JOBS ACT, IL LAVORO ACCESSORIO DOPO LA RIFORMA

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1 JOBS ACT, IL LAVORO ACCESSORIO DOPO LA RIFORMA L EVOLUZIONE Gli articoli da 70 a 74 del D. lgs. 276/2003 nel disciplinare il lavoro accessorio occasionale limitavano l uso dei buoni a ben determinate fattispecie e a categorie di prestatori d opera, che in modo generico si possono definire deboli in quanto trovano maggiori difficoltà a trovare lavoro. Le numerose modifiche apportate nel corso degli anni hanno via via esteso l ambito di applicazione, sia generalizzando le attività lavorative sia ampliando la gamma dei soggetti che potevano renderle. Tuttavis, i termini lavoro accessorio e natura occasionale hanno da sempre costituito una remora all uso disinvolto di questa tipologia lavorativa. Ed in tal senso, anche il comma 32 dell articolo 1 della Legge 28 giugno 2012, n. 92 riscrivendo il comma 1 dell articolo 70 del D. lgs. n. 276 definisce le prestazioni di lavoro accessorio quali attività lavorative di natura meramente occasionale che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori a euro nel corso di un anno solare. E con il primo dei Jobs Act, ossia con la legge n. 78 del 19 maggio 2014 di conversione del D.Lgs. n. 34 del 20 marzo 2014, che le parole di natura meramente occasionale ed i buoni lavoro possono essere utilizzati per qualsiasi attività lavorativa a condizione che si rispetti il limite economico, rivalutato, di mila euro netti nel corso di un anno solare (circolare Inps n. 28 del 2014). Questo limite subisce, però, un forte condizionamento in quanto scende a mila euro netti nel caso di attività lavorative svolte nei confronti del singolo committente imprenditore commerciale o professionista. Per via amministrativa si chiarisce, inoltre, che il lavoro accessorio è limitato al rapporto diretto tra prestatore e utilizzatore finale e,quindi, è escluso che un impresa possa reclutare lavoratori per prestazioni a favore di terzi come nel caso dell appalto e della somministrazione (circolare Inps n. 4 del 2013).

2 DEFINIZIONE E CAMPO DI APPLICAZIONE Rimane inalterata la definizione di prestazione di lavoro accessorio, intendendosi le attività lavorative che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compensi superiori ad una cifra di euro nell anno civile, la quale annualmente viene rivalutata. Il nuovo decreto, quindi, da un lato aumenta l importo dei compensi, dall altro sostituisce l anno civile con quello solare precedentemente usato. Ciascun committente potrà far ricorso al lavoro accessorio con un soggetto per un importo massimo di euro netti, elevabili a se il lavoratore è un percettore di ammortizzatori sociali, siano essi a sostegno del salario che del reddito. In Agricoltura si può ricorrere ai voucher per: a) Attività lavorative di natura occasionale rese nell ambito di attività stagionali purchè effettuate da : - Pensionati; - Giovani con meno di 25 anni, se iscritti ad un ciclo di studi, compatibilmente con gli impegni scolastici; - Giovani con meno di 25 anni, se iscritti ad un ciclo di studi universitario senza alcun limite di tempo. L importo massimo utilizzabile è pari a euro solo se l attività è svolta da pensionati e da giovani studenti o se il committente è un piccolo imprenditore agricolo. Nella Pubblica Amministrazione l utilizzo del lavoro accessorio è subordinato al rispetto dei vincoli di contenimento delle spese per il personale e dal patto di stabilità. Il limite annuale dei compensi, riferito alla totalità dei committenti, permette di definire dal punto di vista oggettivo il lavoro accessorio, precludendo al personale ispettivo la possibilità di entrare nel merito delle modalità di svolgimento della prestazione.

3 Vale, inoltre, la pena rammentare che possono svolgere prestazioni di lavoro accessorio anche i lavoratori con contratto di tipo subordinato con l unica eccezione di non essere impiegati con lo stesso datore di lavoro. L APPALTO DI OPERE E SERVIZI Il divieto di ricorso a prestazioni di lavoro accessorio all interno di appalti, da mero orientamento ministeriale è passato a disposizione di legge. Possono, pertanto, essere utilizzate prestazioni di lavoro accessorio esclusivamente dal committente. Vengono, in tal senso, però fatte salve le norme che, sentite le parti sociali, dovranno essere adottate entro 6 mesi con Decreto del Ministero del Lavoro. DISCIPLINA Il lavoro accessorio potrà essere pagato con voucher orari numerati progressivamente, datati ed acquistabili solo telematicamente. L acquisto dei buoni presso le altre rivendite autorizzate, è permesso ai soli committenti non imprenditori o professionisti. Il valore del buono, in attesa del previsto Decreto Ministeriale, è fissato in 10 euro a totalità dei committenti. Per il settore agricolo il valore è pari alla retribuzione oraria della prestazione di lavoro subordinato stabilita dal CCNL stipulato dalle rappresentanze sindacali maggiormente comparative sul piano nazionale. Nulla varia per il percettore rispetto ai risvolti reddituali del voucher, infatti, lo stesso sarà esente da qualsiasi imposizione fiscale e non inciderà sullo stato di disoccupazione e/o inoccupazione. Presentando i buoni all incasso il lavoratore percepirà 7,50 euro per ogni buono e gli sarà inoltre versato: - Il 13% alla gestione separata INPS; - Il 7% all Inail per l assicurazione contro gli infortuni.

4 Il legislatore ha lasciata aperta la possibilità di variare, con Decreto Interministeriale, la percentuale dei contributi previdenziali, anche nell ottica dell aumento delle aliquote subite dalla Gestione Separata. Specifiche condizioni e modalità dei buoni orari potranno essere previste per specifiche categorie di soggetti che si vedono accreditata una contribuzione figurativa, quali: disabili, tossicodipendenti, detenuti e percettori di ammortizzatori sociali. E stata, inoltre, emanata una norma transitoria che prevede, fino al 31/12/15, la validità della previgente disciplina per l utilizzo dei buoni già richiesti prima dell entrata in vigore del decreto. COMUNICAZIONE ALLA DTL Il D. Lgs., approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 23/09/16, ha apportato disposizioni integrative e correttive dei Decreti del Jobs Act. In particolare, tra gli altri viene modificato l art. 49, comma 3, del D. Lgs. n. 81/2015, prevedendo che i committenti, imprenditori non agricoli e professionisti, che ricorrano al lavoro accessorio, siano tenuti, almeno 60 minuti prima dell inizio della prestazione, a comunicare alla DTL competente, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici ed il codice fiscale del lavoratore, nonché, il luogo e la durata della prestazione. Tale norma esprime con forza la volontà antielusiva del legislatore, stante l esponenziale crescita di tale tipologia lavorativa. ( +36,2% nel 2016, +73% nel 2015). Rispetto ai paventati interventi precedenti la comunicazione deve essere effettuata almeno 60 minuti prima dell inizio della prestazione. Inoltre, non sarà possibile fare riferimento ad un arco temporale non superiore ai 30 giorni successivi all interno del quale collocare la prestazione e la conseguente occupazione. Per il settore dell agricoltura rimane, invece, la possibilità di fare riferimento ad un arco temporale non superiore a 7 giorni. Rimane aperta la possibilità di prevedere ulteriori modalità applicative delle nuove disposizioni, nonché ulteriori modalità di comunicazione mediante un Decreto del Ministro del Lavoro. La nuova comunicazione dovrà contenere: - Dati anagrafici e codice fiscale del lavoratore;

5 - Il luogo della prestazione; - L arco temporale della prestazione che non potrà superare i 30 giorni. PROFILI SANZIONATORI Le principali violazioni in materia di lavoro accessorio riguardano: - Il superamento dei limiti quantitativi del compenso; - L impiego oltre la scadenza dei 30 giorni dalla data di acquisto. Nel primo caso, vi sarà l immediata trasformazione in un rapporto di natura subordinata a tempo indeterminato, con la conseguente applicazioni delle sanzioni civili ed amministrative. Nel secondo caso, la prestazione verrà considerata prestazione di fatto in nero ad origine e dunque soggetta alla trasformazione in un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e la conseguente applicazioni previste per il lavoro irregolare. Le nuove modalità di comunicazione fanno discendere ulteriori sanzioni in caso di mancato rispetto delle stesse. Infatti, sempre l ultimo periodo dell art 49, comma 3, prevede che per ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione, si applica una sanzione amministrativa da 400 a Per tali sanzioni non sarà possibile avvalersi dell istituto della diffida che ne è espressamente escluso. Non è, inoltre, prevista alcuna riduzione della sanzione qualora la stessa venga effettuata tardivamente. Sarà, però, possibile godere della riduzione di cui all art. 16 della L. 689/81 quale modalità di estinzione dell illecito amministrativo entro 60 giorni che consente il pagamento in misura ridotta della sanzione ( un terzo del massimo 800). Le nuove norme entreranno in vigore dal 1 gennaio 2017.