Scheda biografica cartografi DISCI
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- Giuseppina Micheli
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1 Scheda biografica cartografi DISCI Scheda biografica cartografi - DISCI CHIARA BRAMBILLA VERSIONE PROVVISORIA Nome Antonelli Pietro Qualifica geografo-esploratore Istituto di appartenenza (istituti governativi; società geografiche e coloniali; istituti cartografici privati e case editrici) Società geografiche e coloniali: Società Geografica Italiana Istituti governativi: Ministero degli Affari Esteri Biografia Roma, 29 aprile 1859 Rio de Janeiro, 11 gennaio 1901 Relazioni di parentela Formazione Attività professionale È figlio di Luigi Antonelli, conte e fratello del cardinale che ebbe tanta parte nel pontificato di Pio IX. Il bisnonno del conte Pietro era un contadino di Sonnino che riuscì ad accattivarsi la benevolenza del cardinale Albani, il quale gli affidò lavori e imprese tali da permettergli di mettere assieme un buon patrimonio, aumentato poi dal figlio Domenico con la bonifica pontina. Dopo la deportazione di Pio VII, Domenico fu accusato di complicità con il brigantaggio contro i francesi, accusa che, dopo il ritorno del Papa, fu riconosciuta infondata. Per il suo attaccamento e per la sua fedeltà alla S. Sede ebbe onori e favori che poi accrebbero con la fortuna di Giacomo, cardinale e segretario di Stato. Negli anni della sua prima giovinezza, trascorsi a Roma, Pietro Antonelli ebbe una vita agiata e, impegnato soprattutto in frivole cerimonie mondane, trascurò decisamente lo studio. Insoddisfatto della limitatezza della vita che andava conducendo, cercò sfogo alla sua esuberante energia nella vita africana e si aggregò, nel 1879, a ventisei anni, insieme a G. Giulietti, al viaggiatore Sebastiano Martini che andava per la terza volta nello Scioa per portare soccorsi alla spedizione capitanata dal marchese Antinori. Pietro Antonelli fu il primo europeo a compiere la traversata del deserto Dancalo. La Società Geografica gli decretò nel 1883, dopo il suo fortunato viaggio in quel deserto, la gran medaglia d oro; nominandolo poi suo membro d onore, e più tardi ancora lo chiamò a far parte del Consiglio direttivo, quando egli riprese la sua dimora in Roma, dove fu Deputato al Parlamento nazionale e Sottosegretario di Stato al Ministero degli Esteri. L Antonelli occupa, dunque, un posto notevole nella storia dell espansione coloniale italiana durante l ultimo ventennio del XIX secolo. Diversi e complessi fattori, alcuni dei quali devono ricercarsi nelle particolari condizioni dell Italia d allora, influirono sulla sua ascesa politica, che ad 1
2 alcuni dovette sembrare addirittura strana ed inconcepibile, pensando ai meriti, all esperienza, alle competenze e alla preparazione che altri viaggiatori, come ad esempio il Cecchi, possedevano e in grado eminentemente superiore dell Antonelli. Va riconosciuto che il conte romano forzò la posizione, imponendo all Italia - allora pienamente disorientata e incerta della via da prendere in mezzo al fiorire di passioni differenti - una direttiva che nell intenzione sua doveva condurre a grandi risultati. In particolare, l Antonelli si appoggiava allo Scioa per controbilanciare l ascendente del Negus Giovanni; l astutissimo Menelik bisognoso di aiuti e di appoggi per i suoi fini particolari, mostrava di condividere le aspirazioni italiane, e spillava all Italia armi che poi gli dovevano servire per combatterla, e l Italia, dopo i primi ed apparenti vantaggi, si illudeva di conquistare addirittura l Abissinia. È qui che si radica il dramma della politica coloniale italiana, imperniata intorno alla figura dell Antonelli, il quale commise tale errore fondamentale di valutazione che condurrà, attraverso l infausto trattato di Uccialli, ad Adua. Fino al trattato di Uccialli (2 marzo 1889) può dirsi che, almeno in apparenza, l Antonelli passasse di successo in successo, ma egli, per quanto scettico di carattere e calcolatore, dinanzi agli onori che gli venivano prodigati, se ne inebriò e non comprese. Non vide e non attribuì il giusto valore alle dolorose vicende di Monsignor Massaia, dell Antinori e del Cecchi; non capì come Menelik sfuggisse sempre agli impegni che lo potessero compromettere. È proprio all illusione dell Antonelli di intrattenere ottimi rapporti con Menelik che si deve la delusione del trattato di Uccialli e quella del famoso articolo 17. Pietro Antonelli partì per il suo primo viaggio nello Scioa giungendo dapprima ad Ambos (Zeila) il 5 ottobre 1879 e successivamente ad Ancober, dove conobbe Menelik, e quindi a Let Marefià, dove rimase sotto la guida di Antinori, interessandosi alle particolarità del Paese. I dissapori con il capo Martini, portarono Giulietti e Antonelli a cercare di raggiungere da soli lo Scioa, ma furono costretti, a causa di alcuni incidenti, a tornare dal Martini. L Antonelli rischiò ancora la vita quando in pieno deserto fu raggiunto da un colpo di rivoltella al gomito destro. Venne così ricoverato proprio nella stazione di Let-Marefià, dove, sotto la guida del marchese Antinori, cominciò a studiare uomini e cose e a meditare il piano che doveva condurlo a godere per un certo tempo tutte le simpatie del re Menelik. A Let Marefià ritornò nel 1882, per la nuova strada dell Aussa, e vi trovò la stazione scientifica e ospitaliera italiana priva di capo, per la morte dell Antinori. Decise quindi di rimanere per rimettere ordine, rendendola per lungo tempo a nome della Società Geografica Italiana, finché questa non poté deputarvi un Direttore speciale. In quegli anni, l Antonelli concepì un piano politico, che gli guadagnò, almeno per un certo tempo, le simpatie di Menelik. Il re dello Scioa, che aspirava a cingere la corona di re dei re, e resosi forte con le due vittorie contro gli egiziani, sognava armi per realizzare il suo progetto. L Antonelli, d accordo con Antinori, al quale stava a cuore l apertura di una via fra lo Scioa e Assab, lavorò al progetto di mettere Menelik a contatto col Mar Rosso, per le sue necessità di armi e per sviluppare i traffici fra lo Scioa e la nascente base italiana. L Antonelli si impegnò così nel consolidare i rapporti avviati dal Massaia e dall Antinori, fra Umberto I e Menelik, e si adoperò per l apertura della strada fra lo Scioa ed Assab, passante per il sultanato 2
3 dell Aussa, allora precluso e inesplorato, tentando di liberare altresì le comunicazioni dall arbitrio del pascià di Zeila. Seguendo tale strategia, insieme al Cecchi, che dopo la liberazione dalla prigionia a Ghera, rientrava in Italia, lasciò il 23 novembre 1881 Menelik con un contratto per la fornitura di Remington e la promessa dell intervento del re presso il sultano dell Aussa e lo Scioa. Fra le vie che conducono allo Scioa, quella che parte da Assab ed attraversa l Aussa e di qui si ramifica variamente, sia passando ad ovest del medio Hauash, sia passando per Gherfa o per Gafra Galla, fu scoperta proprio dal conte P. Antonelli, il quale nel 1883 percorse per primo questa via importante. Eppure per quanto il cammino sia stato battuto e studiato anche nei suoi dettagli, ben poco ne ha approfittato la geografia e in specie la cartografia, giacché i rilievi particolareggiati di tali esplorazioni non sono mai venuti in luce. Un unico indizio delle direzioni e delle località principali della via tra Assab, l Aussa e lo Scioa, seguendo la parte orientale della valle dell Hauash, lo si ha in una carta pubblicata nel Bollettino della Società geografica italiana (fascicolo dell aprile 1884), la quale per la piccolezza della scala non poteva considerarsi che come una promessa di un lavoro più esteso. Eppure, quella carta, costruita a partire dai rilievi dell Antonelli e degli altri esploratori della Società Geografica inviati allo Scioa per la via Assab-Aussa, resta l unica carta soddisfacente della zona di quell epoca. Il progetto di una via di collegamento tra lo Scioa e l Aussa suscitò non pochi avversari all Antonelli, fra coloro che temevano di perdere pedaggi e la libertà nel traffico degli schiavi; tuttavia, tornato dall Italia, egli poté lasciare Assab il 10 gennaio 1883, con la carovana della armi. Ebbe in quell anno dal governo italiano l incarico ufficiale di coadiuvare l Antinori, nominato plenipotenziario italiano, nella stipulazione di un trattato di commercio con lo Scioa, nomina passata poi all Antonelli in seguito alla morte dell Antinori. L Antonelli firmò ad Haddelè Gubò una convenzione, con la quale il sultano Mahamed Anfari consentiva il passaggio e assicurava la protezione delle carovane, dietro assegno annuale del Governatore Italiano che, a sua volta, s impegnava a proteggere il sultanato dalla parte del mare. L Antonelli entrò in Ancoreb il 29 aprile, accolto da Menelik con onori quasi sovrani; la soddisfazione del re fu tale, alla vista delle armi, che firmò, il seguente 21 maggio, il trattato di amicizia e commercio con l Italia fino ad allora invano proposto dall Antinori. Spinto dalla fortuna, l Antonelli continuò così il suo programma, consistente nell appoggiare le aspirazioni di Menelik con il fine ultimo di fargli accettare il protettorato italiano sull Etiopia. Tuttavia, le promesse carovane attraverso l Aussa non giunsero mai ad Assab, e la strada aperta dall Antonelli cominciò a costare somme troppo alte allo Stato italiano. Menelik, dal canto suo, continuò a chiedere armi ed aiuti, senza mai dare nulla in cambio, ed Antonelli finì per rappresentare, nel gioco politico italiano, gli esclusivi interessi di Menelik in antagonismo con il comando militare di Massaia, che intendeva condurre una politica di amicizia con l imperatore Giovanni. Si continuò così fino alla stipula del trattato di Uccialli, il 2 marzo Tuttavia, Menelik, divenuto nel frattempo imperatore, non intese osservare quanto previsto da tale trattato per la parte che interessava l Italia (art. 17), e si riaccese così il conflitto di tendenze che già prima dell occupazione di Massaia si erano manifestate in Italia, l una facente capo alla Società d Esplorazione Commerciale di Milano, l altra alla Società Geografica di 3
4 Roma, per un intesa cioè con l imperatore Giovanni e successori legittimi contro quella che intendeva appoggiare le aspirazioni del re dello Scioa. L Antonelli, ingenuamente credulo nelle disposizioni favorevoli all Italia di Menelik, e timoroso di suscitarne chissà quali sospetti, provocò impacci all azione del comando di Massaia, il quale aveva a cuore un estensione del possedimento eritreo almeno fino al Mareb, confine naturale e ottimo militarmente; pertanto osteggiò la marcia del generale Orero su Adua, fatta in nome di Menelik, per garantirgli il possesso del Tigrai, fino al suo arrivo dallo Scioa, contro i sostenitori dell erede di Giovanni. Anche adempiendo alla sua missione politica, l Antonelli giovava, per quanto poteva, al progresso delle conoscenze geografiche; e così, seguendo il Re Menelik nelle sue guerre fra i Meccia, gli Uollo Galla e specialmente gli Arussi, il cui paese era allora nuovo agli studiosi, dette sulle regioni percorse interessanti notizie. Fra queste sono importanti le osservazioni sul lago Zuai. Inoltre, il conte Antonelli diede altresì un computo accurato, che raccolse alcuni appunti su Assab e dintorni in un breve soggiorno fatto all inizio del 1882 nella colonia eritrea. Si tratta, più precisamente, dell articolo dell Antonelli Appunti su Assab e dintorni pubblicato nel Bollettino della Società Geografica Italiana di maggio-giugno 1882, con una carta di alcuni itinerari dalla frontiera scioense al mare a scala 1: Si ricordano, inoltre, i Rapporti sullo Scioa del conte Pietro Antonelli, degli anni compresi tra il 1883 e il 1888; il resoconto Il primo viaggio di un europeo attraverso l Aussa del 1889, i volumi dedicati rispettivamente alla figura di Menelik e a quella dell imperatrice Taitù del 1891; gli scritti sulla colonia Eritrea e sui suoi popoli del I legami dell Antonelli con la Geografia non si troncarono nemmeno più tardi, quando, entrato nella diplomazia, si recò, Ministro d Italia nella Repubblica Argentina, dove lavorò all ultimo suo contributo di indole geografica, la relazione cioè di un viaggio al Salto Guairà del Paranà, da lui compiuto nel Infatti, fallite le trattative fra Menelik e l Italia nel marzo del 1891, l Antonelli ritornò definitivamente in Italia e fu dapprima eletto deputato per un collegio di Roma. Tre anni dopo venne nominato sottosegretario agli Affari Esteri (dicembre 1893). Nel frattempo si adoperò, ormai inascoltato, dalla Consulta per riprendere i buoni rapporti con Menelik. Si dimise a metà del 1894 e nel novembre dello stesso anno fu inviato straordinario e ministro plenipotenziario in Paraguay e poco più tardi fu ministro d Italia a Buenos Aires e a Rio de Janeiro. Qui, fu colto dalla febbre gialla e morì sul piroscafo che lo riportava in patria l 11 gennaio Il Savoia approdò a Genova con a bordo la salma dell Antonelli, morto durante la traversata. 4
5 Carte rilevate (topografiche, dimostrative, tematiche) Carte derivate (dimostrative, tematiche) Carta illustrante gli Itinerari dalla frontiera scioense al mare secondo informazioni raccolte dal C.te P.o Antonelli, 1: , pubblicata sul Bollettino della Società Geografica Italiana, vol. XIX, p. 512, Lit. Bruno e Salomone, Roma, Altre opere di interesse geografico e cartografico I carteggi ufficiali dell Antonelli relativi alle varie missioni diplomatiche in Etiopia si conservano nell Archivio dell ex ministero dell Africa Italiana, presso il Ministero degli Esteri. Altra documentazione è conservata presso l Archivio Centrale dello Stato. Bibliografia Studi Opere di Pietro Antonelli: P. Antonelli, Osservazioni metereologiche raccolte tra Zeila e Danka, dal 26 aprile al 19 novembre 1879, in: Bollettino della Società Geografica Italiana, 1882, pp ; P. Antonelli, Il mio viaggio da Assab allo Scioa, Ibid., XVII, 1883, pp ; P. Antonelli, Il mio ritorno dallo Scioa, in: Nuova Antologia, s. 2, XVII, 1882, pp ; P. Antonelli, Da Assab allo Scioa, in: Ibid., s. 2, XVIII, 1883, pp ; P. Antonelli, I territori dei Guraghé e le regioni vicine, in: Bollettino della Società Geografica Italiana, XX, 1886, pp ; P. Antonelli, Il primo viaggio di un europeo attraverso l Aussa, Stabilimento Tipografico Italiano, Roma, 1889; P. Antonelli, Rapporti sullo Scioa del conte Pietro Antonelli al r. ministero 5
6 degli affari esteri: dal 22 maggio 1883 al 19 giugno 1888, Tipografia di gabinetto del Ministero degli Affari Esteri, Roma, 1890; P. Antonelli, Menelik imperatore d Etiopia, Stabilimento Tipografico Italiano, Roma, 1891; P. Antonelli, Taitù imperatrice d Etiopia, Stabilimento Tipografico Italiano, Roma, 1891; P. Antonelli, Nell Africa italiana, Tip. della Camera dei deputati, Roma, 1891; P. Antonelli, Usi e costumi Abissini, Stabilimento Tipografico Italiano, Roma, 1892; P. Antonelli, Discussione sull Africa: discorso pronunciato dal deputato Pietro Antonelli alla Camera dei Deputati nella tornata del 5 maggio 1891, Tip. della Camera dei deputati, Roma, 1891; P. Antonelli, Sulla colonia eritrea: interpellanza del deputato Antonelli svolta alla Camera dei Deputati nella tornata del 1. aprile 1892, Tip. della Camera dei deputati, Roma, 1892; P. Antonelli (a cura), Spedizione italiana nello Scioa, comandata dal marchese Orazio Antinori ( ), Roma, P. Antonelli, Appunti su Assab e dintorni, in: Bollettino della Società Geografica Italiana, maggio-giugno 1882, pp , con una carta di alcuni itinerari dalla frontiera scioense al mare a scala 1: Opere su Pietro Antonelli o la sua attività: M. Carazzi, La Società geografica italiana e l'esplorazione coloniale in Africa, , La Nuova Italia, Firenze, 1972, nota 66, p. 80; F. Cardon, Necrologia Pietro Antonelli, in: Bollettino della Società Geografica Italiana, vol. XXXVVVI, serie IV, vol. II, fasc. II, 1901, pp ; G. Pugliesi, Chi è? Dell Eritrea. Dizionario Biografico, Agenzia Regina Asmara, 1952, ad vocem, pp Di Rudinì, Libro Verde, Missione Antonelli in Etiopia, presentato alla Camera dei Deputati da Di Rudinì il 14 aprile 1891, parte II, soc. n. 4, pp. 14; T. Scovazzi, Assab, Massaua, Uccialli, Adua. Gli strumenti giuridici del primo colonialismo italiano, G. Giappichelli, Torino, 1998, specialm. cap. III; 6
7 L. Traversi, Il conte Pietro Antonelli e la politica scioana, in: Rivista politica e letteraria, marzo 1901; L. Traversi, Let Marefià, ed. Alpes, Milano, 1931; L. Traversi, Il conte Pietro Antonelli, in: Rivista Delle Colonie (L Oltremare), n. 1, 1935, pp. 3-12; C. Zaghi, Pietro Antonelli esploratore, in: Rivista Delle Colonie Italiane, 1932, pp ; C. Zaghi, Antonelli Pietro, in: AA. VV., Dizionario biografico degli italiani, Istituto della Enciclopedia italiana, Roma, Ammirato-Arcoleto, vol. XV, 1961, pp ; S. Zavatti, Dizionario degli esploratori e delle scoperte geografiche, Feltrinelli, Milano, Repertori cartobibliografici Edizioni e schede di carte Rimandi a altre schede v. schede su Orazio Antinori, Antonio Cecchi, Giovanni Chiarini, Giuseppe Maria Giulietti, Sebastiano Martini Bernardi, Augusto Salimbeni, Vincenzo Ragazzi, Leopoldo Traversi. 7
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