nei parchi nazionali del vesuvio e del cilento, vallo di diano e alburni

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1 nei parchi nazionali del vesuvio e del cilento, vallo di diano e alburni

2 PARCO NAZIONALE DEL CILENTO VALLO DI DIANO E ALBURNI

3 Presidente Tommaso Pellegrino I l Parco Nazionale del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni è la Terra della Bellezza, che scaturisce dalla presenza di un ricco e prestigioso patrimonio ambientale, naturalistico, paesaggistico e culturale. Il tutto si offre spontaneamente all osservazione del visitatore, il quale, in un area molto estesa, rimane estasiato dal celeste puro del cielo, dal verde cupo degli altipiani, dal grigioazzurro delle coste e dall azzurro cristallino del mare con un alternarsi di colori in un paesaggio multiforme e meraviglioso, in una natura ridente e incontaminata, sulla quale l uomo ha lasciato tracce indelebili sin dall età preistorica. Qui le meraviglie sono tante. È, in primo luogo, la Terra della Dieta Mediterranea vita sana e longeva, che dall Unesco è stata riconosciuta Patrimonio immateriale culturale dell Umanità. Sono presenti sul territorio eccellenze enogastronomiche con dieci presidi Slow Food, cinque Comunità del Cibo e uno straordinario lavoro di recupero di antiche coltivazioni. È luogo di cultura per la presenza di tre Siti Unesco, che sono i Siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula. Numerosi sono i Borghi Medioevali, i Castelli, i Palazzi Baronali, i luoghi d arte, le Grotte, le Chiese e i Musei, che sono in grado, tutti, di trasmettere al visitatore particolari emozioni. Vi è, poi, la presenza di un lungo tratto di mare, con l area costiera più riconosciuta e più premiata d Italia. È il Mare tra i più puliti e belli del nostro Paese, come testimoniano le numerose bandiere blu e Vele, oltre ai tanti attestati di pregio, tra i quali due Aree marine protette. È la terra di Zenone e di Parmenide che furono i padri e i precursori del pensiero occidentale. Anche Goethe, quando in un suo Gran Tour, raggiunse il Cilento, fu affascinato dalle sue bellezze. È la Terra che rapì a tal punto Ortega e Ancel Keys, da farli decidere di trasferirsi a San Giovanni a Piro e a Pioppi, nel cuore del Cilento. È il luogo della Biodiversità con straordinari siti naturalistici, quali la Valle delle Orchidee, il Monte Cervati, Piccole Dolomiti, l Oasi di Morigerati, le Cascate denominate Capelli di venere di Casaletto Spartano, la Molpa di Palinuro e tanti altri luoghi incantevoli. Numerosi sono i percorsi per Trekking, Mountain-Bike e Rafting, che fanno conciliare con la natura e apprezzare e capire il senso e la bellezza della vita. A questo Parco dobbiamo tanto e vorremmo che anche sereni. Benvenuti nel meraviglioso Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove ci si può sentire a proprio agio per la calorosa accoglienza della sua gente semplice e ospitale.

4 04 SENTIERI DEL GUSTO O l olio extra vergine di oliva È sicuramente una delle principali produzioni nell area del Parco, dove ricadono la Dop Colline Salernitane e nella parte sud la Dop Cilento. Le cultivar più diffuse sono la Frantoio, Rotondella, Ogliarola, Carpellese, Pisciottana e Salella. Un territorio votato all olivicoltura, un paesaggio dipinto dagli ulivi secolari, modellato e mantenuto dalla loro sistemazione, sulle ripide colline dell interno o a strapiombo sul mare. L Olio extra vergine di oliva è l alimento presente in tutti i piatti della cucina cilentana dagli antipasti ai dolci. Negli ultimi anni vi è stato un notevole incremento delle produzioni di qualità, sempre più produttori, anche giovani, hanno visto premiato il loro impegno con riconoscimenti e premi, nonché l apprezzamento dei sempre più numerosi consumatori attenti e consapevoli.

5 V il vino La denominazione Cilento Dop incide su cinquantotto comuni nella parte sudovest dell area protetta, caratterizzati da terreni calcarei e in parte argillosi. Nell areale Agropoli-Prignano Rutino- Castellabate la viticoltura è molto più attiva e presente, anche con giovani produttori che si affacciano sul mercato. La tipologia rosso e/o aglianico, alcolico e corposo, da abbinare ai piatti della tradizione come i fusilli o i cavatielli al ragù di castrato e cacioricotta. Mentre il bianco oppure piatti di legumi e specialmente per accompagnare i piatti di mare. parco nazionale del cilento La Dop Castel San Lorenzo ricade su otto comuni dell area degli Alburni e della Valle del Calore. La varietà dal moscato e dall aglianicone, quest ultima in grande evidenza grazie all opera di alcuni viticoltori che, nonostante le basse rese, continuano ad avere apprezzamenti e riscontri promettenti.

6 06 SENTIERI DEL GUSTO A alici di menaica La pesca con la menaica viene ancora praticata in pochi centri del mediterraneo. Una rete a maglie piuttosto larghe che lascia passare le alici più piccole e permette di catturate solo le più grandi, le quali rimanendo ammagliate nella rete si dibattono, perdendo molto del loro sangue. particolari qualità organolettiche. Non vengono sottoposte a refrigerazione e la salagione avviene subito dopo la pesca. Quelle sotto sale sono molto utilizzate nella gastronomia del territorio, specialmente in quella tradizionale. Nei menù dei ristoranti delle località costiere, da Pollica a Marina di Camerota, sono presenti molti piatti sia a base di alici sotto sale che di quelle fresche. In primavera, periodo migliore per la pesca delle alici, è possibile partecipare a battute di pesca notturna, con i pescatori del Presìdio a Marina di Pisciotta, e alle manifestazioni gastronomiche, che in questo periodo vengono organizzate. Le alici di menaica sottosale sono acquistabili dall unico produttore a Marina di Pisciotta e in alcune gastronomie della costa cilentana.

7 C cacioricotta del cilento Questo formaggio viene prodotto con latte di capra e il processo di trasformazione, molto diffuso in tutti i ai m slm, prevede che il latte sia riscaldato a 90 C, questo permette di inglobare le albumine del latte, tipiche della ricotta. Il cacioricotta risulta essere un formaggio molto più delicato e dalle inconfondibili qualità organolettiche. Ottimo sia per il consumo fresco che dopo alcuni mesi di stagionatura, ideale per i ripieni e i condimenti. parco nazionale del cilento I principali produttori si trovano a Giungano, Cicerale, Casal Velino e Acquavella e a Montano Antilia. Altri produttori sono presenti a Torraca, Casaletto Spartano e San Rufo.

8 PAESTUM - Via sacra LE GROTTE DI PERTOSA

9 ROSCIGNO VECCHIA - Paese CERTOSA DI PADULA

10 10 SENTIERI DEL GUSTO da paestum a gioi PAESTUM Trentinara Agropoli Magliano Vetere Laurino Stio Castellabate Salento GIOI Pollica Morigerati

11 Il parco archeologico di Paestum (V sec a.c.), uno dei più importanti d Italia, è situato nella parte meridionale della Piana del Sele. In quest area la specialità gastronomica principale è rappresentata dalla mozzarella di bufala campana Dop, un formaggio fresco di ineguagliabile prelibatezza. Per tutta la piana di Paestum è un susseguirsi c è che l imbarazzo della scelta. La notorietà della mozzarella non ha tuttavia oscurato il primato di un altro notevole prodotto pestano, quello del carciofo insignito col marchio IGP, meglio conosciuto come Tondo di Paestum. Proseguendo per Trentinara, fondata da profughi pestani per sottrarsi alle invasioni barbariche, oggi famosa per la Festa del Pane e della Civiltà Contadina, un appuntamento immancabile nel panorama delle iniziative enogastronomiche. Dal 2005 dal 16 al 20 agosto, nel caratteristico centro storico di Trentinara, tra musica e balli popolari, è possibile assaggiare il pane appena sfornato dagli antichi forni a legna, abbinandolo alla miriade dei prodotti tipici del territorio. Da Trentinara ci spostiamo a Magliano Vetere, affacciandoci sulla valle e la digaell Alento per una visita al Museo Paleontologico. Centro di raccolta ed esposizione di materiale fossile di interesse paleontologico, con una sala dedicata alla ricostruzione di un paleoambiente del Cretacico. Proseguendo per Stio, a pochi chilometri, dove ancora oggi il primo di settembre si tiene la Fiera della Croce, probabilmente la più antica di quest area, viene citata in alcuni manoscritti della metà del commercio di granaglie e di animali. Da segnalare la sagra dei piatti poveri del Cilento, ovvero i Ciccimmaretati, una prelibata zuppa a base di legumi, grano e granoturco che si tiene alla la Festa della Castagna che si svolge per le stradine di tutto il centro storico. A sette chilometri troviamo Gioi, nota per la sua soppressata che si caratterizza per una farcia magra e lardo centrale, Presìdio Slow Food da oltre un decennio. Un ultima tappa, ammirando gli uliveti di salella che si alternano lungo il percorso, per giungere a Salento alla scoperta del rinomato struffolone, un dolce tipico del posto. parco nazionale del cilento

12 12 SENTIERI DEL GUSTO dalla Pizza cilentana al fico bianco Paestum Cicereale Agropoli TORCHIARA Castellabate Pollica GIUGNANO Vatolla Per gli amanti della pizza è d obbligo una visita a Giungano, in concomitanza della Festa dell Antica Pizza cilentana. L appuntamento è anche una vetrina dei prodotti di eccellenza del territorio farina di grano duro al cacioricotta di capra stagionato, i principali elementi che la distinguono dalla classica pizza napoletana. Proseguiamo per Cicerale, Terrae que cicera alit, borgo che domina la ancora oggi coltivati sulle colline che circondano il paese, specialmente dopo il riconoscimento di Presìdio Slow Food. Da qualche anno, dopo ferragosto, il paese si anima con la Festa dei Ceci, dove è possibile degustarli in tantissimi modi. Tra Ogliastro Cilento, Prignano Cilento e Torchiara insiste l areale storico di produzione del Fico Bianco e dove ancora oggi viene coltivato. Diverse sono le manifestazioni a sostegno del prodotto. In quest area operano alcuni eccellenti trasformatori ormai presenti anche sui mercati internazionali.

13 Proseguendo per il Cilento storico si fa tappa a Vatolla, frazione di Perdifumo, napoletano, trascorse un periodo importante per la sua formazione culturale. Palazzo Vargas è oggi sede della Fondazione G.Vico e della Biblioteca. Vatolla è anche nota per la sua cipolla, inserita nei prodotti tipici di tutela. A sostegno della produzione si segnala la Festa della Cipolla, che si tiene nel bellissimo centro storico, nei mesi estivi immediatamente dopo la raccolta. Giungendo a Castellabate, divenuta Benvenuti al Sud, e dopo la visita all incantevole centro storico, non si può fare a meno del panorama che si gode dall alto del Castello dell Abate, che spazia da Punta Tresino all Isola di Licosa, che prende il nome da una delle sirene che Ulisse incontrò durante il suo viaggio. Da segnalare la Festa del Pescato di paranza a metà giugno, in collaborazione con i pescatori del luogo. Proseguendo lungo la Via del Mare si giunge nel territorio di Montecorice, un luogo incantevole, tra vigneti e oliveti. Il paese sorge su uno sperone ad Agnone e Case del Conte. Da non perdere, nella frazione di Ortodonico, la Festa del Fico Bianco che propone ai numerosissimi visitatori un vasto vicina San Mauro Cilento, ai primi di settembre, si tiene un altra importante manifestazione dedicata al Fico Bianco. Qui da oltre quarant anni una cooperativa di produttori di olio extra vergine di oliva ha fatto la storia di tutto il comprensorio. Acciaroli e Pioppi due ambite località del turismo balneare cilentano, principali frazioni di Pollica dal cui centro storico si gode una bella vista sulla costa cilentana. Dagli anni settanta, agli inizi di settembre, Pioppi diventa teatro della Sagra del Pesce Azzurro. Nel Palazzo Vinciprova, proprio sul mare, si può visitare il Museo Vivo del Mare. Articola in in più sale con decine di vasche che ognuna rappresenta un tipico habitat marino caratteristico delle coste cilentane. Al primo piano del palazzo è invece ubicato il Museo Vivente della Dieta Mediterranea, con cinque sale espositive, tra cui quella dedicata ai sensi con installazioni per il gusto, il tatto e l olfatto. Vi è anche la biblioteca personale di Ancel Keys, il principale studioso della Dieta mediterranea. Le attività e la didattica intraprese dal museo sono un modo concreto per tramandare l eredità lasciata dallo studioso, dalla moglie Margaret e dai loro colleghi, e per promuovere uno stile di vita ispirato alla sana alimentazione nel rispetto dell ambiente e della cultura locale. Sempre lungo per la Via del Mare, prima di arrivare a Casal Velino, la strada si snoda tra gli uliveti Salella, una cultivar autoctona, da cui si ricava un eccellente olio extra vergine e le famose olive ammaccate Presìdio Slow Food. Sono presenti anche alcuni allevatori di capre dal cui latte si ricava l antico cacioricotta, anch esso Presìdio Slow Food. parco nazionale del cilento

14 14 SENTIERI DEL GUSTO da elea-velia al monte gelbison Cannalogna MONTE GELBISON Pollica Ascea VELIA Pisciotta Cuccaro Vetere Palinuro Camerota Elea, fondata dai Focei intorno al VI secolo a.c. su di un promontorio anticamente proteso sul mare, nei pressi di una sorgente consacrata alla ninfa Yele, lega la sua fama alla scuola Velia è stata il punto di partenza Virgilio, si aprivano le importanti vie di penetrazione verso le aree interne.

15 L area archeologica ci consente di ammirare il complesso termale, il tempio ionico, il teatro, l agorà, la Torre nonché la famosa Porta Rosa, tra i più antichi esempi di architettura occidentale che sfrutta l arco a tutto sesto. Dal 1998 si svolge presso l acropoli del Parco Archeologico, ai piedi della monumentale Torre Medievale che domina la città antica, VeliaTeatro. Una rassegna sull espressione tragica e comica del teatro antico, messa in scena ogni estate e articolata in diverse serate. Passando per Vallo della Lucania uno dei centri più importanti del Cilento, sede della Diocesi e del Tribunale, dopo una visita alla Cattedrale di San Pantaleone e alla Badia di Pattano, si sale verso Moio della Civitella che trae le sue origini dall antica Civitella, insediamento abitativo che sorgeva sul vertice della montagna omonima. Da visitare gli scavi che mettono con funzioni di controllo delle valli convergenti verso il mare di Velia, risalente al IV sec. a.c. Nel centro storico di Moio della Civitella si svolge ogni anno Mojoca, Festival Artisti di Strada. Le esibizioni degli artisti occupano vie, vicoli e piazze del paese. Pochi chilometri e si arriva a Cannalonga, sede della ultracentenaria Fiera della Frecagnola. Fino ad alcuni decenni fa è stata una delle principali bestiame. Si tiene ogni anno nei giorni che precedono la seconda domenica di settembre e si svolge per tutto centro storico del piccolo borgo. Resta intatta la tradizione di gustare il bollito di capra nelle tradizionali baracche costruite con pali e grandi frasche di castagno. Dalla vicina Novi Velia si passa per salire sulla cima del Monte Gelbison o Monte Sacro, per godere di un paesaggio unico su tutto il Cilento. La visita è d obbligo al Santuario della Madonna del Monte, che ha costituito un forte richiamo religioso e culturale per tanti pellegrini provenienti anche dalle regioni limitrofe. Nel borgo medievale di Novi Velia si svolge da anni il Festival degli Antichi Suoni, una manifestazione dedicata ai suonatori di Ciaramelle, Zampogne, Chitarre Battenti, Organetti e Flauti dell area della Basilicata, della Calabria, della Campania e della Puglia. Durante le serate presso gli stands gastronomici si potranno gustare una moltitudine di piatti della tradizione, compresa la tipica mozzarella nella mortella. Percorrendo la vecchia e ormai poco di castagni, si arriva a Cuccaro Vetere, appollaiato su uno sperone di roccia borgo ospita ogni anno, in agosto, il trentennale Palio del Ciuccio, manifestazione cultural-popolare per la promozione e divulgazione della memoria e delle usanze tipiche della società contadina, simboleggiate nel principale bene e strumento di lavoro e sostegno dell epoca, l asino appunto. A novembre si tiene la sagra della Pastorella Cuccarese, ovvero il tipico castagnaccio. Oltre a tante altre dolcezze e alle castagne proposte mburnate, vrule, vaddani e alcuni piatti come la zuppa di castagne e fagioli. parco nazionale del cilento

16 16 SENTIERI DEL GUSTO da marina di pisciotta all affondatore di vallivona Sanza Ascea Palinuro MARINA DI PISCIOTTA Camerota Lenticosa Marina di Camerota Morigerati Policastro Bussentino

17 Superata Ascea, proseguendo lungo la litoranea Via del Mare, ai due lati della strada si possono ammirare le imponenti piante di ulivo di pisciottana, sostenuti dai tradizionali muri a secco, disegnano il ripido paesaggio a strapiombo sul mare. proprio alle porte di Pisciotta, interrotti solo dal bellissimo centro abitato che domina sul promontorio di Palinuro. A Marina di Pisciotta la tappa è d obbligo, per assaggiare le alici di menaica, Presìdio Slow Food. Oppure, in primavera, partecipare ad una escursione notturna durante le battute di pesca. Un esperienza singolare è assaggiare le alici appena pescate, magari all insalata condite solo con olio extra vergine. In questo piccolo borgo marinaro pochi pescatori continuano ancora ad utilizzare la tradizionale pesca delle alici, fatta con la menaica, una rete che riesce a catturare solo quelle più grandi. Sulla strada per Palinuro il paesaggio destra che a sinistra. Ottima un gita in barca da Capo Palinuro all Arco Naturale, per ammirare le falesie e le piccole insenature presenti lungo il tragitto. Si prosegue per Marina di Camerota, la strada lambisce il mare insinuandosi tra spontoni, rocce e gallerie. Risalendo, tra la macchia mediterranea, alla volta di Lentisosa per assaggiare il piatto tipico della tradizione locale la maracucciata. Fatta in prevalenza con farina di Maracuoccio, un legume simile ad un piccolo pisello, recente Presidio Slow Food. Una leggera deviazione, all ingresso di San Giovanni a Piro, ci porta al Santuario di Petrasanta. Superato Scario, con il bellissimo lungomare proprio sul porticciolo si fa tappa Policastro Bussentino per visitare la cripta paleocristiana della basilica di Santa Maria Assunta. Si punta diritto su Morigerati per una visita all oasi e alla risorgiva del Bussento, magari utilizzando la monorotaia istallata alcuni anni fa. Nella frazione Sicilì si tiene Food&Wine: Cilento Wine Summer, una interessante rassegna gastronomica dedicata alle produzioni vinicole. A pochi chilometri in direzione nord si arriva a Caselle in Pittari. Qui nel periodo della mietitura si tiene il Palio del Grano, una competizione a squadre tra mietitori provenienti da paesi e regioni limitrofe. Di notevole interesse è il progetto per il recupero di alcune varietà di grano utilizzate in questa zona. Giunti a Sanza e visitato il centro storico si prende la strada per il Monte Cervati, per deviare dopo alcuni chilometri in direzione dello spettacolare Affondatore di Vallivona. Una depressione carsica di attraversamento delle acqua, abbastanza insolita per qust area. Nelle cui vicinanze si tiene la tradizionale Festa della Patata di montagna, coltivata nei campi adiacenti. parco nazionale del cilento

18 18 SENTIERI DEL GUSTO gli alburni e roscigno vecchia Controne ALBURNI Castelcivita Agropoli ROSCIGNO VECCHIA Laurino Sacco Teggiano

19 Alla scoperta di questo versante dei Monti Alburni si parte da Controne, patria dell omonimo Fagiolo, Presidio Slow Food da alcuni lustri, che negli ultimi anni ha avuto un discreto incremento della produzione grazie alla intraprendenza di molti giovani produttori che si dedicano alla coltivazione di questo legume, la sancita dalla trentennale sagra del Fagiolo di Controne. A pochi chilometri, da non perdere la visita alle Grotte di Castelcivita e del bellissimo centro storico, magari in occasione della Sagra del Porcino di metà settembre. Superato l abitato di Sant Angelo a Fasanella e imboccando la strada per i Monti Alburni, una leggera deviazione Palomba per ammirare la scultura rupestre dell Antece (IV-II sec ac). Altra tappa obbligata è il Museo Naturalistico degli Alburni di Corleto Monforte.Dagli anni novanta è un riferimento per la ricerca e lo studio della fauna europea. Vanta la presenza di un migliaio di reperti di uccelli e circa ventimila insetti, oltre a mammiferi e crostacei. Tra Ottati e Corleto Monforte, presso piccoli allevatori, è ancora possibile acquistare prodotti agroalimentari come il caciocavallo o la manteca. Proseguendo sulla regionale 166 si arriva a Belloaguardo, magari per assaggiare l insolita Sfogliatella di Bellosguardo, di forma allungata e con ripieno di ricotta vaccina. Si prosegue per la visita al borgo di Roscigno Vecchia, abbandonata agli inizi del secolo scorso, e al Museo della Civiltà Contadina ospitato in uno dei pochi locali restaurati. Prima di arrivare a Sacco si consiglia un fuori percorso per ammirare le parco nazionale del cilento

20 20 SENTIERI DEL GUSTO volalaurino e le gole del calore Roscigno Agropoli Gole del calore LAURINO Piaggine Teggiano Valle dell Angelo Orria Vallo della Lucania

21 Superati Piaggine e Valle dell Angelo, da cui partono numerosi sentieri per raggiungere la vetta del Monte Cervati da questo versante, si arriva a Laurino. Dopo la visita al centro storico, alla chiesetta dell Annunziata e al convento di Sant Antonio, si può fare una escursione in monorotaia, ammirando il paese da un insolita vista, mentre ci porta al punto di partenza di Volalaurino volo e la straordinaria area rupestre, uno spaccato naturalistico di assoluta bellezza. Per seicento metri e sospesi a duecento da terra per godere un emozionante visione del Parco Nazionale del Cilento. Ai primi di agosto prende il via JazzLaurino, kermesse musicale arricca di stages e iniziative didattiche. Per gli amanti dei fusilli Felitto è una tappa obbligata. La Sagra del Fusillo di Felitto è una manifestazione enogastronomica che si svolge dagli anni settanta, nella seconda decade di Agosto, per promuovere il piatto tipico locale Il Fusillo Felittese che ancora oggi conserva intatto il sapore unico della tradizione. Da località Remolino si può iniziare Calore. Lasciandosi alle spalle il paese, appena fuori dall abitato, possiamo ammirare un bellissimo Ponte Medievale conservato. A Castel San Lorenzo storica località di produzione vinicola, oggi si sta costruendo una nuova immagine legata all Aglianicone, un vitigno autoctono, che, grazie ad alcuni piccoli produttori sta riscuotendo numerosi consensi. Da non perdere a metà agosto le Notti dell Aspide a Roccadaspide, una rassegna musicale e gastronomica. parco nazionale del cilento

22 22 SENTIERI DEL GUSTO tanagro e vallo di diano Auletta TANAGRA Grotte di Pertosa Paestum VALLO DI DIANO Agropoli Sassano

23 Si può partire dalle Grotte di Pertosa e Auletta che, incuneate sotto gli Alburni, si snodano per circa 3000 metri, in una suggestiva serie di tante sale naturali. Sono attraversate Negro, un corso d acqua sotterraneo delle stesse. Da non perdere la visita al Museo del Suolo, proprio nelle vicinanze delle grotte. Questa è anche la zona di produzione del Carciofo bianco di Pertosa, Presidio Slow Food, ovvero i comuni di Auletta, Caggiano, Pertosa e Salvitelle. Da non perdere le manifestazioni gastronomiche che si tengono in concomitanza con la produzione del carciofo, tra la seconda metà di aprile e la prima di maggio. Da Caggiano e per tutto il Vallo di altro Presidio Slow Food di recente Salsiccia e soppressata del Vallo di Diano. In passato una produzione diffusissima differenziandosi da paese in paese, oggi è fatta da pochi trasformatori, alcuni praticano anche l allevamento dei suini. Superato l abitato di Sala Consilina, si può visitare il Battistero San Giovanni in Fonti (V sec.). Di fronte il bellissimo centro storico di Teggiano, dalle tredici chiese, e ricco di preziosi monumenti. Giunti a Padula è bene prevedere una sosta più lunga, per visitare la città e la straordinaria Certosa di San Lorenzo. Da Sassano, in primavera, ci si può avventurare alla scoperta della Valle delle Orchidee. Sui pianori alle pendici del Monte Cervati, un area ricca di aspetti botanici e paesaggistici arricchita dai boschi di betulla, è possibile osservare le oltre cento specie di orchidee selvatiche. parco nazionale del cilento

24 Castellabate Vecchia

25 Cala D Arconte - Camerota

26 PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO

27 Presidente Agostino Casillo I l Parco Nazionale del Vesuvio è la culla di una terra viva che da millenni si rinnova donando a chi la percorre tutti i segni di una storia unica ed entusiasmante. Il nostro vulcano è il centro di un patrimonio di inestimabile valore che abbiamo il dovere di curare e preservare. La natura dei luoghi, la storia geologica ed archeologica, i paesaggi, le coltivazioni secolari, le tradizioni rurali, rendono l area vesuviana uno dei luoghi più suggestivi da scoprire. Nel parco del Vesuvio la forza della natura si rivela in tutta la sua bellezza. Dai cognoli del Somma, allo spettacolo del Gran Cono con la sua inconfondibile sagoma, dalla riserva Tirone Alto-Vesuvio, con le sue centinaia di specie vegetali e animali Gigante il complesso Somma Vesuvio è uno spettacolo unico in termini naturalistici e di biodiversità. Fin da tempi antichissimi la terra vesuviana è stata il luogo in cui diverse civiltà si sono sviluppate, la stessa terra che in seguito ci ha restituito il patrimonio archeologico più importante ed affascinante del mondo. La straordinaria città archeologica di Pompei, gli scavi di Ercolano, Oplonti, quelli recenti di Somma Vesuviana, Villa Regina a Boscoreale, Terzigno. Una storia di intrecci e interazione tra gli uomini e il vulcano che nel ciclo di oggi portando i propri tratti distintivi anche nei sapori, nei mestieri e nelle tradizioni di questo territorio. L agricoltura vesuviana, infatti, è da considerarsi unica per varietà e originalità delle produzioni, grazie proprio al suolo lavico ricco di minerali unito al clima mediterraneo. Dalle albicocche di centinaia di specie differenti ai pomodorini del piennolo ciliegie, gli agrumi, le noci, le olive, tutti prodotti inimitabili dal sapore marcato ed inconfondibile. E poi le uve, coda di volpe, falanghina, piedirosso, e naturalmente l aglianico sono i vitigni che producono i vini vesuviani, il Lacryma Christi è tra i vini italiani più conosciuti all estero. E ancora la catalanesca, ottima uva bianca da tavola portata dagli spagnoli e coltivata alle falde del Somma. Andy Warhol disse Il Vesuvio è molto più di un mito: è una cosa terribilmente reale, una realtà che stupisce chiunque provi a scoprirne la sua vera essenza.

28 All Edizione 2016 di Terra Madre - Salone del Gusto di Torino, in programma dal 22 al 26 settembre l Ente Parco nazionale del Vesuvio presenta al grande ed attento pubblico del Salone il forte legame che da sempre lega la civiltà Vesuviana con l agricoltura. Questo inscindibile legame rappresenta una delle peculiarità del territorio Vesuviano e di ciò ne sono testimonianza due siti archeologici, cosiddetti minori dove i lavori di scavo hanno fatto giungere a noi copiose tracce dell agricoltura praticata nella fertilissima campagna vesuviana già dai tempi dei Romani. A Terra Madre, con l aiuto delle Soprintendenze ai Beni Archeologici, dell Università degli studi Suor Orsola Benincasa e dell Università di Tokyo, raccontiamo la vocazione del territorio vesuviano per l agricoltura di qualità sin dai tempi dei Romani. L invito più caloroso che si possa rivolgere ad un viaggiatore curioso in giro per il Parco nazionale del Vesuvio è quello di commettere peccati di gola. Non potrà certo sfuggire alla tentazione dei sapori che i prodotti di questa terra offrono. Ad ogni mutazione di paesaggio corrisponde una diversa tradizione ci si avvicina alla montagna, i profumi e i colori del mediterraneo lasciano il posto ai sentori tipici del vulcano. Così avviene per l artigianato che evoca suggestioni che sembrano venire da epoche lontane, e a quelle epoche riportare, e che cantraddistinguono in maniera unica e irripetibile il rapporto tra uomo e vulcano. L agricoltura vesuviana, grazie al suolo lavico ricco di minerali, all ottimo drenaggio e al clima mediterraneo, è da considerarsi unica per varietà di produzioni e per originalià di sapori. Per la frutta costituiscono prodotti tipici le albicocche e le ciliege. Tra le circa cento specie di albicocche esistenti le più conosciute sono la Pellecchiella, che è considerata la migliore per il suo gusto particolarmente dolce e per la compattezza della polpa, la Boccuccia liscia di sapore agro dolce e la Boccuccia spinosa, così detta per la buccia meno liscia, la Cafona, la Carpone con sapore zuccherino. Tra gli altri cultivar, tutti molto gustosi, sono bello, Prete, Palummella. Le ciliege, meno numerose, sono coltivate per lo più alle falde del Monte Somma. Tra le più famose ricordiamo la Ciliegia Malizia, con polpa rossa e consistente dal gusto succoso e aromatico e la Ciliegia del Monte che è considerata e rosso e la polpa è chiara, succosa e profumata. Altro prodotto tipico sono i famosi Pomodorini da serbo. Sono di piccole dimensioni, tondeggianti, con una caratteristica punta alla base e hanno un sapore dolce-acidulo dovuto alla particolare concentrazione di zuccheri e sali minerali. Vengono raccolti acerbi in estate e conservati legati ad uno spago attorcigliato a cerchio. Riposti in luoghi asciutti e lontano dai raggi del sole, maturano lentamente, conservando la polpa gustosa e succulenta, protetta dalla buccia che appassisce. I grappoli di pomodorini cos raccolti sono detti piennoli. Vengono usati sulla pasta, sulla pizza e fanno ottimi sughi per il pesce e la carne.

29 Il complesso vulcanico del Somma- dal tempo degli antichi romani!) per la bontà dei suoi vini. Alle falde del vulcano sono coltivate l uva Falanghina del Vesuvio, la Coda di Volpe (chiamata localmente Caprettone) e il Piedirosso del Vesuvio, dalle quali si ricava il famoso Lacryma Christi, un vino dall odore gradevolmente vinoso e dal nelle varietà di rosso, rosato e bianco e diventa DOC quando raggiunge i 12 alcolici. Un cenno particolare va fatto all uva Catalanesca, ottima uva da tavola per la sua polpa carnosa e zuccherina, che si coltiva in piccole quantità per lo più alle falde del Monte Somma. A livello familiare se ne ricava un vino singolare dal colore opaco e retrogusto forte. Tra gli ortaggi sono da segnalare, oltre friarielli, broccoli dal gusto forte e amarognolo che nella cucina napoletana condiscono pasta, carne e pizza. Per la frutta secca sono eccellenti le noci e le noccioline. Da assaggiare tutti i latticini e in particolare, oltre allla classica Diffusa anche la produzione del miele. Grazie anche al recupero e l utilizzo funzionale dei siti archeologici e storici (Ville Vesuviane) l agricoltura per l associazionismo vincolandosi e promuovendo i suoi prodotti ai più alti livelli internazionali. L Area Vesuviana dall antichità per i suoi prodotti agricoli di eccellenza, la folta vegetazione e la fertilità della terra, diventata celebre con l eruzione del Vesuvio il 24 agosto 79 d.c., quando intere città, tra cui Pompei, Oplonti, e Ercolano furono distrutte. Sono state queste attività del Vesuvio che hanno testimonianze di cosa si coltivava, di conservazione di alcuni prodotti. Queste testimonianze sono emerse, copiose, grazie agli scavi effettati in siti cosiddetti minori, come la Villa Augustea di Somma Vesuviana e nei siti di Villa Regina di Boscoreale i cui resti sono raccolti nell Antiquarium di Boscoreale. Di seguito riportiamo due brevi schede dei siti archeologici. Il sito sorge in una delle zone più interessanti dal punto di vista agricolo. E pianeggiante, e degrada dolcemente a nord verso la piana campana. E sui 50 metri sul livello del mare, ma quando spira la brezza (marina) leggera del pomeriggio sembra di stare molto più in alto. E come se fosse in riva al mare pur non vedendolo. I terreni sono sabbiosi quanto basta a renderli teneri e permeabili per lo spessore di circa due metri necessario alle colture arboree. In pratica sono i materiali caduti dell eruzione del 1631 misti a limo per dilavamento. Sotto trovi i materiali delle eruzioni del 530 e poi del 472. Ma sempre con un leggero utilissimo alle radici più profonde. E la fertile terra delle viti a radice profonda, catalanesca e piedi rosso albicocchi giganteschi, ma anche ciliegi monumentali. Tutto a coltura asciutta ma non te ne accorgi neanche in pieno agosto. Fino a pochi decenni fa (dall arrivo delle macchine agricole che hanno allargato i sesti d impianto) sembrava un bosco agricolo tanto la

30 Gli Angioini e gli Aragonesi vi tenevano una segretissima residenza estiva (Starza della Regina) utile alla mensa regale per il vino ma indispensabile per frutta ed ortaggi di alta qualità. La nostra Villa è nata dopo l eruzione del 79, intorno al 120 d. C., appena dopo la ripresa vegetativa della natura devastata dai terremoti accompagnati ad una delle più violenti eruzioni della storia antica. Sicuramente l area comprendeva un punto d acqua potabile. Ci doveva stare necessariamente qualche sorgente nei pressi. Lo dimostra la grande cisterna che sta venendo alla luce. Ma ancor di più lo dimostra la vicinanza a valle dell Acquedotto Augusteo (circa due kilometri) che con forte probabilità prendeva acqua da questo sito. Doveva essere una meraviglia lo scenario che si presentava. Una sorgente (o più sorgenti?) a monte irreggimentata in una grande cisterna che alimentava la villa (o le ville?) ed un condotto (o un canale?) che da qui, scendendo a valle, incrociava il condotto principale dell Acquedotto Augusteo (in galleria) cha da Serino portava acqua alla Piscina Mirabilis. L opera della natura e l opera dell uomo insieme in un panorama da paradiso terrestre. La Villa Augustea presenta già alla nascita decorazioni legate alle culto di Dioniso ed al culto di Pan con grappoli d uva e foglie di vite e statue dappertutto. In seguito all abbandono da parte dei ricchissimi proprietari (intorno al 3. secolo d. C.) si trasforma in una grande azienda vitivinicola. Probabile sia stata l antesignana delle e capacità produttiva. Per il momento rappresenta il più grande impianto industriale vinicolo scoperto in Italia. Il tutto è stato distrutto dall eruzione del 472 d. C. Quest altra devastante eruzione vesuviana oltre a distruggere la villa tutta l area. Scompaiono le sorgenti, la portata dell Acquedotto Augusteo Tutto è risultato travolto da decine di metri di fango di spessore. Tutto il bello possibile è stato completamento tombato e senza nessun testimone. L opera di recupero è appena agli inizi. L Antiquarium di Boscoreale è un museo di tipo archeologico ed è sito custoditi reperti provenienti dagli scavi di Pompei,Ercolano, Stabia, Oplonti, Boscoreale ed offre uno spaccato sugli usi e costumi della vita romana nonché della natura durante tale periodo. L Antiquarium è stato inaugurato nel 1991 ad opera della Soprintendenza archeologica di Pompei[1] per offrire ai visitatori la possibilità di conoscere il territorio vesuviano durante l epoca antecedente l eruzione del Vesuvio del 79, con reperti agricola e degli usi quotidiani degli abitanti della zona.l percorso museale si sviluppa in un corridoio, nel quale sono esposte alcune illustrazioni che degli annidel bosco e della palude fauna, alla cosmesi, all allevamento, all agricoltura e alla medicina[3], mentre la seconda raccoglie reperti

31 provenienti per la maggior parte dalle ville di Boscoreale ma anche da degli altri siti vesuviani. Nella prima sala si trovano reperti come zappe, ami, resti vegetali di pini e pigne, anfore vinarie, il calco di una foglia di una villa stabiana e calchi di animale come quello di un cane con ancora indosso il collare e quello di un maiale. Nella seconda sala sono conservati reperti provenienti da Villa Regina, come un ermetta marmorea, una tazza in ceramica e delle lucerne, da Villa della Pisanella, come un frantoio in pietra lavica, dei sigilli in bronzo ed un plastico della villa che riproduce la grande cella vinaria con ben 84 dolia infossati; sono inoltre presenti reperti provenienti dalla villa di Marcus Livius Marcellus, dinumerius Popidius Florus e di altre ville parzialmente scavate nel territorio di Boscoreale. Accanto all Antiquarium, i resti dell unica villa romana della zona interamente scavata e ricostruita, villa agricola, di modeste dimensioni, dedicata alla produzione del vino, così come testimoniato dalla vasca di pigiatura dell uva, dal torchio vinario ligneo, di cui oggi rimane il calco e dalla cella vinaria con gli orci posti sotto terra per la conservazione del vino.

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34 34 SENTIERI DEL GUSTO A albicocca vesuviana Una delle prime testimonianze precise della presenza di albicocchi in Campania è dovuta a Gian Battista Della Porta, scienzato napoletano, che, nel 1583, nell opera Suae Villae Pomarium distingue due tipi di più pregiate. Da questo antico termine deriverebbe, quindi il napoletano crisommole ancora oggi usato per indicare le albicocche, e da cui sarebbero derivate, inoltre, le crisomele alessandrine, che ancora esistono nell area vesuviana. Nel secolo scorso il testo ad opera di autori vari, Breve ragguaglio dell Agricoltura e Pastorizia del Regno di Napoli, del 1845, riconosce l albicocco come nell area del napoletano, e precisamente in quella vesuviana, dove viene meglio che altrove e più maniere se ne contano, differenti nelle frutta. Evidentemente vi era già una discreta varietà di ecotipi che offrivano frutta diverse a seconda delle caratteristiche della varietà di appartenenza, di cui oggi si riconoscono oltre 40 nella sola area vesuviana. AREA DI PRODUZIONE Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni della Boscotrecase, Ercolano, Massa di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, S. Anastasia, S. Sebastiano al Vesuvio, S. Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Terzigno, Trecase, Torre Annunziata e Torre del Greco. La Campania è la regione più importante, nella coltivazione di albicocche, con quasi tonnellate di prodotto, proveniente per la maggior parte dal Parco nazionale del vesuvio, che rappresenta circa l 80% della produzione regionale. Nell area del Parco del Vesuvio attualmente vi sono circa 2000 ettari di albicoccheti, con una produzione che in condizioni climatiche normali si dovrebbe attestare sui quintali. La maggior parte è destinata al consumo fresco. Una quota variabile di anno in anno viene trasformata in nettari, ossia in succo e polpa, mentre una piccola parte viene trasformata in confetture, essiccati e canditi, e in ultimo una quota molto limitata è trasformata in prodotti surgelati e sciroppati.

35 Azienda Agricola Angrisani Mario Via Collegiata, Somma Vesuviana (NA) Tel Azienda Agricola Angrisani Salvatore Via Castello, Somma Vesuviana (NA) Tel DESCRIZIONE Con il termine albicocca Vesuviana si indica un insieme di oltre quaranta diversi biotipi tutti originari dello Ceccona, Palummella, S. Castrese, Vitillo, Fracasso, Pellecchiella, Boccuccia Liscia, Boccuccia Spinosa e Portici. La coltivazione è attualmente estesa a tutto il territorio dell area vesuviana, dove infatti è nota la particolare fertilità dei terreni, che, essendo di natura vulcanica, sono ricchi di minerali e in particolare di potassio, elemento noto per la sua frutti e dei vegetali in genere, e che, in questo caso contribuisce a conferire alle albicocche un gradevole e caratteristico sapore. Data la variabilità degli elementi che caratterizzano le numerose varietà, si potrebbe generalizzare la loro descrizione maggior parte a maturazione precoce sul mercato per le loro caratteristiche organolettiche,soprattutto per sapidità e dolcezza. Si distinguono dal punto di vista estetico per la presenza di un sovracolore rosso sfumato o punteggiato sulla base giallo- aranciata della buccia di una buona parte di esse. STAGIONALITÀ DEL PRODOTTO Si raccolgono verso metà giugno. parco nazionale del vesuvio

36 36 SENTIERI DEL GUSTO Azienda Agricola Angrisani Mario Via Collegiata, Somma Vesuviana (NA) Tel Azienda Agricola Angrisani Salvatore Via Castello, Somma Vesuviana (NA) Tel C ciliegia del monte In Campania esiste una grande tradizione per la coltivazione delle ciliegie in particolare in provincia di Napoli. La zona vesuviana, alle pendici del Monte Somma, è rinomata per la produzione della cosiddetta ciliegia del Monte o Durona Del Monte, che ha fatto la storia della cerasicoltura di quest area. La coltivazione del ciliegio è concentrata soprattutto alle falde del Monte Somma dove è sicuramente presente, come tipologia colturale di rilievo, almeno sin dall epoca della dominazione angioina. Anche in questo caso, così come accade spesso sul Vesuvio a causa dei frequenti incroci spontanei, si è in presenza di una moltitudine di cultivar sono state ancora del tutto censite. La ciliegia Del Monte, anche conosciuta con il nome di Ciliegia di Montagna o Durona del Monte, è considerata la migliore tra le ciliegie da tavola campane. Si presenta con frutti grossi, ma la colorazione di questi ultimi è giallo-rosata, su un lato e rossa, con punteggiatura gialla, sull altro. Si tratta di una varietà più tardiva che si di giugno. La polpa è chiara, molto croccante. Notevole anche il profumo e il gradevole retrogusto acidulo. AREA DI PRODUZIONE Il territorio interessato alla produzione è compreso nei seguenti comuni del Pollena Trocchia, S. Anastasia, Somma Vesuviana. DESCRIZIONE Il frutto si riconosce per la sua buccia di colore giallo-rosato su di un lato e rosso scuro dall altro, con punteggiatura gialla. La polpa è giallastra, croccante maggio e la seconda decade di giugno. STAGIONALITÀ DEL PRODOTTO Fine di maggio inizio di giugno

37 U uva catalanesca Questo frutto deve il suo nome alla qui dalla Catalogna, da Alfonso I d Aragona nel XV secolo, e impiantato sulle pendici del Monte Somma, fra Somma Vesuviana e Terzigno. Su questi fertili terreni vulcanici l uva contadini vesuviani negli imponenti cellai delle masserie, dove ancora oggi è possibile trovare torchi che risalgono al 600. Solo il prodotto eccedente veniva utilizzato come uva da tavola. consuetudine di lasciare sulla pianta i grappoli più belli, eliminando via via gli acini guasti, così da favorirne il AREA DI PRODUZIONE Il territorio interessato alla produzione Somma Vesuviana, Sant Anastasia, Pollena Trocchia. DESCRIZIONE L uva catalanesca ha un grappolo di grandezza media, acini di forma lievemente allungata ed una buccia di colore verdastro, che vira al giallo dorato quando raggiunge la completa maturazione. La polpa e bianca e carnosa e viene molto apprezzata per il suo sapore dolce, l elevato tasso zuccherino la rende adatta alla ed esclusivamente a livello familiare. all elenco delle uve da vino. STAGIONALITÀ DEL PRODOTTO Si raccoglie tra ottobre e novembre parco nazionale del vesuvio

38 38 SENTIERI DEL GUSTO P pomodorino del piennolo del vesuvio dop La coltivazione del Pomodorino del Piennolo sulle falde del Vesuvio ha senza dubbio radici antiche e ben documentate. Per limitarci alle testimonianze storiche più illustri, notizie sul prodotto sono riportate dal Bruni, nel 1858, nel suo Degli ortaggi e loro coltivazione presso la città di Napoli, ove parla di pomodori a ciliegia, molto saporiti, che si purché legati in serti e sospesi alle. Altra fonte letteraria attendibile è quella di Palmieri, che sull Annuario della Reale Scuola Superiore d Agricoltura in Portici (attuale Facoltà di Agraria), del 1885, parla della pratica nell area vesuviana di conservare le bacche della varietà p appennere in luoghi ombrati e ventilati. Francesco De Rosa, altro professore della Scuola di Portici, su Italia Orticola del novembre 1902, precisava che la vecchia cerasella vesuviana era stata via via sostituita dal tipo, più indicato per la conservazione al piennolo. Il De Rosa è anche il primo ricercatore che riporta in modo esaustivo l intera tecnica di coltivazione dei pomodorini vesuviani, facendo intendere così che si stava sviluppando nell area un intera economia intorno a questo prodotto, dalla produzione delle piantine da seme alla vendita del prodotto conservato. Anche il prof. Marzio Cozzolino, della Facoltà di Agraria di Portici, nel suo testo del 1916, concorda con le fonti precedenti, sia sulla descrizione varietale che sui metodi di produzione, dedicando intere parti del testo a descrivere minuziosamente la tecnica colturale e soprattutto fornendo dati, anche economici, che aiutano a capire la laboriosità e la complessità di questa tipologia di prodotto. L area tipica di produzione e conservazione del pomodorino del piennolo coincide con l intera estensione del complesso vulcanico del Somma-Vesuvio, includendo le sue pendici degradanti sino quasi al livello del mare. In particolare, la zona di produzione e condizionamento prevista dal disciplinare del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP territorio dei seguenti comuni della Boscotrecase, Cercola, Ercolano, Massa Di Somma, Ottaviano, Pollena Trocchia, Portici, Sant Anastasia, San Giorgio a Cremano, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio, Somma Vesuviana, Terzigno, Torre Annunziata, Torre del Greco, Trecase, la parte del territorio del comune di dalla strada provinciale Piazzola di Nola Rione Trieste (per il tratto che va sotto il nome di Costantinopoli ), dal Lagno Rosario, dal limite del comune di Ottaviano e dal limite del comune di Somma Vesuviana. DESCRIZIONE Il Pomodorino del Vesuvio viene apprezzato sul mercato sia allo stato fresco, venduto appena raccolto sui mercati locali, che nella tipica forma conservata in appesa - al piennolo -, oppure anche come conserva in vetro, secondo un antica ricetta familiare dell area, denominata a pacchetelle, anch essa contemplata nel disciplinare di produzione della DOP.

39 Azienda Agricola Le prelibatezze di Nonno Luigi Via S Leonardo 93, S. Giuseppe Vesuviano (NA) Tel: 081/ , Fax: 081/ antichisaporives@libero.it. Azienda Agricola Casa Barone Via Panoramica Fellapane-Massa di Somma, Via Delle 4 Giornate, 35 - Torre Annunziata, Tel: 081/ , Fax: 081/ , agricola@casabarone.it. Azienda Agricola L Orto del Vesuvio di Laura Guidone, Via Panoramica 43-S. Sebastiano al Vesuvio (NA), Tel: 081/ , Fax: 081/ , info@ortodelvesuvio.com. Azienda Agricola Sapori Vesuviani di Pasquale Imperato Strada Prov.Le Pugliano, Portici (NA) Tel: 081/ , info@saporivesuviani.it. Azienda Agricola Angrisani Mario Via Collegiata, Somma Vesuviana (NA) Tel enzoangrisani@gmail.com Azienda Agricola Angrisani Salvatore Via Castello, Somma Vesuviana (NA) Tel Eligo Via Prisco di Prisco,190 Ottaviano NA Tel info@eligo.me Ordinariamente la raccolta viene effettuata recidendo i grappoli interi, quando su di essi sono presenti almeno il 70% di pomodorini rossi, mentre gli altri sono in fase di maturazione. Questa antica pratica consente di procrastinare il consumo delle bacche, integre e non trasformate, per tutto a sette-otto mesi, utilizzando locali areati e senza il supporto delle moderne tecnologie di conservazione. Le peculiarità del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP sono la elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al peduncolo, l alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori pedoclimatici tipici dell area coltivato dove i suoli, di origine vulcanica, sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico Somma-Vesuvio. In quest ambiente di elezione, la qualità del pomodorino raggiunge punte di eccellenza. Proprio la ricchezza in acidi organici determina la vivacità o acidulità di gusto, che è il carattere distintivo del pomodorino del Vesuvio. Ciò, oltre a derivare da una peculiarità genetica, è indice di un metodo di coltivazione a basso impatto ambientale e con ridotto ricorso ad acque d irrigazione, che rende tale coltura particolarmente adatta ad un area protetta, quale quella del Parco Nazionale del Vesuvio. Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP per le sue qualità è un ingrediente fondamentale della cucina napoletana e campana in generale, ed ha una grande versatilità in cucina. Accanto ai tradizionali spaghetti alle vongole e agli altri frutti di mare, gli chef locali si impegnano ad utilizzarlo in tanti altri piatti, tra cui una variante alla prelibata pizza napoletana. STAGIONALITÀ DEL PRODOTTO Si raccoglie in estate parco nazionale del vesuvio

40 40 SENTIERI DEL GUSTO M miele Tra i boschi del Somma Vesuvio viene prodotto uno dei migliori mieli d Italia Il miele è un alimento dalle origini remote, noto già agli antichi egizi per le sue proprietà antisettiche e perché ritenuto simbolo di purezza e genuinità, grazie al suo aspetto limpido e trasparente. colore e il profumo del miele dipendono dalla pianta frequentata dalle api, e quindi, dal tipo di polline utilizzato per produrlo; la ricca e variegata vegetazione vesuviana gran produzione di diversi tipi di miele, che, oltre a essere consumato fresco, è anche l ingrediente principale di numerosi piatti della tradizione dolciaria, si pensi solamente al torrone o agli struffoli, prodotti con il miele di acacia. Quest ultimo è una specialità di tutta la Regione. AREA DI PRODUZIONE Il territorio interessato alla produzione Somma Vesuviana, Sant Anastasia, San Giuseppe Vesuviano, San Sebastiano al Vesuvio. DESCRIZIONE un colore molto chiaro e un profumo leggero ma caratteristico; il suo sapore ricorda il profumo vanigliato dei manualmente tra aprile e ottobre e viene lasciato a maturare per 3-4 settimane; è poi confezionato in contenitori di vetro e posto in commercio non oltre l autunno dell anno successivo a quello Azienda Agricola Le prelibatezze di Nonno Luigi Via S Leonardo 93, S. Giuseppe Vesuviano (NA) Tel: 081/ , Fax: 081/ antichisaporives@libero.it. Apicoltura La Fattoria di Nocerino Santina Via Bisignano, 13 - Barra (NA) Tel: 081/ , Fax: 081/ lafattoria1962@libero.it di raccolta. Anche il miele di castagno è antichissimo e occupa un posto importante nella tradizione alimentare campana, poiché costituisce, spesso accompagnato dalla frutta essiccata, un ingrediente fondamentale nell artigianato dolciario tradizionale. questo miele ha un colore che varia dall ambrato al marrone scuro. Ha un odore molto tipico, forte e penetrante e un sapore pungente lievemente amaro. Anche il miele di castagno non cristallizza e viene raccolto tra aprile e ottobre per poi essere confezionato in contenitori di vetro e posto in commercio entro l autunno dell anno successivo a quello di raccolta. Degno di rilievo è anche quello di melata di bosco, in questo caso il miele deriva da melate prodotte da molte specie vegetali diverse parassitizzate da un unico insetto. E di colore ambrato scuro, talvolta quasi pece e viene presentato quasi ovunque allo stato liquido. Il profumo è intenso, vegetale, fruttato, ha un sapore dolce ma non troppo, con retrogusto salino appena percettibile. L aroma, mediamente intenso, di malto d orzo, caramello, è poco persistente.

41 N E Curti, Via Garibaldi, S. Anastasia (NA), Tel: 081/ , Fax: 081/ info@e-curti.it. Distilleria Amato SAS Via Croce Rossa, ,San Giuseppe Vesuviano (NA) Tel Fax info@amato1881.it nocillo L origine del nocillo si perde nei secoli e la sua preparazione è legata ad una metodologia precisa e quasi rituale. L ingrediente principale da cui è costituito, le noci verdi, devono essere raccolte e tagliate. Alla vigilia del giorno di San Giovanni, il 23 giugno; in quel giorno, infatti, si trovano nel loro momento balsamico poiché il gheriglio, protetto dal mallo verde e dal guscio morbido, non presenta gocce d acqua al suo interno ma è ricco di oli essenziali. Le noci, comprensive di mallo, vengono lasciate macerare in alcool per trenta quaranta giorni in bottiglie di vetro ben tappate ed esposte al sole, che devono essere agitate di tanto in tanto. Al termine del periodo di macerazione il composto sciroppo preparato a parte con acqua sterilizzata e zucchero, ed aromatizzato l imbottigliamento si lascia riposare per almeno due mesi prima di consumarlo. Il nocillo prodotto originario delle aree interne della regione, più precisamente dell Irpinia e del Sannio, ma da tempo la produzione si è diffusa anche ad opera di alcuni piccoli laboratori artigianali vesuviani. AREA DI PRODUZIONE Sant Anastasia DESCRIZIONE Il nocillo o nocino è un rosolio antichissimo, di colore scuro e gradazione alcolica molto elevata, intorno ai 40, dalle spiccate proprietà digestive e dal prelibato sapore amaro parco nazionale del vesuvio

42 42 SENTIERI DEL GUSTO P pane I fornai dei comuni dell area vesuviana, sono considerati dei maestri nella produzione delle forme di pane che hanno visto negli anni mantenere invariate le regole produttive e gli ingredienti utilizzati così da rimanere un prodotto genuino e di altissima qualità. AREA DI PRODUZIONE Tutti i comuni del Parco DESCRIZIONE tradizione, che alle falde del Vesuvio caratteristica è la lievitazione, che avviene in maniera naturale con il «criscito» acqua, farina e parte dell impasto delle precedenti infornate, lasciato a fermentare per oltre dieci ore. Il tipico palatone ha forma allungata e altezza superiore alla base; per preparalo si utilizza farina di grano tenero, lievito di birra, acqua, rigorosamente locale e la giusta dose di sale. La farina viene aggiunta al lievito di birra sciolto in acqua tiepida e il composto viene lasciato lievitare per diverse ore. La pasta viene poi modellata in forme dal peso che può variare dal mezzo chilogrammo a due kg che vengono cotte in forno caldo a legna. Le caratteristiche del pane vesuviano sono la crosta sottile e dorata e la deliziosa mollica bianca, che si conserva fragrante per parecchi giorni.

43 Via nuova Casaraia IV Traversa, Somma Vesuviana (NA) Tel Unipan Consorzio Di Prodotti Campani Da Forno Piazza Masaniello, Napoli Tel info@consorziounipan.com parco nazionale del vesuvio

44 44 SENTIERI DEL GUSTO P pasta La tradizione nella produzione di paste alimentari di Napoli e provincia,risale agli ultimi decenni dell Ottocento, epoca in cui si affermò un vero e proprio distretto produttivo localizzato nel cuore dell area vesuviana. in grandissima parte localizzati a Torre Sicuramente per motivi legati alla commercializzazione via mare. Torre annunziata diventò uno dei centri commerciali più importanti dell epoca assorbendo nella produzione della pasta tutta la manodopera locale e parte di quella dei dintorni. L avvento della meccanizzazione nei processi produttivi di tale settore, in particolare, nei processi d essiccamento comportò la perdita di competitività derivante dalle condizioni climatiche dell area indispensabile per l essiccamento della pasta effettuato, mediante ventilazione naturale. Tuttavia la mancata trasformazione del settore in grande industria ha favorito nascita delle attuali imprese di pastai, eredi del grande sviluppo passato e ad esso strettamente connesse in relazione ai caratteri di naturalità e Vesuviana hanno conosciuto momenti alterni ma hanno sicuramente formato pastai con know how che continua ad

45 Via Ponte Mastrilli, Boscoreale (NA) Tel.: Fax.: produzioni di riconosciuta qualità sono nati nei comuni del Parco Nazionale del Vesuvio. I pastai sono di Torre Annunziata le tecniche di lavorazione e di essiccamento sono quelle che hanno reso famosa la pasta nel mondo. AREA DI PRODUZIONE Torre Annunzaita, Boscoreale. DESCRIZIONE Per quanto riguarda la metodica produttiva, la prima operazione che si esegue nella fabbricazione della pasta consiste nell impastare la semola di grano duro (prodotto granulare ottenuto dalla prima macinazione del grano) con acqua calda. L impasto, portato al giusto grado d omogeneità, passa alla si conferisce alla pasta la forma voluta, comprimendola e facendola passare attraverso delle piastre metalliche munite di fori. La forma dei fori corrisponde, naturalmente, al formato di pasta che si vuole ottenere. asciugata in modo da portarla al grado d umidità previsto dalla legge (Max 12,50%). L essiccamento, che un tempo si praticava all aria aperta, oggi è effettuato ponendo la pasta in ambienti più o meno vasti, e ben ventilati, nei corrente d aria calda e secca. Una buona pasta si riconosce, tiene la cottura, caratteristica, quest ultima, connessa alla quantità di glutine (la proteina che trattiene l amido e non permette la sfaldatura del prodotto) contenuta nella pasta stessa. parco nazionale del vesuvio

46 46 SENTIERI DEL GUSTO B stoccafisso e baccalà L origine storica della lavorazione 1500 e l inizio del secolo successivo. Più incerta è, invece, l individuazione dei motivi che portarono a localizzare proprio nell area del Vesuvio detta lavorazione che si presume sia legata alla presenza delle vicine sorgenti indispensabile per la lavorazione della Secondo alcuni studiosi la ragione va individuata nel grande incremento della domanda di pesce, con conseguente inadeguatezza dell offerta locale, scaturente dalle prescrizioni della chiesa della controriforma, circa l astinenza dal mangiar carne nei giorni comandati. Tale assunto potrebbe essere avvalorato dal divieto di mangiare carne durante i festeggiamenti delle Feste della Montagna che si tengono a Somma Vesuviana dal primo sabato dopo Pasqua a Maggio e dove preponderante nell ambito dei convivi consumati durante i festeggiamenti. AREA DI PRODUZIONE Somma Vesuviana DESCRIZIONE La lavorazione e la commercializzazione di questo prodotto, pone le sue radici sul Vesuvio, e precisamente nella cittadina di Somma Vesuviana, sede delle più grandi aziende italiane operanti nell importazione e nella lavorazione del merluzzo, secondo un processo è l essiccazione naturale del merluzzo nordico, che avviene in Norvegia e tale processo, permette un ottima conservazione del prodotto, dopodiché il pesce così trattato viene mandato intero direttamente agli stabilimenti dove viene tagliato e selezionato. Il passaggio più importante, è quello dell ammollaggio nell acqua del luogo, la quale, secondo antiche leggende possiede caratteristiche particolari. Proprio le valide tecniche di lavorazione artigianali, unite all acqua ricca di calcio e ferro magnesio, permettono la riuscita di prodotto eccellente. Inoltre, è un alimento ricco di proteine vitamine e sali minerali, e nonostante sia concentrato e gustoso, è sicuramente un piatto altamente digeribile e perfetto per ogni tipo di alimentazione.

47 SCANFISH S.r.l Sede Legale : Via Ferrante D Aragona, 64 Stabilimento: Via San Sossio Somma Vesuviana - Napoli Italy Ph / Fax parco nazionale del vesuvio

48 48 SENTIERI DEL GUSTO Villa Dora Via Nazionale, Terzigno (NA) Tel. 081/ , Fax: 081/ , Industria Vinicola Campana di Gabriele De Falco Via Figliola, 2 I trav S. Sebastiano al Vesuvio (NA), Tel: 081/ , Fax:: 081/ , defalcovini@tin.it. Fioravante Romano Via Mozzoni, 25, Ottaviano (NA) Tel: 081/ , Fax: 081/ Casa Vinicola Setaro Via Bosco del Monaco, 34, Trecase (NA) Tel: 081/ info@casasetaro.it. Azienda Vinicola Sorrentino Via Casciello, , Boscotrecase (NA) Tel: 081/ , Fax: 081/ , info@aziendavinicolasorrentino.it. Azienda Agricola Cantine Olivella Via Zazzera Sant Anastasia_(NA) phone fax info@cantineolivella.com Azienda Vitivinicola Vigna Pironti Sede operativa Via Cortile Ammirati,10/11/13B San Giuseppe Vesuviano (NA) info@vignapironti.it

49 V vino LACRYMA CHRISTI del VESUVIO D.O.C. Il vino del vesuvio è un prodotto che entra a pieno titolo nella storia dell enologia nazionale ed internazionale; noto ed affermato in tutto il mondo. Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit. Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa (Marziale). Qui l uva ha un sapore e un profumo inconfondibile. La fama di questo meraviglioso angolo Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo asportato da Lucifero, pianse e laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacryma Christi. Sulla leggenda ritornò Curzio Malaparte che ne La pelle, invita a bere questo sacro, antico vino. La zona di produzione comprende solo le aree a vocazione viticola di 15 comuni, in provincia di Napoli, localizzati sulle pendici del Vesuvio, dove i vigneti ospitano varietà autoctone, da sempre coltivate in questa zona, come il Caprettone, la Falanghina. AREA DI PRODUZIONE Boscotrecase, Trecase, San Sebastiano al Vesuvio, Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Torre Annunziata, Torre del Greco, Ercolano, Portici, Cercola, Pollena Trocchia, Sant Anastasia e Somma Vesuviana. DESCRIZIONE Lacryma Christi Bianco* paglierino; detta Caprettone) e/o Verdeca (min. 80 %), Falanghina e/o Greco (max 20 %); veraci, zuppe di pesce, risotto alla scoglio in bianco, crostacei, piatti di verdure con formaggi freschi e teneri; si sposa ottimamente con impepata di cozze o pomodorini col pizzo del Vesuvio areganati. Lacryma Christi Rosso Palummina) e/o Sciascinoso (loc. detto Olivella) (min. 80 %), Aglianico (max 20 %); arrosti, pollame nobile, formaggi piccanti; da privilegiare l abbinamento con ruspantino alla cacciatora con patate al forno e con spaghetti aglio e olio. Lacryma Christi Rosato Palummina) e/o Sciascinoso (loc. detto Olivella) (min. 80 %), Aglianico (max 20 %); verdure; è in eccellente armonia con polipetti alla Luciana o affogati in sugo di pomodorini con il pizzo del Vesuvio e cavatelli con capperi.

50 PAESTUM - Tomba del tuffatore

51 ERCOLANO - Rilievo di Telefo

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