Sesso tra uomini: verso una miglior salute sessuale 2012

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1 Sesso tra uomini: verso una miglior salute sessuale 2012

2 Sigla editoriale Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) Editore: Ufficio federale della sanità pubblica, Unità di direzione sanità pubblica, 1 dicembre 2011 Informazioni: Divisione malattie trasmissibili, UFSP, 3003 Berna Telefono: +41 (0) , aids@bag.admin.ch, La presente pubblicazione è disponibile in tedesco, francese, italiano, e altre lingue in formato pdf, all indirizzo Responsabili del progetto: Roger Staub, vice capo della Divisione malattie trasmissibili (UFSP) Steven Derendinger, responsabile del progetto MSM/MSW (UFSP) Con il contributo della Commissione federale per la salute sessuale (CFSS) e del gruppo strategico MSM (checkpoint Zurigo e Ginevra, Aiuto Aids Svizzero e altri specialisti in materia di HIV e IST) Redazione: Roger Staub, Steven Derendinger, Matthias Gnädinger (UFSP), Mark Bächer, Jen Haas (Life Science Communication SA, Zurigo/Berna) Rilettura medica e fotografie: Dr. Christoph E. Riess (dermatologo FMH), Zurigo Grafica e composizione: l agence visu l AG, Berna Numero di pubblicazione UFSP: 20EXT1133 Riproduzione autorizzata con indicazione della fonte (anche per gli estratti) Stampato su carta sbiancata senza cloro Ordinazioni: UFCL, Publicazioni federali, 3003 Berna Numero d ordinazione: i

3 Introduzione Cari lettori, Il presente opuscolo dell Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) è destinato agli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) e a coloro che, a priori, non escludono tali rapporti. L UFSP desidera trasmettervi informazioni attuali «di prima mano» dati, tendenze e informazioni di base sulla tematica dell HIV e della salute sessuale degli uomini. Siamo consapevoli che questo documento, piuttosto dettagliato e denso, non è necessariamente di facile lettura. Siamo tuttavia convinti che possiamo e dobbiamo chiedervi questo sforzo per permettervi di capire i motivi per cui sussiste un problema grave e di trarre le dovute conclusioni. In merito al contenuto e alle raccomandazioni del presente opuscolo, l UFSP si è concertato con la Commissione federale per la salute sessuale (CFSS) e altre istituzioni attive nel settore dell HIV. L opuscolo fornisce tutte le informazioni necessarie agli MSM, in base alle conoscenze più recenti (fine 2011). UFSP, Divisione malattie trasmissibili

4 Sommario Prefazione del prof. P. Vernazza Prefazione del prof. P. Vernazza 3 L essenziale in breve 5 La vita gay non è sempre rosa! 9 Da 10 anni, l HIV e le IST sono in aumento perché? 13 Dati importanti relativi all HIV e alle altre ISt 21 È possibile arrestare o almeno frenare la progressione dell HIV tra i gay? 31 La comunità gay, parte integrante del piano d azione urgente 37 I protagonisti del piano d azione urgente siete voi! 39 Postfazione di Roger Staub 43 Servizi, indirizzi e link principali 45 Le principali infezioni sessualmente trasmissibili 48 Cari lettori, l HIV e l Aids sono due temi che ci preoccupano da quasi 30 anni. Durante questo lasso di tempo abbiamo messo a segno importanti successi nella prevenzione e nella terapia. Purtroppo alcune speranze sono andate in fumo. La terapia a vita, molto impegnativa, resta infatti l unica risposta all HIV. Il tanto atteso vaccino, che permetterebbe di eradicare il virus, non è ancora in vista. Per quanto riguarda i medicinali che permetteranno un girono di eliminare l HIV dal corpo occorrerà attendere ancora a lungo. L HIV continuerà quindi ad accompagnarci nei prossimi anni e forse decenni. Purtroppo la prevenzione dell HIV tra gli omosessuali non ha più lo stesso successo come 20 anni fa. Contrariamente ad altri gruppi della popolazione, tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini da 10 anni il numero di nuove infezioni da HIV è nuovamente in aumento. Non potendo arrestare questa evoluzione inquietante, gli esperti ritengono che da qui al 2020 il numero di omosessuali che vivono con l HIV in Svizzera sarà quasi raddoppiato. Apparentemente, il «motore dell epidemia» è la trasmissione del virus durante la cosiddetta fase di «primoinfezione», che corrisponde ai primi mesi dell infezione. In una dichiarazione pubblicata nel 2008, la Commissione federale per la salute sessuale (CFSS) ha concluso per la prima volta che, in certe condizioni, una persona sieropositiva che segue un trattamento antiretrovirale non trasmette il virus. Il trattamento non si ripercuote quindi favorevolmente solo sulla speranza di vita individuale, ma è anche in grado di evitare nuove infezioni da HIV. 3

5 Il presente opuscolo spiega i motivi di questa recrudescenza e al tempo stesso propone delle soluzioni. Il messaggio è questo: i gay e gli altri MSM devono poter riconoscere le situazioni a rischio, proteggersi e sottoporsi allo screening dell HIV e delle infezioni sessualmente trasmissibili più spesso. Devono anche sapere come reagire in caso di diagnosi positiva. La strategia dell UFSP, attuata a partire dal 2012 con la partecipazione dei checkpoint di Zurigo e Ginevra/Losanna, mira ad arginare nuovamente l epidemia di HIV tra i gay. Leggete l opuscolo, partecipate a questo sforzo e proteggete non solo la vostra salute, ma anche quella delle persone che vi stanno attorno! Prof. Pietro Vernazza, presidente della Commissione federale per la salute sessuale (CFSS) L essenziale in breve Il bel mondo gay è una facciata: in realtà i gay hanno una salute precaria La salute degli omosessuali è nettamente meno buona di quella della popolazione generale. Ciò è dovuto a tre fattori. Gli omosessuali soffrono di problemi legati alla salute mentale più spesso della popolazione generale. Sovente consumano alcol, tabacco e stupefacenti in modo eccessivo. A ciò si aggiungono maggiori rischi di esposizione alle infezioni sessualmente trasmissibili (IST), tra cui l HIV. Nuove infezioni da HIV in crescita Malgrado il livello elevato di protezione contro l HIV tra i gay e gli screening regolari, negli ultimi 10 anni il numero di nuove infezioni da HIV è aumentato continuamente. I successi della prevenzione degli anni 1990 sono andati in fumo. Vi hanno contribuito anche fattori biologici ed epidemiologici. 1. La penetrazione anale è la pratica più a rischio per le infezioni da HIV. Ciò è dovuto alle caratteristiche anatomiche della mucosa intestinale. Stando all indagine Gay Survey, negli ultimi anni questa pratica sessuale è in aumento. 2. Molti omosessuali hanno rapporti sessuali paralleli in reti di partner sessuali. All interno di queste reti sono più frequenti i rapporti anali senza preservativo. 3. La maggior parte delle trasmissioni dell HIV proviene da persone che ignorano di essere contagiate. Nella metà dei casi, queste persone trasmettono il virus durante le prime settimane dell infezione, una fase altamente contagiosa (fase di primoinfezione). 4 5

6 L essenziale in breve Se non si riuscirà a spezzare la catena di nuove infezioni da HIV si stima che tra 10 anni il numero di omosessuali bisognosi di un trattamento antiretrovirale sarà quasi raddoppiato. Il piano d azione urgente dell UFSP Per ridurre il numero di nuove infezioni da HIV, l UFSP intende spezzare rapidamente, o almeno frenare, la catena di infezioni da HIV tra gli omosessuali con un piano d azione urgente. Sono state elaborate raccomandazioni sull efficacia di alcune misure di prevenzione in base a un modello matematico. Il piano d azione urgente 2012 dell UFSP si articola su tre campi d azione. Coinvolgere la comunità gay e ogni individuo Il piano d azione urgente dell UFSP è fortemente radicato nella comunità gay. Devono parteciparvi anche le imprese commerciali. Sono previste campagne, grazie alle quali i rischi legati all HIV e alle infezioni sessualmente trasmissibili devono essere nuovamente accettati quale tematica e parte integrante della vita dei gay. Al mese d azione «Break the Chains» deve partecipare e contribuire il maggior numero possibile di persone. Sarà così possibile migliorare la salute dei gay e rendere la scena gay più sicura e vivibile. Campo d azione 1: frenare le trasmissioni dell HIV durante la fase di primoinfezione e ridurre la carica virale nella comunità. Meno omosessuali hanno rapporti sessuali non protetti durante la fase altamente contagiosa di primoinfezione. Le attività previste comprendono una campagna di un mese all anno («Break the Chains»), volta a spezzare la catena di infezioni tra gli omosessuali. Campo d azione 2: ridurre l intervallo di tempo tra l infezione da HIV e la diagnosi. Almeno una volta all anno, gli omosessuali si sottopongono allo screening dell HIV, della sifilide, della gonorrea (scolo), della clamidia e dell epatite (Big 5). Questi screening sono effettuati di preferenza nell ambito di un colloquio di consulenza in un centro della salute specializzato (ad esempio i checkpoint di Ginevra, Losanna e Zurigo o un centro di consulenza e screening volontario sensibilizzato sulla salute dei gay). Una diagnosi precoce è importante per ridurre i rischi di trasmissione. Campo d azione 3: ridurre le trasmissioni dell HIV dopo la diagnosi. Predisporre servizi di assistenza individuale per le persone sieropositive e iniziare tempestivamente un trattamento antiretrovirale. Ciò permette anche di ridurre le trasmissioni, segnatamente nelle coppie. 6 7

7 La vita gay non è sempre rosa! L immagine veicolata dai media dell uomo gay che riesce in tutto è ingannevole. A livello di salute gli omosessuali stanno molto peggio del resto della popolazione e non pochi uomini che amano altri uomini subiscono ogni giorno discriminazioni sottili o manifeste. La salute di questi uomini, gay o bisessuali, è precaria da vari punti di vista. Belli, muscolosi, giovani, intelligenti e vincenti è questa l immagine dominante che ci viene data oggi degli uomini omosessuali. Le riviste pubblicate su carta patinata, comprese quelle per i gay, ne danno un immagine ideale, che occulta le zone d ombra e resta in realtà inaccessibile ai più. Nei media si legge che gli omosessuali riescono nella vita perché sono particolarmente creativi, vivono in economie domestiche con due redditi elevati, sono integrati in reti ben organizzate, ecc. Una comunità dell apparenza, in cui l individuo isolato è escluso Queste apparenze sono ingannevoli. Gli uomini gay o eterosessuali che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) 1 vivono una vita paragonabile a quella di ogni svizzero medio. Da diversi punti di vista, la vita gay è tuttavia complicata. Le comunità gay dei grandi centri urbani, Zurigo, Ginevra e Losanna, sono mutate nel corso degli ultimi anni. Specializzatesi secondo i vari bisogni, sono evolute verso una vita sfrenata e senza vincoli. Vi si coltiva l immagine ideale del gay seducente e libero, evitando temi sensibili come la vecchiaia, il fallimento e/o la malattia. Si pretende di essere invulnerabili e ci si crede al riparo da problemi come l HIV. 1 In generale, per MSM s intendono uomini che hanno o desiderano avere rapporti sessuali con altri uomini e non s identificano necessariamente con i gay. Nel presente opuscolo, i passaggi che parlano di gay si riferiscono tuttavia anche agli MSM. 9

8 La vita gay non è sempre rosa! Chi non corrisponde a questo ideale, come le persone timide o in là con gli anni, è escluso. Si tiene in disparte e resta solo con le sue angosce. Il sentimento di solitudine è molto diffuso tra gli omosessuali, ma resta un enorme tabù. L esperienza della discriminazione resta di attualità Capita ancora che le persone che vivono la loro sessualità e la loro intimità con altre persone dello stesso sesso siano trattate con diffidenza o discriminate, anche in Svizzera. Molti omosessuali hanno vissuto il coming out come una lunga prova. Ancora oggi, secondo un indagine realizzata nella Svizzera romanda, quasi un giovane omosessuale su due dichiara di essere stato vittima di violenze fisiche e psichiche da parte di coetanei. «Sporco frocio» è un insulto ancora diffuso nelle scuole. Non tutti ce la fanno a vivere apertamente la propria omosessualità. E anche quando ci riescono, vi sono sempre situazioni di non è facile parlare apertamente. Più di un terzo delle persone interessate, ad esempio, non informa il proprio medico del proprio orientamento sessuale, il che indica chiaramente che i gay hanno spesso una scarsa autostima. Senza questa informazione, le probabilità di beneficiare di un assistenza medica adeguata sono tuttavia scarse. tra l altro, in Svizzera si riscontra soprattutto nelle donne. Al tempo stesso, molti omosessuali fanno una vita malsana. Il consumo eccessivo di alcol, nicotina e stupefacenti un profilo chiaramente maschile tocca una quota elevata di questo gruppo. Le sollecitazioni psicosociali, uno stato di salute instabile e, in particolare, il consumo di sostanze che provocano dipendenza hanno un influsso diretto sulla salute sessuale: influenzano i comportamenti sessuali e l esposizione ai rischi e rendono l individuo più vulnerabile in situazioni dove è importante proteggersi dalle infezioni sessualmente trasmissibili (IST), in particolare dall HIV. Durante i rapporti anali non protetti, il rischio d infezione da HIV è molto più elevato che durante i rapporti vaginali, poiché le mucose vaginali e rettali hanno proprietà biologiche e funzionali nettamente distinte. Inoltre, il numero di partner sessuali, sensibilmente più elevato per gli MSM rispetto al resto della popolazione, favorisce la diffusione di infezioni sessualmente trasmissibili (come la gonorrea, la sifilide, la clamidia e l epatite). «Quei gay così seducenti, che sembrano riuscire in tutto, hanno in realtà una salute molto precaria.» Gravi problemi di salute La salute della popolazione gay è quindi nettamente meno buona di quella del resto della popolazione. Un omosessuale su due soffre di problemi di salute. Vari studi realizzati nel corso degli ultimi anni, tra cui l indagine «Santé Gaie» di Ginevra, lo dimostrano. Per i gay, i parametri di salute misurabili oggettivamente e percepiti soggettivamente sono nettamente peggiori rispetto alla popolazione eterosessuale. I gay presentano una tendenza particolarmente spiccata alla depressione e ad altre malattie psichiche un profilo che, 10 11

9 Da 10 anni, l HIV e le IST sono in aumento perché? Si assiste a una diminuzione continua dell interesse del pubblico per l HIV e l Aids, poiché il trattamento ha fatto grandi progressi e oggi in Svizzera i decessi per Aids non sono più molto numerosi. Il rinnovato interesse degli ambienti politici per l argomento si spiega con l aumento dei costi della salute, causato tra l altro dal trattamento a vita dell HIV. Questa situazione potrebbe essere particolarmente pericolosa per gli MSM: contrariamente agli altri gruppi di popolazione, tra di essi, infatti, da 10 anni il numero di nuove diagnosi di HIV continua ad aumentare. I risultati ottenuti dal 1985 nel campo della prevenzione sono fortemente minacciati. Per questo motivo è molto urgente adottare nuove misure di prevenzione mirate, a cui partecipino attivamente gli MSM. In seguito al moltiplicarsi di casi di Aids nel mondo all inizio degli anni 1980, la Svizzera ha avviato una campagna di prevenzione dell HIV destinata a diventare una storia di successo. Da un lato è riuscita a impedire un estensione dell epidemia alla popolazione e dall altro il numero di nuove infezioni da HIV nei gruppi di popolazione particolarmente colpiti, come i gay, ma soprattutto i consumatori di stupefacenti per via endovenosa, è diminuito rapidamente grazie a campagne mirate. Gli sforzi di prevenzione come pure la paura dell Aids hanno indotto cambiamenti di comportamento impressionanti, e segnatamente una forte diminuzione dei comportamenti a rischio. Dal 1996 sono disponibili trattamenti antiretrovirali (ART), che frenano la distruzione del sistema immunitario da parte dell infezione da HIV, prevengono lo sviluppo dell Aids in generale e fanno in modo che, in certe condizioni, le persone curate correttamente non trasmettano più il virus. Ciò ha anche contribuito a ridurre il tasso di nuove infezioni da HIV. 13

10 Da 10 anni, l HIV e le IST sono in aumento perché? Praticamente andati in fumo i risultati della prevenzione Se il numero di nuove diagnosi di HIV tra gli omosessuali è effettivamente sceso da più di 550 nel 1992 a meno di 150 nel 2000, la speranza che il numero di trasmissioni dell HIV si stabilizzasse su un livello basso si è ben presto assottigliata. Dal 2001 le cifre aumentano quasi ogni anno. Attualmente, ogni anno è diagnosticata un infezione da HIV a quasi 300 MSM e nelle comunità delle grandi città svizzere un MSM su sei è sieropositivo. I risultati della prevenzione raggiunti negli anni 1990 sono praticamente stati annullati. Il tasso di trasmissione dell HIV tra gli omosessuali sfiora il livello elevato della fine degli anni Sempre più MSM portatori dell HIV Il numero crescente di diagnosi di HIV tra i gay e gli altri MSM preoccupa gli specialisti. Sarebbe tuttavia inutile additare dei colpevoli o aprire un dibattito morale. È ben più importante capire perché l HIV continua a diffondersi tra i gay malgrado i molteplici sforzi di prevenzione. L Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha commissionato uno studio per valutare il più esattamente possibile la situazione attuale e futura. In base a un modello matematico è stato possibile determinare come si è sviluppata l epidemia di HIV dal 1980 a oggi tra gli MSM e come potrebbe evolvere in futuro. I risultati di questi calcoli tracciano il seguente quadro: se non cambierà nulla, e cioè se non sarà presa alcuna misura di prevenzione supplementare, il numero annuo di nuove infezioni tra i gay continuerà ad aumentare nettamente fino al Il numero di uomini che vivono con l HIV è aumentato continuamente da quando la loro speranza di vita è simile a quella delle persone non contagiate. Stimando che oggi in Svizzera il numero di MSM sieropositivi sfiora i 5000, nel 2020 supereranno probabilmente gli 8000: il numero di uomini che avranno bisogno di una terapia sarà quindi quasi il doppio di oggi. Numero di diagnosi di HIV secondo la via d infezione Calcolo delle nuove infezioni da HIV all anno negli MSM (incidenza) fino al Numero di casi Anno MSM Etero Altri IDU Numero di casi Reference: Federal Office of Public Health Reference: Vidondo, Van Sighem, Fraser, Federal Office of Public Health 14 15

11 Da 10 anni, l HIV e le IST sono in aumento perché? In generale, la prevenzione è capita bene Benché nessun gruppo della popolazione si protegga altrettanto bene degli omosessuali durante i rapporti sessuali, l indagine «Gay Survey» dell Istituto di medicina sociale e preventiva dell Università di Losanna rivela i cambiamenti intervenuti durante gli ultimi 15 anni. Un motivo importante è un mutamento della percezione dell HIV e dell Aids, che può essere definito «normalizzazione». Fino alla metà degli anni 1990, una diagnosi di Aids era una condanna a morte per la maggior parte dei pazienti nel giro di qualche mese o anno. Con l avvento dei trattamenti antiretrovirali nel 1996, l infezione da HIV è diventata trattabile. Oggi i pazienti portatori di HIV restano generalmente in buona salute e si «Sembra paradossale: anche se, nel complesso, i gay adottano buone misure di protezione contro l HIV, il numero di nuove infezioni da HIV continua ad aumentare.» stima che abbiano una speranza di vita paragonabile a quella delle persone non contagiate se ricevono tempestivamente un trattamento adeguato e continuano a seguirlo senza interruzione. Il miglioramento delle loro prospettive di vita e l assenza di paura della morte favoriscono il ritorno di vecchi desideri sessuali, come i rapporti anali senza preservativo. Allentamento del comportamento preventivo Questa evoluzione ha alterato progressivamente il comportamento preventivo esemplare degli omosessuali. L attività sessuale, il numero di partner e i comportamenti a rischio tra gli MSM sono in costante aumento dal Secondo l indagine «Gay Survey», realizzata periodicamente, sono sempre più numerosi gli MSM che hanno rapporti sessuali al di fuori della propria relazione stabile. Inoltre, sempre più spesso praticano la penetrazione anale la pratica sessuale più a rischio con partner occasionali, talvolta senza preservativo: il 70 % degli MSM che hanno una relazione stabile ha anche rapporti sessuali con partner occasionali; l 83 % degli MSM pratica la penetrazione anale con il partner fisso, di cui il 65 % senza preservativo; l 85 % degli MSM pratica la penetrazione anale con partner occasionali, di cui il 18 % senza preservativo. Rapporti sessuali paralleli Perché questi sottili cambiamenti di comportamento hanno simili conseguenze epidemiologiche? Un numero impor t ante di gay intrattiene più relazioni simultaneamente, moltiplicando i rapporti anali non protetti. Molti omosessuali hanno relazioni durevoli con «compagni di sesso» o «fuckbuddy», con i quali sviluppano, con il passare del tempo, un rapporto di fiducia, che spesso li incita ad abbandonare il preservativo quando risultano entrambi negativi al test HIV. Queste relazioni multiple parallele formano una rete di uomini che hanno rapporti sessuali non protetti. Basta che un solo membro della rete s infetti per far sì che il virus si diffonda rapidamente da un partner all altro. Spesso la persona contagiata non sa di esserlo e può facilmente trasmettere l HIV durante le prime settimane dopo l infezione (primoinfezione) attraverso rapporti sessuali non protetti, soprattutto al partner fisso. Infezioni per mancanza d igiene ai sex party e nei sex club L aumento del numero di rapporti sessuali simultanei o successivi con partner multipli in caso di sesso di gruppo, durante i sex party o nei sex club svolge un ruolo importante nella propagazione dell HIV e di altre infezioni sessualmente trasmissibili. La trasmissione del virus o del batterio avviene mediante un contatto con un oggetto contaminato per mancanza d igiene. Un infezione per mancanza d igiene avviene ad esempio quando l agente patogeno si trova sulle dita, sul pene o su un dildo e questi sono poi infilati nell ano di vari partner sessuali senza prima essere stati disinfettati 16 17

12 Da 10 anni, l HIV e le IST sono in aumento perché? (o senza sostituire il preservativo). Le secrezioni corporee (secrezioni anali o sangue) sono così trasmesse direttamente da una persona all altra e creano una via di trasmissione facile, in particolare per gli agenti batterici delle infezioni sessualmente trasmissibili (cfr. descrizione delle IST nell allegato, da pag. 48). Bilancio intermedio: allerta per la prevenzione Gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini si sottopongono regolarmente ai test e si proteggono molto attivamente rispetto ad altri gruppi della popolazione. Ciononostante, in questo gruppo l HIV continua a diffondersi. Perché? 1. Nella scena gay vi è sempre un certo numero di uomini contagiati da poco, che si trovano nella fase altamente infettiva della primoinfezione (per maggiori informazioni sulla primoinfezione cfr. pag. 25). In altre parole, nella scena gay esiste un focolaio d infezione alimentato continuamente dall arrivo di nuove persone contagiate di recente. 2. Attraverso rapporti sessuali non protetti, multipli e paralleli, gli uomini, convinti di essere sieronegativi, sono all origine di una rapida propagazione delle infezioni da HIV recenti. 3. Infine, il safer sex diminuisce progressivamente, mentre il numero di partner e la pratica della penetrazione anale aumentano. 4. Le infezioni per mancanza d igiene sono frequenti nell ambito del sesso di gruppo o dei sex party. Il test HIV tende quindi a indurre i gay a valutare male i rischi, incitandoli troppo spesso a rinunciare a proteggersi adeguatamente. Sono questi i principali motivi epidemiologici, che spiegano la formazione di catene d infezione da HIV. Occorre leggervi un segnale d allarme per la prevenzione. In assenza di misure supplementari, il numero di nuove infezioni da HIV e il numero di persone che vivono con il virus aumenteranno. Questa evoluzione fragilizzerà la situazione epidemiologica degli MSM, rendendo la scena gay sempre più a rischio. Leggere in proposito il capitolo 3, che presenta i dati attuali sull HIV e sull Aids. Conseguenze di un infezione da HIV Un infezione da HIV diagnosticata troppo tardi o non trattata può avere conseguenze gravi, potenzialmente letali. Oggi, l infezione può essere trattata con successo se è diagnosticata tempestivamente. I trattamenti disponibili possono impedire al virus di moltiplicarsi nel corpo danneggiandolo. I trattamenti antiretrovirali (ART) non possono tuttavia guarire dall HIV. Il virus resta nel corpo. Per far sì che il trattamento funzioni, i medicinali devono essere assunti ogni giorno secondo un orario preciso per tutta la vita. Il trattamento provoca effetti secondari di breve durata, che dipendono dalla composizione dei principi attivi. Gli effetti secondari a lungo termine sono ancora poco conosciuti. L ART esiste solo da 15 anni e i «L 80 % delle nuove infezioni proviene dal 13 % di MSM che non sanno di essere contagiati.» trattamenti combinati moderni sono utilizzati solo da 5 10 anni. Per gli uomini contagiatisi relativamente da giovani, l ART può durare fino a 50 anni. Oggi nessuno può dire se i trattamenti attuali saranno efficaci così a lungo. Un trattamento contro l HIV comporta anche altri inconvenienti. Limita la flessibilità e l autonomia del paziente. Interviene nel ritmo giornaliero del paziente, lo obbliga a sottoporsi regolarmente a visite mediche ed esami di laboratorio e rende impossibili i viaggi in alcuni Paesi. L HIV può anche 18 19

13 interferire con l attività professionale o le relazioni sociali. Un infezione da HIV rappresenta quindi sempre uno stress psicologico. Dati importanti relativi all HIV e alle altre IST A ciò si aggiungono gli oneri finanziari. I pazienti che soffrono di malattie croniche pagano ogni anno la franchigia (almeno CHF 300) e l aliquota percentuale (10 % delle spese, fino a CHF 700 all anno) e perdono lo sconto che offrirebbe loro una franchigia più elevata (fino a CHF 1500 all anno). Il tratta mento di una infezione da HIV può quindi costare loro quasi CHF 2500 di più all anno, se in precedenza erano in buona salute e avevano scelto la franchigia più elevata. «Nessuno può dire se i trattamenti antiretrovirali attuali saranno ancora altrettanto efficaci tra 40 o 50 anni.» Discriminazione giuridica I portatori di HIV sono trattati diversamente dalle persone non contagiate, segnatamente in materia di assicurazione. La stipulazione di alcune polizze può addirittura essere loro negata. Attualmente le casse malati rifiutano nuove assicurazioni complementari ai richiedenti sieropositivi. Può inoltre essere difficile, se non impossibile, per i portatori di HIV stipulare un assicurazione d indennità giornaliera o un assicurazione sulla vita, il che impedisce loro di avviare un attività indipendente. Oggi, le infezioni da HIV possono essere trattate relativamente bene se sono diagnosticate tempestivamente. L infezione ha tuttavia notevoli ripercussioni sulla vita quotidiana dei pazienti. Anche oggi vale quindi la pena di proteggersi da un infezione. Leggete qui di seguito come fare, quali sono i principali rischi, cosa fare in caso di urgenza e dove andare a fare il test. Le regole del safer sex L applicazione sistematica delle regole del safer sex durante ogni rapporto sessuale protegge molto bene dalle infezioni da HIV. Il safer sex riduce anche i rischi d infezione da altre infezioni sessualmente trasmissibili. Le infezioni da sifilide, gonorrea (scolo), ecc. sono invece frequenti in particolare in caso di sesso orale ed eventualmente di bacio alla francese. Una regola essenziale del safer sex, formulata in termini chiari e netti, è la seguente: 1. Non lasciatevi penetrare senza il preservativo! Evitate i rapporti senza il preservativo, anche se siete circoncisi. Per i rapporti anali (sodomia), esigete l uso di preser vativi muniti di un label di qualità e di un lubrificante (idrosolubile o a base di silicone). Altre regole del safer sex: 2. La fellatio (pompino) non pone alcun problema a patto che non prendiate sperma in bocca e non lo ingeriate. Durante i rapporti orali, il rischio di trasmissione dell HIV è molto più debole che durante i rapporti con penetrazione

14 Dati importanti relativi all HIV e alle altre IST 3. I caso di sintomi di infezioni sessualmente trasmissibili (lesioni, bruciore, secrezioni, rossore, mal di gola con febbre), fate una visita medica senza perdere tempo. Sorvegliate la comparsa di segni o sintomi nella bocca/ gola, sul pene e nella zona dell ano. Le regole del safer sex sono valide per tutti i rapporti sessuali, con il partner fisso, compagni di sesso o fuckbuddy, partner occasionali o in caso di rapporti sessuali a pagamento. Il rapporto anale comporta il maggior rischio di contrarre l HIV La penetrazione anale non protetta è la pratica sessuale più a rischio per l HIV. Questo rischio è stimato da 3 a 10 volte superiore a quello dei rapporti vaginali non protetti, la seconda pratica sessuale più a rischio per la trasmissione dell HIV. È lasciandovi penetrare (sodomizzare) senza protezione, quindi senza preservativo, che correte il maggior rischio d infezione. La mucosa intestinale è infatti una via di accesso ideale per il virus. È sensibile, ben irrigata e molto più sottile della mucosa vaginale. Correte un grande rischio anche penetrando un partner per via anale senza protezione, soprattutto se non siete circoncisi. L intestino, infatti, non solo assorbe i virus, ma li libera anche: l HIV può quindi contagiare il partner attivo penetrando nel suo organismo attraverso piccole lesioni del pene o del prepuzio. Per il partner attivo, il rischio d infezione è tuttavia più debole che per il partner passivo. Anche l aumento del numero di rapporti sessuali simultanei o successivi con partner multipli in caso di sesso di gruppo, durante i sex party o nei sex club favorisce la propagazione dell HIV e di altre infezioni sessualmente trasmissibili. La trasmissione del virus o del batterio avviene direttamente mediante un contatto con un oggetto contaminato per mancanza d igiene. Ciò avviene quando le dita, il pene o un dildo sono infilati nell ano di vari partner sessuali senza prima essere stati disinfettati (o senza sostituire il preservativo). Le secrezioni corporee sono così trasmesse direttamente da una persona all altra. Anche prendere sperma in bocca o ingerirlo comporta un rischio d infezione da HIV. Questo rischio è tuttavia molto più debole. I casi d infezione attraverso questa via sono rari. In generale: il rischio di trasmissione dell HIV è estremamente elevato se uno dei partner si trova allo stadio della primoinfezione o se è portatore di un altra infezione sessualmente trasmissibile (cfr. informazioni sulla primoinfezione a pag. 25). «Nei primi mesi dall infezione, una persona è da 20 a 100 volte più infettiva.» Quando potete avere rapporti sessuali non protetti? Il safer sex permette a ogni uomo che ha rapporti sessuali con altri uomini di proteggersi mediante semplici gesti. L osser vazione di queste regole protegge molto efficacemente dalle infezioni da HIV. Ciononostante, molti uomini hanno difficoltà ad attenersi durevolmente e senza strappi a queste regole. Per questo motivo, vi illustriamo anche le condizioni a cui potete avere rapporti sessuali non protetti senza rischiare un infezione: 1. In una relazione di coppia monogama senza HIV: voi e il vostro partner siete entrambi risultati sieronegativi al test e non avete rapporti sessuali al di fuori della vostra coppia. 2. In una relazione di coppia stabile senza HIV: voi e il vostro partner siete entrambi risultati sieronegativi al test e osservate sistematicamente le regole del safer sex durante 22 23

15 Dati importanti relativi all HIV e alle altre IST i rapporti sessuali al di fuori della coppia. Se rinunciate a queste regole al di fuori della coppia, informate immediatamente il vostro partner e astenetevi entrambi da rapporti sessuali non protetti per tre mesi, fino a che siate sicuri che il partner che ha avuto un rapporto sessuale a rischio non sia stato contagiato. E in questa situazione particolare (dichiarazione della CFSS): 3. In una relazione di coppia in cui uno dei partner è sieropositivo e segue un trattamento antiretrovirale che soddisfa le seguenti condizioni: il trattamento è ben osservato e controllato regolarmente da un medico; il trattamento è efficace: la carica virale è al di sotto del limite di rilevabilità da almeno 6 mesi; non esiste un altra infezione sessualmente trasmissibile. In altre parole, vivete entrambi una vita monogama o, in caso di rapporti sessuali al di fuori della coppia, osservate sistematicamente le regole del safer sex. Vi astenete dai rapporti sessuali non protetti se uno dei due presenta segni di un infezione sessualmente trasmissibile. Strategie di riduzione dei rischi poco affidabili Numerosi gay hanno sviluppato delle strategie personali, che secondo loro consentono di fare a meno del preservativo senza correre un grande rischio d infezione da HIV. Tra di esse figurano la scelta di partner presumibilmente sieronegativi, la penetrazione anale breve senza eiaculazione, un ruolo esclusivamente attivo durante la penetrazione anale, ecc. Queste strategie sono assolutamente inefficaci se vi imbattete in un partner che si trova nella fase altamente infettiva della primoinfezione. Evoluzione dell infezione HIV, carica virale Carica virale (numero di copie viruli nel sangre o nello sperma 3 mesi fase di primoinfezione Principale fattore di rischio: la forte infettività subito dopo l infezione da HIV Le osservazioni degli ultimi anni hanno fatto emergere sempre più chiaramente che la fase di primoinfezione, la cui infettività è da 20 a 100 volte superiore alla cosiddetta fase asintomatica o di latenza, è il vero motore dell epidemia di HIV tra gli MSM. Allo stadio della primoinfezione, e cioè nei primi tre mesi dall infezione da HIV, l infettività è particolarmente elevata e la trasmissione del virus in caso di rapporto non protetto avviene molto più facilmente che non dopo, nella fase di latenza. Siccome la comunità gay conta sempre un numero in lenta progressione di uomini allo stadio della primoinfezione, il focolaio d infezione è destinato a perdurare e ad estendersi. La forte infettività allo stadio della primoinfezione è dovuta alla modalità di propagazione del virus nel corpo. Dopo l infezione, il numero di HIV aumenta rapidamente nel corpo: si parla di un aumento della carica virale («viral load»). Dopo varie settimane, quando il sistema immunitario endogeno ha prodotto 3 15 anni fase di latenza Sintomi dell AIDS 24 25

16 Dati importanti relativi all HIV e alle altre IST degli anticorpi, la carica virale diminuisce nuovamente (fase di latenza). Si mantiene poi a un livello relativamente debole, spesso per anni, e aumenta nuovamente solo nella fase tardiva della comparsa dei sintomi dell Aids, se l infezione da HIV non è stata trattata. Durante la primoinfezione, il numero di HIV nel sangue e nelle secrezioni genitali, ad esempio lo sperma, è molto elevato. Ciò significa anche che durante le settimane della primoinfezione ogni rapporto sessuale non protetto espone il partner a un numero molto più elevato di virus: durante questo periodo, il rischio di trasmissione aumenta di un fattore da 20 a 100 rispetto all infettività nella fase asintomatica, che dura poi anni. Degli studi hanno stabilito che durante la fase di latenza la probabilità di trasmissione dell HIV durante i rapporti anali non protetti è nettamente inferiore all 1 per cento. Questa probabilità è ancora più debole durante i rapporti orali. Allo stadio della primoinfezione, quando l infettività è moltiplicata per un fattore da 20 a 100, sono possibili infezioni dopo un semplice contatto. Durante questo periodo, l HIV può anche essere trasmesso durante i rapporti orali. Si capisce quindi meglio il ruolo determinante svolto dalle reti parallele di partner sessuali (fuckbuddy) nella propagazione del virus tra i gay. Se uno dei partner della rete è contagiato da un fuckbuddy, è molto probabile che a breve termine tutti i partner della rete si ritrovino contagiati. Trasmissioni dell HIV o di altre IST per mancanza d igiene (ad esempio per un dildo contaminato da sangue o secrezioni corporee) avvengono spesso durante il sesso di gruppo o i sex party. Sintomi influenzali dopo l infezione La fase di primoinfezione, altamente contagiosa, dura da due a tre mesi. Il 70 per cento circa degli individui sviluppa sintomi pseudoinfluenzali (febbre, mal di testa, mal di gola, stanchezza, dolori muscolari, linfonodi gonfi, ecc.) nelle due o tre settimane successive all infezione da HIV. Questa fase sintomatica, detta di primoinfezione, dura da una a due settimane, dopodiché i sintomi scompaiono spontaneamente. A causa della loro somiglianza, questi sintomi si confondono facilmente con quelli di altre malattie virali, come l influenza o la mononucleosi. «Una trasmissione su due avviene quando il portatore del virus è in fase di primoinfezione.» La PEP dopo una situazione a rischio Quando la probabilità di una trasmissione dell HIV è elevata, una profilassi post-esposizione all HIV (PEP) può impedire una propagazione del virus nel corpo. La PEP è un trattamento di urgenza mediante medicinali contro l HIV, che deve essere prescritto immediatamente (se possibile entro 24 ore, ma al più tardi entro 72 ore) e seguito per quattro settimane. La PEP è più efficace se è prescritta rapidamente, idealmente qualche ora dopo la situazione a rischio. La PEP è un trattamento di urgenza. È raccomandata solo dopo un rapporto anale con eiaculazione con un uomo il cui statuto HIV è sconosciuto o con un uomo sieropositivo il cui trattamento non ha ancora avuto effetto. È raccomandata anche quando il preservativo si rompe e dello sperma fluisce nel retto. La PEP non è raccomandata dopo un rapporto orale non protetto. In ogni caso, l indicazione di una PEP deve essere chiarita durante un colloquio di consulenza con uno specialista presso un checkpoint o un centro HIV di un grande ospedale (universitario) svizzero. Trovate gli indirizzi e i numeri di telefono nella sezione Servizi del presente opuscolo

17 Dati importanti relativi all HIV e alle altre IST Sottoporsi regolarmente ai test HIV e IST Il test HIV stabilisce se siete infetti dall HIV. Gli uomini sessualmente attivi dovrebbero sottoporsi regolarmente al test dell HIV e delle principali altre infezioni sessualmente trasmissibili (IST): sifilide, gonorrea, clamidia ed epatite. Le nostre raccomandazioni: Test HIV e IST una volta all anno («Big 5»: HIV, sifilide, gonorrea, clamidia, epatite): se siete sessualmente attivi e non vivete in una relazione di coppia monogama. Se avete avuto più di dieci partner sessuali durante gli ultimi sei mesi: fate i test HIV e IST senza aspettare. Se vi siete ritrovati in una situazione a rischio qualche giorno o qualche settimana fa e presentate sintomi di una primoinfezione: richiedete immediatamente una con sulenza presso un checkpoint o un centro di consulenza e screening volontario gay-friendly e fate un primo test HIV non prima di 14 giorni dopo la situazione a rischio. Solo un test negativo effettuato tre mesi dopo l incidente potrà darvi la certezza di non essere stati contagiati. Importante: sottoporsi regolarmente al test HIV non sostituisce il safer sex. Lo screening aiuta tuttavia a diagnosticare rapidamente un infezione da HIV. La diagnosi precoce offre il vantaggio di non mancare il momento giusto per iniziare il trattamento antiretrovirale. Un trattamento avviato tempestivamente terrà sotto controllo l HIV e preverrà danni permanenti al sistema immunitario, se non addirittura la comparsa dei sintomi dell Aids. I test HIV e IST sono rimborsati dall assicurazione malattie. Siccome la franchigia e l aliquota percentuale sono a carico del paziente, vale la pena ridurre la franchigia se vi sottoponete spesso allo screening. Test a domicilio non privi di rischi Esistono offerte su Internet di test HIV da fare a domicilio (home test). La loro vendita è vietata in Svizzera. L UFSP ne sconsiglia vivamente l utilizzazione poiché la loro qualità non può essere garantita. Un test HIV dovrebbe sempre essere accompagnato da una consulenza mirata da parte di un professionista. Trovate gli indirizzi di centri di consulenza o di test alle ultime pagine del presente opuscolo o su Internet all indirizzo: In Svizzera, oggi si utilizzano test HIV combinati, che ricercano non solo anticorpi contro l HIV, ma anche costituenti del virus. Ciò significa che in parecchi casi, il test può rivelare un infezione da HIV dopo 14 giorni. Il test può però escludere definitivamente un infezione solo dopo tre mesi. «Spesso un influenza dopo un rapporto sessuale non protetto non è un influenza, ma una primoinfezione!» Numerosi centri utilizzano test rapidi combinati, che richiedono solo una goccia di sangue prelevata sulla punta del dito e forniscono il risultato in 30 minuti

18 È possibile arrestare o fre nare la progressione dell HIV tra i gay? Il modello matematico dell UFSP fornisce indicazioni sull efficacia di alcune misure preventive contro l epidemia di HIV. In base a esso, l UFSP ha elaborato un piano d azione urgente, che comprende tre campi d azione. Il piano potrà tuttavia avere successo solo con la cooperazione della comunità gay e di ciascuno dei suoi membri. L obiettivo principale è di ridurre il numero di nuove infezioni da HIV per fare della comunità gay un ambiente di vita più sicuro e gratificante per tutti. L UFSP ha fatto uso di un modello matematico per esplorare i possibili effetti delle misure di prevenzione sull epidemia di HIV tra gli MSM. Il modello fonda i propri calcoli sulle cifre dei numerosi studi svizzeri e delle diagnosi di HIV notificate negli ultimi anni. È così possibile stabilire una proiezione ipotetica delle nuove infezioni tra gli MSM in base a vari scenari: Scenari dell evoluzione futura delle nuove infezioni da HIV tra gli MSM Numero di casi Scenario 1 Scenario 2 Scenario 3 Scenario 4 Scenario 5 Reference: Vidondo, Van Sighem, Fraser, Federal Office of Public Health 31

19 È possibile arrestare o almeno fre nare la progressione dell HIV tra i gay? Il grafico mostra che se non saranno adottate misure supplementari (scenario 1), l incremento delle nuove infezioni e delle spese di trattamento proseguirà. La soluzione più efficace, se non l unica (scenario 5), è quella che combina nuovi sforzi di prevenzione drastici, soprattutto durante la fase di primoinfezione, una diagnosi più precoce dell infezione mediante un test HIV nonché un trattamento terapeutico delle persone sieropositive più sistematico, con il coinvolgimento dei partner. In base ai risultati del modello e ai dati disponibili, l UFSP conclude che: un uomo su due (o il 50 % degli uomini) è contagiato da uomini infettato solo qualche settimana prima e ancora in fase di primoinfezione; circa un terzo delle trasmissioni proviene da persone che hanno superato lo stadio della primoinfezione e si trovano in fase di latenza, ma ignorano il proprio statuto sieropositivo non essendosi (ancora) sottoposte al test; le altre trasmissioni provengono da persone a cui è stata diagnosticata un infezione da HIV. «L iniziativa «Break The Chains» organizzata un mese all anno può già risolvere metà del problema.» Il piano d azione urgente dell UFSP Vista la necessità di agire, l UFSP ha elaborato un piano d azione urgente in tre parti, attuato in collaborazione con gli attori della comunità gay, i checkpoint di Zurigo, Ginevra e Losanna, i partner commerciali, nonché Aiuto Aids Svizzero e le sue antenne. Campo d azione 1: ridurre la carica virale nella comunità gay prevenire le trasmissioni dell HIV nella fase di primoinfezione In quasi la metà dei casi, l HIV è trasmesso durante la fase di primoinfezione, altamente contagiosa, che dura tre mesi. Durante questo periodo, è molto probabile che la trasmissione avvenga tra partner sessuali legati da una relazione di fiducia particolare (partner fissi, amici intimi o fuckbuddy che formano reti di partner sessuali). Diminuire il numero di gay che hanno rapporti sessuali non protetti durante la fase di primoinfezione significa spezzare la catena d infezioni e ridurre nel complesso la carica virale comunitaria («community viral load»). A tale scopo sono previste varie misure: Una volta all anno, in primavera, sarà realizzata una campagna di un mese. All insegna dello slogan «Break The Chains», tutti gli omosessuali saranno chiamati a contribuire a spezzare la catena d infezioni, ad esempio osservando sistematicamente le regole del safer sex durante questo periodo. L UFSP si adopera per far istituire simultaneamente un iniziativa analoga negli altri centri gay in Europa, allo scopo di ridurre la carica virale anche nelle comunità gay di Berlino, Amsterdam, Parigi, ecc. Promuovere il miglioramento delle conoscenze sulla primoinfezione e sui suoi sintomi. Gli uomini che osservano sintomi dopo un rapporto anale non protetto con un uomo sono invitati a contattare immediatamente ad esempio un checkpoint per richiedere una consulenza e, se del caso, sottoporsi al test. Informare meglio gli uomini sulle altre infezioni sessualmente trasmissibili e sui loro sintomi. Gli uomini che pensano di aver contratto un infezione sessualmente trasmissibile contattano un checkpoint, un centro di screening gay-friendly o il proprio medico per richiedere una consulenza e, se del caso, intervenire. Informano i loro partner sessuali

20 È possibile arrestare o almeno fre nare la progressione dell HIV tra i gay? Ogni persona a cui è stata diagnosticata un infezione da HIV allo stadio della primoinfezione è incoraggiata a iniziare immediatamente un trattamento antiretrovirale nell ambito di uno studio. Campo d azione 2: ridurre l intervallo di tempo tra l infezione e la diagnosi Per gli MSM passano in media due anni tra l infezione da HIV e la diagnosi. Si stima che un terzo delle trasmissioni di HIV si verifichi durante questa fase di latenza. Dato che le trasmissioni sono molto più rare dopo l'emissione della diagnosi, è essenziale ridurre l intervallo tra l infezione e lo screening. Questo obiettivo sarà raggiunto mediante le seguenti misure supplementari: Gli omosessuali sessualmente attivi sono chiamati a sottoporsi al test almeno una volta all anno per le principali infezioni sessualmente trasmissibili («Big 5»: HIV, sifilide, gonorrea, clamidia, epatite). Il test HIV effettuato regolarmente non solo riduce il lasso di tempo tra l infezione e la diagnosi, ma previene anche uno screening tardivo delle infezioni da HIV tra gli MSM in generale. Questa misura è destinata ad accorciare l intervallo medio tra le nuove infezioni da HIV e la loro diagnosi che attualmente è di oltre due anni al massimo a un anno. Gli uomini che hanno avuto più di 10 partner sessuali durante gli ultimi sei mesi si sottopongono immediatamente al test per le «Big 5». Le coppie sieronegative si sottopongono al test assieme presso un centro di consulenza e screening, che le consiglia anche sul modo di gestire la loro vita sessuale. (Gli indirizzi e i link di questi centri figurano nell allegato a pag. 45). In una relazione di coppia non monogama, i due partner stabiliscono reciprocamente regole di comportamento per i rappor ti sessuali all interno e al di fuori della coppia. Campo d azione 3: ridurre le trasmissioni di HIV dopo la diagnosi Dopo una diagnosi di HIV, le trasmissioni del virus sono rela ti vamente rare. Un test HIV positivo incita abitualmente all osservanza delle regole del safer sex, soprattutto in caso di contatti occasionali. Inoltre, una persona che segue un trattamento antiretrovirale efficace non è più infettiva se sono soddisfatte le condizioni della CFSS. Un obiettivo importante di questo campo d azione è di prescrivere tempestivamente un trattamento contro l HIV tra gli uomini sieropositivi e impedire le trasmissioni del virus, in particolare all interno delle coppie fisse. Questo obiettivo può essere raggiunto mediante le seguenti misure: Le persone contagiate informano i loro partner fissi della diagnosi. I checkpoint, i servizi di consulenza di Aiuto Aids Svizzero e le sue antenne sostengono le persone interessate e offrono visite (colloquio di consulenza) in presenza del partner. «Gli uomini sieropositivi non sono infettivi se seguono un trattamento antiretrovirale efficace conformemente alle condizioni della dichiarazione della CFSS.» I gay a cui è appena stata diagnosticata l infezione da HIV e i loro partner partecipano al corso Queer+ ( dove ricevono informazioni sull infezione, il trattamento medico, i comportamenti preventivi adeguati all interno e al di fuori della relazione di coppia, la situazione giuridica e altri temi. Se le cellule ausiliarie CD4 scendono a un valore di 350 CD4/ mm 3 è prescritto un trattamento antiretrovirale. È scientificamente provato che un trattamento iniziato al di sotto di questo valore comporta una speranza di vita ridotta. Dopo 34 35

21 aver identificato eventuali resistenze del virus, il paziente riceve il trattamento contro l HIV più adatto. Solo uno specialista dell HIV è abilitato a effettuare il trattamento antiretrovirale. Nel caso ideale, si tratterà di un medico gay-friendly, uno specialista che lavora in un centro HIV o un medico di famiglia che conosce le ART. La decisione terapeutica deve tener conto delle abitudini del paziente, dato che un trattamento antiretrovirale può essere efficace solo se il paziente è disposto a rispettare le istruzioni terapeutiche. Negli uomini contagiati dall HIV, le altre IST sono spesso difficili da trattare. In caso di rapporti sessuali con partner occasionali, essi devono quindi proteggersi applicando le regole del safer sex. L UFSP si preoccupa in particolare della propagazione di forme resistenti agli antibiotici della gonorrea e della LGV (linfogranuloma venereo, causato da una delle forme di clamidia) in caso di rapporti anali nonché dell aumento dell epatite C tra gli uomini sieropositivi nei Paesi industrializzati occidentali. Il sesso di gruppo e i sex party favoriscono, in caso di mancanza d igiene, la propagazione rapida dell HIV e di altre infezioni sessualmente trasmissibili. La comunità gay, parte integrante del piano d azione urgente Per l attuazione del piano d azione è indispensabile anche il sostegno attivo della comunità gay e dei suoi attori. Se ciascuno fa la propria parte, la comunità omosessuale ridiventerà più umana, conviviale e soprattutto sicura. Ecco qualche contributo concreto: La comunità gay riconosce che l HIV fa sempre parte della vita degli omosessuali. Ciò significa che questa tematica alimenta nuovamente le conversazioni e i dibattiti nell ambito degli ambienti gay, degli stabilimenti pubblici, delle manifestazioni e delle feste. Gli uomini sieropositivi fanno parte della comunità gay, che lo si voglia o no. Non vi è alcun motivo di escludere, in qualsiasi forma, le persone sieropositive. Il rischio di trasmissione che rappresenta una persona sieropositiva sotto trattamento è molto più basso di quello di una persona che crede di essere sieronegativa, ma in realtà è in fase di primoinfezione. La comunità gay sostiene le attività e le misure di prevenzione della campagna «Break The Chains» organizzata per un mese ogni anno. Essa si assicura che le regole stabilite siano rispettate, possibilmente, da tutti. La cultura dell informazione in seno alla comunità gay è migliorata. Diventa corrente e normale informare immediatamente la totalità dei partner sessuali in caso di diagnosi d IST. «L HIV e gli uomini sieropositivi appartengono alla comunità gay.» 36 37

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