CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Produzione di tiranti di ancoraggio permanenti e provvisori

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Produzione di tiranti di ancoraggio permanenti e provvisori"

Transcript

1 Produzione tiranti permanenti e provvisori secondo UNI EN 1537, assistenza tecnica alla posa, attrezzature per la messa in opera, fornitura di dispositivi per l ingegneria strutturale, assistenza tecnica ingegneristica alla cantieristica, fornitura di trefolo secondo: EN 10138, ASTM A416/98 e ASTM A779/90 CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Produzione di tiranti di ancoraggio permanenti e provvisori

2 Rev. 0/ MANUALE DI MONTAGGIO, ISTALLAZIONE E MANUTENZIONE DEL TIRANTE TIPO ISI-02 Premessa Il tirante permanente ISI 02, riportato nella rappresentazione grafica in allegato 1, è dotato di n. 4 tubetti 16x20 mm necessari ad eseguire le operazioni di iniezioni. I tubetti di cui sopra, sono identificati da opportune colorazioni in base alla loro funzione. 1. MONTAGGIO ED ISTALLAZIONE DEL PRODOTTO TIRANTE IN OGGETTO Nella sostanza i colori identificati possono essere di seguito riportati: Tubetto Geometria Fase esecutiva BLU Diam. Int. 16 / Diam. Est. 20 VERDE Diam. Int. 16 / Diam. Est. 20 Sfiato iniezione corrugata ROSSO Diam. Int. 16 / Diam. Est. 20 Iniezione parte libera GRIGIO Diam. Int. 16 / Diam. Est. 20 Iniezione corrugata 1.1. SEQUENZA OPERAZIONI DI MONTAGGIO Di seguito sono riportate le operazioni necessarie e propedeutiche all istallazione del tirante in oggetto, che, in linea di principio dovrebbero essere eseguite nel sito di costruzione, salvo diversa organizzazione interna dello stesso con particolare riferimento alle impostazioni della Direzione Lavori o dell impresa esecutrice (sempre in accordo con la DD.LL.). a) identificare il tirante tramite l apposito cartellino identificativo fissato su ogni rotolo b) Taglio delle reggiature metalliche e srotolamento del tirante Questa operazione è sempre consigliata all arrivo dei tiranti in cantiere, ne garantisce una più corretta conservazione.

3 c) esecuzione dei fori di perforazione d) inserimento del tirante nel foro di perforazione Ciò preserva l integrità degli stessi nella movimentazione. Tutti i tiranti sono forniti con la parte libera sigillata da una nastratura che deve essere rimossa solo in fase d infilaggio nel foro di perforazione SEQUENZA OPERAZIONI DI ISTALLAZIONE Le fasi successive sono identificative delle operazioni necessarie per completare in modo corretto la procedura di istallazione del tirante in oggetto. 1) iniezione primaria della fondazione Iniezione interna del bulbo della fondazione avviene tramite il tubetto grigio 16x20 mm., fino allo sfiato dal tubetto verde 16x20 mm. Si procede alla piegatura dei tubi all uscita per mantenere la miscela cementizia. Non eccedere con la pressione dell iniezione da considerare al massimo pari a 2 bar. 2) iniezione primaria della fondazione tramite il tubetto blu 16x20 mm Pompare cemento in pressione fino ad un max. di 10 bar, piegare il tubo all uscita per mantenere se possibile la pressione data. Eventuali infiltrazioni di cemento nella parte libera esterna, sono tollerate perché confinate dal tampone. 3) esecuzione dell iniezione della parte libera tramite tubo rosso 16x20 mm Nella parte libera è predisposto il tubetto rosso che sarà iniettato, verificando la fuoriuscita della miscela cementizia dalla guaina liscia di protezione. 4) inserire la piastra Questa operazione è successiva alla verifica della compatibilità della stessa con i diametri di perforazione; differentemente si procede all inserimento di una sottopiastra di ripartizione che deve essere calcolata di volta in volta secondo le varie esigenze di cantiere. Si consiglia, a tal punto, di consultare il nostro reparto tecnico.

4 5) verificare che i trefoli siano privi di incrostazioni di cemento o ossidazioni Se il trefolo presenta superficialmente le suddette condizioni, si procede alla loro pulitura con un energica spazzolatura manuale (mediante anche l impiego di apposita strumentazione meccanica). 6) inserire le bussole coniche Si verifica che esse non siano ossidate, diversamente cospargere la parte interna di grasso e consultare il nostro reparto tecnico. 7) inserire i morsetti sui trefoli Battere i morsetti con un tubo in modo da portarli in posizione accostandoli il più possibile alla bussola. Si evidenzia che eventuale ossidazione dei cunei potrebbe non produrre il grip necessario al trasferimento degli sforzi. 8) procedere alla tesatura graduale verificando la tenuta della fondazione. 9) non verificando cedimenti della fondazione procedere alla tesatura al valore richiesto.

5 2. MANUTENZIONE DEL TIRANTE IN OGGETTO La manutenzione del prodotto tirante, una volta confezionato, deve essere necessariamente distinta in due fasi temporali e nel particolare: Ricovero del prodotto nella fase successiva la sua realizzazione nello stabilimento produttivo; Ricovero nel sito di costruzione prima delle fasi e delle operazioni descritte nei paragrafi precedenti relativamente al montaggio ed istallazione del prodotto MANUTENZIONE DEL TIRANTE NEL SITO PRODUTTIVO Il tirante prodotto e confezionato in forma circolare con un diametro di circa 2,00 metri, è depositato all interno dello stabilimento produttivo in posizione verticale, all interno di apposite aree di stoccaggio, pronto per essere caricato sui mezzi di trasporto. In questo modo si evita di esporre il tirante alle intemperie climatiche avendo cura anche del suo corretto posizionamento MANUTENZIONE DEL TIRANTE NEL SITO DI COSTRUZIONE Alla stregua del punto 2.1. prima descritto, il tirante trasportato nel sito produttivo dovrebbe essere posto a riparo dalle intemperie ammesso che lo stesso sia istallato in tempi non lunghi rispetto alla data di arrivo in cantiere. Dovrebbero essere localizzate delle aree di stoccaggio del prodotto in apposite zone in base al piano di gestione ed organizzazione del cantiere, per evitare ingombri ed intralci alle normali operazioni di sito ed evitare che le eventuali movimentazioni di mezzi e personale addetto presente in cantiere possano danneggiare il tirante. A seconda della commessa l area di stoccaggio di cui sopra deve essere caratterizzata da opportuni dimensioni in pianta.

6 3. IL PIANO DI MANUTENZIONE Il piano di manutenzione delle strutture è il documento complementare al progetto strutturale che ne prevede, pianifica e programma tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi dell'intera opera l'attività di manutenzione, al fine di mantenerne nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità l'efficienza ed il valore economico. I manuali d'uso e di manutenzione rappresentano gli strumenti con cui l'utente si rapporta con la struttura: direttamente utilizzandolo evitando comportamenti anomali che possano danneggiarne o comprometterne la durabilità e le caratteristiche; attraverso i manutentori che utilizzeranno così metodologie più confacenti ad una gestione che coniughi economicità e durabilità del bene. A tal fine, i manuali definiscono le procedure di raccolta e di registrazione dell'informazione nonché le azioni necessarie per impostare il piano di manutenzione e per organizzare in modo efficiente, sia sul piano tecnico che su quello economico, il servizio di manutenzione. Il manuale d'uso mette a punto una metodica di ispezione dei manufatti che individua sulla base dei requisiti fissati dal progettista in fase di redazione del progetto, la serie di guasti che possono influenzare la durabilità del bene e per i quali, un intervento manutentivo potrebbe rappresentare allungamento della vita utile e mantenimento del valore patrimoniale. Il manuale di manutenzione invece rappresenta lo strumento con cui l'esperto si rapporta con il bene in fase di gestione di un contratto di manutenzione programmata. Il programma infine è lo strumento con cui, chi ha il compito di gestire il bene, riesce a programmare le attività in riferimento alla previsione del complesso di interventi inerenti la manutenzione di cui si presumono la frequenza, gli indici di costo orientativi e le strategie di attuazione nel medio e nel lungo periodo. Il piano di manutenzione è organizzato nei tre strumenti individuati dall'art. 40 del regolamento LLPP ovvero: a) il manuale d'uso; b) il manuale di manutenzione; c) il programma di manutenzione; c1) il sottoprogramma delle prestazioni, che prende in considerazione, per classe di requisito, le prestazioni fornite dal bene e dalle sue parti nel corso del suo ciclo di vita; c2) il sottoprogramma dei controlli, che definisce il programma delle verifiche e dei controlli al fine di rilevare il livello prestazionale (qualitativo e quantitativo) nei successivi momenti della vita del bene, individuando la dinamica della caduta delle prestazioni aventi come estremi il valore di collaudo e quello minimo di norma;

7 c3) il sottoprogramma degli interventi di manutenzione, che riporta in ordine temporale i differenti interventi di manutenzione, al fine di fornire le informazioni per una corretta conservazione del bene. Tali strumenti devono consentire di raggiungere, in accordo con quanto previsti dalla norma UNI Criteri di stesura dei manuali d'uso e di manutenzione almeno i seguenti obiettivi, raggruppati in base alla loro natura: 1) Obiettivi tecnico - funzionali: - istituire un sistema di raccolta delle "informazioni di base" e di aggiornamento con le "informazioni di ritorno" a seguito degli interventi, che consenta, attraverso l'implementazione e il costante aggiornamento del "sistema informativo", di conoscere e manutenere correttamente l'immobile e le sue parti; - consentire l'individuazione delle strategie di manutenzione più adeguate in relazione alle caratteristiche del bene immobile ed alla più generale politica di gestione del patrimonio immobiliare; - istruire gli operatori tecnici sugli interventi di ispezione e manutenzione da eseguire, favorendo la corretta ed efficiente esecuzione degli interventi; - istruire gli utenti sul corretto uso dell'immobile e delle sue parti, su eventuali interventi di piccola manutenzione che possono eseguire direttamente; sulla corretta interpretazione degli indicatori di uno stato di guasto o di malfunzionamento e sulle procedure per la sua segnalazione alle competenti strutture di manutenzione; - definire le istruzioni e le procedure per controllare la qualità del servizio di manutenzione. 2) Obiettivi economici: - ottimizzare l'utilizzo del bene immobile e prolungarne il ciclo di vita con l'effettuazione d'interventi manutentivi mirati; - conseguire il risparmio di gestione sia con il contenimento dei consumi energetici o di altra natura, sia con la riduzione dei guasti e del tempo di non utilizzazione del bene immobile; - consentire la pianificazione e l'organizzazione più efficiente ed economica del servizio di manutenzione. Il presente Piano di manutenzione riguardante le strutture previsto dalle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008 e dalla relativa Circolare Esplicativa 2 febbraio 2009, 617). è redatto seguendo le indicazioni contenute sull'articolo 40 del D.P.R. 554/99.

8 DURABILITA DEL TIRANTE TIPO ISI-02 : pari alla vita utile della struttura in cui sono istallati (in accordo alla UNI EN 1537:2002) Cause Guasti visibili Controlli Cause possibili Intervento Periodicità controlli Corrosione Degrado che implica l'evolversi di Distacco del copriferro e formazione di un processo chimico: colature di ruggine, aspetto degradato. rigonfiamenti del copriferro. Fattori esterni ambientali o climatici, incompatibilità dei materiali e dei componenti, mancata manutenzione. Energica Spazzolatura del trefolo e degli elementi in acciaio oggetto di corrosione. Realizzazione di apposita verniciatura protettiva oltre che messa in opera di opportuna protezione 3/6 mesi Danneggiamento Diminuzione più o meno grave ed evidente di efficienza e di Presenza di lesioni, aspetto degradato. consistenza di un elemento. Cause accidentali, atti di vandalismo. Verificare la possibilità di recuperare il sistema in seguito al danneggiamento in accordo alle disposizioni progettuali e di concerto con la direzione lavori. Prevedere anche varianti di progetto mediante l'istallazione di nuovi elementi strutturali. quando necessario Deformazione Lesione Rottura Degradazione chimico-fisica Alterazione duratura dell'aspetto e della configurazione, misurabile Inflessione visibile; rigonfiamenti; dalla variazione delle distanze tra distacchi; lesioni. i suoi punti. Presenza di carichi superiori a quelli di calcolo, cedimenti del terreno al di sotto del piano di posa Rimozione di carichi e/o ripristino strutturale, progettazione di rinforzi, sottofondazioni locali, eliminazione delle cause delle eventuali modifiche geomorfologiche del terreno. Rottura che si manifesta in una Fenditure interne più o meno ramificate Schiacciamento per carico localizzato. qualsiasi struttura quando lo (es. lesione isolata, diffusa, a croce, Schiacciamento dovuto al peso proprio. Ritiro Ispezione tecnico specializzato, progettazione di rinforzi, sforzo a cui è sottoposta supera cantonale, a martello, verticale, a 45, della boiacca per granulometria troppo piccola locali, eliminazione delle cause delle eventuali modifiche la resistenza corrispondente del ecc.) e profonde (es.lesione capillare, dell'inerte o per eccesso di legante. Cicli di gelo e geomorfologiche del terreno. materiale. macroscopica, ecc.). disgelo. Penetrazione di acqua. Cause accidentali, atti di vandalismo, Verificare la possibilità di recuperare il sistema in seguito Menomazione dell'integrità di un superamento dei carichi di progetto, cambiamenti al danneggiamento in accordo alle disposizioni progettuali Perdita delle capacità portanti, aspetto elemento e danneggiamento delle condizioni locali del terreno di fondazione - e di concerto con la direzione lavori. Prevedere anche degradato. grave. variazioni del livello di falda,delle condizioni varianti di progetto mediante l'istallazione di nuovi elementi meccaniche del terreno. strutturali. Modificazione che implica un peggioramento. Indurimento, variazione della rugosità superficiale, fessurizzazione e scorrimenti plastici permanenti con conseguenti distacchi. Esposizione prolungata ai raggi ultravioletti. Salti termici (cicli di gelo e disgelo ). Errata valutazione dell'idoneità del materiale al contesto climatico. Energica Spazzolatura del trefolo e degli elementi in acciaio oggetto di corrosione. Realizzazione di apposita verniciatura protettiva oltre che messa in opera di opportuna protezione 3/6 mesi quando necessario quando necessario 3/6 mesi Cause, danneggiamenti e periodicità controlli

9 A L L E G A T O 1 : Rappresentazione grafica del tirante tipo ISI-02 Armatura in trefolo diametro 0.6" (f ptk = 1860 MPa) Trefolo Viplato o non viplato (vedere dettaglio offerta) Protezione Parte Libera (Guaina Liscia) Tubo di iniezione Parte Libera (interno guaina liscia) Tampone per la separazione ermetica tra Parte Libera e fondazione Tubo di Sfiato Parte Attiva (Fondazione) Collegamento dei Trefoli mediante nastratura Distanziatore interno (garantisce l'andamento sinusoidale dell'armatura) Tubo di iniezione Parte Attiva (Fondazione) Protezione parte attiva (Fondazione) - Guaina Corrugata Tubo di Iniezione Primaria

10 TIRANTE PERMANENTE - TIPO ISI - 02 Armatura in trefolo diametro 0.6" (fptk = 1860 MPa) n. Trefoli tipo piastra dimensione carico massimo 2 ISI - 2F 180 x 20 mm 300,00 kn Protezione Parte Libera (Guaina Liscia) 3 4 * ISI - 3F ISI - 4F 220 x 25 mm 220 x 25 mm 450,00 kn 600,00 kn 5 ISI - 5F 240 x 30 mm 0,00 kn 6 ISI - 6F 270 x 35 mm 900,00 kn Tubo di iniezione Parte Libera (interno guaina liscia) 7 ISI - 7F 280 x 40 mm 1050,00 kn A A' 8 ISI - 8F 320 x 40 mm 1200,00 kn 9 ISI - 9F 320 x 40 mm 1350,00 kn * rappresentazione delle sezione riferite al tirante a n.4 trefoli B B' Tampone per la separazione ermetica tra Parte Libera e fondazione Sezione A-A' scala 1:20 Sezione B-B' scala 1:20 C C' Tubo di Sfiato Parte Attiva (Fondazione) D D' Collegamento dei Trefoli mediante nastratura Distanziatore interno (garantisce l'andamento sinusoidale dell'armatura) Tubo di iniezione Parte Attiva (Fondazione) Sezione C-C' scala 1:20 Sezione D-D' scala 1:20 Protezione parte attiva (Fondazione) - Guaina Corrugata Tubo di Iniezione Primaria I.S.I. Italia s.r.l. - Produzione di tiranti di ancoraggio per uso geotecnico

11 TIRANTE PERMANENTE - TIPO ISI - 02 Sezione A-A': n.2 trefoli Sezione A-A': n.3 trefoli Sezione A-A': n.4 trefoli Sezione A-A': n.5 trefoli TRE FOLO S ezione 0,6" TUBI DI SFIATO diam 16 /20 mm TUBI DI SFIATO TUBI DI SFIATO diam 16 /20 mm diam 16 /20 mm TUBI DI SFIATO A' A Sezione A-A': n.6 trefoli Sezione A-A': n.7 trefoli Sezione A-A': n.8/9 trefoli TRE FOLO TRE FOLO S ezione 0,6" S ezione 0,6" TUBI DI SFIATO TUB I DI SFIATO diam 16 /20 mm diam 16 /20 mm TRE FOLO S ezi one 0,6" TUBI DI SFIATO Caratteristiche Geometriche Guaina liscia trefoli Vipla no vipla / I.S.I. Italia s.r.l. - Produzione di tiranti di ancoraggio per uso geotecnico Scala sezioni 1:20

12 TIRANTE PERMANENTE - TIPO ISI - 02 Sezione B-B': n.2 trefoli Sezione B-B': n.3 trefoli Sezione B-B': n.4 trefoli Sezione B-B': n.5 trefoli TU BI DI INIEZIONE TU BI DI INIEZIONE Distanziatore interno (6 posizioni) D istanziatore interno (6 posizioni) TU BI D I INIEZIONE D istanziatore interno (6 posizioni) Distanziatore interno (6 posizioni) B' B Sezione B-B': n.6 trefoli Sezione B-B': n.7 trefoli Sezione B.B': n.8/9 trefoli Caratteristiche Geometriche Guaina corrugata TU BI D I INIEZIONE trefoli Vipla no vipla D istanziatore interno (6 posizioni) TU BI D I INIEZIONE Distanziatore interno (8 posizioni) TU BI D I INIEZIONE Distanziatore interno (8 posizioni) 8/ I.S.I. Italia s.r.l. - Produzione di tiranti di ancoraggio per uso geotecnico Scala sezioni 1:20

13 TIRANTE PERMANENTE - TIPO ISI - 02 TIRANTE n.2 trefoli n.3 trefoli n.4 trefoli n.5 trefoli n.6 trefoli n.7 trefoli n.8 trefoli n.9 trefoli PIASTRA BLOCCAGGIO LISCIA CORRUGATA INIEZIONE SFIATO Acciaio S 2 JR diam. 80 mm diam. mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm sp. 2,00 mm sp. 1,0 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm dim. 180 x 20 mm Acciaio S 2 JR dim. 220 x 25 mm Acciaio S 2 JR dim. 220 x 25 mm Acciaio S 2 JR dim. 240 x 30 mm Acciaio S 2 JR dim. 270 x 35 mm Acciaio S 2 JR dim. 280 x 40 mm Acciaio S 2 JR dim. 310 x 40 mm Acciaio S 2 JR dim. 320 x 40 mm SISTEMA DI BLOCCAGGIO GUAINE PLASTICHE TUBI IN PLASTICA diam. 80 mm sp. 2,00 mm diam. 80 mm sp. 2,00 mm diam. 80 mm sp. 2,00 mm diam. mm sp. 2,00 mm diam. mm sp. 2,00 mm diam. mm sp. 2,50 mm diam. mm sp. 1,0 mm diam. mm sp. 1,0 mm diam. mm sp. 1,0 mm diam. 90 mm sp. 1,0 mm diam. 90 mm sp. 1,0 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm diam. 110 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm sp. 1,5 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm diam. mm diam. 110 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm sp. 2,50 mm sp. 1,5 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm dia. 16/20 mm dia. 16/20 mm Sp. 2,00 mm Sp. 2,00 mm PUNTALE IN PLASTICA SACCO DISTANZIATORE OTTURATORE / IN PLASTICA TUBO VALV. Lunghezza iniezione primaria Lunghezza iniezione parte fondazione Lunghezza sfiato parte fondazione Lunghezza iniezione parte libera Lunghezza parte libera Lunghezza parte fondazione Lunghezza totale tirante Lunghezza armatura in trefolo

CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Produzione di tiranti di ancoraggio permanenti e provvisori

CERTIFICAZIONE ISO 9001:2008 Produzione di tiranti di ancoraggio permanenti e provvisori Produzione tiranti permanenti e provvisori secondo UNI EN 1537, assistenza tecnica alla posa, attrezzature per la messa in opera, fornitura di dispositivi per l ingegneria strutturale, assistenza tecnica

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008)

PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008) PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008) Comune di Cento Provincia di Ferrara Ing. Fabio Cristalli Non necessario dell'opera indirizzo Via Maestra Grande committente Comune di

Dettagli

MANUALE D USO (Articolo 38 D.P.R. 207/2010)

MANUALE D USO (Articolo 38 D.P.R. 207/2010) MANUALE D USO Premessa Il Piano di Manutenzione è il documento complementare al progetto esecutivo che prevede, pianifica e programma, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi effettivamente

Dettagli

MANUALE D'USO. Strutture in fondazione. Strutture di elevazione. Platee. Travi in c.a. Pareti sismiche in c.a.

MANUALE D'USO. Strutture in fondazione. Strutture di elevazione. Platee. Travi in c.a. Pareti sismiche in c.a. SOMMARIO MANUALE D'USO... 2 Strutture in fondazione... 2 Platee... 2 Strutture di elevazione... 2 Travi in c.a.... 2 Pareti sismiche in c.a.... 2 MANUALE DI MANUTENZIONE... 4 Strutture in fondazione...

Dettagli

Piano di Manutenzione

Piano di Manutenzione DESCRIZIONE DELL'OPERA: OPERE COMPLEMENTARI AL NUOVO CENTRO DI RACCOLTA RIFIUTI DIFFERENZIATI IN FRAZIONE ARBIZZANO COMMITTENTE: Comune di Negrar Piano di Manutenzione (art. 38 del D.P.R. 207/2010) / /2014

Dettagli

Manuale ANCORAGGIO STRUTTURALE PALO INCLINATO Ø114 ART. 25040/25050

Manuale ANCORAGGIO STRUTTURALE PALO INCLINATO Ø114 ART. 25040/25050 Manuale ANCORAGGIO STRUTTURALE PALO INCLINATO Ø114 ART. 25040/25050 2 EDIZIONE MAGGIO 2012 Indice SOMMARIO ELEMENTO DI ANCORAGGIO STRUTTURALE Descrizione del prodotto Modalità d uso e limite di utilizzo

Dettagli

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications I tiranti tipo TPE-02 sono da considerarsi permanenti e sono realizzati secondo EURO NORM EN 1537-2002 paragrafo 6.9.3, sono formati da trefoli di acciaio armonico secondo EN 10138. Il tirante permanenti

Dettagli

IIL COLLAUDO NELLE CONDOTTE NON IN PRESSIONE

IIL COLLAUDO NELLE CONDOTTE NON IN PRESSIONE IIL COLLAUDO NELLE CONDOTTE NON IN PRESSIONE Scopo del collaudo (ad aria o ad acqua) e quello di verificare l efficienza e la funzionalità idraulica di un collettore posato in opera. In particolare si

Dettagli

2 PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE (art. 10.1 DM 14/01/2008)

2 PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE (art. 10.1 DM 14/01/2008) INDICE 1 PREMESSA... 2 2 PIANO DI MANUTENZIONE DELLE STRUTTURE (art. 10.1 DM 14/01/2008)... 3 3 MANUALE D'USO... 4 4 MANUALE DI MANUTENZIONE... 6 5 PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 8 1 1 PREMESSA Il piano

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI

MANUALE DI MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI MANUALE DI MANUTENZIONE IMPIANTI ELETTRICI Premessa Scopo del manuale di manutenzione è quello di fornire le indicazioni necessarie per la corretta manutenzione degli impianti. Livello minimo delle prestazioni

Dettagli

OPERATORE ELETTRICO. Descrizione sintetica della figura

OPERATORE ELETTRICO. Descrizione sintetica della figura OPERATORE ELETTRICO Descrizione sintetica della figura L operatore elettrico, interviene, a livello esecutivo, nel processo di realizzazione dell impianto elettrico con autonomia e responsabilità limitate

Dettagli

EDIFICIO SCOLASTICO COMUNALE DI SANT ENEA INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, CONSOLIDAMENTO E MIGLIORAMENTO SISMICO PROGETTO ESECUTIVO

EDIFICIO SCOLASTICO COMUNALE DI SANT ENEA INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, CONSOLIDAMENTO E MIGLIORAMENTO SISMICO PROGETTO ESECUTIVO COMUNE DI PERUGIA EDIFICIO SCOLASTICO COMUNALE DI SANT ENEA INTERVENTI DI RISANAMENTO CONSERVATIVO, CONSOLIDAMENTO E MIGLIORAMENTO SISMICO PROGETTO ESECUTIVO PIANO di MANUTENZIONE Committente: Amministrazione

Dettagli

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 Area Comune Processo Gestione del processo produttivo, qualità, funzioni tecniche e logistica interna

Dettagli

Progetto esecutivo. 3.2a PDM Paratie. Calcoli strutturali

Progetto esecutivo. 3.2a PDM Paratie. Calcoli strutturali Lavori di protezione del corpo stradale e miglioramento delle condizioni di sicurezza del 1 e 2 lotto della strada di collegamento tra la S.S. Melfi-Potenza e l'abitato di Venosa - Lavori di completamento

Dettagli

5.2 SCHEDA TECNICA ED INDICAZIONI DI MONTAGGIO

5.2 SCHEDA TECNICA ED INDICAZIONI DI MONTAGGIO 5.2 SCHEDA TECNICA ED INDICAZIONI DI MONTAGGIO PUNTO DI ANCORAGGIO WAxxP Di classe A1 secondo UNI EN 795:2002 e di tipo A secondo UNI 11578:2015 Certificato secondo UNI EN 795:2002 e UNI 11578:2015 UNI

Dettagli

efpe SCUOLA EDILE di reggio emilia

efpe SCUOLA EDILE di reggio emilia aggiornamenti al ruolo SICUREZZA IN CANTIERE: TESTO UNICO PER LA SICUREZZA E CORRETTIVO D:LGS 106/2009 PIANO DI SICUREZZA E COORDINAMENTO E FASCICOLO DELL OPERA: LEGGIBILITA E CONTESTUALIZZAZIONE tema

Dettagli

INTERVENTO DI SISTEMAZIONE E CONSOLIDAMENTO DEI VERSANTI A SALVAGUARDIA DI CENTRI ABITATI ED INFRASTRUTTURE

INTERVENTO DI SISTEMAZIONE E CONSOLIDAMENTO DEI VERSANTI A SALVAGUARDIA DI CENTRI ABITATI ED INFRASTRUTTURE Piano di manutenzione delle strutture INTERVENTO DI SISTEMAZIONE E CONSOLIDAMENTO DEI VERSANTI A SALVAGUARDIA DI CENTRI ABITATI ED INFRASTRUTTURE Committente: Comune di Montù Beccaria Descrizione dell'opera:

Dettagli

CAVALCAFERROVIA ROMANIA - FALCHERA. UBICAZIONE OPERE: area compresa tra c.so Romania, l autostrada Torino Milano e la ferrovia Torino Milano

CAVALCAFERROVIA ROMANIA - FALCHERA. UBICAZIONE OPERE: area compresa tra c.so Romania, l autostrada Torino Milano e la ferrovia Torino Milano COMMITTENTE: CITTA DI TORINO VICE DIREZIONE GENERALE INGEGNERIA DIREZIONE INFRASTRUTTURE E MOBILITA SERVIZIO PONTI, VIE D ACQUA ED INFRASTRUTTURE p.zza San Giovanni 5 10122 Torino (tel. 011/4422409 fax.

Dettagli

Armatura per c.a.: Sistema Unifer Armature preassemblate

Armatura per c.a.: Sistema Unifer Armature preassemblate Armatura per c.a.: Sistema Unifer Armature preassemblate La corretta esecuzione delle armature ha una funzione essenziale per garantire le prestazioni richieste dalle strutture in cemento armato. Per la

Dettagli

PIANO DI GESTIONE E MANUTENZIONE DELL IMPIANTO

PIANO DI GESTIONE E MANUTENZIONE DELL IMPIANTO PREMESSA La presente relazione, in ottemperanza a quanto prescritto dal Piano Energetico Regionale per impianti aventi potenza nominale fino ad 1 Mw, illustra come si procederà alla gestione e manutenzione

Dettagli

La resistenza al vento e la manutenzione dei sistemi di impermeabilizzazione secondo il Codice di Pratica. Matteo Fiori

La resistenza al vento e la manutenzione dei sistemi di impermeabilizzazione secondo il Codice di Pratica. Matteo Fiori La resistenza al vento e la manutenzione dei sistemi di impermeabilizzazione secondo il Codice di Pratica matteo.fiori@polimi.it 2 Il 9 aprile 2015 è entrata in vigore la norma UNI 11442. Criteri per il

Dettagli

COMUNE DI STREVI INTERVENTI URGENTI DI CONSOLIDAMENTO FRANA E RICOSTRUZIONE PORZIONE DI CINTA MURARIA MEDIEVALE IN FREGIO A VIA DELLA ROCCA

COMUNE DI STREVI INTERVENTI URGENTI DI CONSOLIDAMENTO FRANA E RICOSTRUZIONE PORZIONE DI CINTA MURARIA MEDIEVALE IN FREGIO A VIA DELLA ROCCA REGIONE PIEMONTE PROVINCIA DI ALESSANDRIA COMUNE DI STREVI INTERVENTI URGENTI DI CONSOLIDAMENTO FRANA E RICOSTRUZIONE PORZIONE DI CINTA MURARIA MEDIEVALE IN FREGIO A VIA DELLA ROCCA PROGETTO DEFINITIVO

Dettagli

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications I tiranti permanenti e provvisori possono essere avere diversi sistemi di ancoraggio a secondo delle esigenze della clientela possono essere installati i seguenti sistemi: TTR, TTM-F, TTM, TTR-DDSF. Ancoraggi

Dettagli

Prodotti Descrizione Riferimenti Normativi

Prodotti Descrizione Riferimenti Normativi 2 FASCIATURA CON TESSUTI UNIDIREZIONALI E QUADRIASSIALI IN FIBRA DI CARBONIO: NODI TRAVE PILASTRO IN C.A. INDICE ANALITICO DELLE OPERE a) Preparazione del supporto comprese eventuali iniezioni consolidanti

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE LAVORI DI ADEGUAMENTO, RISTRUTTURAZIONE ED EFFICENTAMENTO DEGLI IMPIANTI DI SOLLEVAMENTO DELLA VASCA N. 2 E VASCA N. 4 IN AGRO DI MELFI E SISTEMI DI ADDUZIONE AD ESSI CONNESSI A.2.8 Agg. Agg. Scala: Il

Dettagli

1. Premesse, Normative di riferimento criteri di qualificazione e accettazione

1. Premesse, Normative di riferimento criteri di qualificazione e accettazione 1. Premesse, Normative di riferimento criteri di qualificazione e accettazione La presente relazione illustra i materiali il cui uso è prescritto per la realizzazione delle opere previste in progetto e

Dettagli

Piano di manutenzione denitrificazione-ossidazione e locale soffianti SOMMARIO

Piano di manutenzione denitrificazione-ossidazione e locale soffianti SOMMARIO SOMMARIO MANUALE D'USO... 3 Strutture in fondazione... 3 Platee... 3 Strutture di elevazione... 3 Pareti sismiche in c.a... 3 Strutture secondarie... 3 Scale - Rampe in c.a... 3 Solai in latero-cemento...

Dettagli

COMUNE DI S.MINIATO (PI) IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO PER LA RIDUZIONE DEI FENOMENI DI ALLAGAMENTO E RISTAGNO PRESSO LA ZONA DI S.

COMUNE DI S.MINIATO (PI) IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO PER LA RIDUZIONE DEI FENOMENI DI ALLAGAMENTO E RISTAGNO PRESSO LA ZONA DI S. COMUNE DI S.MINIATO (PI) IMPIANTO DI SOLLEVAMENTO PER LA RIDUZIONE DEI FENOMENI DI ALLAGAMENTO E RISTAGNO PRESSO LA ZONA DI S.DONATO RELAZIONE PRELIMINARE DI CALCOLO DELLE STRUTTURE - indice 1. Relazione

Dettagli

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications I tiranti tipo TPE-02-SP sono da considerarsi permanenti e sono realizzati secondo EURO NORM EN 1537-2002 paragrafo 6.9.3, sono formati da trefoli di acciaio armonico secondo EN 10138. Il tirante permanenti

Dettagli

Se R7. ACS ingegneri via catani,28/c prato tel fax adeguamento sismico della palestra

Se R7. ACS ingegneri via catani,28/c prato tel fax adeguamento sismico della palestra via catani,28/c - 59100 prato tel 0574.527864 fax 0574.568066 E-mail Se R7 piano di manutenzione --- --- marzo 2015 comune di barberino di mugello (fi) adeguamento sismico della palestra della scuola media

Dettagli

SOMMARIO 1 PREMESSA... 2 2 PLINTO DI FONDAZIONE CON TIRAFONDI PER STRUTTURA IN ACCIAIO... 3 3 STRUTTURA IN ACCIAIO ESTERNA E/O INTERNA A VISTA...

SOMMARIO 1 PREMESSA... 2 2 PLINTO DI FONDAZIONE CON TIRAFONDI PER STRUTTURA IN ACCIAIO... 3 3 STRUTTURA IN ACCIAIO ESTERNA E/O INTERNA A VISTA... SOMMARIO 1 PREMESSA... 2 2 PLINTO DI FONDAZIONE CON TIRAFONDI PER STRUTTURA IN ACCIAIO... 3 3 STRUTTURA IN ACCIAIO ESTERNA E/O INTERNA A VISTA... 6 1 1 PREMESSA "Piano di manutenzione riguardante le strutture"

Dettagli

Operatore edile. Standard della Figura nazionale

Operatore edile. Standard della Figura nazionale Operatore edile Standard della Figura nazionale Denominazione della figura professionale OPERATORE EDILE Referenziazioni della figura Professioni NUP/ISTAT correlate Attività economiche di riferimento:

Dettagli

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications

TTM tension technology s.r.l. Engineering geotechnical applications TREFOLO T15 Tutti i sistemi di ancoraggio prodotti TTM per applicazioni di post tensione, solai e geotecnica sono stati testati e qualificati con le tre tipologie di trefolo oggi presenti nel mercato T15,

Dettagli

/ 01- " 23 )"(!"# $% "&' ()"') *+,-.

/ 01-  23 )(!# $% &' ()') *+,-. / 01-!" " 23 )"( ) """#$"%!"# $% "&' ()"') *+,-. - Premessa "Piano di manutenzione riguardante le strutture" previsto dalle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008 e dalla relativa

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA

PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA (Ai sensi del D.M. 14.01.2008, art. 10.1) 1. Premessa. Il presente Piano di manutenzione della parte strutturale dell opera è relativo alle opere

Dettagli

NUOVA EVOLUZIONE ULTRASOLAR 2

NUOVA EVOLUZIONE ULTRASOLAR 2 NUOVA EVOLUZIONE ULTRASOLAR 2 SCHEDA CARATTERISTICHE TECNICHE REV. 01/14 ULTRASOLAR 2 Descrizione del materiale: Gamma prodotti: Impiego: Sistema composito in rotoli completo di 2 tubi gemellati in acciao

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE

PIANO DI MANUTENZIONE COMUNE DI BOLOGNA PROVINCIA DI BOLGNA PROGETTO: NUOVA SCUOLA PER L INFANZIA RECUPERO FUNZIONALE DELLA PALAZZINA DI VIALE DRUSIANI NEL PARCO URBANO GIARDINI MARGHERITA. BOLOGNA PIANO DI MANUTENZIONE PROGETTISTA

Dettagli

ANALISI DEI CARICHI AGENTI SULLE STRUTTURE

ANALISI DEI CARICHI AGENTI SULLE STRUTTURE UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II Facoltà di Ingegneria gg Corso di Laurea in Ingegneria Edile Corso di Architettura Tecnica II Prof. Francesco Polverino ANALISI DEI CARICHI AGENTI SULLE STRUTTURE

Dettagli

SOMMARIO 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO PREMESSA E DESCRIZIONE DELLE OPERE COLLOCAZIONE MODALITÀ D'USO CORRETTO...

SOMMARIO 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO PREMESSA E DESCRIZIONE DELLE OPERE COLLOCAZIONE MODALITÀ D'USO CORRETTO... SOMMARIO 1. NORMATIVA DI RIFERIMENTO... 4 2. PREMESSA E DESCRIZIONE DELLE OPERE... 4 3. COLLOCAZIONE... 5 4. MODALITÀ D'USO CORRETTO... 5 5. ANOMALIE RISCONTRABILI... 5 6. CONTROLLI E INTERVENTI... 6 3

Dettagli

SCHEMA. Mandato CEN M/120 Prodotti metallici per impieghi strutturali e loro accessori.

SCHEMA. Mandato CEN M/120 Prodotti metallici per impieghi strutturali e loro accessori. SCHEMA per la certificazione del controllo della produzione in fabbrica ai fini della marcatura CE di prodotti in acciai da bonifica da costruzione cui alla norma UNI EN 10343:2009 0 STORIA Edizione 0

Dettagli

COLLEGAMENTI UNIONI INCOLLATE

COLLEGAMENTI UNIONI INCOLLATE Presentazione del documento CNR-DT 206/ 2007 Venezia, 26 settembre 2008 CNR-DT 206/ 2007 il controllo delle strutture di legno COLLEGAMENTI UNIONI INCOLLATE Alessandra Gubana Facoltà di Ingegneria - Università

Dettagli

АLGA SLAB SOLUZIONI PER SOLAI POST-TESI

АLGA SLAB SOLUZIONI PER SOLAI POST-TESI АLGA SLAB SOLUZIONI PER SOLAI POST-TESI ANTISEISMIC DEVICES BEARINGS EXPANSION JOINTS POST TENSIONING SYSTEMS STRUCTURAL REPAIR AND MANTEINANCE In copertina e sopra: Riqualificazione ex area Michelin,

Dettagli

IL METODO DEGLI STATI LIMITE

IL METODO DEGLI STATI LIMITE Corso sulle Norme Tecniche per le costruzioni in zona sismica (Ordinanza PCM 3274/2003, DGR Basilicata 2000/2003) POTENZA, 2004 IL METODO DEGLI STATI LIMITE Prof. Ing. Angelo MASI DiSGG, Università di

Dettagli

INSIEL S.p.A. LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica OGGETTO. Dispositivi di Chiusura per Tubi Lisci, Corrugati e Tritubi. Integrazioni: 27 marzo

INSIEL S.p.A. LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica OGGETTO. Dispositivi di Chiusura per Tubi Lisci, Corrugati e Tritubi. Integrazioni: 27 marzo LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica Data: 28 marzo 2007 OGGETTO GGETTO: Dispositivi di Chiusura per Tubi Lisci, Corrugati e Tritubi Integrazioni: 27 marzo 2009 Riferimento: INSIEL_ST_CHIUSURATUBI _09

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE (art. 40 D.P.R. n 554/99)

PIANO DI MANUTENZIONE (art. 40 D.P.R. n 554/99) RISANAMENT O E RESTAURO CO NSERVATIVO DEL PALAZZETTO DELLO SPORT PIANO DI MANUTENZIONE (art. 40 D.P.R. n 554/99) Descrizione dell'opera: Committente: Impresa: Risanamento e restauro del palazzetto dello

Dettagli

PROCEDURA DI COLLAUDO PER TUBAZIONI IN PE PER TRASPORTO DI ACQUA

PROCEDURA DI COLLAUDO PER TUBAZIONI IN PE PER TRASPORTO DI ACQUA PROCEDURA DI COLLAUDO PER TUBAZIONI IN PE PER TRASPORTO DI ACQUA GENERALITA Secondo il Decreto Ministeriale dei Lavori Pubblici del 12 dicembre 1985 le condotte realizzate devono essere sottoposte ad una

Dettagli

Operatore del montaggio e della manutenzione di imbarcazioni da diporto Standard della Figura nazionale

Operatore del montaggio e della manutenzione di imbarcazioni da diporto Standard della Figura nazionale Operatore del montaggio e della manutenzione di imbarcazioni da diporto Standard della Figura nazionale 67 Denominazione della figura OPERATORE DEL MONTAGGIO E DELLA MANUTENZIONE DI IMBARCAZIONI DA DIPORTO

Dettagli

RELAZIONE METODOLOGICA DI APPROCCIO INDICE. 1.0 Normative di Riferimento pg.00

RELAZIONE METODOLOGICA DI APPROCCIO INDICE. 1.0 Normative di Riferimento pg.00 RELAZIONE METODOLOGICA DI APPROCCIO INDICE Premessa pg.00 1.0 Normative di Riferimento pg.00 2.0 Descrizione delle modalità tecniche per l espletamento dell incarico pg.00 3.0 Organizzazione e definizione

Dettagli

Giunti ACQUA CONDIZIONAMENTO RISCALDAMENTO

Giunti ACQUA CONDIZIONAMENTO RISCALDAMENTO I giunti elastici svolgono una funzione di protezione degli impianti dai movimenti di allungamento, compressione e flessione. Svolgono inoltre una funzione antivibrante, di assorbimento del rumore e permettono

Dettagli

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE MARGINE ANTICADUTA A SBALZO PER LAVORI TEMPORANEI IN QUOTA CON SUPPORTO A MORSETTO E MONTANTE PROVA DI QUALIFICA CLASSE A

DISPOSITIVO DI PROTEZIONE MARGINE ANTICADUTA A SBALZO PER LAVORI TEMPORANEI IN QUOTA CON SUPPORTO A MORSETTO E MONTANTE PROVA DI QUALIFICA CLASSE A DISPOSITIVO DI PROTEZIONE MARGINE ANTICADUTA A SBALZO PER LAVORI TEMPORANEI IN QUOTA CON SUPPORTO A MORSETTO E MONTANTE PROVA DI QUALIFICA CLASSE A e B FT7 ART. 50650 Supporto ART. 50150 Montante ART.

Dettagli

MANUALE DI INSTALLAZIONE IMPO6

MANUALE DI INSTALLAZIONE IMPO6 MANUALE DI INSTALLAZIONE IMPO6 SOMMARIO 1 Manufatti in vetroresina... 3 1.1 Movimentazione e preparazione... 3 1.2 Sollevamento del manufatto... 3 1.3 Verifica parti e accessori... 4 2 Componenti... 4

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA

PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA 1 PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL OPERA Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14 gennaio 2008) Circolare Esplicativa 2 febbraio 2009, n. 617 (Art. 40 D.P.R. 554/99) REV.: 00 DATA:

Dettagli

CEN/TS 16415:2013 UNI EN 795:2012

CEN/TS 16415:2013 UNI EN 795:2012 CEN/TS 16415:2013 UNI EN 795:2012 Nelle prove effettuate in conformità con la prova di deformazione, nessuna parte degli ancoraggi di estremità, ancoraggi intermedi, ancoraggi ad angolo o punto di ancoraggio

Dettagli

CODICE: CODICE:

CODICE: CODICE: UNI EN 795:2002 Dispositivo che utilizza una linea di ancoraggio rigida con un inclinazione sull asse orizzontale non superiore a 15 (misurato tra gli ancoraggi di estremità e gli ancoraggi intermedi in

Dettagli

ATTESTAZIONE. Oppure. 15 m. a pavimento o a parete

ATTESTAZIONE. Oppure. 15 m. a pavimento o a parete ATTESTAZIONE Le linee di vita permanenti EN 795 CLASSE C possono essere di tipo mono-fune o bi-fune. La linea di vita Travspring Tractel è una linea di vita permanente EN 795 CLASSE C di tipo mono-fune.

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DIPARTIMENTO MECCANICO TECNICHE DI PRODUZIONE E ORGANIZZAZIONE. Classe 5 PMA A.S

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DIPARTIMENTO MECCANICO TECNICHE DI PRODUZIONE E ORGANIZZAZIONE. Classe 5 PMA A.S Progettazione Disciplinare PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DIPARTIMENTO MECCANICO TECNICHE DI PRODUZIONE E ORGANIZZAZIONE Classe 5 PMA A.S. 2016 2017 Rev. 0 del 08-03-04 pag. 1 di 9 Progettazione Disciplinare

Dettagli

I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE

I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE I SOLAI: TIPOLOGIE E TECNOLOGIE REALIZZATIVE Argomenti Funzioni del solaio Tipologie di materiali Tipologie realizzative dei solai latero-cementizi I solai latero-cementizi gettati in opera FUNZIONE STRUTTURALE

Dettagli

FASCICOLO DELL'OPERA Art. 91, comma 1, lettera b), D. Lgs. 81/2008 Allegato XVI al D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008

FASCICOLO DELL'OPERA Art. 91, comma 1, lettera b), D. Lgs. 81/2008 Allegato XVI al D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 FASCICOLO DELL'OPERA Art. 91, comma 1, lettera b), D. Lgs. 81/2008 Allegato XVI al D. Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 OGGETTO: PROGETTO DI BONIFICA DELL'AMIANTO E COIBENTAZIONE DELLA COPERTURA DELLA SCUOLA

Dettagli

INSIEL S.p.A. OGGETTO. LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica. Micro-cavi cavi per installazione soffiata in micro-tubi. Data: 3 aprile 2008 GGETTO:

INSIEL S.p.A. OGGETTO. LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica. Micro-cavi cavi per installazione soffiata in micro-tubi. Data: 3 aprile 2008 GGETTO: LIVELLO PROGETTUALE: Specifica Tecnica Data: 3 aprile 2008 OGGETTO GGETTO: Micro-cavi cavi per installazione soffiata in micro-tubi Integrazioni: 27 marzo 2009 Riferimento: INSIEL_ST _MICROCAVI_09 INDICE

Dettagli

COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO)

COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO) COMUNE DI CALDERARA DI RENO (BO) PROGETTO DI AMPLIAMENTO E RISTRUTTURAZIONE DEL FABBRICATO INDUSTRIALE BONFIGLIOLI RIDUTTORI S.p.A. SITO IN VIA BAZZANESE RICERCA E PROGETTO GALASSI, MINGOZZI E ASSOCIATI

Dettagli

CANTILEVER IPE CANTILEVER CANTILEVER

CANTILEVER IPE CANTILEVER CANTILEVER IPE 90-120 Scaffalatura autoportante particolarmente adatta per lo stoccaggio di materiali lunghi quali tubi, barre, profilati, lamiere in pacchi, coils, legnami e truciolari in genere. Disponibile in

Dettagli

Parapetti su cassaforma e scale portatili. Descrizione del caso

Parapetti su cassaforma e scale portatili. Descrizione del caso Titolo del caso Parapetti su cassaforma e scale portatili Descrizione del caso Tipologia costruttiva Contesto produttivo Realizzazione pila di un viadotto Lavorazioni di posa in opera di carpenteria metallica

Dettagli

TUBO MULTISTRATO PE.XB/AL/PE.XB

TUBO MULTISTRATO PE.XB/AL/PE.XB TUBO MULTISTRATO PE.XB/AL/PE.XB CODICE PRODOTTO 0081840/1/2/ TUBO Il tubo Multistrato Energy Expert con anima in alluminio (AL) e tubi interno ed esterno in polietilene a resistenza termica maggiorata,

Dettagli

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA

REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA REPERTORIO DELLE QUALIFICAZIONI PROFESSIONALI DELLA REGIONE CAMPANIA SETTORE ECONOMICO PROFESSIONALE 1 SETTORE EDILIZIA Sequenza di processo Progettazione edile e gestione del cantiere Area di Attività

Dettagli

INDICE TPE-13A TPE-13B Cap lungo Pagina 2 di 40

INDICE TPE-13A TPE-13B Cap lungo Pagina 2 di 40 Istruzion ni operative peer instaallazionee e man nutenzioone TIRA T ANTE E TIP PO T TPE 13 An ncora aggioo TTR-E Con riferimennto al D.M. del C d 14 gennaiio 2008 (NTC C 2008 nuovve norme tecn niche),

Dettagli

QUADRI IN VETRORESINA

QUADRI IN VETRORESINA QUADRI IP65 CIECHI 7 dimensioni Halogen free Telaio componibile e regolabile in profondità Guide DIN regolabili in altezza Pannelli removibili Elevata robustezza Design di elevato livello estetico Fissaggi

Dettagli

MANUALE DI MANUTENZIONE

MANUALE DI MANUTENZIONE Comune di Andora Provincia di Savona PIANO DI MANUTENZIONE MANUALE DI MANUTENZIONE (Articolo 38 del D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207) OGGETTO: Sistemazioni Asfaltiche - Sistemazioni asfaltiche I lotto COMMITTENTE:

Dettagli

Operatore del legno. Standard della Figura nazionale

Operatore del legno. Standard della Figura nazionale Operatore del legno Standard della Figura nazionale 61 Denominazione della figura Referenziazioni della figura Professioni NUP/ISTAT correlate OPERATORE DEL LEGNO 6. Artigiani, operai specializzati ed

Dettagli

Tabella filettature p 82. Classe e proprietà per viti e bulloni p 82. Coppie di serraggio viti e forze assiali p 83

Tabella filettature p 82. Classe e proprietà per viti e bulloni p 82. Coppie di serraggio viti e forze assiali p 83 Caratteristiche Materiali e appendice tecnica Caratteristiche materiali p 80 Distanza raccomandata tra i collari p 82 Posizionamento dei collari nei gomiti p 82 Tabella filettature p 82 Classe e proprietà

Dettagli

ANALISI PREZZI OPERE INTEGRATIVE 1

ANALISI PREZZI OPERE INTEGRATIVE 1 Ing. Clara Bruno V. per Plello, 15 13011 Borgosesia (VC) Telefono 016349133 e-mail: ingclarabruno@gmail.com ANALISI PREZZI OPERE INTEGRATIVE 1 OGGETTO: REALIZZAZIONE DI BARRIERE PER LA STABILIZZAZIONE

Dettagli

Installazione dei tubi flessibili (DIN 20066)

Installazione dei tubi flessibili (DIN 20066) Installazione dei tubi flessibili (DIN 20066) Per garantire la funzionalità, la sicurezza e la durata dei tubi flessibili e dei relativi raccordi è necessario non superare la pressione di esercizio e le

Dettagli

SCHEMA PER LA CERTIFICAZIONE DEI MANICOTTI PER GIUNZIONI MECCANICHE DI BARRE DI ACCIAIO PER CEMENTO ARMATO SECONDO LA NORMA UNI :2007

SCHEMA PER LA CERTIFICAZIONE DEI MANICOTTI PER GIUNZIONI MECCANICHE DI BARRE DI ACCIAIO PER CEMENTO ARMATO SECONDO LA NORMA UNI :2007 SCHEMA PER LA CERTIFICAZIONE DEI MANICOTTI PER GIUNZIONI MECCANICHE DI BARRE DI ACCIAIO PER CEMENTO ARMATO SECONDO LA NORMA UNI 11240-1:2007 Il presente documento è stato approvato dalla Commissione Prodotti

Dettagli

Commissione Strutture

Commissione Strutture Commissione Strutture «La Dichiarazione di Idoneità Statica» Analisi delle Linee Guida Dott. Ordine degli Ingegneri della Provincia di Trento Sala 3 del Centro Servizi S. Chiara, Via S. Croce, 67 -Trento

Dettagli

pag. 2 Num.Ord. TARIFFA DESIGNAZIONE DEI LAVORI par.ug. lung. larg. H/peso unitario TOTALE R I P O R T O LAVORI A MISURA

pag. 2 Num.Ord. TARIFFA DESIGNAZIONE DEI LAVORI par.ug. lung. larg. H/peso unitario TOTALE R I P O R T O LAVORI A MISURA pag. 2 R I P O R T O LAVORI A MISURA 1 ALLESTIMENTO CANTIERE IN AREE DISAGIATE 14_VS.021.0 Impianto di cantiere per esecuzione di opere di prevenzione rischi, 1.a comprensivo di approntamento delle strade

Dettagli

18/04/2013. Dettagli costruttivi di barriere ad alto assorbimento di energia. Anelli d acciaio formanti la rete. Montante in acciaio

18/04/2013. Dettagli costruttivi di barriere ad alto assorbimento di energia. Anelli d acciaio formanti la rete. Montante in acciaio Barriere paramassi sono realizzate con pannelli di rete in fune o ad anelli sostenute da montanti, funi di controvento e ancoraggi di fondazione. Si tratta di dispositivi in grado di fermare massi con

Dettagli

SINTESI NORMA UNI EN 795:2002

SINTESI NORMA UNI EN 795:2002 SINTESI NORMA UNI EN 795:2002 DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO ANTICADUTA DALL ALTO" PER LE COPERTURE" www.lineasikura.it I DISPOSITIVI ANTICADUTA DALLE COPERTURE SONO SOTTOPOSTI ALLA NORMA UNI EN 795:2002 La

Dettagli

Frigoflex è un sistema innovativo per l'adduzione di gas refrigeranti tipo R134 - R404 - R407 - R410 e fluidi diversi. E' costituito da un tubo

Frigoflex è un sistema innovativo per l'adduzione di gas refrigeranti tipo R134 - R404 - R407 - R410 e fluidi diversi. E' costituito da un tubo Frigoflex è un sistema innovativo per l'adduzione di gas refrigeranti tipo R14 - R404 - R407 - R410 e fluidi diversi. E' costituito da un tubo polimerico multistrato flessibile e da una serie di raccordi

Dettagli

Il Sistema TFEG. Via A. Costa N S.Maria Capua Vetere (CE) Tel. 0823/ Fax 0823/

Il Sistema TFEG. Via A. Costa N S.Maria Capua Vetere (CE) Tel. 0823/ Fax 0823/ Il Sistema TFEG Il sistema TFEG consiste nell inserire lungo lo sviluppo di pali, micropali e tiranti delle propaggini metalliche con lo scopo di incrementare la superficie di contatto terreno-palo. TFEG

Dettagli

Operatore alla riparazione dei veicoli a motore. Standard della Figura nazionale

Operatore alla riparazione dei veicoli a motore. Standard della Figura nazionale Operatore alla riparazione dei veicoli a motore Standard della Figura nazionale 73 Denominazione della figura OPERATORE ALLA RIPARAZIONE DEI VEICOLI A MOTORE Indirizzi della figura Riparazione parti e

Dettagli

C E R T I F I CAT I. Ruredil. Microfibre

C E R T I F I CAT I. Ruredil. Microfibre PRODOTTI C E R T I F I CAT I Ruredil Microfibre INNOVAZIONE STRUTTURALE RUREDIL X Fiber 19 Fibra STRUTTURALE sintetica Ruredil X Fiber 19 è una fibra sintetica strutturale che migliora la durabilità e

Dettagli

Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI. Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote

Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI. Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote Disciplinare di Sicurezza 70c.01 MACCHINE PER LA MOVIMENTAZIONE DEI CARICHI Caricatori frontali montati su trattrici agricole a ruote Revisione: del: 1.0 04/04/2006 Data: 04/04/06 Documento: Disciplinare

Dettagli

4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI

4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI Unione Industriale 55 di 94 4.10 PROVE, CONTROLLI E COLLAUDI 4.10.1 Generalità Il fornitore deve predisporre e mantenere attive procedure documentate per le attività di prova, controllo e collaudo allo

Dettagli

PALI PREFABBRICATI VIBROINFISSI

PALI PREFABBRICATI VIBROINFISSI Via Arni, 30 55032 Castelnuovo di Garfagnana (LU) PALI PREFABBRICATI VIBROINFISSI OGGETTO: RELAZIONE TECNICA DESCRITTIVA Castelnuovo di Garfagnana, lì 28/05/2012 Redatto Firme Intersonda srl INDICE 1.

Dettagli

QUADRI IN VETRORESINA

QUADRI IN VETRORESINA QUADRI IP65 CIECHI 7 dimensioni Halogen free Telaio componibile e regolabile in profondità Guide DIN regolabili in altezza Pannelli removibili Elevata robustezza Design di elevato livello estetico Fissaggi

Dettagli

Regolamento dei prodotti da costruzione. Testimonianza degli attori coinvolti I produttori Scianatico Laterizi S.r.l.

Regolamento dei prodotti da costruzione. Testimonianza degli attori coinvolti I produttori Scianatico Laterizi S.r.l. Regolamento dei prodotti da costruzione Testimonianza degli attori coinvolti I produttori Scianatico Laterizi S.r.l. Ing. Lorenzo Bari Bari, 26 settembre 2014 L AZIENDA Scianatico Laterizi S.r.l. Le aziende

Dettagli

Lezione n. 6 di 7. 1 Sistemi anticaduta 2 Punti di ancoraggio 3 Spazi Confinati 4 Lavori su corda 5 Rescue 6 Linee vita 7 Ispezione

Lezione n. 6 di 7. 1 Sistemi anticaduta 2 Punti di ancoraggio 3 Spazi Confinati 4 Lavori su corda 5 Rescue 6 Linee vita 7 Ispezione Linee vita 11/2015 Lezione n. 6 di 7 1 Sistemi anticaduta 2 Punti di ancoraggio 3 Spazi Confinati 4 Lavori su corda 5 Rescue 6 Linee vita 7 Ispezione Indice Introduzione alle linee vita LV201 SPEEDLINE

Dettagli

Allegato parte integrante ALLEGATO 2.8

Allegato parte integrante ALLEGATO 2.8 Allegato parte integrante ALLEGATO 2.8 Pag. 1 di 6 All. 010 RIFERIMENTO: 2011-S145-00046 ALLEGATO PARTE INTEGRANTE N. 2.8 INDIRIZZO: COSTRUZIONI EDILI INSEGNAMENTO: TECNOLOGIA E PROCESSI OPERATIVI TERZO

Dettagli

TENUTA SOTTO CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI

TENUTA SOTTO CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI Pagina 1 di 5 INDICE 1. SCOPO 2. CAMPO DI APPLICAZIONE 3. RESPONSABILITA 4. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 5. INDICATORI DI PROCESSO 6. RIFERIMENTI 7. ARCHIVIAZIONI 8. TERMINOLOGIA ED ABBREVIAZIONI 9. ALLEGATI

Dettagli

MACCHINE PER LA RACCOLTA

MACCHINE PER LA RACCOLTA Disciplinare di Sicurezza 11.01 MACCHINE PER LA RACCOLTA Mietitrebbiatrici da grano e da mais Revisione: del: 3.0 22/01/2013 Data: 22/01/13 Documento: 11.01 Disciplinare Mietitrebbiatrici da grano e da

Dettagli

Settore Verde e Agricoltura. Global Service. Milano. Comune di Milano

Settore Verde e Agricoltura. Global Service. Milano. Comune di Milano Milano Settore Verde e Agricoltura Global Service Comune di Milano Global Service Uno strumento innovativo per mantenere e gestire il verde milanese che consente di: garantire uno standard qualitativo

Dettagli

MACCHINE E IMPIANTI PER LA TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI

MACCHINE E IMPIANTI PER LA TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI Disciplinare di Sicurezza 32.01 MACCHINE E IMPIANTI PER LA TRASFORMAZIONE DEI PRODOTTI Trasferitori pneumatici per cereali trainati e Trebbiatrici fisse Revisione: del: 3.0 29/09/2015 Rev.: 3.0 Pagina

Dettagli

Interventi sulle scaffalature esistenti per la messa in sicurezza sotto il profilo sismico

Interventi sulle scaffalature esistenti per la messa in sicurezza sotto il profilo sismico Interventi sulle scaffalature esistenti per la messa in sicurezza sotto il profilo sismico SAIE, Bologna, 18 ottobre 2013 Ing. Barbara Orsatti Norme di riferimento Attualmente, oltre alle prescrizioni

Dettagli

RollcablE. Roll drain. Roll com. Tubi per cavidotti corrugati LISTINO N.15

RollcablE. Roll drain. Roll com. Tubi per cavidotti corrugati LISTINO N.15 RollcablE Roll com Roll drain Tubi per cavidotti corrugati LISTINO N.15 Tubi corrugati in HDPE a doppia parete PROPRIETà CHIMICO-FISICO DEL POLIETILENE Un elevata resistenza chimica e meccanica ed un ampio

Dettagli

La Certificazione delle Competenze degli Operatori per il MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE ENERGETICA nella Green Economy: UNA PROPOSTA DALL EUROPA

La Certificazione delle Competenze degli Operatori per il MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE ENERGETICA nella Green Economy: UNA PROPOSTA DALL EUROPA La Certificazione delle Competenze degli Operatori per il MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE ENERGETICA nella Green Economy: UNA PROPOSTA DALL EUROPA Nadia Panasyuk ENEA 13 ottobre 2016 1 Gli schemi di Certificazione

Dettagli

PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008)

PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008) PIANO DI MANUTENZIONE RELATIVO ALLE STRUTTURE (DM 14 gennaio 2008) Comune di Adrano Provincia di Catania dell'opera Progetto di una piattaforma elevatrice in acciaio indirizzo Scuola "G. Guzzardi", via

Dettagli

SOMMARIO 1. MANUALE D USO MANUALE E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 5

SOMMARIO 1. MANUALE D USO MANUALE E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 5 SOMMARIO 1. MANUALE D USO... 2 1.1 DESCRIZIONE DELL OPERA... 2 1.2 REQUISITI E PRESTAZIONI... 3 2. MANUALE E PROGRAMMA DI MANUTENZIONE... 5 2.1 ANOMALIE RISCONTRABILI... 5 2.1.1 Muri di sostegno... 5 2.1.2

Dettagli

FASCICOLO DELLA MANUTENZIONE (Art. 91 comma 1 lett. b) del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 come modificato dal D.Lgs. 3 agosto 2009 n.

FASCICOLO DELLA MANUTENZIONE (Art. 91 comma 1 lett. b) del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 come modificato dal D.Lgs. 3 agosto 2009 n. Comune di Sommacampagna Dicembre 2015 FASCICOLO DELLA MANUTENZIONE (Art. 91 comma 1 lett. b) del D.Lgs. 9 aprile 2008 n. 81 come modificato dal D.Lgs. 3 agosto 2009 n. 106) INTERVENTI PER IL CONTENIMENTO

Dettagli

CALCESTRUZZO... Errore. Il segnalibro non è definito. ACCIAIO PER ARMATURE C.A... 3 INDICAZIONI GENERALI... 4 TENSIONI DI PROGETTO (SLU)...

CALCESTRUZZO... Errore. Il segnalibro non è definito. ACCIAIO PER ARMATURE C.A... 3 INDICAZIONI GENERALI... 4 TENSIONI DI PROGETTO (SLU)... CALCESTRUZZO... Errore. Il segnalibro non è definito. ACCIAIO PER ARMATURE C.A.... 3 INDICAZIONI GENERALI... 4 TENSIONI DI PROGETTO (SLU)...6 1/7 RELAZIONE SUI MATERIALI (ai sensi dell'art. 65 del D.P.R.

Dettagli

LA MARCATURA CE DELLE STRUTTURE METALLICHE (ACCIAIO E ALLUMINIO) SECONDO EN , IN CONFORMITA AL REGOLAMENTO (UE) 305/2011.

LA MARCATURA CE DELLE STRUTTURE METALLICHE (ACCIAIO E ALLUMINIO) SECONDO EN , IN CONFORMITA AL REGOLAMENTO (UE) 305/2011. LA MARCATURA CE DELLE STRUTTURE METALLICHE (ACCIAIO E ALLUMINIO) SECONDO EN 1090-1, IN CONFORMITA AL REGOLAMENTO (UE) 305/2011 22 Ottobre 2016 SB studio www.essebistudio.com www.marcatura-ce-cancelli.it

Dettagli

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI INFERIORI

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI INFERIORI SCHEDA TECNICA N 11 DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE DEGLI ARTI INFERIORI SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE AZIENDALE V I A A L B E R T O N I, 1 5-4 0 1 3 8 B O L O G N A 0 5 1. 6 3. 6 1. 1 3 7 -

Dettagli