Perché la Direttiva Nitrati?

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1 Monica Bassanino - Dir. Agricoltura Elena Anselmetti - Dir. Ambiente UTILIZZO AGRONOMICO DI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO E DIGESTATI: INQUADRAMENTO NORMATIVO Torino, 8 novembre 2016 Perché la Direttiva Nitrati? 1

2 LE RISORSE IDRICHE Sulla Terra le acque dolci sono solo il 3% del totale In Europa il 65% dell acqua potabile deriva dalle falde e il 25% delle falde è seriamente minacciato dall inquinamento Cosa inquina le falde? Nitrati Prodotti fitosanitari VOC Metalli pesanti COME INCIDONO I NITRATI SULLA SALUTE UMANA? NO 3 - EMOGLOBINA NO 2 - META- EMOGLOBINA Problemi cardiocircolatori e alla tiroide, aumento incidenza diabete e di tumori 2

3 QUALI SONO GLI EFFETTI DEI NITRATI SULL AMBIENTE? fenomeni di eutrofizzazione DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? Stima delle fonti di inquinamento da nitrati delle acque ad uso potabile in Europa (dati UE) 5% 25% 70% AGRICOLTURA SCARICHI CIVILI SCARICHI INDUSTRIALI 3

4 DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? Quali fattori governano le perdite di nitrati dal comparto agricolo verso le falde? IL SUOLO LA COLTURA L ACQUA DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? 1. ECCESSO DI NITRATI NEL SUOLO Errori nella fertilizzazione (dose troppo alta, fertilizzazione troppo anticipata, ecc.), la coltura non asporta (distribuzioni a fine ciclo, coltura troppo poco sviluppata, ecc.) 2. FLUSSO IDRICO VERSO IL BASSO Piove molto, si irriga troppo o male, il suolo è molto permeabile, ecc. 4

5 DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? 3. FALDA POVERA D ACQUA I nitrati non si diluiscono: alte concentrazioni in falda anche se il suolo non ha molti nitrati. DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? Fonti agricole diffuse CAUSE POSSIBILI - cattivo utilizzo agronomico dei reflui zootecnici (periodi non idonei e dosi eccessive) - eccessiva fertilizzazione minerale VIE POSSIBILI - Run off -> corsi d acqua - Lisciviazione -> falde 5

6 DA DOVE ARRIVANO I NITRATI? Fonti agricole puntuali - strutture di stoccaggio dei reflui (assenti o inidonee) - strutture di stabulazione degli animali (inidonee) - sversamento diretto di reflui nelle acque superficiali VIE POSSIBILI - Lisciviazione -> falde - Scarico non autorizzato -> corsi d acqua IL PROBLEMA NITRATI RIGUARDA L ITALIA? Valori medi di concentrazione dei nitrati nei siti di monitoraggio delle acque sotterranee (gennaio-giugno 2015) 6

7 IL PROBLEMA NITRATI RIGUARDA L ITALIA? Distribuzione dei siti di monitoraggio delle acque sotterranee per classi di concentrazione media dei nitrati (gennaio-giugno 2015) IL PROBLEMA NITRATI RIGUARDA L ITALIA? Valori medi di concentrazione dei nitrati nei siti di monitoraggio delle acque di superficie (gennaio-giugno 2015) 7

8 IL PROBLEMA NITRATI RIGUARDA L ITALIA? Distribuzione dei siti di monitoraggio delle acque di superficie per classi di concentrazione media dei nitrati (gennaio-giugno 2015) IL PROBLEMA NITRATI RIGUARDA IL PIEMONTE? 8

9 L applicazione della Direttiva Nitrati Direttiva Nitrati 91/676 E una norma comunitaria volta a tutelare le acque dall inquinamento di origine agricola. Chiede: 1. la designazione di Zone Vulnerabili da Nitrati di origine agricola (ZVN), dove la qualità delle acque è compromessa a causa delle attività agricole, o è a rischio di diventarlo. 2. la regolamentazione dell utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici. 9

10 Designazione delle zone vulnerabili: Direttiva Nitrati 91/676 Tutto il paese (Germania, Danimarca, Belgio, ecc) Solo parte del paese (Italia, Francia, Inghilterra, ecc) Vincoli all utilizzo agronomico dei reflui zootecnici nelle ZVN: Dose max distribuibile: 170 kg azoto zoot /ha/anno Capacità minima strutture di stoccaggio aziendali Direttiva Nitrati 91/676 Perchè è stato scelto il tetto massimo dei 170 kg? Perdita di azoto 170 kg N/ha dati da prove in Centro- Nord Europa dati da prove in Italia fertilizzazione (kg N/ha) 10

11 In Italia D.Lgs. 152/1999 D.Lgs. 152/2006 Definizione di utilizzo agronomico. Decreto Effluenti (7 apr 2006) Criteri di utilizzo agronomico per effluenti e acque reflue. Nuovo Decreto Effluenti e Digestato (25 feb 2016) + digestati classificati sottoprodotti. Legge regionale 13/1990: In Piemonte solo liquami suini,domanda cartacea di autorizzazione alla Provincia. Regolamento regionale 9/R/2002: tutti gli effluenti zootecnici, comunicazione via web, prima designazione ZVN (criterio di vulnerazione). Regolamento regionale 10/R/2007 e smi: anche acque reflue, comunicazione integrata in AA. Dal 2016: anche digestati classificati sottoprodotti. Regolamento regionale 12/R/2007: seconda designazione ZVN (criterio di vulnerabilità) + Fasce A e B del PAI 11

12 2002: DESIGNAZIONE SECONDO LA VULNERAZIONE DELLE FALDE Per ciascuna area idrogeologica: media dei valori di nitrati degli ultimi 4 anni di monitoraggio <40 mg/l = no ZVN >40 mg/l = si ZVN 2007: DESIGNAZIONE SECONDO LA VULNERABILITA DELLE FALDE Territori potenzialmentevulnerabili: a rischio di inquinamento da nitrati. Studio scientifico ha integrato diversi parametri: la vulnerabilità della falda superficiale (Univ. Torino) la capacità protettiva dei suoli (IPLA) il surplus azotato, indicatore del rischio di avere nitrati nel suolo (Univ. Torino) Sono state designate le zone per le quali tutti e tre i parametri segnalavano rischio. 12

13 I designazione 9/R/ ha fasce A e B PTA aggiornamento PAI ha II designazione 12/R/ ha TOT= ha (38 % della SAU, 50% pianura) Il Regolamento reg. 10/R 13

14 Cosa disciplina Norme generali per l utilizzo agronomico dei reflui zootecnici su tutto il territorio regionale Programma d azione specifico per le Zone Vulnerabili Cosa disciplina Effluenti zootecnici Digestati degli impianti a biogas Acque reflue di azagricole e piccole az agroalimentari Chi produce, stocca e distribuisce in campo Chi fa una sola delle fasi di gestione 14

15 Cosa disciplina Digestati degli impianti a biogas: -classificati sottoprodotti ai sensi dell art. 184bis del D.Lgs. 152/2006 -> Titolo II bis del Reg. 10/R -assimilati a reflui zootecnici ai sensi della DGR n >Titolo II (ZO) e III (ZVN) del Reg. 10/R UTILIZZO AGRONOMICO DEI DIGESTATI CLASS. SOTTOPRODOTTI PRIMA = UA come effluenti di allevamento (DGR del 2009) oppure come rifiuti (procedura R10) DOPO = UA come effluenti di allevamento (DGR del 2009), come sottoprodotti (DGR del 2015, nuovo DM nazionale) oppure come rifiuti (procedura R10) Effetti previsti: Chiarimento normativo, semplificazione amministrativa. Maggior riuso della s.o., riduzione del ricorso a fertilizzanti da fonti fossili, applicazione diffusa dei criteri ambientalmente compatibili per l UA. 15

16 Vincoli alla fertilizzazione organica VINCOLI alla DOSE DISTRIBUITA Fuori ZVN: max340 kg di azoto zootecnico all anno (media aziendale di tutti i terreni fuori ZVN). Dentro ZVN: max170 kg di azoto zootecnico all anno (media aziendale di tutti i terreni in ZVN) rispetto dei massimali per coltura (MAS Allegato V). UTILIZZO AGRONOMICO SMALTIMENTO! Vincoli all utilizzo agronomico invernale per i materiali non palabili In ZVN, liquami e assimilati (compreso digestato-refluo) su suolo con coltura in atto o con residui colturali: Dal 15 al 30 novembre = bollettini bisettimanali. Dal 1 dicembre al 31 gennaio = sospensione invernale. Dal 1 febbraio in avanti, fino a completamento dei 30 gg = bollettini bisettimanali. In ZVN, liquami e assimilati (compreso digestato-refluo) su suolo nudo: Dal 1 novembre al 28 febbraio = sospensione invernale. In ZVN, digestati-sottoprodotti non palabili: Dal 1 novembre al 28 febbraio = sospensione invernale. Fuori ZVN, liquami e assimilati: Dal 1 dicembre al 31 gennaio = sospensione invernale. 16

17 Vincoli all utilizzo agronomico invernale per i materiali palabili In ZVN, letami sui prati e compost: Dal 15 dicembre al 15 gennaio = sospensione invernale. In ZVN, digestati palabili, altri letami e assimilati: Dal 15 novembre al 15 febbraio = sospensione invernale. Fuori ZVN, digestati palabili, letami e assimilati: Nessuna sospensione invernale. IL CALENDARIO AUTUNNALE DI SPANDIMENTO PRIMA= 90 gg di divieto a calendario (15nov-15feb) DOPO= 60 gg di divieto a calendario (1dic-31gen) + 30 gg (nov e feb) in funzione di pioggia caduta, saturazione dei suoli, previsioni meteo (bollettino bisettimanale). Effetti previsti: Maggiore flessibilità in funzione dell andamento meteo, molto variabile negli ultimi anni: tutela delle situazioni a maggior rischio senza penalizzare le normali attività agricole (restano validi i vincoli allo spandimento legati alle condizioni del suolo). Semplificazione amministrativa. 17

18 IL CALENDARIO AUTUNNALE DI SPANDIMENTO Gruppo di lavoro Dir. Agricoltura + IPLA + Università TO. 1. Identificazione delle macroaree meteoclimatiche. 2. Per ciascuna macroarea, selezione di una stazione meteo di riferimento. 3. Per ciascuna macroarea, identificazione di uno o più pedotipi di riferimento. 4. Per ciascun pedotipo di ciascuna macroarea, a partire dalla prima pioggia autunnale saturante, simulazione di un bilancio idrico giornaliero nei primi 60 cm di profondità. 18

19 IL CALENDARIO AUTUNNALE DI SPANDIMENTO IL BOLLETTINO PERIODICO Le previsioni meteo ARPA sono bisettimanali a tre giorni (lunedi, giovedi): anche i bollettini hanno la stessa cadenza (martedi, venerdi). Un bollettino per ciascuna macroarea. Il primo bollettino esce martedi 15 novembre 2016 sul sito web regionale (link diretti dalla pagina Direttiva Nitrati e dalla sez. Agricoltura / Servizi Fitosanitari). IL CALENDARIO AUTUNNALE DI SPANDIMENTO Saràpossibile consultare per ciascuna Macroarea l elenco dei fogli di mappa ivi ricadenti. 19

20 Vincoli strutturali Stoccaggio minimo del refluo PALABILE SPECIE BOVINI ALLEVAMENTO DENTRO ZVN FUORI ZVN BOVINI CARNE SUINI OVICAPRINI CUNICOLI 90 EQUINI senza disidratazione rapida a AVICOLI tenori di s.s. superiori al 65% con disidratazione rapida a AVICOLI tenori di s.s. superiori al 65% Vincoli strutturali Stoccaggio minimo del refluo NON PALABILE SPECIE DENTRO ZVN FUORI ZVN TUTTE ZONA MONTANA < 3000 KG N ANNUI 90 BOVINI ALLEVAMENTO BUFALINI OVICAPRINI EQUINI BOVINI ALLEVAMENTO BUFALINI OVICAPRINI EQUINI BOVINI CARNE SUINI CUNICOLI AVICOLI con terreni a prato e/o cereale vernino senza terreni a prato e/o cereale vernino

21 Obblighi amministrativi Tutte le aziende che PRODUCONO E/O UTILIZZANO azoto da reflui zootecnici o digestato >1000 kg/anno se classificate ricadenti in ZVN, > 3000 kg/anno se classificate ricadenti fuori ZVN. Comunicazione di utilizzo agronomico (invio SOLO telematico, tramite SISTEMA PIEMONTE) Vale 1 anno Obblighi amministrativi Aziende di grandi dimensioni (>3000 kg in ZVN, allevamenti intensivi e > 500 UBA bovine fuori ZVN). Piano di Utilizzazione Agronomica (valido 5 anni). Registro delle fertilizzazioni. Impianti di digestione anaerobica. Piano di Utilizzazione Agronomica (valido 1 anno). Registro delle fertilizzazioni e/o cessioni a terzi. Registro dei materiali in ingresso. Altre aziende, se in ZVN e con SAU > 20 ha. Registro delle fertilizzazioni (in alternativa: fatture di acquisto dei concimi). 21

22 La deroga alla Direttiva Nitrati LA DEROGA ALLA DIRETTIVA NITRATI Criteri per accedere alla deroga: 1. Domanda annuale. Deroga aziendale. 4 anni ( ). 2. Deroga solo se su almeno il 70% della SAU colture ad alto asporto (es: mais a ciclo lungo con asporto di granella+stocchi, prati, doppie colture). 3. Deroga fino a 250 kg/ha 4. Deroga solo per reflui bovini (letame, liquame) e frazioni chiarificate dei liquami suini. 5. Alta efficienza delle distribuzioni (65% per liquami, 50% per letami) -> Uso di macchine interratrici, capacità di stoccaggio aziendale superiore ai 6 mesi, due terzi dell azoto vanno in campo entro 31 luglio. 22

23 Effetti previsti: LA DEROGA ALLA DIRETTIVA NITRATI 1. Maggior ricorso a matrici aziendali già disponibili, minor uso di fertilizzanti di sintesi a parità di azoto totale distribuito alle colture, minor ricorso alla delocalizzazione (trasporti, emissioni). 2. Incremento della copertura del suolo agricolo durante l anno (es. doppie colture, intercalari invernali, catch crops). 3. Incremento delle tecniche di distribuzione ad alta efficienza (es. uso di macchine interratrici) e più in generale del livello tecnico e gestionale delle aziende aderenti. LA DEROGA ALLA DIRETTIVA NITRATI Tabella 1: Caratteristiche delle aziende beneficiarie di deroga nell anno 2015 Aziende in deroga di cui con bovini di cui con suini n n capi t peso vivo kg N n capi t peso vivo kg N Piemonte Lombardia Veneto Totale Tabella 2: Caratteristiche dei territori che ospitano le aziende beneficiarie di deroga Comuni sede di aziende in deroga SAU dei Comuni sede di aziende in deroga di cui gestita in deroga Capi allevati nel 2014 nei Comuni sede di aziende in deroga di cui gestiti in deroga* n ha ha % bovini n suini n totale n % Piemonte , ,03 Lombardia , ,92 Veneto , ,20 Totale , ,62 23

24 Dir. Agricoltura Settore Produzioni Agrarie e Zootecniche Monica Bassanino tel monica.bassanino@regione.piemonte.it Dir. Ambiente, Governo e Tutela del Territorio Settore Tutela delle Acque Elena Anselmetti tel elena.anselmetti@regione.piemonte.it Settore Giuridico Legislativo Flavio Fissore tel flavio.fissore@regione.piemonte.it 24

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