Rispetto alle prescrizioni della delibera regionale, la richiesta del Comune di Vigevano:

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1 Spett. le II Commissione Affari Istituzionali Regione Lombardia Pavia, 30 settembre 2015 Oggetto: Testo dell audizione del Presidente di Confindustria Pavia, dott. Alberto Cazzani, presso la II Commissione Affari Istituzionali, Regione Lombardia Per Vigevano, l opportunità di entrare nella nuova città metropolitana milanese, appena costituita e la più importante d Italia per peso economico, è storica e strategica. Si tratta di una decisione di grande rilievo, poiché Vigevano è, per popolazione, il 12esimo Comune della Lombardia e il secondo dell attuale Provincia di Pavia; con l ingresso nella Città metropolitana, ne diverrebbe il quarto, dopo Milano stessa, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo. Il rilievo è dato anche dal fatto che quella del Comune di Vigevano è la prima richiesta in Italia di allargamento dei confini di una città metropolitana. La Delibera della Giunta Regionale (Dgr) del 26 febbraio 2015 Linee-guida relative alle richieste di adesione alla città metropolitana di Milano da parte dei comuni appartenenti ad altre circoscrizioni provinciali prevede opportunamente che le richieste di adesione alla città metropolitana siano corredate da dati e analisi che dimostrino i forti legami per ragioni storiche ed economiche molteplici e complesse e la fattibilità del distacco, non soltanto con riferimento a elementi attrattivi già in essere, ma anche in rapporto alla limitatezza degli effetti di questo distacco sulle Province di origine. La delibera prevede inoltre che siano acquisiti gli orientamenti delle forze produttive e delle rappresentanze socio-economiche, della città metropolitana e della Provincia. Rispetto alle prescrizioni della delibera regionale, la richiesta del Comune di Vigevano: Non è corredata dagli orientamenti delle forze produttive e delle rappresentanze socio-economiche, che non sono state sentite dal Comune; Non è accompagnata da un parere della Città Metropolitana, che non si è espressa, pur avendo ricevuto richiesta da parte della Regione;

2 È accompagnata da un parere negativo della provincia di Pavia, non adeguatamente argomentato e non supportato da una consultazione delle forze produttive e delle rappresentanze socio-economiche; È gravemente lacunosa nell analisi rispetto alle prescrizioni della delibera regionale, in particolare per quello che riguarda i movimenti sistematici e occasionali in entrata e gli ambiti ottimali per la gestione di funzioni o la erogazione di servizi ; Appare mancante l analisi dell impatto dell eventuale distacco sulla provincia di appartenenza, richiesta espressamente dalla delibera regionale e di particolare rilievo nel caso in questione, poiché si tratta del secondo Comune per popolazione della Provincia. Poiché la Dgr prevede che le rappresentanze economiche si esprimano, considerata l importanza e la strategicità della scelta da compiere e preso atto che la documentazione prodotta dal Comune non fornisce elementi sufficienti per una valutazione razionale, le associazioni di categoria che fanno parte del Comitato Intercategoriale per Vigevano e la Lomellina hanno promosso uno studio affidato a un team di professori appartenenti a tre Università lombarde, quale contributo conoscitivo propedeutico alle valutazioni da compiere, sia da parte delle stesse associazioni di categoria, sia da parte delle istituzioni competenti, sia da parte delle altre componenti sociali interessate. Le tre Università coinvolte sono la Università di Pavia, tramite la Fondazione Romagnosi, l Università Cattolica di Milano e l università Bicocca di Milano. Lo studio è in corso e sarà terminato per la fine di novembre. Chiediamo pertanto che la Commissione del Consiglio Regionale competente richieda al Comune di Vigevano di acquisire gli indispensabili orientamenti delle forze produttive e delle categorie socioeconomiche, previsti dalla DGR. Riteniamo infatti che una scelta così importante come l ingresso di Vigevano nella città metropolitana milanese dovrebbe insomma essere il risultato di un progetto condiviso di sviluppo economico su base territoriale. Attendere l esito dello studio appare inoltre quanto mai opportuno perché la richiesta di adesione da parte del Consiglio Comunale di Vigevano risale al novembre 2014, data alla quale la città metropolitana milanese non era ancora stata costituita. Con tale richiesta il Comune di Vigevano si proponeva di entrare nella nuova città metropolitana sin dalla sua iniziale costituzione. Nel frattempo, tuttavia, la città metropolitana si è costituita, con l approvazione dello Statuto, l elezione degli organi, e anche la individuazione delle Zone omogenee. Restano molte incertezze rispetto al contesto amministrativo e finanziario, per quanto riguarda sia la città metropolitana sia le nuove Province; in sostanza, non

3 sono ancora bene definite né le caratteristiche dell ente che si abbandonerebbe (la Provincia) né di quello in cui si entrerebbe (la città metropolitana). Da una parte, non esistono dunque ragioni di urgenza, poiché l ingresso del Comune di Vigevano nella città metropolitana, qualora ci fosse, avverrebbe comunque ad assetto della città metropolitana già definito; dall altra, permangono forti incertezze sul quadro complessivo del nuovo assetto amministrativo territoriale. Poiché la scelta di aderire alla città metropolitana sarebbe sostanzialmente irreversibile, appare quindi razionale prendere tutto il tempo necessario per un analisi approfondita e una valutazione ponderata. I primi risultati dello studio in corso consentono peraltro, sin d ora, di evidenziare alcune caratteristiche del contesto socioeconomico del territorio cui il nuovo assetto istituzionale deve dare coerenti risposte e che confermano l esigenza di un serio approfondimento. Il Comune di Vigevano presenta infatti rilevanti flussi in uscita verso Milano città (il 30% del totale) e verso il resto della città metropolitana (il 32% del totale). Tale fenomeno riguarda tuttavia molti Comuni al di fuori degli attuali confini della città metropolitana, poiché, com è noto, il sistema metropolitano milanese si estende in buona parte della regione, sino a toccare la provincia di Novara e quella di Piacenza. Il Comune di Vigevano ha però anche rilevanti flussi in entrata, solo il 20% inferiori a quelli in uscita. E l 80% degli ingressi provengono dai comuni confinanti della provincia di Pavia, solo il 4% dall Abbiatense, e una percentuale ancora inferiore dal resto del milanese. I flussi sia in entrata che in uscita con Pavia e con l Oltrepò sono invece scarsamente rilevanti, a eccezione dei flussi verso Pavia per ragioni di studio, che sono in crescita. Dunque Vigevano appare certo scarsamente connesso con il capoluogo pavese, ma presenta forti relazioni con i Comuni della Lomellina appartenenti alla attuale provincia pavese, in particolare quelli confinanti di Gambolò, Cassolnovo e Mortara. Vigevano è inoltre un Comune intorno al quale gravita un sistema locale del lavoro composto da altri 22 Comuni della provincia pavese e da 5 Comuni (tra cui il più importante è Abbiategrasso) della città metropolitana milanese. Il Sistema locale di lavoro comprende in tutto quasi 160mila abitanti. Gli Sll sono individuati dall Istat e sono definiti come luoghi dove la popolazione risiede e lavora e dove indirettamente tende a esercitare la maggior parte delle proprie relazioni economiche e sociali e dunque costituiscono il riferimento statistico principale per la valutazione dei movimenti sistematici e occasionali in entrata e uscita richiesti dalla Dgr.

4 Vigevano è il Comune principale del Distretto industriale vigevanese, con specializzazione calzaturiera e maccano-calzaturiera, individuato dalla Regione Lombardia. Il distretto comprende altri sette Comuni della Provincia di Pavia e non comprende comuni della città metropolitana milanese. Il Piano di Sviluppo Regionale Lombardo inserisce Vigevano tra le polarità urbane all interno di un emergente asse Novara-Lomellina. In campo socio-sanitario, il Comune di Vigevano rappresenta il capoluogo del distretto socio-sanitario della Lomellina e il capofila dell ambito di programmazione dei servizi sociali; si tratta di un ruolo pivotale per collettività rispettivamente di circa 180mila e 80mila abitanti. A favore dell ingresso nella città metropolitana, essenzialmente, gioca l ipotesi che le nuove città metropolitane possano godere di attenzione maggiore del resto del territorio nazionale nell allocazione delle risorse per lo sviluppo economico e che possano usufruire di un assetto istituzionale più forte, che consenta una governance più efficiente. Città metropolitana, dunque, percepita come istituzione crescente e Provincia come istituzione calante. Si tratta peraltro di un ipotesi ancora tutta da verificare e che comunque richiederebbe che il Comune di Vigevano entri nella nuova istituzione con un adeguata capacità di rappresentanza nella governance, in modo da poter incidere effettivamente nelle scelte. L ipotesi che la città metropolitana costituisca un ente forte comporta inoltre la conseguenza che il Comune di Vigevano sia disponibile a cedere a tale superiore livello amministrativo importanti poteri, per esempio in materia di governo del territorio. L evoluzione del contesto amministrativo delle nuove province sembra invece andare verso una diminuzione del ruolo della provincia, che dovrebbe comportare una maggiore autonomia dei Comuni, in particolare di quelli di maggiore dimensione e in grado di fare massa critica con i comuni confinanti, come nel caso di Vigevano. In definitiva, i primi risultati emersi dallo studio in corso, indicano come il Comune di Vigevano sia un territorio economicamente importante e attrattivo, che presenta forti relazioni sia con la città metropolitana sia con la Lomellina, con un tessuto industriale importante e potenzialità di sviluppo legate al patrimonio culturale, in particolare al Castello Sforzesco e alla piazza Ducale. Il Pgt del 2010, inoltre, definisce Vigevano città nella campagna, poiché è inserita in un contesto rurale di elevato pregio ambientale. Vigevano deve dunque trovare la collocazione istituzionale più adeguata a un progetto di sviluppo territoriale che rilanci l economia del territorio, da una parte accrescendo i fattori di competitività delle eccellenze presenti nell industria meccano-calzaturiera e calzaturiera, dall altra valorizzando l importante patrimonio culturale e ambientale, costituito dal Castello, dalla piazza Ducale e dal Parco del Ticino.

5 Per ulteriori informazioni conttare: Antonio Picasso Responsabile della comunicazione a.picasso@confindustria.pv.it *** Confindustria Pavia è nata nel 2001 dalla fusione tra l Unione degli industriali di Pavia, di Vigevano e di Voghera. Tra le più antiche associazioni imprenditoriali italiane, oggi è il punto di riferimento di 420 imprese, attive nei più differenti settori e presenti su tutto il territorio pavese.

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