Chapter 7. Fusione termonucleare Introduzione

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Chapter 7. Fusione termonucleare Introduzione"

Transcript

1 Chapter 7 Fusione termonucleare Introduzione Si ha liberazione di energia quando due nuclei leggeri si combinano insieme in una reazione di fusione e il nucleo prodotto ha numero di massa inferiore a circa A=56. L energia rilasciata nella fusione, per unita di massa di materiale e comparabile con quella rilasciata nella fissione ( 1 MeV u 1 ) ed in alcuni casi anche ben superiore. Quindi la fusione ha un grande potenziale per essere una sorgente di energia controllata, i nuclei leggeri sono piu abbondanti del materiale fissile e ci sarebbero meno scorie radiattive ed inoltre queste avrebbero vite medie brevi e quindi non ci sarebbe bisogno di immagazzinarle per periodi gelogici, diversamente dalle scorie da fissione. Tuttavia realizzare la fusione, per trarne energia, e estremamente piu complicato che la fissione. Tutti i nuclei sono carichi e quindi e necessario un certo ammontare iniziale di energia cinetica per aumentare la loro probabilita di penetrare la barriera Coulombiana, che normalmente li tiene separati ed impedisce che avvenga la fusione. In un reattore a fusione si intende generare questa energia col calore, per questo il processo e chiamato termonucleare. La fusione termonucleare e stata ottenuta in laboratorio con una temperatura di circa 100 Ml di gradi, ma con grandi difficolta di mantenere le condizioni stabili ed a lungo. Nell Universo esistono le condizioni per la fusione termonucleare, si pensi alle stelle: la fusione nucleare genera l energia che le stelle irraggiano nello spazio e determina la loro evoluzione temporale, Sole compreso. Fusione nucleare si deve essere prodotta nei primi minuti dopo il BigBang. 1

2 7.1 Reazioni termonucleari e produzione di energia Reazioni base Di seguito sono elencate le reazioni base di fusione che possono essere prese in considerazione per la produzione di energia nucleare. Naturalmente sono tutte esotermiche e l energia rilasciata (Q Reaction Q-value(MeV) (1) p + d 3 He+γ 5.49 (2) d + d 4 He+γ value) e indicata in MeV. (3) d + d 3 He+n 3.27 (4) d + d t + p 4.03 (5) d + t 4 He+n (6) d + 3 He 4 He+p (7) t + t 4 He+2n Entrambi i nuclei interagenti, ad eccezione di uno, sono isotopi dell idrogeno (Z=1) poiche questo minimizza la forza repulsiva coulombiana, che impedisce la fusione. La fusione di due protoni, pur essendo la primaria reazione astrofisica, ha tempi di occorrenza troppo lenti da essere considerata come sorgente di energia termonucleare sulla terra. Le reazioni (1) e (2) hanno una piccola sezione d urto, inoltre non sono l ideale perche quasi tutta l energia e portata via dai raggi γ che sono penetranti e quindi sfuggirebbero, deprivando la zona di reazione dell energia necessaria per mantenere la temperatura del materiale reagente. Le reazioni (3) e (4), D-D, sono anche possibili e hanno sezioni d urto maggiori. Queste sono piu adatte in quanto parte dell energia e presa dalle particelle cariche che possono essere trattenute nel reattore e quindi compensare per la perdita di energia e mantenere la temperatura. Piu promettente ancora e la reazione (5), D-T, che ha una barriera di Coulomb simile alla D-D, ma ha una sezione d urto maggiore ed il rilascio di energia e anche maggiore perche uno dei prodotti finali e una particella α che e molto legata. L efficienza energetica della reazione e 17.6/5 = 3.5MeV u 1, che e circa 4 volte quella della fissione con Uranio. Sfortunatamente la reazione richiede tritio, come componente del materiale di fusione, che e radiattivo ed e prodotto solo nei reattori a fusione. La reazione (6) e pure attraente perche ha un alto valore di Q, ha entrambi i prodotti finali carichi e quindi facilita di contenere l energia nella zona di reazione. Inoltre i reagenti non sono radiattivi e non sono prodotti neutroni, come nel D-T, e quindi non c e radiattivita nel reattore. Lo svantaggio e la barriera Coulombiana e quindi la temperatura del reattore per ottenere una data rate di reazioni, che nel caso Deuterio-miscela Helio-3 sarebbe di circa 6 volte maggiore che per il caso D-T. L energia cinetica totale dei prodotti della reazione e uguale alla somma del Q-value e delle energie cinetiche iniziali delle particelle della fusione. Nelle reazionin (3) e (6), che non producono raggi γ, questa energia e suddivisa tra le due particelle prodotte secondo la massa e l angolo di emissione. Tuttavia, se l energia cinetica iniziale e piccola a fronte del Q-value, come capita usualmente a temperature termonucleari, i momenti finali sono approssimativamente uguali ed opposti ed il rapporto delle energie cinetiche finali e inversamente proporzionale al rapporto delle masse. Nella reazione D-T, ad esempio, E n /E α m α /m n =4. Cosi l energia di output di 2

3 17.6 MeV comparira come un neutrone di 14.1 MeV ed una particella α di 3.5 MeV. Nella reazione D-D invece il 75% dell energia e presa dal protone o dal neutrone. La fissione di 4 protoni, alla fine, a formare 4 He, in diversi passi, e responsabile per l energia termonucleare rilasciata nelle stelle simili al sole. Il passo successivo, bruciato l idrogeno, e la fusione dell elio. La reazione piu semplice 4 He + 4 He = 8 Be non e osservata perche il 8 Be si dissocia di nuovo in due 4 He praticamente nello stesso tempo impiegato a formarsi (10 6 s. Si ha invece un processo piu complicato: 3 4 He 12 C La probabilita di portare tre particelle a interagire in un punto e praticamente zero, ma il processo ( nelle stelle) avviene in due tempi: prima si forma il 8 Be e questo cattura una terza particella α per via di una risonanza nel 12 C che ha grande sezione d urto e quindi una grande probabilita di catturare una α prima che il 4 Be si divida in due di nuovo. La grande barriera di Coulomb della reazione con elio rispetto a quella con idrogeno implica che la fusione di elio avviene solo nelle stelle piu calde ( e vecchie). A temperature ancora piu alte avvengono reazioni che bruciano il 12 C ed anche elementi piu pesanti, fino al 56 Fe. Ma questo e materia dell astrofisica nucleare. Rilascio di energia Il calcolo dell energia rilasciata nella fusione e piu semplice che nella fissione. Bisogna semplicemente calcolare il Q-value della reazione. Per la maggior parte dei casi, dai reattori ai processi stellari, le particelle reagenti hanno energie comprese tra 1-10 KeV e quindi le energie cinetiche iniziali sono relativamente piccole rispetto al Q-value di qualche MeV, da essere trascurabili. L energia rilasciata e l energia totale dei prodotti della fissione,(b,y) saranno uguali al Q-value: 1/2m b v 2 b + 1/2m Y v 2 Y Q Trascurando di nuovo i moti dei reagenti iniziali nello stato finale i momenti saranno circa uguali: m b v b m Y v Y e cosi si ricava 1 2 m bv 2 b Q 1 + m b /m Y, 1 2 m Y v 2 Y Q 1 + m Y /m b (7.1) che permette di calcolare come l energia si distribuisce tra i prodotti finali. Appare chiaro che come conseguenza della suddivisione dell energia la particella prodotto piu leggera se ne prende la parte maggiore. Il rapporto tra le energie cinetiche mostra che 1/2m b v 2 b 1/2m Y v 2 Y = m Y m b (7.2) Cosi nella reazione D-T il neutrone prodotto si porta via l 80% dell energia, mentre nella D-D il protone o neutrone se ne portano via il 75%. 3

4 Barriera Coulombiana La barriera Coulombiana che si frappone tra due particelle interagenti,(a,x), di raggio R a e R X vale V c = e2 4πɛ o Z a Z X R a + R X (7.3) quando le due particelle sono a contatto superficiale. L effetto della barriera Coulombiana nella reazione di fusione e simile a quello sul decadimento α. Il prodotto Z a Z X apparira in un termine di probabilita di penetrazione della barriera come esponenziale, cosicche la probabilita di fusione diminuira rapidamente con Z a Z X. Per reazioni D-T, la V c = 0.4MeV, che anche se e bassa e pur sempre grande per energie di particelle incidenti di 1-10 KeV. Sezione d urto La barriera Coulombiana tra due nuclei di idrogeno e di circa 200 KeV e classicamente la sezione d urto dovrebbe tendere a zero quando l energia del nucleo incidente e uguale o inferiore a questo valore. Ma a causa dell effetto quantomeccanico di tunnelling la sezione d urto e diversa da zero e la fusione avviene anche a basse energie. La probabilita di tunneling attraverso la barriera decresce fortemente con il diminuire dell energia, ma anche ad energie ben sotto l energia della barriera, la sezione d urto rimane finita ancorche piccola. Per particelle reagenti a energie quasi termiche, come nel caso della fusione, la reazione avviene lontano dalla zona energetica delle risonanze e cosi la dipendenza dall energia della sezione d urto deriva primariamente da due termini: il fattore k 2 ( che da una dipendenza da v 2 e dalla probabilita di reazione parziale, che per due particelle cariche include un fattore di penetrazione della barriera della forma exp( 2G) come nel caso del decadimento α, con G fattore di Gamow. σ 1 exp( 2G) (7.4) v2 Il fattore di Gamow con buona approssimazione si puo scrivere come G e πz a Z X 4πɛ o v essendo v la velocita relativa delle due particelle interagenti; nella definizione di sezione d urto manca un fattore di proporzionalita che tiene conto di diversi fattori, quali lo spin delle particelle, ma la dipendenza dall energia e contenuta nell espressione indicata. Nella Fig.?? e mostrato il plot della Xsec per le diverse reazioni di fusione in funzione dell energia. (7.5) Rate di reazione Ad una temperatura finita, atomi e molecole sono in moto termico e si urtano continuamente tra di loro. Lo spettro delle velocita varia secondo la distribuzione di Maxwell-Boltzmann p(v) v 2 exp( mv 2 /2kT ) 4

5 Figure 7.1: Xsec per reazioni di fusione nucleare dove p(v)dv indica la probabilita che la velocita abbia valore compreso tra v e v +dv e k e la costante di Botzmann e T la temperatura assoluta. L energia cinetica corrispondente alla velocita piu probabile e kt ; a temperatura ambiente, kt 0.025eV, ed anche ad alte temperature non si raggiunge che qualche decimo di ev. Questa energia tuttavia e sufficiente a superare la barriera repulsiva di qualche ev tra due molecole e cosi dar luogo a reazioni chimiche, mentre e assolutamente inadeguata per la fusione di nuclei che come gia accennato richiede temperature di almeno 10 8 K(kT 10 KeV). E il sogno di scienziati ed ingegneri essere capaci di portare la temperatura di un gas confinato a quei valori in modo da avere fusione termonucleare capace di mantenersi e produrre anche energia in eccesso. Per capire le condizioni necessarie affinche la reazione di fusione abbia luogo e necessario esaminare i fattori che governano la rate della reazione. Si consideri una miscela di due gas consistenti, rispettivamente, di n 1 e n 2 particelle per unita di volume. Se σ e la sezione d urto delle due particelle, allora la probabilita per una particella del gas 1 di reagire con una del gas 2, per unita di distanza percorsa, e σn 2, essendo lo spazio percorso per unita di tempo uguale alla v della particella. La probabilita di reazione per unita di tempo e n 2 vσ e poiche n 1 e la densita delle particelle 1, la rate totale di reazione per unita di volume e R = n 1 n 2 vσ. L espressione cosi scritta assume che tutte le particelle 1 abbiano la stessa velocita, e le particelle 2 siano stazionarie, cioe si muovano di moto costante. In realta le velocita di 1 e 2 sono distribuite secondo la forma della distribuzione di Maxwell-Boltzmann e quindi bisogna considerare i valori medi < vσ >= p(v)σ(v)vdv (7.6) e di conseguenza l espressione diventa R = n 1 n 2 < vσ >. 5

6 Figure 7.2: Folding di < σv > con distribuzione energia M-B per varie Temperature L integrando nell equazione?? e finito nella regione in cui entrambe le funzioni p(v) e σv sono finite, come si vede dalla Fig.??. Ha un massimo per un particolare valore della velocita v m che corrisponde all energia conosciuta come l energia termica effettiva E m, dove la sezione d urto della reazione cresce rapidamente con la velocita (energia) e la coda della Maxwell-Boltzmann scende velocemente. Se la temperatura cresce, il termine esponenziale in p(v) diminuisce meno rapidamente con l energia e in questo caso c e una grande probabilita di avere collisioni a velocita relative alte. Cio accresce E m e, se la temperatura non e troppo alta, crescera anche < vσ >. Nel plot della Fig.?? sono mostrate le variazioni del fattore della rate < vσ >. con la temperatura (in KeV) per diverse reazioni di fusione; come si vede le diverse reazioni hanno un massimo a valori diversi della temperatura. La reazione D-T ha un picco a circa 60 KeV e diventa meno favorevole rispetto ad altre reazioni per alte temperature. Tuttavia, kt in un reattore termonucleare realistico ha valori tra 10 e 30 KeV ed in questo range la reazione D-T e superiore a tutte le altre di un ordine di grandezza. 7.2 Fusione solare Il sole puo essere riguardato come un prototipo perfettamente funzionante di reattore termonucleare auto generante. Da quanto si puo conoscere dai reperti fossili l output del sole e praticamente costante su una scala temporale di 10 9 anni. Il processo base nel sole e nella maggior parte delle stelle e la fusione di idrogeno ed elio. L idrogeno costituisce piu del 90% degli atomi nell universo, l elio circa 1%. Tutte le reazioni nei processi di fusione sono a due corpi, perche la probabilit a di tre corpi e praticamente zero. Il primo passo nel processo di fusione e la combinazione di due protoni a formare l unico 6

7 Figure 7.3: < σv > vs T per varie reazioni sistema a due corpi stabile 1 H + 1 H 2 H + e + + ν (Q = 1.44 MeV) in cui un protone e convertito in neutrone via decadimento β +. La sezione d urto per la formazione del deuterio e molto piccola, calcolata essere dell ordine di b all energie dei KeV e di a quella dei MeV. La temperatura centrale del sole e circa K e corrispondente ad una energia media dei protoni di 1 KeV La rate di reazione e molto piccola anche alle alte densita del core del sole, ( circa 125 g/cm 3 o protoni/cm 3 ) ed e di circa /s per protone. Per fortuna il sole ha un grande numero di protoni interagenti, dell ordine di per cui la rate totale di reazione e dell ordine di /s. Questo passo nel ciclo della fusione solare e spesso chiamato bottelneck perche e il passaggio piu lento e meno probabile. Successivamente alla formazione del deuterone, il passo successivo molto probabilmente e la seguente reazione 2 H + 1 H 3 He + γ (Q = 5.49 MeV) questo perche la reazione D-D e poco probabile visto il piccolo numero di deuteroni presenti. La reazione elio-protone non e possibile perche il prodotto 4 Li si didintegra subilto appena formato. Quindi il passo successivo nella catena solare e He-He 3 He + 3 He 4 He H + γ (Q = MeV) 7

8 Figure 7.4: Reazioni di fusione nel processo p-p Il processo completo, vedi Fig.?? e conosciuto come il ciclo protone-protone. La reazione netta e la conversione di 4 protoni in elio 4 1 H 4 He +2 e + + 2ν La Q totale della reazione netta 4 1 H 4 He, tenendo conto delle energie di legame degli elettroni negli atomi, e grande, Q-value = 26.7 MeV. L energia convertita in radiazione solare per ciclo e leggermente minore perche il neutrino sfugge e non contribuisce a scaldare la fotosfera, la regione esterna del sole dove l energia rilasciata dalle reazioni nucleari e convertita in luce. Altri tipi di reazione possono accadere all elio-3, ad sempio interagitre con una particella α con formazione di 7 Be 3 He + 4 He 7 Be + γ che a sua volta dopo cattura elettronica con formazione di Li-7 ed emissione di neutrino, il Li-7 reagendo con protone da luogo alla formazione di 2 He-4 oppure con un altra sequenza il Be-7 con protone forma Be-8 piu γ che a sua volta decade β + e neutrino, il Be-8 si scinde poi in due He-4. Quali di queste sequenze viene attivata dipende dalla composizione delle stelle e dalla temperatura. Nel caso del sole si puo testare quale di queste alternative studiando lo spettro del neutrini, che arrivano direttamente dal core. In aggiunta all idrogeno ed elio ci sono altri elementi piu pesanti all interno di una stella e si possono avere differenti altri cicli di reazione di fusione. Uno di questi e il ciclo del carbonio o CNO, vedi Fig.??, 8

9 12 C + 1 H 13 N + γ 13 N 13 C + e + + ν 13 C + 1 H 14 N + γ 14 N + 1 H 15 O + γ 15 O 15 N + e + + ν 15 N + 1 H 12 C + 4 He Figure 7.5: Catena di reazioni del ciclo CNO In questo caso il 12 C non e creato ne distrutto, ma funge da catalizzatore per aiutare il proceso di fusione. Il processo netto e uguale a quello del ciclo protone-protone cosi pure il Q-value. Il ciclo dl carbonio sara rilevante ad alte temperature, molto piu alte di quelle in cui si svolge il ciclo protone-protone, perche la barriera Coulombiana e piu alta, ma non ha il bottelneck del protone-protone. La radiazione solare media che raggiunge la terra e di circa W/m 2, che se distribuita uniformemente nello spazio significa che l output del sole e pari a W. Ciascuna reazione di fusione, in media, produce 25 W, e cosi ci debbono essere in media reazioni di fusione per secondo, brucianti protoni per secondo. A questa rate ci si puo aspettare che il sole continui a bruciare il suo idrogeno per altri anni. Finito di bruciare l idrogeno i processi di fusione continuano a temperature piu alte fino al 56 Fe, oltre il quale non c e piu guadagno in energia nel combinare nuclei. Questo semplice meccanismo spiega anche l abbondanza relativa delle varie specie atomiche ( atomi leggeri con Z-pari, prodotti attraverso successive catture di α su 12 C sono molto piu abbondnti che i vicini atomi Z-dispari; praticamente ogni specie sopra il Fe e meno abbondante di quelle sotto il Fe Fusione controllata Il punto cruciale per controllare le reazioni di fusione ed estrarne energia usabile sta nello scaldare un fuel termonucleare a temperature dell ordine di 10 8 K ( energie cinetiche medie di 10 KeV) e contemporanamente mantenere una densita sufficientemente alta per un tempo sufficientemente lungo tale che la rate delle reazioni di fusione sia grande abbastanza da generare la potenza desiderata. 9

10 Ci sono diversi passi che debbono essere fatti prima di arrivare ad un sistema di reattore a fusione autosostenentesi; tutti hanno a che fare con la quantita di energia generata confrontata all energia richiesta in input per portare il gas alla temperatura necessaria e rimpiazzare l energia persa per avere una reazione stazionaria. Alla temperatura di fusione gli atomi sono ionizzati ed il fuel sara sotto forma di plasma, costituito da una nube elettricamente neutra di ioni positivi ed elettroni. Le proprieta elettrostatiche di un plasma determinano una scala di lunghezza chiamata la lunghezza di Debye che permette di avere una stima del n. di particelle per unita di lunghezza L D = ( 4πɛ o e 2 kt 4πn)1/2 (7.7) dove n e la densita media di elettroni e ioni. Per capire il significato di questa lunghezza si consideri un plasma con la densita di un solido, m 3, come scala, la lunghezza di Debye per questa densita di un plasma a 10-KeV e dell ordine di 10 8 m, che significa 10 4 particelle in un volume di plasma delle dimensioni di una lunghezza di Debye; per un plasma rarefatto, densita di m 3, la L D = 10 5 m ed il numero di particelle in un volume L 3 D e circa Produzione di Energia nel Plasma Per creare un plasma, bisogna scaldare un gas, ad es. deuterio o tritio, ad alta temperatura di modo che per mezzo delle collisioni atomiche gli atomi si ionizzino completamente. Prendendo come esempio lun gas di idrogeno a temperatura T contenente rispettivamente n n e n i atomi neutri e ionizzati per m 3. La densita degli elettroni liberi n e si supponga uguale alla densita degli ioni n i. La densita totale di protoni, come ioni o atomo neutro, sara n = n i + n n = n i + n e. La frazione di ionizzazione f n i /n e data dall equazione di Saha f 2 1 f = 1 n (2πm ekt ) 3/2 e I/kT (7.8) h 2 dove T e la temperatura in K, k la costante di Boltzman e I e l energia di ionizzazione necessaria per rimuovere l elettrone piu esterno da un atomo neutro. 1 Nel plasma gli ioni hanno una distribuzione maxwelliana delle energie per cui quello che conta e il valor medio < vσ >. Per ciascuna reazione di fusione l energia rilasciata e pari al Q fus -value. La densita di potenza di fusione generata dal plasma e quindi P fus = n 1 n 2 < vσ > Q fus (7.9) avendo indicato con n 1,2 la densita delle due specie di ioni. Dalla Fig. Il plasma irraddiera energia, principalmente per bremsstralhung dovuto all interazione tra elettroni e ioni, ad una rate che dipendera dalla sua temperatura T e questa sara il meccanismo principale di perdita di energia. 1 Ad es. per rimuovere un isotopo dell idrogeno I = ev e se si hanno n = atomi, il 95% degli atomi sono ionizzati at una temperatura di T = K, mentre alla temperatura ambiente la frazione di atomi ionizzati e piccolissima, f =

11 Il fenomeno di bremsstrahlung si manifesta quando due particelle cariche interagiscono tra di loro e subiscono accelerazione; si puo mostrare che la perdita di energia per bremsstrahlung per unita di volume in un plasma e proporzionale a T e a Z 2 dove Z e il numero di massa dell atomo ionizzato. La potenza per unita di volume irradiata per bremsstrahlung si puo dimostrare che e P br = 4πnn ez 2 e 6 v e 3(4πɛ o ) 3 m e c 3 (7.10) essendo m e e v e la massa e velocita media degli elettroni, n e n e la densita degli ioni ed elettroni e prendendo per v e la velocita media della distribuzione di Maxwell-Boltzmann, v e = 3kT/m e. Inserendo i coefficienti numerici si ottiene P br = Z 2 n n e (kt) 1/2 W/m 3. Ad alte temperature tutte le perticelle cariche, ma sopratutto gli elettroni, irraggiano per radiazione di sincrotrone dovuto al moto nel campo magnetico di confinamento del plasma. Al di sotto di una certa temperatura, l energia persa per bremsstrahlung supera l output di energia da fusione, ma la temperatura in un reattore a fusione deve essere maggiore di quanto persa per bremsstrahlung al fine di averne una quantita sufficiente a mantenere il plasma. Quando la perdita di potenza del plasma eguaglia la potenza generata, il plasma e detto essere alla critical ignition temperature T c. Figure 7.6: Perdita per Bremstrahlung vs potenza prodotta Questa temperatura dipende dalla densita degli ioni nel plasma ed anche dalla natura dei costituenti il plasma. Ad es., vedi Fig.??, nel caso di plasma D-T per una densita ionica di m 3, kt deve essere kt > 4KeV, ma deve essere maggiore di 40 KeV per il plasma D-D; altra indicazione della superiorita del D-T rispetto al D-D. La dipendenza da Z 2 significa che l uso di nuclei con Z 1, come He-3, per il fuel e meno favorita perche ci sara piu perdita 11

12 dovuta a bremsstrahlung ed inoltre una barriera di Coulomb piu alta, condizioni tali che spingono ad una piu alta temperatura di fusione. L energia della fusione termonucleare viene fornita dall energia dei prodotti della reazione nucleare. Il cosidetto punto di rottura, break-even, si ha quando l energia da fusione uguaglia l energia necessaria a mantenere la condizione di plasma. In un plasma D-T, i prodotti sono neutroni e particelle α, questo significa che i neutroni si portano via la loro energia e quindi e necessario in ogni caso fornire energia dall esterno per mantenere la temperatura del plasma. P untodiignizione e invece lo stadio in cui l energia delle particelle α, mantenute nel plasma, e sufficiente ad autoriscaldare il plasma e compensare per tutta l altra energia persa; a questo punto non e piu necessario fornire energia al plasma, in principio, e la reazione incomincia ad essere auto sostenentesi. Un primo passo per arrivare allo stadio di break-even o di ignizione e quello di essere capaci di confinare un plasma, caldo, reagente per un tempo sufficiente perche l energia nucleare prodotta ecceda l energia necessaria a creare il plasma. 7.3 Fusione confinata magneticamente Una utile misura applicabile ad un reattore a fusione e il fattore di guadagno dell energia di fusione, indicato con Q, che e il rapporto tra la densita di potenza di fusione P fus e la potenza esterna fornita ad un unita di volume del plasma per mantenere la reazione costante. Parte della potenza di riscaldamento del plasma viene direttamente dai prododdi della fusione che trasferiscono l energia cinetica al plasma, ma non basta per cui e becessario fornire una certa quantita P heat dall esterno. Quindi Q = P fus /P heat. Indicando con f c P fus la potenza di riscaldamento dei prodotti di fusione, con f c la frazione di energia di fusione acquistata dai prodotti di fissione, ( per la reazione D-T f c =1/5, si puo scrivere per la Q Q P fus P heat = P fus η heat f recirc η elect (1 f c )P fus = 1 η heat f recirc η elect (1 f c ) (7.11) in cui η heat indica l efficienza elettrica di conversione del calore recuperato dal blanket, f recirc indica la frazione di quella potenza elettrica usata per il reattore ed infine η elect e l efficienza con cui la potenza elettrica e convertita in potenza per mantenere il plasma. Poiche un impianto di potenza a fusione e costruito per produrre energia per uso esterno, e necessario che la f recirc sia minore di uno, ad es. 0.25; se si assume che η heat 0.75, ηelect 0.35 allora per un plasma D-T Q deve essere di circa 20. Chiaramente perche il plasma sia in grado di autoriscaldarsi in condizioni di autosostentamento il fattore Q dovrebbe essere infinito. La condizione Q = 1 indica la codizione di break even, che significa che il plasma stesso deve generare il 20% di potenza di riscaldamento del plasma dalle sole particelle alfa prodotte, poiche E α /Q fus = 3.5 MeV/17.6 Mev

13 7.3.1 Tempo di confinamento Un metodo per confinare il plasma e di usare un campi magnetici generati da correnti circolanti in spire che avvolgono la camera di ignizione. Gli elettroni e ioni spiralizzano lungo le linee di forza del campo magnetico, applicando campi magnetici di diversa forma e varianti in tempo si riesce a confinare il plasma spazialmente e costringerlo a seguire un cammino chiuso all interno della camera di contenimento. Se venisse a contatto con le pareti della camera, ovviamente il plasma si raffredderebbe perche cederebbe energia alle pareti. Il plasma confinato e suscettibile di varie instabilita e a perdita di particelle che sfuggono dalla traiettoria di confinamento. Tuttavia il tempo di confinamento deve essere tale da far si che venga generata una sufficiente energia di fusione e di riscaldare, con i prodotti di nuove fusioni, il nuovo carburante immesso per mantenere la necessaria densita del plasma, ma anche non deve essere troppo lungo da far si che gli elettroni non acquistino troppa energia che le perdite per radiazione di sincrotrone siano troppo grandi. Lawson [1957] ha dedotto una semplice legge per il tempo di confinamento dall osservazione che in un plasma acceso la densita di potenza che va a finire nel riscaldamento del plasma stesso, P heat, deve eccedere la densita di potenza persa, P loss, quindi la definizione di tempo di confinamento dell energia τ E e τ E = contenutodienergiadelplasma = 1 (n + n e ) 2 3nkT kt = (7.12) P loss P loss 3 P loss Qui si e tenuto conto che l energia cinetica di elettroni e ioni nel plasma ha una distribuzione tipo Maxwelliana 3kT/2 e che n = n e. Ora dalla?? si ricava la P heat, maggiore di P loss, con Q fus = all energia cinetica E c di tutte le particelle cariche prodotte nella fusione, es. 3.5 MeV per la reazione D-T. Cosi il criterio di Lawson diventa n 1 n 2 < σv > E c 3nkT/τ E (7.13) Nel caso della reazione D-T n 1 = n 2 = n/2 per cui la relazione diventa nτ E F 12 kt E c < σv > (7.14) La Fig.?? mostra la variazione di F per le reazioni D-D e D-T e si vede che per raggiungere il break even e necessario nτ E > s cm 3 per reazioni D=T e nτ E > s cm 3 per quella D-D. Un parametro di merito: Il prodotto triplo Una figura di merito utilizzata per valutare la raggiunta condizione di fusione e il cosidetto prodotto triplo nτ E T F 12 kt 2 (7.15) E c < σv > 13

14 Figure 7.7: Variazioni di F( solida ) e kft( tratteggiata) vs T Questa relazione mostra come la temperatura e la densita del plasma possano variare grandemente. Ora la massima pressione, p max, che il plasma puo esercitare verso l esterno che deve essere bilanciata dal campo magnetico e limitata. Per un gas ideale p = nkt, e quindi dalla?? p 2 max P fus = 1 4 k 2 T < σv > Q 2 fus (7.16) Da cui si vede come per un reattore la massima potenza ottenibile si ottiene alla temperatura del plasma che minimizza il rapporto T 2 / < σv >. Per i reattori di tipo Tokamak. si e visto empiricamente che essi sono indipendenti dalla densita e quasi insensibili alla temperatura, T 1/3, per cui il triplo prodotto e un buon criterio per la valutazione del tempo di confinamento. Per la reazione D-T il triplo prodotto ha un valore pari a nτ E T kev s cm 3 questa relazione fissa dei valori ben precisi per la condizione di operativita di un reattore a fusione, ed e riferita come il Lawson s criterion. Se un plasma D-T ha il punto di lavoro a kt = 20 KeV, dalla Fig. precedente si ricava < vσ > = m 3 s 1 per cui si ricava nτ > s m 3.Questo significa che se, ad esempio n=10 20 m 3, il tempo di confinamento deve essere superiore a 0.3 s. Un plasma D-D richiederebe di essere portato a temperature superiori a causa del bremsstrahlung. Operando a 100KeV si dovrebbe arrivare a nτ sm 3 per soddisfare il criterio di Lawson, che e 100 volte maggiore del caso precedente D-T. 14

15 Temperatura, densita del plasma e tempo di confinamento sono punti che debbono essere soddisfatti contemporaneamente in un reattore funzionante e la quantita chiamata prodotto triplo nτt e spesso usata per misurare la difficolta di arrivare ad un particolare obiettivo. Negli esempi precedenti il prodotto triplo per arrivare a soddisfare il criterio di Lawson richiede, per D-T a 20 KeV, s KeV m 3 mentre per il D-D a 100 KeV esso e s KeV m Progresso nella ricerca della fusione nucleare per uso commerciale Gli scienziati ed ingegneri sono concentrati su due differenti approcci nel cercare di sviluppare un reattore a fusione. Il primo, su cui si sono concentrati maggiormente gli sforzi, e la fusione a confinamento magnetico, (MCF). Esso si basa sul fatto che un plasma consiste di particelle cariche e cerca di confinarle in una regione termicamente isolata dal resto usando una speciale configurazione di campi magnetici. Il secondo approccio, chiamato fusione a confinamento inerziale, (ICF), impiega piccole sfere, pellet, di materiale fusibile che vengono fatte implodere con tale violenza che la parte interna, core, diventa surriscaldata, attiva una miniesplosione termonucleare e irraggia energia usabile. Confinamento magnetico Una particella con carica q che si muove in un campo magnetico uniforme B e sottoposta alla forza di Lorentz qv B. Se v forma un angolo retto con B, la particella si muove su un orbita circolare con una frequenza conosciuta come frequenza di ciclotrone, f = qb/2πm. Questa frequenza dipende dalla massa della particella, ma ad energie non relativistiche, essa e indipendente dalla velocita. Gli elettroni circolano ad una frequenza e gli ioni ad un altra frequenza. Se la particella ha una componente della velocita V parallela a B, non ci sono forze addizionali dovute a cio e v rimane costante. La particella si muove secondo un cammino elicoidale lungo la direzione del campo con un passo che dipende dal rapporto delle componenti della sua velocita, parallele e ortogonali a B. Essa e confinata in due dimensioni in pratica. Due metodi sono stati proposti per prevenire la perdita della particella lungo la direzione del campo. Uno e di usare specchi magnetici per riflettere la particella e riportarla sull orbita, l altro e di usare una geometria a campo chiuso in cui la particella puo circolare indefinitivamente. In uno specchio magnetico, la forza del campo e arrangiata in modo tale che essa e maggiore agli estremi che nel mezzo del campo, in questo modo la particella quando raggiunge un estremo del campo, a causa della componente del campo non piu ortogonale alla direzione, la particella e riflessa all indietro verso il campo piu debole e inizia cosi un palleggiamento tra i due estremi: la particella rimane intrappolata. Lo stesso capita per le particelle risultanti dai raggi cosmici che sono intrappolate dal campo magnetico della terra; questo campo e molto forte ai poli e debole all equatore, le particelle intrappolate costituiscono la cintura di radiazione di Van Allen, pericolosa per gli astronauti. Se pur semplice il concetto di specchio magnetico difficile e la sua applicazione alla fusione. 15

16 Figure 7.8: Principio di funzionamento tokamak di CM Il metodo alternativo e di usare dei campi magnetici a geometria chiusa, la forma piu semplice di campo e un campo toridale, che e prodotto facendo passare una corrente attraverso un solenoide chiuso su se, come una ciambella. In principio, una particella intrappolata in un campo toroidale puo circolare indefinitivamente. Tuttavia in condizioni pratiche un campo magnetico toroidale non e mai uniforme e diventa sempre piu debole a grandi raggi. Questo comporta instabilita del plasma con tutti i problemi connessi. Si e trovata una soluzione con un secondo campo poloidale che ha il compito di correggere l orbita. Tokamak, che usano questa tecnica, sono stati sviluppati in Russia. I piu grandi tokamak correntemente in operazione sono il JET ( Europa), TFTR (USA) e JT-60 (Giappone). Fusione a confinamento inerziale, ICF Nella fusione a confinamento inerziale per estrarre energia di fusione, una sferetta di circa 1-3 mm di diametro e contenente diversi milligrammi di miscela deuterio-trizio e compressa e scaldata rapidamente da brevi impulsi ( lunghi circa da 1 a 10 ns)di fasci laser molto energetici, fasci di ioni o raggi X che colpiscono simultaneamente la sferetta da diverse posizioni. Lo strato esterno incandescente della sferetta rapidamente esplode producendo una forza di reazione verso il centro della sferetta che accelera il resto della sferetta e manda onde d urto verso il centro. Queste onde d urto comprimono il fuel nel centro ad una densita elevatissima e lo scaldano ad temperatura sufficientemente alta ( circa 10 8 K) per cui si raggiungono le condizioni per reazioni di fusione. I prodotti delle reazioni di fusione a loro volta innescano, cedendo energia, altre reazioni di fusione nel fuel circostante prima che la sferetta si disintegri, Il problema e che solo una piccola parte del fuel viene fusionato, vedi Fig.??. 16

17 Figure 7.9: Sequenza di attivazione fusione con ICF ICF Lo scopo della ICF e di avere un alto guadagno di targhetta, G definito come il rapporto dello yield di energia da fusione all energia fornita ai fasci, quindi per ottenere un grande G e necessario che una larga parte del fuel fusioni durante il tempo di confinamento inerziale τ E. Per ua targhetta sferica di raggio R, il tempo di confinamento puo essere approssimato al tempo che impiegano gli ioni a percorrere la distanza R, la loro velocita termica essendo uguale alla velocita del suono v = kt /m, m τ E = R/v = R (7.17) kt con m la massa media degli ioni che fusionano. La condizione di alto guadagno, ρr, richiede che il numeri di fusioni uguagli il numero di ioni di deuterio o tritio durante il tempo di confinamento τ E, cioe che tutto il fuel sia consumato. Ora per un plasma D-T, con n 1 = n 2 = n/2, la massima densita di rate della reazione e n 2 < σv > /4. Al termine della fiammata la densita della rate e quasi zero per cui la densita media di rate di reazione e RR = n 2 < σv > /8. Richiedere che tutti gli ioni fusionino significa richiedere che RRτ E V (n/2)v, cosi n 2 8 < σv > τ E n 2 (7.18) Con la densita del plasma e ρ = mn, sostituendo nelle precedenti relazioni si ricava il criterio ρr mkt ρr 4 (7.19) < σv > 17

18 Per un plasma D-T ρr 3g/cm 2 ad una temperatura kt = 50 kev. Il crierio di Lawson per il confinamento inerziale diventa nτ E 4/ < σv > ed il prodotto triplo nτ e T 4T < σv > (7.20) La ICF ha un prodotto triplo volte maggiore della fusione a confinamento, questo e dovuto al fatto che l assemblaggio del fuel e meno efficiente. Nel caso di ICF il termine ignition ha significato diverso da quello della fusione a confinamento magnetico, infatti riferisce alla condizione che tutte le particelle alpha siano stoppate e quindi cedendo tutta l energia scaldino il plasma. Percio e richiesto che il remine ρr abbia un valore di 0.2 g/cm 2. Il sistema che produce l energia di inout compressiva e chiamato driver; i driver come il laser e i fasci di ioni che comprimono direttamente i pellet sono a loro volta dei direct driver, ma possono anche esserce dei indirect driver se invece vanno a scaldare una camera di combustione che racchiude i pellet. Per produrre elettricita col la tecnica di ICF, i pellet vengono immessi, ogni pochi secondi, in una camera di reazione e quindi accesi dalla pressione dei driver per generare plasma. La radiazione del plasma caldo viene passa attraverso la parete della camera di reazione ed assorbita da litio liquido che ha la funzione di assorbire il calore, di frenare i neutroni e di produrre reagendo con i neutroni del tritio che verra recuparato e rimesso in gioco. Il litio liquido caldo poi viene fatto passare in un generatore di vapore che poi sara utilizzato per generare, mediante un sistema turbogeneratore, elettricita Problemi tecnici della fusione per la produzione di energia Il cammino per arrivare alla produzione di energia elettrica mediante macchine a fusione e ancora lungo e richiedera decenni ancora. Primo problema e dimostrare che le macchine sono in grado di arrivare al break-even e quindi in grado di produrre piu energia da fusione di quanta necessaria per attivare la fusione. Sono macchine con un fattore-q 1. Il reattore ITER dovrebbe arrivarci verso il Dopo di che si deve dimostrare di essere in grado di costruire macchine con alto guadagno G > con tutte le opzioni tecniche possibili. Quindi un prototipo di impianto per la produzione di energia elettrica deve essere costruito e dimostrare che sara in grado di operare per diversi anni in sicurezza e con alta affidabilita. Sebbene la potenza da fusione sia ritenuta piu adatta di quella da fissione, a causa delle scorie radioattive, i campi intensi di neutroni prodotti nelle reazioni D-T danneggiano rapidamente il materiale esposto per cui sara necessario procedere a sostituzioni, da remoto, degli elementi del reattore danneggiati dalla radiazione neutronica in modo sicuro e frequentemente e questo sara un passo fondamentale per l avvio della costruzione di impianti a fusione. Ci vorranno ancora parecchie decine di anni, ma la immensa potenza ricavabile con la fusione e un buon motivo per continuare su questa strada. 18

Chapter 1. Fusione termonucleare Introduzione

Chapter 1. Fusione termonucleare Introduzione Chapter 1 Fusione termonucleare 1.0.1 Introduzione Si ha liberazione di energia quando due nuclei leggeri si combinano insieme in una reazione di fusione e il nucleo prodotto ha numero di massa inferiore

Dettagli

La fusione. Lezioni d'autore. di Claudio Cigognetti

La fusione. Lezioni d'autore. di Claudio Cigognetti La fusione Lezioni d'autore di Claudio Cigognetti La bomba H (da Ulisse Rai) VIDEO VIDEO Il plasma costituito da un gas di ioni, elettroni, atomi o molecole complessivamente neutro in esso dominano gli

Dettagli

Emissione α. La sua carica elettrica è pari a +2e La sua massa a riposo è circa 7x10-27 kg.

Emissione α. La sua carica elettrica è pari a +2e La sua massa a riposo è circa 7x10-27 kg. Reazioni nucleari Un nucleo instabile può raggiungere una nuova condizione di stabilità attraverso una serie di decadimenti con emissione di particelle α, β, γ o di frammenti nucleari (fissione). Emissione

Dettagli

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza. Lezione 10. Fusione nucleare

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza. Lezione 10. Fusione nucleare Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza Lezione 10 Fusione nucleare Fusione nucleare (Das-Ferbel, cap. 5.3) Abbiamo già accennato alla fusione nucleare che costituisce la sorgente

Dettagli

Fissione indotta e fusione nucleare (cenni)

Fissione indotta e fusione nucleare (cenni) Fissione indotta e fusione nucleare (cenni) La fissione spontanea avviene per nuclei molto pesanti Z 2/A > 47 (per 238U, Z 2/A=36 ) Fissione indotta: lo scattering di una particella su di un nucleo fissile

Dettagli

Lezione 5 Moti di particelle in un campo magnetico

Lezione 5 Moti di particelle in un campo magnetico Lezione 5 Moti di particelle in un campo magnetico G. Bosia Universita di Torino G. Bosia - Fisica del plasma confinato Lezione 5 1 Moto di una particella carica in un campo magnetico Il confinamento del

Dettagli

Il Nucleo. Dimensioni del nucleo dell'ordine di 10. m Il raggio nucleare R = R 0 -15

Il Nucleo. Dimensioni del nucleo dell'ordine di 10. m Il raggio nucleare R = R 0 -15 Il Nucleo Nucleo e' costituito da nucleoni (protoni e neutroni). Mentre i neutroni liberi sono abbastanza instabili tendono a decadere in un protone ed un elettrone (t 1/2 circa 900 s), i protoni sono

Dettagli

Unità didattica 10. Decima unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia

Unità didattica 10. Decima unità didattica (Fisica) 1. Corso integrato di Matematica e Fisica per il Corso di Farmacia Unità didattica 10 Radioattività... 2 L atomo... 3 Emissione di raggi x... 4 Decadimenti nucleari. 6 Il decadimento alfa.... 7 Il decadimento beta... 8 Il decadimento gamma...... 9 Interazione dei fotoni

Dettagli

ORBITALI E CARATTERISTICHE CHIMICHE DEGLI ELEMENTI

ORBITALI E CARATTERISTICHE CHIMICHE DEGLI ELEMENTI ORBITALI E CARATTERISTICHE CHIMICHE DEGLI ELEMENTI Nelle reazioni chimiche gli atomi reagenti non cambiano mai la loro natura ( nucleo ) ma la loro configurazione elettronica. Nello specifico ad interagire

Dettagli

LA FUSIONE TERMONUCLEARE (appunti presi dal sito dell Enea:

LA FUSIONE TERMONUCLEARE (appunti presi dal sito dell Enea: LA FUSIONE TERMONUCLEARE (appunti presi dal sito dell Enea: http://www.fusione.enea.it/) E' la reazione nucleare che avviene nel sole e nelle altre stelle, con produzione di una enorme quantità di energia.

Dettagli

Radioattività. 1. Massa dei nuclei. 2. Decadimenti nucleari. 3. Legge del decadimento XVI - 0. A. Contin - Fisica Generale Avanzata

Radioattività. 1. Massa dei nuclei. 2. Decadimenti nucleari. 3. Legge del decadimento XVI - 0. A. Contin - Fisica Generale Avanzata Radioattività 1. Massa dei nuclei 2. Decadimenti nucleari 3. Legge del decadimento XVI - 0 Nucleoni Protoni e neutroni sono chiamati, indifferentemente, nucleoni. Il numero di protoni (e quindi di elettroni

Dettagli

ELEMENTI di CHIMICA NUCLEARE. La FISSIONE NUCLEARE

ELEMENTI di CHIMICA NUCLEARE. La FISSIONE NUCLEARE ELEMENTI di CHIMICA NUCLEARE La FISSIONE NUCLEARE Lo scienziato Otto Hahn nel 938 scoprì che l'uranio 35 9U è fissile. La fissione è una rottura dei nuclei pesanti e può avvenire quando un neutrone lento

Dettagli

Interazione radiazione materia Dott.ssa Alessandra Bernardini

Interazione radiazione materia Dott.ssa Alessandra Bernardini Interazione radiazione materia Dott.ssa Alessandra Bernardini 1 Un po di storia Lo studio delle radiazioni ionizzanti come materia di interesse nasce nel novembre del 1895 ad opera del fisico tedesco Wilhelm

Dettagli

L origine degli elementi chimici: Le fornaci stellari. Lezioni d'autore

L origine degli elementi chimici: Le fornaci stellari. Lezioni d'autore L origine degli elementi chimici: Le fornaci stellari Lezioni d'autore VIDEO Introduzione La storia sull origine degli elementi chimici è strettamente intrecciata con l evoluzione del nostro universo.

Dettagli

Cenni di fisica moderna

Cenni di fisica moderna Cenni di fisica moderna 1 fisica e salute la fisica delle radiazioni è molto utilizzata in campo medico esistono applicazioni delle radiazioni non ionizzanti nella terapia e nella diagnosi (laser per applicazioni

Dettagli

E = MC². È: Una forma di energia che deriva da profonde modificazioni della struttura stessa della materia. ENERGIA NUCLEARE

E = MC². È: Una forma di energia che deriva da profonde modificazioni della struttura stessa della materia. ENERGIA NUCLEARE ENERGIA NUCLEARE È: Una forma di energia che deriva da profonde modificazioni della struttura stessa della materia. La materia Può trasformarsi in energia secondo la legge fisica, scoperta dallo scienziato

Dettagli

L abbondanza degli elementi nell universo

L abbondanza degli elementi nell universo L abbondanza degli elementi nell universo Abbondanze nel sistema solare Abbondanze fotosferiche e meteoriche Abbondanze cosmiche Chi da dove? a)nucleosisntesi primordiale b)nucleosintesi stellare fino

Dettagli

Lezione 14 Moti di particelle in un campo magnetico

Lezione 14 Moti di particelle in un campo magnetico Lezione 14 Moti di particelle in un campo magnetico G. Bosia Universita di Torino G. Bosia - Fisica del plasma confinato Lezione 14 1 Confinamento magnetico La difficolta della fisica di un sistema a confinamento

Dettagli

Lezione 3 Proprieta fisiche elementari di un plasma

Lezione 3 Proprieta fisiche elementari di un plasma Lezione 3 Proprieta fisiche elementari di un plasma G. Bosia Universita di Torino 1 Gas ionizzati e plasmi Si e gia notato che il comportamento dinamico di un plasma e qualitativamente diverso da quello

Dettagli

Paolo Buratti. Associazione EURATOM-ENEA sulla Fusione, Frascati, Italy

Paolo Buratti. Associazione EURATOM-ENEA sulla Fusione, Frascati, Italy Le energie alternative nel III Millennio Frosinone 3-5 Maggio 2007 La Fusione Nucleare Paolo Buratti Associazione EURATOM-ENEA sulla Fusione, Frascati, Italy Un reattore a fusione di grandi dimensioni

Dettagli

Misura del coefficiente di assorbimento di vari materiali in funzione dell'energia del fascio dei fotoni incidenti

Misura del coefficiente di assorbimento di vari materiali in funzione dell'energia del fascio dei fotoni incidenti materiali in funzione dell'energia del fascio dei fotoni Esperto Qualificato LNF - INFN Interazioni delle particelle indirettamente ionizzanti con la materia Le particelle indirettamente ionizzanti, principalmente

Dettagli

Cenni di Fisica Nucleare

Cenni di Fisica Nucleare Cenni di Fisica Nucleare Densita' costante r~ r (numero di nucleoni) 1/3 Dimensione finita dei nuclei Cenni di Fisica Nucleare Nomenclatura: N. massa= N. protoni+n. Neutroni = Z+N Simbolo chimico: Ca,

Dettagli

La strada percorsa e il futuro

La strada percorsa e il futuro La strada percorsa e il futuro La linea Tokamak Francesco De Marco Associazione ENEA-EURATOM sulla Fusione UTS Fusione I giovedì della cultura scientifica-18 Settembre 2003 In un toro le particelle sono

Dettagli

TECNICHE RADIOCHIMICHE

TECNICHE RADIOCHIMICHE TECNICHE RADIOCHIMICHE L ATOMO - Un atomo e costituito da un nucleo carico positivamente, circondato da una nuvola di elettroni carichi negativamente. - I nuclei atomici sono costituiti da due particelle:

Dettagli

Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico

Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico Lezione 15 Geometrie lineari di confinamento magnetico G. Bosia Universita di Torino G. Bosia Introduzione alla fisica del plasma Lezione 15 1 Disuniformità con gradiente in direzione del campo ( ) Una

Dettagli

Stato e Prospettive delle Ricerche sulla Fusione Termonucleare Controllata

Stato e Prospettive delle Ricerche sulla Fusione Termonucleare Controllata Stato e Prospettive delle Ricerche sulla Fusione Termonucleare Controllata Istituto di Fisica del Plasma del Consiglio Nazionale delle Ricerche Associazione EURATOM-ENEA-CNR Maurizio Lontano lontano@ifp.cnr.it

Dettagli

Atomo: modello microscopico

Atomo: modello microscopico Atomo: modello microscopico 1 Modello atomico di Dalton (1808) Materia è composta di atomi indivisibili e indistruttibili Atomi uguali hanno identica massa e identiche proprietà chimiche Gli atomi non

Dettagli

Theory Italiano (Italy)

Theory Italiano (Italy) Q3-1 Large Hadron Collider (10 punti) Prima di iniziare questo problema, leggi le istruzioni generali nella busta a parte. In questo problema è discussa la fisica dell acceleratore di particelle del CERN

Dettagli

il CNR: il più grande ente pubblico italiano di ricerca Fondato nel 1923 (novantesimo compleanno nel 2013)

il CNR: il più grande ente pubblico italiano di ricerca Fondato nel 1923 (novantesimo compleanno nel 2013) IFP-CNR, Open Day, 25 Marzo 2013 il CNR: il più grande ente pubblico italiano di ricerca Fondato nel 1923 (novantesimo compleanno nel 2013) Circa 8000 unità di personale (60% ricercatori) + 3000 ricercatori

Dettagli

CAPITOLO 20 LA CHIMICA NUCLEARE

CAPITOLO 20 LA CHIMICA NUCLEARE CAPITOLO 20 LA CHIMICA NUCLEARE 20.5 (a) La soma dei numeri atomici e la somma dei numeri di massa, da entrambi i lati dell equazione nucleare, deve coincidere. Dalla parte sinistra di questa equazione

Dettagli

Un modello per il gas ideale

Un modello per il gas ideale Un modello per il gas ideale Un gas ideale consiste di particelle (atomi o molecole) che hanno le seguenti proprietà 1. Il volume proprio delle particelle è trascurabile rispetto al volume occupato dal

Dettagli

INTERAZIONE DELLA RADIAZIONE CON CON LA LA MATERIA. Dal punto di vista dell interazione con la materia le radiazioni IONIZZANTI si classificano in:

INTERAZIONE DELLA RADIAZIONE CON CON LA LA MATERIA. Dal punto di vista dell interazione con la materia le radiazioni IONIZZANTI si classificano in: INTERAZIONE DELLA RADIAZIONE CON CON LA LA MATERIA Dal punto di vista dell interazione con la materia le radiazioni IONIZZANTI si classificano in: DIRETTAMENTE IONIZZANTI INDIRETTAMENTE IONIZZANTI Le radiazioni

Dettagli

Transizioni liquido-solido: Aspetti cinetici

Transizioni liquido-solido: Aspetti cinetici Transizioni liquido-solido: Aspetti cinetici Prof.G.Marletta Chimica Fisica dei Materiali II e Laboratorio Laurea Magistrale in Chimica dei Materiali Università di Catania A.A. 2011/2012 1- Caratteri generali

Dettagli

Esercizi su Chimica Nucleare e Nucleogenesi

Esercizi su Chimica Nucleare e Nucleogenesi Insegnamento di Chimica Generale 083424 - CCS CHI e MAT A.A. 2015/2016 (I Semestre) Esercizi su Chimica Nucleare e Nucleogenesi Prof. Dipartimento CMIC Giulio Natta http://chimicaverde.vosi.org/citterio/it//

Dettagli

Le centrali a combustibile

Le centrali a combustibile Le centrali a combustibile Sono soprattutto centrali termoelettriche che si basano su sistemi di conversione che trasformano l energia chimica dei combustibili fossili (es. carbone) in energia elettrica

Dettagli

LA STRUTTURA DELL ATOMO

LA STRUTTURA DELL ATOMO Università degli studi di MILANO Facoltà di AGRARIA El. di Chimica e Chimica Fisica Mod. 1 CHIMICA Lezione 2 Anno Accademico 2010-2011 Docente: Dimitrios Fessas LA STRUTTURA DELL ATOMO IL NUCLEO In fisica

Dettagli

Cenni di Fisica del Nucleo

Cenni di Fisica del Nucleo Capitolo 8 Cenni di Fisica del Nucleo 8.1 Proprietà generali dei nuclei In questo capitolo affrontiamo lo studio dei nuclei. Un nucleo è un insieme di neutroni e protoni legati insieme ( incollati ) dalla

Dettagli

Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura

Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura Osservando il Sole è possibile scorgere delle aree che appaiono più scure (macchie) rispetto al resto della fotosfera a causa della loro temperatura più "bassa" Il numero di macchie solari visibili sulla

Dettagli

Zona di Breakdown EFFETTO TUNNEL BREAKDOWN A VALANGA

Zona di Breakdown EFFETTO TUNNEL BREAKDOWN A VALANGA Zona di Breakdown Si definisce BREAKDOWN o rottura, il fenomeno per cui in inversa, quando si raggiunge un certo valore di tensione, detto per l appunto Tensione di Breakdown (e indicato con il simbolo

Dettagli

Fusione termonucleare controllata e High Performance Computing. S. Briguglio, G. Fogaccia e G. Vlad ENEA Frascati

Fusione termonucleare controllata e High Performance Computing. S. Briguglio, G. Fogaccia e G. Vlad ENEA Frascati Fusione termonucleare controllata e High Performance Computing S. Briguglio, G. Fogaccia e G. Vlad ENEA Frascati Sommario La fusione nucleare La simulazione particle in cell (PIC) Il porting di un codice

Dettagli

Diametro del nucleo: m. Diametro dell atomo: m

Diametro del nucleo: m. Diametro dell atomo: m Diametro del nucleo: 10 15 m Diametro dell atomo: 10 9-10 10 m The nuclear atom Thomson (Premio Nobel per la Fisica nel 1907) scopre l elettrone nel 1897 Rutherford (Premio Nobel per la Chimica nel 1908)

Dettagli

Misura della velocita di deriva degli elettroni nella miscela gassosa di un rivelatore di particelle a filo. P. Campana M. Anelli R.

Misura della velocita di deriva degli elettroni nella miscela gassosa di un rivelatore di particelle a filo. P. Campana M. Anelli R. Misura della velocita di deriva degli elettroni nella miscela gassosa di un rivelatore di particelle a filo P. Campana M. Anelli R. Rosellini Urti random tra la particella e gli atomi di gas (cammino

Dettagli

ARGOMENTO: Cenni di Fisica del Nucleo

ARGOMENTO: Cenni di Fisica del Nucleo UNIVERSITA DEGLI STUDI DI GENOVA C.L. TECNICHE DIAGNOSTICHE RADIOLOGICHE CORSO INTEGRATO: MISURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE MATERIA: FISICA APPLICATA 2 (2 anno 1 sem) ARGOMENTO: Cenni di Fisica del Nucleo

Dettagli

L energia assorbita dall atomo durante l urto iniziale è la stessa del fotone che sarebbe emesso nel passaggio inverso, e quindi vale: m

L energia assorbita dall atomo durante l urto iniziale è la stessa del fotone che sarebbe emesso nel passaggio inverso, e quindi vale: m QUESITI 1 Quesito Nell esperimento di Rutherford, una sottile lamina d oro fu bombardata con particelle alfa (positive) emesse da una sorgente radioattiva. Secondo il modello atomico di Thompson le particelle

Dettagli

La chimica nucleare. A cura della prof. ssa. Barone Antonina

La chimica nucleare. A cura della prof. ssa. Barone Antonina La chimica nucleare A cura della prof. ssa Barone Antonina La radioattività Nella seconda metà dell 800, Henry Becquerel, Pierre e Marie Curie, scoprirono che alcuni elementi( uranio, torio, radio) emettevano

Dettagli

Sulla superficie interna del guscio sferico (induzione totale) si avrà la carica indotta q distribuita uniformemente, quindi

Sulla superficie interna del guscio sferico (induzione totale) si avrà la carica indotta q distribuita uniformemente, quindi 1) Una sfera conduttrice di raggio r = 5 cm possiede una carica q = 10 8 C ed è posta nel centro di un guscio sferico conduttore, di raggio interno R = 20 cm, posto in contatto con la terra (a massa).

Dettagli

INTERAZIONI DELLE RADIAZIONI CON LA MATERIA

INTERAZIONI DELLE RADIAZIONI CON LA MATERIA M. Marengo INTERAZIONI DELLE RADIAZIONI CON LA MATERIA Servizio di Fisica Sanitaria Ospedale Policlinico S.Orsola - Malpighi, Bologna mario.marengo@unibo.it Si definiscono radiazioni ionizzanti tutte le

Dettagli

Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm].

Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm]. Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm]. Esercizio9: un fotone gamma sparisce formando una coppia

Dettagli

Valenza didattica (aggiunta e principale) Individuazione della grandezza da misurare. Misure ccomplementari/alternative

Valenza didattica (aggiunta e principale) Individuazione della grandezza da misurare. Misure ccomplementari/alternative Misura del coefficiente di emanazione del radon da un materiale poroso Valenza didattica (aggiunta e principale) Contesto Tematica Individuazione della grandezza da misurare Metodologia di misura Misure

Dettagli

Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm].

Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm]. Esercizio8: il lavoro di estrazione per il tungsteno é 4.49 ev. Calcolare la lunghezza d onda massima per ottenere effetto fotoelettrico [275.6 nm]. Esercizio9: un fotone gamma sparisce formando una coppia

Dettagli

Si arrivò a dimostrare l esistenza di una forma elementare della materia (atomo) solo nel 1803 (John Dalton)

Si arrivò a dimostrare l esistenza di una forma elementare della materia (atomo) solo nel 1803 (John Dalton) Atomi 16 Si arrivò a dimostrare l esistenza di una forma elementare della materia (atomo) solo nel 1803 (John Dalton) 17 Teoria atomica di Dalton Si basa sui seguenti postulati: 1. La materia è formata

Dettagli

Esploriamo la chimica

Esploriamo la chimica 1 Valitutti, Tifi, Gentile Esploriamo la chimica Seconda edizione di Chimica: molecole in movimento Capitolo 7 Le particelle dell atomo 1. La natura elettrica della materia 2. Le particelle fondamentali

Dettagli

m p 6, j m 1 2 m e 3, j m 1 2 5, m 2 82, N w

m p 6, j m 1 2 m e 3, j m 1 2 5, m 2 82, N w Teoria della carica elettrica e calcolo del valore teorico Questa relazione è stata ricavata senza porre alcuna ipotesi restrittiva e dunque risulta di validità universale, applicabile in ogni circostanza

Dettagli

Chimica Nucleare. Copyright The McGraw-Hill Companies, Inc. Permission required for reproduction or display.

Chimica Nucleare. Copyright The McGraw-Hill Companies, Inc. Permission required for reproduction or display. Chimica Nucleare Copyright The McGraw-Hill Companies, Inc. Permission required for reproduction or display. 1 Riassunto Numero Atomico (Z) = numero di protoni nel nucleo Numero di Massa (A) = numero di

Dettagli

Corso di laboratorio di fisica della materia Prof. Mario Rocca AA Il progresso delle conoscenze in Fisica è indissolubilmente legato al

Corso di laboratorio di fisica della materia Prof. Mario Rocca AA Il progresso delle conoscenze in Fisica è indissolubilmente legato al Corso di laboratorio di fisica della materia Prof. Mario Rocca AA 2012-2013 Il progresso delle conoscenze in Fisica è indissolubilmente legato al progresso nei metodi di indagine sperimentale. Il corso

Dettagli

Teoria Atomica di Dalton

Teoria Atomica di Dalton Teoria Atomica di Dalton Il concetto moderno della materia si origina nel 1806 con la teoria atomica di John Dalton: Ogni elementoè composto di atomi. Gli atomi di un dato elemento sono uguali. Gli atomi

Dettagli

LA STRUTTURA DELL ATOMO

LA STRUTTURA DELL ATOMO Capitolo 4 LA STRUTTURA DELL ATOMO N.B I concetti proposti sulle slide, in linea di massima seguono l ordine e i contenuti del libro, ma!!!! Ci possono essere delle variazioni Prof. Vincenzo Leo - Chimica

Dettagli

Risultati di simulazioni con un codice ibrido Magnetoidrodinamico- Girocinetico (MHD-GK)

Risultati di simulazioni con un codice ibrido Magnetoidrodinamico- Girocinetico (MHD-GK) Risultati di simulazioni con un codice ibrido Magnetoidrodinamico- Girocinetico (MHD-GK) G. Vlad, S. Briguglio, G. Fogaccia Associazione EURATOM-ENEA sulla Fusione, Frascati, (Rome) Italy Seconda Università

Dettagli

La struttura elettronica degli atomi

La struttura elettronica degli atomi 1 In unità atomiche: a 0 me 0,59A unità di lunghezza e H 7, ev a H=Hartree unità di energia L energia dell atomo di idrogeno nello stato fondamentale espresso in unità atomiche è: 4 0 me 1 e 1 E H 13,

Dettagli

FTC - Metodi di Confinamento

FTC - Metodi di Confinamento FTC - Metodi di Confinamento Necessità di far superare ai nuclei reagenti il potenziale Coulombiano di repulsione Fusione ad alta temperatura: - Fusione a confinamento magnetico - Fusione a confinamento

Dettagli

SPETTROMETRIA GAMMA SPETTROMETRIA GAMMA

SPETTROMETRIA GAMMA SPETTROMETRIA GAMMA La spettrometria gamma è un metodo di analisi che consente la determinazione qualitativa e quantitativa dei radionuclidi gamma-emettitori presenti in un campione di interesse. Il successo di questo metodo

Dettagli

INTRODUZIONE ALLA RELATIVITÀ SPECIALE: Dalla seconda legge di Newton a E = mc 2. 8 marzo 2017

INTRODUZIONE ALLA RELATIVITÀ SPECIALE: Dalla seconda legge di Newton a E = mc 2. 8 marzo 2017 INTRODUZIONE ALLA RELATIVITÀ SPECIALE: Dalla seconda legge di Newton a E = mc 2 8 marzo 2017 Piano della presentazione Trasformazioni di Lorentz Red Shift Relatività e leggi di Newton Galileo Seconda Legge

Dettagli

Le particelle dell atomo

Le particelle dell atomo La carica elettrica I fenomeni elettrici sono noti fin dall antichità: gli antichi Greci usavano la parola elektron per spiegare il fenomeno dell elettrizzazione dell ambra. I Greci sapevano che strofinando

Dettagli

COME E FATTA LA MATERIA

COME E FATTA LA MATERIA ENERGIA NUCLEARE COME E FATTA LA MATERIA La Materia è composta di mattoni chiamati Atomi Tanti Atomi assieme compongono una Molecola Il nostro corpo e tutti gli oggetti sono fatti di Molecole, ovvero di

Dettagli

Dinamica delle reazioni chimiche (attenzione: mancano i disegni)

Dinamica delle reazioni chimiche (attenzione: mancano i disegni) Dinamica delle reazioni chimiche (attenzione: mancano i disegni) Primo principio della termodinamica L energia non si può creare o distruggere, ma solo convertire da una forma all altra. Questo significa

Dettagli

Decadimento a. E tipico dei radioisotopi con Z > 82 (Pb), nei quali il rapporto tra il numero dei neutroni e quello dei protoni è troppo basso.

Decadimento a. E tipico dei radioisotopi con Z > 82 (Pb), nei quali il rapporto tra il numero dei neutroni e quello dei protoni è troppo basso. Decadimento a Nel decadimento vengono emesse particelle formate da 2 protoni e 2 neutroni ( = nuclei di 4He) aventi velocità molto elevate (5-7% della velocità della luce) E tipico dei radioisotopi con

Dettagli

Gas ideale: velocità delle particelle e pressione (1)

Gas ideale: velocità delle particelle e pressione (1) Gas ideale: velocità delle particelle e pressione (1) In un gas ideale le particelle sono considerate puntiformi e risentono di forze solo durante gli urti (perfettamente elastici) con le pareti del recipiente.

Dettagli

Sorgenti di ioni negativi

Sorgenti di ioni negativi Sorgenti di ioni negativi Fabio Scarpa INFN Laboratori Nazionali di Legnaro Fabio Scarpa 1 Argomenti Trattati Cenni di richiamo sugli ioni Affinità elettronica Metodi e procedure di ionizzazione Sputtering

Dettagli

Energia delle stelle, energia dalle stelle

Energia delle stelle, energia dalle stelle Energia delle stelle, energia dalle stelle Il ciclo energetico, meccanismo fondamentale nell'evoluzione delle stelle Marco Stangalini INAF-OAR Istituto Nazionale di Astrofisica Qual è il processo più efficiente

Dettagli

ESERCIZI W X Y Z. Numero di massa Neutroni nel nucleo Soluzione

ESERCIZI W X Y Z. Numero di massa Neutroni nel nucleo Soluzione ESERCIZI 1) La massa di un elettrone, rispetto a quella di un protone, è: a. uguale b. 1850 volte più piccola c. 100 volte più piccola d. 18,5 volte più piccola 2) I raggi catodici sono: a. radiazioni

Dettagli

CHIMICA: studio della struttura e delle trasformazioni della materia

CHIMICA: studio della struttura e delle trasformazioni della materia CHIMICA: studio della struttura e delle trasformazioni della materia 1 Materia (materali) Sostanze (omogenee) Processo fisico Miscele Elementi (atomi) Reazioni chimiche Composti (molecole) Miscele omogenee

Dettagli

Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile. Chimica. concetti e modelli.blu

Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile. Chimica. concetti e modelli.blu Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile Chimica concetti e modelli.blu 2 Capitolo 7 Le particelle dell atomo 3 Sommario (I) 1. La natura elettrica della materia 2. La scoperta delle proprietà elettriche 3. Le

Dettagli

Lezione 20: Atomi e molecole

Lezione 20: Atomi e molecole Lezione 20 - pag.1 Lezione 20: Atomi e molecole 20.1. Il punto della situazione Abbiamo visto, nella lezione precedente, come il modello atomico sia in grado di spiegare la grande varietà di sostanze che

Dettagli

Elementi sistemati nella TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI in base al numero atomico crescente O, H, N, C (+ del 96% della materia vivente)

Elementi sistemati nella TAVOLA PERIODICA DEGLI ELEMENTI in base al numero atomico crescente O, H, N, C (+ del 96% della materia vivente) OVERVIEW Atomo: più piccola porzione di un elemento che mantiene le proprietà chimiche dello stesso Teoria atomica e tavola periodica Legami e interazioni degli atomi Acqua e le sue proprietà Acidi e basi

Dettagli

L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno

L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno L elettromagnetismo nella ricerca per l energia da fusione nucleare di plasma d idrogeno Roberto Cesario cesario@frascati.enea.it Associazione EURATOM-ENEA sulla Fusione Centro Ricerche ENEA Frascati Sommario

Dettagli

Struttura dell atomo atomo particelle sub-atomiche - protoni positiva - neutroni } nucleoni - elettroni negativa elemento

Struttura dell atomo atomo particelle sub-atomiche - protoni positiva - neutroni } nucleoni - elettroni negativa elemento Struttura dell atomo L atomo è la più piccola parte dell elemento che conserva le proprietà dell elemento Negli atomi ci sono tre diverse particelle sub-atomiche: - protoni (con carica positiva unitaria)

Dettagli

Le sostanze chimiche

Le sostanze chimiche Le sostanze chimiche Ingredienti base della materia La materia si presenta con diverse forme. Accade perché esistono moltissimi «ingredienti di base» che mescolandosi tra loro danno innumerevoli combinazioni.

Dettagli

A 2 Z A 2 Z. PROTONI: carica +e, massa 1840 m e NEUTRONI: carica nulla, massa 1842 m e

A 2 Z A 2 Z. PROTONI: carica +e, massa 1840 m e NEUTRONI: carica nulla, massa 1842 m e PROTONI: carica +e, massa 1840 m e NEUTRONI: carica nulla, massa 184 m e Z = numero atomico = numero dei protoni (elettroni) proprietà chimiche A = numero di massa = numero dei protoni + neutroni massa

Dettagli

Capitolo 16 L energia si trasferisce

Capitolo 16 L energia si trasferisce Capitolo 16 L energia si trasferisce 1. L «ABC» dei trasferimenti energetici 2. Le reazioni scambiano energia con l ambiente 3. Durante le reazioni varia l energia chimica del sistema 4. L energia chimica

Dettagli

Esploriamo la chimica

Esploriamo la chimica 1 Valitutti, Tifi, Gentile Esploriamo la chimica Seconda edizione di Chimica: molecole in movimento Capitolo 8 La struttura dell atomo 1. La doppia natura della luce 2. L atomo di Bohr 3. Il modello atomico

Dettagli

SOLE, struttura e fenomeni

SOLE, struttura e fenomeni SOLE, struttura e fenomeni Lezioni d'autore di Claudio Censori VIDEO Introduzione (I) Il Sole è la stella più vicina a noi, della quale possiamo pertanto ricavare in dettaglio informazioni dirette. Si

Dettagli

Fisica del VITA MEDIA o <<TEMPO SCALA>> di una stella. RISERVA ENERGETICA (masse delle particelle) POTENZA IRRADIATA

Fisica del VITA MEDIA o <<TEMPO SCALA>> di una stella. RISERVA ENERGETICA (masse delle particelle) POTENZA IRRADIATA Bollitore tibetano Fisica del 1900 VITA MEDIA o di una stella RISERVA ENERGETICA (masse delle particelle) POTENZA IRRADIATA M i c h e l s o n In Fisica oramai, è soltanto questione di mettere

Dettagli

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf.

Dati numerici: f = 200 V, R 1 = R 3 = 100 Ω, R 2 = 500 Ω, C = 1 µf. ESERCIZI 1) Due sfere conduttrici di raggio R 1 = 10 3 m e R 2 = 2 10 3 m sono distanti r >> R 1, R 2 e contengono rispettivamente cariche Q 1 = 10 8 C e Q 2 = 3 10 8 C. Le sfere vengono quindi poste in

Dettagli

Aspetti di Elettromagnetismo Applicato nella Fusione Termonucleare Controllata

Aspetti di Elettromagnetismo Applicato nella Fusione Termonucleare Controllata Scuola Nazionale Dottorandi di Elettrotecnica Ferdinando Gasparini Corso Breve Aspetti di Elettromagnetismo Applicato nella Fusione Termonucleare Controllata Francesco Gnesotto, Università di Padova con

Dettagli

Perchè non si è semplicemente assunto che il campo magnetico B abbia la direzione della forza magnetica agente su di un filo percorso da corrente?

Perchè non si è semplicemente assunto che il campo magnetico B abbia la direzione della forza magnetica agente su di un filo percorso da corrente? Perchè non si è semplicemente assunto che il campo magnetico B abbia la direzione della forza magnetica agente su di un filo percorso da corrente? Si abbia una molla verticale al cui estremo inferiore

Dettagli

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza. Lezione 7. Il modello a shell

Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza. Lezione 7. Il modello a shell Istituzioni di Fisica Nucleare e Subnucleare Prof. A. Andreazza Lezione 7 Il modello a shell Modello a shell Le informazioni ottenute sul potenziale di interazione nucleone-nucleone vengono usate concretamente

Dettagli

LA STRUTTURA DELLA MATERIA

LA STRUTTURA DELLA MATERIA LA STRUTTURA DELLA MATERIA La materia è tutto ciò che ci circonda, che occupa uno spazio e ha una massa La materia si presenta sotto diverse forme, dette sostanze. Sono sostanze: il vetro, il legno, il

Dettagli

LA STRUTTURA DELL ATOMO

LA STRUTTURA DELL ATOMO Università degli studi di MILANO Facoltà di AGRARIA El. di Chimica e Chimica Fisica Mod. 1 CHIMICA Mod. 2 CHIMICA FISICA Lezione 3 Anno Accademico 2010-2011 Docente: Dimitrios Fessas LA STRUTTURA DELL

Dettagli

Generalità delle onde elettromagnetiche

Generalità delle onde elettromagnetiche Generalità delle onde elettromagnetiche Ampiezza massima: E max (B max ) Lunghezza d onda: (m) E max (B max ) Periodo: (s) Frequenza: = 1 (s-1 ) Numero d onda: = 1 (m-1 ) = v Velocità della luce nel vuoto

Dettagli

Scuola Politecnica - DEIM ANNO ACCADEMICO 2014-2015 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE Ingegneria Energetica e Nucleare INSEGNAMENTO

Scuola Politecnica - DEIM ANNO ACCADEMICO 2014-2015 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE Ingegneria Energetica e Nucleare INSEGNAMENTO STRUTTURA Scuola Politecnica - DEIM ANNO ACCADEMICO 204-205 CORSO DI LAUREA MAGISTRALE Ingegneria Energetica e Nucleare INSEGNAMENTO Ingegneria degli Impianti Nucleari a Fissione ed a Fusione (C.I.) TIPO

Dettagli

Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile. Chimica. concetti e modelli.blu

Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile. Chimica. concetti e modelli.blu Valitutti, Falasca, Tifi, Gentile Chimica concetti e modelli.blu 2 Capitolo 19 L energia si trasferisce 3 Sommario (I) 1. L «ABC» dei trasferimenti energetici 2. Durante le reazioni varia l energia chimica

Dettagli

Atomi a più elettroni

Atomi a più elettroni Atomi a più elettroni L atomo di elio è il più semplice sistema di atomo a più elettroni. Due sistemi di livelli tra i quali non si osservano transizioni Sistema di singoletto->paraelio Righe singole,

Dettagli

AC5 Distanze nella Via Lattea

AC5 Distanze nella Via Lattea AC5 Distanze nella Via Lattea Misure di parallasse. Il satellite Hypparcos La misura della temperatura superficiale delle stelle ( corpo nero, larghezza delle righe, luminosità ) Spettri stellari e loro

Dettagli

LA PRODUZIONE DEI RAGGI X

LA PRODUZIONE DEI RAGGI X UNIVERSITA POLITECNICA DELLE MARCHE Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Tecniche di Radiologia Medica, per Immagini e Radioterapia LA PRODUZIONE DEI RAGGI X A.A. 2015-2016 Tecniche di Radiodiagnostica

Dettagli

Lezione 6 Geometrie lineari e toroidali di confinamento magnetico

Lezione 6 Geometrie lineari e toroidali di confinamento magnetico Lezione 6 Geometrie lineari e toroidali di confinamento magnetico G. Bosia Universita di Torino G. Bosia - Fisica del plasma confinato Lezione 6 1 Disuniformità con gradiente in direzione del campo ( )

Dettagli

Spettro elettromagnetico

Spettro elettromagnetico Spettro elettromagnetico Sorgenti Finestre Tipo Oggetti rilevabili Raggi γ ev Raggi X Lunghezza d onda E hc = hν = = λ 12. 39 λ( A o ) Visibile Infrarosso icro onde Onde-radio Dimensione degli oggetti

Dettagli

Velocità di reazione Una trasformazione chimica modifica completamente la natura delle sostanze iniziali ( i reagenti), formando altre specie (i prodo

Velocità di reazione Una trasformazione chimica modifica completamente la natura delle sostanze iniziali ( i reagenti), formando altre specie (i prodo Dinamica chimica (cinetica) Studio della velocità di reazione Bibliografia David W. Oxtoby, Norman H. Nachtrieb, Wade A. Freeman Chimica Edises Mario Nardelli Chimica generale Darrell D. Ebbing, Steven

Dettagli

Tesi di Laurea I livello

Tesi di Laurea I livello UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI CATANIA FACOLTÁ DI SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI CORSO DI LAUREA IN FISICA Tesi di Laurea I livello A.A. 2007/2008 Candidato: AGATIA LIBERTINO Relatore: Prof. LUCIO PATERNÓ

Dettagli

Le reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti

Le reazioni chimiche. Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti Le reazioni chimiche Lezioni d'autore di Giorgio Benedetti VIDEO VIDEO Introduzione (I) La cinetica chimica è la branca della chimica che si interessa della velocità delle reazioni chimiche, cioè la variazione

Dettagli

Combustione. Energia chimica. Energia termica Calore. Combustibili fossili

Combustione. Energia chimica. Energia termica Calore. Combustibili fossili Combustione La combustione è un processo di ossidazione rapido con produzione di luce e calore, con trasformazione di energia chimica in energia termica Energia chimica Combustibili fossili Energia termica

Dettagli