L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA

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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PADOVA DIPARTIMENTO DI ARCHEOLOGIA ANTENOR QUADERNI 24 L ARCHITETTURA PRIVATA AD AQUILEIA IN ETÀ ROMANA ATTI DEL CONVEGNO DI STUDIO (PADOVA, FEBBRAIO 2011) a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori con la collaborazione di Alessandra Didonè e Caterina Previato

2 ANTENOR QUADERNI DIREZIONE Irene Favaretto, Francesca Ghedini COMITATO SCIENTIFICO Maria Stella Busana, Jacopo Bonetto, Paolo Carafa, Marie Brigitte Carre, Heimo Dolenz, Christof Flügel, Andrea Raffaele Ghiotto, Stefania Mattioli Pesavento, Mauro Menichetti, Athanasios Rizakis, Monica Salvadori, Daniela Scagliarini, Alain Schnapp, Gemma Sena Chiesa, Desiderio Vaquerizo Gil, Paola Zanovello, Norbert Zimmermann COORDINAMENTO SCIENTIFICO Isabella Colpo SEGRETERIA REDAZIONALE Matteo Annibaletto, Maddalena Bassani La presente opera raccoglie gli Atti delle giornate di studio conclusive del Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (bando 2007) L edilizia domestica ad Aquileia e nel suo territorio coordinato dall Università degli Studi di Padova (prof. J. Bonetto) in collaborazione con l Università degli Studi di Roma La Sapienza e l Università degli Studi del Molise. Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Università degli Studi di Padova Università degli Studi di Roma La Sapienza Università degli Studi del Molise Volume revisionato dal comitato scientifico composto da: Heimo Dolenz (Landesmuseum für Kärnten), Christof Flügel (Landestelle für nichstaatlichen Museen in Bayern), Angela Pontrandolfo (Università degli Studi di Salerno), Daniela Scagliarini (Università degli Studi di Bologna) Volume realizzato con il contributo di: Banca di credito cooperativo di Fiumicello ed Aiello del Friuli Università degli Studi di Padova Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova antenor.quaderni@unipd.it ISBN Padova 2012, Padova University Press Università degli Studi di Padova via 8 febbraio 1848, Padova tel , fax padovauniversitypress@unipd.it Le foto di reperti di proprietà dello Stato sono pubblicate su concessione del Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia (Aut. del 24/02/2012, prot. n 563/19). Tutti i diritti sono riservati. È vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Volume stampato presso la tipografia Italgraf - Noventa Padovana

3 Sommario ALVIANO SCAREL, Premessa... pag. IX LUIGI FOZZATI, Premessa...» XI FRANCESCA GHEDINI, Presentazione...» XIII JACOPO BONETTO, MONICA SALVADORI, Introduzione...» XV TEMI GENERALI JACOPO BONETTO, L edilizia privata antica di Aquileia. Profilo storiografico...» 1 CLAUDIO ZACCARIA, Chi erano i proprietari delle ricche domus aquileiesi? Piste epigrafiche...» 49 LE CASE E L ARCHITETTURA PATRIZIO PENSABENE, ENRICO GALLOCCHIO, Contributo per la storia del quartiere residenziale sud-ovest: i fondi ex CAL e Beneficio Rizzi...» 67 MICHELE BUENO, VALENTINA MANTOVANI, MARTA NOVELLO, Lo scavo della casa delle Bestie ferite...» 77 VANESSA CENTOLA, GUIDO FURLAN, ANDREA RAFFAELE GHIOTTO, EMANUELE MADRIGALI, CATERINA PREVIATO, La casa centrale dei fondi ex Cossar ad Aquileia: nuovi scavi e prospettive di ricerca...» 105 FEDERICA FONTANA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: aspetti planimetrici e funzionali...» 131 ANTONIA SPANÒ, FILIBERTO CHIABRANDO, FULVIO RINAUDO, Contributi della geomatica ai temi delle ricerche archeologiche. Il caso dell insula di via Gemina ad Aquileia...» 141 LUCIANA MANDRUZZATO, FRANCA MASELLI SCOTTI, Il quartiere abitativo precedente il complesso teodoriano di Aquileia...» 157 CATERINA PREVIATO, Tecniche costruttive utilizzate nelle case di Aquileia: le sottofondazioni pluristratificate...» 165 LE CASE E L APPARATO DECORATIVO MONICA SALVADORI, Edilizia privata e apparati decorativi ad Aquileia: lo stato della ricerca...» 181 MICHELE BUENO, MARTA NOVELLO, FEDERICA RINALDI, Per un corpus dei mosaici di Aquileia: status quo e prospettive future...» 195

4 VI SOMMARIO MARTA NOVELLO, L autorappresentazione delle élites aquileiesi nelle domus tardoantiche... pag. 221 FLAVIANA ORIOLO, Modi dell abitare ad Aquileia: i rivestimenti parietali...» 243 FABRIZIO SLAVAZZI, Gli arredi di lusso di Aquileia: nuove ricerche...» 263 FEDERICA GIACOBELLO, Arredi in bronzo del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia...» 273 FULVIA CILIBERTO, Il lusso dell acqua: sculture con funzione di fontana ad Aquileia...» 281 FEDERICA FONTANA, EMANUELA MURGIA, La domus dei Putti danzanti lungo la via Gemina: alcuni elementi dell apparato decorativo...» 297 MAURIZIO GOMEZ SERITO, EDUARDO RULLI, I materiali lapidei naturali della domus dei Putti danzanti : marmi bianchi e colorati...» 309 LE CASE E I MATERIALI ANNALISA GIOVANNINI, Ninnoli, oggetti di devozione domestica, ricordi famigliari: immagini di terracotta da Aquileia tra scavi e dati d archivio...» 317 GRAZIA FACCHINETTI, Ritualità connesse alla costruzione di domus. Le offerte monetali di fondazione ad Aquileia...» 337 FILOMENA GALLO, ALESSANDRA MARCANTE, GIANMARIO MOLIN, ALBERTA SILVESTRI, PATRICK DEGRYSE, MONICA GANIO, I vetri della casa delle Bestie ferite ad Aquileia: uno studio archeologico e archeometrico...» 353 DIANA DOBREVA, Studio e analisi di alcuni contesti della domus centrale presso i fondi ex Cossar.» 369 LE CASE FUORI DELLA CITTÀ PAOLA MAGGI, FLAVIANA ORIOLO, Luoghi e segni dell abitare nel suburbio di Aquileia...» 407 MAURIZIO BUORA, L interpretazione delle foto aeree di Aquileia e una sconosciuta villa extraurbana nel suburbio occidentale...» 429 LUDOVICO REBAUDO, La villa delle Marignane ad Aquileia. La documentazione fotografica di scavo ( ) - con appendici di Alberto Savioli ed Elena Braidotti...» 443 FABIO PRENC, Dinamiche insediative e tipologie edilizie nella Bassa Friulana...» 475 MARIA STELLA BUSANA, CLAUDIA FORIN, Le ville romane nel territorio di Aquileia: alcune considerazioni in merito all articolazione e all uso degli spazi...» 487 VALENTINA DEGRASSI, RITA AURIEMMA, L edilizia residenziale lungo l arco costiero nord-orientale, tra il Lacus Timavi e Grignano...» 511 PAOLA VENTURA, Edilizia privata presso il Lacus Timavi: la villa di via delle Mandrie a Monfalcone (GO) - con appendice di Gabriella Petrucci...» 533 LE CASE TRA TARDOANTICO E MEDIOEVO GIUSEPPE CUSCITO, Edilizia privata ed edifici cristiani di culto: un problema aperto...» 555 YURI MARANO, Dopo Attila. Urbanesimo e storia ad Aquileia tra V e VI secolo d.c....» 571 LUCA VILLA, Modelli di evoluzione dell edilizia abitativa in Aquileia tra l antichità e il medioevo...» 591 MARINA RUBINICH, Dalle Grandi Terme alla Braida Murada : storie di una trasformazione...» 619

5 SOMMARIO VII LE CASE E LA VALORIZZAZIONE ANTONELLA CORALINI, Antichi vicini di casa. Presenze reali e virtuali nel mondo digitale...» 639 GIOVANNA MONTEVECCHI, PAOLO BOLZANI, La domus dei tappeti di pietra. Un sito archeologico nel cuore di Ravenna...» 665 EMANUELE MADRIGALI, Esperienze di restauro e valorizzazione di Aquileia: l esempio dei fondi ex Cossar...» 685 VILMA FASOLI, Tra frammento e contesto: la valorizzazione come progetto condiviso...» 699 FABIANA PIERI, GIULIA MIAN, VALENTINA DEGRASSI, La villa romana di Ronchi dei Legionari. Un esperienza di valorizzazione...» 707 MAURIZIA DE MIN, PIERLUIGI GRANDINETTI, EUGENIO VASSALLO, Un idea progettuale per la conservazione, protezione e valorizzazione dei resti della domus della Pesca nel fondo Cossar...» 723

6 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA Monica Salvadori* *Università degli Studi di Padova, monica.salvadori@unipd.it RIASSUNTO L attenzione dedicata al tema dell edilizia domestica si è concretizzata, in quest ultimo decennio, in una serie di contributi importanti, che consentono di definire un quadro abbastanza organico del modello del vivere alla romana in Cisalpina. E tuttavia innegabile quanto il lavoro di ricostruzione sia ostacolato dalla natura fortemente lacunosa dei dati a disposizione. A fronte della difficoltà di interpretare planimetrie spesso incomplete, ancor più arduo è il tentativo di ricostruire il sistema della casa con tutti i suoi apparati decorativi, sia di tipo immobile (rivestimenti pavimentali e parietali) sia di tipo mobile (oggetti di arredo, statue, manufatti funzionali). Da questa prospettiva, la documentazione di Aquileia evidenzia gli stessi limiti delle testimonianze cisalpine: nonostante il consistente numero di abitazioni indagate, la possibilità di risalire a connessioni sicure fra contesti architettonici e apparati decorativi è il più delle volte un obiettivo difficilmente raggiungibile, a cui gli attuali filoni di ricerca si stanno dedicando. ABSTRACT The attention devoted to the theme of domestic architecture has had, in the last years, a series of important contributions. Thanks to this it is possible to define a fairly organic model of living in Roman Cisalpine. It is undeniable that the reconstruction is hindered by the very incomplete nature of the available data. Beside the difficulty of interpreting often incomplete plans, it is even more difficult to reconstruct a house with all its decorations, whether immovable (floor coverings and walls) or mobile (furniture, statues, functional objects). From this outlook, Aquileia s documentation shows the same limits of the Cisalpine evidence: despite the large number of surveyed domus, the possibility of attaining secure connections between architectural and decorative elements is usually unlikely to be achieved, nevertheless, research of this kind is being conducted. L architettura privata ad Aquileia in età romana, Atti del Convegno di Studio (Padova, febbraio 2011), a cura di Jacopo Bonetto e Monica Salvadori, Padova 2012, pp

7 L attenzione dedicata al tema dell edilizia domestica si è concretizzata, in quest ultimo decennio, in una serie di contributi importanti, che consentono di definire un quadro abbastanza organico del modello del vivere alla romana in Cisalpina 1. È tuttavia innegabile quanto il lavoro di ricostruzione venga ostacolato dalla natura fortemente lacunosa dei dati a disposizione: è stato recentemente osservato che, delle 325 unità abitative note sulla base dell edito, soltanto più o meno venti casi sono stati indagati con scavi estensivi 2. La situazione va ulteriormente a complicarsi sia a causa dello stato della documentazione, spesso datata e imprecisa, sia in considerazione dei pesanti interventi conservativi effettuati all epoca della scoperta delle strutture e della loro presentazione al pubblico. Se, su tali basi, risulta difficile procedere alla interpretazione di planimetrie incomplete, ancor più arduo diventa il tentativo di ricostruire il sistema della casa con tutti i suoi apparati decorativi, di tipo immobile (rivestimenti pavimentali e parietali) e di tipo mobile (oggetti di arredo, statue, manufatti funzionali); elementi che, qualora vengano considerati nell ottica di un approccio integrato, si rivelano invece fondamentali per indagare il livello economico e culturale del proprietario della casa e per comprenderne le consuetudini di vita sociale e privata 3, e che inoltre, una volta inseriti nello sviluppo diacronico dell abitazione, ne manifestano i continui processi di trasformazione. Da quest ultima prospettiva, la documentazione di Aquileia, pur con gli stessi limiti delle testimonianze cisalpine, potrebbe configurarsi come un ambito privilegiato. L uso del condizionale è d obbligo perché, a fronte del consistente numero di abitazioni indagate 36 case, recentemente schedate, di cui tuttavia nessuna scavata per esteso 4 e della cospicua quantità di materiali sia di arredo mobile sia riferibili ai rivestimenti parietali e pavimentali, conservati nei magazzini del Museo Archeologico Nazionale ma anche in situ (nel caso dei pavimenti), la possibilità di risalire a connessioni sicure fra contesti architettonici ed apparati decorativi, che ne organizzavano internamente gli spazi e che andavano a costituire un vero e proprio scenario domestico, è comunque il più delle volte un obiettivo difficilmente raggiungibile. 1. I RIVESTIMENTI PAVIMENTALI Nell ottica di una lettura integrata fra architettura domestica e apparati decorativi, maggiori informazioni si ricavano dai rivestimenti pavimentali. Già a partire dagli anni Trenta del XX secolo, la ratio che ha contraddistinto i fondamentali interventi di valorizzazione dei contesti domestici, ad opera di 1 Da ultimo, cfr. Atria longa patescunt GHEDINI Si pensi alla serie di contributi che, a partire dalla metà degli anni 80 del XX sec., hanno affrontato il tema della domus considerandola come contesto culturale unitario, in cui la lettura del dato architettonico e planimetrico è integrata dalla considerazione dell apparato decorativo: WALLACE-HADRILL 1988, CLARKE 1991, ZACCARIA RUGGIU 1995, COARELLI 1996 per citare solo alcuni studi fondamentali. Per una ricostruzione sintetica dello stato della ricerca, cfr. NOVELLO Cfr. Atria longa patescunt 2012, vol. 2, schede Aquileia 1-36 (a cura di P.L. Duprè e M. Novello) e i dati sintetizzati in questa sede nel contributo di M. Bueno, M. Novello, F. Rinaldi.

8 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA 183 G. Brusin e successivamente di L. Bertacchi 5, ha considerato prioritaria, quando possibile, la salvaguardia del rapporto pavimento/strutture murarie, puntando quindi al mantenimento in situ delle superfici musive, il più delle volte lasciate all aperto senza le coperture, talvolta ricoperte onde evitare un eccessivo degrado, solo raramente staccate e rimontate su pannelli. Spesso conservati in situ o più facilmente associabili al contesto originario grazie allo studio del materiale d archivio, i pavimenti di Aquileia sono stati recentemente schedati nell ambito della bancadati TESS 6. È grazie alla sistematicità di questa operazione che si può cominciare a proporre un quadro di sintesi della produzione musiva aquileiese e, in questa stessa sede, il contributo di M. Bueno, M. Novello, F. Rinaldi offre una serie di dati significativi su di un corpus costituito da ca. 900 pavimenti: le riflessioni, che scaturiscono dalla schedatura di un record così ampio, riguardano non solo le variegate tipologie di rivestimenti attestate ad Aquileia dall età tardo-repubblicana al IV sec. d.c., ma anche le scelte attuate nelle domus aquileiesi in relazione alla funzione degli ambienti. Alcune anticipazioni di tale operazione sono state pubblicate in tempi recenti nel volume Moenibus et portu celeberrima 7 : in questa sede si è colta l occasione per porre le basi di uno studio analitico delle diffuse soluzioni decorative del repertorio geometrico e per impostare l analisi dei meno frequenti elementi figurati, siano essi scene o isolati motivi; inoltre, per la prima volta nell approccio allo studio dei mosaici aquileiesi, si è indirizzata l attenzione al rapporto fra apparato musivo e destinazione dei vani, secondo la prospettiva metodologica introdotta intorno alla metà degli anni 70 da D. Scagliarini e applicata inizialmente all ambito dell edilizia domestica di Pompei e al ruolo soprattutto dei sistemi parietali nel comunicare la funzione dei singoli ambienti 8. Per quanto riguarda la diffusione degli schemi geometrici nei tessellati aquileiesi, si deve a F. Rinaldi la proposta di una seriazione crono-tipologica 9, che vede in una prima fase (II-I sec. a.c.) il coesistere di modalità decorative bidimensionali di impronta centro-italica, basate essenzialmente sulla bicromia bianconera, con soluzioni che invece si rifanno ad una matrice ellenistica, evidente nell uso del colore utilizzato su tutta la superficie pavimentale o solo per gli elementi di riempimento e nella tendenza agli effetti di tridimensionalità per la resa degli schemi geometrici. Tali effetti verrebbero progressivamente ad annullarsi durante il I-II sec. d.c. quando le composizioni documentano l adeguamento ad un linguaggio geometrico del tutto appiattito, pesantemente contrastato nella bicromia bianco-nera e caricato dall inserimento di riempitivi vegetali e figurati; a partire dal II sec. d.c. l artigianato aquileiese si contraddistingue per la creazione di schemi autonomi, spesso elaborati da modelli allogeni, come la composizione a dodecagoni intersecantisi, ben analizzata da T. Clementi 10. Sarà però dall età severiana che si affermeranno nuove soluzioni basate soprattutto sulla presenza di cerchi, motivi curvilinei e pelte, assemblati secondo schemi compositivi che avranno una conti- 5 Per una ricostruzione storica dell approccio alla conservazione dei mosaici aquileiesi ad opera di G. Brusin e L. Bertacchi, cfr. MASELLI SCOTTI 2004, pp Per questi aspetti, nella fattispecie per le opere di valorizzazione nell area degli ex fondi Cossar, cfr. l intervento di E. Madrigali in questa sede. Per il contributo di L. Bertacchi allo studio dei pavimenti musivi di Aquileia, cfr. GHEDINI, BUENO, NOVELLO, RINALDI c.s.: in questo contributo viene evidenziato quanto L. Bertacchi considerasse fondamentale non scindere lo studio delle architetture da quello degli apparati decorativi (BERTACCHI 1980, p. 184). 6 Per una presentazione del progetto TESS si vedano le riflessioni nel contributo di M. Bueno, M. Novello, F. Rinaldi in questa sede. Inoltre, cfr. GHEDINI, RINALDI, KIRSCHNER, TOGNON 2007; RINALDI Moenibus et portu celeberrima. Aquileia: storia di una città 2009, a cura di F. Ghedini, M. Bueno, M. Novello; cfr. CLEMENTI, RINALDI, NOVELLO, BUENO SCAGLIARINI CORLAITA Come è noto, tale metodologia ha visto in questi ultimi decenni numerose sperimentazioni a partire dall analisi di singoli contesti abitativi (si consideri ad es. il contributo di P.M. Allison [ALLISON 1992] sul sistema della Casa della Caccia Antica a Pompei, o quello di D. Scagliarini [SCAGLIARINI CORLAITA 1993, 1997] sull intero arredo della Villa di Desenzano del Garda), sino alla applicazione ai pavimenti di un intero quartiere abitativo come nel caso della città di Thuburbo Maius (cfr. NOVELLO 2001); valgano questi contributi, per citare solo alcuni esempi. 9 CLEMENTI, RINALDI, NOVELLO, BUENO 2009, pp CLEMENTI 2005.

9 184 MONICA SALVADORI Fig. 1. Aquileia. Casa sotto la Basilica. Cubicolo nord (da Moenibus et portu celeberrima, p. 246, fig. 15). nuità di vita fino all età tardo-antica. Le dimensioni sempre più dilatate dei moduli geometrici contribuiranno all inserimento delle tematiche figurate, cifra peculiare della produzione musiva aquileiese in età tardo-imperiale. Su quest ultimo aspetto, sempre nello stesso contributo, si è soffermata M. Novello 11, che ha posto l attenzione sulla scelta e sull incidenza dei temi figurati nel programma decorativo dei mosaici delle dimore aquileiesi, individuando dinamiche evolutive coerenti con il quadro attestato nell intero bacino del Mediterraneo, che confluiscono nella fase di pieno sviluppo del repertorio figurato nel IV sec. d.c., quando gli elementi iconici assurgono ad espliciti indicatori dello status economico e sociale della committenza e ne comunicano le scelte di tipo culturale e religioso 12. Sulla stretta relazione esistente fra i sistemi di rivestimento pavimentale e la funzione dei vani si rivelano importanti le osservazioni di M. Bueno, che danno conferma, anche per le domus aquileiesi, del ruolo fondamentale giocato dagli apparati decorativi per comunicare con chiarezza la gerarchia degli spazi domestici e le differenti modalità di fruizione dei vani, secondo modelli di origine centro-italica: dall uso di punteggiati regolari di dadi e rosette o dal ricorso a moduli ripetitivi per la pavimentazione degli ambienti concepiti per il passaggio, alle decorazioni pavimentali differenziate nei vani più strettamente legati all autorappresentazione del dominus e dunque ideati per una fruizione di tipo statico (ad es. i cubicoli con il canonico schema bipartito o i triclini con lo schema a T + U) (fig. 1). 11 CLEMENTI, RINALDI, NOVELLO, BUENO 2009, pp Sulla presenta dei temi figurati nel repertorio musivo aquileiese, nella fattispecie il ricorso alle rappresentazioni dei proprietari, cfr. anche il contributo di M. Novello in questa sede. Per recenti ritrovamenti di tessellati figurati nell edilizia domestica aquileiese, soprattutto dalla Casa delle Bestie ferite e dagli edifici residenziali dell area di Via Gemina, cfr. BUENO, NOVELLO 2011 e FONTANA 2007.

10 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA I RIVESTIMENTI PARIETALI Mentre i dati relativi alla decorazione musiva si rivelano per più aspetti confortanti, per quanto concerne gli apparati decorativi parietali le possibilità di ricontestualizzare i materiali a noi giunti diventano assai limitate. Tale considerazione va a coinvolgere prevalentemente i copiosi nuclei di intonaci conservati nei magazzini del Museo Nazionale di Aquileia. Già nel 1989, un pionieristico contributo di I. Bragantini, dedicato alla pittura parietale rinvenuta negli scavi di Aquileia, aveva evidenziato quanto approssimative e limitate fossero le informazioni circa i contesti di provenienza, a fronte della considerevole quantità di frammenti di affresco acquisiti durante gli scavi degli anni del XX secolo 13. Anche in tempi recenti, nell ambito della XLI Settimana di Studi Aquileiesi, dedicata alla Pittura parietale romana in Cisalpina, F. Oriolo ha ribadito la rarità dei casi in cui vi siano, da parte di G. Brusin, segnalazioni precise, attraverso le relazioni edite in Aquileia Nostra, Notizie degli Scavi e Fasti Archeologici, del ritrovamento di porzioni di pareti affrescate 14 : tra queste sono da ricordare le due zoccolature decorate da un sistema di pannelli con piante e uccelli, pertinenti ad una unità abitativa del quartiere a sud-ovest della città 15, o il tratto di parete dipinta con prospetto architettonico, relativa all apparato decorativo della casa del Beneficio Rizzi 16. Tuttavia, è stato sottolineato in varie sedi il prevalente interesse di G. Brusin per la trasmissione del dato topografico e per l indicazione del contesto di rinvenimento delle strutture, inteso come particella catastale moderna, a discapito delle descrizioni rivolte alle architetture e ai reperti materiali. Un unica eccezione è forse rappresentata dalla Villa suburbana del Fondo Tuzet, la cui indagine venne diretta da G. Brusin nel 1925 e scrupolosamente relazionata, anche per quanto riguarda i materiali rinvenuti, in Notizie degli Scavi del In questo caso, la ripresa dei dati di scavo e delle informazioni trasmesse dal Brusin ha consentito a M. J. Strazzulla di produrre agli inizi degli anni 80 uno dei pochi contributi che, pur con le ovvie criticità dovute all avanzamento degli studi, si viene a segnalare per un impianto teorico teso ad una indagine integrata dei diversi elementi dell apparato decorativo (pitture, mosaici parietali e lastre Campana) 18, da cui emerge il profilo di una lussuosa villa, forse da connettersi con il soggiorno ad Aquileia della famiglia imperiale di Augusto e in particolare di Tiberio. Ulteriori tasselli per lo studio della pittura parietale aquileiese nella prospettiva contestuale si devono ai contributi di F. Oriolo e di chi scrive, in particolare sui nuclei di intonaci provenienti dalla domus sotto il Battistero 19, dalla domus del Beneficio Rizzi 20 e ancora sul materiale della Villa del Fondo Tuzet 21. Muovendo da questo stato della documentazione, considerando prioritaria l esigenza di valorizzare il patrimonio pittorico conservato nei magazzini del museo, F. Oriolo ha avviato recentemente un progetto di ricerca finalizzato alla catalogazione sistematica del materiale in parallelo ad una ricerca d archivio del patrimonio documentario inedito 22 : si tratta di lastre fotografiche e negativi, elenchi di 13 BRAGANTINI ORIOLO c.s. 15 BRUSIN 1927, p. 272, nota 1, fig. 9; BRUSIN 1938, c. 141, fig BRUSIN 1955, fig BRUSIN 1929, pp , fig STRAZZULLA Su questo contributo si vedano anche le osservazioni di J. Bonetto in questa sede. Per un confronto tra gli apparati decorativi della villa aquieleiese del fondo Tuzet e quelli provenienti da un altro importante complesso della Venetia orientale, la villa di Torre di Pordenone, cfr. ORIOLO, SALVADORI 2001: un elemento di connessione tra i due complessi è costituito dalla presenza del tema iconografico dell amazzonomachia, raffigurata nel fregio pittorico della villa del pordenonese e nelle lastre Campana della villa di Aquileia; l impiego di questo tema nei due contesti è stato interpretato come un esplicito segnale di adesione alla politica imperiale di età augusteo-tiberiana. 19 ORIOLO 1997: i lacerti provenienti dalla domus sotto il Battistero attestano un sistema a pannelli e interpannelli decorati da elaborati candelabri ad ombrelli; nei pannelli erano inserite scene figurate. 20 ORIOLO, SALVADORI 2005, pp ; ORIOLO, SALVADORI 2009, pp ORIOLO, SALVADORI 2009, pp Il progetto di F. Oriolo rientra nell ambito delle ricerche del dottorato in Archeologia dei processi di trasformazione. Le società antiche e medievali presso l Università Cattolica di Milano. Anticipazioni di tale importante lavoro sono state presentate da F. Oriolo nell ambito della già citata XLI Settimana di Studi Aquileiesi (ORIOLO c.s.); si veda inoltre il contributo della studiosa in questa sede.

11 186 MONICA SALVADORI Fig. 2. Aquileia. Museo Archeologico Nazionale, magazzini. Porzione di parete con sistema a prospetto architettonico, dalla domus del Beneficio Rizzi (foto dell autore). inventari di ingresso dei reperti nel museo, ma soprattutto delle pagine dei diari manoscritti redatti da G. Brusin in relazione agli scavi tra il 1934 e il Questi ultimi documenti si sono rivelati una miniera di informazioni, perché, a differenza di quanto emerge dalle relazioni edite, spesso ai dati sul contesto di scavo si associano descrizioni puntuali dei frammenti recuperati, che hanno consentito di procedere a delle identificazioni all interno del mare magnum degli intonaci conservati in museo, di gran parte dei quali è ora possibile risalire al contesto di provenienza. Analogamente, importanti informazioni si sono ricavate dagli inventari degli scavi di L. Bertacchi, il cui operato si distingue per un approccio rigoroso nel documentare i frammenti di intonaco ogni qual volta presentino elementi decorativi degni di nota. Lasciando all intervento di F. Oriolo in questa sede la comunicazione dei nuovi dati al riguardo, preme sottolineare la maggiore complessità (rispetto ai rivestimenti pavimentali) del processo di studio e valorizzazione di questa categoria di apparati decorativi, i cui caratteri di relativa fragilità e la cui stretta dipendenza dalla vita delle strutture murarie fan sì che il più delle volte ci si debba confrontare con materiali frammentari, molto spesso recuperati da strati di giacitura secondaria. Va infatti evidenziato che ad Aquileia soltanto in situazioni fortuite si sono conservate in situ stesure di intonaco affrescato pertinenti alle zoccolature (già documentate in scavi del secolo scorso, ma anche durante recenti indagini 23 ) (fig. 2) e che è assai rara l individuazione di strati di crollo; d altro canto, la circostanza più attestata è quella del riutilizzo di frammenti di intonaco all interno di spessi riporti, stesi per innalzare i piani pavimentali nel corso delle continue trasformazioni degli edifici. Tale dinamica di riuso, consueta nelle pratiche edilizie romane, appare ricorrente nelle domus aquileiesi. Già segnalata da G. Brusin nell area dello scavo dei fondi Cossar ( frammenti a fondo nero utilizzati come materiale da riempi- 23 Ad es. si conservano ancora porzioni del rivestimento delle zoccolature dei tramezzi della Casa delle Bestie ferite (cfr. l intervento in questa sede di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani).

12 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA 187 Fig. 3. Aquileia. Casa delle Bestie ferite. Ricostruzione di sistema decorativo parietale (disegno di N. De Nicolo). Fig. 4. Aquileia. Casa delle Bestie ferite. Ricostruzione di sistema decorativo parietale (disegno di N. De Nicolo). mento tra due piani pavimentali ) e da L. Bertacchi nel caso delle preparazioni funzionali alla sistemazione dei pavimenti di inizi II sec. d.c. della domus del Beneficio Rizzi 24, si è riscontrata anche di recente nell ambito degli scavi della Casa delle Bestie ferite 25, dei fondi Cossar 26 e nell area di Via Gemina 27. Il riutilizzo degli intonaci, come materiale drenante al di sotto delle pavimentazioni in tessellato, non consente di attribuire con certezza i frammenti ai sistemi decorativi parietali dell edificio da cui provengono, tuttavia sembrerebbe assai logico pensare che, in un economia del processo di ristrutturazione, venisse reimpiegato il materiale del cantiere edilizio. Forse può costituire un elemento significativo l osservazione del grado di frammentazione degli intonaci, che, qualora siano di dimensioni medio-grandi e presentino i margini di frattura netti e un buon livello di conservazione della pellicola pittorica, andrebbero connessi ad un processo di distruzione volontaria dell apparato decorativo e della relativa struttura muraria e ad un immediato utilizzo degli intonaci al di sotto dei nuovi piani in tessellato. D altro canto, intonaci di piccole dimensioni, con margini di frattura consunti, sarebbero indicativi di più complesse dinamiche di usura del materiale dalla fase del distacco/crollo dalla superficie in muratura al riuso nei riporti sotto pavimentali, dinamiche che potrebbero anche inquadrarsi nel ricorso a materiali provenienti da discariche. Per quanto riguarda nello specifico lo scavo della Casa delle Bestie ferite, si è rivelato significativo 24 BERTACCHI 1980, pp Si tratta del recupero di interessanti frammenti di intonaco riferibili alla superficie di un soffitto decorato da un sistema a tralci e fiori sparsi (ORIOLO, SALVADORI 2005, pp ). In questo caso, trattandosi di frammenti omogenei (l intero nucleo si riferisce alla decorazione di un soffitto) si potrebbe forse ipotizzare la sistemazione, funzionale alla messa in opera del pavimento più tardo, di frammenti già in strato di crollo. 25 Cfr. l intervento di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani in questa sede. 26 Cfr. l intervento di V. Centola, G. Furlan, A.R. Ghiotto, E. Madrigali, C. Previato in questa sede. 27 FONTANA, MURGIA 2007; MURGIA 2009; FONTANA, MURGIA c.s.; MURGIA c.s.; cfr. anche l intervento di F. Fontana in questa sede.

13 188 MONICA SALVADORI il recupero di uno spesso riporto (US 139) costituto da numerosi intonaci, circa 2000 frammenti, in diverso grado di disfacimento, mescolati a una grande quantità di tessere musive, ad alcuni frammenti architettonici lapidei, a un certo numero di frammenti di cornice in stucco decorata con ovuli e sagittae, a frammenti di lastre da finestra in vetro e scarso materiale ceramico. In base alla composizione del tectorium si è ipotizzata la pertinenza degli intonaci a due sistemi decorativi 28, caratterizzati da partiture articolate in pannelli monocromi disposti paratatticamente e definiti da bande di altro colore, riferibili a fasi cronologiche successive. La sequenzialità temporale dei due sistemi è testimoniata non solo dalla presenza di scalpellature su di un buon numero di intonaci, atte a rendere la più antica superficie parietale idonea a ricevere la nuova partitura decorativa 29, ma anche dal fatto che sul retro della preparazione di alcuni frammenti compaiono ampie tracce di pigmenti, chiaro segnale della presenza di una precedente decorazione. I confronti, sia per la concezione generale del sistema parietale, sia per le soluzioni cromatiche adottate nonché per la scelta dei motivi decorativi, portano a collocare il rivestimento più antico in età adrianea-antonina (fig. 3) e il rifacimento tra la fine del II-inizi III sec. d.c. (fig. 4); tra i materiali più tardi dello strato si sono individuati frammenti di un anfora tipo Agora F65/66 che ci porta ad un orizzonte cronologico intorno ai primi decenni del III d.c. e che fornisce un terminus post quem per la stesura del tessellato 130 oltre la metà del III sec. d.c. 30. Analogo modus operandi è quello attestato dall US 664, spesso riporto individuato tra due pavimenti tessellati (US 140 e 283), all interno del quale circa 800 frammenti di intonaco sono stati recuperati in associazione con frammenti lapidei, ceramici e vitrei 31. Lo studio degli intonaci ha portato a individuare tre fasi decorative caratterizzate da differenti tecniche di preparazione del tectorio e di stesura della pellicola pittorica 32. Dagli intonaci ascrivibili alla fase più antica (entro la prima metà del I sec. d.c.), che evidenziano un alta qualità tecnica soprattutto nella applicazione dei colori delle campiture di fondo che risultano coprenti e uniformi, a quelli della fase intermedia (intorno agli inizi del II sec. d.c.), costituiti da un tectorio meno spesso e molto friabile, a quelli infine della terza fase, che si distinguono per una preparazione ancora più sottile e per un semplice decoro a spruzzature rosso-viola su fondo bianco. Solo per gli intonaci di quest ultimo gruppo, riferibili ad un arco cronologico tra la fine del II e gli inizi del III sec. d.c., vi è la possibilità di risalire all originaria struttura muraria di appartenenza ovvero il tramezzo ancora in situ (US 705), connesso ad un intervento di suddivisione della domus, che conserva ancora parte della decorazione dello zoccolo dipinto a fondo bianco con spruzzature rosso-viola 33 (figg. 5-6). In considerazione anche di analoghe situazioni, già menzionate, messe in luce recentemente in altri contesti di scavo 34, risulta oltremodo prioritaria la necessità di definire un protocollo d analisi, appli- 28 Per gli elementi costitutivi di tale riporto, di cui si è data anticipazione insieme a M. Novello durante la XLI Settimana di Studi Aquileiesi (cfr. NOVELLO, SALVADORI c.s.), si veda anche l intervento di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani in questa sede. 29 Sull uso delle picchiettature si veda BARBET, ALLAG 1972, pp Per le ipotesi ricostruttive dei due sistemi parietali e per un inquadramento cronologico, cfr. SALVADORI, SALVO c.s. 30 Per uno studio analitico dei materiali rinvenuti nell US 139, cfr. il contributo di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani in questa sede. 31 Per l analisi crono-tipologica dei materiali del riporto US 664 si veda ancora l intervento di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani in questa sede. 32 Cfr. DE NICOLO 2011/ Delimita la superficie della zoccolatura un listello sempre di colore rosso-viola; superiormente ad esso si sviluppano i pannelli della zona mediana a fondo bianco e circoscritti da bande rosso-viola. Per la funzione del tramezzo US 705 e per le modalità di ristrutturazione di questa parte della domus, cfr. in questa sede l intervento di M. Bueno, M. Novello, V. Mantovani. 34 Ad esempio nello scavo della domus degli ex fondi Cossar è stato individuato un caso altrettanto significativo del ricorso al riuso di frammenti di intonaco nella preparazione di un piano pavimentale: in questo caso si tratta di un riporto costituito da numerosi frammenti di intonaco, riferibili ad un unico sistema parietale a pannelli rosso cinabro delimitati da listelli ornati da motivi a V, i cui caratteri stilistici rimandano al repertorio decorativo della prima metà del I sec. d.c.

14 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA 189 Fig. 5. Aquileia. Casa delle Bestie ferite. Porzione di tramezzo ancora in situ (US 705) con decorazione a spruzzatura. Fig. 6. Aquileia. Casa delle Bestie ferite. Ricostruzione di sistema decorativo parietale (disegno di N. De Nicolo). cabile a tutti gli intonaci in giacitura secondaria, che consenta di valorizzare al meglio una classe di materiale così compromessa: l ordine degli obiettivi dovrebbe prevedere in primo luogo l identificazione di gruppi di frammenti riferibili alla medesima porzione di parete; in seconda fase l eventuale messa in sistema di più gruppi di frammenti che, per caratteristiche tecniche e decorative, sono attribuibili alla stessa parete. Tale auspicabile approccio al materiale aquileiese consentirebbe, in termini più generali, di ampliare notevolmente il quadro delle conoscenze dei sistemi decorativi parietali nell Italia settentrionale, che ha visto in questi ultimi decenni un netto arricchimento della documentazione dovuto ad un attenzione crescente e all applicazione di nuove metodologie di analisi degli intonaci,

15 190 MONICA SALVADORI dalla fase dello scavo al momento del consolidamento e della ricomposizione. In tale prospettiva si sta muovendo il progetto TECT (da tectorium), recentemente nato dalla collaborazione tra le Università di Padova e Bologna 35 : tale progetto, che è ancora alla fase di avvio, ha però già definito i criteri scientifici per la schedatura degli apparati decorativi cisalpini che, in ragione delle specificità che presentano, richiedono approcci di studio mirati. Il progetto si propone di creare una banca dati della documentazione pittorica rinvenuta nell area della Cisalpina che consenta, attraverso uno studio sistematico, di gestire una documentazione già cospicua, non sempre facilmente accessibile, e in continuo incremento. Sarebbe così possibile disporre per la prima volta di tutti gli elementi utili a definire le caratteristiche di questo importante aspetto della cultura artistica romana in Cisalpina, gettando luce anche sugli aspetti storici, sociali e culturali sottesi. 3. GLI ARREDI MOBILI Per quanto concerne il tentativo di risalire ai contesti delle sculture decorative e degli arredi mobili, la situazione diventa ancora più complessa. In più sedi M. Verzár ha sottolineato quanto la pressante necessità del recupero di materiali edilizi in un lungo arco di tempo abbia fortemente condizionato lo stato di conservazione del materiale scultoreo: e ciò già a partire dai momenti tragici per i cittadini aquileiesi, durante i quali fu necessario fortificare celermente la città dagli attacchi di Massimino il Trace 36. Va detto che la procedura del riuso in età tardo antica ha consentito comunque il mantenimento dei materiali, seppur disancorati dal contesto originario (in tal senso si considerino gli importanti dati sul reimpiego ad opera di P. Pensabene e del suo gruppo di ricerca 37 ), mentre gravissima è stata la dispersione dei reperti in età post-antica, quando la città, in fase di abbandono, venne sfruttata come cava di pietra o diventò la fonte di approvvigionamento di sculture antiche per esigenze di collezionismo. Per ciò che riguarda i materiali scultorei conservati nel Museo Nazionale di Aquileia riferibili alle categorie degli arredi, F. Slavazzi ha ancora una volta evidenziato la pressoché costante impossibilità di risalire ai contesti di provenienza, il che lascia problematici diversi elementi, a cominciare dalla stessa attribuzione degli arredi a edifici pubblici o privati 38. È per questo motivo che i contributi degli studiosi si orientano essenzialmente su analisi tipologiche, che hanno consentito di individuare in Aquileia un importante punto di arrivo di manufatti, sia di produzione greca (almeno per quanto riguarda certe categorie, come ad es. i cartibula) 39, sia di produzione urbana o centro-italica (candelabri, oscilla, lampadari, monopodia, fontane a scaletta): oggetti destinati a soddisfare le richieste della classe dirigente locale, che esprime il proprio adeguamento ai modelli del vivere alla romana. Conseguentemente a tale esigenza, Aquileia si viene anche a configurare come centro di elaborazione di prodotti locali in marmo e in calcare di Aurisina (vi sono alcuni esemplari non finiti che costituiscono la prova dell esistenza di officine locali 40 ), che diventeranno merce richiesta in buona parte della Cisalpina. In attesa di nuovi dati che in questa sede saranno presentati dagli interventi di F. Ciliberto, F. Giacobello, A. Giovannini e F. Slavazzi, merita qui di ricordare gli interessanti contributi in merito alla categoria degli oscilla, studiati di recente da A. Bacchetta e M. R. Mezzi 41, la cui presenza è attestata 35 Il gruppo di ricerca è coordinato da D. Scagliarini e M. Salvadori. 36 VERZÁR-BASS 2005, pp e bibliografia ivi citata. Per l impellente ricorso alla pratica del reimpiego, causato dall assedio di Massimino il Trace (e più tardi a quello dell imperatore Giuliano e degli altri invasori), cfr. BRUSIN 1933, cc ; BRUSIN 1934, p. 46, fig Per un quadro di sintesi sulle dinamiche del reimpiego ad Aquileia, cfr. PENSABENE SLAVAZZI 2005, pp Come sottolineato da F. Slavazzi, alcuni pezzi (COHON 1985, n. 141; MOSS 1989, nn. A91-A92) si differenziano per qualità più alta, sia del materiale (marmo greco, invece del più diffuso calcare di Aurisina), sia della lavorazione, cfr. SLAVAZZI Per gli esempi non finiti, cfr. SLAVAZZI 2005, p BACCHETTA, MEZZI 2005; MEZZI 2002.

16 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA 191 ad Aquileia da una ventina di esempi frammentari 42. Da tali studi emerge il dato che, sia dal punto di vista tipologico sia per quanto riguarda la selezione dei temi iconografici (thiasos dionisiaco e maschere teatrali), il materiale aquileiese si allinea al quadro generale di questa specifica produzione. Le scarne informazioni che si ricavano sui contesti di provenienza permettono di ipotizzare l esistenza in loco (probabilmente in località Beligna 43 ) di officine specializzate nella produzione di oscilla: dato questo di estremo interesse, che sembra contraddistinguere Aquileia rispetto a tutti gli altri centri in cui sono stati reperiti oscilla. A conferma della consuetudine di utilizzate questi arredi mobili per la decorazione di corti porticate e ninfei anche nelle domus aquileiesi diventa significativo il ritrovamento di un oscillum frammentario in connessione con uno degli ambienti dalla domus del Fondo Comelli 44 ; ed ancora risulta altrettanto degno di nota il recupero di un analogo manufatto nei pressi del quartiere abitativo a nord del porto fluviale 45. In conclusione, al fine di arrivare ad una comprensione più approfondita delle modalità di organizzazione e di fruizione degli spazi interni dell edilizia domestica aquileiese, il cammino di ricerca da compiere è ancora lungo, ma avviato in direzioni precise. Per quanto riguarda i vecchi scavi, è già emerso quanto possa dare l attenta riconsiderazione della documentazione d archivio, dei testi inediti (lettere, diari, annotazioni), dei numeri di ingresso in museo dei materiali. È su questa strada che sarà utile proseguire, mettendo ove possibile in sistema, con archivi informatizzati, il dato pavimentale/parietale/e dell arredo mobile con il contesto architettonico, cercando in sostanza di verificare la possibilità di restituire unità ad elementi che hanno subito pesanti disgregazioni. Da questo punto di vista, si potrebbe considerare come base di partenza, già esistente, il data-base utilizzato per la schedatura delle domus della Cisalpina (Progetto DOMVS) 46, che andrebbe implementato con le eventuali nuove informazioni. Certo è che le novità più significative potranno venire dalle indagini archeologiche attualmente in corso ad Aquileia e dalla necessità che i diversi gruppi di ricerca impegnati (Soprintendenza, Università, Fondazione e altri Enti) dialoghino tra loro e mettano a confronto i risultati individualmente raggiunti, obiettivo per cui è nata l idea di organizzare questo convegno. 42 Nel complesso sono attestate ad Aquileia tutte le differenti tipologie conosciute: il nucleo più consistente è quello dei rilievi tondi, a cui si affiancano i rilievi a forma di pelta, quelli di tipo rettangolare e quelli, più rari, a siringa. 43 Per le problematiche relative alla identificazione dell atelier MEZZI 2002, p BRUSIN 1930, pp : il Brusin in realtà menziona il ritrovamento di due oscilla, ma soltanto uno di questi risulta individuabile chiaramente tra il corpus di oscilla aquileiesi (MEZZI 2002, p. 268, nota 47). 45 CARRE, ZACCARIA 1991, cc ; BACCHETTA, MEZZI 2005, p Atria longa patescunt 2012.

17 192 MONICA SALVADORI Bibliografia ALLISON P. M. 1992, The relationship between wall-decoration and room-type in Pompeian house: a case study of the Casa della Caccia Antica, in JRA, 5, pp Atria longa patescunt 2012 = Atria longa patescunt. Le forme dell abitare nella Cisalpina romana, a cura di F. Ghedini e M. Annibaletto, Roma BACCHETTA A., MEZZI M. R. 2005, Rilievi sospesi (oscilla) nella decorazione domestica di Aquileia, in Aquileia dalle origini alla costituzione del ducato longobardo. La cultura artistica in età romana (II secolo a.c. III secolo d.c.), a cura di G. Cuscito e M. Verzár-Bass, Antichità Altoadriatiche, LXI, Trieste, pp BARBET A., ALLAG C. 1972, Techniques de préparation des parois dans la peinture murale romaine, in MEFRA, 84, pp BERTACCHI L. 1980, Architettura e mosaico, in Da Aquileia a Venezia. Una mediazione tra l Europa e l oriente dal II secolo a.c. al VI secolo d.c., a cura di G. Pugliese Caratelli, Milano, pp BRAGANTINI I. 1989, Contributi per lo studio della pittura ad Aquileia nella prima età imperiale, in Aquileia repubblicana e imperiale, Antichità Altoadriatiche, XXXV, Udine, pp BRUSIN G. 1927, Aquileia. Scavi occasionali, in NSc, 5, pp BRUSIN G. 1929, Aquileia. Scavo parziale di terme, in NSc, 7, pp BRUSIN G. 1930, Aquileia. Scoperte occasionali di monumenti per lo più sepolcrali, in NSc, 6, pp BRUSIN G. 1933, I recenti scavi dell Associazione, in AquilNost, 1, cc BRUSIN G. 1934, Gli scavi di Aquileia, Udine. BRUSIN G. 1938, Avanzi di case di abitazione, in AquilNost, 9, cc BRUSIN G. 1955, Scavo parziale di case romane, in FA, 10, n BUENO M., NOVELLO M. 2011, Aquileia (Udine), un nuovo mosaico figurato dalla Casa delle Bestie ferite, in Atti del XVI Colloquio dell Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Palermo, 17-19marzo Piazza Armerina 20 marzo 2010), a cura di C. Angelelli, Tivoli, pp CARRE M. B., ZACCARIA C. 1991, Aquileia. Porto fluviale. Scavi 1991, in AquilNost, 62, cc CLARKE J. R. 1991, The Houses of Roman Italy 100 B.C. - A.D. 250: ritual, space, and decora tion, Berkeley, Los Angeles, Oxford. CLEMENTI T. 2005, Il repertorio musivo aquileiese: la svolta fra il II e il III sec. d.c., in Aquileia dalle origini alla costituzione del ducato longobardo. La cultura artistica in età romana (II secolo a.c. III secolo d.c.), a cura di G. Cuscito e M. Verzár-Bass, Antichità Altoadriatiche, LXI, Trieste, pp CLEMENTI T., RINALDI F., NOVELLO M., BUENO M. 2009, La produzione musiva, in Moenibus et portu celeberrima. Aquileia: storia di una città, a cura di F. Ghedini, M. Bueno, M. Novello, Roma, pp COARELLI F. 1996, Architettura sacra e architettura privata nella tarda repubblica, in Revixit Ars. Arte e ideologia a Roma. Dai modelli ellenistici alla tradizione repubblicana, Roma, pp COHON R. H. 1985, Greek and Roman Stone Table Supports with Decorative Reliefs, Dissertation, New York University, 1994, Ann Arbor. DE NICOLO N. 2011/2012, Frammenti di pittura parietale dalla Casa delle Bestie ferite (Aquileia): gli intonaci dell US 664, tesi di laurea magistrale in Scienze Archeologiche, Università degli Studi di Padova, relatore prof.ssa Monica Salvadori.

18 EDILIZIA PRIVATA E APPARATI DECORATIVI AD AQUILEIA: LO STATO DELLA RICERCA 193 FONTANA F. 2006, La lirica musiva dei putti danzanti ad Aquileia. A proposito di un mosaico tardoantico con figure di eroti, in L. Cristante, A. Tessier (a cura di), Incontri triestini di Filologia classica 5, Trieste, pp FONTANA F. 2007, Aquileia: nuove acquisizioni, in Atti del XII Colloquio dell Asssociazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (Padova-Brescia, febbraio 2006), a cura di C. Angelelli e A. Paribeni, Roma, pp FONTANA F., MURGIA E. 2007, Aquileia (UD) Lo scavo del Dipartimento di Scienze dell Antichità dell Univer sità di Trieste: via Gemina, in Notiziario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia, 2, pp FONTANA F., MURGIA E. c.s., Pitture da un sito pluristratificato ad Aquileia, in Antike Malerei Zwischen Lokalstil und Zeitstil?, Atti XI Congresso internazionale dell AIPMA (Ephesos, settembre 2010), a cura di N. Zimmermann. GHEDINI F. 2012, Arredi mobili e oggetti di lusso, in Atria longa patescunt GHEDINI F., BUENO M., NOVELLO M., RINALDI F. c.s., Luisa Bertacchi e gli studi sul mosaico, in Luisa Bertacchi. Una vita per l archeologia, Atti del convegno di studio (Aquileia, settembre 2011). GHEDINI F., RINALDI F., KIRSCHNER P., TOGNON M. 2007, Tess. La banca dati on-line dei rivestimenti a mosaico, in Archeologia e Calcolatori, 18, pp MASELLI SCOTTI F. 2004, Sullo stato di conservazione dei mosaici di Aquileia e Trieste, in La materia e i segni della Storia. Apparati musivi antichi nell area del Mediterraneo. Conservazione programmata e recupero. Contributi analitici alla Carta del Rischio (Piazza Armerina, 9-13 aprile 2003), Palermo, pp MEZZI M. R. 2002, Alcune considerazioni sulle sculture sospese di età romana: oscilla, pinakes, fistulae, lucerne e maschere in marmo del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, in Studi Goriziani, 95-96, pp MOSS C. F. 1989, Roman Marble Tables, Dissertation, Princeton University, 1988, Ann Arbor. MURGIA E. 2009, Osservazioni preliminari su alcune testimonianze pittoriche di Aquileia, in AquilNost, 80, pp MURGIA E. c.s., Testimonianze di I stile dallo scavo di via Gemina ad Aquileia, in Atti della XLI Settimana di studi aquileiesi. NOVELLO M. 2001, Riflessioni sulla convenienza tra decorazione e ambiente nell edilizia privata romana: il caso di Thuburbo Maius, in RdA, 25, pp NOVELLO M. 2007, Scelte tematiche e committenza nelle abitazioni dell Africa proconsolare. I mosaici figurati, Pisa. NOVELLO M., SALVADORI M. c.s., Aquileia, Casa delle Bestie ferite: nuovi ritrovamenti, in La pittura romana in Cisalpina e nelle regioni limitrofe, in Atti della XLI Settimana di studi aquileiesi. ORIOLO F. 1997, Le pitture della domus sottostante il battistero di Aquileia, in I temi figurativi nella pittura parietale antica (IV sec. a.c. IV sec. d.c.), Atti del VI Convegno internazionale A.I.P.M.A. (Bologna settembre 1995), a cura di D. Scagliarini Corlàita, Imola, pp ORIOLO F. c.s., Aquileia: catalogazione sistematica e dati d archivio per la restituzione dei contesti e la ricostruzione degli apparati decorativi, in Atti della XLI Settimana di studi aquileiesi. ORIOLO F., SALVADORI M. 2001, Decorazioni parietali private nella X regio: i casi della villa imperiale di Aquileia e della villa di Torre di Pordenone, in Abitare in Cisalpina. L edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana, a cura di M. Verzár-Bass, Antichità Altoadriatiche, XLIX, Trieste, pp

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