EVACUAZIONE FORZATA FUMI & CALORE
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- Serena Galli
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1 EVACUAZIONE FORZATA FUMI & CALORE VADEMECUM NORMA UNI
2 L impiego dei ventilatori nei sistemi antincendio per l evacuazione del fumo e del calore Come è noto in presenza di un incendio, causato da qualsiasi tipo d innesco, all interno di locali chiusi, le fiamme possono essere alimentate in particolare, dai materiali presenti nell ambiente ed altresì da aria comburente. Per questa ragione le norme e le tecnologie dell antincendio in Italia, in passato, si sono dedicate alla realizzazione di sistemi e tecnologie per l estinzione del fuoco piuttosto che all utilizzo di ventilatori per la protezione antincendio. Per diversi anni in Europa ed in alcuni paesi oltre oceano, negli edifici commerciali, industriali e in quelli del terziario, si sono invece utilizzate tecniche antincendio che prevedessero sistemi di evacuazione dei fumi che nella prima fase dell incendio provvedessero a salvaguardare lo stato fisico dell essere umano per permettergli di potersi mettere in salvo e creare il libero accesso alle squadre dei VVF ed ai soccorsi per agevolarne l intervento e lo spegnimento delle fiamme. Dobbiamo quindi cambiare un modo di pensare utilizzato un concetto nuovo, cioè che nelle tre fasi che contraddistinguono l incendio (innesco e propagazione, flash over e sviluppo, declino dell incendio) l evacuazione meccanica dei fumi nella prima fase iniziale, può prolungarne i tempi allontanando la fase di flash over che arriverà in netto ritardo rispetto al previsto, od addirittura potrà determinare l estinzione totale dell incendio determinata dalla possibilità, grazie all evacuazione dei fumi, dell intervento dei vigili del fuoco e per le squadre di soccorso. 2 VADEMECUM NORMA UNI
3 Norme e decreti hanno determinato l utilizzo e la progettazione del sistema di evacuazione meccanico Lo storico applicativo dei SEFFC in campo europeo ne chiarifica già i benefici, le norme Italiane da poco sopraggiunte confermano il loro utilizzo nella progettazione antincendio con i seguenti plus: - Numero di aperture ridotte nella copertura degli edifici (fori in copertura assenti se i ventilatori si trovano all interno) e dimensioni limitate dei fori da praticare in copertura se i ventilatori o le espulsioni dei canali sono previste a tetto; - Possibilità della scelta di installazione del ventilatore in varie possibilità applicative, ad esempio lontano dai locali a rischio, in spazi ridotti senza lunghe diramazioni di canali anche in maniera puntuale; - Indipendenza da condizioni metereologiche o correnti che possono influire negativamente nel funzionamento dei sistemi naturali; - Installazione e progettazione di impianti centralizzati per servire più compartimenti; - Ventilatori concepiti per l utilizzo in doppia funzione (1 ventilazione locali e 2 evacuazione fumi) in questo caso si determina un abbassamento dei costi d impianto ed altresì possibili ricadute positive per gli spazi dedicati e quindi sulla progettazione architettonica; - La portata dell aria e fumi caldi estratti è verificabile e certificata dal tipo di ventilatore di estrazione installato alle differenti temperature dei fumi in riferimento al proprio ambito di certificazione; - Evacuazione dei fumi anche freddi senza la necessità di attesa che la temperature dei fumi sia elevata (nel sistema naturale lo spessore di pavimento libero da fumo al di sopra del quale galleggia lo strato di fumo e gas caldi che vengono convogliati all esterno grazie alla differenza di densità risultante dalla stratificazione termica); VADEMECUM NORMA UNI
4 SISTEMI PER IL CONTROLLO DEL FUMO E CALORE: Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2 Campo di applicazione della norma: UNI : 2012 si applica a: Locali aventi altezza minima 3 m e con superficie minima di 600 m2. I locali da proteggere devono inoltre avere superficie 1600 m2 o essere suddivisi tramite barriere al fumo in compartimenti a soffitto di superficie massima pari a 1600 m2. La norma UNI : 2012 non si applica a: Locali con altezza inferiore ai 3 m (ad esempio, autorimesse) Ad ambienti a rischio di esplosione, corridoi e corridoi con scale. E bene tenere presente che per ambienti di piccole dimensioni si possono installare impianti SEFC anche in comparti con superfici inferiori a 600 m2 o con superfici maggiori di 1600 m2, ove necessario o impossibile suddividere superfici maggiori. In questi casi la progettazione e il dimensionamento dovranno essere oggetto di analisi di fattibilità. I paragrafi della norma UNI riferiti questi soggetti sono: per l altezza dei locali il paragrafo 6.3 per la superfice del compartimento il paragrafo 6.5 e per i piccoli ambienti il paragrafo 6.8. Per dimensionare il sistema SEFFC sono necessari due parametri principali: lo strato di aria libera da fumo che è la zona compresa tra il pavimento e il limite inferiore dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da permettere il movimento agevole di persone, ed il Gruppo di dimensionamento che è un valore adimensionale compreso tra 1 e 5 contenuto nelle tabelle della norma, che esprime la criticità del sistema in causa. Il gruppo di dimensionamento dipende dalle ipotesi che vengono espresse in base alla velocità di propagazione e alla durata convenzionale di sviluppo dell incendio Gruppo di dimensionamento Velocità di propagazione dell incendio Durata convenzionale di sviluppo di incendio 4 VADEMECUM NORMA UNI
5 La velocità di propagazione dell incendio suddividibile in : alta, media e bassa, indica in quanto tempo si possono propagare le fiamme nelle zone circostanti al punto d innesco dell incendio; questa non dipende solo dal tipo di materiale presente ma altresì dal posizionamento e disposizione dei materiali (vicini tra loro, lontani), questa variabile può accelerare o rallentare l incendio, se altresì si dispone, ad esempio in magazzini o supermercati, uno stoccaggio dei materiali in verticale implica una condizione favorevole alla propagazione delle fiamme. La velocita di propagazione dell incendio, può essere verificata tramite un analisi del rischio o ricavata dalla propria esperienza professionale, oppure dalla letteratura scientifica, per questo si possono utilizzare i gruppi di pericolo indicati nella norma UNI EN per valutare la corrispondente velocità di propagazione dell incendio (ad esempio, al gruppo di pencolo OH4 corrisponderà una velocità di propagazione alta vedi tabella). Tabella rischio di propagazione d incendio Settore Negozi e uffici Gruppo di pericolo ordinario OH1 OH2 OH3 OH4 Uffici di elaborazione dati Grandi magazzini Sale di esposizione (stanze computer, tranne Centri commerciali locali di archivio nastri) Tessile e abbigliamento Industrie prodotti in cuoio Fabbriche di tappeti (esclusi quelli in gomma e plastica espasa) Industrie tessili e dell abbigliamento Industria di passamaniere e simili Calzaturifici Calzifici Maglifici Linifici Industrie per materassi (esclusi quelli in plastica espansa) Industria per il confezionamento Tessiture Tessiture di lana e lana pettinata Tessiture di cotone Impianti di preparazione di lino e canapa Legname e legno Industrie per la lavorazione del legno Mobilifici (esclusa la plastca espansa) Esposizioni di mobili Industrie di tappezzeria (escluse le plastiche espanse) Segherie Industrie di truciolato Industrie del legno compensato Nota Dove, in attività a pericolo OH1 e OH2 vi sono aree di verniciatura o aree di pericolo elevato simile, esse dovrebbero essere trattate com pericolo OH3. VADEMECUM NORMA UNI
6 Velocità di propagazione dell incendio: Velocità di avanzamento del fuoco all interno della zona interessata all incendio (è indice della possibilità di propagazione delle fiamme dal punto d innesco alle zone limitrofe). Tempo di allarme t1 si può assumere come: t1= 0 min se presente un sistema automatico di rilevazione incendio che aziona il SEFFC o allerta un locale presidiato h 24 da personale in grado di intervenire t1= 5 min in caso di edificio con presenza di persone h 24 t1= 10 min in tutti gli altri casi Tempo di intervento t2 è il tempo che intercorre tra l allarme e l inizio delle operazioni di estinzione e si assume paria a: t2= 5 min nel caso sia presente h24 una squadra di soccorso interna t2>10 min in altre condizioni da definire in base a fattori come: ubicazione traffico, distanza etc. 6 VADEMECUM NORMA UNI
7 Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2 La Durata convenzionale di sviluppo dell incendio, che possiamo trovare nell appendice F della Norma Uni al punto F2, indica invece il tempo che intercorre tra lo scoppio dell incendio e l inizio dell estinzione e si compone di due momenti: Tempo di allarme associato alla presenza di personale addetto e preposto ad interventi antincendio ed altresì alla presenza di sistema di estinzione sprinkler Tempo d intervento è il tempo che decorre dal momento in cui scatta allarme sino al momento in cui sono partite le operazioni di spegnimento dell incendio. Chiaramente il tempo d intervento è legato all intervento dei VVF per questo è bene consultare l annuario statistico del corpo VVF, vedi tabella sotto. Tempo di allarme t 1 Tempo di intervento t 1 Durata convenzionale di sviluppo d incendio t = t1+t2 Tempi medi di intervento dei VVF espressi in minuti inerenti l anno 2014 Regione Tempo Medio di Arrivo Durata Intervento (uscita sede - arrivo sul Operativo (inizio e luogo) chiusura operazioni) ABRUZZO 13,6 41,1 BASILICATA 18,9 61,1 CALABRIA 13,6 50,0 CAMPANIA 12,5 57,6 EMILIA ROMAGNA 13,8 36,1 FRIULI VENEZIA GIULIA 12,5 42,2 LAZIO 14,9 37,4 LIGURIA 12,2 48,3 LOMBARDIA 13,3 46,6 MARCHE 13,8 42,8 MOLISE 16,2 45,3 PIEMONTE 13,0 42,2 PUGLIA 14,6 41,4 SARDEGNA 13,8 38,1 SICILIA 12,3 51,2 TOSCANA 14,2 38,1 UMBRIA 14,3 39,7 VENETO 17,1 54,8 VADEMECUM NORMA UNI
8 Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2 L Altezza o strato libero da fumi è la zona tra il pavimento e il limite della zona occupata dal fumo y Strato di aria libera da fumo (y): Zona compresa tra il pavimento e il limite inferiore dello strato di fumo in cui la concentrazione del fumo è minima e le condizioni sono tali da permettere il movimento agevole di persone. Lo Strato libero da fumi dovrà essere valutato In modo che siano consentito sia l esodo in sicurezza delle persone presenti sia l intervento delle squadre di emergenza per l estinzione dell incendio. In ogni caso, l altezza minima consentita per lo strato di aria libera da fumo non potrà essere inferiore a 2,5 metri ; se poi sono presenti nell ambiente materiali, merci o manufatti sensibili al fumo, da questi il limite dello strato dai fumi dovrebbe essere mantenuto distante almeno 0,5 m dagli stessi. Calcolo del Gruppo di Dimensionamento. Una volta determinate velocità di propagazione e durata convenzionale dell incendio, il corrispondente gruppo di dimensionamento si ottiene incrociando righe e colonne nella tabella del «Prospetto 1» della norma (vedi Tabella norma UNI 9494 parte2) Per dimensionare il sistema è necessario definire altresì il Rilascio termico specifico misurato in (kw/m2) e variabile nelle due tabelle tra 300 kw/m2 e 600 kw/m2. Fissato il gruppo di dimensionamento, si può ricavare la portata di estrazione per l evacuazione dei fumi in (m3/h) in funzione della sola altezza libera da fumi desiderata e del rilascio termico. 8 VADEMECUM NORMA UNI
9 Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2 Sotto riportiamo le due tabelle di scelta per rilascio termico differenziato di 300 e 600 Kw/m 2 e la tabella del Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004 Nota: Riga Spessore dello stato libero da fumo (m) Rilascio termico 300 Kw/m2 Gruppo di dimensionamento , ) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore. Rilascio termico 600 Kw/m2 Spessore dello Gruppo di dimensionamento Riga stato libero da fumo (m) , Nota: 1) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore. Rilascio termico Eurocodice EN1991-1:2004 Max Rate of heat relase RHR f Occupancy Fire growth rate t a [S] RHR f [kw/m 2 ] Dwelling Medium Hospital (Room) Medium Hotel (Room) Medium Library Fast Office Medium Classroom of school Medium Shopping centre Fast Theatre (Cinema) Fast Transport (public space) Slow VADEMECUM NORMA UNI
10 Progettare i SEFFC secondo la norma UNI 9494 parte 2 /(min) Vedere punto Gruppo di dimensionamento (GD) Velocità di propagazione dell incendio bassa media a) alta a) 4 5 a) 5 b) > b) 5 b) a) La scelta di GD 5 (in grassetto), combinazione di tempo 20 min e velocità media, non richiede particolari giustificazioni. b) In questi casi la sola installazione di Sistemi di Evacuazione di Fumo e Calore dimensionati con GD5 non sono sufficienti. Per raggiungere gli obbiettivi di protezione di questa norma è quindi necessario adottare misure aggiuntive (per esempio sistemi di automatici spegnimento) e/o dimensionare il SENFC con criteri più restrittivi. Altezza dello strato libero da fumo Gruppo di dimensionamento Portata necessaria di estrazione (m3/h)- Temperatura media dei fumi ( C)- Temperatura locale dei fumi ( C) Selezione dei componenti Esempio di dimensionamento di un Sistema di Evacuazione Forzata di Fumo e Calore secondo UNI 9494/2 - locale di 1200 m2 adibito ad attività commerciale - locale dotato di impianto sprinkler e di sistema di rivelazione incendio in grado di azionare automaticamente il SEFFC presente - locale con merci a magazzino impilate in altezza sino a fino a 2,5 m. - locale altezza netta complessiva 4 m - si desidera mantenere un altezza libera da fumi pari a 3 m. - caso Il caso presentato rientra all interno del campo di applicazione essendo tra 600 e 1600 m2 e all altezza minima (3 m) prevista per applicare la UNI 9494 parte VADEMECUM NORMA UNI
11 Per prima cosa dobbiamo determinazione del gruppo di dimensionamento, ricavato il quale ci si troverà a disporre delle informazioni necessarie alla selezione dei vari componenti dell impianto. Si supponga di valutare in media la velocità di propagazione dell incendio data la tipologia dei materiale presenti. Sia 10 minuti inoltre la durata convenzionale dell incendio in base alle ipotesi circa le caratteristiche dell impianto di rivelazione (tempo di allarme) e al tempo stimato di intervento da parte del distaccamento locale dei VVF (tempo di intervento). Sarà possibile quindi, incrociando righe e colonne in Figura 3, individuare in 3 il gruppo di dimensionamento risultante. - Il locale oggetto dell esempio descritto è inoltre caratterizzato dall avere merci immagazzinate con altezza fino a 2,5 m. La collocazione dei materiali in verticale rappresenta una condizione certamente più favorevole alla propagazione delle fiamme rispetto alla sistemazione orizzontale degli stessi; per tener conto di tale aspetto, la norma UNI 9494 parte2 prevede l obbligo dell aumento di un unità del gruppo di dimensionamento laddove siano presenti stoccaggi di merce di altezza superiore a 1,5 m (tale vincolo si giustifica ; a parità di tempo convenzionale di sviluppo dell incendio, portare la velocità di propagazione da media ad elevata risulta nell incremento descritto del gruppo di dimensionamento). - Il locale in questione è inoltre dotato di estinzione con sprinkler. L eventuale attivazione dell impianto di spegnimento il quale abbasserebbe la temperatura dei fumi, la riduzione del rilascio termico e, conseguentemente, della quantità di gas caldi e fumi che alimentano lo strato a soffitto. In particolare, i sistemi meccanici di estrazione sono coadiuvati dalla riduzione della temperatura dei fumi per effetto dell aumento della portata di massa d aria coinvolta. Tenendo conto di questi aspetti, è consentita la riduzione del gruppo di dimensionamento di un unità, cioè per effetto della presenza di un impianto di estinzione automatico. Riassumendo, quindi, il gruppo di dimensionamento risultante dalle ipotesi circa la durata convenzionale dell incendio e la velocità di propagazione dello stesso, valutata in base alla tipologia dei materiali presenti, è stato individuato in 3. Questo avrebbe dovuto essere aumentato di un unità (da 3 a 4 ) per tener conto dell immagazzinamento di materiali con altezza superiore a 1,5 m; la presenza dell impianto sprinkler ne consente però la riduzione di un unità (da 4 a 3 ). Calcolato il gruppo di dimensionamento, sarà possibile determinare conseguentemente tutti i parametri portata d aria dei ventilatori di evacuazione fumi, temperature medie e locali dei fumi necessari alla selezione dei componenti dell impianto Una volta selezionati i componenti in base alle prestazioni che questi saranno chiamati a garantire, ad esempio, le informazioni circa le temperature ricavate contestualmente alla determinazione del gruppo di dimensionamento permetteranno di valutare le sollecitazioni termiche cui i vari elementi saranno esposti, rimane da definire la configurazione degli stessi in un impianto. VADEMECUM NORMA UNI
12 Procedura riassuntiva della progettazione norma UNI 9494 parte 2 Determinazione del gruppo di dimensionamento (GD) Altezza libera da fumi di progetto Portata di aspirazione Temperatura media dei fumi Temperatura locale dei fumi Caratteristiche dei componenti Selezione dei componenti SEFFC La disponibilità di informazioni sulla temperatura dei fumi e fondamentale in quanto permette la selezione della corrispondente classe dei componenti dell impianto: tutti i componenti dell impianto dovranno soddisfare specifiche classi minime di temperature in funzione della temperatura prevista dei fumi per i diversi gruppi di dimensionamento. I componenti devono essere scelti sulla base delle loro prestazioni misurate in conformità alle norme contenenti di rifermento (ad es., serie EN 12101). 12 VADEMECUM NORMA UNI
13 Riga Temperatura media dei fumi (Prospetto 3) Spessore dello stato libero da fumo (m) Gruppo di dimensionamento , Nota: Riga Temperatura locale dei fumi (Prospetto 4) Altezza dello stato libero da fumo (m) Gruppo di dimensionamento , ) ) In questa condizione è lecito supporre condizioni di incendio generalizzato (flash-over) che rendono il sistema SEFFC inefficace nella creazione di uso stato libero da fumo per proteggere le persone presenti nel locale. É quindi necessario modficare il progetto per ottenere un Gruppo di Dimensionamento minore. I valori che si possono desumere ricavando e incrociando le righe, permettono la selezione delle classi di temperatura a cui tutti i componenti sono soggetti.tutti i componenti del sistema sono classificati secondo la stessa norma UNI EN in modo da avere la medesima uniformità certificativa. La quasi totalità dei componenti di un Sistema SEFFC sono assoggettati alla specifica norma di marcatura, tutte facenti parte della stessa famiglia delle EN VADEMECUM NORMA UNI
14 Classificazione dei componenti Scelta dei componenti in base alla temperatura locale dei fumi (Prospetto 5) Componenti Temperatura locale dei fumi ( C) 200 C 300 C 400 C 600 C Norme di riferimento Valori per SEFFC F200 F300 F400 F600 UNI EN Condotte di controllo del fumo (singolo compartimento) Condotte di controllo del fumo (compartimenti multipli) Serrande di controllo del fumo (singolo compartimento) Serrande di controllo del fumo (compartimenti multipli) E S E S E S E S El xxx S E S E S E S E S El xxx S UNI EN UNI EN Barriere al fumo D30 UNI EN Cavi segnale CEI Cavi di potenza UNI EN UNI EN Caratteristiche dell impianto l Aria esterna. Per i sistemi EFFC un sistema di evacuazione fumo e calore deve garantire una fornitura sufficiente di aria fredda che entra nel comparto per sostituire la quantità dei fumi estratti. Come si ottiene: a) aperture di ingresso sempre aperte; b) aperture di ingresso ad apertura automatica, ad es porte, finestre, ventilatori dedicati; c) combinazione di varie aperture di a) e b) d) impianto dedicato per il reintegro dell aria con ventilatori e componenti specifici l aria esterna di ricambio potrà quindi può essere reintegrata - Naturalmente (aperture costituite da pone, finestre, serrande automatizzate o dispositivi simili 14 VADEMECUM NORMA UNI
15 - Meccanicamente (aperture costitute da serrande per il controllo dell immissione dell aria esterna, impianto SEFFC 0 dispositivi simiii. L aria di ricambio non dovrebbe entrare nel comparto sempre sotto lo strato di fumo inoltre e bene che le aperture d ingresso dell aria siano poste in modo da garantire, che l aria immessa non disturbi quanto contenuto ali interno dei serbatoio di fumo, evitando cosi che i gas caldi si raffreddino e o che si inneschino turbolenze per effetto di richiamando dei fumi negli strati più bassi del serbatoio. Per evitare ciò è bene che lo spigolo superiore dl ciascuna aperture debba avere una distanza di almeno 1 m dal limite inferiore dello strato di fumo. ove non sia possibile rispettare ii vincolo riguardante la distanza tra spigolo superiore delle aperture e Iimite inferiore dello strato dr fumo, la velocità masslma di immissione deve essere ridotta a 1 m/s. In ogni caso la velocità massima d immissione non potrà superare i 2 m/s. Schema di posizionamento per ingressi di aria esterma Per l ingresso in modo naturale l area netta di passaggio di un apertura dovrebbe essere ottenuta moltiplicando l area geometrica libera dell apertura per il coefficiente di correzione Cr, stimato in ~O,5 per porte e finestre. La validità di ogni valore di Cr adottato per altre tipologie di aperture deve essere riscontrato per mezzo dr appropriate documentazioni. Ogni apertura di presa d aria deve essere marcata con targhetta che specifica: - Apertura di afflusso dell aria esterna del SEFFC ; - lo spazio libero richiesto intorno per il corretto funzionamento figura ingressi aria e fumo. Nel caso d immissione forzata, essendo indotta da un ventilatore che garantisce la portata voluta, non è necessario nessun fattore correttivo per il dimensionamento della VADEMECUM NORMA UNI
16 Caratteristiche dell impianto superficie, la minima superficie d ingresso pel l afflusso si calcola dividendo la portata aspirata dal compartimento a soffitto per la velocita ammissibile per l ingresso dell aria di ricambio. In questa configurazione di immissione va evitata la pressurizzazione del locale bilanciando il sistema nella condizioni di progetto. Basti pensare che il ventilatore di estrazione Iavora ad alte temperature mentre quello di reintegro a temperatura ambiente e quindi e opportune correggere le eventuali portate di reintegro in funzione della densità dei fumi estratti in modo da bilanciare le masse di portata aria e fumi. Sono da evitare nei pressi degli ingressi d aria, sia naturali che forzati, ostacoli fissi che ne possano pregiudicare l efficienza durante il loro funzionamento. Ubicazione delle espulsioni verso l esterno E importante che il posizionamento sia delle aperture per l afflusso dell aria che il punto di aspirazione dell aria esterna siano effettuate ponendo attenzione alla distanza che Ii separa dal punto in cui il fumo viene espulso, per evitarne rientro nel compartimento stesso. per evitare ciò l espulsione del fumo e collocata ad almeno 2,5m al di sopra del punto di aspirazione, in orizzontale la distanza tra espulsione del fumo e aspirazione dell aria esterna e di almeno 8 mt per evitare effetti di by-pass. Caratteristiche dei punti di aspirazione Per gli i impianti SEFFC i punti di estrazione possono essere costrtuiti da: a) aperture realizzate sulle condotte di estrazione fumo per singolo comparto; b) griglie per diffusori (a scopo estetico e funzionale) installate sui ventilatori o sulle condotte di estrazione fumo a slngolo comparto; c) serrande di controllo del fumo (per singolo comparto o per comparti multipli) installate sulla superficie delle condotte di estrazione fumo. Nel caso di griglie il materiale utilizzato ed H sistema di fissaggio alle condotte deve garantire la resistenza alle temperature medie dei fumi per evitare che il distacco di componenti possa compromettere il funzionamento della singola apertura di aspirazione o addirittura dell intero dell impianto. La collocazione dei punti di aspirazione dovrebbe essere il più possibile simmetrica ali interno del comparto, inoltre è bene valutare l eventuaie vicinanza dei punti di aspirazione a pareti o elementi strutturali che potrebbero interferire con la capacità di aspirazione; é necessario approfondire alcune conslderazioni riguardanti la portata per ogni singolo punto e la velocita locale, in modo da evitare fenomeni di plugholing o effetto di penetrazione in cui viene rotto lo strato di fumo all interno del serbatoio per aspirare a interno dello strato pulito dell aria. Non si hanno riferimenti in merito alla velocita di aspirazione di ogni singolo punto, si può 16 VADEMECUM NORMA UNI
17 ipotizzare le dimensioni delle prese per garantire una velocita inferiore dei 6 m/s. La portata massima per punto di aspirazione dipende inoltre dalla temperature media prevista dei fumi e dalla distanza tra la parte iniziale del condotto di estrazione e Ia superficie inferiore dello strato di fumo. A prescindere dalla tipologia di realizzazione del punto di estrazione, si deve rispettare che la portata volumetrica totale di aspirazione dal compartimento sia data dalla somma della portata volumetrica degli N singoli punti di aspirazione. La norma UNI permette un calcolo del numero N dei punti di aspirazione e, per mezzo del Normogramma, la portata massima ammessa per ogni singolo punto. E ragionevole pensare che N sia determinato dalla suddivisione della portata totale per la portata massima del singolo punto di aspirazione, Definendo (Δds) la distanza tra l imbocco del condotto di estrazione e la superficie inferiore dello strato di fumo (espresso in metri), È possibile determinare la portata volumetrica massima per il singolo punto di aspirazione tracciando una linea di collegamento nel Nomogramma, fissando la temperatura locale dei fumi e la distanza (Δds). Normogramma UNI Tracciando una retta nel Nomogramma che interseca la temperatura locale dei fumi di progetto Ɵf, locale con la distanza Δds ricavata dalla singola installazione si evince la portata dell i-esimo punto. La distanza minima tra due punti di aspirazione vicini è determinata dalla formula: S min 0,0015 x V i VADEMECUM NORMA UNI
18 Caratteristiche dell impianto E opportuno far notare che, a parità di installazione delle condotte, è possibile modificare il valore del Δds semplicemente cambiando il punto di installazione delle griglie di ripresa e quindi, a parità di condizioni al contorno, variare la portata del singolo punto di aspirazione la distanza minima tra punti di aspirazione affinché non interferiscano é data da\ parametro Smin (espresso in metri) ed è dato con la formula matematica precedente. I Punti di aspirazione: A prescindere dalla tipologia scelta, deve essere sempre verificata l equazione di aspirazione: La portata totale di aspirazione che la norma intende come portata PORTATA VOLUMETRICA (Vtot) è la somma algebrica della portata degli N punti di aspirazione (Vi) è Portata volumetrica dell iesimo punto Numero minimo dei punti di aspirazione: E importante notare che la portata dell i-esimo punto non deve essere superiore alla portata Vi-max ricavata dal Nomogramma (fig.5 della norma stessa). Smin: Distanza minima espressa in metri tra due punti di estrazione (m) Y : Altezza strato libero da fumi (m) h :altezza del locale da proteggere (m) Δds : Distanza tra le aperture delle condotte di estrazione e la superficie inferiore dello strato di fumo (m) Ɵf,media: Temperatura media dei fumi ( C) 18 VADEMECUM NORMA UNI
19 Componenti del sistema Installazione dei componenti I componenti del sistema SEFFC devono essere installati in stretta conformità alle istruzione dei singoli produttori. Rispettare il progetto esecutivo dettagliato. Il posizionamento dei componenti deve permettere non solo il funzionamento, ma anche le operazioni di manutenzione, controllo e riparazione in agevole e totale sicurezza (Norma UNI ). Sono molteplici le casistiche possibili come scenari d impianto, tuttavia le varie tipologie possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca: - Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore - Interazione con compartimentazione antincendio - Tipologia di immissione aria esterna VADEMECUM NORMA UNI
20 Componenti del sistema Associando una lettera alla tipologia scelta è possibile designare una sigla per ogni configurazione tipologica scelta. Configurazione della tipologia d impianto Elenco e legenda dei componenti SEFFC la quasi totalità dei prodotti utilizzati nel trattamento dei fumi, è obbligatoria la marcatura ed i fornitori di tali componenti non possono più immetterli sul mercato privi di tale contrassegno. 20 VADEMECUM NORMA UNI
21 Schemi tipologici di impianto Le tipologie possono essere classificate in base ad alcune caratteristiche, la norma elenca: - Tipologia di aspirazione/evacuazione fumo e calore - Interazione con compartimentazione antincendio - Tipologia di immissione aria esterna - Natura dell impianto SEFFC VADEMECUM NORMA UNI
22 Schemi tipologici di impianto 22 VADEMECUM NORMA UNI
23 Manuale d impianto Deve essere approntata una documentazione che comprenda le informazioni che permettono di controllare e gestire l impianto in modo da garantire il mantenimento della conformità e l efficienza. Il MANUALE D IMPIANTO è il documento che contenente il rapporto di verifica di primo funzionamento, la documentazione dei singoli componenti (schede tecniche e certificati) ed i relativi manuali di uso e manutenzione dei prodotti. Il MANUALE D IMPIANTO, (che non è la somma dei manuali dei singoli componenti) base per una corretta manutenzione e per la redazione di tutte le documentazioni occorrenti al rinnovo di pratica una volta trascorso il quinquennio di attività. Oggetto della Norma UNI 9494 Parte 3 è proprio l aspetto manutentivo dei Sistemi di Controllo del fumo e del calore Per gentile concessione di schemi e disegni si ringrazia AerNova srl VADEMECUM NORMA UNI
24 Magazzino/uffici: Via Mario Calderar 39/41, Montichiari, Brescia Tel: Fax: A member of
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