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1 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Alla ricerca Il progredire della scienza è un processo lento, basato sul dubbio sistematico e sull acquisizione di verità relative. Infatti l enorme numero di conoscenze raggiunte non sono mai dichiarate vere, ma solo plausibili. In particolare lo sviluppo della conoscenza in generale e di quella scientifica in particolare può essere paragonato all evoluzione subita dai sistemi biologici. Questi infatti erano inizialmente unicellulari, ma si sono poi sviluppati, al fine di affrontare ambienti sempre più diversificati, in strutture sempre più complesse di tipo pluricellulare. Analogamente l approccio scientifico, che era all inidi Andrea Pochini zio quasi esclusivamente monodisciplinare, si è andato sviluppando in logiche sempre più spiccatamente pluridisciplinari. Questo è evidentemente legato alla possibilità di affrontare, interagendo in una logica multifunzionale e cooperativa, problemi sempre più complessi, che proprio per le loro caratteristiche possono trovare solo soluzioni in ambiti disciplinari ad elevata complessità. In questa logica nel corso delle loro ricerche gli scienziati, modificando i loro metodi ed i loro procedimenti nello stesso modo in cui modificano i loro strumenti di misura e le loro teorie, hanno creato nuovi linguaggi scientifici disciplinari quali mezzi di interpretazione e di comunicazione ed hanno appreso i linguaggi di discipline affini. I criteri di scelta dei solventi e più in particolare la valutazione dei vari pericoli, fra cui anche quelli ambientali, correlati con il loro utilizzo, sono una interessante ed istruttiva esemplificazione del modo di procedere legato al progredire delle conoscenze provenienti da settori anche molto lontani dalla chimica e di come queste abbiano determinato nuovi criteri nella valutazione delle scelte. I solventi infatti sono sostanze liquide usate su larga scala per diluire o sciogliere un altra sostanza al fine di ottenere una soluzione. L acqua è un solvente largamente usato ma non è un buon solvente per molte sostanze organiche che contengono atomi di carbonio e di idrogeno. Per questo vengono largamente impiegati solventi organici, ad esempio nel settore delle vernici, nella rimozione di sostanze protettive da metalli, tessili, nella pulitura a secco di vestiti ed in molte applicazioni nel settore chimico. Prima di affrontare questo specifico problema occorre fare una introduzione sulla visione molecolare della materia sia per comprendere i vari stati fisici, ed i Largamente impiegati per diluire o sciogliere altre sostanze, per esempio nel settore delle vernici, dei metalli o nella pulitura a secco, questi liquidi hanno spesso comportato rischi per la salute e per l ambiente. Ma i chimici sono al lavoro per trovare alternative ecocompatibili e hanno già raggiunto importanti risultati. Vediamo quali. 36

2 dei solventi verdi PRIMA PARTE comportamenti chimici come ad esempio la sua reattività, sia per capire cosa sono, come lavorano e dove si utilizzano i solventi e i criteri di scelta degli stessi. Al fine di ottenere una corretta comprensione di questi concetti occorre infatti scendere dalla visione macroscopica, ad esempio un liquido con specifiche caratteristiche come il punto di ebollizione, a quella microscopica o molecolare. Quest ultima è utile per vedere e capire la struttura e le proprietà delle molecole che costituiscono il liquido e che quindi determinano le sue proprietà chimiche e fisiche. Un caccia da combattimento sulla piattaforma di revisione. In questa fase delicata vengono controllati il rivestimento di polimeri, la viscosità dei fluidi dell impianto idraulico, gli olii lubrificanti, gli snodi in movimento, qualità e quantità di carburante. In tutta questa fase i solventi rivestono un importanza di primo piano. Immagine di Ornella Erminio 37

3 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Dagli atomi alle molecole. Le interazioni intramolecolari: legami covalenti Partendo dagli atomi dei vari elementi noti e presenti nella Tavola periodica, che sono poco più di cento, si verifica che quelli presenti nella crosta terrestre in quantità significative scendono a circa quindici. Infine nei sistemi biologici, quale ad esempio il corpo umano, gli elementi significativi scendono a circa dieci ed in particolare quattro di questi, il carbonio (C), l idrogeno (H), l ossigeno (O) e l azoto (N), costituiscono più del 95% in peso del corpo umano. Come vedremo, anche i solventi sono normalmente caratterizzati dalla presenza di questi quattro elementi. Gli atomi non sono normalmente stabili e cercano di evolvere per raggiungere, a livello degli elettroni che li caratterizzano, una configurazione stabile a più bassa energia tipica dei gas nobili. Per ottenere questo risultato gli atomi mettono in compartecipazione i propri elettroni con quelli di uno o più altri atomi dando origine a legami intramolecolari, definiti covalenti, arrivando così alla formazione di una molecola. Come tipici esempi prendiamo la molecola di idrogeno e quella di metano. L atomo di idrogeno ha un solo elettrone che mette in compartecipazione con un altro atomo di idrogeno al fine di ottenere un legame fra i due atomi. Con questo legame viene raggiunta una situazione elettronica in cui ci sono due elettroni condivisi che è uguale a quella che caratterizza il gas nobile Elio. Attraverso la condivisione dei due elettroni, i due atomi si trovano nella molecola ad una distanza di 74 pm (distanza di legame) e l energia del sistema si abbassa di 436 kj/mole. In maniera analoga il Carbonio, caratterizzato da quattro elettroni da condividere, forma quattro legami con quattro atomi di Idrogeno al fine di raggiungere la situazione elettronica stabile ad otto elettroni, che caratterizza il gas nobile Neon. In questo modo si forma la molecola di metano CH 4. Come regola generale possiamo dire che formando un legame si libera energia mentre per rompere un legame occorre fornire energia al sistema. Energia di un sistema a due atomi in funzione della distanza interatomica La tavola di Pauling, due volte Nobel per la chimica e la pace Linus Carl Pauling (Portland, 28 febbraio 1901 Big Sur, 19 agosto 1994) era un chimico statunitense. Come riporta la biografia tratta da Wikipedia si è dedicato soprattutto alla chimica quantistica ed alla fisica ed è il padre del legame chimico. Ha ricevuto due premi Nobel, il primo per la chimica nel 1954 e il secondo per la pace nel Gli altri che hanno ricevuto due premi Nobel sono Marie Curie (fisica e chimica), John Bardeen (entrambi in fisica) e Frederick Sanger (entrambi in chimica). Pauling è l'unico tra essi che non li ha ottenuti in condivisione con altre personalità. Il suo libro La natura del legame chimico fu pubblicato nel 1937 e rappresenta un classico della letteratura chimica internazionale. Le nuove regole per determinare le lunghezze dei legami chimici e le altre proprietà delle molecole sono state scritte sulla base del nuovo concetto di risonanza, inventato dallo stesso Pauling. Il grande chimico applicò la meccanica quantistica per determinare la struttura delle molecole e la natura dei legami. I suoi lavori sul legame chimico, a partire dal 1931, hanno risolto tutti gli enigmi sulla formazione di molecole contenenti atomi uguali. Pauling spiegò anche l affinità chimica e compilò la più nota scala di elettronegatività. 38

4 Valori di elettronegatività degli atomi Elettronegatività, legami covalenti polarizzati e polarità delle molecole Alla ricerca dei solventi verdi Quando due atomi diversi sono uniti da un legame covalente, l attrazione esercitata da ogni atomo sugli elettroni di legame può essere messa in relazione con una proprietà detta elettronegatività. Questa proprietà misura la capacità relativa dei vari atomi di attrarre elettroni. Molto adoperata è la scala delle elettronegatività di Pauling (vedi la tabella qui sopra) in cui l elettronegatività viene espressa numericamente. A valori più elevati corrispondono atomi più elettronegativi. L elettronegatività cresce a parità di periodo (riga) da sinistra a destra ed a parità di gruppo (colonna) dal basso verso l alto, per cui l atomo più elettronegativo è il fluoro. Ad esempio, in una molecola di HCl, l atomo di cloro, più elettronegativo rispetto all idrogeno, esercita un attrazione maggiore sugli elettroni di legame, per cui il baricentro delle cariche positive e quello delle cariche negative non coincidono: quest ultimo è più spostato verso l atomo di cloro. Questa distribuzione non simmetrica delle cariche, dà luogo ad un legame covalente polarizzato in cui gli elettroni sono spostati verso l atomo più elettronegativo. La presenza di un tale legame è la condizione necessaria, ma non sufficiente, per avere una molecola polare, in cui i baricentri separati delle cariche positive e negative costituiscono un dipolo. Il dipolo (vettore), generato grazie alla presenza di un elemento fortemente elettronegativo, può essere rappresentato formalizzando sul cloro una parziale carica negativa e sull idrogeno una parziale carica positiva, indicate con questi simboli: Il dipolo può essere quantificato dal valore del momento dipolare, che, in una molecola formata da più di due atomi, si calcola facendo la somma vettoriale dei valori di momento dipolare relativi a tutti i legami presenti. In una molecola biatomica il momento dipolare (µ) dipende dalla differenza ( ) di elettronegatività degli atomi ed aumenta H - F µ = 1,82 Elettronegatività = 1,9 H - Cl µ = 1,03 Elettronegatività = 0,9 H - Br µ = 0,82 Elettronegatività = 0,7 H - I µ = 0,44 Elettronegatività = 0,4 quando questa differenza diventa più grande: Questa polarizzazione può essere evidenziata anche utilizzando le mappe di potenziale elettrostatico, che mostrano, tramite l uso di colori, la densità di carica associata con una Potenziali elettrostatici di alcune molecole biatomiche Rosso < Arancio < Giallo < Verde < Blu Potenziale Potenziale elettrostatico elettrostatico più negativo più positivo δ+ δ- H-Cl LiH H 2 HF 39

5 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Quando i solventi... risolvono I diluenti nei colori dell arte: un talento anche la chimica giusta Una restauratrice provvede ai ritocchi ad un immagine sacra che il tempo ha danneggiato. Ha a disposizione uno scaffale di pigmenti, lacche, solventi e prodotti naturali atti a garantire all opera la restituzione alla freschezza delle origini. Momenti dipolari (µ): effetti della polarizzazione dei legami e della forma delle molecole Molecole apolari Molecole polari Le forze intramolecolar i possono essere suddivise in ioniche, covalenti e legami metallici, sebbene non ci sia una netta suddivisone tra queste descrizioni. CO 2 µ = 0 D Elettronegatività C = 2,5 O = 3,5 CF 4 µ = 0 D Elettronegatività C = 2,5 F = 4,0 H 2 0 µ = 1,85 D Elettronegatività H = 2,1 O = 3,5 NH 3 µ = 1,47 D Elettronegatività H = 2,1 N = 3,O O=C=O superficie molecolare. Quando il legame covalente unisce due atomi uguali, come ad esempio in H 2 o Cl 2,i centri delle cariche positive e negative sono coincidenti, in un punto equidistante dai due nuclei, e conseguentemente questi legami non presentano polarità. Quindi sono apolari le molecole in cui gli atomi non presentano una significativa differenza di elettronegatività, oppure quelle simmetriche (per esempio CO 2,CF 4 ) in cui dipoli uguali si annullano a vicenda. In queste molecole il momento dipolare è nullo. Quindi la polarità di una molecola richiede sia la presenza di un legame covalente polarizzato sia una forma non simmetrica della molecola. Chiudiamo questa prima parte introduttiva sulle forze intramolecolari presentando nella tabella sotto un quadro più completo di tali forze e delle loro energie, ribadendo che qui ci occuperemo solo di quelle covalenti. Le Forze intramolecolari sono quindi caratterizzate da energie relativamente elevate. Formare o rompere questi legami richiede pertanto molta energia, come vedremo nelle Le forze intramolecolari Forza Modello Attrazione Energia Esempio Pittori al lavoro ai quattro angoli del mondo. Usano colori ad olio, acrilici, tempere e smalti, vernici a base di nitrocellulosa o altri prodotti. A ciascuno il diluente adeguato. Ionica Covalente Legame metallico Catione anione Nuclei che condividono una coppia di e- Elettroni delocalizzati kj/mol kj/mol kj/mol NaCl H-H Fe 40

6 Le interazioni intermolecolari: attrazione e repulsione Le molecole interagiscono con altre molecole tramite forze attrattive intermolecolari. Una semplice dimostrazione dell esistenza di tali forze si può avere confrontando l acqua allo stato solido (ghiaccio), liquido e gassoso. Se non esistessero tali interazioni l acqua dovrebbe esistere come gas. Le interazioni fra le molecole di acqua (interazioni intermolecolari) sono responsabili dell esistenza dell acqua liquida o solida. Formare o rompere questi legami richiede, come vedremo nei cambiamenti di stato fisico (solido liquido gas ) o nei processi di solubilizzazione, energie molto più basse. Nella tabella qui sotto sono presentate le varie possibili interazioni intermolecolari, con i valori energetici relativi. In questo articolo affronteremo solo quelle che avvengono fra specie non cariche (dipolo dipolo, dipolo dipolo indotto e le forze di dispersione di London cioè dipolo istantaneo dipolo indotto). Va anche tenuto presente che le molecole polari interagiscono fra di loro con tutte e tre le possibili interazioni. Interazioni dipolo dipolo: i dipoli si allineano completamente o parzialmente nel Alla ricerca dei solventi verdi campo elettrico generato del dipolo adiacente, tale orientazione è contrastata dall energia termica del sistema. Si ricorda che solo allo zero assoluto (0 K), circa 273 C, le molecole sono immobili come pure gli atomi all interno delle molecole. Ad esempio a temperatura ambiente (circa 300 K) nei liquidi e nei gas le molecole si muovono ed anche gli atomi dei vari legami oscillano spostandosi dalla distanza ottimale, corrispondente al minimo energetico della Distanza di Legame. Interazioni dipolo dipolo indotto: gli elettroni di una molecola sono mobili per cui quando una molecola si avvicina a un dipolo, parzialmente carico, questi si muoveranno in risposta al campo elettrico prodotto dal dipolo, avvicinandosi alle parziali cariche positive ed allontanandosi da quelle negative. Questa libertà di movimento posseduta dagli elettroni di una molecola viene chiamata polarizzabilità. Gli atomi piccoli, che possiedono pochi elettroni in prossimità dei protoni nucleari, sono molto poco polarizzabili. Al contrario gli atomi caratterizzati da un elevato numero atomico, avendo molti elettroni collocati in zone lontane dal nucleo, sono molto più facilmente polarizzabili. Su una molecola che contiene atomi facilmente polarizzabili sarà possibile la formazione di un dipolo indotto. La polarizzabilità delle molecole è maggiore quando il loro indice di rifrazione è più elevato (vedi i valori di elettronegatività degli atomi). Forze di dipersione di London: possono essere interpretate come dovute all attrazione tra dipoli istantanei che si generano in molecole apolari. Tali dipoli si formano ad esempio per perdita di simmetria della mo- Tipi di interazioni intermolecolari Nei liquidi le interazioni dipolo dipolo possono essere sia attrattive che repulsive ( ) Interazione Energia Esempi intermolecolare (KJ/mol) Ione dipolo ione carica del dipolo Na. O H H Dipolo dipolo Cariche dei dipoli 5 25 I Cl. I Cl Ione dipolo indotto Ione nube e - polarizzabile 3 15 Fe 2+. O 2 e polarizzabile Dipolo dipolo indotto carica del dipolo - nube 2 10 H Cl. Cl Cl e- polarizzabile Dispersione (London) nubi e- polarizzabili 0,05 40 F F. F F 41

7 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Interazioni dipolo-dipolo nei vari stati fisici della materia. Solido Stati fisici della materia: Gas-Liquidi-Solidi Gli stati fisici della materia Liquido Gas Liquido Solido lecola come conseguenza dei moti molecolari. Ad esempio nel CCl 4, che è una molecola priva di momento dipolare perché simmetrica, i moti molecolari possono allungare uno dei quattro legami C-Cl creando così un dipolo istantaneo. Tale dipolo polarizzerà a sua volta un altra molecola di CCl 4, molecola facilmente polarizzabile per la presenza degli atomi di cloro in cui gli elettroni sono sufficientemente diffusi. Legame ad idrogeno: questa particolare interazione intermolecolare presenta energie relativamente elevate (ad esempio kj/mole) e si verifica fra atomi di idrogeno legati ad atomi ad elevata elettronegatività (F, O, N) ed elettroni presenti su altri atomi di F, O, N. Molecole che danno interazioni intermolecolari via legame ad idrogeno Liquido Nei gas le forze attrattive intermolecolari sono praticamente nulle e le molecole sono libere di muoversi con una velocità che aumenta all aumentare della temperatura (energia cinetica). Nei liquidi esistono consistenti interazioni intermolecolari fra le molecole, che le costringono a tenersi in stretto contatto con le altre molecole anche se mantengono una certa libertà di movimento. Nei solidi queste forze sono talmente elevate da bloccare ogni movimento, come mostra la figura qui sopra. Cambiamenti di stato. Nello schema qui sotto sono stati riassunti i possibili passaggi di stato: con le frecce blu sono stati indicati i processi in cui viene ceduta energia, mentre in rosso quelli in cui bisogna fornire energia perché avvengano. Ad esempio, il calore di evaporazione è una misura delle energie delle forze intermolecolari presenti fra le molecole del liquido e che vanno vinte per farlo passare allo stato gassoso. Ne consegue che Variazioni energetiche nei passaggi di stato H-F H 2 O NH 3 42

8 Alla ricerca dei solventi verdi una misura delle energie associata alle forze intermolecolari si può ottenere dai punti di ebollizione delle varie sostanze. Nella figura a lato sono riportate una serie di molecole apolari sia monoatomiche come i gas nobili Elio, Neon, Argon, Kripto e Xeno, sia biatomiche come gli alogeni Fluoro, Cloro, Bromo e Iodio, con i loro relativi punti di ebollizione. I punti di ebollizione crescono enormemente con l aumentare della grandezza dell atomo (peso atomico) o della molecola (peso molecolare PM ottenuto dalla somma dei pesi atomici). Questa proporzionalità può essere messa in stretta correlazione con un aumento della polarizzabilità dell atomo più grande e conseguentemente delle forze di dispersione di London. Un aumento del punto di ebollizione con il peso molecolare si osserva anche con gli alcani, molecole che contengono solo atomi di carbonio e di idrogeno (tabella in basso). In questo caso le molecole apolari aumentano il numero di interazioni dipolo istantaneo dipolo indotto all aumentare della lunghezza della catena, e conseguentemente anche le relative energie. Anche le frazioni petrolifere, costituite prevalentemente da idrocarburi apolari ed ottenute dalla distillazione del petrolio, hanno temperature di ebollizione che aumentano all aumentare del peso molecolare e quindi del numero di atomi di carbonio contenuti nelle molecole Quando i solventi... risolvono Diluire per vaporizzare le vernici che si applicano in aerosol La vernice è diluita in percentuali rilevanti per offrire scarsa resistenza alla vaporizzazione. Vanno prese tutte le misure necessarie ad evitare l inalazione del composto. La verniciatura a spruzzo è applicata particolarmente nelle piccole produzioni con pistole manuali o impianti altamente automatizzati, nel caso delle grandi finiture nelle catene di montaggio. Punti di ebollizione, numero degli atomi di carbonio e pesi molecolari (PM) del metano e di alcuni alcani a catena lineare Peso molecolare Punto di ebollizione Metano CH x1=16-164,0 C Propano C 3 H ,1 C n - Butano C 4 H ,5 C n - Esano C 6 H ,9 C n - Decano C 10 H ,1 C n - Eicosano C 20 H C L applicazione è ottenuta mescolando aria compressa alla miscela di resine - pigmento. L alta diluizione rende spesso necessarie più applicazioni del prodotto. 43

9 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Alla ricerca dei solventi verdi Frazioni petrolifere Frazione Gassosa Nafta Cherosene Gasolio leggero Gasolio pesante Olio lubrificante Olio combustibile Bitume presenti nelle varie frazioni illustrate nella tabella qui sotto. Quando la molecola non è più apolare, oltre alle forze di dispersione di London intervengono anche gli altri tipi di interazioni intermolecolari. N atomi di C delle molecole > 60 > 70 > 80 Temperatura di ebollizione C < > 490 > 580 Usi Riportiamo (tabella in basso) tre molecole che hanno peso molecolare simile ma presentano diversi tipi di interazione intermolecolari. All aumentare di queste interazioni aumenta anche il punto di ebollizione. Combustibile Bombole di gas liquido Benzina per auto Prodotti chimici Combustibile per aerei Gasolio per auto Sorgente di prodotti per il cracking Prodotti lubrificanti Prodotti per il cracking Combustibile per impianti termoelettrici e navi Superfici stradali, tetti differenti con una distribuzione statistica delle energie e quindi alcune di esse hanno una energia sufficiente per vincere le interazioni intermolecolari e passare in fase gas. Tale equilibrio è dinamico e quindi molecole di gas, perdendo parte della propria energia, possono tornare nella fase liquida. Equilibri liquido gas La tensione di vapore di un liquido ad una certa temperatura misura la pressione esercitata dal vapore ed è un indice del numero di molecole presenti allo stato di vapore ed aumenta all aumentare della temperatura e al diminuire della energia delle interazioni intermolecolari. Dipendenza della tensione di vapore dalla temperatura Equilibri liquido-gas: tensione di vapore. Nei liquidi le molecole hanno una energia cinetica determinata dalla temperatura in cui questi si trovano. Le molecole hanno energie Correlazione ra le forze attrattive intermolecolari e la temperatura di ebollizione Molecola Propano Etere dimetilico Alcol etilico Formula CH 3 CH 2 CH 3 CH 3 OCH 3 CH 3 CH 2 OH Temperatura di ebollizione -42 C -25 C +78 C Tipologia delle forze attrattive intermolecolari * Tipo 1 Tipo 1+2 Tipo *Dove le Forze attrattive intermolecolari vengono scomposte in: Tipo 1 = Dipolo istantaneo (dissimetrizzazione da moti molecolari) - dipolo indotto (polarizzabilità) [Forze di dispersione di London]; Tipo 2 = Dipolo - dipolo o dipolo-dipolo indotto; Tipo 3 = Legame ad idrogeno 44

10 (Temperatura di ebollizione = P.E.; Tensione di vapore; Calore di evaporazione = H vap ). Parametri relativi al passaggio di stato liquido gas Sostanza P. E. (ºC) Butano Etere dietilico Metanolo Etanolo Acqua Decano Tensione di vapore 25ºC (mm Hg) ,80 H vap (kj/mol) Quando, con l aumentare della temperatura, la tensione di vapore del liquido raggiunge 760 mm Hg (pressione atmosferica) abbiamo raggiunto la T ebollizione e tutte le molecole di liquido passano allo stato di vapore portando all ebollizione del liquido stesso. Un altro parametro importante che determina la diffusione di un gas o di un vapore nell ambiente è la sua densità relativa rispetto all aria. La composizione dell aria è circa la seguente: 78% azoto (PM = 28), 21% ossigeno (PM = 32), e 1% argon (PM = 40). Il peso molecolare (PM) di questa miscela gassosa si ottiene dalla media pesata dei pesi molecolari. Peso molecolare medio dell aria = 0,78 x ,21 x ,01 x 40 = ca. 29 Applicando l equazione di stato dei gas pv = (g/pm)rt, dove p, v, T, g e PM sono rispettivamente la pressione, il volume, la temperatura, i grammi ed il peso molecolare del gas, si ricava che la densità di un gas d = g/v = (p/rt)pm dipende dalla pressione, temperatura e dal peso molecolare del gas stesso. Operando quindi a temperatura e pressioni costanti la densità diviene direttamente dipendente dal peso molecolare del gas. Densità relativa di alcuni gas Densità di gas = K(PM) [K=costante a T, p=costanti] Il peso molecolare delle sostanze organiche è generalmente >> 29; per cui la densità dei gas o vapori da sostanze organiche >> densità aria. Questi stratificano quindi verso il basso (si diffondono lentamente nell atmosfera). Etere dietilico C 2 H 5 O C 2 H 5 PM = 74 Vapore molto pesante Butano C 4 H 10 PM = 58 Gas pesante Metano CH 4 PM = 16 Gas leggero Idrogeno H 2 PM = 2 Gas molto leggero La densità relativa di questi gas determina la loro diffusione nell aria e quindi anche la posizione di eventuali sensori specifici istallati in una logica protettiva. Così, ad esempio, un rivelatore per gas di città (CH 4 ) dovrà essere collocato a soffitto mentre quello per i gas in bombole (miscela di propano e butano) va collocato in basso. Altri esempi di importanza della densità dei gas nel determinare eventuali rischi viene dalla CO 2 che si libera nella fermentazione alcolica (produzione di vini). Questo gas ha un peso molecolare uguale a 44 e quindi essendo più pesante dell aria stratifica verso il basso del tino spostando l aria ivi presente. Se una persona, al termine del processo fermentativo, entra in un tino non opportunamente ventilato si trova a contatto con un gas non tossico ma soffocante. Infatti la diminuzione di ossigeno presente nel tino può portare a rischi anche mortali. Nella stessa logica la liberazione di una enorme quantità di CO 2 dal lago vulcanico Nyos nel Camerun il 21 agosto 1986 ha portato alle morte per soffocamento di circa 1800 persone. (Wikipedia) 45

11 LE NUOVE FRONTIERE DELLA CHIMICA Soluzioni, i due casi se mescoliamo Alla ricerca dei solventi verdi solido e liquido La solubilizzazione del cloruro di sodio (sale da cucina) Na + Cl - Na + Cl - Cl - Na + Cl - Na + Na + Cl - Na + Cl - Cl - Na + Cl - Na + Na + Cl - Na + Cl - Cl - Na + Cl - Na + + Soluto Solvente (H 2 O) Soluzione Tipi diversi di soluzioni Se mescoliamo due sostanze diverse, ad esempio un solido ed un liquido, possiamo avere due casi: formazione di una miscela eterogenea con presenza di regioni a differente composizione e con osservabili separazioni dei componenti oppure formazione di una miscela omogenea con composizione uniforme e costante e senza osservabili separazioni dei componenti come ad esempio nelle soluzioni. Queste sono in genere costituite da solidi o liquidi disciolti in un altro liquido ma altri tipi di soluzioni sono possibili. Soluzioni Gas-Liquido. Piccole quantità di gas non polari possono essere disciolte in acqua tramite interazioni attrattive dipolo dipolo indotto. Così a 25 C ed 1 atmosfera 3,2 ml di O 2 si sciolgono in 100mL di acqua e questa solubilità è essenziale per la vita negli ambienti acquatici. Nella figura qui sopra è schematizzato il processo di solubilizzazione del sale da cucina (soluto solido) in acqua (solvente liquido). Anche la miscibilità dei liquidi in generale e dei solventi in particolare può fornire utili indicazioni sui parametri che guidano il processo di solubilizzazione (figura in basso). L acqua, molecola polare in grado di formare legami ad idrogeno, scioglie l acetone che è anch esso polare ed avente la capacità di accettare legami ad idrogeno. Questi due solventi sono quindi completamente miscibili tra loro. Al contrario l acqua non scioglie, ad esempio, l esano o il diclorometano che sono molecole non polari e questa immiscibilità dà origine alla formazione di due fasi liquide di cui quella con densità più bassa formerà lo strato superiore della miscela eterogenea. Mentre l esano è meno denso dell acqua il diclorometano è più denso e quindi costituirà la fase inferiore del sistema bifasico. Una dimostrazione della solubilità: la miscibilità di due liquidi Gas in gas Gas in liquido Gas in solido Liquido in liquido Liquido in solido Solido in liquido Solido in solido Esempio Aria (O 2, N 2, Ar, e altri gas) Acqua gassata (CO 2 in acqua) H 2 in palladio Gasolio (miscela di idrocarburi) Pasta per otturazione dentale (Mercurio in argento) Acqua di mare (NaCl e altri sali in acqua) Leghe metalliche Soluti e solventi. Soluto è la sostanza che vogliamo sciogliere. Solvente è la sostanza (normalmente un liquido che è la componente principale della miscela) che scioglie il soluto. H 2 O+CH 2 Cl 2 H 2 O+CH 3 COCH 3 Nella pagina accanto viene presentata in maniera schematica la miscibilità di vari liquidi. A sinistra ci sono i solventi polari capaci di dare legami ad idrogeno come l acqua, l etandiolo o glicol etilenico, l etanolo e l acido acetico. La polarità diminuisce con il 2-butanone, l etil acetato e l etere etilico ed infine con il toluene, il tetraclorometano e l esano si Alla ricerca dei solventi verdi prosegue nel prossimo numer 46

12 La miscibilità dei solventi Quando i solventi... risolvono Impasti di pigmenti e resine che si applicano soltanto diluiti Linea continua fra due solventi = completa miscibilità Linea tratteggiata = parziale miscibilità Linea puntiforme = miscibilità molto bassa Assenza di linea = immiscibile Le regole generali di solubilità hanno i solventi apolari. Come si vede dalla figura, le linee continue, specialmente con i solventi capaci di dare legami ad idrogeno, sono presenti solo con i solventi contigui. La regola generale che quindi si può ricavare da questi dati, ma anche da quelli riportati in precedenza per la solubilità, è che le sostanze simili sciolgono sostanze simili. Nelle immagini esempi di giganteschi lavori di verniciatura ed altri di dimensioni più modeste e a portata di tutti. Basilare è comunque la figura al centro, il tecnico addetto alla preparazione corregge la viscosità dei prodotti, così come escono dalle aziende, per adattare la densità della vernice alla superficie. Le soluzioni si formano quando sono simili questi tre tipi di forze Il diluente è da mescolare con particolare accortezza per agevolare l uso degli attrezzi. Se facciamo un bilancio delle forze intermolecolari che entrano in gioco nella solubilizzazione di un soluto, dobbiamo da un lato considerare l energia spesa per separare sia le molecole di soluto sia di solvente e quindi, perché il processo avvenga, dovremmo ottenere almeno una pari quantità di energia dalle interazioni fra le molecole di soluto e di solvente. Andrea Pochini Dipartimento di Chimica organica e industriale dell'università di Parma (1 - continua) o con la seconda parte dedicata ai rischi e alla legislazione... 47

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