Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giurislavoristici

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1 Lavoro & Previdenza La circolare su temi previdenziali e giurislavoristici N Ddl Stabilità 2015: news in materia di lavoro Assunzioni agevolate per un triennio, costo del lavoro integralmente deducibile e bonus 80 euro per il 2015: ecco i punti chiave del Governo Renzi Categoria: Previdenza e Lavoro Sottocategoria: Varie Nel Consiglio dei Ministri del 15 ottobre 2014, il Governo ha varato il tanto atteso Ddl Stabilità Si tratta di una Manovra Finanziaria da ben 36 miliardi di euro, relativa alla programmazione dei conti del prossimo anno, con la quale il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, si impegna a ridurre le imposte per 18 miliardi. I 36 miliardi avranno da un lato le "coperture", ossia voci specifiche che generano la disponibilità economica, e dall altro dei capitoli di spesa, verso i quali i fondi vengono destinati. Molte sono le novità in materia di lavoro contenute nella bozza del Ddl (si attende quello ufficiale): dalla possibilità di poter anticipare il Tfr in busta paga su base volontaria, fino ad arrivare allo sgravio contributivo per i neoassunti con contratto a tempo indeterminato nei primi tre anni, passando per la stabilizzazione del bonus 80 euro. Premessa In attesa della pubblicazione dei testi definitivi, si riepilogano tutte le novità in materia di lavoro contenuti nel nuovo Ddl Stabilità 2015 varato nel Consiglio dei ministri di mercoledì scorso. Si tratta di una manovra di ben 36 miliardi di euro, di cui 18 dedicati alla riduzione di tasse e contributi su imprese e famiglie. Numeri, dunque, sostanziosi che hanno in primis l obiettivo di rilanciare l occupazione, conferire un maggior potere d acquisto ai cittadini e riattivare un recupero virtuoso di fiducia per favorire la ripresa economica. Ma andiamo per ordine e vediamo nel dettaglio le tanto attese novità sul fronte lavoro. 1

2 Tfr in busta paga La prima vera novità è la tanto discussa possibilità per il lavoratore di poter anticipare, su base volontaria, il proprio trattamento di fine rapporto in busta paga. La misura, che diventerà operativa in via sperimentale per un triennio a partire dal 2015, riguarda i lavoratori del settore privato con anzianità di servizio di almeno 6 mesi. Possono aderirvi anche coloro che hanno deciso di destinare il Tfr ai fondi di previdenza integrativa. Restano esclusi, invece: i lavoratori pubblici; domestici; e agricoli. Sono, inoltre, esclusi i datori di lavoro in crisi o soggetti a procedure concorsuali. Per garantire la liquidazione della prestazione, le banche anticiperanno alle imprese le risorse necessarie con la stessa remunerazione garantita oggi al Tfr in azienda (1,5% più lo 0,75% del tasso d inflazione). In particolare, l Abi s impegnerà a definire una convenzione con il MEF e altri ministeri alla quale le singole banche saranno invitate ad aderire. Nel caso in cui l azienda non restituisce alla scadenza l anticipo della banca, quest ultima potrà rivolgersi all INPS, che creerà un apposito fondo di garanzia. Oltre a tale fondo verrà istituita anche una controgaranzia pubblica, finanziata con 100 milioni di euro. Altro punto importante è la decorrenza ed il termine di scelta per far confluire la quota di TFR nelle buste paga a decorrere dal prossimo In particolare, è prevista una condizione per poter fare la scelta, il cui termine verrà fissato da un apposito Decreto cui è rimessa l attuazione della nuova misura (da emanarsi entro 30 giorni dall entrata in vigore della Legge di Stabilità): l anzianità di lavoro di almeno sei mesi di cui sopra presso il datore di lavoro. Pertanto, prima di sei mesi non sarà possibile chiedere il Tfr in busta paga e il decreto dovrà stabilire se l eventuale scelta in tal senso avrà effetto retroattivo. Novità negative invece, per quanto riguarda la tassazione da applicare sulle somme richieste in anticipo. Infatti, secondo le ultime bozze (articolo 6) circolate nelle scorse giornate, chiedere l anticipo sarà sconveniente per i lavoratori, in quanto la tassazione che si applicherà sulla quota che finirà in busta paga (denominata parte integrativa di retribuzione PIR ) sarà quella ordinaria e non quella agevolata. 2

3 Inoltre, la richiesta, se fatta, è irrevocabile fino al 2018 e scatterà per le retribuzioni dal primo marzo 2015 al 30 giugno Tfr in busta paga: le novità È su base volontaria ed è irrevocabile fino al 2018 se richiesto Si applica, in via sperimentale dal 2015,e dura tre anni. Riguarda il settore privato (sono esclusi i lavoratori pubblici, domestici e agricoli) e possono aderirvi anche chi ha deciso di destinare il Tfr ai fondi di previdenza integrativa. Costo zero per le imprese. Le banche anticiperanno le risorse necessarie. È prevista l emanazione di un decreto che stabilisce un termine per effettuare la scelta. Si applica la tassazione ordinaria, e non agevolata, sulla somme richieste in anticipo. Bonus 80 euro Altra misura ampiamente annunciata dal premier, Matteo Renzi, riguarda la stabilizzazione del famoso Bonus 80 euro, finanziato con una dotazione economica di 9,5 miliardi di euro. Esso è destinato ai lavoratori con reddito annuo lordo fino a 24mila euro, mentre per i redditi compresi tra 24mila e 26mila euro si applica il c.d. meccanismo di décalage, ossia il credito spetta per la parte corrispondente al rapporto tra l importo di euro, diminuito del reddito complessivo, e l importo di euro. L agevolazione, inoltre, secondo l ultima bozza, cambia modalità di erogazione in quanto diventa una detrazione e non più un bonus aggiuntivo. Per il resto, la bozza del Ddl si limita a riproporre tecnicamente le stesse disposizioni introdotte nell art. 13 del Tuir dal D.L. n. 66/2014. Non cambia invece la platea, quindi niente da fare per: pensionati, partite Iva e incapienti che non rientrano tra i destinatari dell agevolazione. Decontribuzione Incentivate le assunzioni a tempo indeterminato. Infatti, le imprese che intendono assumere dal prossimo anno un lavoratore con la formula del contratto a tempo indeterminato, saranno esenti dal pagamento dei contributi per ben tre anni. Tuttavia, sono agevolate solo le assunzioni effettuate dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre

4 Quindi, verranno azzerati: sia il contributo del 32,70% a carico dell'azienda; sia quello a carico del lavoratore, pari al 9,19%. L agevolazione avrà un limite massimo annuo di euro. Conti alla mano, l'azzeramento dei contributi arriverebbe fino a circa euro di salario. L agevolazione, inoltre, non varrà per: il lavoro agricolo; il lavoro domestico; e l'apprendistato. Restano esclusi, altresì, le assunzioni di lavoratori che nei sei mesi precedenti sono stati occupati con contratto a tempo indeterminato presso qualsiasi datore di lavoro e non spetta alle persone che abbiano già avuto benefici su assunzioni a tempo indeterminato. Pertanto, il lavoratore assunto deve essere alla ricerca di prima occupazione o disoccupato da almeno sei mesi o con contratti di lavoro diversi da quello standard a tempo indeterminato. Non si avrà accesso al bonus per i lavoratori che fanno parte di imprese collegate o controllate; inoltre, il nuovo bonus non è cumulabile con altri sgravi o riduzioni contributive. Da notare che l introduzione della nuova norma elimina altri due incentivi, ossia: 1. lo sgravio contributivo ex art. 8, c. 9 della L. n. 407/1990, ossia lo sgravio contributivo per l assunzione di soggetti disoccupati di lunga durata (almeno 24 mesi). Lo sconto era del 50% per 36 mesi, incrementato al 100% nel Mezzogiorno e a favore delle imprese artigiane. 2. e l incentivo ex art. 7, c. 9 del D.Lgs. n. 167/2011 che consentiva per un anno i benefici contributivi, allo scadere del percorso di apprendistato. Secondo le prime stime della Fondazione Studi CdL, per un lavoratore con retribuzione lorda annua di circa euro, assunto con il nuovo contratto a tutele crescenti e alla luce delle misure annunciate nel Ddl Stabilità, si avrebbe un costo per l azienda di euro, anziché euro. Ne deriva, quindi, che il costo del lavoro si ridurrà complessivamente di euro per l azienda; mentre, il lavoratore avrà un netto più alto di euro, che corrispondono a 119,50 euro in più al mese. 4

5 A tal fine, il Governo ha destinato 1,9 miliardi di euro. Alcuni dubbi permangono ancora circa la tempistica di attuazione, visto che probabilmente s intende attendere l attuazione del contratto a tutele crescenti promosso dal Jobs act. Decontribuzione Zero contributi per chi assume a tempo indeterminato. È operativo dal 2015 e vale per un triennio. Vale per un massimo di euro annui, che per tre anni vale circa euro. Sono esclusi: i lavoratori agricoli; domestici e apprendistati. Per la sua operatività bisogna attendere l entrata in vigore del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti Bonus Irap Alleggerito anche il costo del lavoro. Infatti, dal prossimo anno tale costo sarà integralmente deducibile dalla base imponibile dell'imposta regionale sulle attività produttive (Irap), registrando un taglio dell'imposta da 6,5 miliardi, ma con un effetto di cassa per 5 miliardi. La novità, in particolare, si applica: a tutte le imprese (individuali e collettive); ai professionisti; ai produttori agricoli. Restano esclusi, invece: gli enti non commerciali che esercitano esclusivamente attività istituzionale e le P.A., di cui rispettivamente, all art. 10 e 10-bis del D.Lgs. n. 446/1997. Il taglio Irap entrerà in vigore a partire dal periodo d imposta successivo a quello in corso al , con la conseguenza che, per tutti i soggetti solari, l eliminazione del valore della produzione della componente lavoro, riferibile ai lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato, avverrà a partire dal 1 gennaio Tale intervento dovrebbe produrre un effetto positivo sul Pil stimato in un decimale di punto. Tradotto in euro vorrebbe dire almeno 1,6 miliardi nel 2015 e a crescere fino a un miglioramento del Pil per circa 7 miliardi a regime dal 2017 (0,4 punti percentuali). 5

6 Bonus Irap È integralmente deducibile la componente lavoro dalla base imponibile Irap. Entrano a far parte del bonus Irap: le imprese (individuali e collettive); i professionisti ed i produttori agricoli. Il taglio Irap entrerà in vigore operativamente dal 1 gennaio Ammortizzatori sociali Sul fronte degli ammortizzatori sociali (nuovo sussidio universale previsto dal Jobs act) sono stati stanziati 1,5 miliardi di euro netti. Il riordino degli ammortizzatori sociali (disciplinati dal Jobs act) prevede numerose novità, che possiamo così sintetizzare: scompare la cassa integrazione in caso di cessazione dell'attività dell'azienda o di un ramo di azienda; i contratti di solidarietà saranno estesi anche alle aziende che attualmente non possono usufruirne (Pmi sotto i 15 dipendenti) e potranno essere utilizzati anche per creare nuova occupazione; viene rimodulato l ASpI rapportando la durata dei trattamenti alla storia contributiva del lavoratore ; estensione dell'aspi anche ai co.co.co. - Riproduzione riservata - 6