Tra le varie fonti rinnovabili, lo sfruttamento dell energia eolica può costituire una interessante opportunità per le imprese agricole, anche a

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1 Tra le varie fonti rinnovabili, lo sfruttamento dell energia eolica può costituire una interessante opportunità per le imprese agricole, anche a seguito della diffusione di aerogeneratori ad asse verticale, caratterizzati da potenze installate più basse, costi di investimento contenuti e la possibilità di stipulare contratti di scambio sul posto per potenze fino a 200 kwe. Un recente studio condotto da Coldiretti, in collaborazione col CETA, ha individuato una potenzialità di questo settore, in uno scenario di previsione al 2020, che potrebbe contribuire al bilancio energetico nazionale con una produzione di 300GWh di energia elettrica, a fronte di una potenza istallata di 0,1 GW. Le cifre menzionate sono volutamente provocatorie perché, ovviamente, l eolico di cui stiamo parlando è cosa ben diversa da quello che invece si sta cercando di diffondere in Italia, in un conflitto che coinvolge interessi economici e posizionamenti ideologici che sconta una totale mancanza di pianificazione territoriale e di indirizzi di strategia energetica. Ben altri, infatti, sono i numeri dell eolico industriale; l Italia nel 2008, secondo i dati ufficiali (GSE), ha visto crescere il dato di installazioni annuali di circa il 35%, raggiungendo il terzo posto 1

2 nell U.E. e il sesto nel mondo, con oltre MW installati (di cui MW solo nell ultimo anno). Ma quale prezzo pagano il territorio e il paesaggio dell Appennino centro meridionale e delle zone insulari a causa dell istallazione di oltre torri eoliche? Non risulta disponibile un bilancio anche parziale circa i costi e i benefici che andrebbero, comunque, confrontati con la perdita di Ha di territorio (calcolando 400 mt. come distanza di assoggettamento per ogni torre eolica realizzata sempre in zone di pregio paesistico e rurale). E quale prezzo il territorio italiano dovrà pagare nell immediato futuro, visto che i dati previsionali parlano di MW già autorizzati più altri MW in istruttoria? La preoccupazione di Coldiretti circa una diffusione indiscriminata sul territorio degli impianti eolici di grossa taglia scaturisce dalla valutazione che, nel promuovere questi impianti, non si stia tenendo nella giusta considerazione le necessarie garanzie in termini di valutazione degli impatti sul paesaggio e sulle attività economiche che hanno fatto del territorio un vero e proprio fattore produttivo, legando ad esso le produzioni tipiche e di qualità attraverso una identificazione che non può essere snaturata da interventi che ne alterino la percezione, come è il 2

3 caso dei grandi generatori eolici, la cui proposta sembra porsi al di fuori di ogni coordinamento programmatico con le scelte di sviluppo e di conservazione del territorio. Le considerazioni espresse si amplificano quando, nel proporre la diffusione del grande eolico, non si riesce a scorgere alcun intento di sottoporre queste opere a procedure di «approvazione sociale», attraverso, ad esempio, l individuazione dei criteri e delle modalità di scelta delle eventuali aree da destinare alla localizzazione degli impianti ed in ordine alla necessità di prevedere, nell iter programmatico e decisionale, un adeguato coinvolgimento delle comunità residenti nel territorio interessato, così nei confronti delle torri eoliche permangono fondate riserve in termini di compatibilità rispetto ad un modello di sviluppo del territorio che sia funzionale alle attese di quelle imprese che hanno investito e stanno investendo con decisione nell identificazione delle produzioni di qualità. Ecco che, allora, in riferimento ai pur condivisibili impegni a favore dello sviluppo delle energie rinnovabili o alternative, secondo gli obiettivi posti dal protocollo di Kyoto, occorre domandarsi anche se la relativa attuazione non debba essere 3

4 complementare alla considerazione degli strumenti utilizzati per realizzarli. In particolare riteniamo importante, nella valutazione di impatto delle torri eoliche, un analisi circostanziata dei costibenefici che tenga in debito conto quale reale valore abbia l integrità territoriale e paesaggistica per le imprese agricole. Se l Italia è un paese che sta tornando a capire e a sostenere l agricoltura, è lecito pensare che questo avvenga non per quello che storicamente ha significato, ma per il ruolo che le nostre imprese rivestono, come contributo ad un ambiente salubre, ad un paesaggio godibile e ad una serie di servizi utili a migliorare la qualità della vita dei cittadini e dei consumatori. In un momento in cui l agricoltura sta riconquistando la sua funzione primaria, se pure in un contesto in cui il rapporto di fiducia stabilito con i cittadini consumatori resta un fattore di primaria importanza, l impatto della diffusione delle centrali di energia eolica sul territorio, con la facile compromissione dei valori del suo paesaggio, rischia di indebolire, allora, l importante processo di rigenerazione ma mirato alla identificazione e, sempre con maggiore convinzione, alla valorizzazione dei territori. 4

5 Se un tempo l impresa agricola poteva valutare in negativo la localizzazione di opere aventi un impatto ambientale solo perché incidenti sulla produttività, oggi la critica ad una localizzazione non pianificata di tali opere nasce anche dalla consapevolezza che esse interrompono la continuità paesaggistica di quel luogo, compromettendo il reddito dell imprenditore legato inscindibilmente a quel valore aggiuntivo del prodotto rappresentato dalla qualità del territorio. Diverso il discorso per gli impianti eolici rientranti nella definizione di microgenerazione (con potenze generative inferiori ai 50KW) che, invece, si ritiene di dover diffondere e sostenere in quanto in grado di favorire la fornitura elettrica in aree difficilmente raggiungibili dalla rete (utenze isolate), l alimentazione di piccole reti (sistemi di pompaggio e recinzioni elettrificate), ma sempre attraverso il minore impatto ambientale e paesaggistico possibile. 5