ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE I.P.S.S.S. M. LENTINI - LICEO SC. A. EINSTEIN Via Giusti, Mottola (Ta)

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1 ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE I.P.S.S.S. M. LENTINI - LICEO SC. A. EINSTEIN Via Giusti, Mottola (Ta) Progetto Diritti a scuola A.S Tipologia: A Italiano Elaborato finale delle classi prime coinvolte nel progetto Amor può troppo più che né voi né io possiamo Docente: Maggi Francesca

2 Il Modulo I, Tipologia A, del progetto Diritti a Scuola per l anno scolastico 2012/2013, è iniziato il giorno 12/01/2013 e si è protratto sino al giorno 08/06/2013. Nel corso di questo periodo sono stati affrontati vari argomenti suddivisi in quattro unità. Al termine della quarta unità gli alunni delle classi prime sono stati impegnati nella realizzazione di un elaborato finale a cui è stato dato il titolo di: Amor può troppo più che né voi né io possiamo. Tale titolo scaturisce dalla lettura di alcune pagine dell opera di Boccaccio, Decameron, e più esattamente si tratta di una citazione tratta dalla I novella della quarta giornata. Il Decameron infatti è una raccolta di cento novelle raccontate da dieci giovani ragazzi nell arco di dieci giornate. L elaborato rientra nella terza unità didattica dedicata al testo narrativo a cui gli alunni si sono rivolti con maggiore entusiasmo. Diversi sono stati i motivi che hanno portato alla scelta del Decameron come opera da analizzare: o l autore è uno dei maggiori esponenti della nostra letteratura o l opera rientra nel genere narrativo o le novelle sono raccontate da giovani come giovani sono gli studenti coinvolti nel progetto o i temi trattati sono vari e fanno da specchio a quelli che sono i comportamenti dell uomo di fronte alle vicissitudini della vita o tema predominante è l amore, sentimento che distingue particolarmente i giovani e li spinge ad azioni anche paradossali, fonte di immensa felicità ma anche dei primi veri dolori La lettura delle novelle ha particolarmente appassionato gli alunni, in particolare le ragazze, ed essi sono stati impegnati in un lavoro di gruppo volto al recupero di materiale, all analisi e all organizzazione delle informazioni, infine alla stesura vera e propria di un testo, mostrando un ottimo spirito collaborativo, grande responsabilità, senso del dovere. L elaborato presenta, dopo una breve premessa, la vita di Boccaccio ponendo attenzione ai momenti più importanti che lo hanno reso un letterato. Sono state citate tutte le sue opere riportandone il titolo originale per poi passare ad una descrizione meticolosa dell opera principale, il Decameron. Gli alunni ne hanno analizzato lingua, stile, struttura narrativa; hanno letto con interesse il proemio così da poter esporre il contenuto oltre che spiegare la poetica dell autore. In seguito, dopo aver letto e commentato insieme alcune novelle, si è scelto di soffermare l attenzione sul tema dell amore, che emerge sugli altri e che ha raggiunto direttamente il cuore di quanti vi hanno lavorato. Alla fine è stata considerata la novella di Lisabetta da Messina, presa come esempio di amore infinito ma al tempo stesso infelice, per certi versi macabra e insieme paradossale. Tutto il lavoro è stato corredato da immagini che i ragazzi hanno trovato servendosi non solo dei testi ma anche delle ricerche on line; questo ha reso necessario un impegno anche durante le ore extracurriculari che è servito come ulteriore momento di confronto e di crescita.

3 Il computer è servito per la stesura finale: è stato utilizzato il programma per elaborare i testi, Word, attraverso il quale è stato possibile dare anche una piacevole veste grafica all intero elaborato. Durante il lavoro, i ragazzi sono stati costantemente osservati, seguiti, monitorati, guidati e valutati per l impegno profuso. Mottola, 08/06/2013 La docente, Maggi Francesca

4 ISTITUTO STATALE DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE I.P.S.S.S. M. LENTINI - LICEO SC. A. EINSTEIN Via Giusti, 1 Mottola (Ta) Progetto Diritti a scuola A.S ELABORATO FINALE Docente: Maggi Francesca Classi Prime 4

5 Amor può troppo più che né voi né io possiamo (IV giornata, novella I) Decameron, Boccaccio Leggendo alcune pagine dell opera di Boccaccio, intitolata Decamerone, siamo stati particolarmente colpiti da alcune definizioni che egli dà riguardo all amore, così abbiamo deciso di prenderne in prestito una di queste, per dar titolo al nostro lavoro finale. Avendo infatti studiato nel corso dell anno scolastico il testo Narrativo e poi approfondito, attraverso il progetto Diritti a Scuola, abbiamo scelto di soffermare la nostra attenzione proprio sulla narrazione dell amore e più in particolare sul Decameron di Boccaccio, una delle opere più importanti della nostra tradizione letteraria. Giovanni Boccaccio Giovanni Boccaccio nacque nel 1313 a Certaldo o a Firenze. Nel 1327 si trasferì a Napoli con la sua famiglia, per intraprendere gli studi mercantili; il padre infatti ebbe l incarico di rappresentare gli interessi dei Bardi in tale città. Qui il giovane si formò culturalmente avendo modo di frequentare la corte napoletana, ma si innamorò soprattutto della letteratura, della poesia, delle favole cavalleresche, leggendo molto. Si dedicò anche allo studio della cultura greca e latina, delle quali subì il forte fascino. Abbandonò, dunque, gli studi mercantili e cominciò egli stesso a scrivere alcune opere, la Caccia di Diana, nel , il Filocolo, nel , il Filostrato, nel , il Teseida, nel Nel 1341 Boccaccio ritornò a Firenze per motivi familiari e qui frequentò un circolo umanistico. Scrisse la Comedia delle ninfe fiorentine, nel , l Amorosa visione, nel 1342, l Elegia di Madonna Fiammetta, nel 1343, il Ninfale fiesolano, nel Le opere di questo periodo sono caratterizzate da una più attenta osservazione psicologica, dall analisi del carattere di uomini e donne. L esperienza di vita del Boccaccio a Firenze ebbe il suo punto culminante nel 1348, anno in cui la città fu colpita dalla peste. A questo periodo risale la composizione del Decameron. Nel 1350 Boccaccio incontrò Petrarca il quale influenzò molto i suoi studi di umanista che lo portarono alla composizione di altre opere: le Genealogie deorum gentilium, il De casibus virorum 5

6 illustrium, il De montibus, silvis, fontibus, lacubus, fluminibus, stagnis seu paludibus et de nominibus maris liber, il De mulieribus claris, il Corbaccio, il Trattatello in laude di Dante, le Esposizioni sopra la Comedia. Morì a Certaldo nel 1375, colpito da una malattia. Il Decameron Il Decameron fu iniziato nel 1348, proprio l anno della peste, evento tragico per la città di Firenze dove l autore risiedeva. Boccaccio visse tutta la tristezza di quei momenti affrontando anche la morte del padre. Molteplici sono le fonti a cui attinge l opera: colte, popolari, scritte, orali, classiche e medievali; l autore infatti, essendosi appassionato moltissimo alla letteratura greca e latina, durante i suoi studi, aveva ben chiaro in mente il genere novellistico tipico delle Metamorfosi di Apuleio, autore latino del II sec. d.c., ma anche le raccolte di novelle orientali come le Mille e una notte, i romanzi cavallereschi, gli exempla, i fabliaux francesi. Il Decameron è costituito da cento novelle raccontate da una brigata di sette giovani donne e tre uomini che scappano da Firenze per sfuggire alla peste e si recano in un luogo di campagna. Il titolo dell opera deriva dalle parole greche δἐκα, dieci e ἡμέρα, giorno, quindi opera di dieci giorni. Le cento novelle infatti sono raccontate da ciascuno dei dieci giovani nell arco delle dieci giornate. Fa da cornice e da sfondo a tutta l opera l evento catastrofico della peste: un gruppo di giovani decide di sfuggire al contagio spostandosi in campagna e per occupare piacevolmente il tempo, oltre a banchetti, balli e giochi si raccontano storie. Quotidianamente viene eletto un re o una regina a cui spetta il compito di scegliere un tema intorno al quale ognuno dei dieci, poi, dovrà costruire la propria novella. Solo nella prima e nella nona giornata chi racconta non è vincolato ad un tema particolare. Alla fine uno dei novellieri canta una canzone. Viene così esaltato il modello di vita di stampo classico dedicato principalmente all otium, momento in cui la mente si nutre di cultura. 6

7 La regina della prima giornata è Pampinea e l argomento è, come si è detto, libero: si ragiona di quello che più aggrada a ciascuno. La seconda è sotto il regno di Filomena: si ragiona di chi, da diverse cose infestato, sia oltre alla sua speranza riuscito a lieto fine. Sotto il reggimento di Neifile, nella terza giornata, si ragiona di chi alcuna cosa molto desiderata con industria acquistasse o la perduta recuperasse. Sotto il regno di Filostrato si ragiona di coloro li cui amori ebbero infelice fine ; sotto il regno di Fiammetta invece, di ciò che a alcuno amante, dopo alcuni fieri o sventurati accidenti, felicemente avvenisse. Nella sesta giornata, la cui regina è Elissa, l argomento riguarda i casi di chi, con alcun leggiadro modo tentato, si riscotesse, o con pronta risposta o avvedimento fuggì perdita o pericolo o scorno. Nella settima il re Dioneo sceglie le beffe le quali o per amore o per salvamento di loro le donne hanno già fatte a lor mariti, senza esserne essi o avveduti o no. Nell ottava giornata la regina Lauretta pone come argomento le beffe che tutto il giorno o donna a uomo o uomo a donna o l uno uomo all altro si fanno. Sotto il regno di Emilia il tema è libero; sotto il regno di Panfilo, infine, si ragiona su chi liberamente o vero magnificamente alcuna cosa operasse intorno ai fatti d amore o d altra cosa. Emerge chiaramente come Boccaccio, attraverso il Decameron e la sua grande varietà di temi, abbia voluto rappresentare in modo parallelo la grande varietà di atteggiamenti umani, con tutti i suoi vizi e le sue virtù, così i personaggi delle novelle sono di volta in volta furbi, intelligenti, meschini, imbroglioni, crudeli, egoisti, ma anche generosi, coraggiosi, forti, sinceri, fedeli, cortesi e, soprattutto, innamorati. Lingua, Stile, Struttura narrativa Nella stesura dell opera l autore utilizza la lingua volgare del Trecento con periodi piuttosto lunghi, complessi, ricchi di gerundi e participi e quindi la subordinazione prevale sulla coordinazione; il verbo è spesso alla fine come nella lingua latina, mentre nei dialoghi la lingua viene adattata ai singoli personaggi e alla loro estrazione sociale. Lo stile dunque passa da quello alto a quello medio con abile maestria. La struttura narrativa è caratterizzata da un narratore di primo livello, Boccaccio, che espone le proprie opinioni all inizio, ossia nell introduzione a ciascuna novella, durante il racconto e anche alla fine; un narratore di secondo livello e cioè uno dei giovani che espone la storia e un narratore di terzo livello, vale a dire il protagonista della novella stessa. Proemio L opera si apre con un proemio che è di fondamentale importanza in quanto, oltre a chiarire la poetica, come avveniva per le opere di età classica, individua il pubblico ed espone motivi e fini dell autore. Nella parte iniziale del proemio Boccaccio descrive se stesso come uno di quelli che 7

8 hanno di conforto avuto mestiere e dunque, poiché umana cosa è l aver compassione degli afflitti, (così recita l incipit), egli sente dentro di sé il dovere di realizzare un opera tale che sia da sostegno a quanti sono colpiti dalle pene d amore, così come è successo un tempo anche a lui, affinché trovino diletto con piacevoli racconti e utili consigli. Egli ormai è libero e distaccato da tali afflizioni, ha superato la crisi d amore e ha raggiunto quella maturità e serenità d animo che gli consentono ora di porgere aiuto agli altri. L autore individua le donne come suo pubblico ideale in quanto, a causa del ruolo che occupano nella società di quell epoca, e non solo, esse subiscono più degli uomini le pene amorose, tengono l amorose fiamme nascose perché ristrette da voleri, da piaceri, da comandamenti de padri, delle madri, de fratelli e de mariti Le donne dimorano in casa e spesso sono sopraffatte da noia e malinconia a causa dell amore, perché a loro non sono concessi gli svaghi a cui dedicano il tempo gli uomini, ad esempio la caccia, la pesca, il cavalcare. Boccaccio dunque intende dedicare le cento novelle alle donne che amano e che traggono piacere dalla lettura, non a quelle dedite soltanto all ago, al fuso, all arcolaio; a tutte quelle donne che, leggendo degli innumerevoli casi d amore, possano trarre utile consiglio per la loro vita e capire quali esempi siano da seguire e quali invece da fuggire Dopo il proemio ha inizio la prima giornata introdotta da una meticolosa descrizione di quella che abbiamo detto essere la cornice di tutta l opera; viene descritta la città di Firenze infestata dalla peste, sono descritti gli effetti mostruosi di questa epidemia, non solo sul corpo ma anche sullo spirito; infine vengono presentati i dieci giovani che insieme decidono di andar via dalla città per sfuggire ad una morte certa. Il tema dell amore L Amore dunque è uno dei temi fondamentali trattati nel Decameron: gran parte delle novelle traggono spunto da questo sentimento, visto nelle sue più diverse sfaccettature. A tal proposito è importante notare come anche nell introduzione Boccaccio faccia un chiaro riferimento a ciò: Comincia il libro cognominato Prencipe Galeotto ; si tratta del sottotitolo dell opera con il quale l autore chiaramente vuole alludere a quel Galeotto, personaggio del romanzo cortese, che fu intermediario dell amore tra Lancillotto e Ginevra. Ritorna così il sentire nobile di Dante che ora non è più soltanto intellettuale, ma anche corporeo. 8

9 L Amore viene visto da Boccaccio come una forza invincibile, qualcosa di innato, unico, profondo, immenso, sconfinato, misterioso un sentimento che contraddistingue l uomo e ne fa un essere speciale. L amore è quell energia che smuove ogni istante della vita umana; è ciò che ha originato la vita stessa, è l essenza del mondo e per questo motivo non è possibile darne una definizione in poche parole, ma vari pensieri si affollano nella nostra mente quando pensiamo all amore. Nel Decameron l amore viene visto come diletto, ma più spesso come fonte di dolore che anima la mente e il cuore, che porta a compiere azioni folli, per certi versi paradossali, fino a giungere anche alla morte. Più forte di tutto e di tutti, può troppo più che né voi né io possiamo; così lo definisce Boccaccio, ad esempio, nella prima novella della quarta giornata, durante la quale si narra, sotto il regno di Filostrato, degli amori che ebbero infelice fine. IV Giornata Nell introduzione alla quarta giornata l autore si rivolge direttamente al suo pubblico e cioè alle donne, Carissime le definisce, con l intento di metterle al corrente di come l impetuoso e ardente vento dell invidia abbia soffiato anche su di lui: alcuni, infatti, asseriscono che le donne a Boccaccio piacciono troppo e che non sta bene alla sua età andar dietro a queste cose; dunque egli farebbe meglio a starsene con le Muse, a preoccuparsi del modo migliore per procurarsi il pane. L autore così è costretto a difendersi e lo fa narrando egli stesso una novella, indossando i panni dei giovani della brigata. Protagonista del racconto è un certo Filippo Balducci che, in seguito alla morte della amata moglie, si ritira fuori Firenze con il figlio ancora piccolo per contemplare Dio. Inevitabilmente però si ritrova un giorno in città col figlio ormai diciottenne che, non avendo sino ad allora visto mai nessuno, trovandosi di fronte a delle bellissime donne, chiede chi siano esse; il padre per evitare che nascesse nel figlio il desiderio le definì papere ma il ragazzo ugualmente dichiarò di volerne una Boccaccio con questo racconto vuole sottolineare come l amore sia in realtà un istinto naturale al quale non si può resistere né ci si può opporre. Ne è prova anche la V novella della IV giornata. 9

10 La novella di Lisabetta da Messina Dopo questa introduzione hanno inizio le novelle dei giovani e di queste maggiormente ci ha colpito la storia di Lisabetta da Messina raccontata da Filomena. La ragazza esordisce dicendo che i suoi personaggi non sono di alta condizione sociale come quelli delle novelle precedenti, ma il suo racconto non sarà meno pietoso. Il luogo in cui si svolgono i fatti è Messina. Qui vivono tre fratelli, mercanti di mestiere, che si sono arricchiti dopo la morte del padre; i tre hanno una sorella di nome Lisabetta, una giovane molto bella ed educata ma non ancora maritata. In una bottega dei fratelli lavora un ragazzo pisano di nome Lorenzo, anche lui molto bello e, avendolo visto più volte, Lisabetta se ne innamora. I due cominciano a frequentarsi di nascosto, ma una notte vengono scoperti dal fratello maggiore di lei il quale, dopo averci pensato un po su, riferisce tutto agli altri. Lorenzo appartiene ad un ceto inferiore rispetto a quello dei giovani mercanti e dunque per loro sarebbe ignobile portare avanti la storia, perciò decidono di evitare lo scandalo eliminando il ragazzo. Un giorno lo conducono in un posto lontano, lo uccidono e lo seppelliscono e riferiscono alla sorella, che comincia a fare domande sulla sua assenza, che Lorenzo è in viaggio per affari. Comincia a nascere nel cuore di Lisabetta la nostalgia per la lontananza dell amato che diventa poi, col passare del tempo, dolore e tristezza. Una notte, dopo aver pianto tanto, la ragazza si addormenta e le appare in sogno Lorenzo con i vestiti strappati e fradici e le rivela quanto successo indicandole anche il posto in cui è stato seppellito. Lisabetta allora si reca nel luogo descritto e dopo aver scavato un po trova il corpo del giovane e, straziata dal dolore, decide di tagliargli la testa e portarsela a casa; pone poi la testa in un vaso, la ricopre con della terra e vi pianta del basilico. Da quel giorno rimane sempre vicino a quella pianta che innaffia con le sue innumerevoli lacrime fino a quando i vicini, accortisi della cosa, informano i fratelli di lei che le tolgono il vaso e in 10

11 seguito scoprono cosa c è dentro; per mettere tutto a tacere prendono la testa di Lorenzo e la seppelliscono e poi si allontanano dalla loro città con Lisabetta che è costretta a seguirli. La ragazza non placa il suo pianto, si ammala fino a morire di dolore. Tutta la novella, che si conclude tragicamente, è fondata sull opposizione tra i fratelli e Lisabetta: gli uni rappresentano la rigidità delle convenzioni sociali, l altra invece la forza dell amore che supera ogni genere di confine e di limite, non tiene conto dell appartenenza sociale. L immagine è emblematica ed infonde nei nostri cuori di ragazzi, che proprio ora ci affacciamo al mondo, tutto il dolore che deve aver provato Lisabetta. Boccaccio così parla dell amore visto con gli occhi di una donna L opera si chiude con una canzone cantata da Fiammetta sull amore, per concludere la decima giornata sotto il regno di Panfilo che stabilisce di ragionare su chi magnificamente opera intorno ad amore o altra cosa. Segue poi la conclusione vera e propria dell autore nella quale egli, ancora una volta, si rivolge alle donne per ribadire il fine del suo lungo lavoro cioè la consolazione delle nobilissime giovani che di lui si ricorderanno se la lettura delle sue novelle avrà giovato a qualcosa. Nella nostra conclusione invece possiamo sintetizzare i due temi fondamentali del Decameron: l amore umano in tutti i suoi aspetti e la tenacia e l intelligenza dell uomo nel sapersi rialzare dopo qualsiasi tragico evento, come fanno i dieci giovani fiorentini scappando dalla città per sfuggire alla peste. 11

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