la chiusura, ad horas, del pozzo di approvvigionamento idrico ad uso industriale;
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1 Mercoledì, 1 Febbraio 2017 L ordinanza del sindaco Vignola Solofra, riaprono i pozzi nel nucleo industriale L emungimento delle acque potrà avvenire esclusivamente per utilizzarle nel ciclo di produzione industriale. Resta vietato qualsiasi altro uso Data di pubblicazione: Venerdì, 28 Marzo 2014 Ad un mese e mezzo dalla chiusura riaprono i pozzi nel nucleo industriale di Solofra. Lo ha reso noto il Comune di Solofra con un ordinanza emessa dal sindaco del posto, Michele Vignola. L emungimento delle acque potrà avvenire esclusivamente per utilizzarle nel ciclo di produzione industriale e resta vietato ogni diverso utilizzo delle acque emunte dal pozzo. Di seguito vi riportiamo il testo intero dell ordinanza del sindaco Vignola in cui vengono spiegati tutti i passaggi che hanno riportato alla riapertura dei pozzi. Il sindaco, premesso che emetteva propria ordinanza con la quale si ordinava: la chiusura, ad horas, del pozzo di approvvigionamento idrico ad uso industriale; detta ordinanza è stata emanata ai fini cautelativi, in qualità di Autorità Sanitaria Locale ai sensi degli articoli 50 e 54 del T.U.E.L. n 267/2000 e s.m.i., onde scongiurare possibili danni per la salute pubblica e per tutelare l integrità dell ecosistema, in attesa che si prendessero decisioni in merito al superamento dell emergenza dovuta all inquinamento da TCE; a tal fine il Comune di Solofra ha costituito un tavolo tecnico per far fronte all emergenza inquinamento del proprio territorio al quale sono stati invitati i seguenti Enti: Regione Campania Settore Ciclo Integrato delle Acque; Regione Campania - Dipartimento Sanità Agricoltura e Ambiente Direzione Generale Ambiente ed Ecosistema UOD 06 Bonifiche; Autorità di Bacino Regionale della Campania Centrale; A.A.T.O. 1 Calore Irpino; Amministrazione Provinciale di Avellino - Settore Valorizzazione e Tutela del Territorio Servizio Tutela Ambientale; ARPAC Dipartimento Provinciale di Avellino; COGEI s.r.l. complesso depurativo Alto Sarnogestore impianto di depurazione industriale; CODISO S.p.A. gestore fognature civili ed industriali Comune di Solofra; IRNO SERVICE S.p.A. gestore acquedotto Comune di Solofra; Commissario Prefettizio Comune di Montoro; ASL AV Dipartimento di Prevenzione e Medicina del Lavoro. Le sedute del predetto tavolo tecnico si sono tenute nei giorni febbraio 2014 e nella data del 05 marzo 2014; nella seduta del 05/03/2014 di tale tavolo tecnico è stata illustrata e depositata, per la condivisione di tutti i
2 soggetti presenti, la proposta tecnica del Prof. Vincenzo BELGIORNO, ordinario di Ingegneria Sanitaria Ambientale dell Università di Salerno, per il superamento della fase di emergenza idrica, il cui testo è allegato alla nota prot. n. 4191/2014, e la quale, tra i vari contenuti, fa emergere in sintesi: a) che le condizioni finora riscontrate dell inquinamento della falda dell agglomerato industriale di Solofra...risultano gravi e tali da richiedere misure immediate rivolte in primo luogo ad evitare rischi per la salute pubblica ed ulteriore diffusione della contaminazione l esame delle caratteristiche specifiche dell area, con un numero importante di pozzi di emungimento utilizzati per l uso industriale ampiamente distribuiti sul territorio comunale, rende perseguibile l ipotesi di favorire per quanto possibile il mantenimento dell emungimento storicamente attuato. Tale intervento consente di limitare la contaminazione e ridurne la diffusione, nei limiti della specifica capacità di trattamento dell impianto consortile appare evidente che l utilizzo delle acque emunte nei cicli industriali esplicitamente previste dal quadro normativo, risulta consigliabile ma perseguibile solo ove le caratteristiche specifiche del livello di contaminazione, del ciclo di processo e degli ambienti di lavoro non producano rischi per la salute dei lavoratori. Tale condizione non è generalizzabile e dovrà essere valutata caso per caso dai datori di lavoro con opportune integrazioni delle misure di salvaguardia o sospensione del ciclo produttivo. Risulta, altresì, indispensabile arricchire in tempi brevi lo stato di conoscenza delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dell area e dei livelli di contaminazione... ; b) che.nell ambito della bonifica dei siti contaminati, particolare rilievo viene dato alla gestione delle acque sotterranee emunte, oggetto di nuove disposizioni normative. In particolare l art. 243 del D.Lgs. 152/2006 e successive modifiche prevede al comma 1 che al fine di impedire e arrestare l inquinamento delle acque sotterranee nei siti contaminati, oltre ad adottare le necessarie misure di messa in sicurezza e di prevenzione dell inquinamento delle acque, anche tramite conterminazione idraulica con emungimento e trattamento, devono essere individuate e adottate le migliori tecniche disponibili per eliminare, anche mediante trattamento secondo quanto previsto dall articolo 242, o isolare le fonti di contaminazione dirette e indirette; in caso di emungimento e trattamento delle acque sotterranee deve essere valutata la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito, in conformità alle finalità generali e agli obiettivi di conservazione e risparmio delle risorse idriche stabiliti nella parte terza ; c) che.al comma 3 sempre dell art. 243 del D.Lgs. 152/06 è riportato che ove non si proceda ai sensi dei comma 1 e 2 l immissione di acque emunte in corpi idrici superficiali o in fognatura deve avvenire previo trattamento depurativo da effettuare presso un apposito impianto di trattamento delle acque di falda o presso gli impianti di trattamento delle acque reflue industriali esistenti e in esercizio in loco, che risultano tecnicamente idonei ed al comma 4 che le acque emunte convogliate tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il punto di prelievo di tali acque con il punto di immissione delle stesse, previo trattamento di depurazione, in corpo ricettore, sono assimilate alle acque reflue industriali... ; d) che è presente sul territorio comunale un impianto di depurazione consortile con dichiarate capacità di abbattimento del contaminante e del rispetto dei limiti di contaminazione per l ammissibilità in pubblica fognatura, l intervento tecnico immediatamente eseguibile per ridurre la contaminazione o almeno limitarne l estensione, è costituito dall ipotesi di una barriera idraulica. Grazie all immediata potenzialità di esercizio e alla sua efficacia operativa, l esercizio dei pozzi esistenti e già stabilmente in utilizzo costituisce un intervento che può favorire la messa in sicurezza d emergenza secondo le specifiche del D.Lgs. 152/06 e s.m.i., limitando almeno la diffusione dell inquinamento. Tale soluzione ben si adatta nel caso in esame alle caratteristiche specifiche riportate nell articolo 243 al comma 1 consentendo la possibilità tecnica di utilizzazione delle acque emunte nei cicli produttivi in esercizio nel sito. In generale, l utilizzo dei pozzi come barriera idraulica è finalizzato all interruzione della migrazione a valle del pennacchio inquinante.....nel caso in oggetto, la presenza già diffusa sul territorio in esame di un numero importante di pozzi, storicamente impiegati per le attività produttive, consente di poterli utilizzare agevolmente nelle more di una accurata progettazione di un intervento di messa in sicurezza. Il sistema di intervento mediante pozzi consente di creare una depressione piezometrica in grado di attrarre i flussi idrici inquinanti. Tale depressione può, di fatti, avere il duplice effetto di deviare le linee di flusso, preservando le captazioni poste più a valle, e di determinare un abbassamento del livello della falda in modo tale
3 che le acque sotterranee non interessino orizzonti di terreno contaminato ; CONSIDERATO CHE - tale proposta tecnica, illustrata a tutti gli Enti partecipanti ai lavori del suddetto tavolo nella seduta del , prevede il ripristino della funzionalità dei pozzi utilizzati dalle aziende dell area in questione, con divieto assoluto dell utilizzo di tali acque per uso umano, alimentare ed agricolo, subordinando l utilizzo delle acque emunte all adeguamento dei piani specifici per la valutazione del rischio per i propri lavoratori da parte delle attività produttive ed alla verifica che gli scarichi di queste attività rispettino il limite dei 2000 microgrammi/litro per il parametro solventi organici clorurati, cosi come previsto dal D.Lgs. 152 del 2006; la proposta prevede che nelle more di un urgente approfondimento dei dati e dell individuazione delle soluzioni tecniche migliori è opportuno favorire l emungimento dei pozzi pubblici e privati già esistenti e storicamente in esercizio al fine di fungere da barriera idraulica e limitare l estensione della contaminazione. L emungimento dei pozzi favorisce la limitazione della propagazione dell inquinante a valle nel senso idraulico della falda. Tale intervento è previsto dall art. 243 del D.Lgs. 152 del 2006, così come modificato dall art. 4 della Legge 98/2013; ATTESO CHE -anche l A.A.T.O. 1 Calore Irpino, d intesa con l Amministrazione Comunale di Solofra, ai fini della predisposizione ed approvazione di un piano di messa in sicurezza di emergenza di tutta l area valliva dell alto corso della Solofrana interessata dall inquinamento, comprendente i territori comunali di Solofra e di Montoro, ha istituito un tavolo tecnico presso la propria sede; all esito delle sedute di tale tavolo tecnico, svoltesi in data gennaio 2014 ed in data 10 febbraio 2014, l AATO ha elaborato un progetto per la messa in sicurezza di emergenza, approvato con deliberazione del Commissario Straordinario n. 10 del 24/02/2014, acquisito al protocollo di questo Comune in data al nr.3917, trasmesso alla Prefettura di Avellino in data 26/02/2014 e presentato nella Conferenza dei Servizi tenutasi in Regione Campania in data 12 marzo 2014; che anche tale piano prevede la realizzazione di una barriera idraulica mediante l emungimento delle acque dai pozzi presenti nell area industriale, sia pubblici che privati, per il contenimento e/o diminuzione dell inquinamento; POSTO CHE la predisposizione di una barriera idraulica, da realizzarsi mediante emungimento di pozzi e nel rispetto di tutte le prescrizioni sopra accennate, è possibile nella fattispecie che ci occupa in quanto: le acque emunte da pozzo ed immesse nel ciclo tecnologico di lavorazione industriale di ciascun sito contaminato, con scarico in corpo ricettore per il parametro tetracloroetilene entro il limite di 2 mg/l, possono essere trattate, come acque reflue industriali, presso l esistente impianto di depurazione centralizzato gestito dalla società COGEI s.r.l., in virtù dell autorizzazione allo scarico prot. n del rilasciata dalla Giunta Regionale della Campania Area Generale di Coordinamento Settore Ciclo Integrato delle Acque al Soggetto Attuatore del sistema depurativo Alto Sarno (Impianto di Depurazione Solofra-Mercato San Severino) nonché del Decreto Dirigenziale n 182 del della predetta Area Generale di Coordinamento della G.R. della Campania (vedi nota della Cogei srl del prot. nr. CAS14/0017/RC e assunta al prot. com.le al nr in data ); nel corso dei lavori del tavolo tecnico, a cui era presente anche la COGEI, la Regione Campania Settore Ciclo Integrato delle Acque ha dichiarato che l impianto di depurazione centralizzato delle acque reflue industriali nel Comune di Solofra, riesce a trattare anche le acque contaminate da tetracloroetilene entro i limiti di legge suindicati;
4 con parere tecnico prot. n 270 del , acquisito al prot. com.le al nr del , la Stazione Sperimentale per l Industria delle Pelli e delle Materie Concianti di Napoli esprimeva la possibilità di utilizzo di acqua contaminata da tetracloroetilene nei cicli di lavorazione conciaria in conformità a quanto previsto dall art. 243 del Decreto Legislativo n.152/2006 sostituito dal comma 1 dell art. 41 D.L. 21 giugno 2013, n 69, come modificato dalla legge di conversione 9 agosto 2013, n 98; ACQUISITO il parere redatto dal Prof. Avv. Antonio Palma, Professore ordinario del Dipartimento di Giurisprudenza dell Università di Napoli Federico II, assunto al prot. com.le al nr in data 19/03/2014; VISTO il D.Lgs. n 152/2006 ed in particolare il TITOLO V, parte IV, nel quale, specificatamente l art. 243 Gestione delle acque sotterranee emunte, nel testo in vigore dal 21 agosto 2013, recita, al comma 1: Al fine di impedire e arrestare l inquinamento delle acque sotterranee nei siti contaminati, oltre ad adottare le necessarie misure di messa in sicurezza e di prevenzione dell inquinamento delle acque, anche tramite conterminazione idraulica con emungimento e trattamento devono essere individuate e adottate le migliori tecniche disponibili per eliminare, anche mediante trattamento secondo quanto previsto dall articolo 242, o isolare le fonti di contaminazione dirette e indirette ; RITENUTO, -che la tutela della salute pubblica e dell ecosistema richiede l attuazione di ogni intervento diretto a limitare e/o ridurre la diffusione della contaminazione, e che tali interventi presuppongono la possibilità, come più sopra evidenziata, di emungere l acqua dai pozzi presenti sul territorio, con le modalità ed i limiti prima specificati; che per tale motivo occorre revocare l ordinanza in oggetto citata, al fine di attuare il percorso tecnico come sopra descritto; VALUTATO di dover provvedere alla revoca dell ordinanza in oggetto con un provvedimento avente la medesima forma di quello da revocare e, pertanto, ai sensi degli articoli 50 e 54 del T.U.E.L. n 267/2000 e s.m.i. REVOCA per tutte le motivazioni e considerazioni in premessa, che qui si intendono integralmente riportate e con decorrenza dalla notifica all interessato della presente, la propria ordinanza n del in premessa dettagliata, e tanto nelle more di quanto sarà stabilito dal progetto per la messa in sicurezza di emergenza, previsto dal Decreto Legislativo n 152/2006, e, comunque, fatta salva la verifica dell efficacia di tale misura emergenziale ed in coerenza con il Piano ATO in premessa indicato; DICHIARA per l effetto, che: a) è riaperto il pozzo oggetto dell ordinanza revocata, fatti salvi i provvedimenti della Provincia di Avellino, nella materia che occupa il presente provvedimento, ed in relazione all autorizzazione all utilizzo dei pozzi; b) l emungimento delle acque potrà avvenire esclusivamente per utilizzarle nel ciclo di produzione industriale, in conformità all art. 41 della Legge n 98 del che ha modificato l art. 243 del Decreto Legislativo n 152/06, restando vietato ogni diverso utilizzo delle acque emunte dal pozzo. Inoltre, che restano salvi e prescritti, come disposti dalla normativa vigente di settore, gli adempimenti: a) del datore di lavoro, soggetto passivo della presente ordinanza, ai sensi del Testo Unico per la sicurezza D.Lgs. 81/08 e s.m.i., in relazione, in particolare, alle concentrazioni di tetracloroetilene nell utilizzo delle acque emunte
5 nei cicli produttivi e nei diversi ambienti di lavoro; b) della società COGEI. s.r.l., gestore del complesso depurativo Alto Sarno, coadiuvata dal gestore della rete fognaria (CODISO s.p.a), in ordine alla frequenza e qualità dei prelievi e alle analisi di controllo del non superamento del parametro solventi organici clorurati; c) dei soggetti di cui alle precedenti lettere a) e b), in ordine alle dovute comunicazioni a questo Comune; DISPONE la trasmissione della presente a: 1. Arpac Dipartimento Provinciale di Avellino, per quanto di competenza in ordine alle ispezioni, campionature ed analisi, presso l azienda oggetto dell ordinanza revocata; 2. Amministrazione Provinciale di Avellino Settore valorizzazione e tutela del territorio, per quanto di competenza in relazione alla disciplina autorizzatoria dei pozzi; 3. Commissario Delegato A.A.T.O. 1 Calore Irpino, in relazione al parere di competenza sull immissione in pubblica fognatura delle acque dei pozzi esistenti, emunte da falde sotterranee per le aziende industriali del comprensorio solofrano; 4. COGEI s.r.l., gestore dell Impianto di Depurazione Alto Sarno, in relazione alla capacità depurativa dell impianto per il trattamento delle acque di scarico contenenti solventi organici clorurati; 5. ASL AV Dipartimento di Prevenzione e Medicina del Lavoro di Avellino, per la competente vigilanza sulla salute dei lavoratori, nell azienda soggetto passivo della presente; RAMMENTA - che contro il presente provvedimento può essere proposto ricorso giurisdizionale presso gli Organi competenti per territorio entro 60 giorni dalla notifica dello stesso oppure ricorso straordinario al Presidente della Repubblica entro centoventi giorni decorrenti dalla data di notifica e/o ricezione; DISPONE - che il Comando della Polizia Locale verifichi il rispetto e l adempimento della presente; che la presente venga notificata all interessato, come in premessa identificato; che la presente venga trasmessa ai soggetti appena sopra elencati ai numeri da 1 a 5, ed inoltre alla REGIONE CAMPANIA Area Generale di Coordinamento Ecologia Tutela Ambiente, alla Prefettura di Avellino, al Comando Polizia Locale di Solofra, al Comando Stazione Carabinieri di Solofra, al Co.DI.SO. S.p.A. di Solofra. Visualizza tutto l'articolo su Orticalab: Solofra, riaprono i pozzi nel nucleo industriale
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