Cambiamenti climatici e aspetti economici connessi Il caso Idrico in Toscana

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1 Cambiamenti climatici e rischi emergenti per la salute Dicembre 2015 Roma Cambiamenti climatici e aspetti economici connessi Il caso Idrico in Toscana Riccardo Grifoni 1

2 Argomenti dell intervento I cambiamenti climatici nell'eu Approccio alla gestione dell emergenza idrica in Italia. Un esempio pratico la gestione dell emergenza idrica nel territorio toscano. Monitoraggio dell evoluzione della crisi idrica; Coordinamento regionale; L.R. 24/2012: gestione ordinaria delle situazioni di emergenza idrica; Piano Straordinario degli interventi urgenti per l emergenza idrica: interventi 2012 e 2013/2014. Gestione commissariale del Presidente Rossi. Risoluzione definitiva delle emergenze idriche: il Piano degli Interventi Strategici Regionali. 2

3 I cambiamenti climatici in Europa La politica Europea per fronteggiare la scarsità di risorse idriche e gli eventi siccitosi è basata sulla Comunicazione al Parlamento Europeo e al Consiglio da parte della Commissione del Il fondamento dell'intervento politico sul tema trova la propria genesi sull'evidenza dei cambiamenti climatici e l'evoluzione di periodi di siccità (in aumento di più del 20%) tra gli anni 1976 e Gli eventi siccitosi più recenti sono stati del 2003, 2007 e 2011, in ognuno di questi periodi le persone coinvolte dalla mancanza di risorsa furono più di 100 milioni e il costo afferente superiore agli 8 miliardi di euro. 3

4 TRENDS Mentre col termine siccità si identifica un periodo temporaneo di decremento della risorsa dovuto, ad esempio, a un decremento delle precipitazioni, scarsità idrica significa che la domanda di acqua eccede la quantità di risorsa che in condizioni di sostenibilità risulta distribuibile. Almeno l'11% della popolazione europea ed il 17% del proprio territorio è ancora affetta da problemi di scarsità idrica e le analisi dei trend recenti mostra un significativo incremento del fenomeno in Europa. Questo problema pone alcune zone Europee allo stesso livello dei Paesi extraeuropei che si affacciano sul Mediterraneo 4

5 L'approccio istituzionale Italiano alle situazioni di carenza idrica e di siccità Lo strumento nazionale principale per la regolazione delle crisi iidriche: BILANCIO IDRICO L'art. 95 del D.Legsl Legsl. 152/ definisce gli strumenti per la realizzazione del bilancio idrico Strumenti principali sono: 1. Tutela Quantitativa della risorsa che deve portare al raggiungimento del buono stato delle risorse attraverso un uso razionale dell'acqua che permetta un uso sostenibile delle risorse stesse senza stressarne la qualità. 2. Misure per assicurare il rispetto del bilancio idrico come definito dalle Autorità Idriche di Bacino, inel ripsetto delle priorità definite dalla legge e tenendo di conto della domanda e dell'offerta di acqua, minimo deflusso vitale, capacità di rinnovamento della risorsa e qualità e quantità della risorsa. 5

6 L'approccio istituzionale Italiano alle situazioni di carenza idrica e di siccità 3. Installazione e mantenimento in buono stato di appropriati dispositivi per la misurazione delle quantità di risorsa estratta ai punti di captazione per le migliori performance e laddove possibile al punto di re-immissione, modalità di comunicazione dei risultati delle misure e alle Autorità competenti. Le Autorità di Bacino sono responsabili dell invio dei dati al servizio geologico nazionale. 4. Le derivazioni della risorsa sono regolate dalle Autorità per mezzo di concessioni a livelli che salvaguardino il minimo deflusso vitale. 5. Chi usa o gestisce le risorse idriche prende in considerazione tutte le necessarie misure per l eliminazione dell inquinamentoo la riduzione dei livelli di consumononché nonché delle tecniche per un migliore riuso dell acqua 6

7 L'approccio istituzionale Italiano alle situazioni di carenza idrica e di siccità 6. Le Regioni e le Autorità elaborano norme specifiche sulla salvaguardia della risorsa nel campo agricolo sulla base degli usi idrici pianificati e la corretta individuazione dei bisogni dei diversi settori di utilizzo. 7.Il Ministero dell Ambiente e quello dell Agricoltura con il contributo di quello della Salute e dell Economia definiscono le modalità tecniche per il riutilizzo delle acque reflue con proprie leggi e regolamenti. 8. Tutte le Istituzioni si adoperano per preparare le migliori condizioni per il riuso delle acque refluesiano esse civili che industriali. 7

8 L'approccio istituzionale Italiano alle situazioni di carenza idrica e di siccità 9. Tutte le acque siano esse superficiali come sotterranee sono di proprietà dello Stato. 10. L Acqua è una risorsa che deve essere protetta, salvaguardata ed usata cono criteri solidali, qualunque uso deve essere fatto nel rispetto dei diritti delle generazioni future. 11. La disciplina degli usi idrici è finalizzata a fronteggiare gli sprechi e facilitare il rinnovamento della risorsa, dell ambiente, delle specie animali e vegetali. 12. Gli usi differenti da quello umano sono permessi nei limiti dei livelli della risorsa e nel rispetto dei livelli quantitativi. 8

9 I cambiamenti climatici in Toscana Dalle analisi, effettuate dal Consorzio LAMMA, dei dati degli ultimi 5-6 decenni dei principali parametri climatici ed in particolare di temperatura e precipitazione relativi al territorio regionale, si evince che la Toscana non è esente dal cambiamento climatico il cui trend è in linea con quello delineato a livello nazionale e di bacino del Mediterraneo. La temperatura e le precipitazioni sono parametri che evidenziano in maniera più evidente segnali significativi di cambiamento climatico. 9

10 I cambiamenti climatici in Toscana Temperature I risultati ottenuti dall elaborazione dei dati termo-pluviometrici di 22 stazioni, relativi al periodo che va dal 1955 al 2007, hanno rilevato un aumento delle temperature, sia minime che massime, con incrementi rispettivamente di +0,89 C e +0,81 C in 50 anni. 10 (Fonte: LaMMA, Dati: Aeronautica Militare, Centro Funzionale, ARSIA)

11 I cambiamenti climatici in Toscana Precipitazioni A livello di precipitazioni, a parte alcuni anni particolarmente piovosi come il 2010, in generale nel corso degli ultimi decenni si è registrato un trend negativo diffuso, con valori medi regionali di - 12% come indicato nella mappa relativa alle anomalie del periodo rispetto al periodo di riferimento (Fonte: LaMMA, Dati: Aeronautica Militare, Centro Funzionale, ARSIA)

12 I cambiamenti climatici in Toscana Se la tendenza delle ultime decadi in Toscana va verso una diminuzione delle piogge e del numero dei giorni piovosi, al contempo ci sono segnali che indicano un aumento dei fenomeni precipitativi molto intensi che possono avere ripercussioni importanti sul territorio dal punto di vista idrogeologico. Da ciò consegue anche un intensificarsi degli episodi siccitosi sul territorio, che porta ad un espansione delle aree a carattere semiarido dovute al sinergico effetto dell innalzamento delle temperature e della contrazione delle precipitazioni. 12

13 Le precedenti situazioni di emergenza idrica Fenomeni di emergenza idrica, dovuti soprattutto ai cambiamenti climatici in atto, tendono a ripresentarsi negli ultimi anni con una frequenza sempre più preoccupante per un territorio come quello della Toscana, caratterizzato da alti livelli di sviluppo economico e di qualità della vita, oltre che da un elevata presenza turistica. Nell ultimo decennio la Regione Toscana è stata interessata da ben sei periodi di crisi idrica, tre dei quali (2003, 2007 e 2012) hanno ricevuto la veste dell ufficialità con la dichiarazione dello stato di Emergenza Idrica riconosciuta a livello nazionale e la nomina del Commissario. 13

14 L emergenza idrica 2012 L evento siccitoso perdura dall autunno 2011 ad oggi. Nel periodo settembre 2011-agosto2012 si è registrato un deficit di precipitazioni su base regionale, rispetto all'analogo periodo per gli anni , di circa il 30% (- 320 mm) con punte massime sulle province di Grosseto di -49% (-406 mm) e di Livorno di -44% (-356 mm). Dati di pioggia DATI MEDI DI PIOGGIA IN mm SULLE PROVINCE RELATIVI AL PERIODO SETT-AGO DEGLI ANNI E DEL Periodo sett ago ( ) AR 961,1 FI 967,3 GR 826,2 LI 812,9 LU 1475,6 MS 1507,3 PI 880,4 PO 1187 PT 1356,8 SI 879,5 TOSCANA 1085,4 mm Periodo sett-ago ( ) 580,8 612,4 420,1 456, , , ,5 764,9 mm Differenze in mm 380,7 354,9 405,9 356,5 245,6 59,5 343,4 372,8 328, ,5 mm Differenze in % % (Fonte: Servizio Idrologico Regionale) 14

15 L emergenza idrica 2012 La gravità dell evento siccitoso è desumibile anche dalla sofferenza idrica negli invasi. BILANCINO - QUOTA INVASO Aprile 2008: 65 Mln mc Aprile 2009: 65 Mln mc Aprile 2010: 67 Mln mc Aprile 2011: 66 Mln mc Aprile 2012: 45 Mln mc Invaso Bilancino, dati al 1 novembre 2012: Volume 34 Mln di mc. Altezza del lago slm: 244 metri 15 4/1/08 13/2/08 24/3/08 3/5/08 12/6/08 22/7/08 31/8/08 10/10/08 19/11/08 29/12/08 7/2/09 19/3/09 28/4/09 7/6/09 17/7/09 26/8/09 5/10/09 14/11/09 24/12/09 2/2/10 14/3/10 23/4/10 2/6/10 12/7/10 21/8/10 30/9/10 9/11/10 19/12/10 28/1/11 9/3/11 18/4/11 28/5/11 7/7/11 16/8/11 25/9/11 4/11/11 14/12/ /01/ /03/ /04/ /05/ /07/ /08/ /09/ /10/2012 H m slm Ottobre 2012: 32 Mln mc

16 L emergenza idrica 2012 Vista la piovosità ridotta (-30%) e la grave e progressiva riduzione della disponibilità di risorsa idrica, la Regione Toscana ha attuato le seguenti azioni: Monitoraggio dell evoluzione e dell estensione delle situazioni di crisi idrica; Informazione sullo stato di crisi e sulle azioni in atto; Il 04 Aprile 2012, con DPGR n.87, è stato dichiarato lo stato di emergenza idrica e idropotabile regionale (riconosciuto a livello nazionale con DPCM dell 11 maggio 2012); 16

17 L emergenza idrica 2012 Il 5 giugno 2012 è stata emanata la Legge Regionale n.24 del recante Norme per la gestione delle crisi idriche e idropotabili, quale strumento ordinario da attivare ogni qualvolta si presenti uno stato di crisi idrica; Ai sensi dell art. 3 della Legge Regionale 24/2012 è stato redatto, di concerto con AIT e gestori del S.I.I., il Piano Straordinario per l emergenza idrica approvato con DPGR n.142 del 4 luglio Con Ordinanza n.17 del 31 agosto 2012 il Capo del Dipartimento della protezione civile ha nominato il Presidente della Giunta Regionale Commissario con poteri di deroga ad alcune leggi nazionali e regionali (consentendo così l accelerazione degli interventi previsti dal Piano Straordinario) 17

18 Monitoraggio zone a rischio di carenza di risorse idriche L emergenza idrica 2012 CARTA DELLE AREE DI CRISI IDROPOTABILE PER L ESTATE 2012 Le previsioni per l estate, la maggior parte poi verificatesi, vedevano la crisi idrica estendersi anche: alle aree collinari e montane servite da acquedotti locali che dipendono esclusivamente dall alimentazione di piccole sorgenti; alle zone a vocazione turistica, che nel periodo estivo vedono forti incrementi di domanda; alle aree periferichedi acquedotti estesi. 18

19 L emergenza idrica 2012 Monitoraggio e Informazione Gli interventi del Piano Straordinario per l emergenza idrica per l anno 2012 sono stati monitorati, per la verifica del rispetto dei cronoprogrammi, attraverso un sistema informatizzato con aggiornamento dati da stazioni remote dell AIT; Da Giugno 2012 sono stati predisposti, in collaborazione con SIR, LAMMA, AIT e gestori, report periodici sull evoluzione dello stato di crisi idrica e idropotabile (precipitazioni, livelli nei corpi idrici, trend evolutivi, previsioni meteo, zone in crisi e azione adottate per superarle). I report sono stati caricati sulla reference page di comunicazione e informazione della Regione Toscana; Impulso e monitoraggio dell adozione da parte dei sindaci di ordinanze urgenti per la limitazione dell uso dell acqua ai fini non idropotabili e per un uso parsimonioso delle risorse idriche. 19

20 Piano Straordinario degli interventi per l emergenza idrica ATO / Gestore ATO 1 - GAIA ATO 1 - GEAL ATO 2 - ACQUE ATO 3 - PUBLIACQUA ATO 4 - NUOVE ACQUE Ato 4 - EAUT ATO 5 - ASA ATO 6 ACQ.DEL FIORA TOTALI L emergenza idrica 2012 Programma Interventi 2012 N Interventi Costo Totale Programma Interventi N Interventi Costo Totale Al 31 ottobre 2012 risultavano 46 interventi completati, 69 interventi in corso, altri 66 interventi hanno invece incontrato criticità legate alle procedure autorizzative che ne hanno rallentato il completamento. 20

21 L emergenza idrica 2012 Piano Straordinario degli interventi per l emergenza idrica Ad oggi è stato predisposto l aggiornamento del Piano Straordinario al fine di adeguarlo agli scenari che si sono configurati nei mesi di emergenza idrica successivi al DPGR 142/2012. Sono in fase di approvazione i decreti di attuazione dell Ordinanza di Protezione Civile n. 17/2012 che regoleranno l attuazione delle deroghe previste dall ordinanza stessa. Sono state predisposte le Linee Guida per l emanazione del giudizio di qualità e dell idoneità all uso di nuove risorse idriche nel caso di crisi idriche o eventi calamitosi, quale strumento da attivare sia per la gestione ordinaria sia nei casi emergenziali. 21

22 Il Piano degli Interventi Strategici Finalità Nonostante il cambiamento climatico in corso (ripetersi dei periodi di siccità, diminuzione delle precipitazioni medie) le risorse idriche della Regione, sono ancora sufficienti per coprire i fabbisogni e garantire lo sviluppo. È necessario però fare un esame critico dell utilizzo della risorsa esistente, e definire una strategia che indichi come selezionare ed utilizzare le fonti che in futuro assicureranno l approvvigionamento idrico regionale, per: colmare i deficit quantitativi sostituire le risorse di qualità non idonea attualmente utilizzate Al fine di assicurare la gestione sostenibile delle risorse idriche in attuazione dell art.25 della L.R. 69/2011, la Regione individua, nell ambito del PAER, un Piano di Interventi Strategici regionali per la gestione della risorsa idrica 22

23 Il Piano degli Interventi Strategici Strategia Realizzazione di piccoli-medio invasi che consentano l accumulo di risorsa nei periodi di maggior precipitazione e contestualmente vanno a proteggere il territorio con funzione di laminazione delle piene; Interconnessione delle reti che consentano il trasporto della risorsa idrica da zone ove questa è disponibile verso quelle servite da sorgenti locali che risentono grandemente della stagionalità delle piogge; Realizzazione di dissalatori laddove non è possibile sopperire in maniera alternativa più economica; Utilizzo di nuova risorsa idropotabile da reperire laddove vi è disponibilità quali-quantitativa e distribuzione sul territorio collegando i sistemi distributivi esistenti. 23

24 Il Piano degli Interventi Strategici Interventi Gli interventi individuati, hanno tempi di realizzazione a breve termine ( 3anni), medio termine (5-7 anni), lungo termine (> 7 anni), attuabili per programmi successivi Gli interventi a breve-medio termine risolvono localmente le problematiche delle aree critiche (litorale tirrenico e isole, sola d Elba, Chianti, alta e bassa Valdicecina, Val di Cornia e molte altre aree montane e collinari) Soltanto però con la realizzazione delle opere previste a ungo termine potrà essere completata l interconnessione delle reti quale elemento fondamentale per la riduzione del rischio di crisi idrica e idropotabile a livello regionale. 24

25 Il Piano degli Interventi Strategici Invasi INVASI TOTALE VOLUME INVASABILE 90,1mln di mc tempi di realizzazione nome invaso zone servite breve periodo Pippo Centro regione medio periodo Pluto Isola d'elba lungo periodo Paperino Zona costiera sud-ovest TOTALE COSTO 191,3 mln di euro 25

26 Il Piano degli Interventi Strategici Interconnessioni INTERCONNESSIONI CON DISTRIBUZIONE DI NUOVA RISORSA IDROPOTABILE TOTALE NUOVO VOLUME DISTRIBUITO 102,4 di mc tempi sistemi acquedottistici e zone interconnesse breve periodo Zona costiera sud occidentale medio periodo Dorsale centro occidentale lungo periodo Lituane apuano-versilia-aree metropolitane TOTALE COSTO 489 mln di euro 26

27 Il Piano degli Interventi Strategici Interconnessioni tempi di realizzazione INTERCONNESSIONI SENZA AGGIUNTA DI NUOVI VOLUMI sistemi acquedottistici e zone interconnesse breve periodo Metropolitano area vasta medio periodo Dorsale centro meridionale lungo periodo tirrenica TOTALE COSTO 195 mln di euro 27

28 Il Piano degli Interventi Strategici Costi TEMPI DI REALIZZAZIONE COSTI INVASI Mln di COSTI INTERCONNESSIONI Mln di Con distribuzione nuova risorsa Senza aggiunta nuovi volumi TOTALE Mln di Breve periodo Medio periodo Lungo periodo totale

29 OPERE STRATEGICHE REGIONALI a cura di: 29

30 MAGRA Presa Magra Tecchia Viareggio Migliarino LIVORNO Pradacci PISA Polla dei Gangheri SERCHIO Presa Tirrenica 6 Filettole 2 9 LUCCA Casa del Lupo Pontedera 1 Bientina 0 Lavaiano Valtriano Mortaiolo Cecina 5 Colmaschio Le Vene Presa Serchio Montecatini Gello PISTOIA C.le Le Bartoline Lamporecchio PRATO C.le Campi FIRENZE Pollino 4 Anconella Fucecchio Vinci Mantignano 1 3 Volterra Potabilizzatore Carmignanello Empoli ROFFIA Castelfiorentino San Gimignano PURETTA Invaso Pian di Goro Presa Bisenzio Vernio Poggibonsi BADIA A CONEO Sovicille San Casciano BILANCINO SIENA Pontassieve Bibbiena Incisa Val d Arno Capolona Cast. Fibocchi Laterina Montevarchi INTEGRAZIONE E COLLEGAMENTO DELLE STRUTTURE ATTUALI AREZZO 5 5 MONTEDOGLIO Castiglion Fiorentino EIUT Cortona Sinalunga Invasi Milia e Massera 3 POTABILIZZATORI Piombino Follonica Massa Marittima Merse Murlo VALDICHIANA ARETINA SENESE INVASI E FALDE SORGENTI PRESE SUPERFICIALI DISSALATORI Invasi Elba 1 2 Dissalatore Scarlino GROSSETO Arcidosso MONTE AMIATA ADDUTTRICI STRATEGICHE ACQUEDOTTI ESISTENTI Orbetello Monteti La Capitana a cura di: 30

31 Cambiamenti climatici e rischi emergenti per la salute Dicembre 2015 Roma Grazie per l attenzione Riccardo Grifoni 31