp

11 248 FLAVIANA ORIOLO nero scavati nel 1937 sette ambienti disposti su di un unico asse, mentre più a oriente venne segnalata la scoperta di almeno altri quindici vani 23. Un ambiente, pavimentato in tessellato con riquadro centrale bianco arricchito da inserti definiti dal Brusin segmenti di brecce colorate e di marmi, bellissimi e molto varii 24, conservava parte dell alzato realizzato in mattoni relativo allo zoccolo a fondo verde scuro, scandito in due ampi riquadri rettangolari e in un quadrato centrale ornati da piante e uccelli. Di questo insieme I. Bragantini riconosceva tre pesanti pannelli in legno di varie dimensioni già molto deteriorati: dall integrazione dei dati è stata proposta una datazione nell ambito del III stile per la resa dei soggetti 25 : tra cespi di foglie si notano due uccelli, definiti dal Brusin un anatra selvatica, l altro forse un fagiano, tra ciuffi d erba grassa 26. Viene poi menzionato un ulteriore tratto dipinto che faceva angolo con la parete sopra descritta, sempre a fondo verde scuro ornato da un uccello della famiglia dei trampolieri. Quest ultimo lacerto si può forse identificare con quello pubblicato da I. Bragantini 27 e riferito dalla stessa studiosa all intervento degli anni , dove in realtà si parla esclusivamente di ramoscelli con fogliame verde e frutta 28. Esso è stato rinvenuto in relazione allo scavo di una unità abitativa, di cui sono state evidenziate almeno due fasi i tessellati di due ambienti erano stati sostituiti con pavimentazioni in opus sectile 29. Una seconda riflessione di carattere generale riguarda gli aspetti antiquari. Se finora si riteneva che i primi recuperi fossero collegati alle attività di Giovanni Brusin o a esplorazioni degli inizi del Novecento 30, ora siamo certi che siano il frutto di raccolte già avvenute alla fine dell Ottocento. Nel 1873 venne inaugurato il Museo della Comune destinato a conservare i materiali provenienti dalle esplorazioni condotte nei Fondi Comunali di proprietà del Comune, corrispondenti all area urbana antica 31 ; poco dopo però, nel 1882, i reperti furono ceduti in usufrutto perenne al regio Museo di Aquileia e per la loro registrazione fu apposta una sorta di etichetta tonda verde visibile su alcuni intonaci. Il materiale rimasto inedito va per buona parte riferito agli anni di scavo di Giovanni Brusin, che sappiamo aver operato soprattutto nell ambito di complessi residenziali 32 : a parte il nucleo di intonaci, stucchi e mosaici parietali della villa del fondo Tuzet, di cui lo stesso studioso dava menzione nel , nessun altro frammento riporta il dato topografico, mentre i recuperi di L. Bertacchi sono stati segnalati, seppur rapidamente, o per lo più inventariati. Vincente si è rivelata tra migliaia di pezzi decontestualizzati l analisi della composizione del supporto per l individuazione degli insiemi; in parallelo si è svolta l indagine d archivio, che ha consentito di trarre elementi si- 23 BRUSIN 1938, cc BRUSIN 1938, c M. Donderer assegna il pavimento tra l età tardo repubblicana e l età augustea, cfr. DON- DERER 1986, p. 38, n Cfr. BRAGANTINI 1989, p. 259; G. Brusin assegna gli affreschi nell ambito della prima metà del I sec. d.c. mentre M. Donderer propone una datazione un po più tarda (DONDERER 1986, p. 38, n. 7, tav. 13). Lo zoccolo mostra la strutturazione tipica del III stile, derivata dalle soluzioni architettoniche del II stile, caratterizzata dalla presenza di scomparti definiti da linee bianche: tra tutti gli esempi pompeiani si cita il caso del cubiculum 18 della Casa del Centauro (BASTET, DE VOS 1979, pp , n. 31, tav. XXIV). 26 Il Brusin riporta anche che sul lato opposto il muro si presentava di colore rosso. Cfr. BRUSIN 1938, c Similmente un corridoio, delle dimensioni di 7,50 x 1,90 m, aveva mantenuto parte del rivestimento parietale (BRUSIN 1938, c. 142); in questo caso non viene fornito alcun dettaglio sul tipo di ornato. 27 BRAGANTINI 1989, p. 23, fig BRUSIN 1927, p. 272, nota 1, fig BRUSIN 1927, p Alcuni materiali sono stati recuperati agli inizi del Novecento in località Scofa, nota per il passaggio della Via Annia, come indicato a matita su una partizione a fondo giallo. Cfr. ORIOLO, SALVADORI 2009, p FAVARETTO 2009, p Il materiale ha subito numerosi spostamenti nel corso del tempo. Colgo l occasione per ringraziare sentitamente chi ha sostenuto e facilitato la ricerca nel corso del tempo: Franca Maselli Scotti e Paola Ventura, in qualità di direttori del Museo Archeologico, e Daniele Pasini, restauratore della Soprintendenza, che mi ha affiancata con la sua consueta generosità in tutte le fasi del lavoro. 33 BRUSIN 1929.

12 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 249 Figg Partizioni di I stile facenti parte dell apparato decorativo della domus individuata dall École Française de Rome e dall Università di Trieste subito a nord del porto fluviale scavato da G. Brusin (fig. 1, n. 6). gnificativi, come vedremo, soprattutto per il riconoscimento del programma decorativo di una abitazione. Si registrano ormai numerose le attestazioni di partizioni di I stile con bugnati aggettanti, monocromi o a imitazione di brecce con ghiaie delineate in marrone o nero, e cornici con fregi sottostanti Un consistente nucleo di frammenti di I stile, relativo a bugne aggettanti, monocrome, o ad imitazione di breccia, è stato recuperato nell ambito delle indagini condotte nella Casa dei Putti danzanti: esse sono state collegate ad un impianto termale di probabile funzione pubblica in uso fino all età altoimperiale, di cui sono stati individuati, al di sotto di potenti riporti di terra a matrice argillosa, alcuni vasti ambienti (FONTANA, MURGIA 2007, p. 121; MURGIA 2009, c. 54, nota 9). Per la presentazione dei materiali cfr. FONTANA, MURGIA c.s.

13 250 FLAVIANA ORIOLO Per buona parte si tratta però di recuperi occasionali 35 e solo in un caso siamo in grado di proporre con una certa sicurezza l attribuzione ad un edificio privato. La zona è quella indagata in anni recenti dall École Française de Rome e dall Università di Trieste subito a nord del porto fluviale scavato da G. Brusin tra il 1926 e il 1930, dove è stata individuata una complessa stratificazione comprendente la costruzione di magazzini connessi all impianto portuale della città 36. Sulla base di una preliminare periodizzazione delle strutture evidenziate nel corso degli interventi è stato possibile circoscrivere sei fasi a partire dalla prima occupazione dell area, a probabile scopo residenziale, da collocare ancora nell ambito della prima metà del II sec. a.c., alla quale appartiene un ambiente di forma rettangolare delimitato da muri in blocchi parallelepipedi di arenaria legati con argilla depurata. Ed è proprio a questa struttura che vanno collegati una partizione di zoccolo e alcuni bugnati con superficie ben compatta 37 : in generale lievemente aggettanti dal piano della parete, essi presentano monocromia gialla, rossa, nera e bianca (figg. 2-3). Merita poi in questa sede recuperare il dato fornito da G. Brusin in relazione alle strutture abitative dei fondi CAL, note soprattutto per la imponente ristrutturazione avvenuta nel IV sec. d.c. finalizzata alla riunificazione di almeno due precedenti domus in un unico vasto complesso comprendente oltre 34 ambienti 38. In una frettolosa nota edita dallo studioso nel 1956 viene segnalato un dato particolarmente significativo in relazione a rivestimenti di età repubblicana: in una sorta di elenco dei ritrovamenti vengono menzionati resti di pitture parietali di I stile pompeiano 39. La notizia viene messa in dubbio da M. Donderer 40 e ripresa da I. Bragantini anche nell ottica di considerazioni di tipo urbanistico: il fatto che il Brusin abbia riportato l esistenza di partizioni di I stile potrebbe implicare il ritrovamento in posto e quindi una precoce espansione della città al di fuori dell originario circuito murario 41. In effetti gli scarni riferimenti pubblicati dal Brusin su partizioni dipinte potrebbero rappresentare un forte indizio per ritenere che si tratti di materiale ritrovato in situ ma le modalità di rinvenimento riscontrate per i materiali aquileiesi sembrano però contrastare con questa proposta. L annotazione del Brusin potrebbe invece trovare spiegazione in un altro fattore, cioè quello, coerente con l approccio del tempo, legato alla eccezionalità della scoperta. Sono rimaste finora inedite alcune significative testimonianze di I stile che possiamo con certezza attribuire agli scavi del Brusin in quanto contrassegnate da numerazione in matita, analogamente a quanto si nota sulle partizioni affrescate e in stucco della villa del fondo Tuzet. Si tratta di frammenti di ottima fattura, caratterizzati da superfici molto lisciate, pertinenti allo stesso insieme come dimostra la composizione del supporto. Vi appartengono due pezzi che riportano una preziosa imitazione di marmi delineati in nero, con occhielli in rosso cinabro (figg. 4-5), e un 35 Recuperi occasionali di partizioni di I stile si registrano ora anche nell ambito dei lavori di sistemazione della rete fognaria seguiti da L. Bertacchi alla fine degli anni 60 del Novecento. Alle testimonianze già note (BRAGANTINI 1989, figg. 1-2; ORIOLO, SALVADORI 2005, p. 451; ORIOLO, SALVADORI 2009, p. 222) vanno aggiunti alcuni frammenti provenienti da una trincea eseguita in via U. Pellis, in un area compresa nel settore settentrionale della città. 36 Le campagne di scavo si sono svolte tra il 1991 e il Per i risultati delle indagini cfr. CARRE, MASELLI SCOTTI 2001, con bibliografia precedente, e MAGGI, URBAN Una relazione preliminare dettagliata con la periodizzazione delle fasi si trova in CARRE, ZACCARIA Si tratta di recuperi avvenuti nella US 820, livello di riempimento di colorazione giallastra attribuito al periodo 4.B, che nella proposta di periodizzazione fornitami nell agosto 2011 viene datato tra il 50 e il 100 d.c. Dalla stessa unità stratigrafica provengono infatti alcuni elementi di IV stile, a fondo nero, di cui uno con elaborato bordo di tappeto a semicerchi contrapposti delineato in giallo oro. Ringrazio sentitamente M.B. Carre per avermi concesso lo studio degli intonaci recuperati durante le campagne di scavo. A Paola Maggi devo preziose informazioni sul contesto che è in corso di pubblicazione. 38 L area si colloca subito all esterno della superficie occupata dalla città repubblicana. Cfr. BERTACCHI 2003, tav. 30, 37, nn ; GHEDINI, NOVELLO 2009, p. 113, fig. 1, nn Le strutture sono oggetto di studio da parte dell Università La Sapienza di Roma nell ambito di un programma di ricerca volto ad analizzare alcuni aspetti significativi di Aquileia in età tardo antica. 39 BRUSIN 1956, p DONDERER 1986, p BRAGANTINI 1989, p. 256, nota 13. Queste riflessioni vengono riprese negli studi successivi, cfr. ORIOLO, SALVA- DORI 2009, p. 221; MURGIA 2009, c. 44.

14 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 251 Figg Partizioni di I stile con preziosa imitazione di marmi (rinvenimenti di G. Brusin). frammento fortemente aggettante dalla parete con kyma ad ovoli dipinto in suggestiva bicromia per rendere l ombra prodotta dal prototipo scolpito (fig. 6) La cornice, interamente dipinta, rappresenta un documento molto significativo nel panorama dei rivestimenti parietali repubblicani cisalpini. Si tratta dell unica testimonianza nota di cornice aggettante realizzata mediante l effetto pittorico: essa trova significativi rimandi per il tipo di soluzione con vivace policromia in recenti recuperi pompeiani che mostrano però imitazioni di cornici con kymation lesbio o a dentelli definiti con l uso dell ombreggiatura. Cfr. in particolare D AURIA 2011, p. 454, tav. XXIII, e-f (Protocasa del Granduca Michele), datati alla metà del II sec. a.c., dove tra l altro è attestato un frammento di soffitto con cassettoni definiti da ovoli dipinti, cfr. tav. XIV, g, e SEILER 2011, pp , tavv. XXXI, a-b (case dell insula VI, 16) per alcuni esempi di cornici dipinte nella fase definita stile strutturale (fine III - inizi II sec. a.c.); su questo importante contesto pittorico rinvenuto in occasione degli scavi della casa VI, 16, cfr. anche SEILER 2010.

15 252 FLAVIANA ORIOLO Fig. 6a-b. Cornice dipinta di I stile con kyma ad ovoli in suggestiva bicromia (rinvenimento di G. Brusin). Gli allestimenti parietali domestici di II stile continuano a essere poco documentati, dato che del resto rispecchia la situazione per le superfici pavimentali, mentre un netto incremento delle attestazioni si registra a partire dalla prima età imperiale. Quest evidenza si allinea con il resto della Cisalpina, dove si assiste a quel fenomeno di intensa diffusione della decorazione in ambito domestico 43 : gli orientamenti della committenza sembrano indirizzarsi verso sistemi parietali che, nella loro alternanza in pannelli, eseguiti anche in colori vivaci con un ricco repertorio decorativo, dovevano trovare ispirazione nei modelli delle residenze di livello sociale alto. Ad Aquileia un caso esemplare in tal senso è certamente rappresentato dal noto nucleo di decorazioni parietali pertinenti alla villa suburbana del fondo Tuzet collegata da M. J. Strazzulla al soggiorno ad Aquileia «della famiglia imperiale di Augusto e in particolare di Tiberio» 44. L eccezionalità dei rivestimenti pertinenti al complesso (affreschi, stucchi), sia dal punto di vista tecnico sia per le tematiche figurative rappresentate, hanno stimolato alcuni approfondimenti sul gruppo di artigiani coinvolti 45, mentre una riconsiderazione dei mosaici parietali recuperati nella villa è stata proposta di recente da F. Ciliberto 46. Va infine segnalato il contributo di M. Maiuro pubblicato nel 2007, dove il complesso viene considerato alla luce del rinvenimento fatto intorno alla metà dell Ottocento del famoso gruppo del Pasquino, una delle repliche del celebre gruppo scultoreo antico 47. La ricerca d archivio presso il Museo Archeologico Nazionale ha consentito di rintracciare il numero d ingresso nel Museo solo di parte del materiale (affreschi, stucchi e mosaici parietali) scoperto all interno della grande vasca rettangolare posta nel giardino, in particolare in 43 SALVADORI 2010; riflessioni e spunti di analisi sulle implicazioni di questo incremento si trovano in BRAGANTINI 1995, pp Come è noto, il complesso si sviluppava nell immediato suburbio sud-occidentale, in posizione scenografica vicino al corso del grande fiume menzionato dalle fonti, oggi ricalcato dal Natissa. Sulla forte vocazione residenziale di questo settore suburbano cfr. Maggi, Oriolo in questi Atti. 45 Sul tema delle botteghe di pittori operanti in questo complesso e in quello della villa di Torre di Pordenone cfr. BRAGANTINI 1989, p. 262; ORIOLO, SALVADORI CILIBERTO MAIURO Il collegamento era già stato proposto in VERZÁR-BASS 1987, p Sulle circostanze del ritrovamento cfr. anche MAIURO 2005, pp I frammenti del Pasquino, rinvenuti intorno alla metà dell Ottocento, sembrano provenire da un area posta a est della villa nei pressi del cardine massimo (fondo Monari, divenuto fondo Scuz).

16 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 253 Fig. 7. Frammento di mosaico parietale da attribuire alla villa del fondo Tuzet (fig. 1, n. 20). corrispondenza del suo angolo sud-orientale. Dallo spoglio dei quaderni di inventario è infatti emerso che solo una parte dei frammenti ha ricevuto una sorta di inventariazione: viene da pensare che il Brusin abbia inventariato solo il materiale degno di nota, che del resto venne pubblicato nella rivista Notizie degli Scavi del La documentazione fotografica del Museo comprende poi una cospicua serie di lastre fotografiche relative in particolare ai materiali di rivestimento 49 : si segnalano alcune lastre che riproducono l unico pavimento musivo rinvenuto in situ (nei pressi del portico, attribuito alla fase tarda dell edificio) e alcune panoramiche dello scavo condotto nel 1925, che purtroppo non apportano alcun elemento significativo di novità per la lettura complessiva delle strutture. Nei depositi del Museo è stato però possibile rintracciare altri materiali recuperati nel corso delle indagini a partire da alcuni lacerti di mosaico parietale che per caratteristiche compositive appartengono senza dubbio al nucleo di mosaici provenienti dal complesso del fondo Tuzet (fig. 7) 50.Vi si nota la presenza di svariati motivi realizzati con l impiego di blu egizio e di tessere in pasta vitrea di colore bianco, giallo e verde che conferiscono un effetto cromatico sfarzoso; è attestato, come nelle partizioni già note, l uso di bastoncini in pasta vitrea bianchi o bianchi e blu che facevano da bordatura a fasce realizzate anche con l impiego dei due tipi canonici di conchiglie marine (murex brandaris, cardium), la cui malta di allettamento era dipinta in rosso 51. Come ha ben argomentato F. Ciliberto, i mosaici aquileiesi mostrano l ampio utilizzo di tessere di pasta vitrea, la cui introduzione viene fatta risalire al- 48 Si tratta di: inv. nn ; I numeri d inventario corrispondono ad altri materiali rinvenuti nello scavo. 49 Neg. nn ; ; 1855; I frammenti vanno dunque ad aggiungersi a quelli già pubblicati da G. Brusin (datazione fine I - inizi II sec. d.c., cfr. BRUSIN 1929, pp ), da F.B. Sear, dove viene proposto il confronto con quelli presenti nella Casa del Granduca a Pompei (cfr. SEAR 1977, p. 100, n. 82), da M.J. Strazzulla (fase iniziale del III stile) e F. Ciliberto (tra la tarda epoca tiberiana e la metà circa del I sec. d.c.) 51 Il cardium e il murex rappresentano i tipi maggiormente impiegati nelle decorazioni. Per un approfondimento sull uso delle conchiglie nei rivestimenti parietali cfr. ERISTOV 1995, dove a p. 19, nota 12 viene citato proprio il caso aquileiese.

17 254 FLAVIANA ORIOLO Fig. 8. Raffinato bordo bianco traforato realizzato su fondo azzurro con particolari in rosso cinabro proveniente dalla villa del fondo Tuzet (fig. 1, n. 20). l età tiberiana 52 : la loro tecnica evidenzia quindi la presenza di un intervento posteriore alla prima fase decorativa della villa a cui chiaramente rimandano le lastre Campane. Ad un linguaggio di pieno III stile sembra rimandare anche buona parte degli intonaci dipinti, come la ghirlanda tesa realizzata lungo l asse centrale di un interpannello a fondo bianco 53. Alcune soluzioni adottate per l insieme già noto a fondo azzurro mostrano un forte legame con repertori che saranno tipici del IV stile. Su alcuni frammenti riscoperti nei depositi la campitura azzurra è infatti arricchita da una banda di colore rosso scuro con raffinato bordo traforato (fig. 8): la sequenza di ¾ di cerchio, eseguita in bianco ma arricchita da particolari in rosso cinabro, è caratteristica dei primi bordi che appaiono già nel III stile maturo 54. Ritornando in area urbana, partizioni di III stile finale sono state recuperate in occasioni delle indagini realizzate per la posa in opera di infrastrutture (linea Telecom) tra Terzo e Aquileia, di cui davano notizia C. Tiussi e L. Mandruzzato nel Uno dei contesti, messi in luce tra Via Pellis e Via delle Vigne Vecchie lungo il tracciato della vecchia ferrovia Cervignano-Grado, è stato collegato ad una struttura abitativa che ben si inserisce nel quadro noto dell edilizia domestica del settore settentrionale della città 56. L analisi autoptica del materiale ha consentito di circoscrivere alcuni insiemi, a fondo 52 CILIBERTO Su aspetti di tipo tecnico SEAR 1977, pp ; LAVAGNE 1988, p Cfr. anche DE VOS ORIOLO, SALVADORI 2001, p. 635, fig Bordi con semicerchi poggianti su filetti o bande (cinabro, verde) provengono da Trieste e dallo scavo del teatro di Asolo. Cfr. rispettivamente PROVENZALE 2007, p. 211; COLPO, SALVADORI 2000, p. 112, fig Cfr. MANDRUZZATO, TIUSSI 1997; MANDRUZZATO, TIUSSI In occasione di questi interventi di emergenza sono state rilevate, nell area urbana settentrionale, otto evidenze facenti parte di edifici abitativi. L area in esame si colloca in prossimità della casa delle Bestie ferite, per la quale è stata accertata una fase inquadrabile nell ambito del I sec. d.c.

18 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 255 Fig. 9. Intonaco dipinto con frangia a gocce stilizzate bianca (scavi Telecom 1997, fig. 1, n. 4). giallo con banda ornata bianca a rombi in rosso cinabro e quadrati azzurri, disposti in maniera alternata 57, e a fondo rosso scuro pertinenti a pannelli della zona mediana definiti da filetti bianchi 58. Gli insiemi sono connotati da un certo schematismo geometrico tipico della fase di finale del III stile 59, come dimostra chiaramente un frammento con frangia a gocce stilizzate bianca (fig. 9), che trova un confronto molto preciso con un esemplare rinvenuto in Via Tommaso Grossi a Milano 60. Dal contesto provengono anche frammenti in stucco pertinenti al rivestimento di semicolonne che suggeriscono l esistenza nell edificio di uno spazio aperto 61. L evoluzione dei sistemi decorativi ornamentali tipici della prima metà del I sec. d.c. sembra orientarsi in Cisalpina verso una prevalente tendenza ad organizzare le pareti mediante una sequenza di piatti pannelli monocromi, alternativamente larghi e stretti, e a radunare la decorazione lungo questi settori della parete convenzionalmente denominati interpannelli, molto spesso occupati da candelabri o ghirlande tese, in stretta analogia con gli esempi attestati nelle province transalpine occidentali e centrali. Questa soluzione è ben documentata ad Aquileia dal noto apparato decorativo della domus sotto il Battistero dei Pagani 62 e da un altro insieme con campiture rosse e interpannelli neri ornati da un ricco tralcio di vite popolato di amorini, per il quale l indagine d archivio ha forse fornito i risultati più significativi. Oggi è possibile contestualizzare questa e altre partizioni grazie alla riconsiderazione del materiale documentario realizzato dal Brusin (diario di scavo, lastre fotografiche e rilievi), in riferimento ad un intervento svolto tra il primo giugno 1939 e il 16 febbraio del 1940, di cui lo stesso studioso forniva un breve resoconto sulla Rivista Aquileia Nostra 63. Si tratta di un area situata a ridosso 57 All insieme (31 frammenti) appartiene anche un frammento con banda più semplice bianca arricchita al centro da una linea in rosso cinabro. I frammenti presentano una superficie molto rovinata. 58 Il rosso e il nero rappresentano la scelta cromatica più frequente nelle pareti di III stile. Cfr. SCAGLIARINI CORLAITA 1974, p. 3; BASTET, DE VOS 1979, p In questo caso si aggiunge il giallo, molto amato nelle campiture di IV stile. 59 Cfr. BASTET, DE VOS 1979, p PAGANI 1991, tav. CC, Per alcuni esempi milanesi cfr. MIRANDA 1995, pp , fig ORIOLO Sul riconoscimento della scena figurata cfr. GHEDINI Lo scavo nella particella 412 prese avvio il giorno 6 ottobre Un resoconto dell indagine si trova in BRUSIN 1940, cc e BRUSIN 1947, pp

19 256 FLAVIANA ORIOLO Fig. 10. Insieme di IV stile relativo alla zona mediana di una parete ornata da pannelli rossi e interpannelli neri con tralcio di vite popolato da amorini (scavi 1939, casa nella p.c. 412, fig. 1, n. 1). delle mura settentrionali, subito a est del cardine massimo, dove nel fondo di proprietà di Guglielmo de Ritter lo studioso mise in luce i resti di una abitazione che gli studi più recenti collocano tra la fine del I sec. a.c. e gli inizi del I sec. d.c. 64. La situazione di edificazione della dimora rappresenta un caso molto significativo dell utilizzo a scopo residenziale del sedime delle mura repubblicane 65, che rientra nel fenomeno di grande impulso edilizio documentato nella prima età imperiale anche in altri settori della città 66. Cinque le stanze decorate con pavimentazioni in cotto, tra le quali è ben riconoscibile un triclinio con riquadro di tessere di mosaico delimitato da una fascia bianca a T 67. Preziose informazioni sullo scavo iniziato il 6 ottobre del 1939 si ricavano dalla lettura del diario: in esso vengono descritti tratti di murature affrescate costituite da zoccoli a fondo rosa con spruzzature in diversi colori e viene 64 In BRUSIN 1940, c. 42 la costruzione viene collegata ancora al I secolo d.c., mentre secondo VERZÁR-BASS, MIAN 2001, p. 612 la fase di impianto della struttura si colloca a cavallo tra la fine del I sec. a.c. e gli inizi del I sec. d.c. In realtà il repertorio decorativo della fase meglio documentata rimanda al pieno I sec. d.c., mentre risulta chiaramente anteriore ma senza precisa collocazione cronologica il lacerto pavimentale evidenziato 10 cm al di sotto di uno dei pavimenti rinvenuto nei primi giorni dello scavo. 65 Importanti a questo proposito le annotazioni riportate da G. Brusin il giorno 11 ottobre: Si scava contemporaneamente anche presso il mosaico dove si crede possano trovarsi le mura, infatti a m. 1,70 dal piano stradale si mette allo scoperto un muro grosso di m. 2,40 costruito con mattoni che corre da est a ovest. 66 Sul fenomeno di espansione urbana con il superamento del limite fisico rappresentato dal circuito murario repubblicano cfr. in particolare TIUSSI 2009, p. 68. La casa in questione sembra obliterare la fronte interna della cortina, cfr. BRUSIN 1940, fig. 13. Cfr. anche VERZÁR-BASS, MIAN 2001, p Per la collocazione topografica cfr. BERTACCHI 2003, tav. 2, n Per una disamina degli spazi destinati al banchetto nelle abitazioni aquileiese cfr. GHEDINI, NOVELLO 2009, p. 121 e fig. 7, dove però non viene considerato l esempio in questione. Il tipo di impaginazione generale dei pavimenti presenti nella casa, che prevede l impiego di un pannello quadrato a decorazione geometrica differenziata e più articolata rispetto al campo generale che lo contiene - in questo caso si registra l accostamento di cubetti di cotto e pseudo emblema in tessellato - rappresenta un elemento peculiare del repertorio della Venetia orientale nell ambito del I e II sec. d.c.; l utilizzo della particolare tecnica mista in tessellato e in cotto avrà particolare fortuna nelle limitrofe province del Norico e della Dalmatia. Su queste soluzioni decorative cfr. ANNIBALETTO, PETTENÒ, RINALDI 2009, p. 318, dove vengono analizzate le superfici conservate a Iulia Concordia; gli esemplari aquileiesi sono stati trattati di recente in BUENO, CLEMENTI c.s.

20 I MODI DELL ABITARE AD AQUILEIA: I RIVESTIMENTI PARIETALI 257 segnalata la scoperta di un Amorino mancante della testa e di un braccio presso un tralcio vitineo, testa di Amorino, tralcio vitineo con grappolo, due amorini che lottano di cui si è conservata solo la parte superiore del corpo 68. L incrocio dei dati provenienti dall indagine d archivio con l analisi del tectorium condotta sistematicamente sul materiale da attribuire alle esplorazioni del Brusin consente di collegare a questo contesto domestico aquileiese una consistente parte degli affreschi confluiti nei depositi del Museo senza specifica indicazione di provenienza. L elenco dettagliato dei pezzi più significativi riportato nel diario e l esame delle caratteristiche del supporto degli intonaci dimostra l appartenenza alla stessa fase decorativa dell edificio 69 : questa evidenza ci fa riflettere su come le partizioni dipinte siano state rimescolate nel corso del tempo e su come gli intonaci siano stati trasferiti nelle casse senza tener presente la sistemazione iniziale. Tra gli insiemi finora noti, editi senza il dato di provenienza 70, spicca il nucleo con amorini assegnabile al IV stile (fig. 10) 71. Lo schema della zona mediana di una parete della casa doveva prevedere piatti pannelli rossi separati da interpannelli neri bordati di bianco, destinati ad accogliere la decorazione principale formata da un tralcio di vite con grappoli d uva e foglie popolato da eroti. La resa del tralcio, con foglie dalle nervature bianche e grappoli d uva vinaccia evidenziati da linea di contorno in altra tonalità di colore, e dell incarnato degli amorini, realizzato con rapide pennellate dal rosa al marrone chiaro e con lumi bianchi, richiama tratti tipici dell epoca neroniana flavia. La soluzione adottata per la parete aquileiese riflette lo schema impiegato nell oecus verde (11) della Casa del Menandro a Pompei, aperto sullo spazio del triclinio: al di sopra di uno zoccolo rosso si dispone la zona mediana con sequenza di larghi pannelli verdi separati da interpannelli neri con tralcio di vite nascente da cantaro animato da amorini 72. La presenza di amorini in soluzioni a sviluppo verticale si riscontra più di frequente nell ambito di candelabri vegetali: un esempio di III stile proviene dai dintorni di Roma 73 e numerosi risultano gli esempi pompeiani tra i quali si possono citare quelli presenti nell ambiente (b) della Casa delle pareti Rosse (VIII, 5, 37) 74 o nella Casa di M. Fabius Rufus 75. Questo insieme e le altre partizioni dipinte collegate alla casa 76 fanno intuire la presenza di un ricco programma decorativo di IV stile, che ben si inserisce nel panorama pompeiano degli edifici datati tra la tarda età neroniana e gli inizi dell età vespasianea. 68 Il dato viene riportato il giorno 21 ottobre. 69 È stato dimostrato sulla base di analisi condotte nella Casa dei Vetti che la stesura del tectorium poteva variare anche all interno di uno stesso ambiente o anche di una stessa parete (PRISCO 2005). L attribuzione ad una stessa fase decorativa può anche fondarsi sull osservazione di caratteristiche comuni come è stato accertato per la Casa della Caccia Antica (cfr. ALLISON 1986, pp ). 70 Alla casa appartengono altre due partizioni edite senza il dato di scavo, che mostrano tratti tipici del IV stile: si tratta del quadretto sostenuto da candelabri tortili con lotta tra pugili (BRAGANTINI 1989, fig. 10) e del quadretto con mostro marino (BRAGANTINI 1989, fig. 15), di cui si è individuato un altro pezzo. 71 CIOE et alii 1973, p. 10, tav. IV; BRAGANTINI 1989, p PPM II, p MOORMANN 2011, p. 199, tav. XX, ESPOSITO 2009, p. 113, tav. XLV, ESPOSITO 2009, tav. XLV Si rimanda ad altra sede l edizione complessiva dell apparato decorativo di questa domus.

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