BIODIVERSITÀ GLOBALE. Stato di conservazione attuale e sfide per il futuro. Roberto Danovaro Comitato Scientifico WWF Italia

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1 BIODIVERSITÀ GLOBALE Stato di conservazione attuale e sfide per il futuro Roberto Danovaro Comitato Scientifico WWF Italia Stazione Zoologica Anton Dohrn - Napoli Università Politecnica delle Marche - Ancona

2 Le prove evidenziate nel Living Planet Report del 2016 confermano che le azioni umane stanno spingendo la vita verso una sesta estinzione di massa Il degrado ambientale continua, ma un futuro ecologicamente sostenibile è possibile, Insieme Cambiamo rotta

3 Viviamo nell Era degli Umani Una mappa dell impatto umano, delle città che stanno modificando il pianeta (

4 50% delle foreste mondiali è già scomparso La perdita delle foreste pluviali tropicali minaccia la sopravvivenza di diverse comunità di piante e animali e riduce la quantità di anidride carbonica rimossa dall'atmosfera World Resources Institute's Global Forest Watch, 2014

5 40% della superficie terrestre è destinato all agricoltura per soddisfare la crescente domanda di beni alimentari Dal 1990 in Arabia Saudita si usano riserve sotterranee di acqua per coltivare nel deserto. Dal 2010 aumento drammatico (Courtesy of the University of Minnesota Center on the Environment, 2014)

6 75% delle terre del Pianeta non coperto dai ghiacci è gestito dall uomo Ampie porzioni delle foreste del Canada occidentale e degli Stati Uniti sono "factory forests" per la produzione di legname (Wildlife Conservation Society, 2014)

7 L IMPATTO UMANO SUL PIANETA Le attività umane e l utilizzo di risorse sono cresciute così drammaticamente che le condizioni ambientali sulle quali si basa il nostro sviluppo e la nostra crescita hanno iniziato a deteriorarsi (WWF/ZSL, 2016) (WWF/ZSL, 2016)

8 LE MINACCE AL NOSTRO PIANETA (WWF/ZSL, 2016)

9 Impatto dei cambiamenti climatici globali Alterazioni di biodiversità. Cambiamenti nella produttività Aumento della variabilità su scala regionale. Penetrazione di specie aliene Steffen et al., 2015

10 Inquinamento, spazzatura Il G Giappone: i Ministri della Ricerca identificano la «Salute degli Oceani» come una delle 3 priorità della ricerca su scala globale (malattie tropicali e l impatto dei cambiamenti globali). La plastica (microplastica) è un elemento di preoccupazione insieme alla spazzatura ed ai rifiuti contaminati Blanes open slope 1500 m Blanes canyon 896 m

11 Perdita di habitat Il deterioramento degli ecosistemi costieri può interferire con l'allattamento e le zone di crescita per molti mammiferi marini, come le foche, leoni marini e trichechi, tartarughe e uccelli marini. Il cambiamento degli habitat costiero è una minaccia anche per gli uccelli in quanto colpisce la nidificazione.

12 Oceani al servizio dell uomo Gli oceani producono circa il 60% dei beni e dei servizi sul nostro pianeta, ~21,000 miliardi di $ all'anno Più di 3 miliardi di persone ottengono fino al 20% delle proteine animali dal pesce, e la maggior parte dei pesci del pianeta proviene dall'oceano (WWF, 2015, FAO, 2016). Il consumo pro capite di pesce è in continuo aumento (FAO, 2016) Nel Oceano Pacifico, Indiano e Caraibi il consumo di pesce è >50 kg pro capite all anno [5 volte di più della media mondiale, FAO, 2005].

13 Esaurimento degli stock ittici Gli stock ittici sostenibili sono scesi dal 90 al 68,6% negli ultimi 40 anni. Il 31,4% degli stock ittici è fortemente sovra-sfruttato. Solo il 10,5% delle risorse marine di interesse commerciale è sottoutilizzato (FAO, 2016a). Livello non sostenibile Livello sostenibile

14 Mercato Globale della Pesca Pesca Aquacoltura 90.2 MMT pesce e bivalvi 40.3 MMT pesci e bivalvi Pesci + bivalvi = milioni di tonnellate (MMT)

15 Il declino dei grandi predatori Catture Trend di biodiversità Atlantic Indian Pacific Worm et al., Science 2005

16 Erosione delle reti trofiche Livelli trofici % degli stock ittici su scala mondiale è sovrasfruttato (FAO, 2016). 1/3 terzo delle specie di squali e razze è a rischio di estinzione (Dulvy et al., 2014). Uccelli marini, mammiferi marini e rettili anche uccisioni accidentali, catture accidentali e non. 90% top predators del Mediterraneo persi negli ultimi 100 anni Bob Cranston

17 Sfida per il monitoraggio delle specie marine a livello globale Tra il 1950 e il 2010, le catture globali di pesci 150% di quello riferito dalle Nazioni Unite (Pauly e Zeller, 2016). Soggetti al «by-catch». Pesca artigianale, di sostentamento e ricreativa, Pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata.

18 Barriere coralline 0,1% della superficie degli oceani, 25% delle specie di pesci 75% delle barriere coralline del mondo sono minacciate (Burke et al., 2011) Sbiancamento dei coralli (Hoegh-Guldberg, 2015) Pesca eccessiva e distruttiva (come l'uso di esplosivi e cianuro); Inquinamento da sedimenti, nutrienti e pesticidi Lo sviluppo costiero Il ha visto uno sbiancamento del corallo su scala globale Dalle Hawaii alla Grande Barriera Corallina in Australia, e quelle del Sud-Est Asiatico e in Africa (NOAA, 2016).

19 Il nemico numero 1: la perdita di habitat SPECIE TERRESTRI: minacce registrate SPECIE ACQUA DOLCE: 781 minacce registrate SPECIE MARINE: minacce registrate (WWF/ZSL, 2016)

20 Minacce per le specie marine Cambiamento climatico Pesca eccessiva Perdita/degradazione degli habitat Specie invasive e malattie Inquinamento

21 Living Planet Index (LPI) L Indice del pianeta vivente misura lo stato della biodiversità attraverso i dati sulle popolazioni di varie specie di vertebrati e calcola una variazione media dell abbondanza delle specie nel corso del tempo (WWF/ZSL, 2016) Costituisce un importante indicatore delle condizioni ecologiche del pianeta (WWF/ZSL, 2016) L LPI globale si basa su dati scientifici ottenuti da popolazioni monitorate di specie di vertebrati (mammiferi, uccelli, pesci, anfibi, rettili) provenienti da tutto il mondo (WWF/ZSL, 2016)

22 Living Planet Index (LPI) Dal 1970 al 2012, l LPI globale mostra un calo complessivo del 58% dell abbondanza delle popolazioni dei vertebrati (WWF/ZSL, 2016) *La linea bianca mostra i valori dell indice, mentre l area colorata rappresenta i limiti dell intervallo di confidenza al 95% rispetto ai valori dell Indice (WWF/ZSL, 2016)

23 Marine Living Planet Diminuzione del 36% dell abbondanza di specie marine (uccelli, mammiferi e pesci) tra il 1970 e il 2012 (WWF/SZL,2016) andamento stabile l introduzione di misure di protezione

24 MONITORAGGIO DELLE SPECIE Il database dell LPI è in continuo aggiornamento e ad oggi contiene 668 specie e popolazioni diverse. Il set di dati è attualmente limitato a popolazioni di vertebrati (WWF/ZSL, 2016)

25 Red List Index (RLI) The IUCN Red List of Threatened Species. Version

26 Prospettive future: sopravvivenza delle specie Uccelli Mammiferi Coralli Anfibi Piante fossili (IUCN and Birdlife International, 2016) Lo stato di sopravvivenza dei coralli è sceso più rapidamente rispetto agli altri gruppi tra il 1996 e il I modelli di rischio di estinzione sono cambiati fino ad oggi e ci aiutano a capire il potenziale di estinzioni future.

27 Estinzione delle specie marine 7% estinte 36% collassate (IUCN 2014) Uccelli Mammiferi Rettili, mammiferi e pesci Tutti i vertebrati Tasso di estinzione a lungo termine I tassi di estinzione sono attualmente pari a estinzioni per specie in 100 anni Ceballos et al, 2015; Steffen et al, 2015

28 Tassi di estinzione volte superiori rispetto al pre-antropocene A causa dell'introduzione di specie aliene 71 specie endemiche di uccelli nelle Hawaii sono già estinte Conservation International, 2014

29 PRESSIONE UMANA E CAPITALE NATURALE: la necessità di nuovi equilibri (WWF/ZSL, 2016)

30 CONFINI PLANETARI: applicare il principio di precauzione nella gestione dei sistemi naturali (WWF/ZSL, 2016)

31 L IMPRONTA ECOLOGICA DEI CONSUMI I dati sono espressi in ettari globali (gha). Global Footprint Network, 2016

32 PROMUOVERE L APPROCCIO INTEGRATO Adattato da Van Oorschot et al, 2016; WWF MTI 2016

33 VERSO UNA SOCIETÀ GLOBALE SOSTENIBILE (WWF/ZSL, 2016)

34 Aichi Biodiversity Targets 1. Fermare la Perdita di habitat naturali 2. Avere come obiettivo il 17% delle terre emerse e il 10% delle aree marine e costiere 3. Restaurare almeno il 15% delle aree degradate attraverso la conservazione 4. Fare sforzi speciali per ridurre le pressioni umane sulle barriere coralline

35 OBIETTIVO STRATEGICO A: COMPRENDERE LE CAUSE CHE DETERMINANO LA PERDITA DI BIODIVERSITÀ CON IL SUPPORTO DI GOVERNI E SOCIETÀ

36 OBIETTIVO STRATEGICO B: RIDURRE LA PRESSIONI DIRETTE SULLA BIODIVERSITA E PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE United Nations Environment Programme, 2016

37 OBIETTIVO STRATEGICO B : RIDURRE LA PRESSIONI DIRETTE SULLA BIODIVERSITA E PROMUOVERE LO SVILUPPO SOSTENIBILE Invasion of Pterois volitans in the Gulf of Mexico McCreedy et al and Johnston et al [54,55]

38 OBIETTIVO STRATEGICO C: MIGLIORARE LA BIODIVERSITA PROTEGGENDO GLI ECOSISTEMI, SPECIE & DIVERSITA GENETICA United Nations Environment Programme, 2016

39 OBIETTIVO STRATEGICO D: AUMENTARE I BENEFICI OFFERTI DALLA BIODIVERSIITA E DAI SERVIZI ECOSITEMICI United Nations Environment Programme, 2016

40 OBIETTIVO STRATEGICO E: AUMENTARE LA PARTECIPAZIONE ALLA PIANIFICAZIONE, CONOSCENZA, GESTIONE E EDUCAZIONE United Nations Environment Programme, 2016

41 THE 17 SUSTAINABLE DEVELOPMENT GOALS and UNEP (2015) [149]

42 1. Proteggere 2. Restaurare 3. Educare Una sola Terra Un solo Oceano (WWF/ZSL, 2016)

43 INSIEME E POSSIBILE

44 COME LE AREE PROTETTE CONTRIBUISCONO AI Sustainable Development Goals United Nations Environment Programme, 2016

45 COME LE AREE PROTETTE CONTRIBUISCONO AI Sustainable Development Goals United Nations Environment Programme, 2016

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