sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano Anno 2010

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1 PANNELLO di CONTROLLO sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano Anno 21 Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo-Svizzere - Agosto 212

2 Premessa.. 2 Territorio di interesse per la CIPAIS.. 3 Lago di Lugano. 4 Pannello di controllo 5 Comparto: 6 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali 6 L1 1 Prelievo ad uso potabile 6 L1 2 Zone balneabili 7 L1 4 Pescato. 8 Tematica: Idrologia e clima... 1 L2 1 Livello lacustre. 1 L2 2 Temperatura media delle acque nello strato -2 m e profondo.. 11 L2 3 Massima profondità di mescolamento.. 12 Tematica:. 13 L3 4 Trasparenza 13 L3 5 Clorofilla a.. 14 L3 6 Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche. 15 L3 7 Popolamento zooplanctonico.. 17 L3 11 Produzione primaria. 18 L3 12 Concentrazione media di fosforo e azoto. 19 L3 13 Concentrazione dell'ossigeno di fondo 2 L3 14 Profondità del valore di 4 mg/l di ossigeno disciolto 21 Tematica: Inquinamento delle acque 22 L4 1 Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago.. L4 2 Microinquinanti nell'ecosistema lacustre Comparto: Bacino idrografico 24 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali 24 B1 1 Uso del suolo B1 2 Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche Tematica:. 27 B3 1 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico 27 Appendice 1

3 Il Pannello di controllo attraverso una serie di indicatori, che in forma sintetica e facilmente fruibile forniscono preziose informazioni sullo stato e l evoluzione della qualità dei Laghi Maggiore e di Lugano, costituisce uno strumento di verifica dell efficacia dei provvedimenti intrapresi per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati dalla CIPAIS nell ambito del Piano d azione. Gli indicatori ambientali sono parametri sintetici che rappresentano in modo significativo un certo fenomeno ambientale e ne permettono la valutazione nel tempo. In letteratura esistono diversi modelli per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale, la più consolidata classificazione in uso nel campo della valutazione ambientale, che fornisce un quadro logico per approfondire ed analizzare i problemi socio-economico-ambientali e, successivamente esprimerne, attraverso gli indicatori il livello di qualità e le alternative progettuali di miglioramento, è quella del modello per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale (Determinanti-Pressioni--Impatto-Risposta) messo a punto dall Agenzia Europea dell Ambiente. Gli indicatori del Pannello di controllo sono così classificati secondo questo modello. I comparti ambientali considerati nel Pannello di controllo sono: ambiente lacustre; bacino idrografico. Per ogni comparto considerato vengono analizzate le variabili inerenti le seguenti tematiche: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali; ; Idrologia e clima; Inquinamento delle acque. Il core set di indicatori è composto da 3 elementi, necessari e sufficienti, per la rappresentazione dello stato di qualità delle acque dei Laghi di Lugano e Maggiore, bacini lacustri d interesse per la Commissione, e delle pressioni agenti nei bacini imbriferi. Gli indicatori sono riportati nello schema a lato. Alcuni indicatori (L3 8, L3 9, L3 1 e B3 2) non sono applicati nel Pannello di controllo del Ceresio in quanto, al momento, non sono oggetto di ricerche o indagini avviate per il bacino lacustre o il suo bacino imbrifero. Il primo Pannello di controllo non si compone inoltre degli indicatori L1 3, L3 1, L3 2 e L3 3, in quanto devono ancora essere concluse le attività di raccolta dati o di ricerca che forniranno le informazioni necessarie alla loro compilazione, e degli indicatori B4 1, B4 2 e B4 3, in quanto è necessario uniformare preliminarmente i dati territoriali esistenti; si prevede l allestimento di schede specifiche a partire dal secondo anno di redazione del presente strumento. 2 Bacino idrografico L B Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Idrologia e clima Inquinamento delle acque Prelievo ad uso potabile L1 1 Zone balneabili L1 2 Superficie di specchio d acqua destinata all ormeggio di imbarcazioni da diporto L1 3 Livello lacustre L2 1 Temperatura media delle acque nello strato -2 m e profondo L2 2 Massima profondità di mescolamento L2 3 Colonizzazione delle sponde da parte del canneto L3 1 Abbondanza relativa delle principali macrofite L3 2 Morfologia delle rive lacustri L3 3 Trasparenza L3 4 Pescato L1 4 Clorofilla a L3 5 Uso del suolo B1 1 Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche B1 2 Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche L3 6 Popolamento zooplanctonico L3 7 Dieta e competizione delle specie ittiche per le risorse alimentari L3 8 Indice di qualità microbiologica L3 9 Carbonio Organico Totale L3 1 Produzione primaria L3 11 Concentrazione media di fosforo e azoto L3 12 Concentrazione dell'ossigeno di fondo L3 13 Profondità del valore di 4 mgo 2 /l L3 14 Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico B3 1 Indice Multimetrico STAR di Intercalibrazione B3 2 Gli indicatori evidenziati in grigio non sono applicati nel Pannello di controllo del Lago di Lugano Gli indicatori evidenziati in verde saranno applicati nelle future edizioni del Pannello di controllo Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago L4 1 Microinquinanti nell'ecosistema lacustre L4 2 di allacciamento ai sistemi di depurazione B4 1 delle opere di risanamento B4 2 Funzionamento degli impianti di depurazione B4 3

4 La Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo Svizzere (CIPAIS) si occupa da più di 3 anni delle problematiche inerenti l inquinamento delle acque italoelvetiche, promuovendo attività di ricerca e di monitoraggio per determinarne l origine, la natura e l evoluzione, allo scopo di fornire agli enti preposti le giuste indicazioni per avviare le opportune azioni di risanamento e di tutela ambientale degli ecosistemi lacustri. Il territorio di interesse della CIPAIS corrisponde principalmente con i bacini idrografici del Lago Maggiore che a sua volta comprende quello del Lago di Lugano. Suddivisione amministrative del bacino imbrifero Italia, Svizzera Unità territoriali Regione Piemonte (Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) Regione Lombardia (Province di Varese e di Como) Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese Caratteristiche morfometriche del bacino imbrifero Totale Svizzera Italia U.M. Area , Km 2 Altitudine massima m s.l.m. Altitudine media 1.27 m s.l.m. 3

5 Il Lago di Lugano o Ceresio è situato in corrispondenza della fascia territoriale di confine tra la Svizzera (Cantone Ticino) e l'italia (Regione Lombardia) ad una quota di 271 m s.l.m. Il bacino lacustre ha un'origine fluvio-glaciale, il Ceresio giace in una valle originata dall'erosione fluviale nel corso del Messiniano, plasmata poi dai ghiacci durante l'ultimo periodo glaciale nel Pleistocene. Il lago è composto da tre diversi bacini: il Bacino Nord (tra Melide e Porlezza) e il Bacino Sud (tra Capolago e Agno), separati dal ponte-diga di Melide costruito in passato su una morena sublacuale, ed il piccolo bacino di Ponte Tresa situato in prossimità dell'emissario, il Fiume Tresa. I tre bacini presentano caratteristiche morfologiche e idrologiche diverse. Il Bacino Nord è molto profondo con un bacino imbrifero limitato (27 Km 2 ) rispetto al volume idrico (4.68 Km 3 ), di conseguenza presenta un elevato tempo teorico di ricambio, circa 12 anni. Il processo di eutrofizzazione delle acque lacustri, iniziato negli anni '5, ha provocato negli strati profondi del Bacino Nord la scomparsa dell'ossigeno e l'aumento della densità salina: lo stato meromittico in cui si è trovato questo bacino per alcuni decenni ha comportato un sensibile aumento del tempo di permanenza delle acque oltre i 1 m di profondità oltre che un accumulo di sostanze. Solo di recente si è verificato per due anni successivi il rimescolamento completo delle acque con la interruzione temporanea della meromissi. Nel Bacino Sud ed in quello di Ponte Tresa lo stato di ossigenazione risulta precario nella seconda parte dell'anno (< 4 g/m 3 di ossigeno disciolto) già a partire da circa 25 m di profondità e si riduce gradualmente fino a zero nelle vicinanze del fondale. La Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere ha promosso, a partire dal 1978, dettagliate ricerche limnologiche finalizzate al pieno recupero del lago. Sulla base dei risultati conseguiti nel lungo periodo, il piano di protezione ambientale si è così posto l'obiettivo di ridurre il carico di fosforo dal bacino ad un livello al di sotto delle 22 t P/anno per il Bacino Sud e delle 18 t P/anno per il Bacino Nord in modo da mantenere costantemente nel lago concentrazioni di fosforo inferiori ai 3 mg P/m 3. Dagli anni '8 ad oggi si è verificata una sensibile riduzione sia nei carichi sia nelle concentrazioni di fosforo, particolarmente evidenti per il Bacino Sud con condizioni che tendono alla mesotrofia, mentre il Bacino Nord si trova ancora in uno stato eutrofo. Caratteristiche morfometriche del Lago di Lugano LAGO DI LUGANO Totale Bacino nord Bacino sud U.M. Area del bacino imbrifero 565,6 269,7 295,9 Km 2 Superficie del lago 48,9 27,5 21,4 Km 2 Volume 6,5 4,7 1,8 Km 3 Profondità media m Profondità massima m Tempo teorico medio di ricambio 8,2 11,9 2,3 anni 4

6 PANNELLO di CONTROLLO L1 1 L1 2 L1 4 L2 1 L2 2 Prelievo ad uso potabile Zone balneabili Pescato Livello lacustre Temperatura media delle acque nello strato -2 m e profondo L1 2 L2 3 L3 4 L3 5 L3 11 L3 12 L3 13 L3 14 L4 1 L4 2 B3 1 L2 3 L3 4 L3 5 L3 6 L3 7 L3 11 Produzione primaria L3 12 Concentrazione media di fosforo e azoto L3 13 Concentrazione dell'ossigeno di fondo L3 14 Profondità del valore di 4 mg/l di ossigeno disciolto L4 1 L4 2 B1 1 B1 2 B3 1 Massima profondità di mescolamento Trasparenza Clorofilla ɑ Struttura delle popolazioni fitoplanctoniche Popolamento zooplanctonico Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago Microinquinanti nell'ecosistema lacustre Uso del suolo Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche Livello di Inquinamento da Macrodescrittori per lo stato ecologico La CIPAIS ha individuato specifici obiettivi da perseguire, lo stato attuale degli indicatori è così rappresentato rispetto a una scala di riferimento costituita da 1 step di qualità e raffrontato con l obiettivo di riferimento. Condizione migliore Condizione peggiore L4 1 Bacino Nord Bacino Sud attuale Gandria Bacino Nord Melide Figino Bacino Sud attuale L1 2 Svizzera Lombardia attuale L4 2 DDT PCB Hg attuale B3 1 Fosforo Azoto ammoniacale Azoto nitrico 5

7 PRELIEVO AD USO POTABILE L1 1 Quantità d'acqua prelevata dai corpi idrici per la produzione di acqua potabile Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali e tendenza Determinanti Attualmente i prelievi di acque lacustri destinate ad uso potabile sono effettuati regolarmente in territorio svizzero. Nella città di Lugano, in Cantone Ticino, il prelievo ad uso potabile costituisce ad oggi l'8% del totale di approvvigionamento idrico a lago, per un volume complessivo di circa 3.. di m³ nell'anno 21; viene inoltre effettuato il prelievo a lago ad uso potabile per il Comune di Paradiso. Per quanto riguarda il territorio lombardo, il Comune di Lavena Ponte Tresa (VA) dispone di una captazione attualmente non attiva. Tra i progetti in via di sviluppo per l uso potabile delle acque lacustri vi è quello di un impianto per servire una popolazione di 1.5 abitanti in Valsolda (CO), nel bacino di Porlezza, mentre i comuni della Valle d Intelvi (CO) proseguono da anni il monitoraggio delle acque lacustri in Località Santa Margherita, finalizzato alla realizzazione di una captazione a lago con stazione di pompaggio. Prelievo ad uso potabile espresso come volume d'acqua annuo prelevato a lago con riferimento alle acque destinate alla distribuzione in acquedotti pubblici 4.. Volumi prelevati (m³/anno) Comune di Lavena Ponte Tresa Comune di Lugano Comune di Paradiso 6

8 ZONE BALNEABILI Tratti costeri considerati balneabili in riferimento alla qualità batteriologica delle acque e tendenza Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L'obiettivo per questo indicatore consiste nel miglioramento delle condizioni che consentono l'utilizzo fruizionale della risorsa idrica ai fini della balneabilità in tutti i siti monitorati, raggiungendo l'idoneità alla balneazione nel 1% delle spiagge. 1% Nei territori ricadenti nel Cantone Ticino la balneabilità per la stagione estiva 21 è risultata garantita sostanzialmente in tutte le 49 spiagge organizzate del lago oggetto di controllo da parte del Laboratorio Cantonale, con l'eccezione di due siti nei Comuni di Paradiso e Ponte Tresa, risultati non conformi in occasione dei prelievi effettuati rispettivamente nei mesi di agosto e di giugno e agosto. Anche le acque prelevate in tutte le 23 zone di "bagno vago" (spiagge che alcuni cittadini sono soliti utilizzare nonostante la mancanza di strutture) sono risultate conformi alla balneazione secondo i criteri stabiliti dalla normativa svizzera in materia di balneabilità, con qualche non conformità registrata in due stazioni in occasione di uno dei prelievi mensili effettuati nel corso della stagione estiva, risultate comunque conformi in tutte le restanti valutazioni svolte durante l'intera stagione. Per quanto riguarda la balneabilità in Lombardia, si dispone unicamente dei dati forniti dall'asl della Provincia di Como, da cui risulta una classe "Eccellente" per la totalità delle spiagge monitorate nella stagione 21. Idoneità alla balneazione delle spiagge monitorate (a sinistra, Svizzera; a destra, Lombardia), riferita al 21 L1 2 % N di prelievi Conforme Non conforme giu '1 lug '1 ago '1 N di spiagge Eccellente NB: i punti riportati sulla carta relativi alla Provincia di Como risultano inferiori al numero di spiagge effettivamente classificate ai fini balneabili in quanto il punto di campionamento in Comune di Porlezza è considerato rappresentativo di 3 spiagge contigue attuale 1% delle spiagge balneabili Svizzera Lombardia 7

9 PESCATO Caratterizzazione del pescato professionale e tendenza Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L'obiettivo principale ai fini della conservazione del patrimonio ittico consiste nella tutela delle specie autoctone e degli ambienti acquatici; in particolare, la CIPAIS si propone l'obiettivo di conseguire una condizione dell'ecosistema prossima a quella naturale in cui le attività di pesca non compromettano la conservazione o il ripristino delle popolazioni ittiche delle specie autoctone e, secondariamente, anche di quelle di maggiore interesse commerciale quali Salmonidi, pesce persico e lucioperca. Nel Lago di Lugano, fino alla metà degli anni 9, il pescato di origine pelagica rappresentava ancora una buona percentuale del pescato totale, influenzato in larga misura dalle catture di alborella, scomparsa a partire dal Successivamente la specie dominante nel pescato pelagico è divenuta l agone e, a partire dal 2, si osserva anche un incremento delle catture di coregone, specie di grande interesse per la pesca di professione. Attualmente è il comparto lacustre litoraneo a sostenere l attività di pesca professionale, e il catturato riguarda soprattutto il gardon, il lucioperca e il pesce persico. In particolare, la componente principale del pescato è costituita dal pesce bianco, che risulta prevalentemente composto dal gardon (oltre il 9%) insieme ad altri ciprinidi; il prodotto derivante da questa specie rappresenta il 59,1% del pescato totale. L1 4 Pressioni Pescato professionale e sua composizione dal 1978 al 21 con riferimento alle specie di maggiore interesse commerciale t/anno Agone Coregonidi Lucioperca Trote Alborella Gardon Pes ce Persico Ripartizione percentuale del pescato professionale con riferimento alle specie di maggiore interesse commerciale negli anni 199 e 21 Anno 199 Trote 7% Agone 2% Alborella 32% Anno 21 Pesce Persico 29% Trote 2% Agone 4% Alborella % Coregonidi 2% t/anno Pescato professionale totale con distinzione tra specie litorali e pelagiche dal 1978 al Specie pelagica pelagiche Specie litorale litorali 3 2 Pesce Persico 51% Coregonidi % Lucioperca 8% Lucioperca 25% Gardon 38% NB: 1987: pressione di pesca nulla sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente all'incidente di Chernobyl; : Pressione di pesca parziale sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente all'incidente di Chernobyl; : Dati inerenti il solo territorio svizzero 8

10 PESCATO Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Focus Focus L1 4 Pressioni I pesci di interesse alieutico del Lago di Lugano Andamento del pescato dettagliato per singole specie e gruppi di maggiore interesse economico Agone Alosa fallax lacustris Specie pelagica Presente Agone Lucioperca Alborella Alburnus alburnus alborella Specie pelagica? Anguilla Anguilla anguilla Specie litorale Rara Bottatrice Lota lota Specie litorale Presente Carpa Cyprinus carpio Specie litorale Presente Coregone "bondella" Coregonus macrophthalmus Specie pelagica Presente t/anno L1_4_Pescato1: t/anno Alborella t/anno Coregonidi t/anno Gardon t/anno Coregone "lavarello" Coregonus lavaretus Specie pelagica Presente Pesce Persico Gardon Rutilus rutilus Specie litorale Comune Luccio Esox lucius Specie litorale Presente Lucioperca Sander lucioperca Specie litorale Comune Persico trota Micropterus salmoides Specie litorale Presente t/anno Pesce persico Perca fluviatilis Specie litorale Comune Salmerino Salvelinus alpinus Specie litorale Raro Trote Tinca Tinca tinca Specie litorale Presente Trota fario Salmo trutta fario Specie pelagica Presente Trota lacustre Salmo trutta lacustris Specie pelagica Presente t/anno

11 LIVELLO LACUSTRE L2 1 Idrologia e clima Andamento del livello delle acque lacustri All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità, la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. e tendenza Il Lago di Lugano è regolato, dal 1963, da uno sbarramento ubicato sul Fiume Tresa a Ponte Tresa. Il protocollo di regolazione prevede il rilascio minimo della portata che viene sfruttata a scopi idroelettrici alla diga di Creva, posta a circa 5-6 km dallo sbarramento. Oltre a garantire la portata da derivare, la regolazione del lago viene effettuata per contenere i livelli di piena del bacino lacustre e i conseguenti problemi di esondazione e danni alle sponde. L'altezza media del livello lacustre del Lago di Lugano, con riferimento al periodo , è pari a 27,48 m s.l.m. mentre lo zero idrometrico si situa a 197,37 m s.l.m. Il regime idrologico su base mensile nel corso del 21 (grafico a destra) presenta due periodi di massimo livello su base annuale: maggio e novembre con 27,83 m s.l.m. e 27,76, m s.l.m. rispettivamente, quali valori medi mensili; i livelli minimi si riscontrano a febbraio e settembre (circa 27,4 m s.l.m.). Si osserva come i livelli lacustri oscillino tra un minimo di 27,2 m s.l.m. e un massimo di 271,2 m s.l.m., con un range di variazione di 1 metro. Livello lacustre nell'anno 21: valori minimo, medio, massimo mensili (in alto); andamento dei livelli minimi e massimi mensili lungo la serie storica raffrontati con il livello medio lacustre di riferimento (in basso) Livello lacustre (m s.l.m.) ,8 271,6 271,4 271, ,8 27,6 27,4 27,2 27 Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Strato superficiale (-2 m) Agosto Settembre Ottobre Livello medio Livello minimo Livello massimo Novembre Dicembre 272,5 Livello lacustre (m s.l.m.) , , ,5 Strato profondo (<1 m) Livello medio Livello minimo Livello massimo

12 TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI STRATI -2 m E PROFONDO L2 2 Idrologia e clima Temperatura media delle acque nello strato -2 m e nello strato profondo All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità; la sua osservazione è però utile per la comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. L'indicatore consente inoltre di monitorare gli aumenti di temperatura legati ai cambiamenti climatici in atto. e tendenza Andamento della temperatura delle acque (valore medio lungo la colonna) dal 1981 al 21 con riferimento allo strato superficiale e allo strato profondo (valori riferiti al bacino nord) 25 2 Gli andamenti delle temperature delle acque, presentati nei grafici a lato, mostrano una tendenza all incremento lungo la serie storica di rilevamento, più accentuata per lo strato profondo. Lo strato superficiale mostra le temperature più alte tra luglio e ottobre, generalmente comprese tra 16 e 18 C; le temperature più basse si registrano nei mesi invernali, tra gennaio e marzo, e si aggirano intorno ai 5,5 C. L andamento delle temperature dello strato profondo testimonia gli eventi di rimescolamento delle acque verificatisi negli ultimi anni, particolarmente evidente il calo negli anni di piena circolazione 25 e 26, con 5,6 C e 5,3 C rispettivamente nel mese di marzo, seguito da una ripresa nel riscaldamento delle acque: nel marzo 21 sono stati rilevati valori medi pari a 5,6 C Strato superficiale (-2 m) feb '81 gen '84 ago '85 feb '87 lug '88 dic '89 giu '91 dic '92 giu '94 nov '95 apr '97 set '98 feb ' lug '1 dic '2 mag '4 ott '5 mar '7 ago '8 gen '1 Temperature ( C) 6 5,8 Temperature ( C) 5,6 5,4 5,2 5 4,8 Strato profondo (<1 m) 4,6 feb '81 mar '84 ott '85 mag '87 nov '88 mag '9 dic '91 ago '93 feb '95 ago '96 feb '98 ago '99 feb '1 ago '2 feb '4 ago '5 feb '7 ago '8 feb '1 11

13 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO L2 3 Idrologia e clima Profondità di rimescolamento delle acque lacustri Valori di massima profondità di mescolamento prossimi a 5-6 m sono indice di una condizione potenzialmente critica; una condizione ottimale si ha dunque quando l'omogenizzazione delle acque riguarda uno strato più profondo. e tendenza 1 m Nel corso di diverse decadi la circolazione invernale del Bacino Nord ha interessato unicamente i primi 6-1 m di profondità, mentre gli strati profondi sono rimasti in uno stato di completa anossia, condizione che ha portato a definire il lago come meromittico, ossia un bacino lacustre caratterizzato da una stratificazione costante delle acque che non si rimescolano pienamente. Un cambiamento rilevante nella storia del Ceresio si è verificato a seguito di due importanti eventi di rimescolamento invernale della colonna d acqua avvenuti nelle stagioni invernali del 25 e del 26, associati ad un calo dei valori di fosforo e ad un miglioramento dello stato di ossigenazione delle acque profonde. Nel 27 e nel 28 la circolazione delle acque è risultata nuovamente limitata agli strati più superficiali, nel 29 e nel 21 il rimescolamento ha raggiunto i 9 m circa di profondità. Il Bacino Sud al contrario presenta un comportamento termico che permette di classificarlo come lago monomittico caldo, mostrando regolarmente piena circolazione alla fine delle stagioni invernali. Andamento delle massime profondità di mescolamento delle acque del Bacino Nord (in alto) e del Bacino Sud (in basso), dati rilevati dal 198 al 21 Profondità (m) Valori critici Massima profondità lacustre -288 m m massima profondità di mescolamento maggiore di 6 m Bacino Nord attuale Bacino Sud Profondità (m) Massima profondità lacustre -95 m Valori critici -2 12

14 TRASPARENZA e tendenza La DEFINIZIONE trasparenza è indice della quantità di microalghe presenti nello strato illuminato Valori medi annui di trasparenza inferiori a 5 m (obiettivo definito dalla CIPAIS) sono indice di un peggioramento dello stato trofico, poiché sono la conseguenza di una maggiore produttività. 1 m L'andamento annuale della trasparenza delle acque del Lago di Lugano è definito regolarmente tramite i rilevamenti di scomparsa del disco di Secchi, eseguiti con cadenza circa quindicinale come previsto dal protocollo di monitoraggio CIPAIS. I dati relativi all anno 21, riportati nel grafico a destra, mostrano come la variazione annuale abbia seguito un andamento consueto per tutte le tre stazioni di monitoraggio, essenzialmente legato al ciclo di produzione algale. I massimi valori sono stati raggiunti a febbraio in corrispondenza della stazione di Gandria (circa 15 m di profondità), a dicembre in corrispondenza della stazione di Melide (circa 12 m) e Figino (circa 1,6 m). Con particolare riferimento al Bacino Nord le profondità rilevate, inferiori al valore massimo degli anni precedenti 28 e 29 (16,8 m), sono comunque considerevoli e legate alla scarsa produzione algale dei mesi invernali. I valori minimi (nell'intorno dei 2,7 m per tutte le stazioni) sono stati registrati tra luglio e agosto e sono indicativi dell aumento dell intensità produttiva del lago nel periodo tardo primaverile ed estivo. Dal grafico riportante l'andamento del parametro lungo l'intera serie storica si può apprezzare come il valore medio sui dodici mesi (linea nera) oscilli, negli ultimi anni, tra i 5 e i 1 m. É inoltre evidente l incremento nel valore medio di trasparenza dopo il 23. m m m -15 gennaio Gandria Melide Figino febbraio marzo aprile maggio giugno luglio L3 4 agosto Trasparenza delle acque, misurata mediante il Disco di Secchi: valore medio mensile nell'anno 21 raffrontato al valore medio mensile riferito alla serie storica (in alto) e andamento delle medie mensili dal 198 al 21 (in basso) -5 settembre Valore medio annuo per il 21: 8,31 m Valore medio annuo per il 21: 7,2 m Valore medio annuo per il 21: 6,2 m ottobre novembre dicembre Media mensile 21 Media mensile m m Trasparenza Media Valori medi Mobile calcolati su 12 per. sulla (Trasparenza) serie storica (media mobile) valore medio annuo di trasparenza maggiore di 5 m attuale Gandria Melide Figino 13

15 CLOROFILLA a Concentrazione DEFINIZIONE di clorofilla ɑ nelle acque lacustri La CIPAIS ha definito quale obiettivo da perseguire il non superamento del valore di 4 μg/l come concentrazione media annua di clorofilla a. e tendenza μg/l Nel Lago di Lugano si è verificata una progressiva riduzione dei valori di concentrazione di clorofilla dal 1981 ad oggi. A partire dalla seconda metà degli anni 9 i valori medi annui di clorofilla a si sono sempre mantenuti, in tutte e tre le stazioni, al di sotto di 1 μg/l e negli ultimi anni la concentrazione media annua registrata nelle tre stazioni di campionamento non supera valori di 7 μg/l. La distribuzione spazio-temporale recente dei valori di clorofilla rispecchia e conferma l andamento dei popolamenti fitoplanctonici rilevato nello strato -2 m, evidenziando la principale fase di sviluppo delle diatomee nella prima parte della primavera, lungo quasi tutta la colonna d acqua campionata, e indicando pertanto la validità di questo parametro quale indicatore complementare nello studio del fitoplancton. L andamento dei valori medi annui di clorofilla dell ultimo periodo, sempre inferiori nel Bacino Nord (stazione di Gandria) rispetto ai valori riferiti al Bacino Sud (stazioni di Melide e Figino), conferma il crescente gradiente trofico lungo l asse di deflusso del lago evidenziato nel corso delle attività di ricerca promosse dalla CIPAIS. Nel corso del 21 l'andamento delle medie mensili delle concentrazioni di clorofilla a (riferite allo strato -2 m) segue le tendenze che si rilevano di consueto, con valori massimi primaverili coincidenti con la fase iniziale di sviluppo del fitoplancton e valori minimi nel periodo invernale (mese di febbraio per tutte le tre stazioni di campionamento). C oncentrazione di clorofilla a (µg/l) µg/l L3 5 Concentrazione di clorofilla a: serie storica del valore medio annuo (in alto) e valori medi mensili per l'anno 21 (in basso) L1 Gandria L2 Melide L3 Figino Gandria 1 μg/l concentrazione media annua inferiore a 4 μg/l attuale Melide Figino Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre Gandria Melide Figino µg/l µg/l

16 STRUTTURA DELLE POPOLAZIONI FITOPLANCTONICHE L3 6 Specie DEFINIZIONE fitoplanctoniche censite durate l'anno Attualmente non è ancora stato definito un obiettivo di qualità numerico per questo indicatore specifico per il Lago di Lugano. e tendenza Nel Lago di Lugano l evoluzione stagionale del popolamento fitoplanctonico presenta differenze significative tra i due bacini del lago che, negli ultimi anni, riguardano prevalentemente la composizione tassonomica e la successione temporale delle specie principali, mentre risultano meno evidenti nei confronti dei valori complessivi di biomassa. Considerando l andamento dei valori di biomassa media annua dal 1981 al 29, si può osservare un profondo mutamento alla fine degli anni 8, quando la biomassa vegetale, tra il e il 1999, si è ridotta del 5-6% in tutto il lago. Negli anni successivi il quadro generale non presenta ulteriori modifiche sostanziali: l andamento del fitoplancton appare più regolare, con un accenno di ripresa negli anni 21-22, ed una tendenza alla diminuzione dei valori nel corso del quinquennio Nel 29 i valori di biomassa media annua sono risultati fra i più bassi dell intero periodo d indagine, in particolare a Gandria, dove è stato toccato il minimo assoluto. Per quanto concerne il quadro fitoplanctonico, il rilevante cambiamento verificatosi alla fine degli anni 8 aveva riguardato anche la composizione qualitativa del popolamento algale, con il passaggio, in tutte le tre stazioni, dal predominio assoluto delle Cianoficee ad una situazione di riequilibrio con le Bacillarioficee, unitamente ad una crescita percentuale sia delle Cloroficee sia delle Criptoficee (CIPAIS, campagna 27 e rapporto quinquennale 23-27). Con riferimento alla composizione della comunità fitoplactonica relativa al 29, il quadro che emerge è caratterizzato dalla netta predominanza delle Bacillarioficee (attestatesi attorno al 3% a Gandria e Melide, e ad oltre il 4% a Figino), e dal perdurare della scarsità di Cianoficee in tutto il lago. Rispetto all anno precedente sono risultate in netto calo le Cloroficee. In termini di composizione percentuale della biomassa algale, un contributo importante è dato dalle Peridinee e Criptoficee a Gandria (entrambi attorno al 17%), e dalle Cloroficee e Criptoficee nel bacino sud (per entrambi i gruppi a Melide 18-19%, a Figino 14-15%) (CIPAIS, avanzamento 29). Biomassa fitoplanctonica (g PS/m²) Biomassa fitoplanctonica media annua, espressa come grammi di peso secco su m² (in alto) e composizione della biomassa media annua, come percentuale, della comunità fitoplantonica con riferimento all'anno 29 (in basso) 1% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% L1 Gandria L2 Melide L3 Figino xantoficee peridinee diatomee bacillariofice crisoficee criptoficee coniugatoficee cloroficee cianoficee altre 2% 1% % Gandria L1 Melide L2 Figino L3 15

17 STRUTTURA DELLE POPOLAZIONI FITOPLANCTONICHE Specie DEFINIZIONE fitoplanctoniche censite durate l'anno Focus L3 6 La struttura della comunità fitoplanctonica del Lago di Lugano può essere rappresentata attraverso la ripartizione percentuale dei principali gruppi tassonomici, ossia Cianoficee (alghe azzurre responsabili delle fioriture algali che si verificano in ambiente eutrofizzato), Bacillarioficee, Peridinee, Cloficee e Criptoficee. I grafici riportati a destra mostrano una caratterizzazione della comunità fitoplanctonica del Lago di Lugano riferita a tre periodi successivi a partire dall'inizio delle attività di monitoraggio promosse dalla CIPAIS nelle diverse stazioni, da cui emergono le differenti fasi evolutive dell'ecosistema lacustre. Si evidenzia come in tutto il lago le Cianoficee, gruppo dominante nel corso degli anni '8, abbiano subito alla fine degli anni '8 una riduzione percentuale, raggiungendo valori simili a quelli delle Bacillarioficee, per diminuire ulteriormente durante il decennio in corso. Contemporaneamente si è assistito ad un aumento del contributo percentuale di Peridinee, Cloroficee e Criptoficee Percentuali di biomassa per ciascun gruppo tassonomico GANDRIA MELIDE FIGINO

18 POPOLAMENTO ZOOPLANCTONICO Densità DEFINIZIONE delle popolazioni zooplanctoniche e tendenza Attualmente non è ancora stato definito un obiettivo di qualità numerico per questo indicatore specifico per il Lago di Lugano. La principale svolta nei rapporti tra le principali componenti della catena alimentare del lago si è manifestata verso la fine degli anni 8, quando nel giro di un biennio (-1989) in tutto il lago, accanto alla forte riduzione del 5-6% della biomassa vegetale, si è verificato un incremento del 35-6% di quella animale. Dall avvio del programma di ricerche promosso dalla CIPAIS al 29, l andamento dello zooplancton risulta caratterizzato da oscillazioni interannuali anche notevoli e da un generale incremento dei valori di biomassa carnivora a partire dalla seconda metà degli anni 9, facendo prospettare un miglior equilibrio all interno della struttura trofica della biocenosi lacustre. Con riferimento all anno 29, il quadro della biocenosi zooplactonica è caratterizzato da una marcata riduzione rispetto agli anni precedenti dei valori medi annui di biomassa, assestandosi su valori simili in tutto il lago; la componente erbivora è risultata simile nelle tre stazioni, mentre i carnivori risultano generalmente in calo, con valori leggermente inferiori nel bacino nord rispetto a quello sud. Si è probabilmente esaurito l effetto positivo degli eccezionali eventi di rimescolamento della colonna d acqua nel bacino nord (inverni 25 e 26), grazie ai quali importanti quantitativi di nutrienti algali erano stati trasportati nello strato trofogeno dell intero lago, dove avvengono i processi fotosintetici. Le specie zooplanctoniche erbivore hanno risentito di questa ridotta disponibilità alimentare, con biomasse in calo del 15-3% rispetto al 28. Nel complesso i dati raccolti negli ultimi anni nell ambito delle ricerche CIPAIS confermano le differenze nella struttura trofica delle tre stazioni campionate, evidenziando da una parte una maggiore analogia tra le stazioni di Gandria e Melide, e confermando dall altra il gradiente trofico lungo l asse di deflusso delle acque lacustri, caratterizzato da una quota di produttori primari (fitoplancton) crescente da Gandria (51%) a Melide (54%) e a Figino (6%), ed una quota di consumatori primari (erbivori) in corrispondente diminuzione (Gandria: 38%; Melide: 35%; Figino 31%) (CIPAIS, campagna 27 e rapporto quinquennale 23-27; avanzamento 29). g PS/m² Gandria Melide L3 7 Biomassa zooplanctonica media annua, espressa come grammi di peso secco su m²; si indica la ripartizione nelle componenti trofiche dello zooplancton di rete, Copepodi e Cladoceri, ossia filtratori (erbivora) e predatori (carnivora) g PS/m² g PS/m² Figino carnivora erbivora 17

19 PRODUZIONE PRIMARIA e tendenza La DEFINIZIONE produzione primaria di un corpo idrico corrisponde alla quantità di sostanza organica prodotta dagli organismi autotrofi nell unità di tempo e di superficie L'obiettivo da perseguire è quello di raggiungere valori di produzione primaria annua di 15 g C/m²a, corrispondenti ad uno stato di mesotrofia (OECD, 1982). g/m²a 5 g/m²a Nell ambito delle ricerche promosse dalla CIPAIS dall inizio degli anni 8, uno dei parametri monitorati è rappresentato dalla produzione primaria, che esprime il grado di efficienza dell attività fotosintetica svolta dal fitoplancton. Come già osservato a proposito della componente planctonica del Lago di Lugano, il biennio ha costituito la principale e finora unica linea di separazione tra due situazioni trofiche radicalmente differenziate, non solo a livello della catena alimentare (come evidenziato dall andamento dei valori di biomassa fito-e zooplanctonica), ma anche dell efficienza dei processi produttivi primari. L andamento pluriennale della produzione primaria presenta una diversa tendenza nei due bacini lacustri a partire dall evento del : nel bacino nord i valori sono andati in costante crescita, favoriti dal progressivo apporto di nutrienti dagli strati più profondi verso la zona produttiva; nel bacino sud, in accordo con la progressiva riduzione del livello trofico, si è assistito ad un calo costante, fatta eccezione per i valori del quinquennio 23-27, i quali hanno senz altro risentito positivamente del marcato ampliamento dello strato trofogeno. Nel 29 la produzione areale annua presenta valori molto simili nelle tre stazioni campionate (circa 34 g/m²a), sostanzialmente vicini alla media dell ultimo quinquennio e ancora lontani dal valore obiettivo. Con riferimento all andamento dei valori mensili di produzione primaria relativi al 29, in tutto il lago il massimo primaverile è stato misurato nel mese d aprile, che nella stazione di Figino rappresenta anche il valore massimo annuo. L effetto dell attività di grazing (predazione) da parte dello zooplancton erbivoro sulla produzione algale nel corso del mese di maggio risulta evidente a Gandria e Melide, e molto meno a Figino. A partire da giugno fino al termine del periodo vegetativo i valori di produzione si sono mantenuti elevati, con punte massime annue in settembre a Gandria, molto al di sopra della media mensile, ed in luglio a Melide; per la stazione di Figino la misura di luglio non può essere considerata rappresentativa ai fini dell analisi dell andamento mensile in quanto è stata effettuata in condizioni d irraggiamento particolarmente sfavorevoli. Sono infine da sottolineare gli elevati valori di produzione del mese d ottobre misurati nelle stazioni di Melide e Figino, che si discostano notevolmente dalle medie mensili, e che sono da ricondurre all importante fase di sviluppo tardivo delle Cloroficee coccali nel bacino sud (CIPAIS, campagna 27 e rapporto quinquennale 23-27; avanzamento 29). produzione primaria annua inferiore a 15 g C/m²a attuale Gandria Melide Figino L3 11 Andamento della produzione primaria annuadai primi anni '8 al 29 (in alto) e della produzione primaria giornaliera nell'anno 29 raffrontata al valore medio mensile riferito alla serie storica nelle tre stazioni di campionamento Produzione primaria (gc/m²a) g/m²d g/m²d g/m²d , ,5,5 1 2,5 2 1,5 1,5 2,5 2 1,5 1,5 L1 Gandria L2 Melide L3 Figino Soglia critica gennaio febbraio PPG-Gandria anno 29 PPG-Gandria valore medio mensile PPG-Melide anno 29 PPG-Melide valore medio mensile PPG-Figino anno 29 PPG-Figino valore medio mensile marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre ottobre novembre dicembre 18

20 CONCENTRAZIONE MEDIA DI FOSFORO E AZOTO Concentrazione DEFINIZIONE media annua dei nutrienti: fosforo totale e azoto totale e tendenza L'obiettivo da perseguire, definito dalla CIPAIS, è quello di non superare la concentrazione di 3 µg P/l. μg/l 1 μg/l Lo stato qualitativo del Lago di Lugano ha subito in passato un rapido degrado che ha raggiunto il suo massimo verso la fine degli anni 7. Grazie alle misure di risanamento adottate è stato possibile abbattere significativamente il carico inquinante veicolato dai tributari. Nel bacino nord la concentrazione media di fosforo totalesull intero volume tra il 1976 e il è rimasta pressoché costante (circa 15 μg/l) a causa della permanente stratificazione della colonna d acqua, con conseguente riduzione del fosforo nello strato superiore e progressivo accumulo nello strato sottostante. A partire dal i valori di concentrazione nei due strati (-1 m e 1 m-fondo) si sono progressivamente avvicinati fino alla scomparsa della barriera meromittica all inizio del 25; grazie all eccezionale circolazione delle acque avvenuta nel bacino nord nel 25 e nel 26 si è assistito ad una drastica riduzione dei valori di fosforo: la concentrazione media annua si è quasi dimezzata, passando dai 138 μg/l del 24 agli attuali 73 μg/l. Per quanto riguarda il bacino sud i valori di concentrazione, in seguito all iniziale incremento avente il culmine nei primi anni 8, sono progressivamente diminuiti grazie al miglioramento delle opere di collettamento e depurazione, rimanendo poi stabili nell ultimo quinquennio; nel 21 è stata rilevata una concentrazione media sulla colonna di fosforo pari a 42 μg/l, il valore più basso registrato dal 198. In merito all andamento dell azoto totale, nel bacino nord le concentrazioni medie presentano un progressivo incremento, passando da,45 mg/l (periodo -88) a,81 mg/l nel 22. A partire dal 22 i valori hanno subito una forte riduzione fino agli attuali,47 mg/l. Nel bacino sud, dopo una prima fase di forte rialzo dal al 1989, l'andamento dell'azoto totale presenta un lungo periodo di stabilità tra il 199 ed il 1997, con valori prossimi a 1,45 mg/l. Dopo il picco di 1,57 mg/l nel 22, si sono verificate variazioni stagionali, ma con un trend al ribasso, e le concentrazioni si sono attestate sugli attuali 1,45 mg/l. L'aumento generalizzato dell'azoto totale registrato fino al 23 nel lago è attribuibile, almeno in parte, alla saturazione dei suoli sul bacino imbrifero, che hanno esaurito la capacità di trattenere efficacemente la componente inorganica disciolta (nitrato e ammonio) depositata con le precipitazioni (CIPAIS, campagna 27 e rapporto quinquennale 23-27). concentrazioni di fosforo inferiori a 3 μg/l Bacino Nord attuale Bacino Sud L3 12 Concentrazione media annua di fosforo totale (in alto) e di azoto totale (in basso) nelle acque lacustri, con riferimento ai due sottobacini Concentrazione di fosforo totale (µg/l) Concentrazione di azoto totale (mg/l) ,8 1,6 1,4 1,2 1,8,6,4, Bacino Nord Bacino Sud Soglia critica Bacino Nord Bacino Sud 19

21 CONCENTRAZIONE DELL'OSSIGENO DI FONDO Andamento DEFINIZIONE della concentrazione dell'ossigeno nelle acque lacustri profonde Coerentemente a quanto indicato dalla normativa svizzera sulla protezione delle acque (OPAc), nello strato profondo delle acque lacustri devono essere riscontrati valori di concentrazione dell'ossigeno disciolto pari o superiori a 4 mg/l. e tendenza 8 mg/l L andamento dei valori di concentrazione dell ossigeno disciolto rilevati nella stazione di Gandria (Bacino Nord, si veda il primo grafico in alto) mostra un miglioramento nello stato di ossigenazione delle acque lacustri profonde successivo agli eventi di piena circolazione, apprezzabile dall anno 27. I valori rilevati nel corso del 29 e del 21 si attestano al di sopra del valore obiettivo di 4 mg/l. In precedenza sono state registrate situazioni particolarmente critiche nel corso del 22 e del 25, con valori prossimi all'anossia nello strato che si colloca tra i 2 e i 1 m di profondità. Per quanto riguarda il Bacino Sud (grafico centrale e in basso), i valori rilevati in ciascuna delle due stazioni di campionamento mostrano andamenti paragonabili nel corso dei diversi anni. In corrispondenza della stazione di Melide si rilevano mediamente valori migliori in termini di ossigenazione delle acque rispetto a quanto registrato a Figino; in particolare, le concentrazioni misurate nella prima stazione negli anni 29 e 21 risultano sempre superiori al valore obiettivo di 4 mg/l. L3 13 Andamento dei valori medi ponderati della concentrazione di ossigeno disciolto sul fondo del Lago Ceresio nelle stazioni di Gandria, Melide e Figino -periodo dal al 21 Concentrazione di ossigeno (mg/l) Concentrazione di ossigeno (mg/l) Strato profondo compreso tra 2 e 1 m Ossigeno (mg/l)-stazione di Gandria Valore medio annuo per il 21: 5,4 mg/l Strato profondo al di sotto dei 2 m (massima profondità 84 m) Ossigeno (mg/l)-stazione di Melide Valore medio annuo per il 21: 6,1 mg/l mg/l concentrazione di ossigeno disciolto pari o superiore a 4 mg/l attuale Gandria Melide Figino Concentrazione di ossigeno (mg/l) Strato profondo al di sotto dei 2 m (massima profondità 95 m) Ossigeno (mg/l)-stazione di Figino Valore medio annuo per il 21: 5,4 mg/l

22 PROFONDITÀ DEL VALORE DI 4 mg/l DI OSSIGENO DISCIOLTO Profondità DEFINIZIONE del valore di 4 mg/l nelle acque lacustri L ordinanza svizzera sulle protezione delle acque (OPAc) stabilisce che il tenore di ossigeno dell acqua non debba essere in nessun momento e a nessuna profondità inferiore a 4 mg/l, quindi l'isolinea corrispondente a tale valore dovrebbe raggiungere l'intera colonna d'acqua (1%). L'ossigenazione deve inoltre essere tale che almeno animali poco sensibili popolino il fondo del lago durante tutto l anno e in quantità il più possibile vicine alla densità naturale. e tendenza 1% In riferimento al 21, nel bacino nord del Lago di Lugano l'isolinea corrispondente al valore di 4, mg/l di ossigeno disciolto, sotto la quale le condizioni di ossigenazione sono considerate critiche, è oscillata tra 8 e 11 m durante l anno; dal 27 si osserva un significativo aumento della profondità massima relativa all'isolinea, passata da 52 m agli attuali 18 m. Nel bacino sud l'isolinea di 4, mg/l è localizzata a 84 m a Melide e a 95 m a Figino (profondità massima). Osservando l'andamento storico della profondità massima di rilevamento del valore di 4, mg/l nelle due stazioni, non si rilevano sostanziali cambiamenti nel tempo, fatta eccezione per pochi anni; Melide presenta valori perlopiù costanti, attorno a 84 m, mentre Figino valori sempre prossimi a 95 m. In conclusione, dai dati sino ad ora raccolti per questo indicatore emerge come nel bacino sud l'intera colonna d'acqua risulti ossigenata, a differenza del bacino nord, caratterizzato da una condizione di meromissi (ossia di acque stratificate) che non consente quindi la piena ossigenazione degli strati profondi. L3 14 Profondità massima del Lago di Lugano a cui è stata rilevata una concentrazione di ossigeno pari a 4 mg/l nelle acque Profondità (m) Profondità (m) Profondità massima-gandria Profondità massima-melide % concentrazione di ossigeno disciolto di almeno 4 mg/l sull'intera colonna d'acqua attuale Gandria Melide Figino Profondità (m) Profondità massima-figino 21

23 CARICO DI FOSFORO TOTALE E AZOTO TOTALE IN INGRESSO A LAGO e tendenza Inquinamento delle acque Apporti DEFINIZIONE di nutrienti a lago derivanti dalle acque dei tributari, dalla fascia rivierasca e dalle precipitazioni Il massimo carico ammissibile di fosforo totale per il Lago di Lugano, secondo i limiti proposti dalla CIPAIS, è di 22 t/anno per il Bacino Sud e di 18 t/anno per il Bacino Nord. Relativamente all azoto l'obiettivo da perseguire è di contenere gli apporti a lago. 1 t Ptot/a 7 t Ptot/a La CIPAIS, nell ambito delle attività di ricerca, svolge dall inizio degli anni 8 le misurazioni dei carichi di fosforo in ingresso al Lago di Lugano, provenienti dalle acque dei tributari, dalle precipitazioni (solo per l'azoto) e dalla fascia rivierasca. L'analisi dettagliata dei carichi esterni di nutrienti convogliati ai due bacini principali consente di verificare se ed in quale misura le opere esterne di risanamento hanno contribuito al recupero del corpo lacustre e di valutare lo scostamento dagli obiettivi di qualità prefissati dalla CIPAIS (carichi critici). Dall inizio dei rilevamenti è stata riscontrata nel complesso una tendenza alla riduzione del carico di fosforo, in particolare nel bacino sud dove i valori si sono dimezzati rispetto ai primi anni 8; tale tendenza è da ricondurre al progressivo completamento della rete fognaria unitamente all ampliamento, potenziamento e ottimizzazione degli impianti di depurazione delle acque esistenti che convogliano i reflui urbani trattati ai tributari del lago; anche la messa al bando dei fosfati nei detersivi per tessili (dal ) ha contribuito a ridurre gradualmente gli apporti di nutrienti e, in particolare, del fosforo. Rispetto al quinquennio precedente (23-27) gli attuali carichi di fosforo totale risultano in aumento del 3% in entrambi i bacini. Gli apporti di fosforo totale rilevati nel 21 (che, rispetto agli anni precedenti, tengono conto anche del contributo, seppure modesto, della fascia rivierasca) risultano ancora superiori ai carichi critici auspicati, sia per il bacino nord (23,8 t/anno; +3%), ma in particolare per quello sud (45,6 t/anno; +17%). Per quanto riguarda i carichi di azoto totale, l andamento dei valori relativi al bacino nord è risultato relativamente costante nel tempo, con valori in genere compresi tra 5 t/anno e 75 t/anno. Nel bacino sud gli apporti hanno mostrato invece oscillazioni interannuali anche consistenti, alternando fasi di incremento a periodi di progressiva riduzione dei valori; dall'inizio degli anni '8 i carichi di azoto a questo sottobacino lacustre sono passati da valori di circa 1 t/anno a valori di circa 175 t/anno negli ultimi anni. Bacino Nord: massimo carico 18 tp/anno Bacino Sud: massimo carico 22 tp/anno Bacino Nord attuale Bacino Sud NB: gli apporti dalla fascia rivierasca sono conteggiati soltanto per l'anno 21; pertanto i carichi complessivi riportati nei grafici sono da considerare sottostimati Carico di fosforo totale (t/anno) Carico di azoto totale (t/anno) L4 1 Pressioni Bacino Nord Bacino Sud Apporti di nutrienti a lago, dal 1983 al 21: fosforo totale (in alto) e azoto totale (in basso) Bacino Nord Bacino Sud Soglia critica: Bacino Nord Bacino Sud 22

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