Introduzione. Il 12 settembre 2006 Benedetto XVI, durante il suo. una lectio magistralis intitolata «Fede, ragione e

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1 INTRODUZIONE Il 12 settembre 2006 Benedetto XVI, durante il suo viaggio in Baviera, ha tenuto all Università di Ratisbona una lectio magistralis intitolata «Fede, ragione e università. Ricordi e riflessioni». Durante il discorso papa Ratzinger ha ampiamente citato la VII discussione dei Dialoghi con un musulmano di Manuele II Paleologo ( ) per quanto riguarda il rapporto tra fede e ragione e tra Cristianesimo e Islam. La lezione del papa è stata oggetto di fraintendimento e di discussione e soprattutto la citazione, tratta dalla VII discussione: «Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e ritroverai soltanto cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava», ha scatenato la reazione del mondo islamico. La lettera che i trentotto tra i massimi esponenti dell Islam mondiale hanno fatto pervenire a Ratzinger, per esprimergli la loro contrarietà alle cose che aveva detto nel discorso di Ratisbona, è stata un episodio assolutamente inedito nella storia dei rapporti tra le religioni. Ci sono state anche minacce di morte nei i/157

2 confronti di Benedetto XVI da parte dei gruppi estremisti e forse l omicidio della suora italiana Leonella Sgarbati, operante a Mogadiscio, è legato a quella lezione. Il notevole risalto dato dai media alla frase contestata mi ha spinto ad approfondire, in occasione della mia tesi di laurea, le mie conoscenze sull autore e sull opera da cui il papa ha tratto le citazioni. Inoltre la lezione di papa Benedetto XVI fa capire come gli argomenti dei Dialoghi entrino ancora oggi nel vivo dei problemi del nostro tempo e per tale motivo è stata riportata in appendice nella sua versione integrale. I Dialoghi con un musulmano sono una delle opere più interessanti che abbia scritto l imperatore bizantino Manuele II Paleologo, vissuto tra il 1350 e il 1425, intelligente uomo di governo che coltivò con cura appassionata il sapere. Durante l inverno del 1391\92, Manuele II fu ospite ad Ancyra di un dotto maestro persiano. Nei giorni d inattività, soprattutto la sera, i due si intrattenevano a lungo nella conversazione ragionando delle due religioni, il Cristianesimo e l Islam.. I Dialoghi sono il resoconto ii/157

3 dettagliato di queste conversazioni. Furono redatti alcuni anni dopo dallo stesso imperatore in uno stile brillante. L opera comprende ventisei discussioni, conservate in quattro codici, e la dedica al fratello Teodoro in cui Manuele spiega le circostanze e i motivi di quelle discussioni. L imperatore e il Mudarris trattarono della struttura della fede espressa nella Bibbia e nel Corano, dell immagine di Dio e dell uomo che emergevano nell una e nell altro e soprattutto del rapporto tra i tre ordini di vita : l Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il Corano. Nella VII discussione i due interlocutori si proposero di stabilire un ordine di superiorità fra le Leggi di Mosè, di Gesù e di Maometto. Il Mudarris espresse la sua considerazione sulla Legge di Gesù, che riteneva superiore a quella di Mosè ma inferiore a quella di Maometto, a suo avviso perfetta, perché aboliva quegli obblighi eccessivi che rendevano impraticabile agli uomini la Legge di Gesù; al persiano sembrava ingiusto, ad esempio, amare i nemici. Per i musulmani ogni altro musulmano era fratello, solo i credenti formavano quindi la loro comunità. Gli infedeli, iii/157

4 nemici dell Islam e dei credenti, dovevano essere trattati duramente affinché la loro presenza non causasse alcun danno agli interessi religiosi e civili dei musulmani. Per imporre il diritto di Allah c era la guerra santa. Manuele volle a sua volta argomentare l eccellenza della morale cristiana di fronte alla Legge musulmana. Per il cristiano la comunità non era incaricata di esercitare rigore contro gli infedeli e la vendetta era lasciata alla giustizia di Dio e soprattutto alla sua misericordia. Manuele accusava la Legge di Maometto di mancare di ragionevolezza sul proporre la legge della jihad, la guerra santa preconizzata dal Corano per assicurare l espansione della religione di Allàh. Tale legge, che faceva delle armi e della guerra lo strumento della diffusione della fede, era contraria alla sapienza divina. Questa interessante opera di Manuele II non fu un caso isolato nei rapporti tra Cristianesimo e Islam. Infatti il genere della controversia con l islam fu un fenomeno letterario molto diffuso nell area greco- bizantina già dal IX secolo quando Niceta di Bisanzio inaugurò questa tipologia letteraria basata principalmente sull analisi del Corano. Niceta, quindi, aveva, alcuni secoli prima di iv/157

5 Manuele, già difeso la dottrina cristiana dalle stesse accuse che dovette affrontare l imperatore. Anche l insigne filosofo aveva fatto appello alla razionalità. Le opere di Niceta furono prese a modello per lungo tempo da tanti controversisti. A tal proposito è importante dire che lo stesso Manuele nel prologo dei Dialoghi spiegò a suo fratello Teodoro di aver tratto ispirazione dall opera di un altro precedente controversista bizantino: il nonno materno Giovanni Cantacuzeno. Questi nel 1354 rinunciò alla sovranità in favore di Giovanni V Paleologo e si ritirò nel monastero di S. Giorgio a Mangoni a Costantinopoli. Cantacuzeno proprio durante la sua vita monastica compose numerose opere teologiche e polemiche tra cui IV Apologie in difesa della Chiesa cristiana e IV Discorsi contro Maometto. Il lavoro si articola in cinque capitolo che hanno il seguente oggetto: Capitolo I: Lineamenti di storia politico istituzionale dell impero bizantino tra i secoli XIV e XV. Capitolo II: Cultura e società a Bisanzio tra Trecento e Quattrocento. v/157

6 Capitolo III: L imperatore Manuele II: l uomo e il letterato. Capitolo IV: Il genere della controversia con l Islam nell area greco- bizantina. Capitolo V: Dialoghi con un musulmano di Manuele II La VII discussione. Nei paragrafi di quest ultimo capitolo sono state trattate approfonditamente le circostanze storiche della composizione, il metodo di Manuele e le condizioni generali del dialogo, un analisi dell opera e della VII discussione. Un sentito e speciale grazie al Professore Errico Cuozzo per la grande disponibilità e fiducia mostrata nei miei confronti, per il contributo di idee e per la carica che mi ha dato nel portare a termine questo lavoro. Marianna Cosenza vi/157