Impianti e dispositivi di protezione antincendio. Impianti industriali
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- Antonella Sara Esposito
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1 Impianti industriali
2 Danni provocati dagli incendi negli stabilimenti : - diretti : distruzione di macchinari, impianti, merci. - indiretti : mancata produzione Mezzi di prevenzione e Provvedimenti di tipo preventivo e provvedimenti rivolti a spegnere od a circoscrivere l incendio. Impianti industriali
3 PROVVEDIMENTI PREVENTIVI impiego di strutture incombustibili e resistenti al fuoco; rispetto delle distanze di tra fabbricati; condizioni di sicurezza nei processi e magazzini; adeguate ventilazioni naturali e meccaniche; impianti elettrici a regola d arte; messa a terra degli impianti; contro le scariche atmosferiche; presenza delle squadre aziendali; predisposizione di un piano di emergenza. Impianti industriali
4 PROVVEDIMENTI PREVENTIVI La normativa vigente impone la valutazione dei rischi di incendio e l individuazione ed attuazione di misure atte ad eliminare o ridurre quei rischi, ed in particolare : prevenzione contro la propagazione degli incendi controllo e manutenzione dei presìdi procedure da attuare in caso di incendio informazione e formazione del personale simulazione di situazioni di incendio. Impianti industriali
5 PROVVEDIMENTI PER SPEGNIMENTO E/O CIRCOSCRIZIONE DELL INCENDIO Intervengono quando l incendio si è ormai sviluppato e sono classificabili in quattro categorie : sicurezza delle persone; frazionamento del rischio ( es. muri tagliafuoco ); segnalazione tempestiva dell incendio; spegnere o contenere l incendio. Impianti industriali
6 Simboli grafici da adottare negli elaborati tecnici relativi alle predisposizioni di prevenzione incendi ( D.M. 30 novembre 1983 ) Impianti industriali
7 Simboli grafici da adottare negli elaborati tecnici relativi alle predisposizioni di prevenzione incendi ( D.M. 30 novembre 1983 ) Impianti industriali
8 Segnaletica di sicurezza nei confronti dei pericoli di incendio (D.Lgs 14 agosto 1996, n. 493 ) Impianti industriali
9 Classificazione degli incendi (CEN) : Classe A : incendi di materiali solidi combustibili Classe B : incendi di liquidi infiammabili Classe C : incendi di gas infiammabili Classe D : incendi di sostanze chimiche e metalli leggeri Classe E : incendi originati da materiale elettrico Classificazione degli incendi (CEN) Impianti industriali
10 Classificazione dei fuochi : Classe A : Classe B : Classe C : Classe D : fuochi da materiali solidi, generalmente di natura organica, la cui combustione avviene con formazione di braci (legno,carta,cartoni,gomma,tessuti,cuoio, fuochi da liquidi o solidi liquefattibili (alcoli, vernici,solventi,oli,lubrificanti,ecc.) fuochi da gas ( idrogeno,metano,propano,etilene, propilene,acetilene) fuochi da metalli ( magnesio,sodio, alluminio in polvere ) Classificazione dei fuochi UNI EN 2 Impianti industriali
11 CARICO DI INCENDIO Un incendio in pieno sviluppo, per la varietà delle sostanze aggredite e la complessità dei fattori fisici e chimici, costituisce un fenomeno estremamente imprevedibile nella sua evoluzione. Una preliminare valutazione del grado di pericolo presente nell edificio passa attraverso il cosiddetto CARICO DI INCENDIO che misura la quantità di calore che si può sviluppare per unità di area in caso d incendio Impianti industriali
12 Carico di incendio = quantità di calore che si può sviluppare per unità di area di quell edificio in caso di incendio n i q* 1 g i A H i Impianti industriali
13 q* = carico di incendio in kcal/m 2 oppure MJ/ m 2; g i = massa in kg della sostanza combustibile i-esima tra le n presenti nel locale; H i = potere calorifico superiore della sostanza combustibile, in kcal/kg o MJ/kg ( es carta 4000 kcal/kg ) A = area totale del locale Impianti industriali
14 Nella normativa anglosassone si considerano tre gradi di rischio : Rischio Leggero : a kcal/m 2 Rischio medio : a kcal/m 2 Rischio grande : a kcal/m 2 Gradi di rischio del carico di incendio Impianti industriali
15 La normativa italiana considera il potenziale termico dei materiali come misurato in kg di legno equivalente. Il potere calorifico del legno è pari a 4400kcal/kg Pertanto il carico di incendio si calcola tramite la formula : q n i 1 g H A Carico di incendio specifico i 4400* i (kg di legno/m 2 ) Impianti industriali
16 Nel settore industriale si considerano tre livelli di rischio in relazione al carico di incendio specifico Rischio Leggero : < 35 kg di legno standard per m 2 Rischio Medio : 35 < q < 75 kg di legno standard per m 2 Rischio Grave : > 75 kg di legno standard per m 2 Livelli del carico di incendio Impianti industriali
17 Altri fattori influenzanti l evoluzione di un incendio : La distribuzione dei materiali Il grado di umidità dei materiali La ventilazione dei locali La temperatura ambiente Impianti industriali
18 Si può ottenere una riduzione del rischio mediante : Locali di dimensioni ridotte Interposizione di distanze di sicurezza Impiego di strutture resistenti al fuoco Impianti industriali
19 La propagazione dell incendio avviene nei locali adiacenti : Per cedimento delle strutture di separazione Per propagazione dei gas prodotti dalla combustione Per irraggiamento Propagazione dell incendio Impianti industriali
20 Al fine di impedire la propagazione occorrono strutture di separazione che conservino sotto l azione del fuoco : La stabilità ovvero resistenza meccanica La tenuta nei confronti delle fiamme, vapori o gas caldi L isolamento termico, limitando la trasmissione del calore Propagazione Impianti industriali
21 Le tre suddette proprietà sono individuate da simboli : La resistenza si indica con il simbolo R L ermeticità si individua con il simbolo E L isolamento termico con la lettera I REI Impianti industriali
22 Il simbolo REI identifica che una struttura è in grado di mantenere per un tempo determinato ( in minuti primi ). Esempio : una struttura avente resistenza al fuoco REI 60 significa che quella struttura, esposta al fuoco,mantiene la stabilità, la tenuta e l isolamento per 60 minuti primi REI Impianti industriali
23 Regola : la resistenza al fuoco delle strutture industriali non deve essere inferiore al carico di incendio specifico. Esempio : un locale avente un carico di incendio q=90 deve avere strutture delimitanti con una resistenza al fuoco non minore di REI 90 Misura di resistenza passiva = COMPARTIMENTAZIONE Impianti industriali
24 Resistenza al fuoco Impianti industriali
25 COMPARTIMENTAZIONE Esempio di compartimentazione vano scala Schemi di filtri a prova di fumo Commento Impianti industriali
26 SEGNALAZIONE DEGLI INCENDI Per la tempestiva segnalazione degli incendi sono stati messi a punto numerosi sistemi di rivelazione di incendi : Essi si basano sulle alterazioni fisiche e chimiche che un incendio provoca nell ambiente in cui si sviluppa. Impianti industriali
27 Rivelazione dell incendio Generalità La scelta del rivelatore deve essere fatta considerando il tipo di fenomeno che si intende rilevare e quindi in base al materiale od al processo controllato: nel caso di materiali con innesco lento e produzione di fumo sono adatti i rivelatori di fumo; per le sostanze facilmente infiammabili e con forte sviluppo di calore si adottano i rivelatori termici; in locali chiusi in cui si trattino o si utilizzino liquidi infiammabili che, incendiandosi, danno prevalentemente luogo a fiamme, si ricorre ai rivelatori di fiamma. Impianti industriali
28 Sistemi di rilevazione Ciascun tipo di rivelatore richiede poi particolari modalità di installazione (spaziatura, distanza dal soffitto, distanza dalla fonte di calore) che, a loro volta, ne influenzano la scelta. Impianti industriali
29 Rivelatori di fumo ottici Impianti industriali
30 Rivelatori ionico di fumo Impianti industriali
31 Rivelatori termici a massima Impianti industriali
32 Rivelatori termici differenziali Impianti industriali
33 Rivelatori termici a fusibile Impianti industriali
34 Sistemi di rivelazione Cavo termosensibile Impianti industriali
35 Sistemi di rilevazione Impianti industriali
36 Principi generali sulla estinzione di un incendio L estinzione di un incendio può avvenire : Per soffocamento, ossia riducendo l afflusso di aria verso la zona di combustione Per raffreddamento, ossia abbassando sotto il punto di accensione la temperatura delle superfici esposte Principi generali Impianti industriali
37 MEZZI ANTINCENDIO MOBILI Impianti industriali
38 MEZZI ANTINCENDIO MOBILI Impianti industriali
39 MEZZI ANTINCENDIO MOBILI Impianti industriali
40 Estintori Impianti industriali
41 idrante UNI 70 del tipo sottosuolo Impianti industriali
42 Idrante a colonna soprasuolo UNI 70 con due attacchi per le tubazioni DN70 Impianti industriali
43 Idrante a colonna soprasuolo UNI100 Impianti industriali
44 Idranti Impianti industriali
45 Idrante UNI 45, a muro o a colonna Impianti industriali
46 Idranti - Bocchelli - Manichette - Naspi Impianti industriali
47 Naspo Impianti industriali
48 Ugelli erogatori del tipo sprinkler con modalità di installazione Impianti industriali
49 Schemi di impianti tipo sprinkler Impianti industriali
50 Nebulizzatori Impianti industriali
51 Impianto a nebulizzatori Impianti industriali
52 dispositivi di Impianto a CO 2 a bassa pressione Impianti industriali
53 Rete unica per la distribuzione dell acqua Impianti industriali
54 Schema rete acqua alimentata da serbatoio Impianti industriali
55 Schema delle reti alimentate da vasca seminterrata Schema delle reti alimentate da un pozzo Impianti industriali
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