Capitolo 6 Risultati pag. 367

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1 Capitolo 6 Risultati pag. 367 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti lineari per IPA.

2 Capitolo 6 Risultati pag. 368 I valori medi di concentrazione di IPA dovuti alle sole sorgenti puntuali risultano decisamente superiori su tutta l area rispetto a quelli dovuti alla sola sorgente del termovalorizzatore e di fatto stabiliscono una relazione di assoluta predominanza dei primi rispetto ai secondi. Nel grafico che mostra la somma dei due effetti, non si evidenziano effetti aggiuntivi dovuti alla presenza del termovalorizzatore, cioè i livelli di concentrazione rimangono inalterati rispetto alla situazione attuale, per l intera area sensibile di studio a riprova del basso impatto relativo da parte delle emissioni generate dal termovalorizzatore. Il rapporto fra contributo del termovalorizzatore rispetto alle sorgenti puntuali (TV/P) risulta praticamente su tutta l area dell ordine di 1/100, ad indicazione del peso relativo trascurabile che il termovalorizzatore ha, rispetto alle sorgenti puntuali già esistenti. A tale valutazione si deve aggiungere il fatto che il carico comunque determinato sulle aree di ricaduta risulta essere trascurabile rispetto ai termini di confronto con le condizioni di corretta qualità dell aria, come già evidenziato nelle sezioni precedenti.

3 Capitolo 6 Risultati pag. 369 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti lineari per PCDD/F (TE).

4 Capitolo 6 Risultati pag. 370 All interno dell area sensibile di analisi esiste una unica sorgente puntuale caratterizzata come significativa per le emissioni di PCDD/PCDF, producendo un effetto al suolo comparabile a quello del termovalorizzatore, sia come valori di impatto che come area di massima ricaduta. Nel grafico che mostra la somma dei due effetti, si evidenzia un effetto di sovrapposizione delle due sorgenti, che si trovano ad una distanza relativamente breve, con un allargamento dell area interessata dai valori di maggiore carico, rispetto allo stato attuale, ma entro valori comunque inferiori allo stato monitorato in aree distanti dalle sorgenti antropiche urbane, così come rilevato dalle indagini di ARPAT e come riportato nelle sezioni precedenti. Il rapporto TV/P fra contributo del termovalorizzatore rispetto alle sorgenti puntuali, limitate ad una sola sorgente significativa risulta indicare una prevalenza degli effetti del termovalorizzatore per valori di concentrazione al suolo, comunque entro valori di carico ambientale ben inferiori rispetto ai valori di fondo registrato presso la stazione di monitoraggio installata da ARPAT per la caratterizzazione dei livelli remoti da sorgenti antropiche urbane della città di Firenze. Il quadro complessivo non sembra determinare confermare un effetto sommatoria di presenza di diossine in diffusione, preoccupante rispetto ai livelli già esistenti in area urbana, essendo i livelli stimati di scarso rilievo rispetto a questi valori.

5 Capitolo 6 Risultati pag. 371 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti lineari per PTS.

6 Capitolo 6 Risultati pag. 372 I valori medi di concentrazione di PTS dovuti alle sole sorgenti puntuali risultano decisamente superiori su tutta l area rispetto a quelli dovuti alla sola sorgente del termovalorizzatore, per effetto della notevole presenza diffusa di sorgenti aventi fattori di emissione ben superiori. Nel grafico che mostra la somma dei due effetti, gli effetti aggiuntivi dovuti alla presenza del termovalorizzatore risultano quindi essere di scarsa rilevanza. Il rapporto fra contributo del termovalorizzatore rispetto alle sorgenti puntuali (TV/P) risulta praticamente su tutta l area dell ordine di 1/100 e quindi di scarsa importanza, anche se si deve tenere conto della diversa speciazione fisica presa in esame (nel caso del termovalorizzatore l intero campione di polveri sospese emesse rientra nella classificazione di polveri fini o PM10). Complessivamente è possibile evidenziare che il carico ambientale determinato dalla emissione di polveri dal termovalorizzatore appare essere di importanza molto limitata sia in termini assoluti (v. sezioni precedenti), che rispetto al quadro degli effetti determinati dalle sole sorgenti puntuali significative già esistenti. L analisi dettagliata dell incidenza relativa delle due tipologie di sorgenti (termovalorizzatore di futura ed ipotetica implementazione e sorgenti puntuali significativi già esistenti) nello spazio permette di fare le seguenti valutazioni: I composti per cui il peso del termovalorizzatore appare non trascurabile, rispetto alle sorgenti puntuali più significative già presenti sono cadmio, mercurio e diossine. Per tali tipologie di inquinanti si ha come elemento comune la presenza di una sola sorgente puntuale competitore rispetto al termovalorizzatore, che determina di fatto una prevalenza degli effetti di questo alle distanze maggiori dall impianto, dove di fatto si hanno anche concentrazioni del tutto trascurabili. In aggiunta si deve rilevare come per tutti e due le tipologie di microinquinanti inorganici (Cd e Hg) i livelli di concentrazione sono sempre ben al di sotto dei livelli di salvaguardia della salute umana, mentre per quanto riguarda le diossine i valori presenti come ricadute al suolo risultano sempre inferiori a quanto rilevato in aree ben distanti dall areale urbano fiorentino. Per ciò che riguarda ossidi di azoto e biossido di zolfo si hanno valori delle concentrazioni dovute al termovalorizzatore ed alle altre sorgenti puntuali confrontabili (come impatto al suolo massimo), ma si ha un rapporto fra i due contributi che risulta sempre inferiore a 1/10, scendendo rapidamente a 1/100, allontanandosi dal sito di localizzazione del termovalorizzatore, a riprova di un limitato effetto contributo rispetto alle sorgenti puntuali già esistenti. Il contributo del termovalorizzatore alle concentrazioni in atmosfera di piombo è trascurabile, rispetto alle sorgenti puntuali esistenti e trascurabile in termini assoluti. Relativamente IPA, il rapporto fra contributo del termovalorizzatore rispetto alle sorgenti puntuali risulta praticamente su tutta l area inferiore e dell ordine di 1/100 e quindi di scarsissimo rilievo, otre ad essere trascurabile in termini assoluti. Per quel che riguarda le polveri è stato effettuato un confronto con le PTS, ipotizzando che praticamente tutto il particolato emesso dal termovalorizzatore sia PM 10. Il rapporto fra contributo del termovalorizzatore rispetto alle sorgenti puntuali risulta praticamente su tutta l area inferiore e dell ordine di 1/100 e quindi molto scarso, accanto ad un valore assoluto già evidenziato come molto limitato.

7 Capitolo 6 Risultati pag. 373 Confronto termovalorizzatore a Case Passerini sorgenti areali diffuse Nei grafici successivi si riportano mappe di incidenza relativa che permettono di porre a confronto il carico ambientale determinato dalla sorgente termovalorizzatore, rispetto alle sorgenti esistenti di tipo diffuso (rapporto tra le concentrazioni dovute al termovalorizzatore e quelle dovute alle sorgenti areali diffuse). A differenza delle altre valutazioni di confronto riportate per le altre tipologie di sorgenti e proprio per non indurre ad una lettura quantitativa e scientificamente comparabile dei grafici di confronto, non si sono riportate delle quotature numeriche. In questo modo infatti si vuole dare una lettura esclusivamente qualitativa sulle aree a maggiore carico relativo aggiunto, rispetto a quelle in cui l aggravio di carico risulta più limitato. Utilizzando a questo scopo le scale cromatiche, si ha un peso ambientale della sorgente termovalorizzatore crescente a partire dal giallo fino al rosso intenso (due ordini di grandezza superiore rispetto al giallo pallido) e al viola (tre ordini di grandezza). Per alcuni inquinanti l utilizzo di tale scala non è stato possibile in quanto l incidenza massima era almeno di un ordine di grandezza inferiore rispetto al minimo (giallo pallido). Per questi inquinanti è stata quindi utilizzata un altra scala che va dal celeste al verde e copre anch essa due ordini di grandezza di differenza di carico. Le tonalità intorno al rosso corrispondono a valori confrontabili di concentrazione tra le due simulazioni. Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per gli NO x (a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto del termovalorizzatore sulla concentrazione di NOx è comparabile alle altre sorgenti diffuse solo nelle ristrette vicinanze del camino e risulta invece inferiore per il resto dell area considerata.

8 Capitolo 6 Risultati pag. 374 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per l SO 2 (a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto del termovalorizzatore sulla concentrazione di SO 2 è comparabile alle altre sorgenti diffuse solo nelle ristrette vicinanze del camino e risulta invece inferiore per il resto dell area considerata. Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per il PM 10 (a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di PM 10 da parte del termovalorizzatore è sempre inferiore a quello delle sorgenti diffuse su tutta l area considerata e risulta non trascurabile nelle aree non strettamente limitrofe al punto di emissione.

9 Capitolo 6 Risultati pag. 375 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per il Pb(a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di Pb da parte del termovalorizzatore è sempre inferiore (la tonalità celeste evidenzia forti differenze, maggiori delle differenze evidenziate dalla tonalità gialla) a quello delle sorgenti diffuse su tutta l area considerata. Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per il Cd(a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di Cd da parte del termovalorizzatore è comparabile alle altre sorgenti diffuse nell area di prossimità del camino e risulta invece inferiore per il resto dell area considerata.

10 Capitolo 6 Risultati pag. 376 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per il Hg(a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di Hg da parte del termovalorizzatore è comparabile alle altre sorgenti diffuse in zone estese rispetto all area considerata. Il peso risulta inferiore per le zone complementari. Nelle aree più distanti dal punto di emissione, le condizioni di comparazione tra i livelli di concentrazione determinati dalle diverse tipologie di sorgenti è relativo a valori assoluti di concentrazione al suolo non significativi. Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per il benzene(a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di benzene da parte del termovalorizzatore è sempre inferiore (la tonalità celeste evidenzia forti differenze, maggiori delle differenze evidenziate dalla tonalità gialla) a quello delle sorgenti diffuse su tutta l area considerata.

11 Capitolo 6 Risultati pag. 377 Figura Confronto termovalorizzatore-sorgenti diffuse per gli IPA(a) e visualizzazione sulla Il peso dell effetto sulla concentrazione di IPA da parte del termovalorizzatore è sempre inferiore a quello delle sorgenti diffuse su tutta l area considerata. In termini di comparazione complessiva non è stato possibile valutare il contributo relativo mutuo tra sorgenti diffuse e termovalorizzatore per quanto riguarda diossine (PCDD/F), toluene e xilene, stante l assenza di dati di riferimento per al stima delle emissioni specifiche da sorgenti diffuse di tali tipologie di inquinanti. L analisi dei grafici ci permette di affermare che gli unici inquinanti prodotti dal termovalorizzatore che, secondo le simulazioni, hanno un peso comparabile rispetto a quello che potremmo definire il valore di fondo (in termini di carico dovuto all insieme delle sorgenti diffuse di complessa individuazione e anche di complessa mitigazione specifica), sono i microinquinanti mercurio e cadmio. Peraltro le condizioni di concentrazione al suolo alle quali si riferiscono le valutazioni comparative fatte sono relative valori estremamente ridotte rispetto ai valori di salvaguardia della salute umana, come già evidenziato nelle sezioni precedenti. Il contributo del termovalorizzatore per ossidi di azoto e di zolfo esiste, ma è sempre ben al di sotto dell inquinamento di fondo (almeno due ordini di grandezza inferiore), mentre ancora più basso è il peso del contributo del termovalorizzatore per particolato fine ed IPA. Praticamente nullo rispetto agli inquinanti già presenti nell area il contributo del termovalorizzatore per quel che riguarda piombo e benzene.

12 Capitolo 6 Risultati pag. 378 Confronto attuale-futuro (con termovalorizzatore a Case Passerini) sistema rifiuti e riscaldamento Come già detto nel paragrafo 5.8, i risultati riportati in questo paragrafo fanno riferimento alle concentrazione al suolo dei composti inquinanti di interesse, nella situazione attuale (anno 2003) ed in quella futura (anno 2007) relativamente ai processi inclusi all interno del sistema di gestione dei rifiuti, secondo lo schema di modificazione descritto dal Piano Provinciale di gestione dei rifiuti urbani della Provincia di Firenze. Nell ambito di tale fase di studio si è voluto considerare l effetto dovuto alle emissioni da caldaie per riscaldamento civile, rispetto alla possibile opzione offerta dalla installazione di sistemi di recupero di energia da rifiuti e da biogas derivato da produce, di proporre un sistema di teleriscaldamento urbano e/o industriale per le aree circostanti agli impianti. Nella situazione futura è infatti possibile ipotizzare di poter utilizzare l energia termica cogenerata dal termovalorizzatore e dal sistema di recupero energetico da biogas di discarica alimentato con motori a combustione interna (MCI) per realizzare un sistema di teleriscaldamento di abitazioni civili prossime all impianto (in un intorno centrato sul termovalorizzatore, che in prima approssimazione può essere considerato pari ad un raggio di circa 2 km). L ipotesi della cogenerazione per la produzione di calore, può portare alla soppressione di parte delle caldaie attualmente in uso per il riscaldamento urbano e/o per gli usi industriali e commerciali delle aree limitrofe, riducendo le emissioni connesse. In tal senso il sistema di gestione dei rifiuti e il sistema di produzione di riscaldamento civile risultano essere connessi e per questo motivo è stata approfondita tale ipotesi in termini di bilancio complessivo di carico ambientale al suolo. Per quel che riguarda la valutazione delle emissioni dovute alle caldaie per riscaldamento civile sono stati utilizzati dati appartenenti alla tipologia di sorgenti classificate come sorgenti diffuse, relativamente a caldaie aventi potenzialità inferiore ai 50 MWt e pertanto si deve tenere conto delle considerazioni fatte nel paragrafo relativo a tali sorgenti, per quanto riguarda la rappresentatività delle risultanze ottenute con modelli diffusionali applicati a tale tipologia di sorgenti. Nonostante ciò risulta molto interessante il confronto fra la situazione attuale e quella futura, per la valutazione di tipo qualitativa dei possibili effetti di riduzione o incremento complessivi del carico ambientale nelle aree limitrofe a quelli coinvolti dalle modificazioni del sistema impiantistico di trattamento e smaltimento di rifiuti. Di seguito vengono riportate, per ogni inquinante: una mappa relativa alla concentrazione media annuale al 2003 (in alto a sinistra) riferita allo stato attuale del sistema di gestione dei rifiuti e del sistema di riscaldamento urbano; una mappa relativa alla concentrazione media annuale al 2007 (in alto a destra) riferita alla ipotesi di modificazione del sistema di gestione dei rifiuti e del sistema di riscaldamento urbano (teleriscaldamento); una mappa riferita alla differenza relativa (in percentuale) di concentrazione media fra lo stato attuale (anno 2003) e stato ipotetico futuro con teleriscaldamento (anno 2007) (in basso). Nel grafico della differenza relativa tra i due scenari i valori negativi indicano una riduzione dei carichi ambientali, mentre quelli positivi un aumento.

13 Capitolo 6 Risultati pag. 379 Non è stato possibile analizzare i risultati relativi ad alcuni inquinanti quali toluene, xilene e diossine, poiché per questi non sono presenti nel data base preso a riferimento, relativo alle sorgenti diffuse. Figura Confronto NO x sistema rifiuti e riscaldamento Nel passaggio fra la situazione attuale a scenario futuro con teleriscaldamento, si nota una sostanziale stabilità nella distribuzione della concentrazione di NO X nelle aree distanti dalle zone di collocazione degli impianti.

14 Capitolo 6 Risultati pag. 380 Effettivamente i due effetti di aggiunta del termovalorizzatore e del sistema di recupero energetico da biogas affiancati alla sostituzione parziale delle caldaie per riscaldamento urbano con sistema di teleriscaldamento tendono a controbilanciarsi nell ambito dell intero territorio interessato. Ovviamente la presenza dei due punti emissivi (termovalorizzatore e MCI) porta ad un incremento delle concentrazioni di NO X localizzato in corrispondenza delle aree tecnologiche, mentre l effetto del teleriscaldamento porta ad un interessante decremento delle concentrazioni medie rispetto ai valori attuali nelle aree maggiormente urbanizzate prossime agli impianti in conseguenza della eliminazione parziale delle caldaie (con effetti compresi fra il 20 e 50%). L effetto sinergico appare estremamente interessante in termini di trasferimento dei carichi ambientali, in quanto porta ad un incremento dei carichi nelle aree oggi meno urbanizzate a vantaggio di quelle maggiormente urbanizzate, grazie al decentramento della produzione energetica verso un polo di conversione unico.

15 Capitolo 6 Risultati pag. 381 Figura Confronto SO 2 sistema rifiuti e riscaldamento Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotizzata come futura (implementazione del polo tecnologico di conversione energetica da rifiuti e biogas con teleriscaldamento urbano a servizio delle aree urbane limitrofe), si evidenzia, nel caso degli ossidi di zolfo un decremento della concentrazione di SO 2 rispetto ai valori attuali. La riduzione pur essendo più marcata nelle aree maggiormente urbanizzate che usufruiscono maggiormente del beneficio determinato dalla sostituzione dei sistemi attuali di

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