Capitolo 6 Risultati pag. 382
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1 Capitolo 6 Risultati pag. 382 generazione del calore per riscaldamento urbano, ed è comunque uniformemente distribuita sui quadranti interessati dal teleriscaldamento, con maggiore effetto su quelli più urbanizzati. Lo stato di incremento delle concentrazioni al suolo, che si presenta come elemento di bilanciamento degli effetti benefici, è comunque molto ridotto e limitato alle sole aree di prossimità agli impianti. Figura Confronto PM 10 sistema rifiuti e riscaldamento
2 Capitolo 6 Risultati pag. 383 Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotetica futura di cogenerazione con teleriscaldamento urbano, anche nel caso delle polveri fini, pur essendo predominante l impiego di combustibili gassosi per riscaldamento urbano, si registra effetto marcato di decremento delle concentrazioni di PM 10 rispetto ai valori attuali. La riduzione è compresa fra 20 e 50% ed è maggiore presente nei quadranti più urbanizzati, dove l effetto di sostituzione dei sistemi convenzionali per riscaldamento è ovviamente più incisivo. L effetto di incremento è limitato alle sole aree limitrofe agli impianti. Figura Confronto Pb sistema rifiuti e riscaldamento
3 Capitolo 6 Risultati pag. 384 Nel caso del piombo (Pb), anche in ragione dei bassi valori di impatto evidenziati già in precedenza, il passaggio fra lo stato attuale ad uno stato futuro di cogenerazione con teleriscaldamento urbano alimentato da rifiuti e biogas di discarica è in grado di fornire un effetto di deciso decremento della concentrazione di Pb rispetto ai valori attuali, diffuso a tutte le aree prese in esame e senza effetti di incremento neppure nelle immediate vicinanze degli impianti. Figura Confronto Cd sistema rifiuti e riscaldamento
4 Capitolo 6 Risultati pag. 385 Nel caso del cadmio (Cd) il passaggio fra lo stato attuale ad uno stato futuro di cogenerazione con teleriscaldamento urbano alimentato da rifiuti e biogas di discarica porta ad un effetto fortemente differenziato a seconda delle aree prese in considerazione. In particolare è possibile apprezzare il fatto che la sostituzione dei sistemi convenzionali di riscaldamento urbano porta ad una riduzione dei carichi ambientali nelle aree maggiormente coinvolte da tale intervento. Di contro però nelle aree limitrofe agli impianti di conversione energetica da rifiuti e da biogas presi in considerazione si ha un incremento dei carichi ambientali rispetto allo stato attuale (anche se relativamente a valori assoluti di concentrazione ben inferiori ai valori di salvaguardia della salute umana, come evidenziato nelle sezioni precedenti). Un comportamento apparentemente anomalo è dato dalla presenza di condizioni di incremento delle concentrazioni al suolo anche in aree lontane dagli impianti di conversione da rifiuti e biogas di discarica, che devono riferirsi alla assenza di livelli di antropizzazione nel modello areale di rappresentazione delle sorgenti diffuse preso in considerazione per la predisposizione del presente studio.
5 Capitolo 6 Risultati pag. 386 Figura Confronto Hg sistema rifiuti e riscaldamento Anche nel caso del mercurio (Hg) il passaggio fra lo stato attuale ad uno stato futuro di cogenerazione con teleriscaldamento urbano alimentato da rifiuti e biogas di discarica porta ad un effetto fortemente differenziato a seconda delle aree prese in considerazione. Anche in questo caso è possibile apprezzare il fatto che la sostituzione dei sistemi convenzionali di riscaldamento urbano porta ad una riduzione dei carichi ambientali nelle aree maggiormente coinvolte da tale intervento.
6 Capitolo 6 Risultati pag. 387 Di contro però nelle aree limitrofe agli impianti di conversione energetica da rifiuti e da biogas presi in considerazione e anche in aree non direttamente prossime a tali impianti si ha un incremento dei carichi ambientali rispetto allo stato attuale. Tale effetto è dovuto per lo più ai bassi valori di carico ambientale determinati dalle sorgenti convenzionali sostituite che generano un carico al suolo dello stesso ordine di grandezza rispetto alle concentrazioni dovute alle emissioni prodotte dal polo di conversione energetica (termovalorizzatore e sistema di recupero energetica da biogas). Si deve comunque tenere presente, come già evidenziato nelle sezioni precedenti, che si tratta sempre di valori di concentrazione che in termini assoluti risultano essere ben inferiori ai valori di salvaguardia della salute umana.
7 Capitolo 6 Risultati pag. 388 Figura Confronto benzene sistema rifiuti e riscaldamento Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotetica futura di cogenerazione con teleriscaldamento urbano, nel caso del benzene, si registra effetto marcato di decremento delle concentrazioni rispetto ai valori attuali, nelle aree sottoposte al maggiore effetto di sostituzione dei sistemi convenzionali per riscaldamento. L effetto di incremento che viene indicato nella figura 6.131, si deve tenere presente che, come indicato nelle sezioni precedenti, è riferito a concentrazioni al suolo del tutto trascurabile rispetto alle condizioni limite di qualità dell aria.
8 Capitolo 6 Risultati pag. 389 Tali effetti sono determinati dal fatto che Il benzene non è un composto tipico delle emissioni di caldaie per riscaldamento civile e che quindi l introduzione del teleriscaldamento ha un effetto meno rilevante, o comunque meno localizzato, in termini di riduzione delle concentrazioni al suolo (presente già in bassissime concentrazioni), rispetto ad altre tipologie di inquinanti tipici. Figura Confronto IPA sistema rifiuti e riscaldamento Nel passaggio fra la situazione attuale a quella ipotetica futura di cogenerazione con teleriscaldamento urbano, nel caso degli IPA, si registra un effetto diffuso di riduzione delle concentrazioni rispetto ai valori attuali, nell intera area di studio, per effetto del fatto che gli
9 Capitolo 6 Risultati pag. 390 impatti generati dai sistemi di cogenerazione con combustione di rifiuti e recupero energetico da biogas di discarica, risultano essere trascurabili. Il confronto fra lo scenario attuale di gestione e di sistemi di riscaldamento urbano attuale e lo scenario ipotetico futuro di creazione di un polo tecnologico di conversione energetica da rifiuti e da biogas di discarica, con produzione di fluidi termovettori applicati alla sostituzione, mediante idonea rete di teleriscaldamento, di caldaie ad uso civile e/o commerciale ed industriale mostra un effetto di potenziale miglioramento dal punto di vista della qualità dell aria, specialmente nelle aree maggiormente coinvolti dalla sostituzione del sistema di riscaldamento. L effetto che viene evidenziato, in termini generali, è il bilanciamento tra le emissioni aggiunte dagli impianti di cogenerazione (termovalorizzatore e sistema di recupero energetico da biogas) e le emissioni evitate dalle caldaie sostituite grazie al teleriscaldamento. Tale effetto comunque in generale si esprime in termini benefici andando a creare incrementi di carichi ambientali nelle aree meno urbanizzate (in prossimità agli impianti) e riducendo carichi nelle aree invece già oggi maggiormente antropizzate dall urbanizzazione raggiunta. Per alcuni inquinanti, quali Pb e IPA, l effetto di riduzione è diffuso all intera zone sensibile sottoposta a studio e non si hanno effetti di incremento delle concentrazioni. Per altri inquinanti, quali NO X, SO 2 e PM 10, l effetto di riduzione è sempre compreso fra il 20 ed il 50%, ma la distribuzione della riduzione è meno uniforme, essendovi nelle aree di immediata prossimità all impianto dei lievi incrementi, che comunque come già evidenziato nel capitolo 6.1, restano sempre ampiamente entro condizioni di distanza dai limiti di qualità dell aria. Infine per una terza classe di composti, quali Cd, Hg e benzene si hanno, a fianco di aree dove si osservano riduzioni dei carichi ambientali (nelle aree urbanizzate limitrofe agli impianti), vi sono aree dove le concentrazioni al suolo incrementano, trattandosi comunque sempre di livelli di crescita ben al di sotto delle condizioni di salvaguardia della salute umana (come evidenziato nel capitolo 6.1).
10 Capitolo 6 Risultati pag Risultati simulazioni termovalorizzatore nell area di Ponte di Maccione In questa sezione è stata analizzata una soluzione alternativa rispetto al posizionamento del nuovo termovalorizzatore previsto dal piano di gestione rifiuti della Provincia di Firenze. Più precisamente è stata studiata, dal punto di vista della diffusione degli inquinanti prodotti in atmosfera, una nuova collocazione nell area di Ponte di Maccione (coordinate Gauss-Boaga camino , ), nel comune di Sesto Fiorentino. La metodologia dei presentazione dei risultati è del tutto analoga a quella vista nei paragrafi precedenti. Ossidi di azoto (NO x ) Per gli ossidi di azoto, tenendo presente il limite normativo vigente per la qualità dell aria (pari a 200 µg/m 3, come media oraria, dal D.M. 2 aprile 2002, n. 60, valore in vigore dal 01/01/2010), sono state considerate tre diverse soglie limite pari a 100, 50 e 20 µg/m 3. Figura Visualizzazione della mappa di concentrazione media annua per gli NO X. I valori massimi riscontrati sono dell ordine dei 5 µg/m 3, quindi otto volte al di sotto del valore limite per la qualità dell aria (D.M. 2 aprile 2002, n. 60: 40 µg/m 3, come media annuale, valore in vigore dal 01/01/2010) e si rilevano solo nelle immediate vicinanze del camino. Allontanandosi dal camino i valori trovati (0,5 µg/m 3 ) risultano essere di due ordini di grandezza inferiori rispetto ai valori limite per la qualità dell aria. Per quello che riguarda l analisi dei picchi, risultano trascurabili i superamenti della soglia di 100 µg/m 3, che avvengono per poche ore/anno e nelle immediate vicinanze dell impianto. I superamenti di 50 e 20 µg/m 3 sono evidenziati nelle figure seguenti.
11 Capitolo 6 Risultati pag. 392 Figura Superamenti della soglia di 50 µg/m 3 (concentrazione media oraria) di NO x. La soglia di 50 µg/m 3 viene superata per un numero di ore annue molto limitate rispetto al totale delle ore complessive di un anno (8760 ore), e comunque sempre all interno di un area estremamente ristretta nell intorno del camino. Figura Superamenti della soglia di 20 µg/m 3 (concentrazione media oraria) di NO x.
12 Capitolo 6 Risultati pag. 393 Analogamente la soglia dei 20 µg/m 3, pur essendo inferiore, viene superata per un numero di ore annue sempre molto limitate rispetto al totale delle ore dell anno. Tali superamenti restano ancora confinati ad un area estremamente ristretta nell intorno del camino. Ossidi di zolfo (SO 2 ) Per gli ossidi di zolfo, tenendo presente il limite normativo vigente per la qualità dell aria, sono state considerate diverse soglie limite pari a 100, 50 e 5 µg/m 3, per l analisi dei superamenti. Figura Visualizzazione della mappa di concentrazione media annua per SO 2. I valori massimi di concentrazione di SO 2 che si ottengono dalle simulazioni sono dell ordine dei 0,03 µg/m 3, che rispetto al valore limite per la qualità dell aria dal D.M. 2 aprile 2002, n. 60 (350 µg/m 3 come media oraria da non superarsi più di ventiquattro volte per anno civile, e 125 µg/m 3 come media giornaliera da non superarsi più di tre volte per anno civile), risultano evidentemente del tutto insignificanti. Le soglie di concentrazione di 100 e di 50 µg/m 3 non vengono mai superate, secondo le simulazioni eseguite, mentre la soglia di 5 µg/m 3 viene superata per poche ore/anno e solo nelle immediate vicinanze dell impianto. Per tale inquinante è possibile quindi evidenziare uno stato di carico ambientale generato del tutto irrilevante. Polveri fini (PM 10 ) Relativamente alle polveri fini (PM 10 ) sono state considerate quattro diverse soglie limite pari a 10, 5, e 1 µg/m 3, per l analisi dei superamenti.
13 Capitolo 6 Risultati pag. 394 Figura Visualizzazione della mappa di concentrazione media annua per il PM 10. La figura mostra i risultati in termini di concentrazione prodotta dalle sole emissioni al camino del termovalorizzatore per il PM 10. I valori della concentrazione risultano inferiori a 0,1 µg/m 3, che è il valore massimo trovato ai piedi del camino stesso. Tali valori ottenuti risultano essere, se confrontati con i valori limite per la qualità dell aria (D.M. 2 aprile 2002, n. 60, 50 µg/m 3 come media oraria e 40 µg/m 3 come media annuale), del tutto irrilevanti in termini di incremento delle concentrazioni al suolo. Figura Superamenti della soglia di 1 µg/m 3 (concentrazione media oraria) di PM 10.
14 Capitolo 6 Risultati pag. 395 Non risultano superamenti delle soglie di concentrazione poste a 10 e 5 µg/m 3. I superamenti della soglia di 1 µg/m 3 (comunque ben inferiore alle condizioni limite) sono visualizzati in figura ed appaiono comunque trascurabili, interessando un area di evidente prossimità all impianto per un numero di ore annue molto limitate (circa il 2% delle ore totali di un anno). Per questo inquinante si può quindi affermare che gli effetti al suolo risultano essere estremamente limitati e ben al di sotto di qualsiasi soglia di attenzione ambientale. Piombo (Pb) Relativamente piombo sono state considerate le soglie limite pari a 100, 50, e 1 ng/m 3, per l analisi dei superamenti. Figura Visualizzazione della mappa di concentrazione media annua per il Pb. I valori di concentrazione calcolati per il piombo come effetto dovuto al camino del termovalorizzatore sono dell ordine dei millesimi di ng/m 3, come in figura Confrontando tali concentrazioni con il valore limite per tale inquinante pari a 0,5 µg/m 3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60, come media annuale, in vigore dal 01/01/2005) appare evidente la completa non significatività delle concentrazioni dovute al termovalorizzatore, che risultano dell ordine dei millesimi di ng (1 ng = 10-9 g = 10-3 µg), quindi con sei ordini di grandezza di differenza, dunque assolutamente irrilevanti in termini di contributo di carico ambientale, peraltro limitato alle aree limitrofe all impianto. Rispetto al numero di ore in cui si verificano superamenti delle soglie considerate (100, 50 ed 1 ng/m 3 ), le simulazioni effettuate non hanno evidenziato eventi ed è quindi possibile affermare che per tale inquinante gli effetti al suolo determinati dal termovalorizzatore sono del tutto trascurabili.
15 Capitolo 6 Risultati pag. 396 Benzene Figura Visualizzazione della mappa di concentrazione media per il benzene. I valori di concentrazione calcolati per il benzene come effetto dovuto al camino del termovalorizzatore sono mostrati in figura Confrontando tali concentrazioni con il valore limite per tale inquinante pari a 5 µg/m 3 (D.M. 2 aprile 2002, n. 60, come media annuale, in vigore dal 01/01/2010) appare evidente la non significatività delle concentrazioni dovute al termovalorizzatore, che risultano dell ordine dei decimi di ng (1 ng = 10-9 g = 10-3 µg), quindi con quattro ordini di grandezza di differenza. Rispetto al numero di ore in cui si verificano superamenti delle soglie considerate (500, 100 e 50 ng/m 3 ), le simulazioni effettuate non hanno evidenziato eventi. Tale inquinante appare quindi essere ad impatto sul territorio circostante del tutto trascurabile.
Capitolo 6 Risultati pag. 367
Capitolo 6 Risultati pag. 367 Figura 6.114. Confronto termovalorizzatore-sorgenti lineari per IPA. Capitolo 6 Risultati pag. 368 I valori medi di concentrazione di IPA dovuti alle sole sorgenti puntuali
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